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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Si fiutano, si riconoscono, si avvicinano... ma non sono vampiri come il cinema horror ci ha insegnato comunemente a identificare una setta di esseri più o meno sfortunati costretti a fare vita nomade lasciandosi dietro una scia di sangue. L'unica vera differenza sta qui, e in verità non è poi una differenza tanto sostanziale: il modus operandi, i turbamenti interiori, le crisi e i drammi - almeno fino al momento della consumazione del pasto - sono in fondo gli stessi, e volendo trovare il parallelo più prossimo si potrebbe infatti citare IL BUIO SI AVVICINA della Bigelow, che ugualmente si sviluppava on...Leggi tutto the road tra immagini di forte suggestione, improvvisi squarci sanguinari (contenuti, nei limiti del possibile) e una raffinatezza di fondo che si vorrebbe autoriale. E lo è, in fondo, perché Guadagnino ha dimostrato di aver acquisito sul campo i gradi di regista non qualsiasi, notato dagli americani e pronto a confrontarsi col cinema di serie A.

Il suo film però, privo di ogni spinta originale, non fa che percorrere strade già ampiamente battute sperando che la variazione cannibal (e relative, scontate metafore) sia sufficiente a renderlo riconoscibile. Non è così, ma pur rimanendo nel solco di un percorso horror ampiamente codificato, BONES AND ALL trova la sua ragion d'essere nella messa in scena elegante, in due interpreti giovani indubbiamente tagliati per la parte (soprattutto Chalamet, truccato orrendamente) e in una impronta giovanile segnata anche da un sincero amore per la musica che spazia dai Duran Duran ("Save a Prayer" al momento del primo attacco) ai Kiss di "Lick it up" (ballata a lungo da Chalamet in stanza), da una maglietta di Cyndi Lauper a un vinile dei Def Leppard ("Pyromania").

Al centro sta comunque lei, Maren (Russell), che dopo una prima adolescenza trascorsa col padre, viene da lui lasciata trovandosi a proseguire la strada da sola. Il primo incontro illuminante è con Sully (Rylance), uno "dei loro", che le impartisce le prime lezioni di vita spiegandole "come funziona", personaggio viscido e insinuante. Molto meglio Lee (Chalamet), destinato a diventare compagno di viaggio e amante, spirito libero e romantico come da copione, con cui Maren passerà attraverso diversi Stati (tutti debitamente indicati dalla relativa sigla enorme in due lettere sovrimpressa all'arrivo) sperando di raggiungere sua madre (se ancora viva). Unico appiglio per farlo è il certificato di nascita, da cui risalire... Nel mezzo incontri di ogni genere, ad esempio con chi - sempre del ceppo "cannibale" – insegna ai due cos'è il "pasto totale", ovvero lo spolpamento della vittima prescelta ossa comprese ("Bones and all", appunto).

Ottime riprese degli ampi spazi americani, tramonti e luci notturne, più in generale un'attenzione non comune a paesaggi e inquadrature che conferma una perizia registica superiore. Poi però quel che resta è poco, e anche gli scambi tra i protagonisti insistono su comportamenti prevedibili che non predispongono a seguire con grande interesse l'opera; a tratti indubbiamente azzeccata, più spesso autocompiaciuta (buona parte degli interventi di Rylance), si dimentica facilmente anche nei suoi rapidi passaggi splatter, banchetti antropofagi che al solito lasciano i divoratori imbrattati di sangue neanche avessero sbranato un battaglione.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 14/11/22 DAL BENEMERITO DEEPRED89 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 31/03/23
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Deepred89 14/11/22 15:35 - 3701 commenti

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Struttura da road movie a stelle e strisce per un Twilight con cannibali al posto dei vampiri, attentamente aggiornato alle mode dei nostri anni Venti ma ciononostante privo della pretenziosità e della staticità che avevano reso indigeribili altri lavori del regista. Tra ampie digressioni sentimentali con canzoni sdolcinate in allegato, ogni tanto ci si ricorda della tematica del film e in un paio di casi si azzarda il colpo basso, ovviamente senza esagerare. La narrazione ogni tanto gira a vuoto e il pre-finale quasi da slasher appare pretestuoso, ma non ci si annoia. Cast efficace.
MEMORABILE: L'incontro notturno sotto la pioggia e ciò che segue: un approccio quasi jarmuschano al tema del cannibalismo che si esaurisce in una sequenza.

Orson 28/11/22 14:24 - 118 commenti

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Guadagnino realizza quasi una versione horror del suo film più famoso, sostituendo l'attrazione omosessuale con quella cannibalesca. Il film scorre abbastanza bene, soprattutto grazie alla magnetica protagonista femminile, più che a Timothée Chalamet che fa il bello e dannato quanto basta. Efficace anche la struttura da road-movie con la fuga attraverso gli USA, che riaggiorna il celebre Lolita. Le scene cruente sono ben dosate e calate all'interno di una narrazione da dramma melò adolescenziale. Riuscito mix di generi, anche se non esaltante. Inferiore a Suspiria.

Xamini 29/11/22 10:48 - 1244 commenti

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Impossibile non pensare a Lasciami entrare o Solo gli amanti sopravvivono. Lì i vampiri, qui i cannibali ma il focus non è l'elemento splatter, comunque presente: è una storia di solitudine, di ricerca disperata di contatto, di amore, di diversità, di impossibilità. Guadagnino si affida al suo attore feticcio e a una bellissima Taylor Russell costruendone la fuga attraverso un road movie in cui non tutto riesce aggraziato o equilibrato, ma ha mestiere e inanella qualche momento particolarmente riuscito o teso e porta a casa un lavoro tutto sommato discreto.
MEMORABILE: L'incontro in manicomio; Il falò con i due cannibali.

Silvestro 5/12/22 07:21 - 357 commenti

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"Bones and all" è fondamentalmente un film romantico che mischia anche altri generi, in particolare il road movie ed elementi splatter con alcune tinte horror. Il guazzabuglio che ne viene fuori si lascia guardare, anche se è ben lungi dall'appassionare. Si nota, tuttavia, una certa cura nella fotografia e nella regia. Le scene di paura sono le migliori e destano lo spettatore che altrimenti rischierebbe di intorpidirsi. Insomma, il lavoro di Guadagnino non è niente di particolare, ma a suo modo è interessante.

Zampanò 5/12/22 14:09 - 381 commenti

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Guadagnino ha creduto che i mostri gli avrebbero perdonato la superficialità di scrittura. Ma ai cannibali ci s'abitua presto (anche se le scene di pasto tramortiscono). Dovrebbe lucidare la love story antiabilista ma ci rifila una graphic novel, quel racconto a cui bastano quattro vignette per innamorarsi. Tra diversi invece l'elaborazione è quantomeno accidentata. Meglio Russell di Chalamet, ben poco freak. Buono però il finale, almeno lascia credere alla metafora freudiana: lui mangia (uccide) il padre, lei s'identifica e mangia lui.
MEMORABILE: Il cannibale-maestro mostra alla giovincella il corpo di una anziana, buono per "nutrirsi".

Rebis 7/12/22 12:02 - 2331 commenti

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Guadagnino migliora invecchiando, mano a mano che si emancipa dal cinema di alto lignaggio per avventurarsi nelle province del cinema di genere. Sul modello di Il buio si avvicina, spiana la strada al disagio adolescenziale, attento però a non sfondare il fronte del perturbante. Un cinema formale, che non (si) appassiona, ma illustra, insegue, si offre allo spettatore come emulo, rivisitazione. Chalamet indossa il personaggio che gli è stato cucito addosso; meglio il cruccio immusonito di Taylor Russell. Deludenti le musiche di Atticus Ross e Trent Reznor, a tratti persino incongrue.

Thedude94 10/12/22 18:54 - 1084 commenti

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Guadagnino si dà al road movie, raccontando una storia d'amore atipica, caratterizzata dalle strane voglie dei protagonisti decisamente poco comuni. La fotografia è ottima, così come la regia che riesce a descrivere perfettamente lo stato d'animo di ogni personaggio e si concerta più sugli aspetti emotivamente rivelanti rispetto al voler scandalizzare visivamente a tutti i costi (perché questo era il rischio). Bravissimi Russell e Chalamet, oltre al sempre ben in parte Rylance. Un buon film che conferma la bravura del regista italiano nel mettere in scena storie d'amore passionali.

Alma 13/12/22 22:30 - 3 commenti

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Ognuno di noi, durante il percorso della propria esistenza, ha incontrato, o incontrerà, persone che si alimentano della nostra energia; spolpano le risorse che ci appartengono; divorano l'anima e si nutrono della vitalità della nostra carne. Guadagnino ci accompagna in un inferno antropofagico e orrorifico, in cui solo il respiro profondo di chi ci ama realmente può salvarci. Agghiacciante e potente.

Herrkinski 14/12/22 05:31 - 8052 commenti

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Tra horror cannibalico, dramma on-the-road e racconto formativo, un lavoro che mischia diversi generi e umori con discreto successo. I due protagonisti sono nient'altro che una versione "vampiresca" delle coppie di sbandati in fuga care a tanto cinema indie; si muovono per l'America incontrando di tanto in tanto altri loro simili o vittime ignare, a richiamare tutta la filmografia sul tema dagli anni '80 ad oggi senza troppe novità, non fosse per uno slancio emotivo più vicino al cinema sentimentale che all'horror tout-court. Regia, confezione e cast solidi ma durata eccessiva.
MEMORABILE: L'incipit.

Bubobubo 1/01/23 22:56 - 1847 commenti

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Annegato in paesaggi da cartolina, il romanzo sentimentale di formazione imperniato sui belli e possibili reietti Lee (Chalamet) e Maren (Russell) prende a pretesto lo squadernamento cannibalico (omaggiato in un paio di sequenze d'impatto, ma sostanzialmente prescindibili) per narrare del più classico e osteggiato passaggio della soglia. Se svariati sono gli spunti incomprensibilmente congelati in forma di bozzolo (la figura morbosa di Brad-Green; le profonde turbe di Janelle-Sevigny), presto la storia si incaglia in lungaggini retoriche che vanificano ogni metastruttura dialogica.

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Paulaster 3/01/23 18:33 - 4375 commenti

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Due ragazzi cannibali cercano di farsi un futuro nonostante la loro condizione. Il tema non è nuovo e Guadagnino riesce a farlo "digerire" senza insistere con le truculenze. Prima parte più scorrevole nello spiegare gli antefatti, diviene intimista perdendo la drammaticità iniziale. Gli spostamenti servono per creare le varie situazioni, anche se qualcosa poteva essere sforbiciato. Discreti i protagonisti quando non riescono a controllarsi. Nelle fasi notturne ricorda lo stile di Jarmush, a un livello inferiore anche a causa delle musiche.
MEMORABILE: Il dito mangiato; L'approccio al luna park; La madre senza avambracci.

Lukkyo1980 10/03/23 09:35 - 10 commenti

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Teen drama con elementi horror. La storia di due postadolescenti emarginati, innamorati, alla ricerca del loro equilibrio e posto nella società. Il cannibalismo è una metafora della sessualità, del sentimento. On the road again, come molti film analoghi. Valida la scrittura, nonostante la non innovativa trama, consigliabile. Il comparto tecnico è composto da una bella fotografia e Timothée Chalamet e Taylor Russell sono in parte, solidissima la regia di Guadagnino.

Daniela 2/04/23 09:25 - 12606 commenti

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Abbandonata dal padre che fino ad allora l'ha protetta, una ragazza cannibale inizia a vagabondare per gli States facendo incontri più o meno felici con persone come lei... I vampiri elegantemente si limitano a bere sangue, questi sono più voraci e sbrodoloni, tanto da inzaccherarsi da capo a piedi dopo ogni pranzo, ma qui tanti sono i punti in comune in chiave twilightiana e il romanticismo dell'inquieto ribelle interpretato da Chalamet finisce per ammorbidire i toni splatter di un horror che, pur contenendo alcune buone sequenze, appare più modaiolo che disturbante come lo era Raw.

Nando 13/04/23 17:44 - 3806 commenti

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Guadagnino realizza una pellicola particolare in cui si narrano le vicende di due ragazzi provenienti da famiglie complicate, che nell'America degli anni 80 si dedicano al cannibalismo. Regia e colonna sonora impeccabili con l'ausilio di una buona fotografia; probabilmente la durata può sembrare eccessiva, ma la narrazione scorre lineare e gli interpreti sono di una validità sorprendente.

Pigro 17/04/23 11:14 - 9624 commenti

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Road movie sentimentale, horror senza sconti, romanzo di crescita adolescenziale, fotografia dell’America profonda, apologo sulle diversità: la storia della coppia di cannibali è tutto questo e altro ancora, un viaggio filosofico di conoscenza e rivelazione, e al contempo la sofferta elegia che racconta la solitudine del mostro (che è in tutti noi), e ancora il ritratto di una giovane donna libera e indipendente che afferma sé stessa. Un film disturbante e ammaliante, segnato negativamente solo da una musica originale melensa. Sofferto.

Enzus79 26/04/23 22:56 - 2864 commenti

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Tratto dall'omonimo romanzo. On the road negli States di fine anni Ottanta di due giovani mangiatori di carne umana. Crudo. Romantico e poetico. A conti fatti è una storia discretamente coinvolgente, che però cade un po' troppo nel dramma. Regia efficace di Luca Guadagnino. Colonna sonora di Trent Reznor ed Atticus Ross soft. Suggestive le location americane.

Giùan 6/05/23 08:36 - 4528 commenti

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Pasto cinematografico da consumare a morsi e bocconi piuttosto che ossa e tutto, mescendoci magari del buon vino affinché non si resti col groppo in gola a rischio indigestione. Il banchetto preparato da Guadagnino è ancora esplicitamente metafilmico, fagocitando cannibalicamente Lynch, Bigelow, Van Sant, road movie e bildungsroman in una tensione estetica tra il déejà vu e la verginità artistica (la splendida idea della mappatura del midwest) che ha pochi altri esemplari alti nel cinema contemporaneo. Molto rischia di andare di traverso, qualcosa è stracotto ma vi sono prelibatezze.
MEMORABILE: L'abbigliamento di Chalamet; La sequenza del falò con Stuhlarg minacciosamente marlonbrandiano; Il confronto tra la Russell e la madre Sevigny.
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  • Homevideo Digital • 22/01/23 17:24
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