Seguito del celebre AIRPLANE! di Zucker-Abrahams-Zucker, film che rivoluzionò la comicità americana attraverso un ritmo serratissimo di gag e freddure d'ogni genere all'insegna di una demenzialità citazionistica senza precedenti. Come quasi sempre il seguito non è ai livelli dell'originale, anche perché il regista è cambiato e Ken Finkleman non sembra possedere il folgorante senso dell'umorismo dei ZAZ. Soprattutto la versione italiana è penalizzata da un doppiaggio approssimativo in evidente affanno nel tentativo di riproporre in italiano i continui giochi di parole...Leggi tutto dell'edizione americana, in verità comunque in sovrannumero. La coppia Julie Hagerty-Robert Hays, poi, non fa che confermare le impressioni avute dopo aver visto il primo capitolo: una coppia bella e poco espressiva, per rendere credibili situazioni tanto paradossali. Molto meglio l'immancabile Lloyd Bridges/McCrosky allora, che giunge di nuovo all'ultimo momento per salvare la situazione, o William Shather/Murdock, ai più noto come l'immarcescibile Kirk di STAR TREK. Alcune trovate sono ancora vincenti (come dimenticare lo scambio di presentazioni Oveur-Dose, Oveur-Craft, tra il capitano Oveur/Graves e gli aiutanti Dose e Craft?), e l'idea di convocare alcune star della tv come Raymond Burr, Chuck Connors e appunto Shatner funzionano, ma sono tante le gag scarsamente riuscite o solo abbozzate. La riproposizione spudorata di episodi dal primo film segnala una chiara mancanza di identità del seguito. Cionostante si ride spesso e le trovate geniali non mancano. Eliminando qualche gag imbarazzante sarebbe ancora eccellente.
Inferiore al primo (qualche cretinata di troppo e un processo solo in parte divertente), ma con l'aggiunta del computer di bordo spietato e di un William Shatner (comandante della base lunare) molto spiritoso nel prendersi in giro (il monitor, l'Enterprise nel cannocchiale, la torre). Tra le gag più riuscite segnalo: la musica in ascensore, "Blocca la vecchia!", l'ennesimo Rocky, l'ospedale psichiatrico, due piloti nello spazio, i segnali del computer, "Salute frocio"; "Non farti cadere le braccia";, i dinosauri, le famiglie "agitate".
MEMORABILE: "Credo che papà, andando sulla Luna, sia diventato un po' lunatico". "Tesoro, sbagli aggettivo. Tuo padre non è un po' lunatico... è un po' stronzo".
Prodotto puramente mercenario realizzato dalla Paramount per sfruttare il successo del film precedente. Purtroppo al timone non vi sono più i ZAZ ma tale anonimo Ken Finkleman che non fa altro che ripetere la formula narrativa del primo film e appiccicarci sopra qualche gag. Scrive e dirige tutto lui ma non ha il talento necessario per realizzare un sequel del genere, e un paio di momenti carini non bastano a salvare la baracca. Praticamente una fotocopia del primo, minestra riscaldata. Ne esiste anche un capitolo 3 apocrifo.
Ciò che è sicuro è che il film non compete con il primo nè a livello di comicità nè di sceneggiatura. Tuttavia non è malaccio, anzi è lo stesso stracolmo di gag divertenti (molte delle quali strambe e assurde) ma soprattutto dialoghi pieni di giochi di parole. Ma è un film che più che ridere fa sorridere, oppure fa ridere ma non molto. E' interessante e particolare la demenzialità in stile fantascientifico, piena di citazioni che spaziano da E.T. a Battaglie nella galassia; purtroppo non tutte le gag sono fluide: molte risultano forzate. Simpatico.
MEMORABILE: L'Atterraggio si chiama Atterraggio perché si atterra sulla terra, sulla luna è Allunaggio, ma nel sole è assolaggio o Assolo se uno è solo...
Riuscito sequito del film dei fratelli Zucker, ne riprende alcuni dei personaggi e ve
ne aggiunge di nuovi, ma lo spirito rimane inalterato. Anche qui alcune scene restano impresse nella memoria. Eccellente una volta di più il cast, capeggiato dalla new entry William Shatner e da Lloyd Bridges, Raymond Burr, Chuck Connors e Stephen Stucker nel ruolo di Johnny.
MEMORABILE: La partenza dello shuttle; l'entrata in scena di Bridges e Shatner; tutte le scene con Shatner protagonista.
Mission impossible, ripetere l'exploit del primo inarrivabile capolavoro, e tanto più senza gli artefici originali in cabina di pilotaggio. Però usando qualche scarto con sapienza e replicando la formula in modo diligente si porta a casa il lesso di un bel po' di risatacce, con le solite comparsate ironico/autolesioniste (ottimo Shatner) e più di una gag a bersaglio. molto sopra la sufficienza.
Ai tempi ignoravo l'esistenza della pellicola precedente, ma andai comunque al cinema a godermi questo film senza farmi troppi problemi. In questo sequel, comunque, ancora ben fatto, non ci sono Leslie Nielsen e gli ZAZ, ma William Shatner (che fa sempre ridere anche quando è il capitano Kirk di "Star Trek") e il sempre grande Raymond Burr. Qui si passa dal catastrofismo di "Airport" alla fantascienza di Guerre Stellari e del telefilm Galactica. Hayes e Hagerty sempre okay.
Prendete L'aereo più pazzo del mondo, cambiate l'aereo con uno space shuttle e otterrete "L'aereo più pazzo del mondo... sempre più pazzo": stessa follia, stessi attori, stesse gag fulminee; grazie al cielo, anche il risultato è (quasi) lo stesso (si ride senza difficoltà). Inutile però la scena dell'allunaggio con William Shatner, che è una delle parti più deboli del film.
Pur inferiore al primo non può non far sospirare rivedere certe pellicole. E si sospira dispiaciuti per la fine della commedia demenziale degli ultimi anni. Qua abbiamo sì l'assurdo, ma il tutto capace di far ridere a go-go. La serie di freddure e grottesche situazioni è infinita e, realmente, si ride dalla prima scena a quella finale. Gran bel demenziale!
Rivisto dopo tanti anni mi ha deluso più di quanto pensassi. Mentre il suo predecessore è invecchiato benissimo mantenendo inalterato il suo potenziale comico, qui le gag risultano approssimative e stiracchiate. Una minestra riscaldata insomma che fa divertire e, immediatamente dopo, imbarazzare per la pochezza delle trovate comiche. Meglio fermarsi al primo.
Sequel de L'aereo più pazzo del mondo, del quale riesce a mantenere lo spirito pur avendo un ritmo più blando e meno idee fulminanti a disposizione. Questa volta il dramma aeroportuale si mescola con la fantascienza (la destinazione è la Luna), ma la formula non si discosta da quella già collaudata. Per ridere si ride, ma alla fine il film aggiunge poco a quanto fatto dal capostipite.
Ho cercato di fare un piccolo esperimento mentale immaginandomi che questo fosse il primo film della serie e viceversa il primo Airplane il sequel. Più difficile del previsto. Il risultato: uno dei rari casi dove il sequel riesce a essere superiore al modello. Tornando alla realtà niente di nuovo all'orizzonte: cambia l'aereo, cambia la destinazione, ma non il resto, per cui tutto è telefonato. È veramente un seguito della storia, ma più che proseguire è il raccontare di nuovo ciò che si sa già. Zero risate, tristi sorrisi.
Si torna sull'aereo più pazzo del mondo ma le cose cominciano a sapere di stantio rispetto alla freschezza del primo capitolo. Le gag si ripetono allo stesso modo e l'effetto sorpresa viene meno. Si cambia l'ambientazione (si va sulla luna) ma si cade nell'imbuto della replica a tutti i costi. Pure la parte finale è proprio buttata lì. Nel cast manca Nielsen e si sente. Si può ridere se non si è visto il primo film della serie, altrimenti ci si annoia. Sgonfio.
Se lo si guarda senza aver visto il primo capitolo le risate sono garantite. La demenzialità di alcune gag tocca davvero punte impressionanti ma soprattutto funziona. Visto come sequel è chiaro che perde quella freschezza tipica della prima uscita. Andrò controcorrente ma io, avendoli visti tutti e due, li metto sullo stesso piano e rivedo sempre più volentieri questo dell'altro. Cast sempre all'altezza e tante battute fulminanti che si fanno ricordare.
MEMORABILE: Gli adesivi sulla valigia del terrorista; La presentazione del comandante Over con i due secondi Dose e Craft: "Over-Dose, Over-Craft".
Il primo aereo più pazzo del mondo era e resta una pietra miliare del genere demenziale, il suo sequel invece non riesce minimamente ad avvicinarcisi. Nonostante tutto è un film godibile e divertente, anche se non tutto funziona. Molte gag vengono riciclate dal primo e altre risultano essere meno divertenti. L'assenza di Zucker-Abrahams-Zucker alla regia si sente, così come l'assenza di Leslie Nielsen.
Questa volta l'areo in questione vola più in alto, essendo diretto verso una base lunare, mentre il film vola decisamente più basso rispetto al primo formidabile capitolo firmato dal trio ZAZ. Non che manchino le gag spassose e le battute fulminanti, ma il cambio in cabina di regia si avverte in una minore compattezza della messa in scena e nella presenza di quei tempi morti quasi assenti nel prototipo. Nel cast, molti volti confermati e alcune new entry eccellenti come Raymond Burr e William Shatner impegnati in camei un poco scontati.
MEMORABILE: Una donna all'amica: Gli ho detto che aspettiamo un bambino, e lui mi ha risposto "Aspettalo tu, io intanto vado avanti..."
Film noioso, privo di idee, un'inutile operazione commerciale. Un paio di trovate passabili non bastano a salvarlo dalla mediocrità. A parte qualche modesta variante, è la fotocopia malriuscita del predecessore, con Ted che si ritrova di nuovo a dover salvare dei passeggeri scriteriati da morte certa. Nemmeno la parte inerente al processo (in cui ritorna il vecchio, simpatico cast) risulta convincente, né avvincente. Si dimentica facilmente.
MEMORABILE: Ted fugge dal manicomio e passa dietro a un tizio che canta e è vestito come Frank Sinatra.
Robert Hayes e Julie Hagerty riprendono i loro ruoli come Ted Stryker e Elaine Dickinson in questo sequel leggermente deludente. Alcune delle battute sono molto spesso ripetizioni e giochi di parole con utilizzo prolisso di vari vocaboli derivati dalla parola stessa che stancano in fretta. Si nota uno sforzo di bissare l’ilarità del film precedente e in ogni caso è un film guardabile, pur se non eccelle nel divertimento. Peccato per l’assenza di Leslie Nielsen e del trio di registi precedenti.
Prima mezz'ora al fulmicotone per questo sequel, assai rischioso vista la fama del capostipite, poi lentamente il ritmo si abbassa e l'assenza di Nielsen un po' si fa sentire. Per gli amanti del genere rappresenta comunque un titolo imperdibile, sia perché prosegue la storia di Ted Striker là dove l'avevamo lasciata, sia per la presenza di un altro celebre capitano: William Shatner. Stavolta siamo infatti nello spazio e il computer di bordo impazzisce (ogni riferimento a 2001 è premeditato) ma ovviamente ci attende il lieto fine. Cameo di Villechaize (Fantasilandia).
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HomevideoXtron • 21/05/12 14:39 Servizio caffè - 2218 interventi
anche qui la vs vhs presentava un curioso taglio rispetto alla vs tv: quando hayes evade dal manicomio seguito dallo spot a un certo punto si ferma e davanti allo spot si lancia in una canzone d'antan.
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv, (venerdì 4 ottobre 1985) di L'aereo più pazzo del mondo, sempre più pazzo:
Leslie Nielsen rifiutò di interpretare di nuovo il dr. Rumack perché impegnato nella serie "Quelli della pallottola spuntata" (1982), creata dagli ZAZ, ideatori de "L'aereo più pazzo del mondo" (1980). Il suo personaggio venne quindi rimpiazzato dal dr. Stone, interpretato da John Vernon.