Ormai Steve Martin, dopo PARENTI, AMICI E TANTI GUAI, pare aver preso definitivamente la strada della commediola innocua per famiglie. Così ecco pronto il remake del PADRE DELLA SPOSA (che, curiosamente, avrà un seguito che è il remake del seguito del film originale e cioè PAPA’ DIVENTA NONNO, trasformatosi in IL PADRE DELLA SPOSA 2, ma anche i titoli originali erano diversi). La struttura è la stessa,...Leggi tutto con il padre che racconta in prima persona, ma il remake non è incisivo come il modello e, pur se Steve Martin resta come sempre bravissimo e capace di espressioni comiche eccellenti, la ricostruzione della famiglia-tipo americana è troppo all'acqua di rose, ruffiana e mielosa. La fotografia stile TV-movie fa il resto e il folgorante inizio (la prima mezz'ora è senza ombra di dubbio superiore allo scontato secondo tempo) non trova riscontri nel prosieguo, infarcito di faccine dolci, lacrime e poche altre gag riuscite veramente bene. Martin Short nella parte del coordinatore di matrimoni ad esempio è bravo ma si ritrova a dover fare i conti con una parte sciocca e antipatica (e dire che i doppiatori italiani si sono inventati per lui in dialetto italo-americano stranissimo e singolare, quasi incomprensibile...). E’ l'apocalisse del politically correct e se non ci fosse Steve Martin (come se d’altronde nell'originale non ci fosse stato Spencer Tracy) con la sua abilità ci troveremmo di fronte a un polpettone indigeribile, perché anche Diane Keaton è prigioniera di un personaggio esageratamente accondiscendente e passivo. Il fratellino della sposa è Kieran Culkin, nella vita fratello del celeberrimo Macaulay.
Divertente remake del classico interpretato nel 1950 dal grande Spencer Tracy. Al suo posto c'è un altrettanto divertente Steve Martin, letteralmente esplosivo nei panni di George Banks preoccupato dapprima per i costi esorbitanti del futuro matrimonio e poi del futuro della figlia. Splendido anche il cast di supporto, con una brava Keaton, una radiosa Williams e un memorabile Martin Short nel ruolo di Fronk, esperto cerimoniere. Con un seguito altrettanto spassoso.
MEMORABILE: "E prudenza alla guida. Ricordatevi di allacciare il preservativo... Le cinture di sicurezza. Lapsus! Lapsus!"; l'incontro con Fronk; al Supermercato.
Pallido remake di un classico del cinema americano, decisamente più riuscito. Su un tema sempre di attualità, il regista Shyer dirige con stile alquanto anonimo quasi una commedia degli equivoci che non manca di momenti divertenti (sopratutto affidati a Martin Short) e si avvale di buone interpretazioni (specie di Martin e della Keaton) ma manca dello stile e dell'eleganza della coppia Taylor/Spencer del film originale.
Uno dei pochissimi esempi di remake riuscito di un film che veneriamo. Steve Martin è perfetto e riesce nell'arduo compito di dare un carattere e una faccia diversi e nonostante questo ugualmente adorabili e divertenti, al padre sommerso dai preparativi del matrimonio della figlia giovanissima. Ottima anche la Keaton, nella parte della paziente moglie/madre della sposa, da antologia Martin Short nella parte di Fronk, l'esperto assunto dalla madre della sposa per organizzare cerimonia e rinfresco.
MEMORABILE: Praticamente tutte le scene che hanno per protagonista Fronk il cerimoniere. E la sposa, vestita di bianco, con le scarpette da ginnastica ai piedi.
Il remake dell’omonimo film di Vincente Minnelli non fa rimpiangere il precedente, grazie alla buona performance di Steve Martin e al buon ritmo. Il film rimane fedele all’originale riuscendo però a caratterizzarlo nell’epoca attuale e questa combinazione raggiunge un buon equilibrio. Certo, non siamo di fronte a un capolavoro, ma quando si riesce a ridere di gusto in mezzo a tanti film comici che non fanno ridere, allora il giudizio non può che essere positivo.
Il film è sicuramene godibile e non delude chi si aspetta situazioni paradossali e le classiche mimiche e facce stralunate di Steve Martin. Il tutto è girato con un certo stile, con la Keaton e il divertente Short efficaci nei rispettivi ruoli. La prima parte è più vivace e scoppiettante, nella seconda ci si incanala verso dialoghi più "posati".
Film molto simpatico dove a svettare è Steve Martin, preoccupato padre per la figlia prima e per i costi del matrimonio poi.... gli fa da contraltare una tranquilla e bella Diane Keaton, mentre Martin Short è decisamente divertente nei panni di Fronk, caricatura di stilisti, coordinatori e quanto si voglia vedere; comunque la situazione non è molto diversa da tante famiglie italiane...
MEMORABILE: La " decimazione" degli invitati causa troppe spese.
Nonostante la simpatia del bravo Steve Martin, la macchietta del povero Short (penalizzato da un doppiaggio demenziale) e qualche gags divertente nella prima parte, ho trovato questo film detestabile, per quanto era amabile invece l'originale con Spencer Tracy. L'antipatica coppietta di promessi sposini è quanto di più conformista si possa immaginare, con una acquiescenza a riti matrimoniali assurdi vissuti come una questione di vita o di morte. Stucchevolissima la parte conclusiva. 2 palle per Martin, ma il film ne merita 1
MEMORABILE: I cigni vivi: ma perchè Steve Martin a quel punto non ha imbracciato il fucile e sparato, non ai cigni ma al cerimoniere?
Il modo per vedere e giudicare serenamente queste pellicole è quello di non paragonarle all’originale. Per questo motivo non si può dire che la pellicola non sia gradevole e divertente ed alla fine il risultato non sfigura troppo rispetto all’originale. Si lascia guardare.
Sufficienza piena per un film che, essendo un remake, sarebbe stato accostato immediatamente al film originale pagando sicuramente dazio. Invece ne viene fuori uno spettacolo dignitoso, con uno Steve Martin che non sarà mai Spencer Tracy ma che, impegnandosi al massimo ed essendo professionalmente ineccepibile, riesce ad essere credibile nel suo ruolo. Splendida la Keaton, assolutamente regina madre in ogni scena in cui appare. Buona la regia di Shyer. Consigliato. ***
MEMORABILE: Il muscuglio di linguaggi usato da Fronck.
Nella parte iniziale il film è godibile, grazie alle doti comiche di Martin e alcune scene divertenti; nel prosieguo, però, la trama s’ammoscia, il ritmo cala, i personaggi si riducono a macchiette. E poi disturba l’opulenza tipica del nordamerica più che benestante, ostentata in modo che vorrebbe essere divertente (il matrimonio, secondo i miei calcoli, dovrebbe costare 150mila dollari, nel 1991), finendo però per avere connotati classisti. C’è di meglio.
MEMORABILE: Quando il padre, durante la prima visita ai consuoceri, chiede di andare in bagno; La sposa usa scarpe da ginnastica per la cerimonia!
Ci sono momenti in cui si ha voglia di guardare un film sereno, disimpegnato, divertente, scorrevole, senza pretese ma fatto con stile e dimestichezza col genere: ecco un bell'esemplare che risponde a tutte le caratteristiche. Molto del merito va allo scatenato Steve Martin, padre amoroso ma parsimonioso, che sembra remare contro ma in realtà rispetta la figlia e le sue scelte. Umorismo alla sua maniera, a volte un po' surreale (il regalo che sfiora la rottura tra la coppia!), a volte convenzionale, ma sempre capace di strappare "riso e sorriso". ***
Addentrarsi nel territorio dei remake è sempre una scommessa. Steve Martin ci mette del suo e risulta sempre simpatico. La Keaton prova a stargli dietro e se la cava tutto sommato bene. Tralasciando il finale scontato, il resto è assai poco efficace (primo fra tutti il futuro genero di Martin e la sposina, di uno stucchevole assoluto). Martin Short è penalizzato dal doppiaggio, ma anche il ruolo è terribilmente fastidioso. Un film che merita una visione, ma non aspettatevi grandi risate.
Un classico di Vincent Minnelli degli anni '50 viene aggiornato agli anni '90, sostituendo Spencer Tracy con il comico Steve Martin e Liz Taylor con l'esuberante e sportiva Kimberly Williams. Benché inferiore al prototipo, il remake riesce comunque bene grazie alla verve di Steve Martin, padre amorevole e geloso della figlia che si sposa. Da menzionare Diane Keaton nel ruolo della moglie di Steve Martin e il simpatico Martin Short nel ruolo di Fronk, anche se nella versione italiana si perdono almeno il 50% delle sue battute. Con un seguito.
Il tipico film leggero da vedere e rivedere in famiglia senza che annoiarsi mai, funziona e diverte grazie principalmente alla bravura di Steve Martin. La parte iniziale è sicuramente la migliore e la più divertente, la seconda va un po' in calando ma nel complesso regge. Nulla di epico, ma film come questo, che anche alla centesima visione non annoiano, vanno comunque premiati.
Remake del classico anni Cinquanta che non sfigura di fronte all'originale; merito di un buon cast, con Martin e Short su tutti ma anche la Keaton, Newbern (belloccio capace di recitare) e la Williams. Malgrado si rida abbastanza (grazie alla mimica di Steve Martin) rispetto all'originale è accentuata maggiormente la componente psicologica del rapporto padre-figlia lasciando trasparire una sincera nota di commozione finale. Zuccheroso quanto si vuole ma la visione la merita tutta.
MEMORABILE: "Prudenza alla guida"; La partita di basket (con le immagini della figlia prima bambina e poi adolescente); La parte finale del matrimonio da sogno.
Esempio di commedia americana leggera, che segue uno schema collaudato (alternanza di gag e buoni sentimenti) e lo fa nel modo migliore, con tutte le tessere del mosaico al posto giusto. La sceneggiatura è frizzante, offre risate e momenti di tenerezza nella giusta dose e il cast è semplicemente perfetto. Martin fa ciò che dopo i primi film gli è riuscito meglio: il padre di famiglia; gli altri lo assecondano bene, dalla sempre brava Keaton fino a un Martin Short esilarante e sopra le righe. Bene il ritmo, confezione ineccepibile.
Brillantissima commedia con uno spassoso Steve Martin protettivo padre della futura sposa; tutto ruota intorno all'organizzazione del matrimonio. Preoccupazioni e timori classici nei confronti della figlia vista sempre come una bimba sono il motore trainante della vicenda. Short ha il compito di sparigliare le carte con il personaggio dell'organizzatore dell'evento, aiutato da un doppiaggio cartoonesco e talmente caricaturale da funzionare alla grande. La Keaton, da donna perfetta, mantiene in equilibrio il tutto.
MEMORABILE: Steve Martin perennemente in scarpe da tennis: adorabile!
Il trio vincente del film è costituito da Martin, Keaton e Short (Franck). Per il resto è un discreto remake, che ha momenti genuinamente divertenti alternati a qualche pausa, in una confezione per famiglie. Certo, quando Martin è alle prese con Franck, torte, numero invitati, cifre astronomiche e genitori di lui, la pellicola dà il meglio; e alla fine, seppur non tutto sia allo stesso livello, si sarà stati testimoni di un evento, sulla carta gioioso, in grado di sconvolgere la vita di un padre che continua a vedere la figlia come se avesse ancora dieci anni. Non male.
MEMORABILE: Il diverso modo del padre di guardare lui rispetto alla madre; La visita ai consuoceri; Da Franck; Il preventivo al telefono; Al supermarket.
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