Michael Crichton è più noto come scrittore che regista, pure se sin da questo suo esordio dietro la macchina da presa dimostra un talento non comune nel saper rendere quasi credibili situazioni ai limiti del possibile. Prendiamo le tre città dei divertimenti di Delos in cui è ambientato il mondo dei robot: Westernlandia (Far West), Romamunda (Antica Roma) e Medioevonia, tre autentici microcosmi ricostruiti seguendo fedelmente i libri di storia, cittadine in cui puoi permetterti di uccidere i cattivi, portarti a letto le donne del posto, partecipare a banchetti, giostre e attacchi alle banche. Nessun problema, ci dice Crichton: è tutto falso, organizzato e diretto da un centro computer dove i tanti...Leggi tutto addetti si occupano di rimettere in sesto i robot uccisi e di riparare i danni. Avere tutto sotto controllo, ottenere macchine tanto sofisticate costerebbe miliardi, ma è il futuro e l'autore riesce a non scadere nell'assurdo mostrandoci tecnicamente come funziona Delos. È la parte migliore del film, in cui ci si diverte a entrare dietro le quinte di un mondo fantastico. Poi deve per forza subentra l’azione, l’imprevisto e comincia la rivolta delle macchine: la magia scompare e WESTWORLD si trasforma in un inseguimento non molto elettrizzante, dove l'unico fascino proviene dallo sguardo magnetico di Yul Brynner, un terminator ante-litteram. Manca vera suspance (Crichton la conserva per il suo imminente classico, COMA PROFONDO), la fuga solitaria del protagonista Richard Benjamin diventa ben presto noiosa, l'interesse cala. Meglio ricordarci dei medici al lavoro sul loro pazienti/robot difettosi, dei sorveglianti che tengono sotto controllo ogni azione nelle tre città, dello stupore dei due turisti di fronte alle meraviglie del west, di Dick Van Patten che si trasforma in un duro e diventa sceriffo.
All'inizio il film stenta un po' a decollare. L'idea dei parchi a tema con robot è ottima, ma dopo qualche minuto si tende già a dire "Beh e allora?". Per fortuna subentra abbastanza presto il robot pistolero con problemi (Yul Brynner) e le cose iniziano a cambiare. La pellicola si trasforma così in un inseguimento senza tregua, stressante per l'inseguito, ma anche per lo spettatore, contagiato dall'angoscia del poveretto. Il pistolero è implacabile e, all'apparenza, inarrestabile. Inquietante la scena nel sottosuolo. Notevole e da vedere.
MEMORABILE: Uno dei turisti dà da bere un po' d'acqua a una ragazza sopravvissuta al massacro, senza sapere che è un robot.
Un film molto carino e piuttosto fluido, poco complicato e un po' ingenuo. Considerando l'epoca del film, la resa finale è piuttosto gradevole. Romamunda & Medioevonia sono in realtà appena accennate, quasi tutto il film è rivolto a Westernlandia in cui si sviluppa la particolare forma del film in un genere "fanta-western". Tempi un po' smorti fino alla parte del film, in cui impazzisce e si ribella il robot pistolero che fornisce un po' d'azione (ma sempre sempliciotta). Piacevole da guardare.
Michael Crichton esordisce nella regia con questo buon "fanta-thriller" che, per l'epoca in cui fu girato, prevede parecchie trovate innovative. Molto azzeccata la scelta di prestare al super-robot impazzito il volto di Yul Brynner, protagonista positivo di molti western. La prima parte, con toni più da commedia ambientata nel futuro, funge da prologo per una parte finale che non dà un attimo di tregua. Qualche anno dopo ne fu girato un fiaccho seguito (Futureworld) interpretato da Peter Fonda.
Tenendo pur conto del fatto che i film del passato (trasmessi enfaticamente dall'emittente televisiva di Stato in anni di palinsesto bi-cromatico B/N) -vuoi per ricordi strettamente personali, vuoi per associazione di stimoli e percezioni, destinate ad ancorarsi, per anni, al titolo visto- possano essere inconsciamente sopravvalutati, bisogna riconoscere che l'idea, tratta da un bel racconto realizzato dal regista/scrittore, è resa in maniera spettacolare grazie anche alla "meccanica" interpretazione del grande (e glabro) Yul Brynner. Epocale.
Notevole film. Crichton esordisce anticipando diversi temi e dirige senza strafare e con la giusta tensione. Intelligente la presentazione del background organizzativo dei tre mondi, grandi Yul Brinner come robot e le scene nel sottosuolo. La rivolta delle macchine e il finale potevano forse essere più articolati; si racconta che la produzione abbia tagliato diverse scene di Romamunda (troppo lascive o ripetitive?) e infatti alla fine si ha la sensazione che manchi qualcosa. A parte questo, rimane comunque un pezzo di bravura.
Al di là del fatto che il soggetto verrà riutilizzato svariati anni dopo per realizzare il ben noto (e sopravvalutato) Jurassic Park, in realtà questo film si accoda - molto a modo suo - al filone orwelliano iniziato con THX1138 e sviluppatosi nel tempo con autentici classici come Rollerball, La Fuga di Logan e Blade Runner. Con un po' d'attenzione, non sarà difficile percepire quanto lo stesso Terminator sia debitore a questo dimenticato b-movie. Decisamente didattico.
Una sorta di parco a tema storico utilizza raffinati robot per i suoi personaggi: ma a un certo punto alcuni di questi impazziscono e i visitatori sono in pericolo. Un film bello e emozionante, con un ottimo Yul Brinner nei panni dello spietato robot, e con un ritmo incalzante e allucinato che mette in corto circuito la superficiale fantasmagoria del luna park con la tensione dell'incubo più implacabile. Il tema della macchina ribelle in un futuro inquietante nutre un'opera dall'impressionante ansia claustrofobica. Da vedere.
Lo scrittore Michael Crichton qui anche nelle vesti di regista è decisamente affezionato al tema dei parchi di divertimento; l'idea che darà seguito al fortunatissimo (libro e film) Jurassic Park l'aveva già avuta (anche se con sviluppi diversi) in questo piacevolissimo film in cui ignari visitatori di un parco vengono perseguitati da un inquietante robot interpretato benissimo dall'ottimo Yul Brinner in un film che è capace di mantenere la tensione fino alla fine.
Bella idea, penalizzata da una realizzazione modesta che non sfrutta tutte le potenzialità del soggetto, soprattutto nella fiacca parte iniziale. Quello che però rende questo film di serie B un titolo caro ad ogni appassionato di fantascienza è la figura del robot-killer, interpretato magistralmente da Brinner, inquietante nel suo incedere rigido e nello sguardo fisso dai bagliori metallici. Ci vuol poco a scommettere che il suo personaggio sia il vero babbo di Terminator. Trascurabilissimo il sequel.
L'idea di partenza era, per quanto non proprio originale, simpatica e divertente così come pure il suo svolgimento narrativo che pur prevedibile (non ci vuole molto a capire che piega prederanno gli avvenimenti) si lascia seguire. Una maggiore incisività non avrebbe guastato, ma alla fine il risultato è più che sufficiente.
Un parco di divertimenti consente di vivere in perfette riproduzioni robotiche dell'antica Roma, del Medio Evo o del Far West, liberi da qualsiasi vincolo, tanto le controparti delle loro azioni sono docili automi. Ma qualcosa va storto e la realtà irrompe. Notevole per l'epoca e notevolmente invecchiato, il film tocca temi alti, come l'autenticità del sentimento che lega l'uomo moderno alle leggi della civiltà (uccidere senza correre rischi è fin troppo attraente). Ma il tutto è annacquato e il cast, Brinner a parte, è modesto. Lo ricordavo migliore.
Capolavoro assoluto della fanta70, che ancor oggi ha una forza devastante. Andrebbe fatto un monumento a Crichton solo per questo diamante. Dal pistolero droide assassino di Brynner, "muovi prima tu", a Westernlandia, Romamundia e Medioevonia. Tocchi di humor sublimi, i robot che si ribellano e menano strage a Romamundia, la sala dei controlli, i camioncini notturni che raccolgono i robot per ripararli, Benjamin nel confronto finale con il robot di Brynner, la vista al calore, l'acido, il fuoco... Potrei vederlo mille volte senza stancarmi mai!
MEMORABILE: Benjamin e Brolin incontrano per l'ennesima volta il pistolero di Brynner che li sfida a duello e Benjamin sbotta: "No, ancora tu... e ripassa eh!"
Ottimo film di fantascienza realizzato quando ancora si pensava che in futuro l'uomo si sarebbe circondato di robot servitori e non di computer e realtà virtuale come avviene oggi. Ritmo sempre elevato, trama plausibile e soprattutto memorabile interpretazione di Yul Brinner. Da non perdere!
Un tema formidabile, il divertimento contraffatto per ricchi in cerca di emozioni e soddisfazioni senza limiti morali. La società si presta ad assecondare le esigenze di pochi fortunati attraverso macchine umane verosimili, alla fine forse solo stanche dei soprusi. La storia è quasi un'antifiaba, sicuramente per adulti, seppur non mostri trasgressioni particolari. Ben fatto, da ogni punto di vista, rimane però con un finale forse affrettato, dopo lo sviluppo piuttosto lento della prima parte e di quella centrale. Yul Brynner fa bene il mostro.
Dimenticato film di fantascienza anni '70, con un grande Yul Brinner nel ruolo di un robot-pistolero che sta in un parco giochi per adulti, che dovrebbe accontentare i sogni dei clienti, invece uccide a sangue freddo. Dalla mano di un grande scrittore, che s'improvvisa regista, Michael Chricton, un lungometraggio teso ed appassionante, che ti tiene incollato alla sedia fino alla fine. Mai visto Yul Brinner così calcolatore e spietato (e dire che 13 anni prima si tifava per lui ne I magnifici sette). Film che anticipa il bel Terminator del 1984.
Il giocattolo entusiasmante nella sua perfezione realistica, nella sua valenza tecnologica stupefacente, sicura e controllata, che ad un tratto si tramuta in una fredda e non più controllabile (e soprattutto non più ludica, se non a ruoli invertiti) macchina di morte. Se ci si fosse ingegnati nel conferire una patina ancora più sinistra, cruda, plumbea e sporca a questo passaggio dalla dimensione di magica evasione a quella di estremo pericolo, senza riporre quasi tutto sull'efficace Brynner, avrei "quadripallato"! Grande soggetto, da remake.
MEMORABILE: La faccia di Benjamin, che quasi non glielo faresti!; Mezzi moderni che appaiono discreti tra le fedeli ambientazioni storiche, a sancire l'illusione.
Un bellissimo sci-fi degli anni '70, coinvolgente e con effetti speciali molto ben realizzati, per non dire perfetti. L'idea di base, del parco divertimenti per adulti quasi reale, è stata sviluppata benissimo e i vari protagonisti recitano veramente bene. Da notare che il migliore è Yul Brynner nel ruolo del robot assassino. Un ottimo prodotto cinematografico che verrà seguito da un fiacco sequel.
Difficile giudicare un film come questo: un esperimento a suo modo geniale, ricco di fruttuosi spunti (il parco divertimenti impazzito, che ritroviamo in Jurassic Park) e a suo modo anche lungimirante. Telos appare infatti come una realtà fatta apposta per divertire una società sempre più annoiata e indifferente verso la violenza e il sesso. Ma se la prima parte del film si svolge impeccabilmente, la seconda spreca tanti momenti di tensione, i migliori concentrati solo sul finale. Ottimo Brenner, Benjamin fin troppo mono-espressivo. Buon film.
MEMORABILE: Le scene finali, dalla ragazza robot in poi.
Originale film fantascientifico che si mescola con il genere western, ma solo apparentemente: apparente come la vita a Delos, dove il turista sceglie di entrare in mondi del passato a suo piacimento, sapendo già che tutto gli andrà bene perché gli abitanti del posto sono robot, ricostruzioni perfette contro le quali il turista non avrà mai la peggio. L'idea è molto bella, ma l'inizio fa presagire più di quanto poi il film è in grado di offrire. La prima metà è godibile, la seconda un po' più noiosa.
MEMORABILE: Yul Brynner a Richard Benjamin: "Estrai!"
L'idea del parco per divertimenti in cui sperimentare emozioni forti come uccidere e fare sesso è immorale e inquietante sin dall'idea di base. Efficace anche la tensione che si viene a creare con il proseguire della vicenda passando dal west a un finale da horror all'interno di un castello. Tra gli attori spicca Yul Brynner, forse un po' appesantito dall'età ma sempre valido in un'interpretazione memorabile. Ottimi gli effetti speciali.
Al di là della cifra tecnica, il film va apprezzato per quello che ha rappresentato e perché di fatto è una sorta di spartiacque nel mondo dei film sci-fi. Senza considerare che ha avuto una gestazione difficilissima e una serie di tagli agli effetti speciali che ne hanno di fatto vanificato molti aspetti salienti. Eppure, grazie alla visionarietà di Crichton e alla performance indimenticabile di Brinner, Il mondo dei robot è ancora oggi un cult unico nel suo genere (fatto salvo Jurassic Park, anche se con elemeneti diversi). Da riscoprire.
Caposaldo della fantascienza, che ha sicuramente ispirato Terminator (soprattutto nella tenacia e nell'indistruttibilità del nemico) e il più recente Vice. Crichton dirige bene, con un buon crescendo di suspense, anche se la prima parte oggi risulta un po' troppo dilatata. Davvero ottima l'ultima mezz'ora, con Brynner implacabile e inarrestabile contrapposto a un umanissimo e naturalissimo Benjamin. Non male la colonna sonora.
Michael Crichton porta sullo schermo un suo romanzo di fantascienza, in cui viene immaginato un parco divertimenti a tema dove i turisti sono catapultati in tre epoche storiche diverse in compagnia di robot umanizzati che fungono da figuranti. Ma qualcosa andrà storto e quest'ultimi si ribelleranno. Un soggetto intrigante e precursore di altre opere future, un'eccellente fotografia e una discreta tensione fanno di questo film un piccolo gioiello anni '70. Brynner col suo sguardo di ghiaccio è un personaggio difficile da dimenticare. Cult.
Crichton firma un capitolo importante nella genere fantascientifico scrivendo e dirigendo un piccola meraviglia che non mancherà di far sentire la suo eco nel tempo. Il soggetto fonde tecnologia robotica, fantascienza e vita reale con molta credibilità, malgrado fosse un’impresa ardua e ardimentosa. Inoltre ha la fortuna di trovare in un glaciale Yul Brynner l’interprete perfetto, che simboleggia la ribellione delle macchine contro l’uomo. Sono molteplici le intuizioni convogliate in un film di sicuro impatto, anche se non sempre impeccabile.
Crichton anticipa nettamente il futuro con il suo parco a tema meno noto del Giurassico, ma dalla portata, forse inconscia, nettamente superiore. La pellicola paga un po' l'età e una certa pochezza di mezzi e un preambolo forse un po' prolisso che finisce per danneggiare l'approfondimento, che avrei gradito maggiore. Restano un po' troppi dubbi, la ribellione dei robot resta misteriosa e così il glaciale e perfetto Brynner appare semplicemente cattivo. Geniale ma incompleto.
Visto dopo la serie del 2016 (che a lui si è ispirata), perde diversi punti; in particolare paga i tempi dilatati (nonostante la durata relativamente breve), i silenzi, la mancanza di motivazioni, il ritmo non incalzante (prima della fase finale) e in generale la sua età. Si salva decisamente il personaggio di Yul Brynner, dall'incedere e dallo sguardo che valgono da soli il biglietto: non può non essere tra le fonti di ispirazione del Terminator del 1984.
L'idea del parco giochi con robot (molto) simil-umani è simatica e, seppur sviluppata in maniera abbastanza elementare, scorre piacevolmente senza grossi sussulti per circa un'ora; poi un glaciale e carismatico Yul Brinner sconvolge e ribalta la scena generando una parte finale davvero interessante e movimentata. Un po' antesignano di Terminator, da riscoprire.
Le macchine, si sa, possono incepparsi o crashare (accade agli apriscatole come ai computer); a volte, nei meravigliosi mondi della letteratura e del cinema, quando sono dei robot all'avanguardia, le macchine conquistano una misteriosa e ineffabile coscienza; allora si danno alla libertà assoluta, che è anche libertà di uccidere. Prima di Blade runner e di Ex machina l'androide con il corpo di Yul Brynner si muove sinistro e bramante in questa secca ed essenziale piccola perla fantascientifica, che riesce anche a parodiare il genere western.
MEMORABILE: Yul Brynner quando si aggira negli asettici corridoi della Delos; Il robot fulminato da un sorso d'acqua.
L’esordio alla regia dello scrittore Michael Crichton è diventato un piccolo cult a discapito di una messa in scena piuttosto scontata. L’idea di una Disneyland per adulti è interessante, ma lo svolgimento soprattutto nella prima parte è abbastanza fiacco e la rivolta tecnologica delle macchine scoppia solo nell’ultima mezz’ora di un film forse troppo breve per sviluppare appieno gli spunti a disposizione. I difetti sono parzialmente compensati da un avvincente duello finale che anticipa quello di Terminator. Pessima invece la recente serie TV.
MEMORABILE: Il morso del robot-serpente; Il duello finale; Yul Brynner che pistolero-robot neo vestito che rifà il verso al suo personaggio ne I magnifici sette.
Un realistico parco divertimenti a tema offre ai suoi turisti emozioni forti (sesso e omicidio inclusi) a rischio zero, ma il meccanismo si inceppa. Il tema dei robot ribelli non era nuovo neanche allora, ma la realizzazione si avvale di un gusto visivo tanto elementare quanto geniale, abile soprattutto nella mescolanza dei diversi set decontestualizzati (far-west, medioevo e antica Roma, più il futurismo claustrofobico della tecnocrazia anni '70), in cui la maschera glaciale di Yul Brinner viene reinventata assumendo un nuovo paradigma.
MEMORABILE: La prima apparizione di Yul Brinner nel saloon.
Cult del genere fantascientifico diretto da Michael Crichton. I robot di un parco a tema (Westworld) si "ribellano" ai loro creatori, facendo strage di visitatori. Film coinvolgente e adrenalinico, con scene indimenticabili (si veda l'inseguimento) e con sfumature cupe, che rendono ancora di più la storia interessante. Yul Brynner "ipnotico". Grande esempio di cinema.
Una società vende tre pacchetti tematici a turisti che vogliono rivivere il passato. Il classico scontro uomo/macchina si vive nella seconda parte, quando il permaloso Brynner si mette a inseguire il vacanziero rimasto solo. Prima è più una boutade sugli sfizi di chi paga per spassarsela. I risvolti terrorifici potevano essere più cruenti o approfonditi, ciononostante il film scorre più sul versante leggero ed evita melodrammi di massa. Discreta l'idea degli sguardi pixelati degli androidi.
MEMORABILE: Brynner che va a fuoco; Brynner che sfida per la terza volta il duo; Le avances rifiutate dalla pulzella.
Già celebre come scrittore e sceneggiatore, Crichton esordisce al cinema con un film a metà tra il western e la fantascienza. L'idea di fondo, quella di un parco dei divertimenti in cui si rivivono epoche passate sfogandosi brutalmente contro automi umanoidi, ha garantito al film lo status di cult assoluto, anche se in verità alcuni sviluppi narrativi sono meno intriganti del previsto. La parte finale, caratterizzata dalla presenza di uno Yul Brinner granitico quanto inarrestabile, è la base per buona parte della fantascienza anni '80, Terminator tra tutti.
L'opera prima dello scrittore di "Jurassic Park" rivela una certa fragilità prettamente cinematografica; in particolare stride il divario tra le folgoranti intuizioni della scrittura e la realizzazione che in alcune sequenze si connota per una sorta di sciatteria naif. Urta poi il tono da commedia che dovrebbe straniare il film ma che finisce poi per condizionarlo troppo, risultando mal gestito. Certo resta un godibile prodotto agée, che lancia uno sguardo profeticamente disincantato e realistico sul "mondo occidentale". Non si dimentica il pistolero di Yul.
Con un discreto Brolin e un anonimo Benjamin, lo schermo viene bucato da un iconico Brynner, del quale sembra debitore l'altrettanto iconico T-800 di Terminator. Il suo pistolero risulta tanto "umano" prima dei malfunzionamenti del parco, quanto inquietante quando il "gioco" si inceppa e la gita diventa un incubo. Inevitabilmente la storia subisce le conseguenze della diffusione di un altro lavoro del medesimo autore, per cui la storia, oggi, può sembrare meno originale, ma non meno avvincente. Dal punto di vista del comparto tecnico non è poi nemmeno eccessivamente invecchiato.
Rivisto molti anni dopo mostra indubbiamente che non ha tenuto bene nei confronti del passare del tempo, però resta una bella idea di fondo che ai tempi fu innovatrice. Lo svolgimento è gradevole, pur non accadendo grandi cose, e nella seconda parte Yul Brynner ruba l'occhio. Perdonabili alcune sviste (negli anni Duemila viene creata Delos con robot a profusione e niente porte antipanico in sala controllo?), di sicuro un buon prodotto che ha gettato le basi per molta fantascienza venuta in seguito.
Se nei bambini lo scopo del gioco è scimmiottare i grandi, nei ricchi adulti che affollano Delos è invece sfuggire alla deludente vita matura tuffandosi in mondi virtuali dove poter soddisfare i propri capricci proibiti senza rischi. Geniale, eccitante, sociologico, ispiratore di molte opere a seguire. Strutturato come una finzione nella finzione dove riuscire a essere convintamente credibili non era poi così scontato. Un parco dei divertimenti che vira nell'angoscia di uno zoo claustrofobico dominato da un Brynner iconico. Unico difetto? Struttura eccessivamente semplificata.
MEMORABILE: Gli occhi metallici di Brynner; La vista pixellata del pistolero: primo esempio di elaborazione digitale.
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DiscussioneNoncha17 • 15/11/16 02:17 Pulizia ai piani - 1067 interventi
Mi dispiace deludervi ma, ci sarà una seconda stagione..
Si, HBO ha dato ufficialmente l'annuncio del rinnovo per una seconda stagione che dovrebbe uscire nel 2018. Resta la speranza che sia una storia ex novo sia pure con ambientazione simile - insomma una specie di Fargo fantascientifico.
Sono alla quarta puntata e la serie (anzi, a questo punto si può parlare di prima stagione) continua ad essere avvincente, ma non vedo come possa continuare a tempo indeterminato.
C'è da dire che c'era da aspettarselo, considerato l'ottimo successo finora riscosso sia di critica che di pubblico.
Dopo tutto anche Dexter doveva concludersi in un sola stagione e sappiamo come è andata a finire...
La riuscita colonna sonora del film realizzata da Fred Karlin spazia tra diversi generi musicali: elettronico, country, classico (medievale), ...
Ecco l'elenco delle tracce dell'OST:
1) The Western Warble
2) Theme From Westworld
3) Chase From Westworld
4) Welcome To Westworld
5) Robot Repair
6) Medieval World
7) Stagecoach Arrival
8) The Queen's Indiscredtion
9) The Gunslinger 10) Bar Room Piano
11) Hovercraft Muzak 12) Chase From Westworld Part 2
Gli inquietanti brani 9 e 11 fanno da contorno all'estenuante inseguimento finale.
HomevideoRocchiola • 10/09/18 14:27 Call center Davinotti - 1318 interventi
Interessante vedere come già negli anni 80 cercarono di trarre una serie TV da questo soggetto, riuscendoci solo un paio d'anni fa con un prodotto a mio avviso scadente.
Comunque il BD della Warner è di un buon prodotto, ma sicuramente migliorabile, soprattutto a livello di definizione che per un prodotto in HD appare un po' sottotono. L'audio italiano originale mono fa il suo dovere abbastanza potente e pulito. Comunque si poteva fare di più.
L'unico effetto al computer fu quello ottenuto da John Whitney (esperto di effetti speciali) con le immagini in soggettiva del Robot/Brynner. Questo procedimento, molto difficoltoso per l'epoca, richiese mesi di lavoro per poche decine di secondi di girato.
Finite le riprese, il primo montaggio a detta della produzione era un disastro e non distribuibile. Venne così chiamato David Bretherton (premio Oscar per Cabaret) e con l'apporto di nuove scene il film fu pronto per la distribuzione. Nonostante questo i dirigenti della MGM non erano soddisfatti del lavoro svolto ma fecero uscire ugualmente il film, che a dispetto di tutto ebbe un grande successo commerciale.