Uno dei tanti horror costruiti sul nulla, che trova nei sotterranei della metropolitana londinese (zona Charing Cross Road, a seguire i cartelli) la location ideale per far muovere i propri personaggi tra il buio e le cupe luci al neon. Ci aveva già pensato Gary Sherman con il suo NON PRENDETE QUEL METRO’, a inserirvi poi un mostro assassino, lì dentro. Per cui niente di nuovo, in ogni caso. Ciononostante, e se si riesce a superare indenni un primo tempo di una noia mortale, il mostriciattolo che salta fuori in CREEP potrà trovare indubbiamente chi lo apprezza, tra i fan del genere: il suo make-up cadaverico solcato dal sangue e...Leggi tutto da tumefazioni d'ogni sorta non viene nascosto dal buio e in alcune scene si vede proprio bene. Vive nei cunicoli, ogni tanto cattura le sue vittime rinchiudendole in gabbie immerse nelle fogne e si dedica alla chirurgia amatoriale scegliendo preferibilmente donne incinte. Un bel tipino, insomma, che cadrà male solo quando incapperà nell'eroina urlante del film, quella Franka Potente rivelatasi con LOLA CORRE e già passata all’horror “medico” con i due ANATOMY. Buona attrice qui ampiamente sprecata: per scappare e gridare andava bene chiunque altra. L'importante, comunque, è riuscire a sopportare la prima mezz'ora, priva di suspense e del tutto insipida, costruita senza fantasia seguendo i canoni dei peggiori horror, quelli in cui il pericolo c'è ma non si vede e l’oscurità copre scene di rara monotonia. Poi per fortuna la buona fotografia e le scenografie luride forniscono al boogeyman di turno lo sfondo ideale per emergere. Così così.
Esercizio stilistico completamente inutile che non aggiunge nulla alla scena horror ormai sterile degli ultimi anni. Sufficiente l'interpretazione della protagonista già apprezzata in Lola corre. La trama è di una banalità disarmante con colpo si scena telefonato e uguale ad altre decine di pellicole del genere. Sinceramente un film da evitate.
Anche se la narrazione soffre di molti punti oscuri (come ha fatto il "chirurgo" a passare così tanti anni inosservato?) e a tratti appare decisamente forzata, l'impianto finale, soprattutto da un'angolazione prettamente visiva, sortisce un ottimo effetto.
Oltre al gusto per l'inquadratura, alla presenza di dosate (ma feroci) scene splatter, l'autore inglese conosce molto bene il meccanismo del thriller e si avvale della splendida performance di Franka Potente. Notevolissimo l'incipit, con discesa nella metropolitana, preambolo dell'Inferno.
Il problema di questo film è che è girato bene, ha una sceneggiatura piuttosto semplice grazie anche alla semplicità dell'"intreccio", gli attori sono caratterizzati in maniera per nulla originale ma efficace. Anche i momenti di suspense funzionano bene e alcuni salti sulla poltrona non ci vengono risparmiati. E' tutto a suo modo troppo preciso e calcolato, non vi è nulla che lo faccia ricordare, non vi sono particolari sequenze e si finisce con ricordare solo la simpatica locandina. Tecnico.
Ottima l'ambientazione nella metropolitana londinese, con una fotografia suggestiva. Il film è a tratti noioso e il mostro (una sorta di uomo topo, frutto forse di un aborto mal riuscito) più che impaurire... inquieta lo spettatore. Ho trovato inaccettabile e di cattivo gusto la scena in cui il ratto umano infierisce sul corpo della barbona drogata con una specie di seghetto. Peccato, perché i meccanismi dell'inseguimento nel mondo "parallelo" dei meandri sotterranei della metropilitana avevano colto nel segno.
Passati 30 minuti è facile che le braccia si scollino e il tonfo sia imminente. Ma poi, dopo essersi sorbiti l’insopportabile protagonista, il film inizia a prendere una piega un po’ più marcia, anche se troppo costruita ad arte, con i soliti cunicoli bui e scopiazzate varie (i topi che precedono il “chirurgo” come ne La creatura del cimitero, alcune scene nella Metro uguali a Un lupo mannaro Americano a Londra e il cane onnipresente come il gatto in Alien). Unica, bella novità, la preparazione del “chirurgo” all’ “operazione”.
MEMORABILE: La disquisizione sui diversi odori delle feci, a seconda dei punti della città dai quali provengono.
Parte con buone premesse e una discreta tensione, ma già dopo mezz'ora ricade nella routine, ripetendosi in ferocissimi omicidi e finendo con l'assomigliare a molti altri thriller già visti. Funzionano l'ambientazione nella metropolitana e la bella e professionale protagonista, la siculotedesca Franka Potente.
Il film è sostanzialmente un horror basato su un soggetto non molto originale e anche un po' "troppo visto" tra gli slasher e simili. Tuttavia ha delle particolarità che me lo hanno fatto gustare abbastanza. L'atmosfera in particolare è molto claustrofobica e colpisce con sprazzi di paranoia (in due chiedono aiuto in fase di morte dopo aversela del tutto meritata). E Poi il mostro uomo-topo decomposto mi è parso piuttosto convincente (non il fatto che faccia il chirurgo però). Non ci ho visto il solito horror commerciale, ma qualcosa di più.
MEMORABILE: L'addetto alla sicurezza dei cunicoli afflitto dai sensi di colpa prima di essere squartato.
Solo un altro slasher senza grosse pretese e per di più col difetto della motivazione del mostro (il perché il cattivo è cattivo, solitamente alla base di ogni film) quantomeno fumosa. Bassamacelleria.
L'horror è morto di nuovo. Dopo la rilettura dissacrante ed ironicamente postmoderna della ditta Craven/Williamson, l'ondata made in Japan ha inoculato nuova seriosità al genere. E, per qualche prodotto discreto, ci tocca, poi, sorbirci roba come 'sto "Creep". La Potente corre ancora, ma questa volta con il fiato corto di un plot che è il quasi plagio di Non prendete quel metrò (una delle ultime produzioni Hammer, decisamente superiore a questa). A far paura, piuttosto, è la quasi unanime lode critica piovuta su questo filmetto.
Molto fumo e poco arrosto per questo ennesimo horror usa e getta. Certo, l'apparizione del mostro e alcune scene splatter non sono niente male, ma a parte questo la pellicola zoppica non poco, soprattutto per colpa di una sceneggiatura approssimativa e per une miriade di scene viste e straviste, che nell'intento del regista dovrebbero creare tensione. Franka Potente sarà anche una brava attrice, ma qui interpreta un personaggio di rara antipatia, con cui è quasi impossibile immedesimarsi. In definitiva, un'occasione sprecata.
L'idea di usare come location la metro di Londra non è male, un richiamo ai classici certo (un lupo mannaro americano a Londra) ma si tratta di una location di indubbio fascino per farne il set principale. Peccato che il resto sia un pastrocchio. Omicidi prevedibili, tensione cercata con mezzucci e assenza di momenti davvero riusciti e originali. Resta poi una serie di grosse lacune sulla sceneggiatura che non danno vita ad una storia credibile. Un applauso solo alla bella Franka Potente.
C'è poco da salvare in questo prodotto dell'esordiente Smith che saccheggia a piene mani da horror di ben altro spessore (Raw Meat) e li infarcisce con dosi neanche troppo massicce di splatter. Lo spunto prometteva bene e l'ambientazione metropolitana poteva essere una carta vincente, però al regista interessa di più far vedere le nefandezze del mostro di turno senza degnarsi neanche un minuto di spiegare il motivo di tali efferatezze. Incredibile poi il fatto che in una città come Londra nessuno si degni di dare attenzione a certi avvenimenti! Boh!
Dato che sono appassionato di film ambientati sotto gli angusti spazi delle metropolitane (Kontroll su tutti), ho cominciato volentieri a guardare questo "Creep", ma ne sono rimasto molto deluso. La vicenda è trita e ritrita, come horror niente aggiunge e nulla toglie al genere. Non c'è un'idea originale che sia una. Se devo vedere un film con questa ambientazione, allora preferisco il trash di Non prendete quel metrò.
Non è la tensione quella che manca, ma l'ironia; considerata la quantità di forzature, leggerezze e banalità accumulate se ne va così all'aria l'eventuale fascino che Smith insegue montando cromatismi saturi, cupe architetture, techno music e una narrazione non banale. Il Chirurgo ha un make-up efficace e nella sequenza in cui "mima" l'operazione mette i brividi; tuttavia manca dell'imponenza richiesta per assurgere nell'Olimpo dei boogeymen. Per le sue origini – omesse o solo vagamente alluse – si rimanda ai contenuti speciali del DVD. Abbastanza deludente.
Horrorino di bassa lega che non riesce né a spaventare né ad avvincere lo spettatore. La causa principale è sicuramente una sceneggiatura che non contiene spunti ed idee interessanti. Anche la regia latita e allora per compensare il tutto si spinge il pedale sul grand-guignol. Con esiti pessimi.
L'ambientazione metropolitana resta una location di ottimo fascino per costruire in maniera convincente la tensione. Smith spreca tutto mettendo in scena un horror raffazzonato, illogico, forzato, narrativamente troppo debole e con una prima parte di una noia mortale. Qualche scena splatter di discreta fattura non serve di certo a mettere una pezza ad un lavoro che frana in un polverone di clichè. Patteggiare per personaggi di così rara antipatia? No, thanks! Si vorrebbero vedere le loro budella sparse per tutte le fermate, altrochè!
Prova d'esordio ancora immatura ed irrisolta di un regista che ci fornirà poi buone prove con Severance e Triangle, il film si basa su situazioni sicuramente poco originali, ma con qualche spunto registico di discreto livello, che lascia appunto presagire una certa stoffa da parte di Smith. Sicuramente guardabile, ma non lascia segni di rilievo.
Fiacchissimo horror stantio e convenzionale, che fa uso e abuso di tutti i clichè del genere per rimasticarli senza idee e senza una sequenza che sia stata già vista altre mille volte. Metrò da non prendere (e carrozze buie), corse tra tunnel e rotaie, steadycam che impazzano, timidi accenni gore del torture porn più derivativo, un mostricciattolo anoressico più penoso che terrifico e una chiusa banale mandano questo filmettino subito nel dimenticatoio. Restano alcune azzeccate scenografie e la fotografia di Danny Cohen; il resto è solo fuffa.
MEMORABILE: Le deliziose scarpine col tacco che indossa Franka Potente (pure in calze nere) a inizio film, che poi lascerà per un paio di orrendi anfibi!
Dai tempi del suo film d'esordio Franca Potente continua a correre. Lo fa e molto anche in questo horror ambientato nei meandri della metropolitana londinese. Bisogna ammettere che l'ambientazione funziona così come la scelta della protagonista principale. Il regista garantisce qualche momento di buona suspance. Il limite grosso del film è una sceneggiatura che al di là degli inevitabili vuoti logici è davvero minimale.
Horror non del tutto gratuito, che rivendica l'occultamento del diverso, dello scomodo. Occultamento che trova negli infiniti meandri della metropolitana londinese l'ambientazione ideale. Occasione sfruttata anche per mostrare i diversi comportamenti dei personaggi che si trovano di fronte a un pericolo sconosciuto (per buona parte del film) e mostruoso. Oltre alla protagonista, ne esce vincente (per modo di dire) solo la coppia di tossici, altri scomodi della società. La regia non è impeccabile, a volte si sofferma inutilmente. Discreto.
MEMORABILE: La preparazione per l'intervento chirurgico.
Horror claustrofobico dalla breve durata ambientato nei meandri della metropolitana. Situazioni decisamente consuete con pochi momenti splatter e interpreti. Potente a parte, senza infamia e senza lode. Lo sviluppo narrativo non presenta sorprese e si arriva alla fine con la sensazione del già visto.
A parte l'ambientazione e la scelta della protagonista - già utilizzata per pellicole simili - il resto sembra tutto tirato per i capelli. A cominciare dall'incipit, passando per la coppia freak senza stabile dimora e finendo a una conclusione che non lascia lo spazio nemmeno a un minimo di spiegazione accettabile. Ma quello che davvero non convince è il mostro di turno, perché trucco a parte (quello sì ben riuscito), le motivazioni e la sua genesi vengono completamente dimenticate dalla sceneggiatura. E un paio di foto non bastano!
MEMORABILE: Finalmente libera dalle gabbie, con il mostro a terra ferito, invece di prendere l'arpione per finirlo... scappa!
Notevole horror "sotterraneo" che parte da un'idea non proprio originale (certe suggestioni da Non prendete quel metrò sono piuttosto evidenti), neanche troppo interessante a dire il vero, ma che riesce a generare la tensione giusta. L'ambiente buio e claustrofobico della metropolitana è sfruttato intelligentemente dal bravo Smith, che riesce anche a far sfociare il tutto in un incubo splatter quasi delirante. Non tutto funziona, soprattutto a causa del soggetto poco incisivo, ma ambientazioni, cast e suspense ci sono. Più che passabile.
Già negli anni '70 Gary Sherman aveva piazzato un cannibale nei lunghi corridoi della metro londinese con risultati modesti nonostante la presenza di un gustoso Pleasance misantropo: è il titolo più accostabile a questo fiacco horror dalla sceneggiatura minimalista che, oltre all'indubbio fascino dell'ambientazione, molto si affida all'energia della protagonista. Dopo aver sfondato al cinema correndo, Potente qui è infatti impegnata a sfuggire ad un mostro dal discutibile hobby di operare la gente a morte. Tensione scarsa, qualche sobbalzo per il disgusto, poca roba.
Luci, colori e location richiamano l’universo delle graphic novel, ma Christopher Smith sfrutta bene la fenomenologia dell’orrore, con notevoli impennate di violenza e un’atmosfera malsana, torbida e di asfissiante fatalità. L’entrata in scena del villain mette i brividi e alcune sequenze, per quanto narrativamente da manuale, lasciano il segno. Bella la chiusa finale.
Simile a Non prendete quel metrò (sebbene la "presenza" qui sembri più craveniana) e con qualche sequenza chiaramente ispirata a Landis. Complessivamente risulta poco interessante, vuoi per l'estrema semplicità della vicenda (un continuo scappare dove ogni tentativo di migliorare la situazione finisce col peggiorarla), vuoi per la protagonista (carente sia in simpatia che in raziocinio). Qualcosa di azzeccato c'è (la sala operatoria, il finale amaramente umoristico...) ma il film resta mediocre, anche considerata la natura del villain (più miserabile che davvero spaventosa).
MEMORABILE: La disquisizione iniziale sulle diverse puzze dello sterco a seconda del quartiere di provenienza; Il chirurgo che si "lava" le mani.
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DiscussioneZender • 15/06/13 08:43 Capo scrivano - 47890 interventi
Galbo, noto nel commento che tutte le accentate son diventati apostrofi. Mi raccomando: le accentate sono accentate, gli apostrofi apostrofi (tranne per le E' maiuscole voglio dire, che lì ci può stare).
DiscussioneRaremirko • 3/10/13 22:00 Call center Davinotti - 3862 interventi
e a me fa piacere vedere che intervieni sempre con interesse.
a me i piedi femminili, se belli, eccitano di per sè, non bado tanto a calzature (ma certi sandali sono in effetti sexy).
questo Creep ha dalla sua atmosfera, un cattivo davvero cattivo, la Potente, e si segue senza mai annoiare; tutto ok per un film che non deve avere avuto a disposizione poi quanti soldi.
Raremirko ebbe a dire: e a me fa piacere vedere che intervieni sempre con interesse.
a me i piedi femminili, se belli, eccitano di per sè, non bado tanto a calzature (ma certi sandali sono in effetti sexy).
questo Creep ha dalla sua atmosfera, un cattivo davvero cattivo, la Potente, e si segue senza mai annoiare; tutto ok per un film che non deve avere avuto a disposizione poi quanti soldi.
di Smith ti sono piaciuti severance e triangle?
e non aveva fatto anche un master of horror?
No, Mirko, gli altri di Smith non gli ho ancora visti (Severance, però, l'ho in dvd)
No, Smith non ha mai partecipato ai Masters Of Horror
Ho trovato gli anfibi indossati dalla Potente più orrendi della creatura stessa!
Ah, se potessi andrei in quella metropolitana a cercare le scarpine odorose e perdute della Potente (potrebbe essere l'idea per un sequel!) :P