Un caposaldo, un termine di paragone per ogni horror a carattere demoniaco e non solo. Non si può quantificare l'importanza del film del terrore per eccellenza. Nel 1973, quando uscì, sconvolse letteralmente le platee, che non si aspettavano un attacco frontale così devastante. THE EXORCIST è costruito con abilità straordinaria, sceneggiato da William Peter Blatty (che vinse l'Oscar) a partire dal suo bestseller (che disse rifarsi a un caso davvero avvenuto nel ‘49) con una qualità nei dialoghi assolutamente impensabile per un genere da sempre percepito come minore. Ma non è certo da meno l'immenso lavoro del regista William Friedkin, che almeno nella prima parte crea un clima di terrore quasi...Leggi tutto paralizzante attraverso una messa in scena perfetta e un cast diretto con straordinaria efficacia. Non per niente Ellen Burstyn/la madre, Jason Miller/Karras e Linda Blair/Regan furono tutti nominati per l'Oscar nelle rispettive categorie. E infatti quello che in troppi trascurano ricordando THE EXORCIST come “il film più terrorizzante di tutti i tempi” è che prima di ogni cosa è un’opera magnifica tout-court (anche qui: candidatura come miglior film e miglior regia), costruita con un senso dello spettacolo ma anche estetico irripetibile. Pensiamo all'interno della casa di Padre Karras, ripresa sempre con luci e ombre inquietanti, misteriose come la figura dell'anziana madre greca. O all'arredo della casa al centro della storia, agli esterni, alla camminata della Burstyn sul marciapiede mentre cadono le foglie e “Tubular Bells” di Mike Oldfield crea uno stile anche nella musica da horror (i Goblin di “Profondo rosso” gli devono essere eternamente debitori), pensiamo al lento salire sulla scala che porta alla “stanza del demonio”, all'indimenticabile arrivo di Padre Merrin (Max Von Sydow) al cancello della casa, scena graficamente tanto suggestiva (per quanto palesemente ispirata all’ “Impero delle luci” di Magritte) da farsi locandina, manifesto e simbolo del film. Sono talmente tante le sequenze entrate nella memoria di ogni cinefilo da non poter considerare THE EXORCIST un film sopravvalutato. Friedkin ha creato una vera opera d'arte, che sarebbe ingiusto ridimensionare solo per gli eccessi degli effetti speciali (anche quelli a dir poco epocali). Una madre tanto realisticamente in apprensione per la figlia non può che colpire e la performance della Burstyn resta indimenticabile. Ma azzeccate sono anche le figure di secondo piano come il detective impersonato da Lee J. Cobb che porta avanti la “terza strada” del film: dopo quella religiosa e medica, quella poliziesca. Il tutto amalgamato in un cocktail fenomenale. Nel 2000 la Warner Bros fa uscire nei cinema l'edizione integrale: una quindicina di minuti aggiuntivi che comprendono la scioccante discesa “a ragno” per le scale di Regan (esclusa all'epoca dallo stesso Friedkin perché ritenuta “troppo forte”), qualche dialogo in più tra i medici e la madre, alcuni fotogrammi inseriti qua e là (era tagliato con evidenza quello nel finale in cui si vede il viso di Karras trasformarsi in demone), degli insert pseudosubliminali col volto del demone e, è il caso di dire “dulcis in fundo”, un finale consolatorio che Friedkin aveva tagliato e Blatty avrebbe all'epoca voluto (si dice che lo scrittore si autocensurò nella sceneggiatura e Friedkin gliela fece riscrivere più “forte” per aumentare l'impatto drammatico). Un capolavoro, a tutti gli effetti. Marcel M.J. Davinotti jr. Chiudi
Vidi L'Esorcista all'età di 11 anni. Oggi, a 35 anni, provo ancora timore e paura nel guardare quello che considero un capolavoro assoluto del cinema. Penso che alcune scene ancora oggi facciano paura non tanto per quello che si vede ma per ciò che rappresentano. La paura del diavolo, la lotta tra il bene e il male, situazioni che la scienza non può spiegare. Una storia agghiacciante sotto ogni punto di vista.
Questo film si merita il massimo dei voti per il semplice fatto che fa paura. E non ci si deve impegnare in argomentazioni particolari quando un film nato per spaventare assolve appieno e con grande efficacia il suo compito. E forse va addirittura oltre pensando a come una intera generazione di teenager abbia visto questo film come uno degli agenti primari delle proprie paure e incubi giovanili (chi di noi 14enne non si è svegliato di notte con Regan di fronte?). Da somministrare con cautela.
Ciò che rende unico questo film, a parte le scene eclatanti, sono i molti particolari inquietanti che riescono a fare breccia nella mente di chi lo guarda, scatenandone le paure: i rumori in soffitta, l’innocente che diventa mostro, quasi a significare che nessuno è al sicuro (neanche i puri), le penombre... La sola porta chiusa della stanza di Regan, quasi a celare chissà cosa, è da brividi. Delle scene aggiunte colpisce solo la discesa disarticolata dalle scale della bambina. Tensione a livelli decisamente alti e attori all'altezza. Ineguagliato.
MEMORABILE: L'esorcismo, con vomito, insulti e la testa che ruota (una scena devastante).
Pietra miliare del genere horror e padre del non ancora esaurito sottofilone esorcistico, un film tetro e avvolgente, abilissimo nel costruire una prima parte di attesa (sorretta da un ottimo tratteggio dei caratteri dei personaggi) e una seconda prettamente orrorifica, ben resa da una messa in scena magistrale. Cast eccellente, tecnica ultraprofessionale; trascurabile invece il prologo e trascurata l'ottima Tubular Bells, udibile giusto per qualche secondo. In ogni caso, meglio l'edizione originale di quella, più diluita, del 2001.
A mio avviso sopravvalutato, rimane comunque un gran bel film anche se sicuramente inferiore all'ottimo romanzo da cui è tratto. Friedkin è un signor regista e riesce a raccontare la storia con rara maestria. Dove il film cede un pochino, a mio avviso, è nelle parti in cui l'orrore è reso più esplicito, mentre quando le immagini non cercano di essere scioccanti a tutti i costi l'atmosfera è veramente azzeccata e crea grande tensione. Il cast degli attori è di prim'ordine ed è un altro grande punto di forza della pellicola. Da vedere.
Devo ammettere che la prima volta che ho visto il film mi sono addormentata e, alla seconda visione, le cose non sono migliorate. Pur partendo ottimamente, con un senso di paura strisciante, lentamente la tensione cala davanti all'aumentare di scene splatter e di impatto puramente visivo. Pur restando una chiave di volta per il cinema horror e contando nel cast una rosa di ottimi attori, non prende come dovrebbe, forse proprio a causa degli eccessi. Molto più coinvolgente il romanzo di William Blatty, che ha curato anche la sceneggiatura.
Capolavoro (e pietra miliare) del cinema horror, che parte dal terreno della razionalità per condurre (lentamente, ma con risolutezza) verso sentieri demoniaci e cristianamente plausibili. Il corpo invasato (dal Maligno) di Regan MacNeil assume valenze universali e spaventose: l'innocenza predata e violata dal Male. Ma quello che genera vero terrore è il viatico tra i due mondi, rappresentato dagli psichiatri che rimandano alla Chiesa, mentre i preti rimandano alla scienza... Invasato.
MEMORABILE: Regan che promulga parolacce a Padre Lankester Merrin...
La quintessenza del cinema (nonsolohorror), impregnato in un contesto realistico, disturbante e allucinante. Friedkin è consegnato all'Olimpo degli immortali. Le bestemmie, i crocifissi usati come dildi insanguinati, capitan Gayo e il suo volto subliminal/spettrale, l'esorcismo finale, il volto di Regan posseduta... puro male fatto di carne putrida e pregna dei peggiori peccati. Quello che Friedkin fa è portare il puro orrore nel quotidiano: colpisce sotto la cintola e fa un male insopportabile, quasi fisico. Capolavoro assoluto e indispensabile.
MEMORABILE: La Madonna profanata nella chiesa; "Tua madre succhia i cazzi all'inferno Karras, avanzo di monaco senza fede!"; "Pluie du matin"; "Tu morirai lassù".
Si tratta del classico film che diviene molto celebre al di là dei suoi meriti, più per quello che rappresenta che per il suo vero valore. Non che sia brutto ma non è nemmeno quel capolavoro per cui alcuni cercano di farlo passare. Certamente alcune scene lasciano il segno e la sceneggiatura, nonostante qualche eccesso e qualche buco, è piuttosto buona nel creare un clima di crescente tensione. Allora fece molta paura, mentre oggi, forse, nessuno si spaventerebbe più. Mitica la colonna sonora dell’allora appena diciottenne Mike Oldfield.
Classico assoluto della cinematografia di tutti i tempi (e non solo del genere horror), L'esorcista è un film riuscito perchè scava nel profondo delle paure dello spettatore portantolo a diretto contatto con la fonte ancestrale di queste, il demonio stesso. Straordinariamente realizzato, il film presenta un insopportabile crescendo di tensione al quale contribuiscono non poco l'impeccabile fotografia, le ottime performances degli attori e le bellissime musiche. Memorabile.
Considerato un cult. Non si può negare che le successive declinazioni dello scontro tra bene e male che trarranno ispirazione dal film saranno molte. Lo sviluppo del soggetto è portato avanti con cura, pochi caratteri ma azzeccati e, in sostanza, un unico ambiente. Però è un racconto datato: rivedendolo oggi situazioni e evoluzioni della posseduta perdono forza, apparendo futili - molte scene del prologo nel deserto - o ridicole (le evoluzioni di Linda sul letto, alcuni dialoghi col prete). Lascia il segno ma non un evergreen.
MEMORABILE: Il suono del telefono nel silenzio. Regan che apppare durante la cena orinando sul pavimento.
Film lento, dove a contare sono più i dialoghi (una marea) che il plot narrativo che dovrebbe incutere paura. Certo, le scene della bimba posseduta non si dimenticano, ma il film si pone più come pietra miliare del genere che come film del genere horror quale almeno è inteso nel comune sentire.
Mi sono sempre attirato gli strali di tutti per questa dichiarazione, ma lo ribadisco: per me "L'Esorcista" è un film enormemente sopravvalutato, mortalmente noioso e per nulla spaventoso. Nonostante la differenza dei due soggetti, se paragonato a Non Aprite Quella Porta, uscito l'anno successivo, il film di Friedkin non fa assolutamente paura. Certo, ha i suoi momenti e la fotografia è eccellente, così come le musiche, ma il tutto sa molto di tirato per le lunghe e le scalmane dell'indemoniata sono francamente abbastanza ridicole. Da ridimensionare.
Pietra miliare del cinema horror e non solo. Friedkin parte dallo splendido e profondo libro di Blatty e lo trasporta in immagini rimanendo abbastanza rispettoso del testo. Film che spaventa (e non è poco) e che fa interrogare sulla natura dell'uomo e sul rapporto tra questi e Dio. Presonaggi intensi e scene mozzafiato per un'esperienza cinematografica irripetibile. Peccato che all'epoca la scena del dialogo sulla scala tra Merrin e Karras sia stata eliminata (è presente nella versione intergrale) perché era molto significativa, anche nel libro.
Incuriosisce davvero il fenomeno che sta alla base del successo di tale film. O meglio: non ciò che lo ha reso un horror di successo ma cio che lo ha reso L'HORROR per eccellenza. Tecnicamente siamo su buoni livelli, la recitazione è apprezzabile (anche se la piccola Blair rimarrà imprigionata nel personaggio e non riuscirà ad uscirne), il plot appare oggi abbastanza datato e forse il punto è proprio questo: per l'epoca tematiche nuove e trattate con originalità, ma oggi francamente la fama supera l'effettiva qualità di questo onesto horror.
Il miglior film horror di sempre, battuto solo dal libro dal quale è tratto. Minaccioso, violento e cattivo, eppure tratta il tema in modo corretto, senza confondere il bene ed il male. Con il demone contrapposto a Dio e alla Chiesa, le parti sono distinte senza compromessi e per questo il film non può offendere nessuno. Insuperato e probabilmente insuperabile!
Mediocre horror spirituale che scambia la religione per una barzelletta; non sono credente ma non sopporto gli sfruttamenti bassi con le sembianze di essere alti. Se ha segnato un'epoca è solo per la novità dell'assunto e perché in quegli anni si imboccava la strada del ripiegamento irrazionale e delle paure, dopo le feste degli anni 60/70. Il sogno di Rosemary's Baby basta e avanza per surclassare tutta questa pellicola. Bravi gli attori, ovviamente.
Fondamentale per la storia del cinema d'orrore, una vera e propria perla pietra miliare. Ottimo il cast a cominciare dall'inquietante Linda Blair. Max Von Sydow immortale nel ruolo del prete, Lee J. Coob e la Burstyn eccellenti. Troppe le scene da ricordare. A tratti ancora inquietante, da non visionare di notte.
Un film che fece scalpore, ma che ancora al giorno d'oggi rimane imbattuto quanto a qualità ed atmosfera. Un vero capolavoro del genere al quale è d'obbligo regalare successive visioni per raccogliere ulteriori commenti. Grandi le interpretazioni degli attori, ottimi gli effetti ed efficaci nonostante i tempi. Grande film.
Capolavoro assoluto. E davvero terrificante. Ancor'oggi, a ben più di trent'anni di distanza, la tensione, la potenza, il pathos, il terrore sprigionati da questa pellicola sono insuperati. Grandi prove d'attore (Ellen Burstyn su tutti), dovute anche, come sempre succede, ad una grande regia. Da non sottovalutare pure le sottotrame presenti: il conflitto interiore di padre Damien Karras, l'indagine dell'ispettore, la ricerca medica e psichiatrica, la battaglia "personale" fra il demone e padre Merrin. Grandissimo cinema, non solo horror.
Leggermente sopravvalutato, ma rimane un ottimo film. Ben costruito, sopratutto nella prima parte, con personaggi ben delineati e un cast d'attori impeccabile. La Blair ci ha costruito la carriera; Von Sydow è un Esorcista indimenticabile; Miller superbo. E, su tutti, un Lee J. Cobb di ammirevole sobrietà. Decisamente meglio la versione del 2000 con alcune scene reinserite per l'occasione. Comunque, troppo vomito.
Friedkin configura due spazi - l’uno di degrado spirituale, l’altro virgineo e intatto - la cui permeabilità è suscettibile di stratificate esegesi: da quella psicoanalitica (l’io conteso tra Es e Super io) a quella sociologica (strutturazione/destrutturazione). Magistrale nelle tempistiche e nel manifestarsi della sintomatologia diabolica, percorrere il crinale tra demenza e possessione toccando i nervi scoperti di un mondo ateo per meschinità e religioso per tornaconto; disperato, infine, perché incapace di sentire il sacro. Gli shock visivi non sempre scansano il ridicolo. Cast superbo.
Rimpiango solo una cosa: di non aver potuto vedere questo film nel '73, quando uscì al cinema. Perchè, ovviamente, vedere l'Esorcista negli anni 2000 non è come vederlo negli anni '70. Ciò non toglie che l'impatto del film è enorme: sia in termini prettamente qualitativi che emotivi (terrore, per essere precisi). Ma prima che un film horror l'Esorcista è in effetti un grande film, di una qualità impressionante sotto ogni aspetto, quasi irripetibile.
Di pochi film ho un così forte ricordo di tutte le (poche) visioni che gli ho potuto concedere. Dico concedere, perché questo è uno di quei film che posso vedere solo in determinate occasioni. È così presente la sensazione di disagio in ogni inquadratura che mi avvicino con cautela a quel Vhs o lettore. Non so neanche se consigliarlo: può impressionare più del dovuto! Malsano, sadico, malvagio. Sì, questo film è da maneggiare con cura.
MEMORABILE: La protagonista orina di fronte agli adulti.
La storia della ragazzina indemoniata è una pietra miliare dell'horror su cui c'è poco da aggiungere. Molti sono i punti di forza di una pellicola che, basandosi su una trama esile, riesce a creare una narrazione potente: il senso di mistero che infonde angoscia e tensione; gli effetti speciali raccapriccianti e sconcertanti; i volti "normali" dei protagonisti che mostrano come l'inferno risieda nella nostra normalità; il mix di fotografia e musica che contribuisce all'atmosfera. Da segnalare in italiano la voce "demoniaca" di Laura Betti.
Cult. Se visto integrale fa anche paura, rappresenta (bene) la storia di una possessione demoniaca. Friedkin si è impegnato e ottiene un film storico, che a distanza di anni è stato restaurato e riproposto in versione integrale (con la famosa scena "del gambero"). Bellissimo.
A quasi quarant’anni dall’uscita, appare tedioso nella sua demonologia da bancarella ed esilarante nella pornolalìa della Blair durante il carnevalesco esorcismo; più resistenti al tempo le parti in cui il Male risvegliato è solo suggerito attraverso simboli (la statua, il sole accecante, i cani in lotta, il pupazzetto somigliante a Pazuzu) che preannunciano sinistri l’imminente possessione. Rimane opera di elevatissima cura scenografica e di potenza interpretativa con le figure dell’anziano e stanco Von Sydow e dell’autoconsacrante Miller.
MEMORABILE: Il prologo nel deserto. La sagoma scura di Von Sydow con la valigetta. Il sacrificio finale.
Film di sicuro impatto emotivo, riesce a suggestionare lo spettatore facendogli provare momenti di vera paura. Considerando l'epoca della sua uscita, è stato un pugno allo stomaco, per molte persone. La storia è avvincente e, i protagonisti recitano alla perfezione, in quello che si può tranquillamente definire come uno degli horror più inquietanti mai prodotti. Film successivi, che tenteranno di imitarne temi e scene, non avranno la sua incisività. Essenziale.
Ottimo horror di una suspence davvero geniale e con un'assidua tendenza ai colpi di scena ed improvvisi punti di terrore che accellera ovviamente la tensione della pellicola. La sceneggiatura funziona molto come la regia, pur se quest'ultima è spesso lenta e paradossalmente "indifferente" alle trasformazioni di Sharon: ci sono pochi primi piani e "sbalzi" della camera. Il trucco fa il resto.
Il film del terrore per eccellenza. Blasfemo, disgustoso, terribilmente inquietante: William Friedkin prende spunto dall'omonimo libro di William Blatty e realizza una pellicola passata (con merito) nella storia del cinema. Ottima recitazione, inclusa l'indemoniata Linda Blair. Per la cronaca, Max von Sydow, all'epoca, aveva appena 42 anni (miracoli del trucco). Spaventosi effetti speciali (alcuni non reggono il confronto, ma ha pur sempre 37 anni). Consigliato, ma non la sera tardi...!
Film horror diablolico per eccellenza. Friedkin sa come mettere paura e se l'impossessata è una dodicenne il gioco è fatto. Opera che si fa apprezzare per i dialoghi e soprattutto per la fotografia e gli effetti speciali. Grande la Burstyn e Miller. Film che ha fatto epoca e che difficilmente nel genere ha e avrà pari.
Basta veder ragazze che vomitano verde e si pugnalano la vulva col crocifisso per gridare al capolavoro? Al di là di indubbie qualità come una fotografia lugubre azzeccatissima, bravi attori e uno sviluppo della psicologia dei personaggi davvero notevole, il film lento più del dovuto e le scene potenzialmente d'effetto (la Madonna trafitta in chiesa, le apparizioni luciferine) vengono rese con fiacchezza e indifferenza. In linea col film, tra l'altro. C'è una colonna sonora entrata nella storia sfruttata in un modo che dire penoso è un eufemismo.
MEMORABILE: "Fatti chiamare da Gesùùù... Fatti chiamare da Gesùùù...".
Per uno strano fenomeno di imprinting, questo film, che mi ha spaventato a 13 anni, ha sempre continuato a crearmi disagio ad ogni visione. Forse è solo suggestione, o forse per davvero la pellicola di Friedkin riesce a trovare punti di pressione che prescindono dall'età anagrafica dello spettatore. Se così è, e tendo a crederlo, è legittimo ritenere che "L'esorcista" sia un caposaldo assoluto del cinema horror, anche al di fuori della sua contestualizzazione anni '70, per la quale alcuni elementi del film possono sembrare datati. Sempiterno.
L’orrore che scaturisce dal quotidiano e che può in teoria coinvolgere chiunque ha contribuito ad imprimere il film nell’immaginario collettivo e questo ha lievitato oltre misura le credenziali di un film che si fa rispettare ma che ha delle repentine cadute sia nel ritmo che nella tensione. L’attenzione registica gli garantisce ancora un effetto anti-invecchiamento, ma un prologo troppo dilatato e certi congelamenti dello svolgimento hanno un peso riduttivo per il giudizio. Chi lo guarda per spaventarsi può rimanere molto deluso. **!
Un film terrificante soprattutto nella versione integrale. Una pellicola molto furba, che ha il suo punto di forza nella spiritualità e nella suggestione (non a caso, generalmente gli atei lo considerano una baggianata o poco più): credo sia proprio questo il suo segreto e l'elemento che non lo farà mai cadere di moda. Ottimo il cast, su tutti Max Von Sydow e la (allora) piccola Linda Blair. Da vedere assolutamente, magari non da soli.
MEMORABILE: La discesa delle scale di Regan posseduta.
Seminale e ben meditato, Friedkin mette insieme un film di serie A per dare una svolta al genere, servendosi di una buona sceneggiatura e di un ritmo costante. L'inizio è lento e un po' tedioso, ma fondamentale per preparare il climax malvagio: fra Dio e il diavolo, fra il salmodiare grave di Von Sydow e i tormenti di Miller, fra l'afflizione della Burstyn e il ruolo iconico della Blair, c'è un film denso e un po' datato, ma ben girato, di ampia fruizione potenziale e tutt'oggi disturbante.
A parte il fatto di essere credente o no, il film può essere visto dal di fuori dalla religione: Pazuzu o il Necronomicon (Evil dead) sempre energie malefiche sono (le parolacce però scandalizzano solo i preti). Un film che affronta un nuovo genere di orrore: la possessione. La sofferenza di una bambina che si ammala (potrebbe essere una qualsiasi malattia mentale) e la svolta soprannaturale della possessione demoniaca, dove però il male non vince del tutto e non impedisce di provare compassione per la bimba. Sicuramente un capolavoro.
Sgombrato il campo dalla polemica religiosa (che mi è sempre parsa fine a sé stessa), si rivela indubbiamente un punto di svolta del genere horror. Non un capolavoro ma un film con un'idea innovativa per l'epoca, in cui fra un mare di effetti speciali davvero notevoli si cerca di rendere la narrazione il più convincente possibile: l'orrore della madre (Burstyn) e la sofferenza del prete (Von Sydow) sono tangibili e la giovane Blair/Regan è un leggendario misto di disgusto e pietà. Suggestivo, scrupolosamente morboso.
MEMORABILE: "Giornata ideale per un esorcismo!"; la deflorazione; la discesa delle scale.
Sono rimasto assolutamente affascinato dalla regia, dall'atmosfera, dalla sceneggiatura (la scena dell'esorcismo è indimenticabile). La struttura narrativa è pressochè perfetta, tutto si incastona al momento opportuno. Il ritmo non lento abbinato ai dialoghi danno all'opera un fascino del tutto atipico e meraviglioso. Ulteriore punto di forza è rappresentato dal personaggio interpretato da Jason-Miller, calatosi benissimo nei panni del prete-psichiatra.
Uno dei migliori horror di tutti i tempi, il primo a esplorare il mondo degli esorcismi con un tripudio di effetti speciali inquietanti (il vomito verde, la testa che gira, la levitazione, la camminata da ragno). Ottima la tensione che si respira fin dall'incubo della bambina, celebre la colonna sonora e perfetto il cast (su tutti Von Sydow, la Burstyn e Miller). Un po' ripetitivi i vari esami medici a cui si sottopone l'indemoniata, ma è comunque un film che ha segnato una svolta nel cinema dell'orrore.
Bisogna avere una buona dose di idiozia per vedere prima di quest'opera la parodia fattane da Scary Movie... Ovviamente la maggior parte delle scene sono risultate più divertenti che terrificanti. Nonostante ciò l'Esorcista rimane un'opera immensa e ineguagliata; sono infatti numerosi i punti di forza: la straordinaria prova del cast, la colonna sonora (anche se sotto-utilizzata), l'atmosfera inquietante e la regia solida di Friedkin, la violenza dei dialoghi. Col tempo forse ha perso un po' di potenza, ma ciò non toglie il fatto che l'opera sia un capolavoro.
Ci sono da sempre film di cui, per ancestrali e non meglio sondati motivi, ritardo la visione. L'esorcista dell'ammiratissimo Friedkin è stato per anni tra quelli. Quando tempo fa, all'uscita dell'uncut, mi decisi, la pellicola mi si palesò come la profanazione di una tomba e i frames lenti, pesanti, implacabili mi destaron quel timor panico e di Dio che prima o poi ci prende(rà) tutti. Non ha nulla di reale questo capolavoro del disagio: è l'esasperazione programmatica dell'immanente, del tangibile, del controllabile che lo rende "spaventoso". Paura eh?
MEMORABILE: Gli sguardi straniati degli attori tutti, il loro parlare letterario e virtuale; il vento "favoloso" e improbabile che soffia.
L'horror per antonomasia, il più famoso, il più inquietante e anche il più saccheggiato nel tempo. La regia non lascia margini agli errori anche se la sceneggiatura alla fine non è che sia gran cosa. Alcune scene sono rimaste negli annali del cinema: il vomito verde, la rotazione della testa di 180°, la camminata a ragno, la masturbazione con il crocifisso. Così come frasi del calibro: "La troia è mia... chiavami!" Il turpiloquio inteso come elmento essenziale della caratterizzazione. Un bravo quindi anche ai doppiatori. Per stomaci forti.
Un'atmosfera plumbea cala sullo spettatore sin dal primo minuto, per attanagliarlo in un crescendo di paura dal momento in cui Regan si bagna in salotto, di fronte agli amici di famiglia. Friedkin esalta la brillante sceneggiatura di Blatty e raggiunge vette di tensione raramente toccate da altre pellicole del genere. Meravigliosamente girato, restituisce tutto il sapore degli anni Settanta e si avvale di grandissimi interpreti. Una pietra miliare difficilmente prescindibile, il cui solo titolo provoca a molti un brivido lungo la schiena.
MEMORABILE: La voce (italiana) della madre di Padre Karras.
Il volto della paura si è rivelato in tutto il raccapriccio nel 1973 con questo film che, onestamente, è da considerarsi epocale. Il demonio s'impossessa di una ragazzina qualunque, le deturpa il grazioso viso, la rende malefica, la fa masturbare con un crocefisso, bestemmiare (da rilevare la voce italiana della compianta Laura Betti), vomitare, deformare il corpo: immagini che oggi come allora attanagliano lo spettatore. La regia attenta e l'ottima fotografia ci fanno dimenticare un prologo un po' asfissiante.
La costruzione di un film horror deve vivere su una regola basilare: deve terrorizzare, altrimenti lo si può considerare come si vuole ma la sua natura primaria decade. Questo cult ci riesce benissimo (e purtroppo ho perso l'happening del 1973). Bravissimi gli attori (e i doppiatori), perfetto in tutto il resto. L'essere o meno credenti muta la chiave di interpretazione che può trasformare la possessione in orribile malattia mentale ma, per me, resterà sempre l'horror per eccellenza. Visione notturna solo per i cuori impavidi. Capolavoro. *****
MEMORABILE: La disperazione e l'impotenza della Burstyn di fronte ai disturbi della figlia.
Il più terrificante film drammatico di tutti i tempi, in grado di incutere orrore allo stato puro. Un capolavoro che ha generato decine di pellicole fra sequel e imitazioni, ma che resta l'unico, l'originale. Friedkin riesce a ricreare un clima cupo di tensione e di paura all'interno del quale il demonio troverà la sua linfa vitale per emergere in tutta la sua potenza occulta. La recitazione del cast è ai massimi livelli, l'orrore è servito nella sua essenza più nera. Impareggiabile esperienza cinematografica. Agghiacciante.
Il valore dell'opera è indiscutibile, ma per i miei gusti è claustrofobica, per quanto le scene iniziali facessero presagire una spaziatura ben più ampia. Inoltre vedo quasi più angoscianti tutte quelle torture, quelle analisi invasive con aghi, legacci e macchinari infernali dappertutto: per me è quasi più quello il diavolo che non la possessione che domina tutto il secondo tempo. E quel medico così becero e presuntuoso, che continua a tirar fuori il lobo temporale e mi ricorda il Manzoni nel capitolo della peste, non l'ho proprio digerito.
MEMORABILE: "Lo sai cosa ha fatto quella str... di tua figlia?!"
Capolavoro. Inquietante, malefico, sulfureo. Una mazzata per la psiche dello spettatore. Tutto fantastico: dalle ambientazioni agli effetti speciali, agli attori, alle musiche, ai dialoghi. Bella poi la suddivisione del film tra la parte "razionale" e la seconda "irrazionale". Inquietante...
Un capolavoro assoluto. Molto più di un horror, una rappresentazione cinematografica della potenza del Male e delle sue varie rappresentazioni (demoniache, soprannaturali ma anche umane e terrene), mai così intensa e potente nonostante siano passati quasi 40 anni dalla prima uscita cinematografica. Uno spartiacque non solo nel suo genere, ma nella storia del cinema tout court. Tesissimo, angosciante, perfetto nonostante (o forse anche grazie) alcuni eccessi, mille volte imitato ma mai, mai eguagliato minimamente.
Diretto da un autore di cult horror e passato alla storia per l'attrice-bambina traumatizzata. Ottimi cast e storia, scene veramente d'effetto (per l'epoca); questo e altro è "L'esorcista". Max Von Sydow non era così vecchio, all'epoca, eppure la parte gli calza a pennello. Brava Ellen Burstyn nella parte della madre di Regan. Linda Blair, la bambina scelta per la parte della posseduta, ha molte scene, diverse frasi audaci e un make up perfetto. Lee J. Cobb, da vecchio leone qual è, regala humor nero alla vicenda.
Straordinario capolavoro horror senza eguali che tratta il tema della ragazza posseduta dal demonio senza moderni effetti speciali e riesce comunque nell'intento di creare nello spettatore uno stato di paura e angoscia. L'esorcista è un film riuscito grazie a un'eccellente interpretazione degli attori (personalmente ho preferito la Burstyn) e a un grande tema musicale, anche se, a mio parere, non tocca il livello qualitativo del successivo e simile Profondo rosso, che ho apprezzato maggiormente...
MEMORABILE: La statua Pazuzu; Il prima e il dopo di Linda Blair.
L'horror più famoso nella storia del cinema, ma a mio avviso anche un film abbastanza sopravvalutato. Personalmente preferisco la prima parte, dove succede poco ma una tensione strisciante riesce comunque a ipnotizzare e inquietare lo spettatore. Poi diventa tutto troppo esplicito e molte scene, più che paura, suscitano ribrezzo. Resta comunque un lavoro ineccepibile sul piano strettamente tecnico e interpretato da un cast in ottima forma (peccato che la Blair sia sia praticamente fermata lì). Affascinante, ma anche disgustoso. ***
MEMORABILE: Il letto che trema; La discesa disarticolata delle scale; La testa che rotea; Il finale.
Caposaldo di una certa cinematografia horror diabolica che ha generato cloni in tutto il mondo. Tuttora attualissimo, si avvale di una colonna sonora magistrale supportata da un cast appropriato e momenti narrativi di grande impatto visivo. Il tema dell'esorcismo non poteva essere trattato più approfonditamente.
Non è solo un horror davvero terrorizzante, questo è un grande film. Il pregio migliore è la serietà con la quale tutta la vicenda, dal primo all'ultimo fotogramma, è trattata. Vi è un rigore assoluto e continuo, mai nessun cedimento di tensione. Merito di una regia e di una sceneggiatura solidissime. Notevoli anche le prove dei protagonisti.
Film che ha fatto epoca e ancora oggi suscita inquietudine. Blasfemo, inquieto, colmo di sensi di colpa, nevrosi, turbe psichiche... dentro al racconto troviamo un'infinità di cupe riflessioni e visioni. Più che un grande horror direi un ottimo film di genere, mai eguagliato.
Senza tante iperboli o giri di parole, non solo uno dei migliori horror mai girati ma un grandissimo film anche sottratto dal contesto prettamente di genere. Friedkin trasforma il romanzo di Blatty riuscendo a esserne al contempo fedele e pone domande suggestive mettendo a confronto in un loop da cortocircuito scienza e teologia. La possessione come invasione non solo del corpo, ma dell'io più intimo, quello della sfera sentimentale, familiare e istituzionale. Ad ammantare il tutto una regia che regala momenti di puro e altissimo cinema.
MEMORABILE: La bellissima carrellata che segue la passeggiata della Burstyn sulle note di "Tubular Bells".
Tirando le somme, il miglior film di Friedkin senza se o ma. La potenza di questo film supera le maglie del genere e si appresta a divenire una lezione raffinatissima sul come creare tensione senza ricorrere a inutili pacchianerie effettistiche - e se a distanza di anni riesce ancora a turbare, i motivi sono ormai chiari. Lo ritengo un vero capolavoro, un film-Bibbia che tanti dovrebbero studiare. Regia in stato di grazia, attori calatissimi nella loro parte. Un cult intramontabile.
MEMORABILE: Lo stacco di montaggio che ci mostra una chiesa deserta e un prete affaccendato che scopre la statua della Madonna brutalizzata.
Senza dubbio un capolavoro del cinema horror e demoniaco, se non altro per il grande impatto mediatico che ha avuto nei confronti del pubblico. Un film che suscita un'impressione pazzesca in chi lo guarda grazie alle musiche perfette, ai rumori che si percepiscono ovunque e alla tremenda e inimitabile figura della ragazzina indemoniata. Ottimo il doppiaggio italiano. Assolutamente da vedere, ma se vi impressionate facilmente guardatelo di giorno (e non da soli).
Un film che ha fatto epoca inaugurando il tema della possessione diabolica al cinema con l'ottima intuizione di associarlo a una violenza estetica che ha insegnato a molti. In effetti, ciò che colpisce è indubbiamente l'aspetto visivo, fotografia ed effetti speciali su tutto, mentre il resto non ha molto di eclatante. Perdipiù, alla lunga, la bambina sfigurata, urlante e vomitante smette di impressionare, per il noto principio fisiologico della sovraesposizione allo stimolo.
Ne è passata di acqua (non benedetta) sotto i ponti dell'horror per cui il film deve essere "storicizzato" per comprendere l'impatto che allora ebbe su un pubblico meno smaliziato di quello odierno. Forse sopravvalutato, ma è innegabile l'abilità della regia nel creare una crescente tensione, come pure l'eleganza della confezione e la buona prova del cast. Può essere visto come metafora della trasformazione di un bimba dolce e innocente in una adolescente ribelle, parolacciara ed impudica: processo ordinario ma nel quale questa volta a dar mano agli ormoni interviene il diavolo in persona.
Considerato il miglior film horror di sempre, ma io trovo più spaventose e inquietanti opere come Suspiria e Shining. L'abiltà tecnica e narrativa di Friedkin non si discute, come le interpretazioni memorabili di Ellen Burstyn, Max Von Sydow e Jason Miller. La vera rivelazione è Linda Blair "posseduta", doppiata magistralmente da Laura Betti. Il celebre tema di "Tubular Bells" (che lanciò il giovane Mike Oldfield) si sente poco ma resta legato indissolubilmente al film.
MEMORABILE: "Padre, aiuta uno che serviva la messa..."; La passeggiata della Burstyn sulle note di "Tubular Bells".
Titolo epocale per aver introdotto il Maligno nel cinema horror (e non solo). Malgrado il suo valore storico e l’ottimo livello tecnico di regia, recitazione ed effetti speciali, risulta spesso tedioso nelle situazioni non orrorifiche, mentre le scene di possessione, pur di forte impatto (anche per il fatto di avere una bambina come protagonista), spesso sfiorano la comicità involontaria (e non è un caso che il filone demoniaco abbia ispirato varie parodie).
MEMORABILE: La minzione di Regan in cucina; La rotazione della testa, il vomito verde e le bestemmie, con Linda Blair doppiata da Laura Betti.
E il male in Terra si mostrò qual era: una maschera ansante, nel letto, in sussulto e tu come sua madre, di fronte, disfatto. Bianca in volto nella camera in tumulto ti spalanca squarci d'oltremorte sondando: se non credi un cupo dubbio t'assale, se credi di sapere senti il sangue gelare. Com'è che giunta qui ora, nell'oggi digitale, la cupa scia d'orrore riverbera ancora? Forse perché cinema non era ma davvero l'inferno, che nelle sale del '73 come un lampo s'aprì si chiuse, nella notte nera.
A dispetto della sua fama di classico dell’horror moderno pare più un trattato teologico sulla fede e sull’eterno conflitto tra bene e male. Più inquietante che spaventoso, resta un oggetto indecifrabile ma affascinante che si presta a molteplici interpretazioni (specchio scuro dell’America nixoniana, estremizzazione del processo di ribellione adolescenziale). Come ha spiegato lo stesso Friedkin è un film realistico su deventi soprannaturali e proprio nella sua dualità tra ordinarietà quotidiana e anormalità demoniaca sta il suo punto di forza e la sua originalità.
MEMORABILE: Il prologo archeologico; Le visioni della madre di Karras; I rumori in soffitta; Il volo finale di Karras lungo la gradinata; Il poliziotto cinefilo.
Sarà pure un’icona del cinema mondiale, ma quest’horror religioso prima di ingranare costringe lo spettatore a più d’uno sbadiglio. Bella fotografia ed effetti speciali leniscono solo in parte momenti prolissi (la prima parte, le indecisioni di Padre Karras: che voleva di più? un disegnino?) o stucchevoli (la passione dell’ispettore per il cinema). L’impertubabile faccino di Mr. Ripley, a esempio, spaventa ben più del devastato volto della piccola Regan.
MEMORABILE: Regan volta il capo a 360°; L’arrivo nella sera di Padre Merrin; Regan scende le scale a gambero e vomita.
Film horror che ha segnato un'epoca e che ha riempito di incubi milioni di spettatori. Irrobustita da un'ottima sceneggiatura e da straordinari effetti speciali, la pellicola, dopo una lunga attesa iniziale colma di tensione, sfocia nella più cupa e orrorifica rappresentazione del maligno, che sfigura una graziosa adolescente trasformandola in una maschera difficile da dimenticare. Qualche esagerazione (il vomito o la camminata sul soffitto), ma attori ben calati nella parte, tra cui spicca il grande Von Sidow. Musiche cult di Mike Oldfield.
Valutazione difficile: assai curato nei dettagli (l'uso schizofrenico del sonoro, ben valorizzato anche nel doppiaggio italiano), il film ha il merito di mantenere sempre "realistica" la rappresentazione. Ha un solo difetto, ma non da poco: che proprio non sono mai riuscito ad appassionarmi, né tanto meno a spaventarmi, di fronte a questa iconografia di rituali vetero-cattolici, ma comprendo che per il palato Usa assuma lo stesso sapore esotico che ha per noi il rito voodoo di un qualsiasi cannibal-movie. Quindi "solo" buono.
MEMORABILE: La camminata a ragno per le scale: ripristinata nella versione integrale, era rimasta assente per 30 anni, ma era come se ci fosse ugualmente.
L'horror per eccellenza, diretto da un Friedkin ispirato. L'impostazione dell'opera è ottima e ha fatto scuola a centinaia di film dei nostri giorni: breve introduzione misteriosa (nel mondo arabo di quarant'anni fa); salto spaziale e presentazione del problema; risoluzione difficoltosa e sacrificata del mistero, con finale ambiguo. Si apprezza notevolmente la scelta di non inserire scene shock ma piuttosto di creare una suspense (quei gradini, quella porta...). Impressionante tutt'oggi per l'audacia. Bravo Friedkin!
Capolavoro assoluto del cinema mondiale che non ha bisogno di commenti; togliendo i primi 15 minuti, il film è un continuo crescendo di tensione che ha pochi eguali; agghiaccianti le sequenze in camera con il turpiloquio assiduo della piccola Regan verso i due uomini di chiesa e certi trucchi di scena che tutti ricordano. Memorabile.
MEMORABILE: La piccola Regan che parla con la voce della madre di Padre Karras.
A tratti davvero angosciante, è una di quelle pellicole destinate a segnare un'epoca, tanto per la qualità dell'opera in sé quanto per la censura subita, che ha contribuito a farne un mito. La tensione è alta per buona parte della durata e vedere la povera ragazzina in preda al Diavolo è inquietante e commovente. L'unica pecca è il finale, quando si esagera scadendo in parte nel grottesco, con scene più ridicole che paurose. Ad ogni modo grandissimo.
Uno dei film più spaventosi e terrificanti sulla possessione demoniaca. Linda Blair straordinaria in un'interpretazione intensa e agghiacciante ancora oggi tra parolacce, bestemmie, vomito verde e crocifissi tra le gambe. Ellen Burstyn fantastica, monumentale la coppia Max von Sydow e Jason Miller, che nelle scene dell'esorcismo finale dà il meglio: i brividi sono assicurati. Capolavoro senza tempo.
MEMORABILE: Gli esami a cui viene sottoposta Regan; La testa che gira; La statua della Madonna vandalizzata; L'arrivo notturno di Padre Merrin a casa MacNeil.
Film che ha fatto la storia del cinema. A rivederlo ora colpisce l'atmosfera profondamente malata e realisticamente demoniaca che nessun altro film ha saputo più ricreare. Merito di Friedkin, che gira un demoniaco con il realismo dei polizieschi settantiani. Linda Blair assolutamente perfetta e impressionante nel ruolo della vita ma anche l'esorcista di Von Sydow non si dimentica; ottima pure la Burstyn. Effetti speciali che ancora oggi fanno impressione e musiche che sono diventate un must. Basilare.
MEMORABILE: Il bellissimo prologo in Iraq; Le manifestazioni della possessione (ruotamento testa 180°, vomito verde, uso improprio del crocefisso).
Pellicola di un’importanza storica non indifferente in quanto mai prima di allora la possessione demoniaca era stata affrontata in maniera così esplicita. La fortuna è stata in parte questa poiché il soggetto è semplice e si racchiude in poche righe. È anche vero, però, che può contare su una narrazione efficace e sull’intuizione di aprire all’orrore con estrema lentezza e intelligenza cinematografica. L’idea di renderlo cupo e opprimente si è rivelata funzionale in quanto aiuta a trasmettere ansia e angoscia. Semplicemente irrinunciabile.
Così soporifero che più soporifero non si può, ha una trama da b-movie e se non fosse per l'enorme pubblicità sarebbe entrato nella lista dei più grandi flop cinematografici; i ritmi sono decisamente lenti, si può dire che la pellicola inizi dopo un'ora inoltrata su due è un quarto. Come se non bastasse, ogni azione degli attori è prevedibilissima e metà del doppiaggio (in italiano) lascia molto a desiderare. La totale assenza di jumpscare fa di questo film un thriller psicologico raffazzonato alla meno peggio piuttosto che un horror.
MEMORABILE: Regan posseduta che scende giù per le scale al contrario; Il regista ubriaco al ricevimento; Gli sproloqui del tenente Kinderman.
Sarebbe folle non riconoscerne l'importanza storica e sarebbe altresì ingeneroso criticare la regia di Friedkin, puntuale e meticolosa. Il punto debole del film è invece la sceneggiatura, che in più d'un'occasione rallenta vistosamente. Rimane comunque un film da vedere, soprattutto nelle versione integrale restaurata, con molte scene cult e interpreti assolutamente all'altezza, soprattutto Linda Blair, presente anche nel sequel.
Sarà che non sono sensibile a tutta una serie di temi, ma trovo il film veramente sopravvalutato. Non nella confezione di lusso (il budget andava sopra i 10M!) o nelle prestazioni attoriali eccellenti, ma proprio nella storia: il 70% del film è pura noia, tra meticolose descrizioni di riti religiosi esorcistici o divagazioni sulla vita privata dei personaggi. La parte eccellente (e la sola in cui si sente la tensione grazie alla maestria di Friedkin) è quella in cui la madre si accorge che Regan non ha solo problemi mentali...
MEMORABILE: La prima visita del poliziotto a casa di Regan, piccolo capolavoro di tensione registica.
In seguito a un ritrovamento, una dodicenne verrà posseduta. A parte gli effetti speciali di mobilia volante e verdi liquami, colpisce il lessico utilizzato che è ancora oggi disturbante e violento. Blasfemìa che si scontra con le credenze e la medicina e che fa sentire impotenti. Brava la Blair (con doppiaggio della Betti che fa la differenza), la Burstyn si atteggia a madre disperata e contorno maschile più di presenza che di sostanza. Friedkin abile nelle scene notturne con le scalinate come una discesa all'inferno.
MEMORABILE: La minzione per terra; La lievitazione; La Burstyn che entra in scena a scuola.
Epocale, uno di quei classici che possono piacere o no ma che in ogni caso restano dei capolavori; è anche uno di quei pochi film superiori al libro da cui sono tratti. L'opera di Friedkin è molto inquietante ma, nonostante sia invecchiata benissimo, oggi non ha più la forza di terrorizzare lo spettatore come alla sua uscita, in quanto il pubblico moderno non è più ingenuo come quello di una volta. Indimenticabile e impressionante il trucco della piccola Regan. Uno di quei film da vedere prima di morire...
Ognuno ha i propri scheletri nell'armadio, le proprie passioni inconfessabili o, al contrario, i superclassici che non hanno fatto scattare la scintilla. Mi ci è voluta una seconda visione, opportunamente calata nel suo contesto storico, per permettermi di apprezzare alcuni aspetti non compresi in prima battuta (su tutti, il probabile peso dei complessi psicologici sul comportamento di padre Kerrin e sulla possessione di Regan), ma altre sequenze (l'incipit archeologico, il finale ex abrupto) continuano a essermi profondamente alieni.
Film straordinario. Recupera alcune prospettive del cinema anni 30-40 degne di Orson Wells o della Hammer per produrre un risultato non particolarmente ritmato da decisamente coinvolgente. Cinquant'anni dopo, le scene pulp sono quelle peggiori, riducono la qualità del film. Che invece rimane straordinaria quando naviga nel confine tra la religiosità e le malattie mentali, quasi come La notte del demonio, rovinato proprio alla fine. Formidabile la voce originale della Blair da posseduta.
Strepitoso. Intendiamoci, ha i suoi difetti: alcune scene sono eccessivamente lente e c'è qualche momento della sceneggiatura non esaltante. Ma l'atmosfera, sia all'interno che all'esterno della camera di Regan, è straordinaria, intatta nonostante gli anni che passano. Tutti gli attori offrono una grandissima prova e l'andamento tensivo del film è perfetto. Si riflette sulla religione, sul male, su tutto. Effetti speciali straordinari per l'epoca. Cult da vedere più di una volta.
L'accoppiata Friedkin-Blatty sforna quello che è forse il film horror per eccellenza. Lo script conserva i toni cupi da dramma esistenziale del romanzo, ma sfoltisce la tecnicità dei dialoghi e lascia giustamente spazio all'esibizione visiva dell'orrore, lasciando poco e nulla all'immaginazione, col semplice fine di disturbare e spaventare il pubblico. Frasi passate alla storia, sequenze indimenticabili, interpretazioni perfette (la Burstyn e Miller su tutti), il riff di "Tubular Bells": una pietra miliare che ha superato la prova del tempo.
MEMORABILE: L'inizio in Iraq, davvero suggestivo; I flash sul volto del demone; L'uso improprio del crocifisso; I dialoghi fra Karras e Regan; L'esorcismo finale.
Due film paralleli male amalgamati: da una parte la commovente vicenda (che avrebbe meritato un pallinaggio alto) di un prete psichiatra che la disagiata vita familiare ha portato a perdere la fede; dall'altro una storia di possessione demoniaca estremizzata sino al ridicolo con trucchi ed effetti speciali pessimi (per tacere di psichiatri e preti che, di fronte a una ragazzina dal volto ributtante, la forza sovrumana e le capacità telecinetiche, ancora parlano di malattia mentale).
MEMORABILE: La statua della Madonnina seviziata (il top dello scult).
Il film che più di tutti ha saputo raccontare l’orrore, trascinando il male (assoluto) nel contesto familiare, privando la fanciullezza della sua alba e lo spirito del suo corpo. Puro distillato di suspense psicologica, manuale di ritmo e tempistica, iconograficamente leggendario e narrativamente ancora insuperato. La Burstyn, poi, è di una bravura da pelle d’oca.
Pietra miliare del genere. Aa suo tempo il film ebbe il merito di scandalizzare e spaventare il grande pubblico con un argomento e un linguaggio mai utilizzati in precedenza. A distanza di quasi cinquant'anni il film non fa più la stessa paura (nonostante si provi comunque un po’ di terrore), ma resta un grandissimo film, grazie alla sapiente regia e alla buona prova del cast. Una menzione speciale anche agli effetti speciali, che non fanno sentire più di tanto il mezzo secolo passato dall’uscita nelle sale. Non sembra proprio invecchiato!
MEMORABILE: L’esorcismo finale; La scena della levitazione.
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In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DiscussioneZender • 16/07/19 14:06 Pianificazione e progetti - 46952 interventi
Herrkinski ebbe a dire: Zender ebbe a dire: Una "commedia" è scritto... :) Vedrei bene una versione teatrale de L'esorciccio con qualche comico di razza...
L'esorcista in teatro? Operazione perlomeno curiosa visti i prevedibili effetti speciali,o no?
DiscussioneBuiomega71 • 17/07/19 10:37 Pianificazione e progetti - 24802 interventi
Già CARRIE finì a Broadway
HomevideoRocchiola • 16/12/20 10:58 Call center Davinotti - 1224 interventi
Rivisto il BD Warner su nuovo schermo Ambilight da 55 pollici. Confermo l'ottima qualità del prodotto che anche su uno schermo di grandi dimensioni offre immagini nitide e ben dettagliate, dai colori equilibrati e con una grana di fondo del tutto naturale per una pellicola di questa epoca (ci sono solo alcune brevi sequenze dove la granulometria diventa più invasiva). I neri potevano forse essere più profondi e contrastati ma ripeto nel complesso per un film di quest'epoca il livello è ottimo. Audio italiano un pò basso ma nitido.
DiscussioneZender • 8/05/22 08:29 Pianificazione e progetti - 46952 interventi
Era sbagliato il settembre 1985 riportato nel flanetto del film di Friedkin. La prima visione dell'Esorcista, come riporta la Stampa, è del 5 ottobre 1984. Corretto, grazie.