Villaggio si distacca dalla comicità fantozziana solo per il soggetto e per un titolo (di origine "natalizia") che sembra lanciare la sorte del suo "alter ego" cinematografico verso prospettive di fortuna. Ma la regia è di Neri Parenti e la sceneggiatura, vergata da ben 5 autori, non riesce a prendere le necessarie distanze dalla saga del ragioniere. Ne consegue che Paolo Ciottoli è metonimia di Fantozzi con risultati pur positivi, ma il film, anche se ricco di trovate grottesche, appare riuscito solo a tratti...
Pellicola discreta. Il meccanismo non è certo nuovissimo, ma c’è da dire che Paolo Villaggio conferma di essere dotato di potenza espressiva e finisce col convincere anche stavolta. Ovviamente il personaggio in questione fantozzeggia, ma lo spettatore, se così non fosse, probabilmente protesterebbe...
Persa completamente la volontà di denuncia dei primi Fantozzi, il leggendario Paolino si dedica ad un film molto dinamico e basato su mazzi di risate a buon mercato. In ogni caso Ciottoli, il personaggio interpretato da Villaggio, non è particolarmente differente dal Ragioniere più popolare d'Italia quanto a vicende personali e gestualità. Anche l'alone di tristezza che circonda la cinematografia di Villaggio non manca... Gradevole.
MEMORABILE: Il volo di Balmas da un palazzo in fiamme merita l'applauso.
Uno degli ultimi, convincenti film interpretati da Villaggio e diretto dal fido Parenti. Su una sceneggiatura firmata come al solito da più mani (e Villaggio è una di queste), una commedia dal fondo amarognolo molto divertente con un personaggio (quello di Ciottoli) che, pur essendo l'ennesima rivisitazione di Fantozzi, non sconfina mai nel patetico. Da ricordare sopratutto le vessazioni che subisce, sia pure involontariamente, la famiglia di Antonio Allocca e la distruzione del negozio di rarità.
Un Villaggio al suo meglio, che abbandona il personaggio di Fantozzi per interpretare l'altrettanto (se non di più) sfortunato personaggio di Paolo Ciottoli, che può risollevare la sua vita grazie a un biglietto vincente della lotteria. Dopo averlo perso, comincerà una caterva di catastrofi molto divertenti e non ripetitive. A fare da contorno un ottimo cast (Saccarola, Ugo Bologna, Franca Scagnetti, Milli, il povero Allocca che ne passa di tutti i colori). Ottimo anche il tema musicale. Da vedere.
Certo non sarò io a dire che il film vale poco, ma onestamente mi dà l'impressione di non aggiungere niente a vari Fantozzi (esclusi i primi due capolavori). Il passo verso Ciottoli non è breve, è inesistente; e allora giù carrellate (divertenti, ci mancherebbe!) di situazioni più che paradossali e solite sfighe; chicca, se così la si vuole chiamare, è lo spostamento della sfiga (in parte sia chiaro) sulla disgraziata famiglia Allocca. Con Villaggio si ride ancora, ma rivisto, poi, spesso si prova pena. Guardabile, tuttavia.
Uno dei film più sottovalutati e più divertenti interpretati da Villaggio. I vari Fantozzi sono dietro l'angolo, ma il film grazie a delle gag particolarmente indovinate e alla esile ma simpatica trama riesce a funzionare alla grande e a far ridere dall'inizio alla fine. Magari il finale non convince, ma il film rimane uno spasso.
Senza infamia e senza lode, una commediola leggera e senza pretese. Simpatica la parte iniziale con l'inquadramento dello sfigato totale che poi si vendica su tutti ma... il biglietto? Intorno a metà film il ritmo si affievolisce e così l'attenzione dello spettatore. Si recupera nel finale.
MEMORABILE: La famiglia sfigata con capofamiglia Antonio Allocca. La rivincita.
Qui è Ciottoli, ma visto quello che gli succede sembra poco diverso o da un Fantozzi o da un Fracchia o da un Coniglio; in un certo senso sembra di assistere a sequenze di cui Villaggio è monopolista indiscusso, soprattutto col ruttone o col maltrattamento aziendale. Timbro parentiano ancora confermato con le gag infantili (bucce di banane, mafia da fumetto), il paradossale-surreale (del tutto fantozziano) e forse un picco in più di cinismo (le disgrazie al povero Allocca - c'è anche un ghigliottinato!). Non male il finale. Minuscola apparizione di Jimmy.
Emulo del ragioniere più famoso d’Italia, il protagonista del film (martirizzato da tutto e da tutti) ha l’occasione per prendersi le sue rivincite: vince la lotteria ma perde il biglietto. Ne passerà di tutti i colori per cercare di recuperarlo. L’idea in sè non era malvagia e, se ben realizzata, magari “saccheggiando” un po’ i classici della commedia (magari anche quelli del muto) poteva divertire moltissimo. Invece ne è venuta fuori la solita pallida pellicola di stampo fantozziano.
Mero cinema di consumo fine a se stesso, ma nulla di male. Neri Parenti sfrutta il suo asso nella manica Paolo Villaggio ed imbastisce un filmetto senza pretese, ma che conta della nota verve del comico genovese. Qui Villaggio non è Fantozzi, ma le caratteristiche salienti del personaggio sono sempre le medesime. La scelta è corretta: con una sceneggiatura di questo genere doveva forse sperimentare? Divertente quanto basta, il film si avvale d’un certo ritmo dinamico. Non un capolavoro, ma lo si rivede sempre volentieri.
Parenti e Villaggio si prendono una pausa dalla avventure fantozziane (in evidente calo) per creare un nuovo personaggio e una nuova vicenda; certo, la maschera di Villaggio più o meno è la solita e lo stile delle gag pure, ma questo film post-natalizio sembra rinverdire la verve surreale e concitata tipica del più noto ragioniere. Si ride parecchio e le gag si susseguono di continuo, con alcune già viste (ma "evergreen") ed altre davvero notevoli. Il finale malinconico lascia un po' così, comunque nel complesso meglio degli ultimi Fantozzi.
Ad una veloce analisi potrebbe sembrare l'ennesima fantozzata, invece vi si trova sì un Villaggio nei panni dell'ennesimo personaggio goffo e sfortunato, ma anche un attore in piena forma, migliore di tanti Fantozzi post-Salce. Non fa altro che ripetersi un po', il noto Ragioniere, come già faceva in Sogni mostruosamente proibiti e altri film del decennio '80, ma qui lo sa fare meglio, con meno monotonia e più coinvolgimento. Nonostante sia spesso sottovalutato e dimenticato, lo considero uno dei migliori film di Villaggio! Promosso!
MEMORABILE: L'istituto per ciechi; lo sfogo di Ciottoli in ufficio con il suo capo-redattore.
Uno dei film più macchiettistici di Villaggio. Citazioni a gogo dal passato fantozziano e preludio alle simpatiche Comiche che interpreterà in coppia con Pozzetto. Meno brutto di come si potrebbe pensare. Parenti punta alla comicità più lineare e sincera riuscendo nell'obiettivo.
MEMORABILE: Il capo mafioso (Saccarola) dal passato fulciano.
Un Villaggio scatenato, eccezionale. Certo non c'è denuncia né cattiveria, ma le gag sono ininterrotte e la maggior parte divertenti. All'epoca Parenti sapeva come costruire un film dal grande ritmo senza ricorrere a nudi o volgarità. Buono il cast di caratteristi che circonda il protagonista (su tutti Milli che fa il cieco), simpatica la colonna sonora.
Fantozzi diventa in tutto e per tutto Ciottoli e insegue caparbiamente la fortuna per tutto il film generando alcune situazioni spassose e divertenti. Pellicola che si lascia guardare anche se non aggiunge niente di nuovo alla comicità di Villaggio. Simpatico il plurimartoriato Allocca.
Per Ciottoli (un Fantozzi senza Pina) sembra giunta l'ora della definitiva riscossa sociale: la vittoria della mitica (allora) lotteria Italia. L'inizio del film è divertente, con qualche gag simpatica di Villaggio. Proseguendo, però, la pellicola si trascina stancamente fino al buon finale. **
Godibile commedia alla ricerca del biglietto perduto con un Paolo Villaggio che rifà il verso (in alcuni momenti) al classico Fantozzi. Alcune gag sono praticamente riciclate da altri film di Neri Parenti e quindi il tutto suona un po' come un deja vu. Bravo Camillo Milli nel ruolo del cieco, mentre per Giancarlo Magalli e Valerio Merola c'è un piccolissimo cameo televisivo.
Commedia senza pretese se non quella di divertire lo spettatore (obbiettivo peraltro riuscito alla grande), con un Villaggio davvero in forma sebbene il suo personaggio ricalchi il ragioniere più famoso d'Italia. Una carrellata di gag ben amalgamate tra di loro, molte di esse davvero spassose, anche se qualcuna è copiata da qualche film precedente della coppia Villaggio-Parenti (ma non è un male=. Molto buono il cast di contorno, su tutti un bravissimo Milli nel ruolo di un cieco. Azzeccato il tema musicale di Zambrini. Film simpatico e semplice.
MEMORABILE: Il tormentone dell'... acqua; Le scene al teatro e all'istituto dei ciechi; Lo sfogo di Ciottoli contro il capo-redattore.
Villaggio ricalca per l'ennesima volta il suo personaggio fantozziano per un film che, sebbene non appartenga né al filone del noto ragioniere né a quello di Fracchia, riesce comunque a far ridere in più di un'occasione, nonostante si noti più di una gag riciclata. Stavolta non ci sono comprimari e Villaggio può sfoderare tutto il suo repertorio di sfortune assortite inanellando una situazione paradossale dietro l'altra. Passabile, anche se decisamente derivativo.
MEMORABILE: Villaggio/Ciottoli che si schianta contro un mobile tentando il suicidio; La bevuta di birra con tanto di rutto finale.
Filmetto simpatico, ma pesa l'esagerato ripescaggio di gag dalla saga di Fantozzi, di cui questo è a tutti gli effetti un capitolo apocrifo. Divertente soprattutto la prima parte, coi maldestri tentativi di suicidio di Villaggio. Purtroppo però si cade presto nella noia per la continua reiterazione dei medesimi schemi. Alla fine i momenti migliori sono gli intermezzi con la povera famiglia di Allocca. Comunque sia si può vedere e strappa più di un sorriso.
Una sorta di antologia della comicità di Villaggio, che ripropone scenette i cui meccanismi sono tanto noti quanto prevedibili. Ciò non toglie che ci si diverta comunque. Simpatica in particolare la scena dell'impiegato che si dichiara vincitore, un sogno da Spartaco che spezza le catene che quasi ogni lavoratore dipendente ha accarezzato almeno una volta. Similmente a Fantozzi, qui il personaggio viene massacrato crudelmente, altro timbro di Villaggio: ridere e soffrire, due facce della stessa medaglia.
Un Paolo Villaggio calato nel suo tipico ruolo di pecora nera della società dove niente della sua vita (carriera, amore, vita sociale ecc...) va come teoricamente dovrebbe, deve affrontare una serie di avventure molto grottesche in tipico stile fantozziano. Nel complesso il film non mi ha divertito molto.
Nella serie ripetitiva di film usciti negli anni Ottanta con Paolo Villaggio, che si prestò da zelante mercenario, questo non è il peggiore. Gli sceneggiatori si sono impegnati e la vicenda, anche se ripetitiva e priva di freschezza, riesce a intessere spunti spesso divertenti, a volte un po' meno. Buoni gli attori di contorno, che fanno il loro bravo lavoro.
"Ma questo è un greatest hits!!!" disse un mio amico quando lo vedemmo in prima visione al cinema tanti anni fa, al momento dell'uscita; ed effettivamente tutti gli sketch, le scenette e i tic resi celebri da Villaggio con i suoi personaggi vengono riproposti pari pari. Per chi non abbia mai visto un film di Villaggio (ma esiste qualcuno così?) questo potrebbe essere una sorta di Bignami per conoscerlo, ma chi è cresciuto a pane e Fantozzi può tranquillamente lasciare perdere.
Pellicola costruita su misura per Paolo Villaggio, che pur chiamandosi qui in modo diverso altri non è che la copia di Fantozzi, un personaggio sfortunato che ne combina di tutti i colori. Il film scorre piacevolmente, ma piacerà soprattutto ai fan di Vilaggio. Molte scene richiamano altri prodotti dello stesso Parenti, per un risultato complessivamente discreto. Perde qualcosa nella seconda parte.
MEMORABILE: Villaggio tra le fiamme per recuperare la macchina da scrivere...
Dopo aver vinto la lotteria il povero giornalista Ciottoli perderà il biglietto; da qui avranno inizio le sue disavventure. Simpatica commedia in puro stile Villaggio che vede come protagonista l'ennesimo sfigatissimo suo personaggio. Il film è un insieme di trovate ed è molto simile agli ultimi su Fantozzi (il tipo di gag è lo stesso). Molto divertente, anche se la fine stona un po' con tutto il resto.
Lasciamo perdere il confronto con "Il milione" di René Clair: il film di Neri Parenti sembra piuttosto una specie di marchetta filostatale (del resto nei suoi film sono diversi i marchi statali che fanno capolino) con battute e gag banali. Incredibile pensare che alcune di queste tristi gag siano state persino riciclate in alcuni cinepanettoni come Natale sul Nilo. Sconsigliato.
Divertente. E' vero che è un centone di tipiche situazioni fantozziane, ma il ritmo visivo che riesce come sempre a imporre il buon Neri Parenti garantisce molte risate. Forse è il film di Villaggio nel quale è maggiormente utilizzata la sua controfigura Ukmar: almeno il 70% delle sequenze che vedono il protagonista in scena sono ascrivibili alla controfigura.
MEMORABILE: Il balletto simil francese nel finale, capolavoro di coreografia comico-demenziale.
Occasione mancata per Villaggio che aveva una volta tanto la possibilità di dismettere i panni di un asfittico Fantozzi e creare un personaggio originale e potenzialmente divertente. Qualche buona trovata c'è, ma nel complesso si tratta del riciclo di vecchie gag dello sventurato ragioniere costruite su una storia tanto abusata da essere quasi uno standard. Confezione tecnica di discreto livello, grazie anche al ricco budget, ma spesso ci si annoia anche a causa di una regia poco curata che si limita alle soluzioni più scontate. I "fantozziani" di ferro potrebbero gradire.
Film comico divertente interpretato dal grande Paolo Villaggio che segue il solito schema (già rodato ma ancora funzionante) del personaggio sfortunato che avrà una occasione di rivincita ma... Ci sono le solite gag viste in altri film interpretati dall'attore (la masticata, il mega-rutto), alle quali però sono aggiunte alcune nuove trovate molto divertenti (lo sfortunato mercante d'arte, la famiglia, l'ingresso al pronto soccorso). Nonostante abbia sul groppone ben 33 anni riesce ancora a divertire. Buono anche il finale. Tre pallini strameritati.
Tra i Villaggio movies è uno dei più divertenti. L'assunto di base è ben sfruttato e il nostro se la cava bene (aiutato da caratteristi come Saccarola e Milli) riuscendo a piazzare due o tre scene veramente simpatiche (la lavanda gastrica, la parte dall'antiquario e quella in autostrada) accanto ad altre scontate. Non un capolavoro ma meritevole di una visione. Finale agrodolce che fa riflettere.
MEMORABILE: "Cos'è successo? Ha fatto bum... ha fatto".
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HomevideoXtron • 17/03/12 12:36 Servizio caffè - 2060 interventi
C'è il dvd Cecchi Gori
Audio italiano
Sottotitoli in italiano
Formato video fullscreen
Durata 1h30m18s
Extra: Interviste a Neri Parenti e Domenico Saverni
CuriositàZender • 8/05/14 18:51 Capo scrivano - 46886 interventi
Dalla collezione "I flanetti di Legnani" (con contributo di Zender al restauro), il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della prima tv di Ho vinto la lotteria di capopdanno (30 dicembre 1991, grazie a Didda per la ricerca):
Nel cast andrebbe aggiunto Jimmy il Fenomeno, è il cameriere che da la pacca a Paolo Ciottoli(Paolo Villaggio) facendogli fare il mega-rutto al minuto 01:10:00 circa
Di Ettore Martini hai per caso un'immagine migliore di quella che abbiamo oggi, che è di profilo e tutta a destra?
L'immagine forse l'avrei, ma secondo imdb Ettore Martini fa nel film la parte di uno dei due scagnozzi dello strozzino, a me francamente sembra un altro attore, giudicate voi.
DiscussioneZender • 5/03/22 10:28 Capo scrivano - 46886 interventi
Se ha gli occhiali da sole evitiamo.
HomevideoXtron • 22/05/22 00:39 Servizio caffè - 2060 interventi
Il master che passa attualmente sulle reti Mediaset è migliore di quello usato per il dvd.