Voci d'oro - Film (2019)

Voci d'oro
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Golden Voices
Anno: 2019
Genere: drammatico (colore)
Note: Victor e Raya Frenkel, i personaggi al centro del film, hanno doppiato in russo innumerevoli produzioni straniere.
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Gerusalemme, 1990: le due voci d'oro del cinema russo, Victor e Raya Frenkel, che insieme doppiarono centinaia di film, tornano in Israele all'apertura delle frontiere dopo la caduta dell'Unione Sovietica. Non sanno quanto le loro qualità lì possano risultare sottostimate: si offrono di lavorare con assiduità in radio, ma l'unica controproposta è quella di recitare in teatro. Viktor (Friedman) non accetta e di fronte a loro si apre una prospettiva di miseria. Fino a quando Raya (Belkina) non scende a compromessi con se stessa facendosi assumere come voce del telefono erotico: a 62 anni deve fingere di averne 22 sfruttando le qualità di una voce modulabile,...Leggi tutto splendida e suadente. Al marito dice di dover convincere via telefono i clienti a comprare profumi, mentre lui scopre casualmente una videoteca specializzata in film russi nella quale presto scoprono chi hanno di fronte... Il film di Evgeny Ruman, bielorusso di Minsk immigrato in Israele, azzecca una bella idea e, benché non dia molto conto dell'importante attività precedente dei due grandi doppiatori sovietici (sarebbe stato interessante saperne di più), sa rendere molto bene l'entità del loro dramma, senza mai eccedere e restituendo in tal modo credibilità alla vicenda. Va però sottolineata la recitazione maiuscola dei due protagonisti (specialmente di Mariya Belkina, straordinariamente commovente), che insieme sanno mostrarsi affiatati ma non troppo, complici quanto d'improvviso lontani. Seguendo una progressione nella trama che in realtà non si segnala certo per grande originalità, GOLDEN VOICES è insieme gradevole, sincero e – utilizzando facili leve – intrigante al giusto punto. Ben caratterizzate le figure secondarie, che pure restano ampiamente ai margini, mentre un certo imbarazzo si rileva nel nostro doppiaggio (pur ottimo nella resa delle due “voci”, da noi di Paolo Buglioni e Mirta Pepe): volendo tradurre anche lingue diverse ricorrendo poco ai sottotitoli, qualche fase (nella classe dove s'impara l'ebraico, per esempio) si fa inevitabilmente esilarante... Importante il legame con il cinema di Fellini, che torna in più occasioni: LA VOCE DELLA LUNA è il film che Victor pretende di doppiare in sostituzione di chi gli proponeva il contemporaneo MAMMA, HO PERSO L'AEREO, LE NOTTI DI CABIRIA quello grazie al quale Victor s'innamorò per la prima volta sentendo la voce di Raya, OTTO E MEZZO quello che al Festival di Mosca venne vietato per ragioni ideologiche e che il giovane Victor permise di riammettere alla proiezione. E' invece KRAMER CONTRO KRAMER il film vedendo il quale sempre Victor, all'interno della videoteca, ripete parola per parola le frasi di Hoffman svelando in tal modo, rapito dall'emozione, la propria identità. Tributi sparsi che non appaiono mai forzati, tasselli fondamentali di una narrazione gradevole, coerente, quasi da “blockbuster d'autore”; senza stupire a ogni costo, rimanendo sempre sottotraccia ma riuscendo a mettere in scena una bella profondità di sentimenti. Con minime tracce ironiche che non guastano mai. La fotografia dai toni ocra aiuta a fondere idealmente il passato russo dei protagonisti con la loro nuova esistenza a Gerusalemme mentre è intelligente la scelta delle location, a conferma di un lavoro ben impostato in cui più di una scena comunica al meglio lo spessore del dramma.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/12/21 DAL DAVINOTTI
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Capannelle 17/12/23 00:27 - 4451 commenti

I gusti di Capannelle

Un gradevole film girato con la semplicità delle produzioni minori ma non per questo meno riuscito. Si fa luce su un fenomeno storico conseguente alla caduta del muro di Berlino che porterà i due protagonisti a sperimentare un adattamento non privo di ostacoli nell'emigrazione verso Israele. I toni sono da commedia, portati avanti con tatto e gusto del paradosso. Brava la Belkina nell'interpretare la parte più significativa della pellicola ma anche lui, Friedman, dimostra affiatamento e capacità di caratterizzare il personaggio. Da ricordare i riferimenti alle opere di Fellini.

Kinodrop 29/02/24 19:28 - 3056 commenti

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Nel 1990, una coppia di ebrei russi - famosa in patria per aver doppiato centinaia di film - fa ritorno in Israele ma le difficoltà di integrarsi saranno più di quelle per realizzarsi, se non attraverso qualche delusione e qualche compromesso. Una commedia che è soprattutto un omaggio al cinema attraverso il mondo dei doppiatori che rende "presenti" e vivi i personaggi del grande schermo, con in più, al di là della vicenda sentimentale della coppia, un vero tributo al nostro cinema, Fellini in particolare. Toccante la performance dei due attori protagonisti, Belkina e Friedman.
MEMORABILE: Il telefono erotico; Le riprese pirata in sala; L'estemporaneo doppiaggio di Dustin Hoffman; La performance vocale di Mino Caprio "balbuziente".

Daniela 3/03/24 17:37 - 12814 commenti

I gusti di Daniela

Dopo la dissoluzione dell'URSS, una matura coppia di doppiatori cinematografici emigra in Israele, trovandosi in difficoltà nel trovare lavoro: lei accetta di usare la sua voce in un servizio di telefonia erotica, lui si invischia in un giro di videocassette piratate... Film venato di amarezza ma con risvolti divertenti sulle difficoltà di integrarsi in un'ambiente del tutto diverso da quello di provenienza lasciandosi alle spalle il passato. Vibrante Mariya Belkina, più ispido Vladimir Friedman, entrambi bravissimi. Commoventi oltre che graditi gli omaggi al cinema di Fellini.
MEMORABILE: "Margherita sono io"; La rievocazione dell'incontro con Fellini al festival di Mosca.

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