Grande successo ad episodi intrecciati (al cinema; nella versione tv, molto più lunga, sono divisi, allungati e aumentati di uno, quello con il Gian di Ric e Gian, dimenticabilissimo) ambientati nella celebre cittadina sull'Adriatico. Il più convincente è forse quello con Jerry Calà, che riprende l'episodio intitolato ERITREA dal film LA MIA SIGNORA. Se però Calà aggiorna in versione yuppie il personaggio che fu di Sordi, riuscendo a divertire grazie a un'ottima performance, Livia Romano non può ovviamente competere con Silvana Mangano. Paolo Bonacelli replica Claudio Gora riccastro...Leggi tutto con l'hobby di portare a letto le mogli delle persone con cui conclude gli affari e l'episodio (il meno "caricaturale" di tutti) procede spedito. Quello di Villaggio e Serena Grandi (con un simpatico Camillo Milli a fare il dottore) vive della discreta prova comica del primo e delle forme prosperose e bene in vista della seconda, riuscendo a far centro in qualche occasione. Eleonora Brigliadori lasciata dal marito e timidamente a caccia di uomini sorprende positivamente, Andrea Roncato prete (con Elvire Audrey suora) ricicla gag vecchie e i panni che ricopre con più naturalezza senza mai divertire troppo. Laura Antonelli, Maurizio Micheli e Adriano Pappalardo sono invece i protagonisti dell'episodio più "naif" e colorito, con punte di volgarità non comuni (contre le quali la magnifica finezza di Micheli cozza a meraviglia). Corbucci (su una sceneggiatura a cento mani) dirige con brio e sa cogliere l'atmosfera vacanziera in modo insolito. La grana è grossissima, le ambizioni nulle, ma come svago puro RIMINI RIMINI coglie nel segno. Musiche da dance italiana degli '80 fuori tempo massimo.
Commedia ad episodi con passaggi piuttosto divertenti ed a tratti con punte vietate ai minori di 14 anni. Carina la storia con Villaggio e la Grandi, con il primo che sfodera il proprio repertorio e la seconda che ci mette la fisicità, divertente anche la storiella con Micheli e Pappalardo. Il resto degli episodi invece diverticchia a tratti ma non lascia il segno, eccezion fatta per il fanciullo che soddisfa la Brigliadori. Riuscito a metà.
MEMORABILE: il cucchiaino sotto il tavolo durante il pranzo Grandi\Villaggio.
Non del tutto riuscito. Ottimo l'episodio con Villaggio e Serena Grandi che ne combina di tutti i colori (alla fine lo farà travestire pure da donna). Insufficiente quello con Roncato (si basa solo sulle nudità della protagonista), quasi accettabile quello con Calà, non del tutto riuscito l'episodio della Antonelli con partecipazione di Pappalardo. Evitabile.
Questo film di Sergio Corbucci prova a rinverdire il glorioso filone dei film a episodi della commedia all'italiana (di cui I mostri sono l'esempio più celebre e tra i più riusciti). Purtroppo Corbucci non è Risi e sopratutto non si avvale degli stessi sceneggiatori! Il risultato è una commedia di basso profilo, boccaccesca per usare un eufemismo e dotata più che di umorismo di comicità da caserma. Può fare ridere in alcuni punti, ma si vola decisamente basso.
Erano gli anni del boom del genere vacanze estive e così Sergio Corbucci si adegua a sua volta. Il rispettabilissimo cast comprende Jerry Calà ancora pimpante e a proprio agio nel suo godibile episodio, Paolo Villaggio che si presta con mestiere all'operazione duettando mirabilmente col suo fedelissimo Camillo Milli e un Roncato poco presente e mal sfruttato nella parte del prete. Simpatico Micheli versione pugliese con la sua "Champagne". Dei vari film di quegli anni come Abbronzatissimi e Saint Tropez Saint Tropez è probabilmente il migliore.
Dimenticabile commediola vacanziera diretta da un Corbucci che il meglio di sè lo ha dato ormai da un pezzo. Qui cerca di ricavare sopratutto bei soldoni, non certo gloria artistica. Accozzaglia improponibile di storielle e battutacce che neanche nei film degli Anni Settanta avrebbero osato proporre. E il cast tutto dà il peggio di sè. Evitabile.
Sergio Corbucci aveva una sua teoria per spiegare la crisi degli incassi dei film italliani: il telecomando. Diceva infatti che il pubblico era ormai troppo assuefatto allo zapping per poter seguire un film al cinema. Da qui l'idea di un film a episodi che rimescolasse le carte il più possibile. "Rimini Rimini" è l'esempio più alto di messa in pratica di tale teoria. Purtroppo il risultato è spesso noia, disorientamento e storielle diseguali. Tuttavia il ricco cast rende il prodotto gradevole e non privo di buoni momenti. Volgarotto ma non ignobile.
Tremendo. Hanno sceneggiato in otto: viene da pensare che ciascuno si sia impegnato il minimo possibile, confidando che dagli altri sette qualcosa di buono doveva pur venire fuori... Commedia balneare ad episodi che si incastrano, ma che non fanno mai ridere. Uniche cose buone le poppe della Grandi, ma quando recita non funzionano più neppure quelle. Più che evitabile, è da evitare con cura. Ma davvero l'ha diretto Sergio Corbucci?
MEMORABILE: L'incontro fra Roncato e Ninchi, unico momento decente.
Oltremodo deludente film vacanziero, che sorprende in senso negativo per grossolanità e volgarità. Il cast si rovina in una serie di storielle squallide e ben poco divertenti, delle quali si salva giusto l'episodio di Villaggio. Roncato e Calà sono stranamente fuori forma, ma probabilmente la colpa è della sceneggiatura. Evitabile e da dimenticare.
Si salva solo il grande Villaggio (anche se l'epilogo lascia a desiderare), mentre la Brigliadori si fa notare solo per la bellezza. Per il resto è una commediaccia Anni Ottanta con alcuni episodi che fanno solo sbadigliare (vedi quello con Roncato e la Audrey). Se non ci fosse stato Villaggio sarebbe da un solo pallino.
Storielle di gente in vacanza a Rimini. Tremendo film a episodi, già pronto per gli stacchi pubblicitari dei passaggi tv, tenuto su dal grandissimo Maurizio Micheli, ingaggiato da una famiglia di burinissimi macellai per tirare su di morale la sorella (la fascinosa Laura Antonelli). Il resto è una fiera del già visto. Minimo sindacale per Villaggio e Calà. Menzione speciale per i risvolti pedofiliaci dell'episodio con la Brigliadori, francamente ripugnante.
Sorprende come un regista del calibro di Sergio Corbucci abbia girato un filmaccio. Non c'è una battuta che fa ridere, neanche se le fanno i migliori comici del film (specialmente Paolo Villaggio, che è al suo declino). L'unica nota positiva è lo spogliarello di Serena Grandi.
Una visione faticosa, ad essere sinceri. Va bene, c'è il solito pugno di storielle sceneggiate e cucite assieme con l'unico denominatore comune delle location, ma qui il livello è davvero troppo basso. L'insieme è noioso, e specie nella chilometrica versione televisiva siamo lontani anni-luce da quello che io definisco "un film": questa è già pura fiction, purtroppo. E lo si può vedere già dalla tremenda fotografia di Danilo Desideri.
Tentativo di rinvigorire il genere della commedia segmentata (ad episodi), ma girato con mano sinistra. E' reso deprimente dalla costante falsità offerta da una sceneggiatura poco ispirata e messa in mano ad attori che definire tali appare offensivo per chi attore lo è veramente. La location romagnola e marittima, le bellezze acqua e sapone (nonché silicone), la parlata volgare dei protagonisti e l'insieme delle situazioni offerte di episodio in episodio, riesce solo a competere con la noia e la banalità di certi spot televisivi o, al meglio, di talune trasmissioni TV modicamente morbose...
Filmetto "alimentare" di Corbucci, che comunque si rivelò di discreto impatto alla sua uscita cinematografica, soprattutto grazie alla promessa di far vedere l'oggetto dei desideri di quegli anni e cioè le enormi tette della Grandi. Tolto ciò, si guarda con il sorriso e si passa invece al vero e proprio tripudio nell'episodio "grezzo" dei fratelli macellai che gridano "facce ride" al povero Micheli (straordinario quando racconta le barzellette o canta Di Capri), di cui la Antonelli si invaghisce. Merita anche solo per questo!!! Cult.
Tentativo di rinvigorire la classica commedia italiana ad episodi. Purtroppo il risultato non è dei migliori e ci si chiede come abbiano fatto ben 8 sceneggiatori a tirare fuori solo queste storielle da quattro soldi. Calà spara qualche battuta salvabile, Villaggio varia leggermente il prototipo fantozziano, Roncato fa quel che può, il resto è da dimenticare del tutto. Si ride molto poco e seppur il film si lasci vedere, non viene certo voglia di riguardarlo. Moderatamente avvilente...
Classico del filone vacanziero a episodi: divertentissimo, non tanto per le storie già allora risapute e banali, ma per la bravura e la simpatia del cast messo in piedi, che va da un Paolo Villaggio particolarmente in forma ad un Jerry Calà che dice alcune delle sue battute più divertenti di sempre. Inutile solo l'episodio della Brigliadori, poco divertente e troppo slegato dal resto. Grandissimo Micheli quando canta Champagne!
Abbastanza inguardabile l'episodio di Roncato, piuttosto scialbo quello della Brigliadori, modestissima (salvo il duetto con Milli) la solita fantozzata di Villaggio: per qualcosa che avvicini la soglia della decenza ci si deve accontentare di un dignitoso Calà (in un remake di Comencini, peraltro) e del bravo Micheli che è una boccata di aria fresca in un film così stantio ma dal buon successo all'epoca, tanto da aprire la strada a una serie di filmacci vacanzieri a episodi separati che, alla fine degli anni '80, hanno afflitto il Paese.
Sergio Corbucci imbastisce un film balneare ad episodi ambientato a Rimini con le star comiche degli anni '80. Decisamente in palla Micheli, Villaggio e Calà, un po' sottototono Roncato, da dimenticare la Brigliadori e i suoi bollori sessuali estivi. Non è un film da oscar, non lo vuole essere per niente, ma chi l'ha visto vorrebbe intonare, come Micheli, "Champagne" di Peppino di Capri davanti ad una Antonelli burina arricchita (e sposata con Pappalardo) o improvvisare uno striptease, come Villaggio, davanti alla Grandi. Due.
MEMORABILE: Micheli: "Sciambaaagne, ber brindare a un ingondrooo!"
L'Italia vacanziera anni '80 è ben illustrata, tra varie situazioni: ci sono un Villaggio che pur sforzandosi non si allontana dal clichè fantozziano, un Calà in ottima forma e soprattutto uno spumeggiante Micheli e una splendida Serena Grandi. Si ride, anche se sinceramente la scena finale tra la Brigliadori ed il bambino, seppur innocente, potrebbe turbare alcuni animi. Comunque sia è sempre un ottimo lavoro che si rivede volentieri, seppur invecchiato tanto, grazie anche alle musiche dei La Bionda e alla splendida "Splash Down" dei Righeira.
MEMORABILE: Villaggio quando va dal dottore!; Il culturista ultra previdente!
Commedia a episodi come nella migliore tradizione del cinema italico: peccato che i risultati non siano all’altezza del nostro passato cinematografico. Ma la differenza è soprattutto nell’ormai sempre più crescente volgarità (e qui siamo ancora a livelli accettabili) che diventerà purtroppo una costante di questo tipo di film. E dire che per scrivere cotanta sceneggiatura si è dovuti ricorrere addirittura all’operato di ben otto “menti”. Immancabile seguito.
Un Corbucci alla moda produce un trash da incorniciare, diventato cult grazie alle seguenti chicche: la versione di "Champagne" cantata da Micheli, la goffa rivisitazione dello spogliarello di 9 settimane e mezzo regalataci dalla Grandi - le enormi tette sempre della Grandi - la Brigliadori in splendida forma ma in versione pedofila. Per il resto dimenticabilissimo.
Canto del cigno (o forse sarebbe meglio dire frullo del Passero) del cinema ad episodi nel contesto della commedia(ccia) all'italiana. Corbucci rende bene il clima vacanze di quegli anni di passaggio e se, nello stile piattamente televisivo, alcuni anelli della catena son debolissimi (il prete di Andrea, Calà/Romano che rifanno Sordi e la Mangano), altri invece sberluccicano come sorprendente bigiotteria: la scornata Brigliadori, l'infame Bonacelli, l'amalgama Grandi-Villaggio, il formidabile trio Micheli-Antonelli-Pappalardo nella tranche più godibile.
MEMORABILE: Lo strip di Serena al top; la carriola Antonelli-Micheli; lui che le "canda" Champagne; Micheli sulle doti virili di Pappa "mok: che è il mondo di Quark".
Non un gran film di certo, ma comunque diginitoso (almeno per i miei gusti). Episodi intrecciati (nella versione cinematografica) tra i quali il migliore è quello di Villaggio grazie alla Grandi. Calà azzecca due battute, per il resto il cast secondario non è il massimo. Corbucci dirige con ritmo.
Film ad episodi ambientato nella brulicante Rimini estiva. Villagio, in declino, parte da incorruttibile pretore per tramutarsi nel solito beota fantozziano visto e rivisto burattino di una prorompente Serena Grandi. Calà ancora in versione yuppie affitta una casereccia squillo per strappare un buon contratto facendo rimpiangere Sordi e la Mangano in La mia signora. Micheli cabarettista tuttofare da spiaggia s'improvvisa giullare per l'Antonelli vedova regalandoci finalmente qualche sorriso. Dimenticabilissimi gli altri episodi.
Ad ogni passaggio televisivo è sempre una festa: festa di colori, di battute e di musica (memorabile la sigla dei Righeira). La qualità non è eccelsa, tuttavia alcuni episodi riescono ad intrattenere con mestiere. Scioccante il finale dell'episodio con la Brigliadori e la Scattini.
Sull'onda del revival balneare promosso dai Vanzina, Corbucci fa una siesta intellettiva e festeggia il periodo d'oro della riviera romagnola con questa commediuccia vacanziera ad episodi frizzantina ma esilissima, che paradossalmente acquista visibilità solo quand'è impallata dalle forme eclissanti di Serena Grandi-Seni. Villaggio si rinfantozzisce in un figuro puritano e represso a metà tra un Tognazzi in saldo e un Buzzanca al pesto verde. Improponibile poi, in tempi odierni di MO[r]IGErata osservanza, lo sketch con la Brigliadori in estro, "stangata" da un malabimbo venale e precocissimo...
MEMORABILE: L'ossessione "felina" di Villaggio; Le boe di galleggiamento della Grandi; Pappalardo che riemerge dalle acque adriatiche come uno zombi fulciano...
Commediola ad episodi intrecciati fra loro sullo sfondo della vacanziera Rimini. Situazioni boccaccesche con equivoci non certo memorabili. Discreto quello con Villaggio che mostra una prorompente Serena Grandi, moscio quello con la Antonelli nonostante i fratelli macellai, ruffiano quello con la Brigliadori nonostante il piacevole schiaffo finale, risaputo quello con Calà che mostra una stucchevole Koscina.
Perchè non fare un film girato a Rimini ancora in pieno boom di turisti?! Peccato che il risultato sia abbastanza deludente. Commedia fatta di spezzoni con una trama inesistente. Si salvano solo alcuni momenti comici che non mancano, visti gli attori scesi in campo. Come sempre in questo caso si apprezza la fotografia; non tanto per la sua riuscita quanto per il ricordo che suscita degli anni passsati.
Commedia balneare a episodi riuscita solo in parte per via di alcuni episodi non particolarmente riusciti (in primis quello di Roncato). Il più divertente è quello con Micheli, che da solo regge un intero episodio a suon di battute, mentre irritante e apatica risulta l’Antonelli. L'episodio di Villaggio sarà sempre ricordato per la presenza prorompente della Grandi qui al massimo della sua sensualità, mentre quello di Calà non è nemmeno paragonabile con l'originale "Eritrea".
Quale luogo migliore per ambientare una simpatica commedia pecoreccia se non la bellissima Rimini in estate? Tante piccole storie (alcune riuscite, altre meno) che si intrecciano tra di loro, pur mantenendo la propria trama. Il binomio è quello: grandi attori-attrici procaci. Ne sanno qualcosa Villaggio (alle prese con la strabordante Serena Grandi) e Micheli (con la bellissima Laura Antonelli). Le storie migliori sono proprio queste due. I nudi non si fanno attendere troppo e nemmeno le risate. Un cult estivo.
MEMORABILE: Lo spogliarello di Serena Grandi; La carriola; L'entrata in scena di Pappalardo.
Sergio Corbucci dirige questa commediola balneare che si salva giusto per l'episodio con Villaggio e la Grandi, dove qualche risata ci scappa. Arrancano l'episodio con Calà e la Koscina, quello con la Brigliadori e quello con il trio Antonelli-Micheli-Pappalardo. Inutile quello con Roncato e la Audray. Il seguito sarà anche peggiore.
I film balneari, come spesso accade, non sono pietre miliari del cinema, però dire che questo sia pessimo e totalmente scult è errato. Diciamo che è nella media del genere, né più né meno. L'episodio migliore è quello con Villaggio (fantozziano ma non troppo, specie nel finale) e la Grandi (da colpo secco nella scena della pineta); così e così quello con Micheli, la Antonelli e Pappalardo; quello di Calà inizia benino ma poi non si riesce più a guardare; pessimi invece quelli con Roncato prete e la Brigliadori cuore solitario.
MEMORABILE: Il racconto del "gatto" della Grandi fatto da Villaggio al medico Milli.
Uno degli ultimi esempi di commedia balneare di successo. Sebbene non sia un film molto riuscito soprattutto sotto il profilo del divertimento puro, ritrae piuttosto bene l'atmosfera di quegli anni. Non si ride granché, però se non altro non ci si annoia nemmeno. Molto azzardato l'episodio con la Brigliadori (oggi sarebbe impensabile realizzarlo), pruriginoso quello con Villaggio e la Grandi; gli altri sono più o meno sullo stesso livello. Tutto sommato, per il genere, accettabile.
Classico filmino all'italiana del filone estivo. Una gag dietro l'altra, spesso ripetitive e di gusto discutibile. Dietro non c'è nulla, ma in fondo i film di evasione sono fatti così. Cast ricco di nomi importanti dell'epoca, riesce a far ridere se lo si guarda con lo spirito giusto e rilassato e senza troppe pretese.
Commedia a episodi in pieno stile anni 80. Esistono diverse versioni, ma la migliore mi pare quella più breve con le varie vicende intrecciate. L'episodio più riuscito resta quella della coppia Villaggio-Serena Grandi (occhio al "gatto peloso"); seguono a ruota Jerry Calà e Andrea Roncato. Pessimo l'episodio con Laura Antonelli. Complessivamente passabile, resta lontano anni luce dai migliori prodotti del filone vacanziero. Buone le musiche.
Da un regista e da un cast di tale rilievo era lecito aspettarsi qualche risata in più. L'episodio di Villaggio è forse il peggiore, non solo per la trama improponibile ma anche per i troppi ripescaggi fantozziani. Calà e Roncato perlomeno con la loro verve provano a tenere alto il ritmo, ma le gag sono davvero prevedibili e monocordi. L'unico elemento notevole sono forse le musiche, un vero concentrato di hit fine anni '70-inizio '80, ma è un po' poco per salvare il film. Dimenticabile...
Pellicola ricordata quasi esclusivamente per il nudo integrale di Serena Grandi, che pur essendo rimarchevole non ne giustifica la visione. Il livello delle battute è sotto la soglia minima ("È buddista" "No, è buddana"), la recitazione pure, fatta forse eccezione per Villaggio che comunque non si allontana mai dai propri confortevoli stilemi. Arcano mistero come si possa in otto (8) sceneggiatori scrivere un testo in cui non si ride mai, neanche involontariamente, sconsigliabile perfino a chi ama il trash.
Commediola di basso profilo che ricicla i soliti cameo dei comici presenti nella pellicola. Battute scontate e di basso profilo. Unica nota positiva per i maschietti è il décolleté al massimo dello splendore della giunonica Serena Grandi, qui ai fasti della sua bellezza. Tutto il resto è debole.
L’affollamento di autori e attori per questa commedia balneare produce pochi sprazzi godibili, per merito di Villaggio (che pure delude tantissimo) e Micheli (la cui finezza è quasi fuori posto). Il resto, quando non è insipido, è greve e si trascina stancamente tra sbadigli e qualche presenza trash. Livello recitativo assai basso, in particolare per quanto riguarda il cast femminile (qui il naufragio è totale).
Cine-cocomero deludente, perché pur tra i più classici del filone non riesce a esserne tra i più rappresentativi: laddove il cinema vanziniano aveva - se non altro - la capacità di immortalare gli anni '80 con occhio calligrafico, Corbucci dirige un film fasullo, ancorato a un immaginario anni '60 (l'episodio con Calà è il remake di quello con Sordi in La mia signora) dove l'"aggiornamento" consiste solo nella cifra più sboccata. Certe presenze poi (la Antonelli, Bonacelli) deprimono tanto che andrebbero usate come monito in uno spot antidroga.
Assolutamente non un capolavoro, eppure si lascia ricordare con un certo piacere. Siamo nel filone del film a episodi che esalta quella Rimini che fu, fatta di svago, belle donne e vitelloni. Fra gli episodi, a mio giudizio, spicca Noce con una apatica (assolutamente in parte) Antonelli e un ottimo Pappalardo; a seguire Brigliadori/Pio Pio e quindi gli altri. Villaggio ripropone l'ennesimo identico personaggio di sempre. A suo modo gradevole.
Film a episodi a tema estivo. Gli attori usano schemi già collaudati nelle loro carriere, ma al contrario di altre occasioni qui riescono a rivitalizzare i propri personaggi, con sketch e battute magari non nuove ma che fanno ridere anche dopo anni, soprattutto Calà e Villaggio (il gatto!). L'episodio di Micheli si salva grazie alla famosa "Champagne", un riempitivo quello con Roncato, assolutamente pessimo quello della Brigliadori, macchiato da vaghi sentori pedofili. Ancora godibile.
Rimini fa da cornice a cinque episodi scacciapensieri che s'intrecciano. Commedia marinaresca di cassetta che rinnova il filone dei film vacanzieri Anni '80, anche se spiagge, pinne e pedalò lasciano qua il posto a vicende di bassissimo valore artistico che hanno il solo compito di far ridere. Un cast allora di richiamo e qualche scena "cult" (il "gatto" della burrosa Grandi, la reinterpretazione del brano "Champagne" da parte di Micheli) rendono più che accettabile il compromesso tra il becero e il puro svago giustificatorio.
Cinque episodi vacanzieri a briglie sciolte accomunati dal tema relazionale, per diletto o convenienza; a spuntarla saranno quello trainato dalla sicurezza Calà, con un sottovalutato Bonacelli che riprenderà un tratto fondamentale di questo personaggio in Vacanze di Natale 95 e quello del bravissimo Micheli (nonostante una Antonelli romanesca inascoltabile). Flop per il noioso Villaggio, salvato in corner dalla spalla di Milli e per la coppia di sciacquette in cerca di avventure. Riuscito a metà l'episodio di Roncato, che fa comunque la sua figura.
MEMORABILE: "È buddista? No, è buddana"; Il dialogo Micheli-Gian (nella versione lunga).
Voto che è la media fra i primi due episodi (entrambi godibili ***), il terzo, piuttosto squallido (*) e il quarto (*!), che ricicla male una vicenda piuttosto obsoleta. I migliori del cast sono Villaggio, finalmente fuori dai soliti schemi fantozziani (anche se non del tutto) e un pirotecnico Micheli molto in parte. Anche bellezze come la Grandi al top e la Antonelli mostrano, oltre alle splendido fisico, inusitate qualità recitative. Mezzo pallino in più per la splendida colonna sonora. Un film adatto a una serata spensierata, in cui si ride spesso, soprattutto nella prima parte.
La commedia a episodi rinverdita e coniugata con il rampantismo cafone degli anni Ottanta, come appare evidente nell'episodio più riuscito, quello che ha per protagonista un Jerry Calà ansioso di comprare due Ferrari Testarossa... Per il resto notevole lo strip della Grandi a vantaggio del magistrato Paolo Villaggio. Qualche risata esce fuori, ma viene raccontato un mondo talmente squallido che un po' di tristezza fa capolino qui e là.
Film comico a compartimenti stagni che potrebbe pallinarsi molto meno se non fosse per il Micheli show-man assoldato dai prosperosi "fratelli Bovi", la cui macelleria romanesca pretende si curi la depressione di un'affine Laura Antonelli, dal cuore spezzato per la presunta perdita del suo Gustavo (niente meno che Pappalardo!). Episodio da cineteca quello del fortunato idioma pseudo pugliese sdoganato dall'artista di Livorno fin dai tempi di "A tutto gag" in Tv. Poi ci sono anche Calà, Villaggio, le forme della Grandi, ma le prove che offrono si limitano all'intrattenimento di base.
MEMORABILE: La reazione alla scoperta del gazebo in casa Bove; "Ma che te soffi?!"; La "carriola"; "Sciambagne" (del "Maestro di Francia").
Insieme di episodi intrecciati accomunati unicamente dall'ambientazione al mare. Le situazioni vertono sul tema sessuale e risultano obsolete; l’unica variabile nuova è l’ingresso della "coattitudine". La Brigliadori è alle prese con doppi sensi imbarazzanti; Calà ha il soggetto debole con gli attori migliori; Micheli è il migliore senza cadere nell’avanspettacolo; con Roncato sembra di stare negli anni Cinquanta; Villaggio è al limite del volgare e del gratuito.
MEMORABILE: “Champagne”; In palestra; La grappa del cervo.
Dal reparto infimissimi dell'Umilia Romagna municipalizzata da Corbucci, la prova riprovata che sfata la galanteria del tempo davanti a certe opere e anzi ne rilancia l'assoluta villania. Il fintocattivismo di un Villaggio che riscalda a fiamma quasi spenta la sbobba del più liso fantozzismo; Roncato declassato a prete non spretabile; Calà col suo boutadismo spottifero a breve scadenza. E sul perché erigere a capocomiche la Brigliadori e la Antonelli, chele alzate. A un funerale si ride di più. Vada per i convocati, ma che cardiaco colpo mortale Bonacelli e più ancora la Mancinelli!
Calà non sarà Sordi ma questa rilettura tutto sommato funziona ed è il segmento più centrato. Mediocre ma non da buttare l'episodio della Antonelli ma più che altro per Micheli. Orribile quello della Brigliadori in cui non mancano tra l'altro risvolti di pessimo gusto. Scialbo il segmento con Roncato, in cui si ricordano perlopiù i nudi femminili. Si salva Villaggio, che cambia leggermente registro e che in coppia con la Grandi funziona bene, malgrado l'episodio sia abbastanza scontato. Nel complesso qualche sorriso lo strappa, ma il livello è comunque basso.
MEMORABILE: Il "gatto"; Pappalardo che riemerge dal mare.
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DiscussioneZender • 10/09/18 19:59 Capo scrivano - 48842 interventi
Buiomega71 ebbe a dire: Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv della long version (domenica 21 maggio 1989, la seconda parte andò in onda lunedì 22 ) di Rimini Rimini:
Uuuuh, storica questa! il flanetto della long alla sua prima apparizione! Fantastico!
Nella versione di Rimini Rimini che stanno trasmettendo in questi giorni su Canale 34, in particolare nell’episodio Micheli Antonelli, alcune battute sono state ridoppiate. Infatti quando Micheli fa la carriola con l’Antonelli, la battuta originale era “Di gran lunga superiore al kamasutra” come si legge anche dal labiale. Nella versione in onda dice “camioncino” al posto di “kamasutra”. La versione comunque sembrerebbe quella lunga televisiva visto che appare nell’episodio anche la parte con Gian.
In dvd per Mustang Entertainment, contenente sia la versione cinematografica ( blu ray) che la long version televisiva (dvd), disponibile dal 28/08/2024
Nella versione di Rimini Rimini che stanno trasmettendo in questi giorni su Canale 34, in particolare nell’episodio Micheli Antonelli, alcune battute sono state ridoppiate. Infatti quando Micheli fa la carriola con l’Antonelli, la battuta originale era “Di gran lunga superiore al kamasutra” come si legge anche dal labiale. Nella versione in onda dice “camioncino” al posto di “kamasutra”. La versione comunque sembrerebbe quella lunga televisiva visto che appare nell’episodio anche la parte con Gian.
al 00.16 dei trailer tv di Rimini Rimini trasmesso negli anni 90 ... si può vedere (e sentire) il taglio in questione... trailer tv anni 90 rimini rimini