Uno di quei film nati per compiacere chi ama il jazz, New Orleans, le luci spente e un po' di vizio, elementi che creano talora l'ambiente ideale entro cui far crescere un cult-movie. Richard Tuggle (che per Eastwood aveva già sceneggiato FUGA DA ALCATRAZ) decide di abbattere l'icona Callaghan proponendone una versione molto meno edificante. Questo nuovo poliziotto che come sempre parla poco e indaga a modo suo (andando a frequentare bordelli di terza categoria e bar malfamati) è molto più autentico del monolitico Callaghan, ha pure due figli da mantenere e si inventa risposte talora bizzarre. Agisce spesso in coppia (ma Dan Hedaya appare...Leggi tutto decisamente spaesato), non si fa pregare per amoreggiare con donne di dubbia moralità, dorme col cane e, a dire il vero, conclude poco. Ma appare evidente fin da subito che Tuggle è più interessato a raccontarci le notti di New Orleans, commentate da una prevedibile colonna sonora jazz che pare star lì proprio per volere ad ogni costo sottolineare il gusto raffinato dell'autore. Ma la regia è scadente, non sa coinvolgere, si lascia trascinare dagli eventi senza mai organizzarli con la dovuta sapienza. Non basta avere dalla propria parte l'indubbia classe di Eastwood, la sua caratteristica intensità espressiva spruzzata qua e là da un inedito humor dissacrante per dare un senso a un’accozzaglia di scene perlopiù abbozzate. Un montaggio insoddisfacente completa l'opera che, nonostante tutto, ha trovato come prevedibile i suoi estimatori. Perché il cinema è fatto così: sovente si contravvengono le regole base per costruire un buon film ma si centrano quelle atmosfere decadenti/intimiste che incantano comunque molti.
Il film non è granchè. Almeno nelle intenzioni dovrebbe scavare nelle contraddizioni e nei lati oscuri della personalità del protagonista, diviso tra la vita di padre affettuoso e tutore della legge e pulsioni innominabili che lo spingono ogni notte a frequentare i bassifondi e ad inseguire l'assassino in un continuo gioco di specchi. In realtà però tutto è stereotipato: i personaggi, la trama, i "colpi di scena", la storia d'amore, tutto prevedibile e già visto, fino all'ultimo fotogramma. Il mezzo pallino in più è soltanto per Clint.
Abbastanza terribile, questo alimentare di un improbabilissimo Clint erotomane (ma dai... ) e un affastellamento di calchi e citazioni rubacchiate qua e là (compresi i Callaghan), con musica insopportabile (forse il peggior lavoro di Lennie Niehaus) e una fotografia obitoriale. Superficiale e lento, con parecchie concessioni all'inverosimiglianza più spinta, e poco costrutto. Qualche cosuccia qua e là (il magazzino coi pupazzoni carnevaleschi, l'avvio dell'inseguimento finale illuminato dall'elicottero), ma non basta.
MEMORABILE: "Sospetta già qualcuno?" "Almeno centomila" "Devo dire qualcosa al sindaco?" "Che è fra quelli"
Sintetizzando il giudizio su questa pellicola si può dire che assomiglia più ad un telefilm sia per la trama che per il confezionamento delle scene. Peccato se consideriamo la capacità di due ottimi attori come Clint Eatwood e Genevieve Boujold. Se all'inizio pare interessante il metodo di lavoro scelto dal commissario, la continuazione appare lenta, con il faccione tormentato di Eastwood che perde credibilità scena dopo scena. Di teso, oltre al titolo, c'è proprio poco.
Non così male. Thrillerone con Eastwood che si distacca parzialmente dal ruolo di Ispettore Callaghan per interpretare un altro ispettore, caratterizzato però da una condotta morale molto più dubbia. Il film unisce il thriller-con-serial-killer classico con il poliziesco, dando vita a una vicenda notturna, ambientata a New Orleans (che però si vede ben poco), in cui il tormentato Eastwood si lancia in una caccia all'uomo che purtroppo non appassiona più di tanto, nonostante la pellicola abbia i suoi momenti. Non indispensabile, ma discreto.
Non il massimo questo thriller interpretato da Clint Eastwood in cui il regista cerca proprio di puntare sulla figura dell'attore cercando di renderla ambigua e poco ortodossa. Peccato che il risultato sia piuttosto banale e il film tutto sommato deludente. Qualcosa qua e là non è male e in definitiva non è malvagissimo come a volte si dice.
Film incentrato sul tentativo di costruire su Clint Eastwood un personaggio dalla decisa ambiguità morale; il risultato è poco credibile e il film, a parte alcuni momenti, è un poliziesco molto convenzionale, dalla regia anonima e una sceneggiatura banale e scontata.
Poliziesco d'indagine abbastanza convenzionale e zeppo di luoghi comuni, perlopiù incentrato sulla psicologia del protagonista (che la sceneggiatura vorrebbe farci credere, non riuscendoci, simile a quella del serial killer) che sull'indagine poliziesca stessa. Ritmo lento, fotografia che a lungo andare risulta fastidiosa, essendo incentrata per tutto l'arco del film sui toni scuri della notte. Si salvano giusto due o tre buone trovate registiche buttate qua e là e la granitica "maschera" di Eastwood, sempre d'impatto. Un po' pochino.
Classico esempio di film adatto per un circuito a tv-via-cavo. Ne furono prodotti così tanti e in questo caso Eastwood è il protagonista, un po' stanco, un po' pervertito, un po' pentito. La cattura del killer è poco avvincente e pure le indagini sono un po'barcollanti. Più interessante l'atmosfera fumosa dei nightclub ma manca di colonna sonora accettabile, per un prodotto del genere.
Ma cosa ci fa un attore di serie A come Clint Eastwood in questo orrendo film erotico da quattro soldi? Clint interpreta un poliziotto che indaga su misteriosi omicidi e tra un indagine e l'altra si porta a letto chiunque gli capiti a tiro. La situazione peggiora quando il killer prende di mira la sua famiglia. La sceneggiatura è quella che è, ma almeno il protagonista cerca di fare del suo meglio, anche se i limiti sono troppi. Quasi sicuramente "Corda tesa" è il suo film peggiore.
Poliziotto apparentemente integerrimo deve confrontarsi con il proprio lato oscuro mentre indaga su alcuni omicidi negli ambienti del sesso a pagamento. Eastwood tenta un ruolo diverso, più complesso, rispetto ai Dirty Harry del periodo. Il film, insolitamente notturno per gli anni ottanta, ha solo questo pregio, per il resto è piuttosto banale nel porre il tema del doppio (assassino e protagonista sembrano essere più simili di quanto dovrebbero). La confezione non è particolarmente curata; del resto il regista è un emerito sconosciuto.
Copione misero, pedissequo e iterato secondo un debilitante ritmo ternario (delitto-indizi-indagine) impresso da un serial killer ubiquo e imprendibile come Michael Myers che sotto la maschera cela infine un ghigno da licantropo... Il potenziale drammaturgico del personaggio di Eastwood – sorta di Callaghan con figlie a carico, cinofilo e puttaniere - si esaurisce in qualche incubo, mentre quello della Bujold è sterile e irrisolto. Sull’aspetto visivo, una fotografia artificiosamente notturna per rappresentare l’ambiente dei locali per viziosi e omicidi commessi fuori campo. Davvero brutto.
MEMORABILE: Gli occhi dolci e apprensivi del cane di Eastwood mentre lo osserva andare fuori di matto.
Il film è la caccia al serial killer che sevizia e strangola giovani donne, ma è anche un viaggio nella sfera sessuale dell'uomo (e della donna), dove è sempre difficile definire un limite tra quello che rimane un gioco condiscendente e quello che eccede, tra pulsioni inconfessate ma presenti in ogni essere umano. Wess Block, l'investigatore, ha un volto umano, ha delle debolezze, ma anche Beryl Thibodeaux, che insegna alle donne come difendersi dai tentativi di violenza, si scopre donna affascinata dai mille volti del sesso.
Thriller vecchio stampo completamente incentrato sulla prova di Eastwood, qui nel ruolo del fratello povero dell'ispettore Callaghan. Il risultato è un film discreto, poco appassionante e con una fotografia molto scura; ma a parte questo il film regge per buona parte della sua lunghezza reggendosi su un protagonista che solo a sprazzi mostra la sua classe mentre per lunghi tratti appare convenzionale. Poca voglia di rivederlo.
Un serial killer opera strangolando le sue vittime con un nastro rosso e sul caso indaga una specie di ispettore Callaghan che si sollazza sessualmente con le sue testi, indagando qua e là. A parte l'assurdità deontologica, al solito primeggia l'assoluta espressione monolitica di Clint Eastwood, che qualunque smorfia della Bujold riesce a battere alla grande. Anche il resto è così così, complicato da uno scorrimento narrativo un po' impacciato.
Clint Eastwood veste nuovamente i panni di un poliziotto, ma scordiamoci l'inossidabile ispettore Callaghan: stavolta il suo è un personaggio borderline che era già abituato a frequentare quegli ambienti del vizio in cui ora è costretto a indagare sulle orme di un serial killer. L'atmosfera ci sarebbe pure (la New Orleans notturna è ripresa con un certo gusto), ma il film scorre piatto e ripetitivo con un guizzo giusto nel finale. Cast non particolarmente brillante, mediocre la colonna sonora di Lennie Niehaus.
Poliziotto dalla vita incasinata indaga su un serial killer che uccide prostitute specializzate in perversioni, rischiando di finire fra i sospetti... La sceneggiatura, scritta dallo stesso Tuggle, aveva qualche potenzialità, ma la regia piatta, il ritmo fiacco e le incongruenze sparse rendono il film modesto, a tratti noioso, nonostante la presenza di Eastwood - qui meno convincente che quando veste i panni di Cannaghan, forse perché meno convinto del ruolo quasi bordeline. Poco sfruttato il resto del cast, a cominciare da Bujold, mentre si salva per l'originalità l'epilogo ferroviario.
Wes, detective ambiguo, tormentato, ama le figlie ma anche le prostitute, cerca di scoprire un killer pervertito che a tratti gli assomiglia; di sfondo, una New Orleans cupa e squallida e una malinconica atmosfera hard-boiled. Ritmo blando e tensione poco sostenuta, ma il difetto maggiore risiede nella poca credibilità delle gesta dell'assassino, sempre indisturbate. Manca una colonna sonora adeguata; buono invece il finale, anche se ampiamente prevedibile.
L’intento era forse quella di riesumare nell’era dei serial killer certe atmosfere tipiche dei polizieschi-noir degli anni 40-50. Purtroppo i risultati non sono all’altezza delle aspettative per un film anonimo e privo della tensione giustamente richiesta per un soggetto di questo tipo. L’ispettore Callaghan in versione bordeline e l’ambientazione in una New Orleans notturna erano spunti interessanti che andavano meglio sfruttati. Clint lavora svogliatamente per la pagnotta facendo meglio nel quasi coevo Coraggio... fatti ammazzare.
MEMORABILE: “Credi che la luna faccia uscire i lupi mannari? Sono sempre fuori”; Il braccio mozzato dell’assassino che rimane avvinghiato al collo del protagonista.
Fiacco poliziesco dove il primo a non convincere è Eastwood, in un personaggio che si vorrebbe ambiguo ma che non diventa mai del tutto credibile. L'intreccio segue il classico schema sui serial killer, i dettagli "scabrosi" erano sorpassati già all'epoca e non aiuta un ritmo fin troppo statico. Non è male la fotografia scura, così come l'inedito ménage familiare inventato per Clint, ma a conti fatti risulta una delle sue pellicole più dimenticabili.
Mediocre thriller nel quale Clint Eastwood interpreta un poliziotto che indaga su delitti commessi nel mondo della prostituzione a New Orleans. La storia è interessante ma purtroppo non ha i ritmi giusti, data la lentezza e l'inutilità di alcune scene. Comunque il protagonista dà quel tocco di simpatia al personaggio che non guasta. Belle le musiche jazz fusion.
Un brutto film, nonostante Clint Eastwood ispettore sulle tracce di un misterioso e violento serial killer di prostitute. Girato a New Orleans, quasi sempre di notte o negli inferi dei locali notturni, dove il sesso facile è un rifugio per sfuggire alla depressione e alla solitudine (anche per il protagonista, tanto che rischia di diventare un sospettato). Regia deludente, dialoghi stringati, non male la musica jazz. Evitabile.
Deludente poliziesco che gira su se stesso, rovistando nei bassifondi delle perversioni, della violenza sessuale voluta, o subita, con un Eastwood piuttosto imbalsamato e a disagio nel ruolo (recita come un pezzo di legno con corteccia, tranne quando entrano in scena i figli). Tra maniaci mascherati, beghe familiari e elementi scabrosi, la pellicola arranca paurosamente, risultando anche datata e quasi ridicola in certi dialoghi e frasi "Vorrei farti un pigiamino di saliva..." (povero Clint, che ti hanno messo in bocca...). Filmaccio.
MEMORABILE: Il tatuatore "Ho l'aria di uno che picchia le donne?". E Clint "Sì". "Infatti le picchio, tutta la settimana tranne il giovedì".
Thriller lineare che vede come protagonista un Clint Eastwood leggermente sottotono ma sempre azzeccato nel ruolo di ispettore di polizia. Si cerca nel mondo sulfureo della prostituzione un assassino brutale e rancoroso. Il regista prova a confondere le acque portando il nostro agente (senza molto effetto) dalla parte dei possibili indagati. Film poliziesco che non ha molto appeal e non regala nemmeno particolari scene d'azione.
Sorprendente per quanto la sceneggiatura riesca ad essere insensata. Pare che l'unica cosa che il regista ci voglia raccontare sia l'eterna peregrinazione di Clint Eastwood fra i bordelli di New Orleans. In teoria per risolvere un torbido caso di omicidi in serie, ma in pratica il Nostro non riesce a cavare un ragno dal buco e si accontenta di mantenere variegate relazioni sessuali con tutte le prostitute che gli capitano a tiro, le quali chiaramente cadono con tracotante voluttà davanti al fascino del protagonista. Scontato in ogni sua svolta, si salva solo una certa atmosfera.
Occasione mancata per delineare un personaggio chiaroscurale sull'Eastwood nel pieno dell'immarcescibilità callahaniana. Purtroppo il film, pur avendo alcune notazioni interessanti, non va oltre il bozzetto del poliziotto che in realtà condivide alcune pulsioni simili all'assassino (quest'ultimo figura delineata assai poveramente). Il film meritava molti più sviluppi, cornice neworleansiana e torrido erotismocompresa. Nonostante la firma, si sa che il film è in buona parte diretto da Eastwood; l'impressione è quella di un film che non riesce ad essere mai davvero a fuoco.
MEMORABILE: Molto convincente la prova di una giovanissima Alison Eastwood.
Film in stile Callaghan, ha però come protagonista un poliziotto dalle due facce: tenero e amorevole con le figlie, a caccia di emozioni nei locali la notte. Wes Bloch deve indagare su una serie di omicidi di prostitute e probabilmente quelle che vanno con lui. Riprese quasi sempre notturne, la tensione c'è ed è evidente e insomma, chi ama questo genere di film avrà di che compiacersi. Non male anche se con qualche accorgimento poteva essere realizzato ancora meglio. A volte sembra di assistere ad un documentario sulla vita a luci rosse degli Stati Uniti. Discreto.
Questo thriller dalle suggestive ambientazioni di una New Orleans notturna e dalle atmosfere morbose e disturbanti non è certo tra le pellicole più memorabili con protagonista Eastwood. Un thriller senza infamia e senza lode, diretto con un certo mestiere e interpretato da un Clint Eastwood più malinconico e ambiguo del solito. Purtroppo le incongruenze sono molte e il ritmo troppo rilassato rende il film di difficile digeribilità e alquanto noioso; inoltre la storia è poco intrigante, malgrado alcuni dettagli tutto sommato apprezzabili. Ahinoi, di teso c'è ben poco.
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (venerdì 25 marzo 1988) di Corda tesa:
HomevideoRocchiola • 24/08/19 16:30 Call center Davinotti - 1318 interventi
Disponibile in bluray marchiato Warner. Video 1.85 mediamente pulito che ha l’unico difetto di non essere sempre pienamente incisivo forse per effetto delle molte scene buie e notturne. Audio monofonico in dolby digital 1.0 più che discreto.