Nonostante abbia salvato il vicepresidente USA da un'attentao, poliziotto poco ortodosso viene spedito in periferia, per di più con capo-donna. Quanto starà lontano dai guai? Si può solidarizzare con gli sceneggiatori per l'immane travaglio che la progettazione di questo film avrà comportato, ma èstata una fatica ricompensata: non un clichè è stato dimenticato nemmeno per sbaglio. Ovviamente questo non impedisce che il film sia uno spasso per i fans dell'immarcescibile Seagal, che tiene ancora botta (ma più le dà). Disimpegno totale
Poliziotto, dal grilletto (e l'insubordinazione) facile, viene spedito in stazione di polizia di frontiera, dove scopre corruzione di altri cops. Aiutato da fratello di ragazzo, incarcerato ingiustamente, sgominerà pericolosissima banda, sia pur pagando alto prezzo di vite umane. Colpi (bassi) di scena e repertorio completo da Joel Silver movie. Dello stesso regista, ci è sembrato meglio Romeo deve morire. Questa recensione vi sembra telegrafica? Non avete letto la sceneggiatura.
Colpo di coda del buon vecchio Seagal prima di fossilizzarsi in produzioni domestiche spesso di livello infimo. Qui produce la Warner e si vede. Lo stesso Steven è ancora in forma accettabile e sembra metterci un'apprezzabile convinzione. Il clima disteso e ironico è quello giusto così come il ritmo narrativo ben sostenuto. La sceneggiatura fa man bassa di tutto quanto si possa riciclare rendendo il film l'antìtesi dell'originalità. La resa dei conti finale è interminabile. Scoppiettante il triviale sproloquio sui titoli di coda. Non per palati fini.
Film che segnò il ritorno sulle scene di Steven Seagal dopo che era stato licenziato da non ricordo quale casa cinematografica dopo i flop di The patriot e Fire down below. Il povero Steven fu ringaggiato a patto che tagliasse il suo famoso codino e perdesse qualche chilo e che le sue coreografie fossero dirette da una terza persona e non da lui stesso. Infatti questo film è una delle migliori produzioni "moderne" del mitico Stefano Gabbiano.
Super baracconataction bim bum bam con poliziotti corrotti a pacchi, “criminali" onesti e l'agente buono (Seagal) con seri problemi caratteriali. A salvare in parte la pellicola ci pensano, l'ironia (lo stesso Seagal si prende in giro: "E' vero che hai picchiato un indiziato con un gatto morto?". E lui: "No, non era morto") e un paio di scene d'azione spacca e sparatutto (il rapimento col furgone e l'inseguimento, prima in auto e poi in moto). Oltretutto qui Seagal viene mandato dove è giusto che stia...a dirigere il traffico. Vedibile con popcorn.
MEMORABILE: Seagal entra in scena camminando come un robot poco oliato e con seri problemi alle giunture; Seagal tramortisce un cattivo solo per usarlo come scudo
Da grande fan di Seagal non posso che apprezzare questo film. Sicuramente la storia non ha nulla di originale, ma le scene d'azione sono di quanto meglio Seagal abbia mai fatto da un po' di tempo e ci sono anche momenti comici simpatici affidati ai bravi Tom Arnold e Anthony Anderson. Insomma, per i patiti dell'action è un must.
Un estemporaneo ritorno "quasi" ai fasti dei primi film, per il simpatico Seagal, prima di avviarsi, negli ultimi anni, verso quello che sembra purtroppo un inarrestabile declino fisico e artistico. Abbastanza indovinati gli intermezzi comici, quantunque il tentativo di adeguarsi ai gusti dei giovani d'inizio millenio non funzioni granché. Considerando la mia atavica insofferenza per psicologi d'accatto e psicoterapie di gruppo (puah!), al suo posto, altro che il bracciale della sedia avrei rotto!
Prima di sparire tra pompe dell'aria compressa e sceneggiature scritte con i piedi e in tredici minuti, il mitico Steven era capace di piazzare colpi di gran classe come il film in questione e di regalarci buone scene di combattimento senza controfigura. La storia sta all'originalità come la democrazia elettiva sta alla Libia, ma questo poco importa: le scene d'azione sono ottime, attorno a Seagal non c'è il deserto ma un cast di qualità per il genere (che ricordi vedere Duke con un fucile a pompa in mano) e non manca un pizzico di autoironia.
Un ottimo poliziesco, forse uno dei migliori interpretati dal maestro di aikido. Dal bellissimo inizio sul ponte, con i poliziotti killer in moto, che rimanda a Una 44 magnum per l'ispettore Callaghan, agli sbirri rapinatori con le maschere da portieri di hockey che rimandano a Heat. Azione febbrile, ottime sparatorie, incredibili car crash, la corruzione nella polizia che fa tanto Training day. Poliziesco coi controcosi, che dimostra come Bartkowiak abbia assimilato bene le lezioni di Richard Donner sul set di Arma letale 4. Adrenalinico.
MEMORABILE: Seagal messo a dirigere il... traffico!; la lotta con i due buttafuori in discoteca; la sparatoria finale al fulmicotone.
Solita porcheria all'americana che punta moltissimo (come tutti i film di questo tipo) sull'adrenalina e sull'azione. Seagal mi è sembrato decisamente più gonfio e bolso rispetto a quello visto nei suoi film precedenti, dove comunque sfoggiava una certa agilità. La trama? La solita storia di poliziotti corrotti. Cambiate disco... grazie.
Dopo i flop degli ultimi film, si pensò a un ritorno "in grande stile" per Seagal. Bisogna ammettere che, al netto di una sceneggiatura zeppa di cliché, il film ha i suoi pregi: il cast è nutrito, le scene d'azione sono coinvolgenti (anche se abbastanza violente) e non mancano i momenti comici, questi ultimi affidati principalmente a un esagitato Arnold e al gruppo per la gestione della rabbia del quale il nostro protagonista sarà costretto a far parte. Disimpegnato, movimentato, godibile senza problemi.
MEMORABILE: "Vede la mia faccia? È una faccia felice".
Seagal, senza codino, non perde la sua specialità di menar le mani come solo lui sa fare. Il film è ottimo, sprizza adrenalina dall'inizio alla fine e c'è ne per tutti i gusti: botte, sparatorie, inseguimenti, macchine che esplodono. La sceneggiatura, ben scritta (il soggetto è tratto da un romanzo) ci racconta una storia di poliziotti corrotti con le mani in pasta nella droga in una Detroit zeppa di delinquenti. Meraviglioso Seagal, si ride con Anthony Anderson e Tom Arnold, piccola parte per la bellissima Eva Mendes. Imperdibile.
MEMORABILE: Seagal che dirige il traffico.
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Il salvataggio secondo Seagal Sull'altissimo ponte il vicepresidente è in pericolo. Sparano da tutte le parti, è una situazione di stallo. A questo punto, Seagal deve fare una cosa per lui innaturale...ragionare. E così, prende il vicepresidente, gli dice: "Lo faccio per lei, si fidi" e, per sottrarlo ai terroristi, lo scaraventa giù dal ponte in acque gelide. Inoltre, il vicepresidente, mentre precipita, urla: "Non so nuotareee!!!". "Stranamente", anche se il vicepresidente si salverà, Seagal verrà comunque trasferito (e ci rimane pure male).
Seagal novello mago Silvan Il teppista, ironico: "Sei un vero mago...". E lui: "Vuoi che ti tiri fuori un coniglio dal culo?".
Problemi col cane Alla seduta di gruppo sulla collera, uno dei pazienti: "Quel barboncino cacava in casa, dappertutto! Glie l'avevo detto a mia moglie di comprare un cane grosso...un pastore tedesco non sarei mai riuscito a scaraventarlo giù dalla finestra!".
Seagal arresta un ciccione di colore Il ciccione nero: "Ehi, vacci piano, mi dichiaro prigioniero politico". E Seagal: "Sì, delle pantere obese...".
HomevideoXtron • 16/03/12 16:29 Servizio caffè - 2224 interventi