Chi si aspetta un classico thriller stile
Il vicino di casa et simila potrebbe rimanere alquanto deluso e amareggiato, perchè, in realtà, questo
The Neighbor è un doloroso dramma sulla solitudine, sulla crisi matrimoniale e di mezza età, sull'attrazione che ha un uomo acciaccato e dalla vita vuota per la giovanissima vicina di casa (non propriamente una santerellina e anche parecchio stronza) che lo porterà ad un epilogo assai tragico e nerissimo (la mazza da golf, il pomodoro, aspettando la polizia con rassegnazione).
Harvey è bravissimo a mantenere alta l'attenzione (e la tensione) in un film a macinazione lenta ma inesorabile, dove sembra che succeda poco o nulla, ma in realtà i gesti quotidiani (il giardinaggio, l'andare a fare la spesa al supermercato, il confidarsi con l'amico, il preparare la cena alla moglie, lo sbirciare continuo dalla finestra dello studio) e il crescere della passione che ha il buon vecchio Mike per la civettuola vicina di casa sposata ad un cafoncello violento e sbruffone che cerca di vendere Corvette a destra e a manca, portano ad un'immedesimazione e ad un realismo davvero coinvolgenti ed emotivi.
Più film da Sundance che nemmeno le derive psychotrilleresche (Harvey omaggia i voyeurismi depalmiani, ci ficca un finale violento e il suo film ha tematiche non dissimili da
Josie di Eric England, ma poi finisce lì), in una versione pessimista e tristissima sul buon vicinato (finiti i tempi in cui John Belushi perdeva la testa per la bella vicina Cathy Moriarty e dava il via a rocambolesche quanto grottesche pantomime tumultuose) che mette mestizia e depressione per le gesta (ora tenere, ora patetiche) del povero Mike (che assiste, origliando, alle continue liti della coppia) imprigonato in un matrimonio logoro, che spia sul profilo facebook della bella Jenna, che si beve le sue balle (trasferirsi a San Diego dal suo ex), che si fa consolare e lo irretisce con baci non propriamente innocenti, che fa la scema pure con suo figlio, che, insomma, alla fine, si prende gioco di lui e della sua gentilezza (essendo ben consapevole della cotta che lui ha per lei) illudendolo inutilmente, facendo si che gli eventi precipitino fino alla tragedia incombente.
Amarissimo e cupo trattato sulla quotidianità del malessere e sull'implacabile e crudele avanzare dell'età, supportato magnificamente da un William Fichtner in assoluto stato di grazia.
Ottimo il doppiaggio italiano.
Breezy non abita più qui.
C'è differenza tra simpatico e buffone.