L'apice assoluto del cinema vanziniano, la quintessenza degli Anni Ottanta, un film epocale diretto da un Carlo Vanzina in stato di grazia e montato magnificamente con una sensibilità musicale ineguagliata: da "Moonlight shadow" a "Maracaibo", da" I like Chopin" a "Sunshine Reggae", da " Teorema" a "Paris Latino" una colonna sonora perfetta, che dà forza alle splendide immagini di Cortina mentre lo sforzo nel proporre una commedia corale senza un vero protagonista partorisce una sceneggiatura zeppa di gag entrate nella storia e di battute citate e stracitate ("Sartolin, tenga… la mutanda"), sempre divertente...Leggi tutto e che si chiude proprio quando iniziava a perdere colpi. Un cast talmente folto di facce note e di caratteristi d'ogni sorta da garantire (grazie anche all'impeccabile direzione d’attori di Vanzina) la riuscita di ogni singolo segmento. Rispetto al già memorabile SAPORE DI MARE ci si è lasciati alle spalle la malinconia nostalgica per tuffarsi a capofitto nel tempo corrente, senza sbagliare praticamente nulla e puntando ancor di più sulla comicità: i tre "vecchi" Mario Brega, Riccardo Garrone e Guido Nicheli (al top) fanno a gara nel salire sopra le righe, con le mogli affascinate dal simpatico Calà (e Pasin col suo "Te sego via l'usel!" dove lo mettiamo?) e i giovani, guidati dallo straripante De Sica e il buon Claudio Amendola, a dare una forma alla generazione protagonista. Uno di quei film da guardare in gruppo, da vedere e rivedere, ritmato da un sapiente mix di musiche, paesaggi seducenti, battute a non finire, momenti romantici... Con il prevedibile epilogo in Sardegna e la voce fuori campo a riassumere il tempo passato. In una sola parola: indimenticabile.
Il film più conosciuto dei Vanzina tanto da avere un sito internet dedicato.
Vacanze di Natale si riallaccia a quel filone vacanziero tanto in voga negli anni ’50 con film come Vacanze d’Inverno. L’unica differenza è che il film di Vanzina li supera tutti alla grande. E’ un film corale, come Sapore di Mare, per quanto sembra che si sostenga più per le varie gag comiche che per una solida sceneggiatura. La comicità è affidata a tre caratteristi del nostro cinema: Nicheli, Brega e Garrone. Le battute del film sono entrate nella storia del cinema comico italiano. Musiche indimenticabili.
Forse non sarà un film perfetto ma che importa? Quello che conta è che fa ridere, e molto, che Vanzina riesca a indovinare un ritmo incredibile coprendo le battute meno riuscite inserendo immediatamente dopo un dialogo, o una musica, che immediatamente faccia pensare ad altro e ti trascini nel vortice di sketch che si susseguono velocissimi spostando l'attenzione sui tanti diversi personaggi (quasi tutti azzeccati). Nel ruolo di una delle squinzie di Calà ritroviamo una giovane Moana Pozzi.
Se pur è oggettivamente un buon lavoro per ciò che riguarda musiche e scenografie, se è pur innegabile il fatto che faccia ridere, sinceramente uno spettatore deve avere anche un minimo di pretese. Visto De Sica fidanzato con una straniera la quale viene trattata male nello stesso identico modo di Sapore di Mare (e della quale cui s'innamora il ragazzotto di turno nello stesso identico modo dell'altro film) e considerate anche altre particolarità identiche, mi dispiace ma, a mio parere, non ci siamo proprio.
Filmetto con mostruoso successo di pubblico e con alcune caratterizzazioni che ancora oggi non si dimenticano. Pellicola corale, con momenti e personaggi più riusciti ed altri più stentati (esempio: il retorico Amendola), curiosamente notissimo anche per la presenza di Moana nel ruolo di Luana, che parla con la propria voce. La farmacista è Clara Colosimo. Caruccio, ma, vanzinianamente paragonando e filmicamente giudicando, non vale certo Tre colonne in cronaca.
Tre parole: risate a crepapelle... Se i Vanzina facessero film così divertenti oggi, farei 2 ore di fila al cinema per entrare in sala... Tornando al film: De Sica mette a punto quello che diventerà il suo personaggio storico, almeno a mio modo di vedere, e cioè il cripto-gay. Ovvie citazioni per Guido Nicheli e Mario Brega, ma per me questo resta soprattutto un film di Jerry Calà, mai più così divertente.
MEMORABILE: "Ah sì, eh? E' corpa mia se c'abbiamo er fijo frocio!". ""EEEEEEHHH frocio!... Bisex... Moderno mamma, ecco...moderno!"
Ineguagliato trionfo dei Vanzina, i quali comunque (e nonostante i tanti bassi del loro cinema) saranno rivalutati in futuro come acuti antropologi. Nato come clone di Sapore di mare, questo film rinuncia al fascino della nostalgia ma guadagna in capacità d'identificazione del coevo (e allora giovane, sigh) spettatore. E - quel che più importa - contiene un'antologìa di grandi battute, con interpreti in stato di grazia fra i quali svetta l'incomparabile Guido Nicheli. Basilare.
MEMORABILE: "Milano via della Spiga-Hotel Cristallo di Cortina 2 ore, 54 minuti e 27 secondi... Alboreto is nothing!"
Uno dei migliori film dei Vanzina, che ha inaugurato un genere dal successo tanto lungo quanto ripetitivo. Buona prova degli attori con alcuni caratteri che diventeranno fondamentali per questo tipo di entertainment. Su tutti De Sica e Nicheli, ma il bello di questo episodio è che tutti funzionano a dovere e non ci sono troppe macchiette. La musica, composta da hit del periodo, si rivela una scelta vincente anche se è un optional ruffianissimo che aggiunge poco al racconto filmico.
Praticamente è un Sapore di mare trasferito in montagna: il cast è ottimo e variegato e le battute esilaranti non mancano, però non raggiunge l'estetica dell'originale. Altro punto a suo favore sono naturalmente le varie colonne sonore di contorno. Sicuramente il migliore tra i tanti film vacanzieri natalizi.
Film leggero: è in pratica la versione invernale di Sapore di Mare (gran parte delle storie degli attori arrivano da qui); sicuramente è simaptico da vedere e rivedere, soprattutto per caratteristi come Mario Brega, Guido Nicheli e la famiglia arricchita; per il resto si ridacchia, ma non si ride a crepapelle. La colonna sonora arruffiana e fidelizza alquanto lo spettatore. Comunque garbato rispetto alla deriva degli ultimi anni (e ho detto tutto).
Primo di una lunga serie, una sequela interminabile di amori e equivoci in quel di Cortina orchestrati alla meno peggio da Vanzina e con un cast che, tolti i grandissimi Mario Brega, Guido Nicheli e Riccardo Garrone, per il resto è decisamente mediocre. Meno peggio comunque dei successivi. Ogni tanto si ridacchia. Bella la colonna sonora.
Italiani in vacanza alpina, il nuovo status symbol fotografato in tempo reale dai Vanzina (infatti ecco comparire la famiglia dei macellari). Come certo cinema popolare, più passa il tempo e più questo film sembra migliorare, diventare più autentico al di là delle forzature macchiettistiche. Cast forse ineguagliato nel cinema italiano contemporaneo, diretto con grande equilibrio (spazio per tutti e tutti bravi a sfruttarlo al meglio). Infinito il numero di gag e battute entrate nel campionario delle citazioni da serata con gli amici. Classico.
MEMORABILE: "Ma amore, la libidine è qui: sole, whisky e sei in pole position" (Guido Nicheli, aka "Il Dogui", RIP).
Capolavoro imprescindibile degli Anni Ottanta. Troviamo gli ingredienti fondamentali della commedia all'italiana, ma lievemente rivisitati. L'Italia di quel tempo necessitava di leggerezza e di benessere; con questo film si è messo fine alla commedia amara del decennio precedente e di fatto si è aperta una nuova stagione cinematografica durata diversi anni. Vanzina, con questo film, vinse un virtuale Oscar a furor di popolo, ma per farlo si avvalse di un cast di attori davvero in forma! Musiche perfette.
Commedia brillante sorretta da un cast mai così in vena come in questo film. Tutti danno il loro apporto e le gag divertenti sono numerose. Anche la scelta della colonna sonora è azzeccata, con brani adatti a descrivere i vari momenti e a ravvivare la pellicola. C'è un tale equilibrio tra gli attori che è difficile favorirne uno (De Sica coi suoi "Nun m'angoscià", Calà sciupafemmine, che fa cilecca con Moana Pozzi! Nicheli con i suoi "Alboreto is nothing", o il super burino, padre di Amendola, che dice alla moglie: "T'ho regalato, la scuffia, i transistor e i nastri di Villa"). Grande.
MEMORABILE: Nicheli, alla moglie, dopo aver dato la mancia al facchino: "Hai visto cara, come se n'è andato via scodinzolando?".
Peccato. Peccato che i "cinepanettoni" non abbiano seguito l'esempio del modello. Sì, perché Vacanze di Natale, piaccia o meno, resterà titolo di punta dell'intero filone "vacanzifero" grazie alla coralità di un cast ottimamente diretto da Vanzina, qua perfetto calibratore di ritmi e tempi sia musicali che comici. Se la sceneggiatura qua e là appare traballante, la serie di gag (esemplari quelle dei due caratteristi più rodati: Garrone e Brega) mette in secondo piano il filo narrativo in virtù dello stato di grazia della magica mano che dirige. Intelligente anche l'uso della colonna sonora.
Classica pellicola vanziniana iniziatrice (o ispiratrice?) dei futuri cinepanettoni. Il pregio del film è di non scadere mai nell'eccessiva volgarità visiva; anche i dialoghi, pur non disdegnando la comicità di grana grossa, non sono troppo sopra le righe. Bravi i vari caratteristi, soprattutto Nicheli e Garrone; ma il problema del film è la sceneggiatura, noiosa all'inverosimile, aggravata da un montaggio piatto e para-televisivo. Non si ride quasi mai e non credo sia un complimento per un film che dovrebbe essere una commedia. Sopravvalutato.
Difficile affrontare i vari cinepattoni o cinecocomeri che dir si voglia senza raffrontarsi con questa pellicola, vera e propria scaturigine del filone vacanziero. Calà nel suo ruolo di eterno allupato, De Sica in quello di bel fusto un po' superbo, un po' di gineceo doc per i pruriti italioti e tutta una serie di caratteristi a fare da corredo (Nicheli "taaac" su tutti). Ci si diverte e non poco, si ride spesso e di gusto. Quindi, se vi capita e siete giovani, dateci un'occhiata prima di osannare sonore sciocchezze americane...
Capostipite dei "cinepanettoni", è una ripresa della commedia vacanziera corale in auge negli anni '50 e '60, e, nel rappresentare uno straordinario spaccato del suo tempo, coglie con sguardo sagace certe somiglianze tra le "Italie" dei due periodi. Il film è molto divertente, nonostante troppi riferimenti a cose del periodo rendano datata qualche battuta. Calà ha le battute migliori, ma è De Sica a centrare un'interpretazione maestosa. Nel cast starlettes dell'epoca come Karina Huff e presenze insolite per il cinepanettone come Garrone.
Il primo, l'inimitabile film natalizio di una lunga serie, i cui ultimi prodotti, benché sempre para-vanziniani, si potrebbero quasi considerare degli apocrifi, tanto sono lontani da questa ottima pellicola. Sarà forse la differenza la fa lo spessore della recitazione dei vari attori (Calà e De Sica sono circondati da 'comprimari' spettacolari, come Nicheli qui forse al suo apice, o Brega, o la Sandrelli), o la nostalgia, o anche il fatto che gli interpreti brillanti allora non venivano scelti dopo appena qualche esibizione a Zelig! O tempora...
MEMORABILE: L'ampezzano Pasin che vuole castrare (non metaforicamente né chimicamente...) il dongiovanni Calà...
Andrei anche sui 5 pallini. Il vero film di Natale, costruito alla perfezione e senza punti morti, dal De Sica bisex a Calà quando ruggiva come una Lamborghini, da Amendola, che da coatto recitava "as himself", a Guido Nicheli in un'interpretazione "tailor made". È stato l'akmè di questo tipo di cinema, indubbiamente.
MEMORABILE: Che voto per Falcao? Cosa fa a S. Silvestro Toninho Cerezo? Dialogo "father and son" tra Garrone e De Sica? Eccezionali, ma voglio ricordare il Dogui!
Film capostipite di un genere, che si presenta come una versione natalizia del precedente Sapore di mare. Stavolta i Vanzina bros. non hanno nemmeno bisogno di ambientare il tutto negli anni '60, perché Cortina a Natale è sempre affollata di turisti. Il cast è notevole, le nevi sono uno spettacolo per gli occhi, ma se devo dire la verità l'unica cosa che funziona veramente bene nel film è la colonna sonora, un'indovinata compilation di successi dell'83. Tutto il resto, anche Brega, è noia.
Non solo uno dei film emblema degli anni '80, ma anche capostipite di ben DUE filoni. Il primo è quello del classico "Vacanze a..." e il secondo quello dei film corali, che hanno fatto la fortuna di Carlo Verdone (debitore anche nei confronti del Mi faccia causa di Steno, con il raduno dei vecchi scolari). E pensare che c'é chi ha il coraggio di criticarli...
Primo storico Vacanze di Natale. Anche se non è un film perfetto (e non ci si avvicina nemmeno) è comunque una bella commedia, con il giusto ritmo, personaggi ben caratterizzati e ottimamente sfruttati e un cast praticamente perfetto a cominciare dal grande Jerry Calà. Tutti i comprimari sono al posto giusto (De Sica è memorabile) e alcuni caratteristi (Garrone, Brega, Nicheli) lasciano il segno. Buone la colonna sonora e la regia, intramontabili alcune scene. Rivoglio Jerry nel cinepanettone!
MEMORABILE: Garrone scopre che il figlio (De Sica) è gay.
Capolavoro Vanziniano, questo strepitoso ritratto degli anni 80 da bere non ha perso nemmeno uno strato del suo smalto soprattutto grazie ad una serie di interpretazioni e caratterizzazioni indovinatissime. Funziona tutto il cast, Nicheli è superbo e regala qui l'apice del suo personaggio ripreso poi in tante pellicole. De Sica è magnifico, Calà indovina il suo ruolo migliore di sempre e perfino Amendola è in parte. La colonna sonora è di quelle da conservare gelosamente. Per me questo è l'unico Vacanze di Natale.
Il nodo in gola è stretto, basta la prima canzone. Visto poi il 31 dicembre 2010, tra gli antipasti ed il secondo, l'aria manca presto (per il nodo). Spensierato, godereccio ed anche malandrino (le corna ovunque, gli interessi nell'amore). Usi e costumi dell'Italia che cambia (anzi era già cambiata), nella società rappresentata trasversalmente (ma anche la macelleria qualche soldino lo porta). Ci sono tanti visi conosciuti, giovani e simpatici, con la splendida Stefania che primeggia e la povera Moana nemmeno troppo bellina. Da vedere per restare giovanissimi!
MEMORABILE: Vorrà dire che invece di un bianco Natale farò un Natale in bianco!
Il padre di tutti i cinepanettoni (seppur inconsciamente, dato che all'epoca tale termine non era in funzione). Film carico di caratterizzazioni, con una punta di cafonaggine e yuppismo sia in salsa milanese che capitolina. Jerry Calà, Guido Nicheli e De Sica sono i trascinatori di questo capostipite ormai cult; ci sono anche, seppur in seconda linea, il mitico Mario Brega e il giovanissimo Claudio Amendola. Nel resto del cast troviamo poi buoni comprimari già visti in Sapore di mare come le bellissime Interlenghi e Huff e Paolo Baroni; vero cult!
Il primo film di Natale girato a Natale (gli ultimi cinepanettoni hanno tutto tranne che un'atmosfera natalizia) firmato Vanzina che, fatti salvi alcuni, non vanta un cast brillante e soprattutto indicato per il ruolo. Il ruolo di Jerry Calà, sarà forse che non l'ho mai apprezzato e mi risulta anche alquanto antipatico, appare troppo forzato (non sembra tanto un dongiovanni), mrentre De Sica è già a livelli altissimi conquistandosi l'intera scena insieme allo straordinario milanese doc Dogui; gli altri sono semplici macchiette. Ottime le musiche.
Debitore di Sapore di mare, è diventato il capostipite dei cinepanettoni, codificandone il genere e uno standard quasi mai raggiunto, con l'eccezione di Vacanze di Natale 2000. La formula di Vanzina si basa su un ritmo rapido che permette di infilare una gag dietro l'altra, senza che nulla rimanga particolarmente impresso ma fondendo il tutto in un rapido flusso comico. In un cast non sempre adatto ai ruoli spiccano in positivo Garrone e De Sica nei panni di Covelli padre e figlio e il cumenda Nicheli.
MEMORABILE: La scelta delle musiche, che includono "Maracaibo" e la splendida "Moonlight Shadow".
Malinconicamente 80's. Questo cinepanettone ante litteram ha tutto del genere ma non ha niente, se ben lo si guarda. Non è becero oltre modo, come in particolare lo diverrà con Boldi, ma non solo. Si può apprezzarlo appieno, anche perché riporta ad un periodo e ad una dimensione di noi cui non possiamo sfuggire. Col sorriso e l'ironia, figlia anche di una carrellata di ottimi attori non già iper sfruttati e noiosi, al contrario freschi e spumeggianti. Notevole esempio di commedia.
Più lo guardo e più mi chiedo come sia possibile che gli odierni cinepanettoni vengano accusati di essere "copie di film vecchi". O la gente ha perso il senso della vista oppure c'è qualcosa nell'aria che fa appiattire le opinioni. Se una cosa è simile a livello formale (e non è vero neanche questa cosa) non vuol dire che nella sostanza siano la medesima cosa. Filosofeggiamenti a parte, il film è la summa massima di emozioni luccicanti, canzoni che ancora fanno battere il cuore e rapporti personali così veri.
Primo e insuperato "cinepanettone". In partenza troppe battute non vanno a segno, poi il film inizia ad ingranare, ci si affeziona ai personaggi e ci si immerge in un clima natalizio leggero e brillante (e del tutto scevro della futura demenzialità di stampo parentiano) che nessun seguito è mai riuscito ad emulare, grazie anche ad un ininterrotto susseguirsi di hits dell'epoca che, ascoltato a posteriori, avvolge il tutto in un magica aura nostalgica. Buona confezione, cast perfettamente in parte. Non privo di difetti, ma intramontabile.
Vanzina ispirato all'ennesima potenza dirige un nutrito cast d'attori tutti completamente a proprio agio: non solo è indimenticabile il personaggio di Nicheli, pure Calà sfodera sguardi e battute notevoli e il bravo Garrone è sostanzialmente perfetto nel ruolo di capofamiglia. Momenti esilaranti a profusione, regia frizzante e sceneggiatura che padroneggia alla perfezione i tempi comici. Colonna sonora succulenta e trascinante. Ineguagliabile.
Il capostipite dei cinepanettoni e conseguentemente il migliore di tutto il filone. Gag rimaste nell'immaginario collettivo e momenti esilaranti in cui si ride di gusto. Certo rimane una commediola, ma il ritmo è incalzante, la colonna sonora indimenticabile e il cast appropriatissimo.
Primo della lunghissima serie e sicuramente anche il più riuscito. Questo perché il film ha almeno un abbozzo di sceneggiatura e delle storie da raccontare che si intrecciano molto bene. Anche se a volte sono soltanto gag estemporanee e fuori dal costrutto, ci pensa la magnifica colonna sonora a dare amalgama, summa massima del commerciale 80. Ma è il cast che fa la vera differenza rispetto ai cinepanettoni odierni. Tolte le primedonne, che funzionano a fasi alterne, qui abbiamo il meglio dei caratteristi anni 80, oltre che seconde linee di lusso
L'unico film "natalizio" che vedo sempre con piacere, commedia che tra l'altro sembra a me la naturale continuazione di Vacanze d'inverno (di Mastrocinque), anche se con le dovute differenze di costume. Tutto il cast è veramente degno di essere menzionato, da Brega (sempre impetuoso), a Garrone, ma è De Sica quello che più fa ridere, pur se riprende Sordi in maniera palese. Bellissima l'intera colonna sonora.
MEMORABILE: Roberto, è tuo padre che ti parla: "Ma vedi d'annà a fanculo".
Dismesso il pretesto del revival anni '60, il cinema vanziniano butta la maschera e spinge il pedale a tavoletta sulla contemporaneità, confermando stereotipi evergreen (l'esibizione degli status-symbol del bauscia Guido Nicheli, l'amicizia tra rampolli di buona famiglia e figli di buzzurri neo-arricchiti) e proponendone di nuovi (cult il coming-out di De Sica); notevole l'uso delle canzoni, insistenti come già in Sapore di mare, ma ovviamente non altrettanto collaudate e scelte con un'assunzione di responsabilità assai maggiore.
MEMORABILE: Papà, so' modernooo! Castigo la straniera e vado a letto con Zartolin
Primo "cinepanettone" ufficiale. Come molto spesso accade nel cinema, il primo prodotto resta il migliore. Ottimo cast (su tutti un Jerry Calà particolarmente ispirato e un Guido Nicheli "frizzante"), trama che si snoda senza noia. Azzecatissima la location dolomitica di Cortina d'Ampezzo, chiara espressione delle vacanze natalizie all'italiana. Da vedere.
Pellicola che rappresenta un'epoca! Si ride dall'inizio alla fine con una colonna sonora da hit parade 1983. Il cast, molto vasto e ben diretto come in Sapore di mare, è qui spostato nella splendida Cortina. Jerry Calà ha qui inventato il personaggio di Billo, pianista sciupafemmine, che si porta dietro nei suoi spettacoli fino ai giorni nostri. Guido Nicheli in formissima mai così "cummenda". Capolavoro di un genere.
Capostipite dei cinepanettoni e probabilmente il più famoso e memorabile di questi grazie alla complicità di tutto il cast (De Sica e Calà su tutti) e a una colonna sonora trascinante con brani orecchiabili e famosissimi. L'intreccio di storie è frizzante e gustoso ed è condito da qualche scena sentimentale. Un evergreen.
MEMORABILE: Riccardo Garrone: "E anche sto Natale se lo semo levato dalle palle".
Capostipite del genere vacanziero natalizio che verrà, questo "Vacanze di Natale" (che, ricordiamolo, compie 30 anni proprio quest'anno) è un film d'intrattenimento giovanile di inizio anni '80 che non manca di divertire ancora oggi, con interpreti validi e freschi e un umorismo tutto da gustare. Indimenticabili non solo gli attori principali ma anche i secondari (Giovanni Brunelli e il suo Pasin su tutti). Un degno cult anni '80.
Con Vacanze di Natale i Vanzina scrivono un importante pezzo di storia del cinema dando origine (forse senza neanche saperlo) a uno dei più dibattuti filoni filmici di sempre. E va detto che, nonostante l'esile storia e il banale humor (supportati però da un cast in gran forma), il film ne ha di punti di interesse, legati soprattutto a fattori di costume: l'euforia di quegli anni, la lombardizzazione della borghesia, lo spleen da pomiciata... e quella meschinità borghese, critica non senza un po' di ruffiana compassione. Modaiolo e seminale.
MEMORABILE: "Battuta regolare! , "E anche questo Natale... ce lo semo levato dalle palle!", "Vigliacca, mi hai tradita".
Il vero unico e inimitabile vacanze di Natale. Non direi capostipite dei cinepanettoni, se non per le location in alta quota. I più recenti sono poco realistici e forzati, mentre qui si respira un'aria famigliare, calda, spontanea. Forse erano altri tempi, i favolosi e colorati '80, chissà... ma il tutto rimane impareggiabile. Tutti gli attori, indistintamente, sono in gran forma e non sbagliano una battuta. Nostalgico.
Pur non raggiungendo gli abissi dei successori, questo capostipite vanziniano (versione invernale e cafona di Sapore di mare) risulta ugualmente insostenibile. La piattezza delle situazioni e la scipitezza dei dialoghi (le battute degne di nota si contano sulle dita di una mano) vengono subito a noia e a poco valgono le performance dignitose di caratteristi che hanno fatto di meglio. Si arriva ai titoli di coda (se ci si arriva) pensando: “E anche sto film, se lo semo levato...”.
MEMORABILE: Riccardo Garrone: "E anche sto Natale se lo semo levato dalle palle"; "Moonlight Shadow".
Spinto dalle tante voci positive mi son deciso a guardarlo. Ok, son passati più di trent'anni, mea culpa, ma Tu mi turbi faceva ridere nel 1983 come adesso, così come Acqua e sapone. Qui non si ride mai o - almeno - io non ho capito quando avrei dovuto farlo. La recitazione non è penosa, è imbarazzante, fatta eccezione per De Sica che, pur facendo sempre se stesso, lo fa bene. Non c'è una trama ma non ci sono neanche gag, siamo di fronte al vuoto pneumatico. Inaccettabile.
Degno contraltare di Sapore di mare e film a suo modo storico per avere inaugurato un filone per molti nefasto (il cinepanettone), è la migliore commedia diretta da Vanzina anche per la presenza di attori di razza come la Sandrelli, De Sica (il più bravo) e Amendola, di buoni caratteristi e di un ruolo poco "invasivo" di Jerry Calá che sta al cinema come i Righeira alla musica sinfonica. Il film sfotte bonariamente alcuni imprescindibili "tipi" italiani, con un buon ritmo e gag simpatiche. Dai Vanzina arduo pretendere di più.
Commedia che ha cambiato i costumi natalizi di Cortina pur mettendo l’accento spesso sulla romanità dei personaggi. Il filo conduttore son le relazioni amorose dei personaggi che s’intrecciano senza volgarità e la musica del periodo serve per collegare le varie scene e dare ritmo. Qualche battuta memorabile di De Sica e il ruolo di Nicheli restano nella memoria, la Tolo è la più frizzante mentre la Interlenghi è insopportabile.
MEMORABILE: “Lucio”; La citazione da “Una donna per amico”; “I giornali se la litigano”.
Quando ancora i Vanzina non tracimavano nel trash, riuscivano a confezionare dei film non irrinunciabili ma comunque godibili. Nato sull'onda del successo di Sapore di mare, è il capostipite dei tragici cinepanettoni natalizi, ma questo strappa qualche sorriso grazie a una carrellata di attori più o meno simpatici, con situazioni slegate tra loro, scontate ma tutto sommato divertenti. Calà, De Sica, Nicheli and co. fanno quello che sanno fare, nulla più.
Il primo "cinepanettone" è qualcosa di veramente straordinario perché fa ridere a crepapelle senza mai essere volgare come capiterà ai futuri seguiti. Nel film di Vanzina funziona tutto, dai personaggi molto stereotipati e ben caratterizzati all'atmosfera che profuma proprio di Natale e Capodanno. Impossibile non ridere alla consegna dei doni alla famiglia di Mario Brega al ristorante o all'armadio pieno di ragazze di Jerry Calà. Pure la colonna sonora è davvero notevole. Da vedere.
Ha i suoi difetti? Sì, ma dopo oltre trent'anni ancora fa ridere a ogni visione, alcuni suoi personaggi e alcune sue battute sono entrate nella vita di tutti i giorni di noi italiani e a oggi rimane uno degli esempi perfetti di comicità "moderna" italiana, che era basata magari su personaggi che non andavano oltre il loro orticello sicuro, ma al tempo stesso non erano sprofondati nella sessualità estrema per strappare mezza risata allo spettatore. Con il suo cugino Vacanze In America tra i migliori di sempre.
MEMORABILE: "E pure sto natale se lo semo levati dalle palle": eterno Garrone!
Al di là di quel che venne dopo, resta una commedia perfettamente riuscita, pur se di livello grossolano. Siamo d'accordo che alcune battute sono quel che sono, così come alcune situazioni agghiaccianti, ma va preso come necessario il "riderci su". Difficile altrimenti accettare un finale che brinda al tradimento coniugale e ai matrimoni per interesse economico. Punto di forza sono invece le caratterizzazioni dei personaggi, da Mario Brega che fa Mario Brega in vacanza a Cortina a De Sica già perfetto cafone, fino a un Jerry Calà in un ruolo perfetto.
L’archetipo delle commedie natalizie trasuda tutta la voglia di divertirsi degli anni Ottanta. Poco importa l’assenza di un vero e proprio protagonista assoluto perché il denominatore comune è l’inquietudine amorosa che porterà a una serie d’intrecci non da poco. Ciononostante riesce a non essere volgare facendo sorridere lo stesso. Determinante il contributo della colonna sonora, costituita da brani simbolo dell’epoca e in grado di aumentare l’empatia con i personaggi e il coinvolgimento emotivo.
Nel suo genere, semplicemente straordinario! Molteplici i meriti: rievocativo di tante infanzie (chi non ricorda di aver visto certi personaggi “macchiette” nelle proprie vacanze sciistiche, che già ai tempi lo facevano sorridere?), spassoso e leggero, precursore di tanti altri cinepanettoni più o meno divertenti. Comunque un cult in cui moltissime frasi sono poi entrate nel vocabolario “battutistico” degli italiani e la colonna sonora l’ha fatta da padrona nelle Disco anni 80. Cast azzeccatissimo, nessuno escluso!
Non un cinepanettone, ma il film di Natale anni '80 per antonomasia e la miglior fatica dei Vanzina. Uno spaccato degli anni '80 che riesce davvero a immortalare quel periodo aureo (più del fiacco Via Montenapoleone). Nessun sequel è riuscito lontanamente a riproporre questa atmosfera tra la neve di Cortina, la freschezza dei personaggi e delle trovate, la genuina caricaturalità delle "diverse" famiglie in vacanza, la colonna sonora (Mixage vol. 2); un Calà in gran forma e un "Dogui" da riscoprire. Da vedere e rivedere (anche nostalgicamente).
MEMORABILE: Calà:"Pasìn!". Pasìn: "Questo no l'è un monolocal, questo l'è un porsìl! Putane! Putani!"; Ogni volta che parla il cumenda Guido "Dògui" Nicheli.
Un film emblema della spensieratezza e della voglia di vivere, tipica degli Anni 80, che ha saputo ben raffigurare un certo spirito dell’epoca ovvero ciò che alcuni volevano essere (e ci sono riusciti) e altri avrebbero voluto essere (e non ce l’hanno fatta). Azzeccata la colonna sonora (nata quasi per caso), bravi De Sica, Nicheli, Garrone e Sandrelli. Complessivamente valida la trama (con battute memorabili) che descrive i miti e luoghi top (Cortina) dell’epoca.
MEMORABILE: Una su tutte: Avvocato Giovanni Covelli: "Beh…E anche questo Natale…se lo semo levato dalle palle".
E' stato sicuramente un film spartiacque della commedia italiana, che ha portato un'aria di freschezza e tanto buon umore. La storia, che poi vedremo replicata all'infinito in altri contesti, è quella di una serie di famiglie che si ritrovano in vacanza a Cortina. Borghesi e borgatari finiscono per condividere gli stessi ambienti in uno scambio perpetuo di coppie. I momenti veramente divertenti non sono molti ma si percepisce il nuovo modo di fare cinema dei Vanzina. Nel cast si segnalano in positivo De Sica e Nicheli, mentre la comicità di Brega non è ben sfruttata.
MEMORABILE: La parlata meravigliosa del "cumenda" Guido Nicheli.
L'inizio sembrava perfetto (ottima la presentazione dei personaggi, un De Sica che fa faville - "Le riviste di moda se la litigano" - , punte di razzismo e snobismo politicamente scorrettissime), poi la vanzinata si affloscia, tra le poco interessanti conquiste femminili di un Calà non simpaticissimo, la flebile storiella d'amore tra Amendola e la Huff (ma la Interlenghi regala una bastardata femminea notevole) e le voglie ninfomani della Tolo. Qualche trovata timidamente slapstick ("putane, putani") e virate insospettabilmente gaye. Molto meglio le derive cafone parentiane a venire.
MEMORABILE: "Playboy dei mei coioni"; Le soppraffini burinate di Brega; Il famelico, e quasi zombesco, scarto dei regali e le facce tristi delle colf filippine.
Mettiamo subito in chiaro che il film in sé non è un granché. La storia era già obsoleta prima della pletora di (spesso volgari) imitazioni successive e lo script, pur azzeccando qualche buon momento, va dove lo porta il botteghino. Va comunque sottolineato il talento cristallino dei Vanzina nel creare un prodotto ad orologeria (quando vogliono) e l'impegno di un cast affiatato con attori come Garrone, Sandrelli, Brega che fanno capire subito di non essere lì per caso. Fondamentale l'apporto dei caratteristi e decisivo quello della colonna sonora, che alza di molto il pallinaggio.
Il primo, autentico e per distacco miglior cinepanettone, quando ancora i Vanzina non si erano fatti prendere la mano. A rivederlo oggi risuona ancora più forte il senso di nostalgia per un'epoca in cui tutto era facile, le preoccupazioni stavano a zero e ognuno aveva il proprio posto al sole (dai cafoni autentici a quelli arricchiti). Chilometrica la colonna sonora, che spazia dall'italo disco a Vasco Rossi; cast eterogeneo ma azzeccatissimo e tanti i momenti divertenti, talvolta esilaranti (il gigantesco Pasin che brontola in dialetto veneto). Caposaldo fondamentale.
MEMORABILE: "Sole, whisky e sei in pole position!"
Praticamente Sapore di mare traslato sulle nevi di Cortina. Cast molto simile e situazioni pressoché identiche tra amori vacanzieri e cliché abbastanza risaputi sugli italiani in vacanza. Un bel cast davvero, con Stefania Sandrelli laddove c'era Virna Lisi e un Jerry Calà non troppo protagonista. È sicuramente un film discreto, che ricalca bene le atmosfere del periodo, anche se per far questo non era necessario imbottirlo di musica, veramente esagerata. Fa passare un'ora e mezza molto piacevole, anche se è colpevole di aver dato vita al genere cinepanettone. Godibile.
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Prodotto assurdo per il capostipite cult dei cinepanettoni vanziniani . Ok il discorso video e audio, ma è tagliato un brano musicale, extra che dovrebbero essere a valanga ridotti ad un trailer !!! Neanche un intervista con i Vanzina e con i protagonisti principali del cast. Assurdo! Da evitare e sperare in un uscita br fatta per bene. Come diceva il Dogui: ncs non ci siamo.
Il film fu presentato a "Domenica in" del 25 dicembre 1983 (puntata speciale di Natale).
In studio: Jerry Calà, Claudio Amendola, Antonella Interlenghi, Karina Huff, Christian De Sica e Stefania Sandrelli (oltre ovviamente al conduttore Pippo Baudo):
La rivista Tv Sorrisi e Canzoni letta dall' avvocato Giovanni Covelli (Garrone), è il N°44 che riguarda la settimana dal 30 ottobre al 5 novembre 1983:
Inutile prendersi questo misero dvd, si spera ancora in un edizione decente in br con vano extra adeguato, ma mi accontento visto il film del br.
HomevideoDusso • 22/12/23 06:31 Archivista in seconda - 1867 interventi
Ruber ebbe a dire:
Inutile prendersi questo misero dvd, si spera ancora in un edizione decente in br con vano extra adeguato, ma mi accontento visto il film del br.
Diciamo che come negli ultimi anni nel web girano ormai versioni di questi film in hd a 1080, a volte sono come versioni blu ray pure se compresse, ma praticamente nulla sta uscendo in blu ray (per esempio ho trovato un restauro in 4k di il mistero di bellavista).
Inutile prendersi questo misero dvd, si spera ancora in un edizione decente in br con vano extra adeguato, ma mi accontento visto il film del br.
Diciamo che come negli ultimi anni nel web girano ormai versioni di questi film in hd a 1080, a volte sono come versioni blu ray pure se compresse, ma praticamente nulla sta uscendo in blu ray (per esempio ho trovato un restauro in 4k di il mistero di bellavista).
Non è solo la qualità tecnica (da quel che leggo in rete il dvd non è così male sotto quell’aspetto) ma è un discorso di mancanza totale di extra, che pur un dvd dovrebbe avere. Ci sono versioni dvd di film verdoniani con tanto di doppio dvd, che integrano extra a raffica e commenti audio del regista etc, e non sono certo kult come questo. Questo film ha segnato un epoca e fatto da apripista a cinepanettoni futuri, spiace non ci sia una versione home video degna di nota.
Finalmente ho potuto vedere, per la prima volta, questo film epocale su grande schermo. Bellissima esperienza. Il carico di emozione e di nostalgia per quei tempi e quella società è ancora più forte, al cinema. La musica avvolgente, quei brani uno dopo l'altro a corredo delle scene ormai conosciute a memoria, scandiscono la nostra vita. E ci si rende conto anche di quanto adatti e come letteralmente bucassero lo schermo quei volti, quegli attori. Un capolavoro del cinema italiano. Senza alcun dubbio.