Continuando così Pieraccioni rischia di offuscare sempre più il valore dei suoi primi tre film, che pur con tutti i loro difetti avevano lanciato nell'olimpo del boxoffice un comico simpatico e istintivo, che aveva fatto della genuina semplicità il suo punto di forza. Qui ormai non si sa più da dove farle piovere le donne, addosso al buon Leonardo, e l'idea della "sorella" brasiliana adottata a distanza tempo prima dalla madre par proprio l'ultima spiaggia. Così come il fatto di farla piombare nella vita del protagonista attraverso la trasmissione della De Filippi uno dei più vetusti espedienti per giocare di rimbalzo (sperando in qualche...Leggi tutto ritorno) con il mondo della tv dei giovani. Il canovaccio pieraccioniano è logoro, i personaggi consunti e nemmeno il sempre simpatico Rocco Papaleo, comunque vitale, può nulla per rianimare un copione tremendamente moscio che come si può immaginare la regia non è assolutamente in grado di vivacizzare. Pochissime le parentesi da ricordare (forse appena i vaneggiamenti ospedalieri di Papaleo ricoverato dopo tremenda insolazione), disperati i tentativi di agganciarsi alla simpatia del personaggio attraverso l'inflessione toscana, il solito commento fuori campo o quell'aria da bonario cane bastonato che fu l'arma vincente dell'umile Pieraccioni prima maniera. Qualche timida suggestione paesaggistica nelle sequenze sulla spiaggia, un accennato recupero della matrice bucolica alla base del successo del Ciclone, ma nel complesso troppe pause dovute anche alla non certo esaltante performance di Ariadna Romero. Dispiace dover complessivamente bocciare un attore che avrebbe ancora qualche guizzo di originalità nell'impostazione del suo personaggio e che a tratti si intuisce quanto potrebbe ancora risultare simpatico come un tempo, ma per uscire dall'impasse che dura ormai da troppi anni sarebbe assolutamente necessaria una sceneggiatura che sappia recuperare quelle situazioni comiche, quel mix di ingenuità e complicità che avevano saputo trasformare film modesti in commedie con una loro dignità, con una forza espressiva purtroppo smarrita definitivamente nel corso degli anni. Le potenzialità comiche dell'attore sembrano insomma ancora intatte, a mancare è tutto ciò che un tempo le sosteneva. Non si può pensare di portare avanti un film così senza farcirlo di un numero sufficiente di gag e di situazioni divertenti che giustifichino l'assenza totale di ambizione. La figura del musicista ricco e famoso che tratta tutti dall'alto in basso e pubblicizza continuamente il suo profilo su Facebook col solo scopo di conoscere belle ninfette si ripete già dalla seconda entrata in scena, e lo stesso Papaleo, molto presente, deve far ricorso a tutte le sue armi dialettali per supplire alla carenza di dialoghi decenti. Vedere poi Ceccherini piazzato lì per una comparsata di pochi secondi acuisce il senso di nostalgia per i bei tempi che furono, mentre la noia si fa presto strada tra ovvietà fastidiose e flosofeggiamenti d'accatto.
Pieraccioni non è più rampante come ai tempi de I Laureati, ma con la sua toscanità genuina e arruffata sa sempre strappare un sorriso (anche qui grazie all'aiuto di Papaleo nei panni del solito personaggio strampalato, fondamentale data la grande verve dell'attore lucano). Finalmente non troviamo la solita storia d'amore inserita a forza come nelle precedenti pellicole, o almeno la si intravede velatamente solo alla fine. Dolcissima e brava la Romero, che non si limita a fare la "gnocca di turno" ma sa recitare e rendersi credibile. Promosso.
Ennesimo filmaccio del comico (?) toscano Pieraccioni. Il film è incredibilmente insipdo e piatto, privo di gag comiche che facciano ridere di gusto, cosa poco ortodossa per una commedia. C'è veramente poco da dire su questa pellicola, in quanto la storia e la sceneggiatura sono banali e ripetitive (leggi: uguali ai precedenti film di Pieraccioni) e sono veramente poche le scene che risvegliano lo spettatore dal devastante torpore che lo pervade durante la visione del film.
Pessimo film che cerca maldestramente di cucire una sceneggiatura scarna e priva di qualsiasi pathos e originalità. Inutili e tediose lungaggini per ampliare il film; ci tocca perciò sorbire un'ora e mezza di noia (spesso snervante). Poche le situazioni comiche (che al massimo strappano un ghigno poco convinto). Assolutamente inutile e mal sfruttato Papaleo e che dire dell'ennesima bellezza sudamericana inserita? Il nulla, perché questa Ariadna Romero è davvero pessima (almeno ci avesse mostrato una lurida tettaccia!).
Questo è ciò che passa il comiconvento nel periodo Natalizio. Sembra che i registi credano di avere il permesso, se il film esce durante le feste, di sbattersene dell'impegno, del tentativo di creare un qualcosa di piacevolmente divertente, puntando tutto sul solito, trito copione. E riecco Pieraccioni con la gnocca di turno, qui sorella adottiva, il Papaleo macchietta (autista bonaccione e vittima del delirio da insolazione...) e altri personaggi da teatrino (il compositore rubamotivi e l'ex di lui). Ovviamente, la sceneggiatura è assolutamente superflua.
Scemenzucola con qualche raro guizzo.
MEMORABILE: Cena con vecchiette sorde; La preghiera-supercazzola (lascia fare ai professionisti di "Amici miei", Leonardo); La Bouchet, killer di mamma (non male)
A me Pieraccioni piace più ora che in alcune prove passate (Il pesce innamorato e Il paradiso all'improvviso erano brutti davvero), il film mi ha messo molta allegria e serenità e a Natale è giusto che sia anche così. Per il resto ci sono molte gag, soprattutto nella prima parte e le risate abbondano più che nel film concorrente con De Sica. Papaleo è il migliore del gruppo, ma Pieraccioni con la sua aria bonaria e la parlata in toscano se la cava sempre bene. Bellissima la Romero. Consigliato.
State tranquilli: non è la tanto paventata crisi che ha fatto allontanare gli italiani dal botteghino. Vacanze di natale a Cortina e questo nuovo pasticcio di Pieraccioni sono solo due pessimi film. Pieraccioni, che in passato ci ha regalato 2-3 film divertenti, non azzecca più un tempo, sembra spaesato, così come il suo compare Veronesi. Pensare che Zalone abbia più successo di Pieraccioni/De Sica fa rabbia...
Una graditissima sorpresa. La trama, tra commedia e road-movie, conta poco, così come le gag (comunque presenti): si tratta di un film fatto di luoghi e sensazioni, toscano nel profondo, sognante e sincero, col suo umorismo ingenuo e romantico, i suoi strambi e simpatici personaggi, le sue bellissime musiche. Purtroppo quando la De Filippi e Alves sono in scena l'incanto svanisce e il film crolla: senza tali infausti intermezzi sarebbe stato probabilmente il capolavoro del regista, ma anche così la magia, a tratti, affiora. Titolo azzeccato.
Pieraccioni davvero non ce la fa a sfornare qualcosa di decente. Dal 2005 non lo vediamo in qualcosa di vagamente interessante e i tempi del Ciclone sembrano lontani anni luce. Qui che cosa manca? Degli spunti innovativi (che persino Io & Marilyn nella sua pochezza aveva), buoni attori (solo Papaleo risolleva il morale mentre la bellona straniera accompagnata poi dal ricciolone Alves sono ancora peggio delle seppur mediocri attrici che lo hanno accompagnato in passato), ma soprattutto una sceneggiatura attiva. Mezzo pallino per la colonna sonora.
Dopo un buon esordio, ormai datato parecchi film fa, Leonardo Pieraccioni ha continuato (del resto spesso graziato dai favori del pubblico) a realizzare sempre il medesimo film, pur con qualche variazione. Finalmente la felicità è forse il punto artisticamente più basso della sua carriera. Una storia che è contemporaneamente implausibile e poco interessante (a partire dall'escamotage iniziale), personaggi bidimensionali e attori di contorno che non funzionano (a partire dal sodale Papaleo). Forse sarebbe il momento di cambiare registro.
Banale e ripetitivo. L'ennesimo copia incolla del film precedente di un regista che ormai non ha più niente di interessante da raccontare e propone personaggi di poco spessore che non possono che attirare modelli e modelle incapaci di recitare. C'è di peggio in giro, ma Pieraccioni non può pensare di cavarsela con così poco ormai. Deludente.
Un pensiero a chi dice che Pieraccioni ha fatto il solito film: magari lo avesse fatto! Trama poverissima con tutto un insieme di micro-momenti che sembrano incollati con lo scotch. Non c'è fluidità e i personaggi si trascinano in situazioni trite e ritrite. Come cast Pieraccioni denota stanchezza recitativa e fisica, Papaleo ha poche battute decenti e gli altri non strappano nemmeno un sorriso. La bellona di turno è monoespressiva e senza carisma. Qualche immagine di contorno si salva e lo grazia dagli abissi della monopalla.
Ennesimo film di Pieraccioni senza costrutto e senza una vera storia alle spalle. Fiacco come non mai, il comico toscano demanda le gag più divertenti a Papaleo, che fa quel che può grazie soprattutto al suo accento pugliese, ritagliando per sè pochissimi spazi comici. Cast di contorno pessimo con comparsate che potevano essere sfruttate meglio come Battista e Ceccherini. Non regge nemmeno per un momento la storia di "C'è posta per te" che Pieraccioni affronta da Pieraccioni e non da tizio qualunque come invece il copione avrebbe suggerito.
Commediola innocua in cui sono presenti tutti gli stereotipi del comico toscano. Narrazione trita e ritrita con un'overdose di buonismo in alcuni tratti altamente stucchevole. Simpatico Papaleo, che insieme alla comparsata di Battista sul treno, regala momenti di humour. Fuori luogo la Romero, che parla con uno slang lontano anni luce dal brasiliano.
Film terribile, assolutamente inconsistente, ennesima variazione sul tema pieraccionesco dell'eterno Peter Pan innamorato della bellona straniera di turno, interpretata da una sconosciuta come d'abitudine (questa volta da una brasiliana). Gag di quart'ordine, buonismo strisciante e uno svolgimento stratelefonato affossano il film senza scusanti. Il buon cast di contorno (ma in definitiva sprecato) e poco altro si salva, segno di una avanzata parabola discendente del Pieraccioni regista.
MEMORABILE: Scult la scena della samba al cimitero.
Commedia fiacchissima e con due o tre frecce al proprio arco sparate qua e là giusto per risvegliarsi dalla noia che pervade la pellicola. Pieraccioni non riesce ad azzeccare nemmeno questo film dopo il non eccelso Io & Marilyn. Gli unici momenti di ilarità ce li regala Rocco Papaleo, ma non sono poi così gustosi. Delusione su tutti i fronti.
Imbarazzante florilegio di banalità e insulsaggini a uso e consumo del pubblico natalizio dell'anno del Signore 2011. Al prologo televisivo si sente puzza di bruciato, quando poi saltano fuori un plagio musicale (messo tanto per giustificare il titolo), un'orrenda danza cimiteriale (...), un Papaleo alimentare (i deliri d'insolazione ricordano Stanza 17-17), pillole di saggezza da talk show del sabato mattina e un'inascoltabile versione di "Vitti na crozza" (citazione a Come svaligiammo la Banca d'Italia?). Inguardabile.
Pieraccioni, col tempo, non è più solamente un attore-regista ma è diventato un vero e proprio genere cinematografico. E, come tale, si distingue per i propri cliché. Ecco quindi gli amori impossibili, le bellezze mozzafiato (nel caso di specie Ariadna Romero), gli intermezzi comici e gli scorci di "lirismo della porta accanto" (gli sprazzi di quotidianità, gli sguardi dalle finestre). Forse nel caso de quo manca la freschezza dei tempi migliori, ma non di certo l'emozione dei buoni sentimenti.
MEMORABILE: Lo scambio di battute tra il protagonista e il topo d'appartamento.
Siamo nel mondo di Pieraccioni e tutti i suoi ingredienti sono al loro posto. La pellicola è nel suo complesso ben riuscita e diverte molto grazie al bravo protagonista. Pecca dell'intero film è l'ambientazione iniziale in un noto programma televisivo: se si fosse scelta una via differente sarebbe stato decisamente meglio. Superato quest'ostacolo non ci sono più nei. Degna di nota l'interpretazione di Rocco Papaleo.
MEMORABILE: "Se la fatica supera il gusto, lascio la f**a e mi attacco al Lambrusco!".
Estenuante commediola che sembra essere sempre sul punto di partire ma che poi non parte mai. Praticamente non si ride, la storia è banale, il ritmo soporifero e arrivare alla fine è impresa ardua. Il regista toscano ormai sembra essersi autocondannato a ripetere all'infinito gli schemi narrativi che avevano decretato il successo dei primi film, ma ormai la formula ha perso ogni freschezza. Sprecato il cast di contorno. Alla fine la felicità arriva, ma solo perché partono i titoli di coda.
Pieraccioni ripropone, in modo abbastanza pedissequo, lo schema di quasi tutti i suoi film (l'ingenuo di buoni sentimenti che si innamora della bellissima di turno). Il film non sarebbe neanche tanto male (specialmente nella prima mezz'ora, in cui alle volte si ride di gusto), ma la totale mancanza di originalità nella scrittura è assai penalizzante e fa sì che lo spettatore capisca dove il film voglia andare a parare sin da subito.
Un musicista scopre, attraverso il programma celeberrimo di Maria De Filippi, di avere una sorella. Commedia amorosa nel classico stile pieraccioniano: dice tutto e non dice niente. Non sono tanto le dinamiche a rovinare l'interesse quanto, paradossalmente, i personaggi di contorno: quello di Rocco Papaleo, per esempio, è più che banale, oltre ad essere fastidioso.
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Cioè ragazzi..parliam di un film di Pieraccioni uscito nel periodo Natalizio, e solamente il sottoscritto doveva arrivare ad inserirlo nel database il 22 Dicembre????E non ci credo nemmeno che lo abbiamo visto solo in 2!!!Pochini per una firma come Leonardo, che piaccia o meno!Ok che Pieraccioni non è Bergman..ma non ci credo che tutti abbiano visto solo Sherlock Holmes, Woody Allen, De Sica e basta!!!Su dai!!!!!!:))
DiscussioneZender • 29/12/11 09:44 Capo scrivano - 48264 interventi
A quanto pare è piaciuto a ben pochi, e ha incassato meno del megaflop di De Sica...
Può essere che la geste si sia stufata pure di Pieraccioni..Non credo che si sia stufata della commedia in generale: per avere un riscontro bisogna vedere come si comporterà il sequel di Immaturi al cinema.
Può essere che la ventata di aria fresca portata da Genovese,Brizzi,Nunziante,Miniero abbia spazzato via la vecchia guardia.
La crisi economica ovviamente incide e pone lo spettatotore ad una scelta più consapevole e mirata:questo potrebbe spiegare il successo di Holmes e il flop di Finalmente la felicità e di vacanze a Cortina.
P.s Sono pochi i pazzi (come me,Zender,Markus e Bluto) che spendono denaro al cinema per porcate della portata di Dreamland,Hypnosis,6 giorni sulla terra,ecc.
Pieraccioni e Parenti non fanno delle vere e proprie porcate...
DiscussioneZender • 29/12/11 18:47 Capo scrivano - 48264 interventi
Più che altro perché Pieraccioni tende a fare come De Sica un po' troppo sempre lo stesso film, per cui o sei un fan accanito o magari qualche anno si fa il salto della quaglia...
Zender ebbe a dire: Più che altro perché Pieraccioni tende a fare come De Sica un po' troppo sempre lo stesso film, per cui o sei un fan accanito o magari qualche anno si fa il salto della quaglia...
credo sia proprio la ripetitività che penalizza Pieraccioni che più o meno fa da anni sempre lo stesso film....
Posto la domanda in Discussione Generale ma forse starebbe bene anche in "musiche".
Durante le scene nello studio della De Filippi si sente più volte un brano strumentale che è praticamente un riarrangiamento di Dancing Queen degli ABBA (stessi arrangiamenti, composizione armonicamente molto simile, cambia più che altro la linea melodica principale). Che voi sappiate è ripreso del programma della De Filippi oppure è scritto appositamente per il film?
DiscussioneGugly • 2/01/12 23:20 Archivista in seconda - 4713 interventi
Penso che nel cast sia opportuno inserire anche Maurizio Battista visto che regala uno dei pochi momenti simpatici della narrazione durante il viaggio in treno....
DiscussioneZender • 28/11/12 19:59 Capo scrivano - 48264 interventi