I film di Vincenzo Salemme si assomigliano un po' tutti e derivano con evidenza delle sue esperienze teatrali con i partner di sempre; sfruttando la somiglianza di Carlo Buccirosso con Peppino De Filippo (col quale il simpatico attore prova a immedesimarsi anche nel modo di recitare), Salemme riesce qui più che in altre occasioni a fornirci un vago surrogato di quelli che erano gli esplosivi botta e risposta tra Totò e Peppino. L’accostamento tra Salemme e il Principe è difficilmente proponibile (al di là della napoletanità di entrambi), ma va detto che in questo caso l'autore/attore rispetta davvero il titolo e, logorroico come non mai, travolge Buccirosso con una verve capace di strappare la...Leggi tutto risata: ridotto su una sedia a rotelle a causa di un’operazione fallita all'ernia, il protagonista acquisisce un cinismo incontenibile che si abbatte su tutti, dagli amici (c'è anche Maurizio Casagrande, naturalmente, nella parte dell'avvocato destinato a seguirlo in Francia dove avvia la causa contro il luminare) alla bella accompagnatrice (Sabrina Ferilli, meno presente del previsto). Alla splendida Manuela Arcuri (tra lei e la Ferilli c’è di che accontentare per anni gli amanti dei seni prosperosi) spetta invece il ruolo di amante di Buccirosso, destinata a dare il via a un riuscito quanto abusato gioco vaudevilliano all'arrivo del marito. Deludenti Massimo Ceccherini e - soprattutto - Nando Paone nella parte di due vecchie zie, addirittura patetici quando citano TOTO’, PEPPINO E LA... MALAFEMMINA (“Noio volevam savuàr” e la famosa lettera). Ceccherini almeno tracima e saltuariamente diverte, Paone punta sugli strafalcioni verbali con esiti avvilenti.
Film curioso che rimane impresso soprattutto per alcune gag surreali, come il figlio mostro e le orride zie. Per il resto si tratta di una commedia alla Salemme, ossia di derivazione teatrale diretta dall'autore contornato dagli amici di sempre più una guest star (in questo caso la Ferilli). Simpatico, ma non centra completamente il bersaglio.
Mediocre commedia diretta ed interpretata da Vincenzo Salemme autore ed attore che funziona meglio a teatro rispetto al cinema. Questo film altri non è che la solita commedia degli equivoci che vira ad un certo punto verso la farsa, affidandosi all'estro del momento e alla verve del singolo attore. In particolare più che il protagonista,a funzionare sono sopratutto i bravi caratteristi (come Bucirosso e Casagrande) spesso "soci" dell'attore napoletano.
Salemme's comedy alquanto fiacca e onusta di situazioni già viste e straviste. Il regista-attore gioca a fare Totò risultando di una pesantezza disarmante (dice bene la Ferilli ad un certo punto: "tu non fai altro che parlare, parlare... ") e meglio di lui si comporta sicuramente Buccirosso. Il resto, compreso Ceccherini en travesti, è poca cosa se si eccettua il reparto forme generose Arcuri-Ferilli. Solo per riempire lo spazio di una serata piovosa.
A ruota libera è proprio il titolo adatto, perché qui Salemme è più logorroico del solito e inanella battute a ritmo frenetico, alcune riuscite altre no. Il risultato complessivo è piacevole, anche grazie agli ottimi Buccirosso e Casagrande, che duettano a turno col protagonista dimostrando il grande affiatamento del cast. La Ferilli e la Arcuri sono entrambe bellissime, ma l'unica che sa recitare è la prima, mentre le vecchie zie Ceccherini e Paone incidono poco (inutile la citazione verso la fine di Totò e Peppino). Un po' caotico ma buono.
Stranamente considerato come film minore di Salemme e per questo passato quasi sotto silenzio. Anche se non si capisce il perchè, visto che mantiente la stessa teatralità dei suoi due precedenti lavori. Non agli stessi livelli ma nemmeno disastroso. La banda perde Biagio Izzo per strada ma arruola un insolito Ceccherini. La sceneggiatura ovviamente è semplice e, come al solito, gli omaggi (o plagi a seconda dei pareri) alla coppia Totò e Peppino sono tantissimi. Addirittura riproposti pari pari il "Noio volevon savuar" e la lettera famosissima.
Passabile commedia degli equivoci capitanata da Vincenzo Salemme che si avvale della bella Sabrina Ferilli e di caratteristi come Buccirosso, Casagrande e Paone, nonchè di Massimo Ceccherini. Si ride specie nei momenti in cui appaiono nel ruolo delle pestifere zie (Ceccherini e Paone) e c'è anche spazio per alcuni istanti un po' seriosi.
Filmetto leggero leggero, diretto e interpretato da Vincenzo Salemme con l'ausilio di buoni caratteristi (su tutti il conterraneo Carlo Buccirosso). La sceneggiatura latita ma grazie alla simpatia dei protagonisti si riesce a ridere in più occasioni. A patto di non aspettarsi nulla di eclatante si può guardare. Pessimi Ceccherini e Paone.
MEMORABILE: Buccirosso in camera con la Arcuri e Salemme nella stanza contigua; Il segnale: "bussa alla porta al ritmo di cucaracha".
Commedia leggera di Salemme che riesce more solito a parlare di argomenti anche seri (l'handicap fisico) senza strabordare in futili luoghi comuni mantenendo una grazia e una delicatezza che gli fanno onore. D'altro canto però bisogna ammettere che non tutte le trovate sono di prima mano e le corrispondenze con la tradizione comica partenopea sono cercate talvolta con troppa insistenza. Come sempre ottimo il livello del cast di fedelissimi, con Buccirosso che ha una marcia in più e si conferma uno dei migliori attori italiani della sua generazione. Si guarda volentieri.
Vincenzo Salemme HA DIRETTO ANCHE...
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Cameo di Mario Cipollini, che interpreta se stesso nella scena del ballo con Natalizia (Ceccherini), la zia di Pericle Caruso (Salemme). L'ex corridore all'epoca era ancora in attività (si ritirerà dal ciclismo una prima volta nel 2005 e poi, dove un breve ritorno alla gare, definitivamente nel 2008):