Un amore impossibile, per motivi politici, tra la vedova Paola Pitagora e il fuggitivo della DDR Nino Segurini. Peccato che qui manchi quel personalissimo eclettismo che caratterizzerà le opere successive del regista, come La minorenne, dove mescolerà abilmente commedia, dramma, horror, erotismo e polemica anti-borghese. Piccola citazione da Il terzo uomo, con l'inseguimento nei sotterranei.
Melò con risvolto thriller di Amadio, nella sua fase sarda: dopo L'isola delle svedesi a Caprera, qui siamo in Gallura e La Maddalena, e ci gustiamo anche un'esibizione in piazza dei Mamuthones, classiche maschere folkloriche. Molto in linea con gli stilemi del periodo, finchè non emerge il sottofondo "geopolitico" che spinge il film verso il pazzesco/kitsch, incontenibile nel finale. Pitagora bellina, Segurini inespressivo, devastante Raho vestito da tenente Sheridan dei poveri.
Drammone sentimentale di evidenti ambizioni autoriali, confermate dai (tardivi) risvolti thriller/politici, ma sostanzialmente fallite (in partenza, vista la trashissima parafrasi del titolo). Cast ridotto all'osso (Raho dice due battute in tutto), ma il vero peccato originale sta nella sceneggiatura, incapace di costruire un vero film su un soggetto che di base non sarebbe stato malavagio. Il maestro Ortolani non si spreca e ricicla tutti temi già noti.
MEMORABILE: Memorabile, beh insomma... certo che allora la Pitagora era carina, ma la Sardegna è cambiata di più.
Lo scenario non è dinamico, ma il film non annoia e per certi versi coinvolge anche, visto che Segurini è molto ben intercalato nel suo personaggio di uomo braccato, soprattutto come espressioni. Nel suo assieme il film è scarno e l'ingenuità alternata ad acume nel bambino, che per certi versi dovrebbe accendere i sentimenti dello spettatore, a me personalmente più che intenerirmi mi ha snervato. Pertanto non giudico l'opera un drammone, ma un film tutto sommato discreto e con qualche pecca grossolana.
Sentimentale al 100%. Un amore impossibile tra una giovane e graziosa signorina e un ricercato dalla STASI. Ottima l'ambientazione della Sardegna anni 60 con tanto di festa paesana, molto buona la prova degli attori. Alla fine non male, seppur non eccezionale.
Dramma spionistico con risvolti melodrammatici. L'insolita ambientazione sarda è in definitiva l'elemento più originale e riuscito del film che, per il resto è un "drammone" sentimentale poco equilibrato con punte francamente ridicole quando acquisisce pretese politiche. Prova del cast nel complesso mediocre. Buona la colonna sonora.
Melodramma intinto nel thriller, quello di matrice spionistica, legato alla Stasi tedesca. C'è l'amore, quello puro che nasce sotto la luce del sole sardo; c'è altresì la paura di morire, allorché Raho & co. si mettono sulle tracce di Segurini. Paola Pitagora è bella nella sua semplicità (quasi fetish in gonna corta e stivali neri), svetta nel momento in cui si mette a strombazzare pur di far fuggire il suo amato. Inoltre il rapporto tra suo figlio e lo "zio Alessandro" è tra le cose più belle del film. Finale poetico.
MEMORABILE: La follia al porto, con la lunga sequenza di colpi di clacson e urti contro le macchine ferme.
Melodramma a sfondo politico-spionistico realizzato con cura e con qualche sorpresa nel finale, solo che la parte iniziale è troppo lunga e ripetitiva. Paola Pitagora all'epoca era davvero stupenda, il marmocchio commuove, Umberto Raho ha il solito ruolo da cattivo. Curiosamente non ci sono spunti erotici, all'epoca molto richiesti e sicuramente nelle corde del regista Amadio. Musiche ripetitive che appesantiscono i momenti morti. Comunque vedibile.
MEMORABILE: La danza dei Mamutones; L'espediente al traghetto per cercare di impedire il rapimento.
Un amore prende via via forma, con lo sfondo di un paesaggio marino roccioso e assolato, fra due personaggi così lontani caratterialmente ma in fondo così vicini. Lui è perseguitato per motivi politici, lei addormentata nella sua vedovanza. E così si sviluppano due storie che si intrecciano fra di loro con stile vivace, romantico e begli scorci di fine estate, con un inevitabile senso di malinconia. Paola Pitagora, bravissima e spontanea, si rivela il vero volto di tutta l'operazione.
Ritmi lenti e banalità in questo insapore allaccio sentimentale alla Lelouch. Si tenta a metà strada di buttare dentro la sapidità di un puerile intrigo internazionale, ma è come salare la pasta dopo la cottura. Davvero terribile qui la recitazione di Nino Segurini. Stupenda invece Paola Pitagora, ma non potrebbe essere diversamente: totalmente sprecata. Tenta professionalmente di salvare la baracca con la sua freschezza, ma viene inesorabilmente risucchiata nel gorgo della mediocrità insieme a tutto il resto, Sardegna compresa.
MEMORABILE: Gli occidentalizzati agenti della Stasi con la Ford Falcon; Il vento che fa sbattere le corde sui pali d’acciaio; La Panhard PL 17 di Lisa: gioiello.
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Ma certo Zender, ripeto che scherzavo. Anch'io mi preoccupo sempre di leggere ciò che gli altri hanno scritto prima, so che Fauno da questo punto di vista è di una serietà addirittura pignola e questo gli fa onore.