Con Oskar Werner (l’assassino) e Gena Rowlands (sua moglie, in sedia a rotelle) si respira inevitabilmente un’aria da cinema d’autore (Truffaut e Cassavetes, per l’esattezza), in questa penultima puntata della magnifica quarta serie. Lui lo ricorderete protagonista in JULES E JIM o nei panni del “pompiere” Montag in FAHRENHEIT 451, lei in GLI ESCLUSI, I VOLTI o MINNIE E MOSKOWITZ a fianco del marito Cassavetes e spesso delsso stesso Peter Falk. PLAYBACK, non per niente, è una delle puntate di Colombo meglio recitate in assoluto (ottima anche Martha...Leggi tutto Scott nel ruolo della vittima), forse un po’ statica nella regia (di Bernard Kowalski), ma molto ben scritta e con un finale che non delude. L’assassino (vessato dalla suocera che vuole esautorarlo dalla società di cui lei è proprietaria) sfrutta, per crearsi un alibi perfetto, i marchingegni di una casa ultratecnologizzata: porte che si aprono battendo le mani, telecamere ovunque, scale atrezzate per far salire nel modo più comodo la sedia a rotelle della moglie... Harold van Wyck (Werner) controlla ogni cosa, ma ingannare l’intuito di Colombo non è facile per nessuno C’è tempo anche per un paio di scene col cane e una deliziosa parentesi in una Galleria d’Arte, dove il tenente al solito si stupisce dei prezzi atronomici di opere che – ovviamente – non capisce. Uno dei momenti più divertenti dell’intera serie, ancora una volta testimonianza dell’estrema bravura di Falk e della sua perfetta aderenza al personaggio. Sembra una puntata più “piena” di quanto in realtà non sia (la durata non supera la classica ora e dieci), il che significa che ogni componente della formula è dosato al meglio. E si vede.
Lui è il Jules di Jules e Jim, lei è la grande Gena Rowlands. Con un cast così era difficile ottenere un cattivo risultato e infatti "Playback" si segnala tra le migliori puntate brevi della serie, anche in virtù di un finale che non lascia scampo al colpevole ed esalta le capacità intuitive "virtuali" di Colombo. Solo uno lo sketch "da commedia" (alla galleria d'arte), ma dura abbastanza e si segnala per essere uno dei più spassosi di sempre, specie quando Colombo spiega perché la moglie viene ritenuta in casa "una pittrice".
L’inizio è buio, ma più avanti si capirà il perché di una certa azione. Notevole la messinscena dell’assassino, che sfrutta le sue conoscenze in campo elettronico. Il tenente è raffreddato, ma non per questo sarà in difficoltà (inizierà con cautela, per poi colpire come sempre). L’assassino (bravo l’attore) sembra annoiato e un po’ sofferente, tranne quando può parlare delle sue invenzioni (l’orologio). La vittima (suocera dell’omicida) è una discreta carogna, mentre la moglie a rotelle è brava e ingenua. Sarà proprio la tecnologia a… Grande!
MEMORABILE: L'assassino all'odiata suocera: "Salve Margareth. Hai fatto qualcosa ai capelli?". Risposta: "No". E lui: "Lo sospettavo".
Ottima puntata che offre diversi punti di interesse, a partire dai due grandi attori protagonisti. Ma soprattutto è un perfetto congegno ad orologeria, il cui unico limite è la durata troppo breve dell'episodio standard da 70'. Per forza di cose è un episodio che corre come un treno. Avrebbe invece meritato qualche riflessione in più per via dei temi trattati (realtà-finzione, avvento dell'elettronica e dei videotape); il sospetto è che Colombo sia stata (anche) una serie metalinguistica, ma che nessuno l'abbia mai analizzata sotto tale aspetto.
MEMORABILE: Nella galleria Colombo scambia una grata dell'aria condizionata per un'opera d'arte! Fantastico!
Interessante episodio tecnologico, con un assassino abile ingegnere che userà la sua abilità per liberarsi dell'odiosa suocera che vuole licenziarlo. Colombo riuscirà a incastrarlo usando le stesse armi. La soluzione finale è inaspettata e ben scritta, Falk è affiancato dal bravo attore Oskar Werner, ma anche da Gena Rowlands e dalla compianta Martha Scott. Discrete anche se piuttosto assenti le musiche di Bernardo Segall.
MEMORABILE: Il modo in cui l'omicida falsa l'orario della morte della suocera.
Cast eccezionale e anche l'ambientazione nella casa ipertecnologica è interessante. Uno di quei casi in cui l'omicida non è interamente odioso (come sono sempre odiosi, ad esempio, i personaggi interpretati da Patrick McGoohan). Infatti si resta incerti sul reale attaccamento dell'assassino alla moglie invalida e questo, unitamente all'antipatia della suocera, fa sospendere il giudizio nei suoi confronti e in un certo modo patteggiare per lui, nonostante l'esito sia noto. Un po' debole il particolare che lo incastra.
MEMORABILE: La visita di Colombo alla galleria d'arte moderna.
Notevole puntata e unica nella quale Colombo usa una pistola (anche se solo per simulare il suono di quest'ultima). Il cast è uno fra i migliori: Werner e la Rowlands sono incantenvoli. Colombo dovrà indagare in una casa ipertecnologica e l'assassino userà proprio la tecnologia per assicurarsi un alibi apparentemente perfetto.
Altra grandissima puntata da "applausi a scena aperta": l'assassino è un teutonico signore fanatico di tecnologie e di videoregistrazioni (eravamo agli albori dei videoregistratori), si muove in casa aprendo porte con arroganti colpi secchi di mano mostrando orgoglioso il suo orologio a led luminosi (è un “Pulsar”). In questo contesto altamente tecnologico Colombo inizialmente rimane basito, ma la sua intelligenza sorprenderà tutti… Ritmo serrato (la breve durata aiuta) e geniale sceneggiatura fanno di questa puntata tra le più belle di sempre.
Ottimo episodio sorretto da un altrettanto notevole cast in cui l'assassino è un dirigente molto abile con la tecnologia, della quale usufruisce per commettere quello che ritiene essere un delitto perfetto con alibi inattaccabile. Colombo è raffreddato, ma ciò non gli impedisce di svolgere le indagini in modo come sempre meticoloso e maniacale, deliziandoci con qualche siparietto dei suoi che non guasta mai (alla galleria d'arte, per esempio...). Finale notevole e preciso, per un episodio che merita la visione.
Un'altra ottima puntata. Oskar Werner si dimostra un buon assassino dipingendo molto bene il suo personaggio (freddo ma umano). Il piano delittuoso e l'alibi sono molto ricercati, anzi, quasi perfetti; in più l'indagine è interessante e la regia di Kowalski (a causa della breve durata) riesce a mantenere viva l'attenzione per tutto l'episodio. Colombo è decisamente in palla e si riscontrano un po' di intermezzi comici. Ottimo e convincente il finale, con una prova regina inoppugnabile.
MEMORABILE: L'assassino alla suocera: "Hai fatto qualcosa ai capelli" "No!" "Lo sospettavavo"; Colombo che alla mostra scambia una grata per un'opera d'arte.
Lo "specialista" Kovalski gira un episodio registicamente non comune, conferendo il giusto ritmo a una vicenda interessante soprattutto per la costruzione del delitto e per l'ingegnoso alibi. Lo spettacolo messo in scena è notevole, ma non si raggiungono vette "che fanno gridare al capolavoro" per colpa di un antagonista (un mediocrissimo Oskar Werner) abbastanza anonimo che non sa reggere il confronto con l'arguzia del tenente. Un episodio sopra la maedia, macchiato unicamente per una scelta attoriale non del tutto felice.
MEMORABILE: La costruzione dell'alibi; Colombo alla galleria d'arte.
Un bell’episodio caratterizzato da un assassino specialista di (quelli che all’epoca apparivano come) innovativi strumenti tecnologici. Ed anche un antipatico di primo livello. Colombo lo mira subito: “Quando qualcuno fa una cosa diversa dal solito, comincio a pensare”. Siamo in uno di quei casi in cui anche lo spettatore non vede l’ora che il tenente riesca a trovare le prove per incastrarlo e ciò avviene in modo mirabile, contrapponendo e sfruttando la stessa tecnologia!
MEMORABILE: La presa dell’aria condizionata scambiata per opera d’arte.
Episodio molto ben scritto e realizzato in cui abbiamo un delitto quasi perfetto che sarebbe rimasto insoluto, senza la caparbietà di Colombo che fa leva su indizi davvero molto deboli. Quello che colpisce, al di là della struttura, è la cura con la quale viene disegnato il personaggio principale anche sotto il profilo psicologico: passa da genio incompreso, quasi vittima, a essere subdolo e ossessionato del proprio ego. Peter Falk, molto graditamente, non è ridotto al rango di macchietta come purtroppo spesso accade.
Episodio breve e veloce che si ricorda soprattutto per la casa ipertecnologica, teatro principale della storia. Interessante la caratura psicologica dell'assassino, un genio incompreso, represso ma al tempo stesso audace nel suo egocentrismo, che si concentra prevalentemente nel fornirsi un alibi a prova di bomba sfruttando i marchingegni tecnologici della propria casa. Colombo è equilibrato e dopo un paio di indizi sommari smaschera l'assassino con una prova inconfutabile avvalendosi al tempo stesso dei difetti tecnici del piano delittuoso.
Uno schiocco di mani di Colombo e un fascio di luce illumina un clown su una poltrona bianca. Scena capolavoro di un episodio in cui il vintage tecnologico non fa che valorizzarne il fascino. Playback è tra le puntate più memorabili della serie: regia ottima, musiche eccellenti e una recitazione da grande cinema fanno volare i 70' di durata con la perfezione di un meccanismo a orologeria. Anche la parentesi umoristica in galleria d'arte è, forse, la migliore di sempre: a volte si rischia la "macchietta", qui sono tempi comici perfetti!
MEMORABILE: Colombo alla Guardia di villa Midas: "Quando qualcuno fa una cosa diversa da come l'ha sempre fatta fino a quel momento, io comincio a pensare...".
Accipicchia che tecnologia (e siamo negli anni 70)! Vorrei aprire anche io le porte con un applauso: ma perché poi licenziare un ingegnere tanto geniale? misteri delle suocere (arcigne e beone). Gran bell'episodio, molto curato nei dialoghi, spesso cinici, in stile Wildiano. Werner, marito premuroso ma infedele, ha quell'aspetto dandy che corona lo stile della puntata, con una moglie bellissima, innamorata e invalida. La messa in scena dell'omicidio è inattaccabile ma Colombo, come noto, è pignolo all'esasperazione e si fida solo del suo intuito.
MEMORABILE: Colombo alla Galleria d'arte e il costo dell'opera (la scultura in questione altro non è che il bocchettone dell'aria condizionata)...
Episodio godibilissimo, anche se quasi mono ambientazione, una casa elegante sì ma anche ultra tecnologica, con porte che si aprono al battito di mani (elemento non marginale nella vicenda) e telecamere ovunque. Un antagonista non particolarmente carismatico ma un Falk in palla, che sorride e gigioneggia in particolare nella mostra d'arte, arrivando a chiedere la valutazione di una presa d'aria. C'è spazio anche per il momento simpatia con il cane e, per quanto riguarda il delitto, se la costruzione dell'alibi non è malvagia, la risoluzione è un po' fortunosa.
MEMORABILE: La mostra d'arte con Colombo stupito per la valutazione eccessiva di opere a lui incomprensibili.
Episodio breve ma molto ben scritto, con un inventore adultero e avido (refioso l'Oskar Werner di Fahreneit 451) che sfrutta le sue conoscenze di elettronica per crearsi un alibi a prova di bomba. Dopo una prima parte piuttosto leggera (oltre al ritorno di Cane assistiamo anche alla prevedibile reazione stranita di Colombo di fronte alle opere d'arte moderna), il momento delle prove e delle dimostrazioni regala attimi discretamente intensi e perturbanti (la sfuriata dell'omicida colto in fallo di fronte alla moglie, l'inquietante clown à la Poltergeist). Buona la regia di Kowalski.
MEMORABILE: L'ottima Rowlands; Falk scambia la griglia del condotto dell'aria per un'opera d'arte; Il particolare scordato (un po' ingenuamente) dal colpevole.
Vessata da una suocere odiosa e apparentemente premuroso con la moglie invalida, Oskar Werner risulta uno degli assassini meno odiosi della saga, e questo toglie un pizzico di sapore a un episodio comunque molto ben scritto, in cui Colombo, malgrado il raffreddore, fiuta subito l'inghippo e proprio cogliendo in fallo l'avversario sul suo stesso terreno riuscirà ad incastrarlo in maniera inoppugnabile. Spazio anche per Cane e per uno degli intermezzi comici (alla galleria d'arte) più riusciti di sempre. Ottima anche una Gena Rowlands commovente nella sua ingenuità.
La tecnologia anni '70 era qualcosa che insieme con la fantascienza alla Spazio 1999 attirava lo spettatore come il miele per i plantigradi. Il penultimo episodio della quarta serie coglie i transistor al balzo e risulta tra i più piacevoli della filmografia colombesca. Particolarmente adatto Werner, un dandy in salsa ingegneristica pieno di se stesso che in mezzo a tanti marchingegni trascura l'umana distrazione; Colombo super detective con "Cane" al seguito arriverà anche a impugnare una pistola (unica volta) per smascherarlo. La Rowlands trasforma l'handicap in soave femminilità.
MEMORABILE: "Cane" che abbaia dal finestrino; L'uscita dell'aria condizionata scambiata da Colombo per opera d'arte.
Dirigente di un'industria elettronica uccide la suocera che vuole licenziarlo simulando un furto finito male. Werner ha la faccia (da sberle) giusta per il ruolo del furbo omicida e la bravura degli autori sta nel contrapporre un tale deprecabile personaggio a quello opposto della dolce moglie invalida (trattata con estrema delicatezza da Colombo), regalando un finale che, se da un lato dà soddisfazione (per l'acume del detective, ma anche per la reazione del colpevole), dall'altro lascia con l'amaro in bocca. L'umorismo è somministrato con il contagocce, ma è efficacissimo.
MEMORABILE: Il condotto dell'aria condizionata scambiato per una scultura; La simulazione con tanto di sparo reale.
Perché correre il rischio di essere eliminati dalla presidenza della società se si può fare fuori la suocera proprietaria di tutto? Questo è quello che pensa un bravissimo Oskar Werner che interpreta alla perfezione il ruolo dell'assassino di turno. Questa volta Colombo dovrà fronteggiare un alibi fortissimo costruito alla perfezione e quasi inattaccabile. Il cast è di tutto rilievo e è il marchio di garanzia di un episodio che non risente affatto della breve durata. Anche i personaggi femminili sono ben caratterizzati a partire dalla perfida suocera fino alla moglie. Ottimo.
MEMORABILE: Colombo alla galleria d'arte; L'intuizione al pub; Il finale.
Oskar Werner confeziona per Colombo un "omicidio in videotape" che dà modo al nostro di stanarlo dal suo fortino domotizzato in cui tiene rinchiusa come in una gabbia dorata una Gena Rowlands inferma e fin troppo remissiva. Come al solito rivestono grande importanza gli spostamenti del sospettato scanditi da orari (novità!) precisi al minuto grazie al ricorso ai nuovissimi - per l'epoca -orologi da polso al quarzo. Ma da una piccola crepa il castello di carte messo inutilmente in piedi dall'ideatore del crimine finisce per perdere stabilità e infine miseramente crollare.
Buon episodio breve, non eclatante ma nemmeno afflitto da evidenti difetti. Gli indizi non abbondano, ma l'indagine è comunque condotta con tutti i crismi. Le piccole incongruenze sono funzionali a una trama ingegnosa. L'assassino non è tra i più carismatici ma nemmeno tra i peggiori della serie e comunque incontrerà la solidarietà di molti spettatori per aver eliminato una suocera di rara antipatia. Simpatici i siparietti di Colombo con Cane e al vernissage, utile anche per un indizio. Buona prova della Rowland nei panni della moglie paralitica. Tutto sommato una buona puntata.
MEMORABILE: Paranoici da sicurezza, ma il proprietario spalanca sempre le porte di casa senza chiedere chi sia e il guardiano non annuncia mai i visitatori (!?).
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l'episodio inizia con l'assassino che simula l'ingresso dalla finestra, tagliando il vetro e lasciando segni di terra sul muro...
non mi è ben chiaro il perchè avesse già deciso di eliminare la suocera e sulla base di quali motivazioni?
perché quando quest'ultima gli rivela che è a conoscenza della sue scappatelle e vuole le sue dimissioni, mi pare di capire dal discorso che sono tutte delle novità... e quindi perché avrebbe pianificato prima di eliminarla???
se vogliamo c'è un altro clamoroso errore (almeno nel doppiaggio italiano) e cioè quando spiega all'assassino che
"i ladri non entrano ed escono dalle abitazioni, ma penetrano e fuoriescono" ebbene, ben 2 secondi dopo questa frase dice che dell'assassino ci sono le impronte di quando è entrato, ma non di quando è uscito!
Da citare la ballata per pianoforte n.1, Op.23 di F. Chopin presente in questo episodio (segnalata anche su IMDB; brano ascoltato dalla vittima pochi istanti prima del suo omicidio).
*Alberto Lionello: Oskar Werner *Ada Maria Serra Zanetti: Gena Rowlands *Benita Martini: Martha Scott *Pietro Biondi: Robert Brown *Valeria Valeri: Patricia Barry *Angiolina Quinterno: Trisha Noble *Germano Longo: Steven Marlo *Vittorio Congia: Bart Burns *Renato Cortesi:telecronista TV
Di particolare effetto la disperazione dell’assassino quando alla fine viene smascherato. L'audio delle sue battute originali è ancora più incisivo.
In questa scena emerge particolarmente l'origine austriaca dell'attore, ma soprattutto la sua grande esperienza teatrale.
Non ho capito. In che senso?
Accento inconfondibile in lingua originale, soprattutto alla battuta: "before I left the house, I saw your mother coming up to the room to wish you goodnight..." link Youtube
Di particolare effetto la disperazione dell’assassino quando alla fine viene smascherato. L'audio delle sue battute originali è ancora più incisivo.
In questa scena emerge particolarmente l'origine austriaca dell'attore, ma soprattutto la sua grande esperienza teatrale.
Non ho capito. In che senso?
Accento inconfondibile in lingua originale, soprattutto alla battuta: "before I left the house, I saw your mother coming up to the room to wish you goodnight..." link Youtube