Commedia di ambiente giudiziario tratta da una storia vera. Il personaggio interpretato da Vin Diesel è un mafioso che decide di difendersi da solo al processo in cui è accusato, insieme a numerose altre persone, di associazione a delinquere. Il film è discreto e non annoia mai, forse il suo limite maggiore sta proprio nell'interprete principale che, a mio giudizio, è un po' fuori parte. Lumet ha fatto molto ma molto di meglio.
Le singole componenti del film (attori, sceneggiatura, ambientazioni etc.) sarebbero insufficienti (le scene in tribunale sembrano congreghe da bocciofila). Sono infatti un po' stereotipate e di grana un po' grossa. Se invece le mettiamo insieme e le consideriamo nella loro coralità, il film risulta discreto e dotato di una certa grazia. C'è anche il personaggio riuscito dell'avvocato nano (doppiato bene). Insomma, due ore di onesto intrattenimento. Vin Diesel? Se la cava, in un ruolo non suo.
Inutile nascondere che da Lumet in una aula di tribunale viene da aspettarsi il massimo, per cui si resta un po' delusi di fronte a questa commedia, pur piuttosto gradevole e certo non convenzionale, in cui si simpatizza per un mafioso che, già condannato a 30 anni per spaccio di droga, al termine di un lunghissimo processo riuscì a far assolvere altri membri della "famiglia" dopo essersi ingraziato la giuria. Vin Diesel, action-man qui costretto a recitare da fermo, se la cava abbastanza bene. Un po' noiosi certi passaggi processuali.
Inconsistente. Meraviglia che Lumet si presti ad un film così vuoto. Il principale difetto sta nel fatto che il film non fallisce un obiettivo, ma è proprio una pellicola priva di ambizioni. Tutto appare un pretesto per mostrare come Vin Diesel possa recitare anche personaggi diversi dal mascellone muscoloso e taciturno. E di questo fornisce una accettabile prova. Troppo poco per meritarne la visione. Un pallino.
MEMORABILE: Si ricorda solo un Vin Diesel che non entra nelle giacche dei comuni mortali, apparendo un insaccato in cravatta.
Il vecchio maestro del cinema Sidney Lumet si occupa di una storia vera, quella del più lungo processo per mafia della storia giudiziaria degli Stati Uniti. In quell'occasione il mafioso italo-americano Di Norscio decise di difendersi da solo. Il film è una commedia di ambiente giudiziario piuttosto godibile (anche se non memorabile) grazie anche all'ottima performance di Vin Diesel in un ruolo per lui non consueto
Tutto perché sappiamo chi è il regista... Siamo troppo condizionati dai trascorsi di un gran regista, di un attore dai muscoli ipertrofici che sembra non avere nella mimica facciale il suo forte, eppure nonostante le numerose pecche il film si può guardare, Diesel è una rivelazione nel ruolo inusuale e la storia comunque è accettabile.
Cosa si può dire un film che si riesce a stento a finire, maledicendo se stessi per aver deciso di guardarlo?! Sicuramente molto poco. Una noia inaudita. Una trama orribile. Un doppiaggio irritante. Personaggi odiosi e inutili. Un processo accattivante come un programma di Marzullo. Persino il macho Vin Diesel è qui grassottello e sprecatissimo.
Inusuale la trama e forse avrebbe pesato sul giudizio del film, ma il fatto che si rifà a una storia vera lo risolleva e lo rende interessante alla visione. La buona prova di Vin Diesel aiuta una direzione non proprio eccellente di un regista di tutto rispetto, di solito garanzia di opere più che buone. L'andamento del processo e il veloce giudizio della giuria aggiungono un ulteriore tassello per capire il sistema giustizia americano, ampiamente trattato in numerose pellicole, che deve provare la colpevolezza dell'imputato e non viceversa.
Lumet, frequentatore di cinetribunali, torna in aula per il processo a una famiglia mafiosa del Jersey, uno dei più lunghi della storia Usa. Uno degli imputati, istrionico trafficante di droga pateticamente legato al clan, si difende da solo con buon successo. Film tutto parlato, egemonizzato dal protagonista Vin Diesel in insolita versione stand up comedian (farei un pensierino su uno studio associato con Vinnie Gambini). Un giudizio più accurato potrebbe venire da una visione in lingua originale ma il film, pur curioso, non giustifica lo sforzo.
L’allora 82enne Sidney Lumet torna a dirigere (nonché sceneggiare) un film su una costante della sua carriera: la giustizia. Lo fa con buona maestria raccontando la vera storia del più lungo processo per crimini mafiosi in America. Vin Diesel interpreta con istrionismo il protagonista della vicenda (Jack DiNorscio), che seppe difendersi da solo usando l’arma della provocazione e dell’ironia. L’umorismo diviene l’ancora di salvezza e l’elemento di interesse di un film monotematico che alla lunga risente del limitato raggio d’azione.
MEMORABILE: "Giuria che ride, giuria che non punisce".
La convivenza tra Diesel e i capelli è paragonabile a quella tra lupo e agnello. E già questo rende arduo il compito di prenderlo un minimo sul serio. Eppure non se la cava male nei panni dell'italoamericano, grazie anche a un simpatico doppiaggio. La pellicola regge, non sempre bene, sulle molteplici arringhe di accusa e difesa, in un chilometrico processo che vede imputata praticamente un'intera comunità. Qualche sforbiciata avrebbe giovato. Ma il fatto che comunque lo si segua senza particolari problemi fino all'epilogo dimostra che nel complesso non è poi così male.
MEMORABILE: La figura dell'avvocato; Uno degli imputati attende il giudizio in barella; Al boss "Ho fatto il possibile". Silenzio. E Diesel "Sei proprio stronzo".
Lumet porta sullo schermo una storia vera quanto singolare, dotandola di una sottotrama brillante che rende il tutto molto godibile. Diesel se la cava bene negli inconsueti panni di un italoamericano e il cast di contorno ha il pregio di avere le facce giuste. Il regista è molto abile nello scandire i momenti chiave della storia con un'altalena emozionale che riesce a coinvolgere. Confezione di ottimo livello nella migliore tradizione di Hollywood. Un film decisamente divertente, a tratti forse un po' prolisso, ma sicuramente meritevole di visione.
Titolo, anche in originale, emblematico della scarsità di idee. Lo spunto su base reale non lenisce un impietoso giudizio sulle comunità sicule trapiantate al solo scopo di malvivere, con l'Aldo Baglio bodybuilder d'oltreoceano in primo piano. Proprio lui, Diesel, reso al pari di una macchietta da padrino in disgrazia, non diverte; non si ride, si vede ridere semmai. La storia si chiude in se stessa debole di un epilogo sconsolato, in cui la faccia afflitta del procuratore, un Linus Roache predestinato al ruolo, sembra voler simboleggiare l'impresa del penultimo Lumet.
Ispirato dalla storia vera del boss italoamericano DiNorscio, che partecipò al processo penale più lungo della storia giudiziaria americana. Commedia piuttosto discreta, con momenti al limite del divertente e del caricaturale. Purtroppo la durata di due ore si fa un po' sentire. Vin Diesel simpatico e sopra le righe. Certamente questo non è il Sidney Lumet migliore.
Gradevole commedia firmata Lumet su una vera vicenda giudiziaria che tanto somiglia a certi processi italiani, monstre per il numero di imputati, l'ambizione del PM di turno, la logica del "pentitismo" e il risultato misero in termini di condanne. Il vecchio Sidney se la ride anche se si parla di mafia, su cui c'è sempre poco da scherzare. La struttura del film è quasi teatrale, incentrata sul recitativo di Vin Diesel, a suo agio in un ruolo diverso da quelli muscolari, per lui più abituali e un nugolo di caratteristi di buon livello. Non riuscito come Mio cugino Vincenzo, ma quasi.
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DiscussioneZender • 21/09/14 18:21 Capo scrivano - 48336 interventi
C'era; se il problema erano solo le maiuscole non segnalarlo Kanon, o dovremmo cambiarlo in mille film. Non possiamo sperare di avere un database perfetto, è impensabile.
Zender ebbe a dire: C'era; se il problema erano solo le maiuscole non segnalarlo Kanon, o dovremmo cambiarlo in mille film. Non possiamo sperare di avere un database perfetto, è impensabile.
Zender, abbia pazienza, ma prima il titolo trascritto era "find my guilty". Non mi sognerei certo di starti a chiamare per correggere le minuscole con le maiuscole. Ti posso dire che a riprova, prima di chiamarti per la correzione, ho pure copia-incollato il titolo "find me guilty" nel motore di ricerca senza ottenere risultati. Oltretutto, la lista del cast sarebbe parzialmente da riscrivere, poiché non riporta alcuni attori principali e ne scheda altri che risultano "uncredited" su Imdb. Ho evitato perché mi è sembrata una pignoleria eccessiva.
DiscussioneZender • 22/09/14 07:40 Capo scrivano - 48336 interventi
Allora va benissimo figurati, non me n'ero accorto che fosse scritto diversamente. Se invece vuoi correggere la lista del cast invece non è eccessivo, figurati, l'importante è non farlo per ogni film, ovvio.
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