Nel 1862, l'istitutrice Anna Leonowens arriva nel regno del Siam (l'attuale Thainlandia) per occuparsi dell'educazione dei figli del re sviluppando con il monarca un rapporto privilegiato. Già portata sullo schermo con la commedia musicale Il re ed io, la vicenda (reale) di Anna Leonowens assume una connotazione più drammatica e con maggiori risvolti politici rispetto alla vecchia pellicola. Il film che si avvale di un'ottima rappresentazione scenica appare molto gradevole grazie anche alla presenza di due attori carismatici.
Il ritmo eccessivamente lento abbassa un po' il giudizio per questo remake de Il re ed io. La recitazione degli attori è buona e la storia, ispirata a fatti realmente accaduti, è anche interessante, ma la resa finale è appesantita anche da una regia non propriamente eccelsa. Non male ma poteva davvero rendere di più.
Remake in chiave drammatica di Il re ed io, è la storia dell'educatrice inglese dei figli del re del Siam. Tennant riesce a emanciparsi dal precedente, anche grazie a una sceneggiatura poderosa, in grado di recepire e valorizzare molti elementi storici, politici e antropologici in chiave non esotica ma di incontro fra culture. Come anima c'è sempre la storia sentimentale che mette in relazione i protagonisti, ben impersonati da Jodie Foster e Chow Yun-Fat. Patinato ma interessante.
Belle ambientazioni e scenografie suntuose, ma film sicuramente dimenticabile. Jodie Foster è più che discreta e anche Fat è salvabile. In un primo momento il rapporto tra i due è ben delineato, ma lentamente il film risulta poco digeribile e la sceneggiatura diventa non impeccabile. Visione sprecata.
Forse un po' lungo ma indubbiamente appassionante, con costumi e scenografie meravigliose e una storia che parte come una fiaba per poi scontrarsi con la dura realtà della vita. Bellissimo il personaggio della protagonista (una Foster dalla recitazione qui particolarmente curata, che insiste sul contegno dei movimenti), vedova determinata che non teme il pericolo. La parte finale è puramente di fantasia, ma riesce comunque a tenere col fiato sospeso.
La terza trasposizione cinematografica della storia di Anna Leonowens, insegnante presso la corte del re del Siam, pur giovando delle considerevoli migliorie tecniche acquisite negli anni e di un adattamento più consono ai gusti del pubblico moderno, si uniforma agli standard dei polpettoni sentimentali hollywoodiani, storicamente inaccurati e melodrammaticamente tronfi. L'ossatura convenzionale dello script, dal pretestuoso subplot cospirazionista alle risapute tribolazioni romantiche, inficia le sequenze d'impatto e la buona accoppiata Foster/Yun-Fat. A tratti valido, ma banalotto.
MEMORABILE: L'avvelenamento di gruppo; La coreografia letale attorno ai condannati a morte, con lirici schizzi di sangue nel finale; La quasi-battaglia sul ponte.
Parte più o meno come favola, con la protagonista catapultata in un altro mondo, in un reame appunto favolesco, soprattutto se non si è al corrente delle altrui usanze e credenze. Ed è questa la metà più convincente di una pellicola visivamente interessante, con due protagonisti in parte, che però quando vira nel dramma, col tentativo di rovesciamento, appare più forzata, quasi si fosse temuto di finire per annoiare lo spettatore. Resta comunque un discreto prodotto, che un'occhiata la merita, soprattutto per l'incontro (e non sempre scontro) tra culture agli antipodi.
MEMORABILE: L'impatto visivo dato dal giardino con mogli, concubine e figli; I servitori istruiti a fare i camerieri, che però prostrandosi spaccano i bicchieri.
Chow Yun Fat HA RECITATO ANCHE IN...
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DiscussioneAnthonyvm • 14/02/23 01:39 Vice capo scrivano - 829 interventi
Andrebbe cambiato il simbolo "R" con "V", dal momento che tutte le trasposizioni cinematografiche della storia fanno riferimento alla medesima fonte letteraria e non si citano mai a vicenda nei titoli di testa o nei credits finali. Dovrebbero quindi essere segnati con "V" anche Il re ed io (1956) e Il re ed io (1999).
DiscussioneZender • 14/02/23 08:20 Capo scrivano - 48855 interventi
Il primo no però. Quello del 1956 è il primo?
DiscussioneAnthonyvm • 14/02/23 10:26 Vice capo scrivano - 829 interventi