Una regista di film porno che si dà al soft? Si, il suo nome è Giuliana Gamba (Pornovideo, Claude e Corinne, La Lingua di Erika) e ben rappresenta, senza volerne ovviamente essere un simbolo, una decadenza in duplice veste: quella di Bianca (Eleonora Brigliadori), mente femminile passiva, eccitata dallo scoccare (e dalle ferite inferte) di una cintura sulla nuda pelle; e quella di un cinema italiano ormai alla deriva, in grado di incanalare nel cast soubrette televisive alle quali porre in bocca una serie di dialoghi allucinati. (S)fregiato.
Se possibile, anche peggio del precedente Profumo. Storia di una bruttezza incredibile, personaggi risibili, dialoghi scritti in evidente stato etilico e attori (???) ben al di sopra delle righe. La Brigliadori in una delle sue ultime (per fortuna) prove sul grande schermo. Coinvolto nel disastro, immeritatamente, anche il grande Marescotti. Da evitare.
La Brigliadori è veramente una bella donna eppure la sua bellezza non basta per salvare un film squallido e insensato. Una coppia scopre che dopo i litigi una bella dose di cintate (tutte a lei) è quello che ci vuole e il film va avanti così per oltre un'ora. Attori e dialoghi orrendi, musiche (di Ron) non proprio bellissime. Tipica roba Anni Novanta italiani...
Donna apparentemente realizzata riscopre l'eros quando il marito la prende a cinghiate. Lo spettatore idealizza nella Brigliadori la regista e gli sceneggiatori, ai quali riserverebbe volentieri lo stesso trattamento. Trama insulsa, personaggi sottozero, dialoghi devastanti. Per questo film la Brigliadori perse la conduzione dello Zecchino d'Oro. Una prece.
Libero adattamento (in chiave vagamente femminista) di un testo di Moravia, in cui si trovano tutti gli ingredienti deteriori del cinema erotico soft ormai successivo allo sdoganamento dell'hard vero e proprio. E quindi: atmosfere patinate, scene sexy castigate, attori stoccafissi, psicologia d'accatto e riferimenti culturali pretestuosi. Ennesima occasione sprecata, di una noia incredibile. Come ci sia finita una poetessa come la Frabotta (doppiata) resta un mistero!
MEMORABILE: La citata apparizione della Frabotta, che mi ha fatto tornare indietro - incredulo - per ben tre volte!
Deciso passo indietro rispetto al discreto Profumo. Una storia d'amore tormentata che convince poco, tra tentazioni sadomaso, liti e tragedie; la parte erotica è pressoché inesistente, quella sentimentale non è sufficientemente interessante per mantenere l'interesse e lo script in generale è povero d'idee. Tra una ripetitiva ost (a cura di Ron), una fotografia sciapa e prove attoriali discutibili ci si trascina al finale drammatico con stanchezza, a concludere un lavoro di cui risulta difficile immaginare un eventuale bacino d'utenza.
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Il film venne sceneggiato (da sole donne) sulla base di una nota commedia scritta da Alberto Moravia.
Celebri i disguidi (esaurimento nervoso e conseguente ricovero in clinica) cui la Brigliadori andò incontro dopo la realizzazione del film, peraltro nient'affatto estremo o eccessivo.
Al minuto 60' ( all'incirca), mentre la Brigliadori e Russo sono in un attico sotto una pioggia battente, parte la musica di Ron ( diretta da Natale Massara) che è praticamente un plagio di quella di BLADE RUNNER composta da Vangelis