Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Ruber: La prima regia di Abatantuono stecca di brutto. Sceneggiatura per certi versi anche interessante ma sviluppata molto male: i dialoghi sono veramente banali e mediocri. L'idea del gruppo di amiconi che gestisce un autogrill sulle colline toscane che rischia la chiusura era anche interessante, ma è stata scritta e girata in maniera penosa, anche per via di un cast scarso che, tolti Memphis e lo stesso Abatantuono, è veramente poca cosa. Diego è rimandato in regia a tempi migliori. Da dimenticare le ormai noiose battute di Ale & Franz.
Puppigallo: L'accoppiata cow boys dinosauri potrebbe anche funzionare, se non fosse per minuti e minuti di inutili scambi verbali, battibecchi amorosi tra i due protagonisti e cow boyate varie. Peccato, perchè quando la star, Gwangi, una sorta di allosauro, entra in azione, il tutto si ravviva, anche perchè il bestione se la prende con tutti, umani, elefanti e dinosauri, bastonandoli senza favoritismi (elimina anche un clown). Comunque, se si supera, senza sonnecchiare, la prima metà col cavallino bonsai che la fa da padrone, il resto è meritevole di un'occhiata.
MEMORABILE: L'eoippo, accompagnato da una musichetta da carillon (mah); Il povero pterodattilo ultramaltrattato; Gwangi va in chiesa.
Daniela: Per sventare le trame dell'infido Duca di Lavalle, la regina vedova chiede aiuto ai quattro moschettieri. Essendo questi morti o acciaccati, prendono il loro posto i figli che ne hanno ereditato i rispettivi caratteri. Film "partorito" dal classico di Sidney, non può certo competere con quello, ma è comunque spettacolo spigliato e gradevole con una simpatica variante: la figlia di Athos, interpretata dalla splendida rossa O'Hara, abile spadaccina che ha gioco facile nel conquistare l'ammirazione dei suoi compagni d'avventura ed il cuore di D'Artagnan/Wilde. Impeccabile Douglas, fetente doc.
MEMORABILE: La chiamata in soccorso di tutti i figli dei moschettieri del Re
Pessoa: Probabilmente si tratta del padre di tutti i musical, sicuramente il più celebre. La storia riporta ai tempi del passaggio dal muto al sonoro e sarebbe anche piuttosto interessante se non fosse minimizzata dalle parti cantate e ballate, fra le migliori della storia del genere. Kelly e O' Connor sono in forma smagliante e danno vita a numeri indimenticabili grazie anche a una regia da manuale. Confezione eccellente con parti comiche che funzionano alla grande. Fondamentale per chi ama il genere, gli altri rischiano di annoiarsi un po'.
MEMORABILE: Tutte le parti cantate e ballate con Kelly e O'Connor.
Motorship: Me lo ricordavo peggio, invece devo dire che male male non è questo film scritto, diretto e intepretato da Enrico Brignano. Il film è il ritratto di un trentenne immaturo, poco incline al lavoro che si ritrova ad avere due storie parallele (quasi tre) con tutte le conseguenze del caso. Certo bisogna chiudere un occhio su regia e sceneggiatura, entrambe latitanti; il punto di forza del film è la comicità di Brignano, in alcuni casi davvero esilarante e vera forza motrice. Bene anche la bella e brava Vittoria Belvedere. Si può vedere.
MEMORABILE: I racconti (inascoltati) di Brignano all'idraulico al quale fa da aiutante.
Belfagor: La trama del confronto fra la scuola del comandante Lassard e una più qualificata ma anche più subdola è un pretesto per una serie di gag più o meno efficaci. Questo terzo capitolo si affida quasi completaemtne alle capacità degli interpreti, ma il livello comico è basso e mancano decisamente delle nuove idee. Ricompare il bar gay del primo episodio, una delle gag distintive della serie.
Myvincent: Primo film importante nella carriera di Raquel Welch (al solito tutta curve e reggipetti sexy), ha il coraggio di farsi seguire fino in fondo, pur senza dialoghi parlati ma solo con grugniti e rumori umanoidi di vario tipo. Nonostante gli errori filologici, diverte per le trovate avventurose e il risvolto sentimentale. Gli effetti speciali non sono niente male per l'epoca, sia nelle scene di lotta fra dinosauri sia nel finale apocalittico.
Nando: Il ritrovamento di un cadavere tra i ghiacciai italo-austriaci acuisce i ricordi di una nonna che narrerà ai suoi nipoti una storia tra due paesi rivali. Un film Tv natalizio in cui i buoni sentimenti prevalgono sull'odio precostituito. Intenso Antonutti che giustifica un prodotto per palati semplici e tipicamente televisivo.
Faggi: Un uomo viene abbandonato da tutti al suo demone persecutore: come dire che, alla fine, si è sempre soli. A meno che un angelo custode non intervenga a elargire la grazia. Qui l'uomo solo è interpretato da Gary Copper, il demone da Ian McDonald e l'angelo da Grace Kelly. Tutto si svolge (quasi) come in una antica tragedia mistica... Ma è puro western.
Daniela: Anche se mi scoccia ammetterlo, essere comprata come moglie da Holden non è la cosa peggiore che possa capitare ad una donna, né essere contesa fra lui e Mitchum: è quel che capita a Young, schiava per debiti, acquistata da un vedovo perché gli tenga in ordine la casa e gli allevi il figlioletto, che dopo le difficoltà iniziali saprà conquistare l'affetto di entrambi, oltre all'amore di un bel cacciatore vagabondo. Amabile western rurale declinato in chiave sentimentale in modo brillante, a parte l'epilogo in cui gli indiani fanno una comparsata per movimentare la storia fino ad allora placida
MEMORABILE: "Sei molto magra, non va bene, dovrai ingrassare un pò" (frase che mio marito non avrà mai bisogno di pronunciare); "Manchi molto anche ai cani"
Myvincent: Un serial killer opera strangolando le sue vittime con un nastro rosso e sul caso indaga una specie di ispettore Callaghan che si sollazza sessualmente con le sue testi, indagando qua e là. A parte l'assurdità deontologica, al solito primeggia l'assoluta espressione monolitica di Clint Eastwood, che qualunque smorfia della Bujold riesce a battere alla grande. Anche il resto è così così, complicato da uno scorrimento narrativo un po' impacciato.
124c: Squadra che vince non si cambia: il trio Calà/De Sica/Amendola viene richiamato da Carlo Vanzina, dopo il successo di Vacanze di Natale, per una gita in America di un liceo romano di periferia. Il film, a dirla tutta, non è che m'abbia colpito granchè, visto che m'importa poco del fin troppo buono studente Claudio Amendola che flirta con Antonellina Interlenghi. Sono il don Buro di Christan de Sica e lo studente universitario fuori corso Jerry Calà a dare un po' di sale alla pellicola, che ha nel cast anche un'Edwige Fenech attrice sexy pentita.
MEMORABILE: L'episodio dell'amico di scuola di Calà, definito lo "Schianta-tope".
Marimba69: Tornano i Looney Tunes, a distanza di quasi 10 anni dal precedente lungometraggio "Canto di Natale" ("Bah, Humduck! A Looney Tunes Christmas"). Anche quest'ultima produzione non giunge nelle sale ma direttamente in home video. Stavolta i nostri personaggi sono coinvolti in una girandola di inseguimenti e colpi di scena che ruotano attorno a un preziosissimo fiore con delle particolari proprietà. Caratterizzazione dei protagonisti ben diversa da quella degli anni d'oro, ma il film si lascia apprezzare, soprattutto dagli "under 14". Buon ritmo.
Ciavazzaro: Seguito apocrifo del primo capitolo; c'e di nuovo Babbo Natale Ezechiele e c'e di nuovo Scotti che questa volta interpreta un ladro di giocattoli che ha rubato tutti i regali (Ezechiele dovrà scoprire dove lui li ha nascosti). Abbastanza inutile, peggio del primo capitolo, eccessivamente infantile. Inutile.
Puppigallo: Onesto mitologico che può vantare la stop motion di Harryhausen e un ritmo quasi costante. Gli attori se la cavano, i mostri non mancano e il giovane eroe (Perseo) dovrà darsi parecchio da fare, con un aiutino (mica tanto ino) da parte del padre Zeus (elmo, spada, scudo e una civetta meccanica tuttofare). Ormai datato, nonostante non sia proprio preistorico (1981), mentiene comunque un certo fascino, di quelle pellicole, magari anche ingenue, ma che si rivedono con allegrezza. Bella l'idea del mega avvoltoio che trasporta una gabbia per esseri umani. Non male, dopotutto.
MEMORABILE: Il povero Calibos, deforme, cornuto e mazziato; La sfera oculare delle vecchiacce cieche; Il duello con Medusa.
Belfagor: Per arginare l'aumento di criminalità, l'accademia del comandante Lassard apre le porte ai civili. Dopo il deludente terzo capitolo, la saga si risolleva riproponendo l'addestramento delle reclute come fonte di gag, che non saranno nuovissime ma risultano comunque efficaci. I momenti divertenti non mancano, il cast lavora con la sinergia del primo film e il finale in mongolfiera è ben realizzato. E finalmente ritorna il tenente Harris.
Enzus79: Nella sua discreta carriera James Mangold ha diretto anche questa mediocre commedia che sa di già visto, pur facendo scappare qualche sorriso. Almeno il finale è abbastanza originale. Meg Ryan è perfetta per questo tipo di film, Jackman e (soprattutto) Schreiber no.
Saintgifts: Seppure riferita a una realtà purtroppo esistente (ma che fa parte della vita), questa rappresentazione, compressa in una giornata, delle vicende di una famiglia "sfasciata", sembra quasi una leggera parodia. Era certamente nelle intenzioni di Bruni rimanere nell'ambito della commedia; lo fa però costruendo delle macchiette di personaggi e centrando invece (e riponendo in loro le speranze per il futuro) i protagonisti più giovani, con la loro serietà e i loro sguardi parchi di sorrisi. Forse troppi vaffanc... e caz... ma semo a Roma!
Markus: Coproduzione televisiva italo-americana. Quattro giovani padri con figlie ma... senza moglie legati dal fatto che tutti sono italiani d'America. Gioie e dolori della vita da single con pargoli annessi in terra yankee per una pellicola di scarso valore, atta soltanto a far trascorrere un'ora e mezza in leggerezza con buoni sentimenti. Il nostro Alessandro Gassman è l'unico prestito realmente italico in questa messinscena parzialmente finanziata Mediaset. In effetti è anche l'unico attore che emana appeal. Trascurabile.
Bmovie: Antonio Banderas non riesco proprio a digerirlo, lui e i suoi fastidiosissimi ricciolini. In questo film poi interpreta uno spagnolo loco insopportabile che vuole spodestare dal trono il numero uno degli assassini Sylvester Stallone (veramente sottotono, qui). Film lungo e noiosetto, ma tutto sommato mediocre.
Samuel1979: Indubbiamente un film che ha, se non altro, il merito di averci fatto conoscere la storia del simpatico randagio Italo, vera mascotte del paese di Scicli. La regista, nel descrivere la vicenda, alterna ironia e sincera commozione per un personaggio che sin dai primi minuti ci commuove per la sua simpatia. Bravi gli interpreti (Bocci innanzitutto), così come la Tabita, qui alle prese con un personaggio a dir poco esuberante.
Gottardi: Purtroppo uno dei film di supereroi più loffio. Mancano azione continuata, pathos, epicità che sono propri delle migliori pellicole Marvel (e DC) e si rallenta troppo con intermezzi sentimentali stucchevoli. Doppia censura per Johnson regista e sceneggiatore. Anche tecnicamente c’è da ridire: alcuni combattimenti eccedono di effetti Matrix; e per riprodurre la visione con gli occhi di Murdock non si è trovato di meglio di una sfocatissima tonalità azzurrina. Quasi viene da tifare per Il cattivissimo parossistico Farrell, più umoristico e sfrontato del nostro povero diavolo custode.
Siska80: La trama è di quelle più banali (la solita principessa ribelle fugge dal reame e trova l'amore in un giovane squattrinato ma ovviamente prestante e coraggioso); cionondimeno il resto è veramente di qualità: il design è buono e ricco di colori accesi, l'animazione abbastanza verosimile, i personaggi accattivanti e ben tratteggiati, il ritmo elevato a causa di una serie di spericolate disavventure, il finale scontato ma comunque soddisfacente. Mix omogeneo di avventura, fantasy e humour consigliato a bimbi e adulti.
MEMORABILE: La fuga di massa per via del mostro dagli occhi di brace.
Rambo90: Simpaticamente grottesco, a metà tra la commedia adolescenziale anni 90 (con echi a Mamma, ho perso l'aereo, puntualmente anche citato) e il thriller alla Tarantino con impennate di violenza e situazioni al limite del demenziale. Ci si diverte, a patto di non aspettarsi chissà che dalla trama, perchè nulla è approfondito più del tanto che serve a innescare il gioco. Stilisticamente ben girato da McG, che in fondo dietro la macchina da presa ci sa fare e interpretato con la giusta ironia da tutto il cast. Non male.
Siska80: Esattamente come accaduto ne Il regalo più bello di due anni prima troviamo una giovane (e bella, ovvio) che per organizzare un importante evento chiede aiuto a un uomo (affascinante, senza dubbio) da poco conosciuto. Qui tuttavia l'azione si svolge poco prima di Capodanno ma il percorso che porterà i due protagonisti a innamorarsi è il medesimo (prime confidenze, titubanze, quindi l'inevitabile bacio finale, anticipato persino dal titolo) e non si rilevano scene particolarmente coinvolgenti; il cast è anonimo, i dialoghi insipidi; l'unica nota positiva è la breve durata.
Soga: Devo ammettere di essermi approcciato al film con un pregiudizio molto negativo, dovuto alla pubblicità. E invece mi ha colpito perché, pur essendo assai dolciastro, la tematica ha una certa profondità. I toni della commedia e quelli del dramma si alternano a delineare una storia toccante nella sua prevedibilità; meglio di molti altri.
Lucius: Più vicino a Link che all'intera saga de Il pianeta delle scimmie, almeno per i due terzi, per poi virare nel finale, dove si congiunge al ciclo di film in questione. Per quanto gli effetti speciali siano curati, il digitale svuota il film della sua anima, facendo perdere alla sceneggiatura, pur caratterizzata da appigli interessanti, gran parte della sua forza. L'idea di base è buona, ma l'anello di congiungimento lascia degli interrogativi in sospeso. Futuristico e al tempo stesso primordiale.
Delpiero89: Buona commedia americana anni 90 che può contare su un Jack Nicholson davvero formidabile in un ruolo che calza a pennello con le sue caratteristiche. Non male anche gli altri, con la Hunt e Kinnear in testa, mentre il personaggio di Cuba Gooding è caricato all'eccesso. Troppo lungo per essere comunque una commedia. Tutto sommato originale ma non eccezionale.
Saintgifts: Non bisogna nemmeno tentare il paragone con il suo nobile predecessore, lo Sciarada di Stanley Donen. Detto questo il lavoro del pur bravo Demme non è per niente interessante sotto tutti i punti di vista. Non si è mai coinvolti nella vicenda i cui interpreti, fatta eccezione per Tim Robbins che si salva per un pelo, sono tutti fuori posto (specialmente un Mark Wahlberg completamente inadatto). Film arricchito da belle musiche, camei e squarci di riprese un po' furbe; ciononostante resta scialbo e piatto e nemmeno il pre finale cattura.
Siska80: Fiaba per bambini fuori tempo massimo, che segue palesemente la scia di Mamma, ho perso l'aereo: cambiano l'ambientazione (una baita), il bimbo pestifero (che qui agisce in coppia con la sorella maggiore), il genere (una commedia con esibizioni canore che a un certo punto vira sul fantasy), ma la trama è simile: un malcapitato s'introduce in casa per rubare (spacciandosi addirittura per San Nicola!), ma non ha fatto i conti col piccolo ma scaltro protagonista. Noioso, banale, prevedibile e assurdo.
MEMORABILE: Il ladro incanta Artem con canti e giochi di prestigio e nel frattempo infila gli oggetti di valore in saccoccia.
Daniela: Dopo la mediocre escursione nel biografico, Burton torna a narrare una fiaba dalle atmosfere dark su un tema a lui molto caro come il valore della diversità: gli ospiti di Miss Peregrine sono diversi da tutti gli altri bambini, ma ognuno di essi ha un potere speciale in grado di renderlo utile per la salvezza comune. Riuscito dal punto di vista visivo sia nelle ambientazioni gotiche che nel look dei personaggi, il film convince meno nella caratterizzazione degli stessi ed anche sul piano del racconto a causa di snodi forzati oppure banali. La magia di Edward mani di forbice stenta a ritornare.
Furetto60: Quale può essere stato il motivo (scatenante) che ha spinto a produrre un film del genere? Mero guadagno? Un omaggio alla memoria del padre? O al cinema anni '70? Quale che sia, non si capisce come si potesse prescindere dal protagonista della serie, quel Tomas Milian che qui non appare neanche in fotografia. Al di là della evidente mancanza di tatto, il film è un assemblaggio di banalità che fa pentire del tempo perso.
Urraghe: La fuga dai servizi sociali del piccolo, grasso, Ricky e del genitore adottivo, analfabeta, Hec nelle foreste della Nuova Zelanda. Taika Waititi ci regala un'altra perla tra il film adolescenziale e il cinema fantastico con un tocco di regia splendidamente leggero che dimostra come si possa far buon cinema con mezzi limitati. Momenti spassosi si susseguono in una pellicola che ci regala un analisi graffiante sul mondo contemporaneo. Un film on the road con un affascinante colossa sonora. Semplicemente bello.
MEMORABILE: Ricky alla vista degli agenti: "I Ninja, i metalupi... I servizi sociali!"; La scena del cinghiale; Il paradossale epilogo della fuga.
Taxius: Il tipico film leggero da vedere e rivedere in famiglia senza che annoiarsi mai, funziona e diverte grazie principalmente alla bravura di Steve Martin. La parte iniziale è sicuramente la migliore e la più divertente, la seconda va un po' in calando ma nel complesso regge. Nulla di epico, ma film come questo, che anche alla centesima visione non annoiano, vanno comunque premiati.
Lovejoy: Piacevole commedia diretta con polso robusto dall'ottimo Oz e scritta con perizia dal grande Steve Martin, che ne interpreta pure il personaggio principale. Irresistibile, in particolare nella prima parte, con Martin regista scalcinato disposto a tutto pur di portare a termine il suo film. Al suo fianco un per una volta misurato, sobrio, in parte, Eddie Murphy. Splendida e brava la Graham. Ottimo anche il resto del cast. Da riscoprire.
Giùan: Canagliesco come molto Clint anni '80 (decennio con alcuni scivoloni registici, chiuso da uno straordinario volo d'uccello), riscattato però da una sfaccettata ambiguità "muscolare", evidentemente esibita e che tuttavia innegabilmente affascina e coinvolge anche chi è ben lontano dall'aderirvi. Merito della volontà di assecondare uno script (dello specialista Carabatsos) che, giocando sul crinale dell'eccesso (si corteggia da vicino il grottesco), consente a Eastwood attore e regista di esprimere l'intera estensione delle sue sicumere virili e debolezze (il rapporto con la Mason).
MEMORABILE: La gigionesca prova nel bene e nel male di Van Peebles.
Ryo: Sequel decisamente inutile e non richiesto. Non aggiunge niente alla trama del primo film; non ci sono sviluppi eclatanti, solo una gag dietro l'altra: neanche divertenti fra l'altro, tediose e deludenti. Gli attori ce la mettono sicuramente tutta, ma è la sceneggiatura il punto debole e si può fare ben poco con un testo del genere per destare interesse nello spettatore. Tirato odiosamente per le lunghe alla ricerca costante di qualche appiglio per risalire, l'unico suono che si sente è quello di mani che si arrampicano sugli specchi.
Siska80: Simpatica fanciulla incaricata di trovar moglie nientepopodimeno che all'affascinante principe di Voldavia finisce per innamorarsene. Fiaba moderna dal finale scontato che tuttavia risulta un po' più interessante di altre che affrontano lo stesso tema della protagonista Cenerentola in quanto evita i dialoghi stucchevoli mantenendo i toni da commedia quasi per tutto il tempo. Gli interpreti principali sono affiatati, il ritmo abbastanza regolare e il personaggio del giovane rampollo che si comporta come un uomo qualunque particolarmente riuscito. Non eccelso, ma con un suo perché.
MEMORABILE: La sigla iniziale; Il ballo con Petra Petrovich.
Magnetti: Se nel primo capitolo qualcosa da salvare c'era, qui invece ci si trova di fronte al nulla. Gli attori che avevano ben figurato allora, qui affondano, tirati giù da un copione inconsistente, stiracchiato, banale e inutilmente patinato. Un film che si rifà molto a L'ultimo bacio di Muccino nel proporre 40enni che sembrano sempre sull'orlo del baratro. L'unica cosa da salvare è la coppia formata da Dazzi e Quartullo, ma evidentemente non basta.
Bubobubo: Un potentissimo dramma dalla struttura perfetta: rancori del passato, invidie del presente e torbidi campanilismi senza tempo si fondono in un velenoso intrigo psicologico che - con la scusa della trasfigurazione teatrale garantita dalla partita a poker - seziona con un bisturi infetto piccinerie e meschinità dell'essere umano. C'è chi fa finta di niente, chi affonda il coltello nella schiena altrui, chi gioca alle regole del mondo lavandosene le mani: sullo sfondo, le luci asettiche e distantissime di un immoto, gelido albero di Natale.
Thedude94: La semplicità fa da padrona a una delle prime opere del giovane Pieraccioni che, insieme a un gruppo di amici e bravi attori, realizza qualcosa di molto puro e istintivo. C'è poco di preparato a tavolino; il tutto è girato a Firenze, dove un gruppo di studenti trentenni ancora fuori corso cerca di passare le proprie giornate, cercando la retta via per uscire da una situazione forse per loro troppo stretta relativa alla convivenza e allo studio. Bravi tutti i coprotagonisti, meno la Cucinotta che sembra un po' distante dal tutto.
MEMORABILE: "I giorni indimenticabili della vita d'un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno solo volume" (Leonardo).
Ale nkf: Film mediocre non con una trama da seguire ma che punta a far risaltare le due star di Hollywood. Film con sparatorie e inseguimenti, ma purtroppo nulla che vada oltre al già visto. Peccato poiché prometteve davvero tanto. Non raggiunge nemmeno i tre pallini.
Belfagor: Celebre parodia della serie Airport, è un film demenziale che al giorno d'oggi appare un po' datato, pur conservando una notevole vitalità comica. Innumerevoli le citazioni e le trovate, inclusa quella di avere Kareem Abdul-Jabbar che interpreta sé stesso in incognito. Indimenticabile, inoltre, il primo ruolo all'interno del genere per Nielsen, che farà poi scuola con Una pallottola spuntata. Il trio ZAZ sfornerà pellicole più brillanti, ma questo esordio rappresenta comunque un cult e le risate sono garantite.
MEMORABILE: "Guardi cosa può fare con questo rapporto" "Posso farci un cappellino!"; Il pilota automatico.
Luchi78: Simpatico e leggero. La storia è certamente banale e senza nessuna pretesa, ma in fondo il film si può guardare e strappa più di qualche sorriso, soprattutto in alcune situazioni comiche molto divertenti (vedi la discoteca sui Navigli a Milano...). Merito di Ficarra e Picone, che riescono a rendere divertenti semplicissime battute tramite la loro espressività.
Stefania: Il Principe ha in mano la scarpina di... cristalli (sì,strass!), e cosa legge sulla suola? Cinecittà! Hollywood sul Tevere, Roma dolcemente vacanziera... Cenerentola attualizzata... ma non troppo, una fiaba antica si immerge nelle chiare fresche dolci acque di un'altra fiaba: quella dei favolosi (appunto!) anni '50... Romantica... ma non troppo: cuori sì, ma anche tanti denari, intrighi ereditari da soap opera, una matrigna cattiva come Crudelia o come Joan Collins, una Hessler-Cenerentola in crisi d'identità, soavemente schizoide, sguattera e femme fatale! Ottima rivisitazione di un classico.
MEMORABILE: Gli esterni romani, gli omaggi a Wyler, e il "mood" quasi da thriller della storia d'amore tra la Hessler e Parenti.
(5 commenti) animazione (colore) di Vari con (animazione)
Rambo90: Divertente film animato della Warner: i pezzi migliori sono quelli tratti dai corti degli anni d'oro, ma anche la storia imbastita intorno non è malvagia (tra cui la spassosa parodia dell'Esorcista). Ottima l'animazione, grazioso l'epilogo finale. Da vedere.
Homesick: Preambolo ed epilogo (scandali in Vaticano, intrighi politici, mafia) riconducono l’attualità di ieri a quella di oggi, ma le tinte gialle si stingono progressivamente al calore del sole siciliano e di una commedia estiva rilassata e conciliante. La regia di Risi libera Banfi dei suoi eccessi di caratterismo e ne raffina la vis comica elevandolo a brillante protagonista nei panni dell’alacre commissario Lo Gatto e preparandogli il terreno per il vigile Urbano. Hit ottanteschi sempre in voga (Righeira, Cattaneo, Bertè e Russo) e piacevoli imitazioni di Wojtyla e Andreotti.
MEMORABILE: Gli incontri con Wojtyla e Andreotti; Banfi che rievoca il suo flirt del 1965 in Francia; la spiegazione finale stile Agatha Christie.
Herrkinski: Piccolo cult dell'action ottantiano, con protagonista uno Schwarzy fisicamente all'apice, a livello attoriale invece ancora molto inespressivo. Tutto è "over-the-top" in questa pellicola, dall'azione alla violenza esagerata, senza contare l'assurdità della sceneggiatura e l'ironia volontaria e non; ma quel che conta è che il film diverte un sacco, ha un ritmo incessante, è entertainment puro ma riesce anche ad essere spietatamente cinico e brutale. Un film per palati poco fini, s'intende, ma efficace senza dubbio. Menzione per il folle Wells.
MEMORABILE: Schwarzy che sradica una cabina telefonica con dentro una persona e la lancia!
Puppigallo: L'apoteosi di Carrey. Una bomba atomica di espressioni, smorfie, che già al naturale sarebbero state devastanti, figurarsi poi con potenziamento da effetti speciali. Divertente, in bilico tra realtà e ultrafinzione (piuttosto ben dosata sia l'una che l'altra) e ritmo pressochè costante. Alcune scene sono davvero gustose: la prima trasformazione; l'incontro con i teppisti; dai meccanici con tubi in mano; la banca ("Non c'è trippa per gatti"); la trasformazione del cane. Notevole e da vedere.
MEMORABILE: Carrey (non trasformato) portato via di peso dal locale, dice: "Attenti, che se mi toccate sanguino".
124c: Primo capitolo di una saga di successo non tanto dissimile da Hunger games e Divergent, con l'ennesimo futuro dittatoriale che ha ampiamente stancato. L'unica novità è la giovane protagonista afro-americana che, fra le altre cose, con i suoi occhi che luccicano e diventano arancioni, ha il potere di cancellare dai ricordi altrui la propria esistenza. Si potesse fare anche con questo film, che offre solo adolescenti dai poteri speciali alla X-men, in fuga da tutto e tutti e un teen drama all'acqua di rose che annoia anziché appassionare...
Capannelle: Riusciranno il burbero Lee Jones e la tenera Streep a ritrovare il filo che li lega insieme, magari tirando fuori le loro fantasie sessuali recondite davanti a un terapista di coppia (un misuratissimo Carell)? Il film sta tutto qui e il suo merito è di non allargare il discorso a improbabili figure esterne o a dissidi melodrammatici. Il peso e la qualità dei dialoghi sono buoni e la vicenda viene narrata con garbo senza ricorrere a facili espedienti tipo la zia impicciona, i nipotini sorridenti, il terapista che impazzisce a sua volta...
Galbo: Per chi non concepisce il duo Hardy/Laurel "monco", è difficilmente accettabile questa prova del primo senza il fedele compagno. Nel complesso la storia di Zenobia non è male, strappa qualche sorriso e la prova degli attori è più che dignitosa. Peccato per l'"handicap" di partenza...
Mascherato: Più che una prosecuzione dell'originale, sembra l'analisi di un mito fatta dagli stessi personaggi (non si spiega altrimenti il reiterato accennare dei protagonisti al motivo della colonna sonora - che da extra diventa intradiegetica - firmata Bixio-Frizzi-Tempera, come se fosse un inno di battaglia). Solo per effetto revival, ho gradito l'ultima parte in cui, infatti, tra una truffa bis al figlio di Manzotin, una corsa dalla coda del treno alla testa ed una puntata al gioco delle tre carte, la clonazione è spudorata.
Saintgifts: Forse sembra sciocco, ma la cosa che più mi ha colpito è la sede degli uffici dell'azienda informatica dove si svolge, perlopiù, il film. Può essere anche emblematico per il commento della pellicola: bella facciata, interni originali, ma contenuto mediocre. Passata la prima fase con l'imbarazzante scena erotica (non per il contenuto, ma per come è stata girata), il film prende una strada più interessante, che si rivela poi essere l'argomento primario: business milionario e battaglie per far carriera con lanci e contro lanci di siluri.
Rambo90: Sono ormai anni che Chan ha perso la buona ispirazione. E così ecco un altro action uguale a mille altri, con l'aggravante di un certo razzismo imperante verso i popoli musulmani. Certo le scene action sono spettacolari e ben coreografate (anche se Jackie ormai vi partecipa poco, attorniato da vari comprimari più giovani), ma la trama è ai minimi termini. Difficile appassionarsi a un gruppo di bodyguard in missione di recupero, soprattutto se i suddetti non vengono adeguatamente caratterizzati, lasciando a botte e gag il compito di intrattenerci. Mediocre.
Digital: Tarato come ovvio per un pubblico di giovanissimi, riesce tuttavia a sollazzare moderatamente anche quello più grandicello grazie a sottotesti "adulti". L’animazione è di buon livello, le battute pur non andando tutte a segno sono spesso foriere di sorrisi, mentre il ritmo vivace non concede un attimo di stanca. Particolarmente divertente la parte finale, con lo scontro tra musica cattiva e buona.
Ciavazzaro: Vado controcorrente: a me questo episodio piace e molto. Ben delineata la figura della moglie sospettata dell'omicidio del marito che chiama in aiuto Poirot. Buoni attori, un ottimo Suchet e una trama complessa e interessante. Da vedere, secondo me. Si merita tre pallini.
Siska80: Giovane (e bella, si sa) non crede più nell'amore e nel Natale (Dickens, abbi pazienza!) sino a che non incontra un vicino di casa particolarmente simpatico (e scontatamente affascinante). Nulla di nuove sul fronte della trama (tantomeno su quello del finale, naturalmente felice nonché suggellato dal più classico dei baci), ma gli interpreti principali sono affiatati, il ritmo tiene e l'atmosfera delle festività (veicolata dalle tenere decorazioni risalenti all'infanzia che la protagonista riceve dalla madre) riscalda l'anima riuscendo a distrarre anche la mente. Accettabile.
Vanadio: Prendete L'aereo più pazzo del mondo, cambiate l'aereo con uno space shuttle e otterrete "L'aereo più pazzo del mondo... sempre più pazzo": stessa follia, stessi attori, stesse gag fulminee; grazie al cielo, anche il risultato è (quasi) lo stesso (si ride senza difficoltà). Inutile però la scena dell'allunaggio con William Shatner, che è una delle parti più deboli del film.
Daniela: Un'attrice di modesta levatura, maltrattata dalla vita ma inguaribilmente ottimista, passa l'ultimo dell'anno per le strade ed i locali di Roma in compagnia di un altro attore, truffatore di mezza tacca, e del compare con cui questi vuol mettere a segno qualche colpo... Magnani e Totò per l'unica volta insieme sugli schermi in una commedia malinconica in cui la prima ha occasione di brillare più del secondo, imbrigliato da una sceneggiatura troppo rigida, mentre Gazzara ben figura al suo esordio italiano. Opera minore nella filmografia del regista ma meritevole di visione.
Daniela: Sul fronte del Pacifico un capitano dell'esercito americano conduce azioni di guerriglia contro i giapponesi avvalendosi dell'aiuto di birmani... Film bifronte: la parte bellica è abbastanza interessante, anche se Sinatra dà il meglio in ruoli più tormentati, ma viene azzoppata da quella sentimentale uggiosissima con Lollobrigida in trasferta hollywoodiano con un personaggio banale e di rara antipatia. Peccato perché, coppia protagonista a parte, il cast era ben ricco, potendo contare anche su McQueen e Bronson, due dei sette magnifici che Sturges dirigerà l'anno successivo.
Sadako: Il solo pregio del primo sequel di Tremors è quello di avere introdotto le evoluzioni dei vermoni, ormai noti come Graboid, allargando l'azione oltre i confini di Perfection, arrivando fino alla provincia messicana. Tolto Kevin Bacon, restano come conferma del cast originale solo Fred Ward, sottotono rispetto al primo episodio e Michael Gross, che diventerà il volto principale anche della serie TV. Come gli altri sequel, più un prodotto per appassionati che per una visione occasionale.
Galbo: Mai uscita nei nostri cinema, Ti presento Bill è una commedia non spiacevole ma piuttosto ordinaria e non particolarmente originale dal punto di vista narrativo. Il protagonista è l'ottimo Aaron Eckhart attore molto versatile sia nei ruoli drammatici che in quelli brillanti. Da segnalare anche il bravo Timothy Olyphant.
Luchi78: C'erano gli spunti per girare un'interessante sexy-thriller, ma la sceneggiatura fa acqua un po' da tutte le parti, sia per scontatezza che per superficialità, concentrandosi esclusivamente sulle protagoniste e definendo così una relazione ossessiva che in realtà non sa né di carne né di pesce. Anche dal punto di vista erotico si poteva fare meglio, viste le qualità e la bellezza delle protagoniste.
Smoker85: Castellitto cerca di rendere un Luca diverso da quello di Eduardo per non cadere nella tentazione dell'imitazione, però dal suo personaggio non traspare quell'animo genuino di bambino mai cresciuto, sospeso in una dimensione temporale che non esiste più. Molto male gli interpreti di Nicolino e Vittorio, si salvano solo l'ottima Concetta della Confalone e il Nennillo di Pantaleo, vicino più all'interpretazione di De Vico. Nel complesso, operazione poco riuscita, e non per eccesso di devozione all'inarrivabile trasposizione tv del 1977.
Fabbiu: Tratto da una trilogia di racconti per ragazzi, è un gran pastrocchio di citazioni, riferimenti e strizzatine d'occhio a innumerevoli contesti fantascientifici che hanno già trattato il tema dell'invasione aliena, qui con l'aggravante che i protagonisti sono adolescenti, rappresentati con tutta l'esaltazione miliziana dei più banali stereotipi del cinema d'azione. Qualcosina da salvare c'è, per l'assurdo fatto che lo sviluppo, se non altro, riesce a non annoiare. Il cast non è nemmeno male, ma nel complesso poca roba e già stravista.
Ale nkf: Unico nel suo genere. Un classico della Walt Disney diventato famosissimo in tutto il mondo grazie alla notevole realizzazione. I protagonisti sono descritti accuratamente (tra i quali il gatto Romeo e il cattivo maggiordomo Edgar), la sceneggiatura scritta meticolosamente e il ritmo ottimo. Consigliato davvero a tutti.
Mutaforme: Braveheart ritorna a lottare contro gli inglesi, a distanza di qualche centinaio di anni. Benjamin Martin ricorda infatti per molti versi l'eroe scozzese, anche se ingentilito nei modi. Ne esce un film buono, violento e ricco di azione, ma non straordinario perché troppo caricato in alcune fasi, troppo americano per essere credibile fino in fondo (vedi la scena della bandiera americana che avanza sul campo di battaglia). ***
Stelio: Una sceneggiatura passabile ma non eccelsa viene letteralmente esaltata dalla straordinaria prova di Robin Williams che, praticamente da solo, tiene in piedi un discreto film. Mediocri i tre protagonisti giovani, oscurati - per fortuna - da un'ottima Field.
MEMORABILE: "Signor Hillard, lei si considera divertente?" "Sì, lo credevo. Ma oggi lei mi ha aperto gli occhi, grazie".
Undying: Grazioso lungometraggio, fedele all'iconografia partorita dal celebre serial televisivo e portato sullo schermo mediante una buona messa in scena, garantita da una fotografia notevole e da effetti speciali ottimamente risolti sul piano visivo. Indovinate, inoltre, le presenze di Anjelica Huston e Christina Ricci. Divertente e conforme al modello d'ispirazione, il film incontra i favori del pubblico, tanto da permettere un seguito - sempre diretto da Barry Sonnenfeld - purtroppo inferiore rispetto a questo...
G.Godardi: Prova generale per il capolavoro prossimo venturo Schindler list. Riuscito a metà ma interessante in quanto banco di prova per le idee (il campo di concentramento) che svilupperà nel suo film più impegnato. Nonostante tutto lo spettacolo c'è, con belle sequenze di massa e visive. È anche un secondo omaggio del regista a Truffaut, dopo quello di Incontri ravvicinati. Infatti il piccolo bambino qui protagonista - il giovane e già promettente Bale - è iconicamente equivalente all'Antoine Doinel de I 400 colpi. Piccolo ruolo anche per Ben Stiller. Da vedere.
Markus: Un poliziotto e il suo cane sono inviati a Las Vegas presso un grande concorso canino... L'opera di Gosnell, pur non aggiungendo nulla di nuovo al folto numero dei dog-movie, ha la sfacciata fortuna d'avere un copioso budget per camuffare la miseria dei contenuti. A conti fatti le luccicanti location e lo stuolo di vip che danno fiato ai classicissimi logorroici quadrupedi (Supercuccioli docet) sono un valore aggiunto non di poco conto. Non lascia il segno, ma è un film scacciapensieri che a differenza di altri simili non annoierà.
Nando: Un documentario che narra la carriera del grande artista in maniera cronologica con piccoli spezzoni delle sue più importanti interpretazioni inframmezzati da interventi dei suoi figli e di altri protagonisti della scena cinematografica italiana. Sempre interessanti gli interventi dell'artista anche con immagini private familiari. Tra gli eminenti interventi segnalo quello di Gigi Proietti e di Ricky Tognazzi.
Lou: Nora Ephron alla regia e l'accoppiata Tom Hanks/Meg Ryan sono garanzia di qualità e infatti questa commedia romantica, pur nella sua assoluta prevedibilità, è un prodotto di buon livello, nel suo genere. I dialoghi sono sufficientemente brillanti, con qualche rara trovata esilarante (vedi le citazioni da Il padrino, considerato alla stregua di un guru per le tecniche di management). Il tutto in un contesto molto patinato, con le immagini di una splendida New York a fare da sfondo.
Graf: Un pellicola dei Vanzina insolitamente gradevole e per nulla volgare. La truffa alla banca viene raccontata in modo piano, chiaro ed avvincente. La suspense per il colpo non viene mai meno per tutto l'arco del film e i personaggi, tutti simpatici e "ordinari", sono ben profilati nelle loro motivazioni psicologiche e non scadono mai nel macchiettistico e nel guittume. Un buon esempio di cinema artigianale italiano in fecondo e stabile equiibrio tra commedia dei caratteri e genere noir. Convincente il concerto recitativo di tutti i caratteristi. Buono.
MEMORABILE: Valeria Marini, non dovendosi spogliare, è costretta a recitare: tutto sommato se la cava bene.
Ale nkf: Terzo capitolo della fortunata serie, trasmessa da anni in televisione ripetutamente e con un buon successo. Questo è tra i film meno riusciti e divertenti, dopo l'orrendo Missione a Mosca. Da evitare, preferendogli altri capitoli della serie.
Lou: Rivederlo in tv non è la stessa cosa: la grandiosità del 3D al cinema fa la differenza per un film come questo, interamente giocato sul coinvolgimento dello spettatore nell'affascinante e angosciante dimensione spaziale grazie a effetti innovativi molto ben realizzati. Al di là della discutibile sceneggiatura, che comunque riesce a mantenere sempre alta la tensione, la visione è davvero spettacolare, riportando oggi anche alla mente la recente esaltante esperienza della nostra Cristoforetti. Clooney gigioneggia anche nello spazio da par suo.
Maxspur: Se shakeriamo l'episodio di Carpenter in Body Bags con l'abbigliamento e l'andatura di Ben Willis in So cosa hai fatto e una spruzzatina di Saw avremo "ATM"; il che poteva essere interessante se lo script di Chris "Buried" Sparling fosse stato gestito in maniera diversa da quella tipica del regista esordiente: Brooks che si limita al compitino, già visto e meglio da altre parti. Anche non considerando le evidenti incongruenze, la vera tensione latita e non migliora con l'epilogo. Rimane l'idea del bancomat come unità di luogo e il killer spettatore/regista.
Galbo: Commedia sofisticata di alta classe diretta da Richard Quine. Tratta da una commedia teatrale scritta nel 1950, la storia d'amore tra un brilante editore e una donna che si scopre essere una strega è divertente, coinvolgente e ben scritta. La regia asseconda il lavoro del cast con la riproposizione della coppia de La donna che visse due volte, Stewart e Novak e gli ottimi innesti di Jack Lemmon ed Elsa Lanchester. Brillante.
Siska80: La trama è interessante e le scene di combattimento ben realizzate per quanto inverosimili (coltelli lanciati che sorpassano file di uomini senza neanche sfiorarli prima di conficcarsi al muro, un solo uomo capace di mettere ko decine di karateka inferociti), ma la ripetitività con cui queste ultime si verificano finisce con lo stancare lo spettatore, dando l'impressione che esse in realtà servano soltanto per colmare le lacune di una sceneggiatura approssimativa. Sufficiente il cast (una spanna sopra tutti Eddie Peng, particolarmente espressivo), ma si poteva fare di meglio.
Scarlett: Seguito molto riuscito della versione cinematografica della celebre e omonima serie. Il regista riesce ad evitare le cadute di stile e le ripetizioni che di solito abbondano nei sequel. Impagabili le scene dei bambini al campeggio e sempre ottime le prestazioni degli attori. Ciò che sicuramente si poteva evitare era qualche enfatizzazione ai limiti del ridicolo come il tango tra Morticia e Gomez, ma per il resto è un ottimo modo per passare una serata.
Herrkinski: Effimero e patinato, il film segna nel bene e nel male il passaggio tra gli '80 e i '90; se infatti la storia è abbastanza classica ed in linea con i thriller americani degli anni '80 (ma anche con alcune cose più datate di Hitchcock), la componente sessuale disinibita (e ostentata dal battage pubblicitario) è un segno dei tempi moderni, nonchè l'inizio di una nuova tendenza del cinema e della televisione. In realtà, il film è molto fumo e poco arrosto, annoia abbastanza ed ha avuto un successo sproporzionato; è comunque aderente al romanzo.
Didda23: Sicuramente Landis ha il merito di inventare un genere che diventerà molto prolifico nel corso del tempo. Registicamente, nella propria insita eterogeneità, il girato è appagante poiché si ha una salda concezione dei tempi comici. Belushi propone un umorismo vulcanico e "improvvisato" che potrebbe far storcere il naso a una buona fetta di pubblico. La sceneggiatura serpeggiante alterna momenti molto riusciti a gag di grana grossa che lasciano a bocca aperta per l'incredulità. Tutto sommato un buon film, nulla più.
MEMORABILE: La famosa scolata di Jack; Il ragazzino che ringrazia Dio; L'infarto del cavallo; Il Toga party.
Cotola: La trama è sicuramente poca cosa, ma ad incantare c'è ben altro: in primis la colonna
sonora dei Gershwin che, oltre al brano che dà il titolo al film e che accompagna una straordinaria sequenza alla fine della pellicola, snocciola brani ultra celebri tra cui By Strauss e 'S wonderfull; le scenografie e numerosi musicali di notevole livello; le interpretazioni di Kelly (premiato con un oscar speciale) e dell'esordiente Caron. Nel suo genere, una perla.
MEMORABILE: L'ultimo, lunghissimo e splendido numero musicale finale.
Siska80: La solita carrellata di conoscenti, amici e colleghi, parla non soltanto del Freddie Mercury che teneva in pugno la platea quando era sul palco, ma anche dell'uomo sensibile e contraddittorio, dell'instancabile viveur (del quale vengono mostrati stralci di simpatiche interviste). Toccante la testimonianza della scomparsa Montserrat Caballè, cui il cantante confidò la malattia scoperta da poco nel 1987. Nulla di nuovo da vedere, tutto sommato realizzato approssimativamente.
Galbo: Tutto sommato non spiacevole questo film di Jon Favreau (che salirà dopo qualche anno alla ribalta con il blockbuster Iron Man) destinato prevalentemente ad un pubblico adolescenziale. Sebbene evidentemente realizzato in economia, fa trasparire una sensazione di fascino misterioso legato a mondi lontani che intriga e si segnala per la buona prova del cast.
Domino86: Un Paolo Villaggio calato nel suo tipico ruolo di pecora nera della società dove niente della sua vita (carriera, amore, vita sociale ecc...) va come teoricamente dovrebbe, deve affrontare una serie di avventure molto grottesche in tipico stile fantozziano. Nel complesso il film non mi ha divertito molto.
Fabbiu: Fino ad allora di riuscito, oltre alla caratterizzazione dei personaggi, c'era l'addestramento. Quindi ecco la trovata: i cadetti Addestrano nuove reclute (cittadini qualsiasi). Un modo sia per dare il via a diverse gag (quelle con Sweetchuck sono troppo forti) che per introdurre nuovi personaggi come Il Possente Tommy Casa o La vecchia signora Fieldman (amica di Tuckleberry). Qualcosina di ripetuto, ed in sostanza più skatch che altro; un po' di spazio in più per Zed, qualche bella scena di skateboard all'inizio; tutto sommato passa liscio e diverte.
Capannelle: Lode al coraggio dell'opera e all'eleganza poetica che Malick usa nel ritrarre i personaggi (e gli interpreti ne traggono giovamento anche se non si capisce la funzione di Penn). Ma quei lunghi e pedanti paralleli mistico-filosofici fanno più che storcere il naso e ogni tanto fanno pensare a un'esibizione intellettualoide. Un'opera double-face che da sola vale tanti filmetti fotocopia in circolazione ma di cui, parlando francamente, non si sente il bisogno di troppi emuli. Tre pallini.
Rambo90: Un Jackie Chan particolarmente scatenato in un film dove la storia è solo un pretesto per dare vita ad alcune delle sue acrobazie più spericolate: dal combattimento nel cantiere alla fuga in carrozza, passando per uno scontro con una schiacciasassi! Divertenti anche gli inserti comici; peccato per la mancanza di un cattivo di un certo livello, perché Norton è sottotono. Buono.
Matalo!: Col passare degli anni i limiti di De Palma si sono definiti nettamente, ridimensionando il suo posto nel cinema. Filologico, hitchcockiano, creatore di immagini patinate per necessità di linguaggio più che per vezzo, da un po' di tempo sforna film formalmente corretti ma un po' idioti. Come questo, che dalla sua ha la folgorante annichilente bellezza di una stupenda Rebecca Romijn.
Lovejoy: Questa volta la ciurma dell'accademia di polizia si trasferisce in massa a Miami, dove basterà poco per scatenare il caos anche laggiù. Tolto il sempre eccellente Bailey nel ruolo dell'irresistibile Tenente Harris, il resto del cast non è granché, a partire dal sostituto di Guttenberg, lo scialbo McCoy. Le gag sono poverissime e sfruttatissime e non basta la scena di Tuckleberry contro uno squalo pupazzo per suscitare risate.
Dengus: La genialità si vede anche nella demenzialità; Farrelly, con il suo grande mestiere, sa mettere una coppia inedita a proprio agio, facendoli rendere al meglio; Carrey è dilagante, ma Daniels con la sua faccia e le sue mimiche non scherza affatto, rendendosi ancora più scemo del compagno! Privo di una trama sensata, ed è quello il cavallo vincente che lo rende piacevole e scorrevole; il furgoncino in costume da cane poi è fantastico! Nel 1995 lo vidi ben 3 volte al cinema e tuttora lo trovo comunque gradevole, come quasi tutti i lavori di Farrelly.
Zardoz35: Ottimo film di fantascienza realizzato quando ancora si pensava che in futuro l'uomo si sarebbe circondato di robot servitori e non di computer e realtà virtuale come avviene oggi. Ritmo sempre elevato, trama plausibile e soprattutto memorabile interpretazione di Yul Brinner. Da non perdere!
Manfrin: Godibilissima commedia che si sviluppa pure on the road con una vicenda che, seppur non nuova, crea diversi spunti sia divertenti che tragicomici. Attori bene in parte con Nunziante (che tra l'altro è il cognome di Amendola nel film) in una delle sue rare prestazioni attoriali, bravi Solfrizzi e soprattutto Buccirosso, divertente Di Carlo. Bel cameo di Messeri. Da riscoprire.
Siska80: Storia inverosimile e aggrovigliata, che però risulta terribilmente accattivante soprattutto per l'amore viscerale che priva della dignità il protagonista (mai titolo fu più azzeccato, giacché una donna tentatrice lo conduce sulla via della perdizione). Buoni i costumi, l'ambientazione e il ritmo; Banderas e la Jolie insieme fanno scintille, anche se intrigano più per la bellezza che per la bravura.
MEMORABILE: Vargas apre la porta allo spione completamente nudo e se la ride.
Dusso: Inguardabile film televisivo sentimentale con un Dorelli che riesce a salvare ben poco; sceneggiatura inesistente sviluppata in modo noiosissimo. Davvero arduo da portare a termine vista la lunga durata, terribile la pubblicità "occulta" delle sigarette Merit. Bello invece rivedere sullo schermo Scilla Gabel (forse per l'ultima volta?), mentre il resto del cast è interessante ma... Anche il titolo ci azzecca veramente poco, a conti fatti.
Plauto: Divertentissimo film, giocato sul potere del denaro e sulla sua possibilità di corrompere la gente. Monty Brewster, giocatore di baseball, eredita 300 milioni di dollari, ma per averli deve prima spenderne 30 in 30 giorni, senza acquistare nessun bene durevole e senza poter dire a nessuno perché lo fa. Tutti lo crederanno pazzo, soprattutto la segretaria di cui è innamorato... Richard Pryor e John Candy sono molto divertenti e bizzosi, le trovate sempre simpatiche. Un film divertente!
Daniela: Approccio originale: mostrare le ripercussioni provocate dallo scoppio della rivoluzione attraverso lo sconvolgimento della routine nella Corte di Versailles. Una visione dal basso, attraverso gli occhi smarriti di una domestica che presta servizio come lettrice della regina, che però perde interesse con il proseguire del racconto per il troppo spazio attribuito all'attrazione saffica provata dalla regina stessa verso la sua dama di compagnia prediletta, trascurando il contesto solo accennato. Confezione curata con scenografie e costumi impeccabili ma contenuti carenti: un'occasione mancata.
Cotola: Curioso e delizioso documentario on the road in cui la Varda, in splendida forma, ed il fotografo JR girano per la Francia in cerca di villaggi e volti ben sapendo che dietro le facce ci sono sempre delle persone con la loro vita e le loro idee, di cui ci restituiscono qualche breve frammento. Interesse, coinvolgimento, divertimento, emozione ed altro si mescolano in un magico impasto in cui spicca un umanesimo mai furbo e pietoso ma sempre attento, partecipe, intelligente e genuino. Alla fine si esce contenti ed appagati dal cinema: grazie!
Daniela: Film vizioso, come ha un'aria viziosa Kyle MacLachlan, nonostante si atteggi a bravo ragazzo della porta accanto. Sotto la superficie di un lindo quartiere residenziale brulicano cose immonde, come mostra la sequenza d'apertura, così basta seguire la circonvoluzioni uterine di un orecchio tagliato per ritrovarsi dietro lo specchio. Rossellini modesta ma funzionale, Hopper iconico, Stockwell da incorniciare. Musica e fotografia imprescindibili per un'opera che affascina ed irrita, sicuramente importante ma soprattutto come prova generale per Twin Peaks con le sue perversioni provinciali.