Alla quarta puntata, il tutto regge più che altro per l'affetto che lo spettatore continua a mostrare per Guttenberg, Gaynes e il grande, maligno, G.W. Bailey. Stavolta Lassard vuole fare bella figura creando dei cittadini-poliziotti, con gli esiti che sono prevedibili, ma anche con il solito riscatto finale. Solo per appassionati alla saga.
Di poco superiore al secondo e al terzo, per merito sopratutto della grande rentrèe del Tenente Harris, sempre efficacemente interpretato dal grande Bailey. La storia è poco piu di una barzelletta ma alcune gag centrano il bersaglio e il cast è meno peggio del solito, con Guttenberg al suo ultimo film. Nel ruolo della giornalista una giovane ma già sexy Sharon Stone. Buon ritmo.
Altro film della serie Scuola di polizia e che mi ha sempre affascinato. Il cambiamento rispetto al solito si deve al Programma cop, che vede i cittadini cercare di difendersi da aggressioni o cose simili, diventando poliziotti. La vecchietta arzilla è a dir poco fantastica e molto nella parte. Da vedere.
Quarto capitolo che rivede ricomparire, dopo una pausa di ben due film, il capitano Harris di G. W. Bailey, il vero "arci-nemico" dell'agente Mahoney e del simpatico e artereosclerotico comandante Lassard. Nel cast viene annoverata anche una Sharon Stone prima maniera (chissà se, dopo Basic Instinct, l'attrice avrà disconosciuto il suo contributo a questo film barzelletta), ma ci sono anche facce nuove come "Casa", l'incredibile agente extra-large. Adatto per una serata da stacca-il-cervello.
Fino ad allora di riuscito, oltre alla caratterizzazione dei personaggi, c'era l'addestramento. Quindi ecco la trovata: i cadetti Addestrano nuove reclute (cittadini qualsiasi). Un modo sia per dare il via a diverse gag (quelle con Sweetchuck sono troppo forti) che per introdurre nuovi personaggi come Il Possente Tommy Casa o La vecchia signora Fieldman (amica di Tuckleberry). Qualcosina di ripetuto, ed in sostanza più skatch che altro; un po' di spazio in più per Zed, qualche bella scena di skateboard all'inizio; tutto sommato passa liscio e diverte.
Per arginare l'aumento di criminalità, l'accademia del comandante Lassard apre le porte ai civili. Dopo il deludente terzo capitolo, la saga si risolleva riproponendo l'addestramento delle reclute come fonte di gag, che non saranno nuovissime ma risultano comunque efficaci. I momenti divertenti non mancano, il cast lavora con la sinergia del primo film e il finale in mongolfiera è ben realizzato. E finalmente ritorna il tenente Harris.
Il cittadino è in guardia... e lo spettatore? Gli aficionados possono continuare imperterriti a tifare per Mahoney e soci (c'è anche una giovane e affascinante Sharon Stone). Proctor & Harris sono i pasticcioni di turno e questa volta rischiano anche la pelle.
Forse il migliore e anche il più televisivamente proposto della serie. Il capitano Harris tiene banco e sembra sostenere le gag migliori grazie alla partecipazione strampalata del suo assistente Proctor; per il resto il cast è ormai assestato, eccezion fatta per l'aggiunta di una rampante Sharon Stone d'annata. Finale con effetti speciali di tipo "aereo" e scene action su coloratissime mongolfiere. Leggero e spensierato.
Così così, comunque l'ultimo capitolo decente del ciclo. La punta di diamante è il ritorno del tenente Harris del primo film, affiancato però da Proctor (sempre nel ruolo del vice stupido e servile). La comicità è ormai decisamente demenziale, come testimonia l'aumento di importanza del personaggio del poliziotto Zed (il bandito pentito della seconda puntata) che indirizza il format verso il pubblico più infantile. Troppe idee stanche già riproposte (il suocero manesco di Tuckelberry), a stento godibili (l'ennesimo ritorno al gay-bar).
Il film è l'insieme di tanti piccoli frammenti comici che presi da soli possono anche far ridere, ma poiché non esiste una vera e propria sceneggiatura la cosa pesa. Si torna alla fase dell'addestramento (per forza di cosa ispiratrice di gag) e all'iper-sfruttamento di personaggi che cominciano a tirare la corda perché ormai inariditi delle loro potenzialità. Un seguito fiacco che conferma la flessione percepita già nel terzo capitolo.
Al quarto capitolo ci si diverte ancora, grazie a un cast sempre più affollato che unisce vecchi e nuovi personaggi in una trama fatta per lo più di sketch, dove ognuno ha il suo modo di brillare rendendo il ritmo sempre veloce. Le gag migliori coinvolgono stavolta la Bird, i tiri mancini di Guttenberg e la sbadataggine di Gaynes. Il lungo finale in aria è anche abbastanza spettacolare, nonostante si tratti di un film comico. Inutile l'apporto delle future star Sharon Stone e David Spade.
Giunti al quarto capitolo Scuola di polizia si rialza e risulta simpatico dopo lo scadentissimo "Tutto da rifare". Bisogna arruolare nuove reclute e anche se il plot è sempre più o meno uguale alcuni nuovi personaggi sono indovinati come lo è il ritorno del capitano (non più tenente) Harris. In un certo senso c'è un ritorno di armonia globale che si era un po' persa per strada. Finale scoppiettante.
Le (dis)avventure dell'Accademia di Polizia più pazza d'America continuano con un episodio che ha un suo perché: la formula è collaudata così come il cast, che vede nel piacevole rientro di G.W. Bailey (sostituito negli episodi 2 e 3 dal bravissimo Art Metrano) un valore aggiunto. Il resto è storia nota: scherzi feroci, battute fulminanti e quello strano mondo fiabesco-senile del comandate Lassard costituiranno ancora una volta il mix vincente.
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Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv ("I filmissimi", lunedì 5 novembre 1990) di Scuola di polizia 4: cittadini... in guardia: