Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Nando: L'epopea di un guappo a cui va tutto storto nonostante la sua folgorante "bellezza". Una narrazione provvista di momenti validissimi e di rare fasi di stanca che vede un carismatico Giannini totalmente a suo agio nella parte. Alcune fasi sono palesemente forzate, tuttavia la visione è consigliata.
Enzus79: Il miglior film di John Milius, che apprezzo più come sceneggiatore che come regista. Gli alti e bassi della vita, i litigi e le feste, la visita militare e la guerra di tre amici amanti del surf: sembrerebbe quasi una storia noiosa e "pesante", invece è un film davvero bello e a tratti commovente. Ottime le musiche.
Trivex: La parte iniziale non mi piace, poi il ritmo si fa più serrato e il film progredisce. Quando ancora le guardie del corpo non si chiamavano bodyguards, l'ambiente di riferimento non è così popolare come adesso: difficoltà economiche, gli anni che passano e le pensioni così lontane! Il nostro gorilla inizia per denaro e poi devia sui valori, con sentimento naturalmente. L'industriale è la sintesi dell'antipatia e qualche spettatore potrebbe anche sperare per il peggio (per lui), ma è troppo sopra le righe. Il finalone è tanto bello quanto improbabile: tanto!
Mickes2: Indimenticabile epopea registicamente solidissima al servizio dell’ascesa e della caduta di un criminale divenuto simbolo e modello di una vita piena di contraddizioni e smanie di potere. Tony Montana tutto cuore e coraggio, impulsivo e di parola, fedele e orgoglioso, protettivo e violento. Sceneggiatura avvincente e ricca di sequenze di notevole impatto, a volte sopra le righe, ma in linea con l’assunto e perfettamente adagiata sulla viscerale interpretazione di un gigantesco Al Pacino. Finale dai toni epici. Capolavoro. ****!
MEMORABILE: "The world is yours"; "Io li spappolo quegli scarafaggi!"; "Ehi sosa, mettiamo subito in chiaro una cosa, io non ho mai fregato nessuno".
Puppigallo: Un Murphy ciarliero, ai limiti del logorroico, viene contenuto da una sceneggiatura che, se da una parte ne limita i vocaboli, dall'altra purtroppo non regge, risultando annacquata e sempre meno generosa di gag passabili. Ed è un peccato, perchè la prima parte, con la rivelazione che costringerà il protagonista a centellinare le parole, non è male. Il suo a dir poco difficile adattamento alla nuova situazione dà infatti vita a situazioni simpaticamente paradossali (il mutismo dallo psicanalista, che a sua volta tace; l'uscita dal bar con cinque ordinazioni; il cieco). Un'occasione persa.
MEMORABILE: "E' una cosa tra lei l'albero"; "E' un movimento spirituale". "Quello che ho io quando mangio la crusca".
Rambo90: Non uno dei film di Totò più memorabili, ma sicuramente uno dei più divertenti dell'ultimo periodo e anche uno degli ultimi incassi da record. Nel doppio ruolo il protagonista può scatenarsi in irresistibili giochi verbali e in due o tre scene da antologia (quella dello specchio su tutte). Certo la trama a un certo punto comincia a mostrare tutta la sua pochezza, ma il divertimento c'è ed è di buon livello.
Rigoletto: Storia biblica che racconta la vicenda di Giuseppe, figlio di Giacobbe, venduto dai suoi fratelli come schiavo. Produzione povera, in cui gli attori paiono svogliati (con l'eccezione di Finlay Currie, ormai assiduo frequentatore di tematiche religiose). Particina per un giovane Terence Hill, all'epoca ancora Mario Girotti, nelle vesti di Beniamino. Interessante solo nelle musiche di Nascimbene, è invece inconsistente nel resto, privo di quella "spiritualità" che dovrebbe costituire l'anima di un film del genere.
Rickblaine: Umberto Lenzi e Tomas Milian ci regalano un'altra opera degna di essere considerata per la bravura e le capacità artistiche offerte. Il duetto Milian/Milian funziona alla perfezione e il Gobbo, che qui ha più spazio rispetto ar Mnnezza, diventa quasi più simpatico. Le musiche sono ben abbinate e si può essere soddisfatti.
MEMORABILE: Il Gobbo che parla in discoteca. Il finale con Venditti.
Markus: Bellissima italo-americana è un'artista che sbarca il lunario come può fino a quando troverà un impiego come personal shopper. Il primo cliente è un affascinate e baldo manager in carriera. La vicenda sentimentale poggia le sua basi sulla classica solfa dei belli che si attraggono; se poi ci aggiungiamo il miele del Natale... c'è davvero da cariarsi i denti. Resta però il fatto che la vicenda è sapientemente costruita e con un gran senso del ritmo; le graziose musiche pseudo natalizie che fanno da sfondo rendono poi felici. In fin dei conti è un film perfetto, nella sua basicità.
Homesick: Fumetto demenziale (per non dire demente, vedansi il triplice accoppiamento e le fregole della vecchia Gordon che toccano gli infimi livelli delle commedie pecorecce) tutto scazzottate, cameratismo e amicizia virile. Affiancato da un orango factotum (gli fa da manager, confidente, compagno di bevute e persino da “indicatore di direzione” quando guida il camioncino), Eastwood non perde la consueta aria rude ed è instancabile nelle scene s’azione. Tra i teppisti in motocicletta si riconosce Dan Vadis, storico protagonista del peplum qui alla sua penultima apparizione.
Belfagor: Gli scherzi di un gruppo di piccole pesti di Roma sono la base di questa commediaccia che segna il declino definitivo del duo Castellano e Pipolo. Il contributo di alcuni validi attori (Diogene, Allocca e, sul versante giovanile, Pantaleo e l'esordiente Germano) non basta a far dimenticare la volgarità delle situazioni e la trama banale. Puerile e noioso, si ricorda soprattutto per il motivetto "Noi siamo gli intoccabili" cantato dai protagonisti.
Gordon: Un episodio non del tutto soddisfacente. Billy Connolly si rivela un assassino mediocre: è troppo gigione e non incide, il piano delittuoso e l'alibi, invece, sono buoni e ricercati. L'indagine non è un granché e Colombo non al top; la regia di McGoohan è buona e si ravvisano un po' di gag e intermezzi comici. A rovinare il tutto è però un finale assurdo dove manca una prova regina e dove il tenente riesce a produrre solo una serie di illazioni che anche un mediocre avvocato farebbe crollare.
MEMORABILE: La bicicletta che sorpassa le macchine del tenente e dell'omicida; Colombo che canta gioiosamente insieme all'assassino.
Markus: Middle Island, Australia. Un pastore maremmano di nome Giotto viene ingaggiato da una famiglia per proteggere una colonia di pinguini che rischiano l'estinzione perché preda di voraci volpi. Stuart McDonald, sfruttando i meravigliosi panorami australiani marini (forse con un eccesso di filtri, ma tant'è), racconta con dovizia di particolari una vicenda ecologica ben impiegata in funzione di un'opera evidentemente pensata per compiacere il pubblico infantile. Il bel quadrupede e la bellezza degli uccelli acquatici assicurano tanta tenerezza.
Ciavazzaro: Special targato 1995. La saga di Lupin continua molto bene, senza perdere colpi. La storia regge, il cattivo (Herr Mafroditte) è ben delineato e c'è una buona dose di "catastrofico" (l'esplosione dell'eurotunnel). Curioso l'accenno omosessuale che si riscontra nel personaggio dell'antagonista.
Rambo90: Drammone dalla messa in scena ineccepibile, tra realistiche scene di battaglia e una ricostruzione storica spettacolare tra bei costumi e splendidi paesaggi. Peccato che la narrazione abbia poca epicità e che raramente ci si senta coinvolti emotivamente. Colpa forse di una regia fredda e patinata e di un cast di lusso ma dove nessuno eccelle particolarmente, pur essendoci prove dignitose. Comunque interessante e nemmeno troppo lento, nonostante la lunghezza e alcuni momenti statici. Nel complesso, buono.
Galbo: Bella commedia di Billy Wilder che mette insieme per la prima volta i suoi attori "feticcio", Lemmon e Matthau (quest'ultimo premiato con l'Oscar come miglior attore non protagonista per la sua splendida performance). Il film ha toni brillanti (compreso un finale buonista, per la verità non in tono con il cinema di Wilder) ma un retrogusto molto amaro nel rappresentare il degrado morale dei tempi, attraverso i due personaggi principali. Molto azzeccati, come sempre nei film di Wilder, i tempi della commedia.
R.f.e.: Ahi, ahi, ahi.. Qui Seagal è già bolso, gonfio, lento e solo l'aiuto degli stuntmen e degli effetti speciali lo fa "sembrare" ancora capace di portare a segno certi colpi. Però, però... fra i suoi film più recenti (post-Ferite mortali, per intenderci), questo è forse quello che mi diverte un po' di più. Nulla di speciale, comunque.
Daniela: Durante una gita al lago in camper, una bimba di 10 anni scompare senza lasciare tracce. Mentre la polizia batte i boschi circostanti, i genitori disperati iniziano a fare ricerche per proprio conto combinando guai... La situazione dovrebbe far scattare in automatico l'empatia verso i protagonisti: se qui non accade è per colpa di atteggiamenti così incoerenti e insensati da impedire ogni immedesimazione. Il colpo di scena finale spiega queste assurdità comportamentali ma è tanto forzato da confermare la sensazione di essere stati presi in giro. Felicemente perdibile.
MEMORABILE: In negativo: la lezioncina sull'elaborazione del lutto impartita a 4 giorni dalla data della scomparsa della bambina.
Mota: Il passaggio dalla tv al grande schermo della fortunata serie con Mandelli e Biggio non può dirsi del tutto riuscito. Il film fa certamente ridere, in particolar modo le scene con i De Ceglie, ma dopo un po' comincia a stancare e alcuni intermezzi musicali annoiano decisamente. Meglio in tv.
124c: Da noi la serie originale, interpretata dal bianco Robert Conrad e dal paffuto Ross Martin, sbarcò alla fine degli anni 70 e per una sola stagione, non destando molto interesse nel pubblico, visto che non venne recuperato altro materiale. Il film del 1999, invece, più che essere un omaggio alla serie sembra "Men in black nel far west" (con lo stesso protagonista e lo stesso regista) riuscito decisamente male. Si salva il video musicale di Will Smith che molti giudicano più interessante del film.
MEMORABILE: Salma Hayek che interpreta Rita Escobar, una donna che poteva solo piacere ad Armando de Razza quando "cantava": "Vivo con l'Esperanza d'Escobar".
Samuel1979: Gradevolissimo esordio (il mio preferito) della saga di Asterix; nonostante un'animazione non perfetta il cartone animato risulta piacevole e mai noioso. Qui l'invincibile esercito romano viene descritto in maniera goffa ed è continuamente vessato dai "rozzi" Galli capitanati da Asterix e Obelix. Divertentissimo il personaggio di Caio Bonus.
MEMORABILE: Caio Bonus: "Ora ne ho abbastanza, questo è troppo pure pe mmmmeeee!!!"
Caesars: Il ritmo eccessivamente lento abbassa un po' il giudizio per questo remake de Il re ed io. La recitazione degli attori è buona e la storia, ispirata a fatti realmente accaduti, è anche interessante, ma la resa finale è appesantita anche da una regia non propriamente eccelsa. Non male ma poteva davvero rendere di più.
Daniela: L'ateismo convinto di un giovane medico ambizioso che presta servizio presso un lebbrosario in Malesia verrà messo a dura prova dalle sue esperienze sul campo, disavventure personali comprese... Prolisso polpettone edificante di modesto interesse, a parte la discreta confezione, da annoverarsi fra i film meno personali del regista, forse poco portato verso le grosse produzioni come questa. Accanto allo strabordante Ives, anche Hudson appare piuttosto opaco, mentre Rowlands poco può nei panni di un personaggio tanto convenzionale come quello della fidanzata fedele. Perdibile.
Delpiero89: Ritorno di Pieraccioni al cinema e almeno per una cosa si può gioire: rispetto al pessimo precedente, questo è assolutamente vedibile. A tratti divertente, conta su gag nuove e già viste (e riviste) e su un cast numeroso (diversi i cameo celebri e più o meno riusciti da Ceccherini a Panariello, fino a Iacchetti e Benvenuti). Da apprezzare il tentativo del regista/attore toscano di rimettersi in gioco con una formula nuova, prendendo coscienza che gli anni passano anche per lui.
Siska80: Genitore per caso, padre per scelta: al di là di una trama prevedibile da capo a piedi (love story compresa, immancabile giacché il punto di partenza è in effetti troppo gracile per sostenere il peso di una durata superiore alla media), il film si salva in calcio d'angolo - a sorpresa - grazie alla simpatia di un Bova perfetto per i ruoli da commedia: è esilarante vederlo girare per casa con gli shorts come un uomo qualsiasi, senza alcuna aria da divo e quel sorriso da buono che lo accompagna sempre. Se il personaggio di Giallini non è indispensabile, quello di Leo è persino inutile.
MEMORABILE: L'ottavo partecipante allo strip-poker.
Capannelle: Il classico film di media qualità. La storia non è originalissima e innesta l'idea portante di Quel pomeriggio di un giorno da cani sul versante sanità/assicurazioni Usa. Inizia bene, il ritmo è quello giusto ma vive alcuni momenti di stasi una volta che ci troviamo dentro l'ospedale. In certi frangenti rischia di scivolare nel patetico (riferimenti a Dio, intenzioni suicide). Washington e Duvall sono una garanzia e donano intensità anche se i loro personaggi soffrono di eccessiva prevedibilità.
Markus: Se l'esordio alla regia di Siani - a dispetto di molte aspettative - non era stato dei più felici, con questa seconda opera è andata vanificata anche la speranza che in quell'occasione si trattasse solo di inesperienza. Nonostante il ridanciano e opinabile calore partenopeo (a me, per dire, fa più ridere l'accento milanese), la vicenda è poca cosa: allo spettatore è scaraventata addosso la solita storiella consunta del bene contro il male e una carrellata di sentimentalismo spicciolo a buon mercato. Valida la colonna sonora.
Burattino: Film sconclusionato che mescola registri a vanvera, vanificando qualsiasi possibile organicità. I personaggi vanno e vengono senza posa e senza scopo, tutto sembra messo in scena a casaccio. Nonostante questo ci sono alcuni momenti divertenti; ma sono sprazzi isolati, potrebbero venire da 20 film diversi, sembra quasi che lo sceneggiatore abbia qui raccolto i rivoli di tutte le trame incompiute che aveva in testa. Orlando brutta copia del sè stesso de Il caimano di Moretti.
Harden1980: Per guardare "Mare fuori" bisogna approcciarsi con una notevole dose di benevolenza, perché i dialoghi, la recitazione e le situazioni inverosimili potrebbero farla sembrare una parodia che mostra tutto ciò che non bisognerebbe fare in una serie. Eppure dopo soli pochi episodi si viene risucchiati dalle storie di questi adolescenti difficili, dei loro drammi, turbamenti e problemi esistenziali che in molti casi suscitano sincere emozioni. Le storie sono talmente intense da essere diventate virali in tutto il mondo. La prima ruspante serie è la migliore.
Redeyes: Sullo schema classico di anni orsono questi sette episodi cercano di strappare risate con un cast veramente ricco, fra i quali il redivivo (per il genere) Banfi. Ovviamente l'intento non raggiunge il suo obiettivo e così galleggiamo fra questi sketch spesso "ammaliati" da battute fuori tempo massimo o trite. Forse potremmo salvare il traffico sulla Pontina e la signora delle camelie, ma è ben poca cosa. Grazie a Dio ben pochi nudi, ma anche poche idee; alleviano la noia giusto il mare e il suo clima scanzonato.
Edecubo: Esperimento riuscito, ovvero unire i kung fu-movie con i gansta-movie con un risultato inatteso. Jet li è un mostro in fatto di scene marziali (non a caso il film è cucito su di lui e sulla bellissima Aaliyah), lei invece alle prime armi riesce a non deludere. Il film, anche se è una rivisitazione di Romeo e Giulietta, lo consiglio non solo agli appasionati di film d'azione ma anche a chi ha voglia di vedere una storia d'amore un po' movimentata.
Rambo90: Non male. Un thriller ben confezionato, con il classico innocente da salvare e il sorpresone finale, il tutto scandito da un ritmo abbastanza sostenuto. Il meglio sta però nelle interpretazioni: Connery offre il suo solito carisma e la sua classe di interprete consumato, Fishburne lo spalleggia bene e in più c'è un Ed Harris in versione schizzata, che vale la pena vedere. Qualche passaggio è forzato ma si tratta di un prodotto per nulla disprezzabile.
Myvincent: Abel è un aquilotto salvato e svezzato da un ragazzino sensibile e caparbio che imparerà molto dall’impartire lezioni di volo e di caccia. Una occasione unica anche per ricucire rapporti umani col padre e vivere le varie stagioni che la montagna riesce a svelare. Un film un po’ fiabesco ma in fondo con accenti realistici su quanto l’imprinting sugli animali possa essere indiscutibilmente importante per la riuscita di una memoria “umana”. Bella e nitida la fotografia, con un uso poco invadente della computer grafica. Più adatto a un pubblico giovane.
Matalo!: Tratto da "Waltz Into Darkness" dello scrittore Cornell Woolrich; lo stesso romanzo fu fonte d'ispirazione per il meraviglioso La mia droga si chiama Julie (che richiamava La donna che visse due volte). Qui viene rispettata l'ambientazione d'origine del romanzo. Non farò paragoni col film di Truffaut per non sembrare bigotto. Anche preso di per sè è un polpettone ridicolo con due divi a recitazione inetta, idioti nel manifestare la passione in un film convenzionale e disonesto. Jolie è magrissima, Banderas mostra il culo. Bocciato.
Renato: Difficile resistere al fascino morboso di Casablanca; così come è difficile spiegarne le ragioni del successo. Classico film di propaganda affidato ad un solido regista di scuola europea con 2 grandi star protagoniste (Humphrey Bogart divenne una specie di icona del maschio ruvido che non deve chiedere mai), il film si rivela da subito molto di più. Attori di primissimo ordine nei ruoli secondari (Peter Lorre, Claude Rains, lo stesso Conrad Veidt) ed una storia d'amore che, per quanto sdolcinata, ha strappato lacrime a intere generazioni. Un film irripetibile.
MEMORABILE: "Venni a Casablanca per fare la cura delle acque" "Cura delle acque? Ma qui è il deserto!" "Fui male informato..."
Cangaceiro: Si parte con la gag del porcellino d'India "gonfiato": il plagio dalla scena del gatto di Natale a Rio è così palese che non può non essere voluto. In generale il film ricicla tutte le situazioni e i personaggi già visti e rivisti nel percorso del Boldi solista, anche qui immancabile e bolso capofila. C'è un certo miglioramento nel brio con cui viene condotto il tutto; certe scemenze si riesce a mandarle giù solo se vengono proposte con un ritmo ben sostenuto. Salemme è professionale ma oltre che sprecato sembra un pesce fuor d'acqua, in questa farsa.
MEMORABILE: Salvi, con "freno a mano tirato" e squaraus in corso, chiuso nel letto a muro.
Daniela: In un paesino sepolto dalla neve, durante le vacanze scolastiche natalizie due bande di ragazzini si danno battaglia attorno ad un fortino. Durante la guerra si verificano equivoci ed incomprensioni, che però i bimbi riusciranno a superare contando solo su se stessi... Adulti assenti in questo film d'animazione canadese che ricorda le antiche "guerre dei bottoni": la trama, molto lineare, è arricchita da qualche nota psicologica azzeccata, in particolare sulla diffidenza istintiva fra maschi e femmine. Efficace la tecnica, stilizzata e pupazzosa, con una bella resa morbida della neve.
Redeyes: Hansbro alla riscossa! Soldatini, omaccioni, ninja bianchi e neri, gnocche bionde e rosse, cobra e Dr. Who in versione scozzese; al tutto aggiungere tanti tanti proiettili e inseguimenti alla Transformers. Attendendo He-Man dal super budget nel futuro mi accontento di questi bamboccini, che tali restano. La sceneggiatura è totalmente asservita a giustificare l'azione che, peraltro, dopo un po' annoia pure. Difficile immaginarlo anche per una serata da intrattenimento, vista la durata.
Rigoletto: John è un adolescente che fa disperare i genitori adottivi, che comunque lo amano. Un incidente fa precipitare la situazione, ma la fede in Dio della madre saprà fare la differenza. Film leggerino e strappalacrime ma con un suo perché molto chiaro nel messaggio che vuole trasmettere: la fede muove le montagne. E nella disgrazia tornerà in discussione una serie di rapporti poco chiari. Su tutti si elevano la Metz e Haysbert in due ruoli chiave.
Rigoletto: È normale che una serie arrivata al terzo episodio tenda a perdere colpi e così scopriamo che il film non ha l'impatto del capostipite e rispetto al secondo... non sfigura. È da considerarsi un buon risultato? Direi di sì, ma solo tenendo conto che, appunto, è un terzo capitolo; se invece dovessi tener conto della mancanza di crescita psicologica dei protagonisti (anzi, per Pitt parlerei di regressione) e del fatto di avere un Pacino - seppur frenato - in squadra allora mi riterrei insoddisfatto. **! di stima, ma nulla più.
Galbo: Due agenti della CIA dalle personalità molto differenti si mettono sulle tracce di un ordigno nucleare che si nasconde a Praga. La coppia di agenti già ampiamente sfruttata in numerosissimi film d'azione è spionaggio è al centro della scena in questo non memorabile film diretto da Joel Schumacher. Grazie al grande mestiere del regista e alla presenza (sprecata) di Anthony Hopkins, il film è certamente vedibile anche se abusa di tutti i luoghi comuni del genere.
Enzus79: La trama lasciava ben sperare, invece si assiste ad un discreto western, con due attori che, se pur bravi, non danno il meglio di sè. Al contrario forse della regia e dei paesaggi, che sono splendidi. La storia, almeno, poteva avere un altro finale.
Xamini: La riduzione de I doni della morte è divisa in due parti, per lasciare respiro al finale. Nella prima parte di questo primo capitolo, Hogwarts è totalmente abbandonata e ritmo e tensione funzionano bene, con i tre ragazzi alle prese con la cerca degli horcrux (introdotti nello scorso episodio). Ma il film, oltreché cupo, è lungo e lo spettatore deve fronteggiare qualche momento di stanca, più riflessivo, in cui la sola presenza dei tre si fa un po' sentire e la dinamica della gelosia è un'arma insufficiente a tenere. Il finale, però, è adeguatamente inquientante.
MEMORABILE: L'unico momento a Hogwarts, terribile; Il patronus misterioso.
Daniela: Un banchiere lascia in eredità al figlio 20 milioni di dollari, alla figlia un milione ed un segreto tenuto nascosto, anzi segregato, per 30 anni... Inizio intrigante: anche se vedere Simon Pegg trasformato in Abate Faria grazie ad parruccone carnevalesco fa sorridere più che suscitare inquietudine, il sospetto che non la stia raccontando giusta suscita un interesse destinato via via a scemare a fronte delle troppe smagliatura di una sceneggiatura intrinsecamente debole e piena di incongruenze, fino ad un epilogo effettistico quanto insensato.
Siska80: Fiaba per bambini fuori tempo massimo, che segue palesemente la scia di Mamma, ho perso l'aereo: cambiano l'ambientazione (una baita), il bimbo pestifero (che qui agisce in coppia con la sorella maggiore), il genere (una commedia con esibizioni canore che a un certo punto vira sul fantasy), ma la trama è simile: un malcapitato s'introduce in casa per rubare (spacciandosi addirittura per San Nicola!), ma non ha fatto i conti col piccolo ma scaltro protagonista. Noioso, banale, prevedibile e assurdo.
MEMORABILE: Il ladro incanta Artem con canti e giochi di prestigio e nel frattempo infila gli oggetti di valore in saccoccia.
Galbo: Dopo il grande successo commerciale del primo capitolo, ritornano i vermoni assassini di Tremors. Con una parte del cast originale ed un nuovo regista, la storia ricalca grosso modo quella precedente ma il tono del film appare decisamente più esasperato e privo della sottile ironia del primo capitolo, così da risultare molto meno divertente e coinvolgente. La discreta realizzazione tecnica supplisce in parte alle lacune narrativa.
Cotola: Si inizia e c'è subito una "bella" (si fa per dire) canzoncina sdolcinata: per fortuna ce ne sarà solo un'altra. Iniziate le vicende, la protagonista ci mette poco meno di 15 minuti per farsi il primo pianto: per amore, ca va sans dire. Buoni sentimenti ma anche qualche flebile sorriso (è pur sempre una commedia)
in questa pellicola d'antan che è figlia dei tempi che furono. Per questo
è inutile giudicarla con troppa severità. Alla fin fine non è così male ed
un suo perché ce l'ha. Per nostalgici di un certo tipo di cinema. Gli altri
possono astenersi.
Pessoa: Commedia leggera di Salemme che riesce more solito a parlare di argomenti anche seri (l'handicap fisico) senza strabordare in futili luoghi comuni mantenendo una grazia e una delicatezza che gli fanno onore. D'altro canto però bisogna ammettere che non tutte le trovate sono di prima mano e le corrispondenze con la tradizione comica partenopea sono cercate talvolta con troppa insistenza. Come sempre ottimo il livello del cast di fedelissimi, con Buccirosso che ha una marcia in più e si conferma uno dei migliori attori italiani della sua generazione. Si guarda volentieri.
Berta61: Il film è un buon mix di dramma e commedia. Parte come una pellicola del primo Ken Loach (Piovono pietre) e finisce come una dell'ultima fase, più leggera e sentimentale (Il mio amico Eric, Un bacio appassionato). Piace l'idea che anche l'ultimo degli ultimi abbia la possibilità di farcela, nonostante la partenza a super-handicap. Ma la salvezza individuale, per il regista inglese, passa sempre attraverso una ribellione collettiva o almeno un gioco di squadra. Dove il lecito non corrisponde al legale e la passione è una forza decisiva.
Kinodrop: In un villaggio delle Ardenne un ragazzetto, Antoine, uccide involontariamente un suo amico più piccolo e preso dal panico lo nasconde nel bosco. Scattano le ricerche, vanificate subito da una tempesta, ma anni dopo il corpicino viene ritrovato e Antoine dovrà prendere decisioni non più procrastinabili. Un dramma psicologico non solo per il protagonista ma anche per coloro che sospettavano o sapevano tacendo, reso molto bene nella progressione dello stringersi degli eventi e dei silenzi e sottintesi presenti nella comunità. Un racconto solido e verosimile, ben reso da un ottimo cast.
MEMORABILE: Lo scatto d'ira e l'incidente mortale; Il panico e il silenzio di Antoine; La tempesta che copre tutto; Il ritorno nel villaggio; Antoine al bivio.
Fabbiu: la particolarità del film è tutta concentrata sull'equilibrio tra passato e presente parallelo a quello tra action movie e fantasy. Senza dubbio meritano molto di più le scene ambientate nella vecchia Scozia guerriera (paesaggi e fotografia stupenda), sebbene anche i combattimenti urbani del presente non siano male. Accompagnato dalle splendide musiche dei Queen (che però non vengono messe bene in evidenza) il film ha qualche lacuna pesante nella sceneggiatura, ma risulta lo stesso molto avvincente. Il Kurgan è il mio cattivo cinematografico preferito.
Daniela: Gli ammazzano la figlia sotto i suoi occhi, facendo credere che fosse lui il bersaglio, ma il babbo poliziotto sgama subito che sotto c'è altro e si mette sulle tracce di assassino e mandanti... Ingrigido e dimesso nelle prime sequenze, Gibson sa ancora tirare fuori la grinta dell'arma letale, ma con un sottofondo misto di disperazione e dolcezza (la visioni della figlia bambina) che salva il film dalla banalità di una storia già tante volte raccontata. Nell'intrigo, volutamente nebuloso, emerge la figura enigmatica di Winstone, mentre Campbell dirige con competenza le scene d'azione. Buono.
MEMORABILE: Il dialogo di Gibson e Winstone sulla panchina se sia preferibile perdere un figlio oppure non averne mai avuti: "... nessuno piangerà per te"
Nancy: Mel Gibson alle prove con la Seconda Guerra Mondiale si rifà alla storia del primo obiettore di coscienza, ottimamente interpretato da Garfield, senza aggiungervi inutili fronzoli eroici/patriottici. La prima parte, quella dell'addestramento, ricorda moltissimo Full metal jacket con tanto di sergente Hartman/Vince Vaughn; nella seconda parte, tutta o quasi ambientata sul campo di battaglia, si vede il vero talento del regista, che molto riprende da maestri della guerra come il Fuller di L'urlo della battaglia. Poco di gratuito-americano: da vedere.
Paulaster: Attrice affermata punta a diventare regista. Asia Argento pesca dalle sue esperienze personali e infantili per un ritratto tra il maledetto e l’illuso. I momenti più riusciti sono qualche incontro in stile “bassifondi” e una certa onestà nel descrivere la solitudine. Diversi incontri sono inutili (Selen), i momenti sul set sono pessimi, le derive horror è meglio che le lasci a suo padre, nei dialoghi vengono usate frasi epiche da cioccolatino. Anche la gravidanza, tra droghe e alcol, più che sfrontata appare senza senso.
MEMORABILE: Bonacelli vestito da alpino; L’amica incaprettata; L’abortino; Il film con De Niro; La special K presa in acqua; L’overdose della Nicolodi.
Supercruel: Tolto il penoso finale buonista da dimenticare seduta stante, il film funziona come thriller psicologico, come scontro (verbale prima, armato poi) di due diverse posizioni idelogiche (certo, c'è da ammettere che il binomio conservatore-progressista è abbastanza banalotto). La sempre fascinosa ambientazione sottomarina non fa che aumentare la tensione, generando claustrofobia e garantendo la giusta dimensione a personaggi che vengono utilizzati come pedine di una partita di scacchi. Bravi Hackman e Washington. Discreto.
Edecubo: Buco nell'acqua per il funambolo Li: la coppia protagonista con DMX non funziona e la trama non oso immaginare chi l'abbia scritta- Salvo le coreografie eseguite dal velocissimo Jet Li, ma il resto è da buttare. Buone le musiche, ma lo sconsiglio anche ai fan del rapper DMX!
MEMORABILE: Il combattimento nella gabbia con Tito Ortiz sparring partner di Jet Li.
Caveman: Catastrofico di serie Z di una povertà disarmante. Aerei, con presidente annesso, che rischiano di fare macelli inenarrabili. Gli esterni sono poveri, ma le scene girate all'interno veramente disarmanti. Scenografie posticce ed effetti cgi da mani nei capelli. L'unico motivo che lo salva dal monopallino è la presenza di Reginald VelJohnson, molto più presente, parlando di tempo in scena, di quanto si possa pensare in produzioni di questo tipo.
Fabbiu: E' uno dei film di Abatantuono protagonista che mi è piaciuto di meno; ma è comunque molto divertente, comico, simpatico, piacevole e spesso esilarante. Sempre bravissimo Diego nello storpiare parole e nel produrre frasi cult. Ho riso molto quando alla frase "Io sono grande e vaccinato" lui risponde "Grande lo vedo, ma non credo che esista il vaccino contro la stronzaggine." Christian De Sica interpreta il ruolo dell'omosessuale con perfezione e naturalezza.
Buiomega71: Altre madri surrogate affette da follia materna e omicida. Parte bene questo thriller lussuoso e femmineo, tra "Cameron Diaz" alienate e assassine (di discreto impatto l'incipit con fuga e presunta violenza domestica), donne nude affogate nella vasca da bagno, parentesi saffiche e i crucci di una Gershon piuttosto credibile. Baker tiene botta tra paranoie, sospetti, coltellate, sbrocchi d'ira e minacce in famiglia. Un po' meno nel finale, nel quale non ha il coraggio di cambiare le regole, con un colpo di scena vilmente scorretto. Notevoli i cambi di colore dell'iride della Whelan.
MEMORABILE: La vera natura psicotica di Katie, in due pezzi nell'acqua; Il manubrio da palestra sbattuto in faccia; Angela sbircia Katie fare all'amore.
Ciavazzaro: Special targato 1995. La saga di Lupin continua molto bene, senza perdere colpi. La storia regge, il cattivo (Herr Mafroditte) è ben delineato e c'è una buona dose di "catastrofico" (l'esplosione dell'eurotunnel). Curioso l'accenno omosessuale che si riscontra nel personaggio dell'antagonista.
Saintgifts: All'inizio, davanti alla vetrina del pizzaiolo, che riesce a deconcentrare, sembra solo una ragazza (Barbra Streisand) affamata che segue la scia odorosa di pizze a domicilio, ma poi si rivela ben più, fino a definirsi terremoto inarrestabile. Si fa riferimento anche ai cartoon, e è questo il ritmo impresso al film, quello dei cartoons, una gag dietro l'altra, senza paura di apparire poco credibili, ma con il solo scopo di divertire in leggerezza. Gli interpreti ben si prestano al gioco e assecondano una felice regia. Debutto per Madeline Kahn.
Taxius: Divertente e riuscito film sugli animali assassini che ha come protagonista un enorme coccodrillo che ha deciso di domiciliarsi in un lago nei pressi della tipica cittadina americana persa nel nulla. Trattasi di un B-movie ben realizzato che alterna scene sanguinolente ad altre in puro stile commedia; il risultato è un film ben bilanciato che, pur nella sua semplicità, non annoia mai. Per quanto riguarda gli effetti speciali siamo su alti livelli (almeno per l'epoca): il coccodrillo infatti è realizzato benissimo. Nel complesso un buon film.
Tarabas: Donna apparentemente realizzata riscopre l'eros quando il marito la prende a cinghiate. Lo spettatore idealizza nella Brigliadori la regista e gli sceneggiatori, ai quali riserverebbe volentieri lo stesso trattamento. Trama insulsa, personaggi sottozero, dialoghi devastanti. Per questo film la Brigliadori perse la conduzione dello Zecchino d'Oro. Una prece.
Skinner: Non siamo ai livelli dei primi capitoli di Spy kids, ma fortunatamente neanche a quelli di Sharkboy e Lavagirl; il nuovo progetto "for kids" di Rodriguez non è altro che un cartoon stile Doraemon in carne ed ossa, ma con molte trovate che proprio dai cartoon fanta-demenziali giapponesi sembrano derivare. Un film leggero, non memorabile, con qualche trovata metacinematografica buttata lì quasi per caso, ma divertente, ritmato e con il solito talento visivo del regista al servizio di una storiella edificante. Nel suo genere si può promuovere.
Mtine: (Ri)elaborazione di una vicenda tanto semplice quanto ambigua, Dogman si fa notare soprattutto per la cura nella sua realizzazione, a partire da una splendida fotografia e una location da western contemporaneo, per arrivare a un casting perfetto (Fonte e la sua voce lasciano il segno). Peccato che chi era rimasto colpito dalla poetica dei primi film di Garrone sarà forse deluso dalla basilarità dell'operazione che, al di là di qualche spunto accennato, si mantiene sui binari di una narrazione quasi didascalica. Più Suburra che L'imbalsamatore.
Giacomovie: Carrellata di battibecchi erotico-sentimentali in un doppio e irregolare triangolo, dove l'amore, il sesso e il desiderio sono analizzati con una certa acutezza. Lo script funge da c(l)inico osservatore delle controversie umane nei rapporti di coppia. I dialoghi, arguti e intelligenti (ma a volte eccessivi e patetici), danno al film un’apprezzabile densità, ma il ritmo è incostante. Bravi gli attori, con una Portman provocante e una Roberts meno in forma del solito, ma la maturità (anagrafica) le conferisce un fascino tutto particolare. ***
Rebis: Burton, ormai stilisticamente maturo e compiuto, affronta la storia più dickensiana e socialmente impegnata della sua carriera. La classe alta che si mette al servizio del proletariato (nutrendolo...) e la vendetta, che s'acceca trasfigurandosi in furia omicida incapace ormai di riconoscere coloro che vorrebbe riscattare, sono uno spaccato d'oggi affabulato con spettri melò, addensamenti gotici e lacerazioni orrifiche. Maestoso, corpulento lavoro di cromatismi che traduce il gore in boccioli di catartica bellezza. Musicalmente non eccelso, ha invece ottimi interpreti (segnatamente la Carter).
Enzus79: Bel film d'amore con tematiche che toccano anche il sociale. Bertolucci ha sperimentato nuove tecniche (come il ralenti). Numerosi sono i contrasti che rimandano alla vita personale della protagonista (brava la Newton). Ottime le musiche eseguite al pianoforte.
Panza: I primi minuti del film possono far pensare a una scalcinata parodia degli spy-movie alla Franco e Ciccio (00-2 agenti segretissimi), ma da quando appaiono in scena le sorelle Bandiera (che canteranno) tutto crolla: lo spettatore viene catapultato in una storia farcita di inutili volgarità, di battute vagamente razziste ("quel giallo si fa nero" = un cinese che si abbronza). Questi elementi sono infine chiusi da un happy-end stucchevole con tanto di ridicolo balletto. Ridicolo come i vestiti dei protagonisti. Bocciato!
Enzus79: Oramai la storia in cui un gruppo di persone è vittima di uno o più assassini è passata di moda, ma questo "Severance" ha qualcosa di originale. Anche se si cade un po' troppe volte nel patetico, il film non stanca, anzi ci scappa pure qualche risata. Non è tutto da buttare. Certo è che dopo Creep, Smith fa un passo indietro.
Daniela: Un editore in procinto di sposarsi viene sedotto da una strega grazie ai i suoi poteri magici che però può perdere se a sua volta si innamorerà... Commedia romantica che, per soggetto, non può non ricordare Ho sposato una strega. Certo Quine non è Clair, però può avvalersi della prestigiosa coppia Stewart e Novak, protagonisti nello stesso anno di uno dei capolavori di zio Hitch, ed inoltre della spiritosa Lancaster e di Lemmon, già oscarizzato ma ancora agli esordi della carriera, entrambi in ruoli stregoneschi. Ed infatti il risultato è godibile soprattutto grazie al brillante cast.