Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Ryo: Una banda di ragazzini poco più che adolescenti entra nel giro della camorra per riappropriarsi del proprio quartiere. Tratto dal primo romanzo completamente inventato di Roberto Saviano, il film si propone come possibile spaccato di una realtà dei bassifondi di Napoli. Diretto con maestria e ottimo stile, ben amalgamato alla sceneggiatura. Niente male il folto cast, che risulta credibile dall'inizio alla fine. Si sarebbe apprezato un finale meno "tronco".
MEMORABILE: L'attentato a Carminiello, che finisce con una sonora figuraccia.
Rufus68: Lo spunto migliore del film è sotterraneo: l'incompatibilità fra il reduce e la realtà borghese del dopoguerra; il personaggio dell'ex soldato emana, infatti, il fascino tragico dei predestinati alla sconfitta e alla rovina. Per questo il finale, che Lattuada accentua dal lato patetico, è più convincente di quanto sembri a una prima occhiata. Meno perspicua (e quasi forzata) è, invece, la svolta criminale di stampo noir (e pure la Magnani, per quanto grande, si trova un po' a disagio in quei panni). Lodevole.
Siska80: Pupi Avati dimostra come l'amore (nel caso specifico quello che nasce tra due liceali) sia in grado di superare qualsiasi ostacolo. La mano del Maestro si riconosce nella capacità di inquietare pur raccontando rapporti umani in apparenza normali che lentamente si trasformano invece in qualcosa di morboso (vedasi il finale). La trama è intensa e non scevra da crudeltà (il comportamento dei genitori di Dony lascia con la bocca aperta per la sua ottusità), il cast ben scelto (bravissima la giovane protagonista), il ritmo costante. Nell'insieme buono, anche se sottilmente sinistro.
Kinodrop: Dopo la consistente esperienza nei videoclip musicali, Lettieri affronta il suo primo impegno cinematografico attraverso uno sguardo sulla Napoli degli ultras, tra vecchia e nuova guardia divise da attriti e strappi generazionali. Il regista riesce a rendere "personaggio" il gruppo o i gruppi di tifosi estremi come un organismo a sé, pur non trascurando alcune storie individuali (il mohicano, Angelo, Pechegno ecc.) attraverso un serrato montaggio soprattutto nelle riprese di azione e di massa, supportate da una attenta ost di Liberato che rimanda agli anni '80. Ottimo esordio.
MEMORABILE: Lo striscione causa della frattura definitiva; La relazione tra Sandro e Terry; L'assalto in palestra; La trasferta a Roma.
Gabrius79: Una piacevole commedia per famiglie in perfetto stile hollywoodiano, con due giovani star agli albori come Elizabeth Taylor e Mickey Rooney già molto bravi e accattivanti. Una miscela di sorrisi e sentimento che a volte cade nel mieloso, ma che alla fine non rovina la trama del film. Ottime anche Anna Revere e una giovanissima Angela Lansbury.
Tomslick: La canaglia (evaso in fuga) e il timido bambino suo ostaggio sono l'ennesima coppia protagonista di un road movie imperfetto ma altresì sostenuto dalle solidissime basi di un cinema classico che proprio qui diviene, definitivamente, la principale cifra stilistica del buon Clint Eastwood. L'assenza della figura paterna in entrambe le vite dei due protagonisti è il fil rouge che lega tutto il film, senza peraltro che il rapporto fra loro sfoci mai nel classico padre/figlio. Qualche sforbiciata al lunghissimo finale non avrebbe guastato.
Markus: Alla terza regia Papaleo riconferma la sua indubbia capacità di esser divertente e triste insieme, ma stavolta prevale la malinconia. La storia del cantante fallito Gegè viene narrata attraverso il solito meccanismo del viaggio che, al culmine, ci porterà in una Montevideo squallidamente rappresentata. Pochi gli spunti comici - anche da parte di Gassman, in genere avvezzo alla satira - per poter parlare di pellicola frizzante e un po' troppo banali gli spunti di riflessione per una pellicola non tanto velatamente pretenziosa.
Paulaster: Non un "best of" ma di certo un buon corollario della recitazione di Totò, trasformista nei ruoli e accompagnato da ottime spalle come Peppino De Filippo e Nino Taranto. Presenti alcune scene memorabili come la dettatura della lettera e la vendita della fontana di Trevi, ma Totò diverte anche nei panni da donna o nel trio di falsari. Il film si distingue per il senso del ritmo, l'improvvisazione nei gesti e per i giochi dialettici copiati fino ai giorni nostri.
MEMORABILE: "Spogliatoio!"; "Chiudi la parente"; La sacra ruota.
Ultimo: Film per la televisione in perfetto stile Vanzina, con un viaggio negli anni 60 agli albori dello storico locale romano. Nulla di eccelso ma un prodotto per tutta la famiglia, con il difetto di un cast di livello basso (Branciamore, Ghini e le bellezze Stella, Falchi e Carol Alt). In certi momenti fa anche ridere, sopratutto quando entra in scena Mattioli. Come accade per parecchi prodotti dei fratelli Vanzina, anche qui emerge una certa nostalgia per il tempo passato. Con un suo perché.
Rambo90: Western atipico, che concentra quasi tutto in interni e nella descrizione dei personaggi, non unilaterali come in molte produzioni del periodo ma anzi sfaccettati e ricchi di sfumature. Brynner è in gran forma e aderisce perfettamente alla figura del killer, il cast di contorno funziona molto bene (soprattutto Hingle come villain). Lento ma che appassiona, con un bel finale. Da vedere.
Pigro: Delitto in procura: magistrato indaga sull'omicidio di una collega ex amante, ma viene incolpato del reato. La storia sarebbe intrigante, ma Pakula realizza il film come se svolgesse un compito di routine: tutto al posto giusto e ben fatto, per carità, ma senza alcuna passione né turbamento. Tutto scorre in modo più o meno piatto (a cominciare dal protagonista), e anche i colpi di scena sono assorbiti in una "medietà" che ne annulla la portata: sono solo tappe di una trama, e non choc sconvolgenti per lo spettatore.
Siska80: Giovane orco distratto sprigiona il male facendo resuscitare i defunti, mentre Goku deve vedersela con un demone pericolosissimo. Episodio di media durata che può contare su un ritmo inarrestabile, su una trama interessante e protagonisti (buoni e cattivi) che sono la vera forza trainante della vicenda. Per essere un prodotto Anni Novanta non ci si può altresì lamentare né dell'animazione, né tantomeno del design dei personaggi, invero particolarmente curato. In definitiva buono nonostante il lieto fine ovvio, e diretto a un pubblico eterogeneo.
Fabbiu: Sequel decisamente degno del titolo precedente, anche se "contenutisticamente" più povero di messaggi (al di là delle scontate semplici moralette), con molte meno citazioni; ma la caratterizzazione dei personaggi è migliorata e la trama è decisamente folle e imprevedibile, con la sceneggiatura letteralmente colma di trovate divertentissime e gag molto riuscite. Si denota una dose di fantasia e originalità, da parte degli autori, che è fuori dal comune, anche rispetto ad altri film dello stesso stile. Notevole pure il doppiaggio (grande Elio).
Luras: Rocky fa l'allenatore, come nel quinto capitolo, addirittura del figlio segreto di Apollo. È la replica dell'originale: il giovane Creed è il Rocky dell'esordio, affamato e inesperto, che combatte contro Conlan, più grosso e forte di lui, il quale impersona l'Apollo del 1976. Anche il combattimento tra Adonis e Conlan mostra diversi dettagli riconducibili a quel tempo, come quando Conlan si stupisce nel vedere Adonis ancora in piedi, proprio come fece Apollo con Rocky nel '76. Appassionante.
Siska80: La trama è piuttosto machiavellica (due fratelli eroi racchiudono dentro di sé la metà di un un pericolosissimo mostro e c'è chi trama già alle loro spalle), eppure intrigante anche perché il corto ha l'intelligenza di mescolare in maniera bilanciata momenti carichi di tensione durante i quali avvengono violenti scontri ad altri umoristici a cui contribuisce la gestualità un po' esagerata dei personaggi principali. Design, animazione ed effetti speciali sono soddisfacenti e si passa volentieri sopra a un finale politicamente corretto che vede il bene trionfare ancora una volta.
Myvincent: Qualunque mente, anche la più seriosa, riderà a crepapelle (senza per questo mancare di riflettere) di fronte al personaggio interpretato magnificamente da Antonio Albanese, qui in forma più che mai. La "tamarragine" di Cetto è segno dei tempi attuali, ma anche passati, contrassegnati da volgarità, arrivismo e disvalori. Senza Albanesi però, che non fa l'attore, ma è attore, il film senza dubbio si sarebbe limitato a una ridda di luoghi comuni...
Rambo90: Appena uscito di galera, dopo 6 anni scontati per un crimine non commesso, Shane Daniels si ritrova coinvolto in un traffico di droga legato all'immigrazione. Keoni Waxman è forse il regista migliore che ha diretto Seagal negli ultimi anni (lo dimostra il buono The Keeper), eppure anche questo film, nonostante qualche scena d'azione azzeccata, si rivela mediocre a causa di una sceneggiatura banale e piena di personaggi stereotipati. In definitiva un altro trascurabile prodotto da dvd con l'ormai pensionabile Seagal.
Didda23: L'ultima opera del veterano Taylor Hackford (L'avvocato del diavolo) è senza dubbio un buon action-thriller con un bravissimo Jason Statham nel ruolo del protagonista. Se da un lato la sceneggiatura non si inventa nulla (si parla di rapine e vendetta), la regia mostra solidità e attenzione nel ritmo che, nonostante la durata (quasi 2 ore), non cala mai. Il resto della "ciurma" vede un ottimo Chiklis nei panni dell'antagonista. Indicato per una serata di puro relax (mentale).
Cotola: In questa sua terza avventura extra large, George diventa nientemeno che astronauta. Ma la sua navicella precipita nella giungla dove vivrà numerose e diverse avventure. La storia è un pelino più intricata del solito, ma si lascia
comunque seguire senza problemi anche dai più piccoli. Così come il film risulterà alla fine gradevole un po' per tutti, grandi e piccini, sebbene questi ultimi gradiranno, ovviamente, di più.
Rambo90: Thriller pieno di ironia, divertente e scorrevole, con una storia che sembra inizialmente complicatissima per poi sciogliersi facilmente durante il film. Eccezionale il personaggio di Mel Gibson interpretato da lui con una giusta misura fra toni farseschi e altri più patetici. La Roberts gli tiene testa con efficacia e anche la scelta di Stewart come cattivo è azzeccata. La regia di Donner è svelta, come già aveva dimostrato nella serie di Arma Letale e il film funziona davvero.
Ciavazzaro: Lo chauffer di un agente segreto scopre uno smoking molto speciale tra gli effetti personali della defunta spia, che si rivela essere un abito pieno di diavolerie per agenti speciali. Jackie Chan è un ottimo interprete e il film ha un gran ritmo; vi sono buone scene d'azione (ne ricordo una in un grattaccielo) e mille trasformazioni dello smoking. Godibile.
Xamini: Non un filmone (né ce lo si aspettava), ma una gradevole commediola sdolcinata, capace di non dimenticare il sorriso, grazie a in particolare al lavoro di Giallini (in particolare nei duetti con Gassman) e Foglietta, a suo agio sopra le righe. Più fiabesco che credibile, il tutto scorre via in maniera piuttosto leggera ed è in grado di far passare la serata, pur senza scomodare interrogativi o visioni da grande cinema.
Squash: Missione di guerra molto improbabile per quei tempi, quella vera e più simile a questa fu effettuata in Norvegia presso Telemark. L' arrivo in elicottero del generale tedesco è praticamente un falso storico in quanto era ancora in fase troppo sperimentale per essere operativo. Burton doppiato da Emilio Cigoli è insuperabile, ma non sarà merito solo del doppiaggio? Eastwood doppiato da Melani è altrettanto valido ma degno di nota è l'ennesimo ruolo da negativo di Darren Nesbitt doppiato da Dario Penne: non ricordo di lui un solo ruolo da buono.
MEMORABILE: "Sono il maggiore Gohering, le ricorda qualcosa questo nome?" (Burton intimidisce un ufficiale tedesco spacciandosi per il fratello di Hermann Gohering).
Daniela: Giallini è un ottimo attore a cui di rado capitano in sorte buoni ruoli: questo non è uno di quei casi. Fin dalle prime battute, l'idea di riproporre il viaggio del tempo di Troisi/Benigni cambiando il Medioevo con la Roma anni '80 della banda della Magliana si rivela di fiato corto per la superficialità ed approssimazione nella ricostruzione ambientale, nonché la carenza di battute e gags. Tante mani nella sceneggiatura per un risultato che molto raramente fa sorridere, generando piuttosto sconforto per l'ennesimo spreco di talento attoriale (Giallini ma anche Gassman e Leo).
MEMORABILE: Giallini è un poveraccio che non riesce a pagare gli alimenti all'ex moglie ma tiene in tasca una banconota da 500.000 lire comprata su ebay: perché?
Tarabas: Prologo bondiano (ossia, non c'entra niente con il film, serve solo a fare un po' di casino), svolgimento fantapolitico (terrorismo, complotti, golpe nella Federazione), finale coi botti. La storia prometteva bene, ma il film la annega in una durata eccessiva, con spreco di combattimenti ed effettoni da popcorn movie. La cosa più interessante è l'ambiguo deuteragonista Khan, noto ai Trekkies, che apprezzeranno i molti riferimenti alla saga. Il resto del mondo non penso sia molto interessato. Fantabaracconata senza guizzi.
Ryo: Inizialmente lascia un po' interdetti vedere un cartone animato di Asterix in versione tridimensionale, specie se si è abituati a leggere i fumetti o a ricordare i primi film animati, ma ci si abitua quasi subito e la gommosità dei personaggi risulta affine allo stile dell'ambientazione. La storia è simpatica e divertente, seppur slegata dagli albi cartacei, e ci sono diversi spunti catturati dalle storie di Goscinny e Uderzo. Le gag divertono, il ritmo è ottimo che quasi non ci si accorge di essere arrivati alla fine. Cura grafica spettacolare.
MEMORABILE: La sequenza iniziale con i cinghiali; Il provino di Gesù versione druido; Tutte le scene con i pirati.
Ultimo: Non proprio male questo terzo capitolo della saga, con il sempre simpatico Ben Stiller a guidare la banda di personaggi che prendono vita nel museo. Non siamo ai livelli del primo film, ma in ogni caso raggiunge livelli accettabili e scorre senza intoppi. Nulla di eclatante, ma molto meglio del secondo, assai deludente. Ultima apparizione per il grande Robin Williams e per Mickey Rooney.
Redeyes: Gradevole commedia sui nostri bamboccioni all'ennesima potenza. Va riconosciuta alla pellicola una regia pulita e al cast una recitazione piuttosto realistica. Si apprezza un Facchinetti che non sbraca (e non ci avrei scommesso niente) e un Abatantuono decisamente a suo agio in questi ruoli. Certo non credo ne parleremo sognanti fra anni, anche perché la sceneggiatura va esattamente dove penseremo andrebbe a finire, ma quantomeno abbiamo trascorso una serata leggera e simpatica.
Puppigallo: Nel complesso non è male, riuscendo a creare un po' di tensione e caratterizzando discretamente i protagonisti, nonostante il pontificare del capobanda alla lunga risulti un po' stucchevole. L'essere però girato con un certo mestiere e l'alternare momenti di riflessione, con scambi verbali che aiutano a conoscere i personaggi, alternati a azione quasi sempre violenta, fa sì che lo si segua con sufficiente interesse fino all'epilogo, in cui non si fanno particolari sconti.
MEMORABILE: Depongono le armi e vengono crivellati; "Non durerei cinque minuti come capo di quelle canaglie se non fossi marcio dentro".
Nando: Ennesimo action con protagonista Seagal che è anche produttore e sceneggiatore. Stavolta se la vede con la Yakuza (la famigerata mafia giapponese) e tra sparatorie colpi di arti marziali e duelli con katane la narrazione scivola via indolore e senza particolari sussulti. Nessuna novità, anzi cose viste e riviste, come il taglio del mignolo come prova di coraggio ed espiazione.
Panza: Premessa: di natalizio c'è solo il periodo di uscita nelle sale, dato che nella trama il Natale è praticamente assente. Non bastano le linguacce di Boldi a riempire il vuoto pneumatico generale, anche nella messinscena che fa venire la nostalgia della ricchezza produttiva del cinepanettone anni '90 e 2000. Casagrande ha due o tre uscite divertenti, Izzo ripropone per l'ennesima volta il suo birignao partenopeo. Salvi appare meno di quanto si vorrebbe, ma rientra tra le cose da salvare. Con fatica si ritrova qualche frangente simpatico, però vedere Boldi così fiacco mette malinconia.
124c: Film animato dei Teen Titans go in cui i cinque supereroi fanno più gli spettatori che i protagonisti, perché le vere eroine sono le DC Super Hero Girls (Wonder Woman, Batgirl, Supergirl e altre), che ci trascinano in un'avventura divertente contro la Legion of Doom di Lex Luthor (per l'occasione alleata con una fantasma kryptoniana che vuole tornare in vita). Un non team up fra supergruppi DC animati che incredibilmente funziona, tanto basta la Supergirl metallara e forzuta come eroina esagerata e confusionaria. Puerile, ma colorato e ricco di guest star eroiche.
Flazich: Uno sbadiglio unico: questo è Stealth. Tenendo conto poi che si sta parlando di iprese con aerei che sfrecciano a mach 5 si capisce ancor di più la portata epocale della schifezza che ci stiamo appropinquando a vedere. A parte i facili insulti ai quali si presta, il problema principale è la trama noiosa e banale: non c'è mai un guizzo, un sussulto, un momento dove si possa esclamare: "ah, però!".
Siska80: Un ragazzino esperto giocatore di bocce forma una squadra di coetanei sfidando il nonno. Ok, la trama è praticamente assente, eppure fa piacere che le pellicole delle nuove generazioni si impegnino a stimolare nei giovani la voglia di coltivare il rapporto coi parenti anziani (oltre naturalmente all'amore per lo sport, che rappresenta sempre un'importante esperienza formativa). Il ritmo è costante, il cast sufficientemente simpatico (soprattutto Patellis), il finale regala qualche momento di riflessione e tenerezza senza cedere al patetismo. Consigliato all'intera famiglia.
Mickes2: La parabola di Charles Foster Kane è di quelle che non si dimenticano. La splendida struttura narrativa a flashback che ben s’incastrano con il presente seziona un soggetto dispiegando tutte la sfaccettature di un uomo potente quanto ambiguo, risoluto quanto egoista, quasi incapace di arrendersi ai sentimenti in balìa della sua vorace corsa verso il successo ed il denaro. Un viaggio psicologico in crescendo, un mosaico che prende corpo attraverso le persone che gli sono state più vicine. Affascinante nel suo rigore espressivo ed il suo stile barocco.
Pessoa: Terza fatica cinematografica e seconda consecutiva per la coppia Battista-Salvi che, se possibile, riescono a fare peggio che in precedenza. La colpa è essenzialmente dello script, assolutamente deficitario, che propone battute e situazioni che invece di far ridere lasciano sgomenti per la loro pochezza. I protagonisti dimostrano ancora una volta di non riuscire a reggere un film intero sulle spalle e le seconde linee sono del tutto inadeguate. Si salvano solo un'intrigante Bergamo e il solito Mattioli che però appare troppo poco. Scarsissimo.
Ciavazzaro: Incommentabile. Un film davvero senza spessore, con un Nicolas Cage inutile, la Cruz bella ma angosciante. Banalità e dialoghi terrificanti, a partire dal titolo italiano. Che immagine degradante del nostro popolo... Da evitare accuratamente senza ombra di dubbio. Un pochino più del pallino solo perché c'e Irene Papas.
Daniela: Per pagare le cure alla figlia malata, un croupier deruba il casinò dove lavora e fugge insieme ai complici a bordo di un autobus di linea... Prologo classico da "colpo perfetto" che si mette subito male, poi action su ruote con ostaggi, sbirri buoni e sbirri cattivi, assalti alla diligenza, fino ad un finale poco verosimile e compromesso da una macroscopica incongruenza. Un action come tanti, reso potabile dal ritmo sostenuto, da un paio di buone sequenze e dal bel volto pensoso di Morgan, mentre De Niro si limita ad esibire la sua maschera con la bocca all'ingiù.
MEMORABILE: L'autobus a tutta velocità circondato dai poliziotti in moto, mentre altri poliziotti salgono sul tetto
Daniela: Disegnatore di talento e mente brillante, Louis Wain divenne famoso per le sue deliziose illustrazioni, ma ebbe una vita segnata da tragedie familiari, difficoltà economiche, follia. Questo biopic che ce lo mostra dai ventanni fino alla morte è forse più convenzionale di quanto lo sia stato il personaggio, però non solo consente di conoscere un artista da noi poco noto ma presenta anche pregi formali, soprattutto nelle ricostruzioni degli interni vittoriani e in certe scene all'aperto di gusto pittorico, e schiera in campo un buon cast a partire da Cumberbatch a suo agio nel ruolo.
MEMORABILE: Il gatto Peter, ispiratore di una midiade di gatti illustrati.
Alf62: Rendere credibili le atmosfere selvagge e primitive del 753 a.C. non era facile. Il film ci riesce con ambientazioni a km zero, dialoghi in proto-latino, fotografia magnifica ed effetti speciali mai debordanti. L'atmosfera di superstizione, brutalità, è alla base di un racconto senza fronzoli interpretativi, che evita le spettacolarizzazioni hollywoodiane (non si vede insomma gente depilata con denti perfetti). Borghi da Suburra a core de Roma. Apocalypto, Valhalla rising, superati nettamente.
Zio bacco: Successo dell'epoca, è una commedia prettamente adolescenziale ma apprezzabile anche dai più grandi. Buono il cast, con una Christina Ricci convincente e ben calata nel ruolo. La prima parte è molto godibile, mentre la seconda, francamente, è troppo sdolcinata e quasi prevedibile. Nondimeno, i dialoghi sono curati e accompagnano bene la storia. Il maggior pregio però risiede negli effetti speciali, davvero ben realizzati e di notevole impatto. Forse non giustifica il successo avuto, ma è una commedia gradevole e che si lascia vedere.
Mr.chicago: Thriller erotico che si ispira (e non poco) a Brivido caldo. Parte come una classica commedia americana fino a quando la neo vicina supersexy e il marito (manesco) non lo intorbidiscono degenerando la situazione... e la pellicola! Pathos inesistente, le scene erotiche e quelle che sarebbero dovute essere sensuali hanno l'appeal e l'originalità di un qualsiasi filmetto a luci rosse (sceneggiatura compresa) e, se non fosse per un finale inaspettato, sarebbe totalmente da bocciare!
Rambo90: Avventura per famiglie, senza infamia e senza lode. L'avventura parte subito in quarta ma in pochi momenti diventa davvero coinvolgente (ovviamente per un pubblico sopra i 16 anni). Michael Caine è una presenza molto gradita, così come il simpatico Guzman, mentre The Rock appare un po' fuori posto (meglio il Brendan Fraser del primo capitolo). Buoni gli effetti speciali.
Capannelle: Inutile pretendere equilibrio e verosimiglianza dal catastrofico. Ma qui Emmerich decide di spingersi su vette sublimi di trash, servendo ottime sequenze digitali insieme a vagonate di retorica, dialoghi insopportabili e Antonov che vanno su e giù come libellule. E indicandoci che per salvare il culo è meglio affidarsi alla laboriosità dei cinesi ("non credevo facessero così in fretta" dice l'americano) che alle preghiere vaticane. Alla fine anche il magnate russo con cagnetta (quale?) rimarrà più simpatico dei (soliti) personaggi americani.
Pinhead80: Ormai è usuale vedere Robert De Niro cimentarsi nella parte del vecchietto indomito capace di mettere in subbuglio la quiete famigliare. C'è da dire che funziona benissimo e dimostra ancora una volta di essere un grande attore anche quando riveste questi ruoli simpatici. Le schermaglie tra lui e il nipote sono molto divertenti e riempono la totalità del film senza che questo cada mai di ritmo. Ci sono alcuni momenti classici di questo tipo di commedia americana come la partita a dodgeball e la festa di compleanno con tanto di Babbo Natale incluso, che sono sempre esilaranti.
MEMORABILE: Uma Thurman in auto e il poliziotto che si affianca a lei al semaforo.
Siska80: Quattro ragazzi, una creatura magica e un cattivone da fronteggiare...Come andrà a finire? Film che non ha niente di nuovo da raccontare, ma lo fa in maniera accettabile, coinvolgendo lo spettatore in una serie di avventure che tengono alto il ritmo nonostante la durata forse eccessiva: tra voli in stile Superman, nemici felloni e corse contro il tempo ce n'è per tutti i gusti, incluse le inevitabili incomprensioni tra i ragazzini per cause familiari già viste altrove. Buono il cast, finale prevedibile ma comunque soddisfacente; non male, in definitiva.
MEMORABILE: Lo "squalo" sulla sabbia; L'abbraccio di gruppo.
Ultimo: Rivisto da poco grazie alle continue repliche di varie emittenti tv, non mi ha completamente convinto. La parte che preferisco è il finale, ove Poirot come sempre capisce tutto e non si lascia incastrare dal colpevole, reo di aver ucciso un ricco "lord" pugnalandolo nel suo studio. Per il resto l'episodio non scorre sempre liscio e, a dirla tutta, nonostante la vicenda sia intrigante, paga qualche forzatura di troppo. Non male.
Smoker85: Il film riunisce un cast stellare che, però, si ha l'impressione non venga sfruttato al massimo delle potenzialità. Molto bene Lady Gaga, Driver e Pacino, Irons un po' sprecato ma sempre di gran classe, efficace make up per Leto che rende efficacemente il proprio personaggio stralunato. In alcuni momenti la storia sembra troppo stiracchiata e si arriva all'epilogo in modo troppo frettoloso. Un buon film, dunque, che con un ottimo cast poteva puntare a un ulteriore salto di qualità.
MEMORABILE: Rodolfo che, per quanto non concordi su nulla con Aldo, converge sul giudizio relativo al presunto talento di Paolo.
Daniela: Donna di successo, legata ad un uomo molto ricco, porta nel corpo e nell'anima le tracce di un'infanzia segnata dall'irresponsabilità dei genitori: la madre pittrice mancata, il padre sognatore alcolizzato... Nonostante derivi da una autobiografia, questo ennesimo ritratto di una famiglia disfunzionale in cui in fondo ci si vuole un gran bene suona fasullo per eccesso di scene madri e forzate esibizioni di sentimenti. Harrelson si impegna ma il suo personaggio è troppo simile ad altri già interpretati in film più interessanti, Watts e Larson convincono poco, la storia risulta ripetiva.
Cinefolle: Commedia a episodi come tante ce n'erano in quegli anni in Italia, che conferma una volta di più la refrattarietà di Celentano al cinema. Il suo episodio è il peggiore. Quello di Banfi e Fenech è divertente, ma secondo i soliti schemi tra sexy e scorreggione. L'inedita coppia Placido-Bouchet, invece, è collocata nell'episodio scritto meglio. Una pochade facile facile ma ben oliata. Per una volta Placido è davvero brillante e la Bouchet "ci crede", mostrandosi meno bambola e più attrice.
MEMORABILE: I vari equivoci di Placido alle prese con la sua recita di "bravo genero".
Daniela: Lo scambio in culla fra due bimbi di diversa condizione sociale è un tema già declinato varie volte, soprattutto in in chiave avventurosa e/o brillante. Il regista qui sceglie un registro pacatamente realistico, incentrando la narrazione sul personaggio del padre della famiglia benestante, un architetto ambizioso che vede nel figlio un'occasione di ulteriore affermazione personale. Qualche indugio didattico e la scarsa comprensibilità di certi comportanti non tolgono valore al film, delicata parabola sulla scoperta di cosa significhi essere padre, al di là dei legami di sangue.
MEMORABILE: "Ora mi spiego tante cose": è la prima frase pronunciata dal protagonista quando gli viene comunicato lo scambio avvenuto in ospedale
Capannelle: Film curioso più che interessante. Siamo in una Vienna raffigurata alla Sin City, con un pervasivo impiego della CG che disegna atmosfere particolarmente cupe e palazzi ricurvi. Va bene il senso di rigetto verso i reduci dal fronte, però un po' si esagera. Gli attori sono mediamente validi e diretti con efficacia, anche se sono solo un paio di personaggi ad emergere chiaramente. L'intreccio thriller rimane giustamente in secondo piano rispetto al tema dei traumi vissuti dai protagonisti.
Galbo: Simpatica commedia diretta dallo "specialista" Donald Petrie. Il tema della segregazione sessista sul mondo del lavoro è quantomai attuale (specie da noi). Su una buona sceneggiatura si cimenta una regia attenta ad assecondare il lavoro di un buon cast con la Goldberg in grande forma, affiamcata da ottimi attori come la Wiest e Wallach. Da riscoprire.
Fabbiu: Pseudo remake del più noto cult del 91. Dico pseudo perché, a parte i nomi dei personaggi, l'unica cosa minimamente in comune non è nemmeno la trama ma giustappunto il soggetto, e solo a grandi linee (agente dell'Fbi infiltrato tra criminali devoti allo sport estremo). Non bastano i personaggi caratterizzati al peggio o un'alea perenne di inconcludenza, ciò che più infastidisce è che è tutto un continuo scambio di sguardi da duri e frasi da duri in un clima a dir poco patinato. Si salva solo la fotografia, ma c'è da sbadigliare.
Almayer: Pensavo sinceramente di farmi male con un film-boiata e invece non mi è affatto dispiaciuto. Intendiamoci, è un fumettone pop-corn, fracassone e sgangherato, ma rimane divertente nel suo voler scimmiottare Conan, anche perché è chiaro che non possa arrivare a quei livelli epici. E quindi preferisce prendere la strada dell'ironia, catturando l'attenzione dello spettatore anche quando i trucchi e le trovate si sono già visti/sentiti eoni di volte in eoni di film. Alla fine assolve al suo compito. Divertimento puro staccando il cervello.
Alf62: Saccheggiare cinematograficamente gli anni '80 ibridando idee originali provenienti da diversi film sembra nascondere un senso di inferiorità latente. Detto questo, il frullato di Ricomincio da capo, Halloween e Venerdì 13 è abbastanza gradevole. La protagonista e la spalla "sfigata" riescono a non annoiare nella ripetitività delle scene. Sceneggiatura banale, senza colpi di scena. Riconciliazione col padre e chiusura col passato di prevaricatrice senza scrupoli risultano un po' patetici.
Herrkinski: La storia di Robinson è chiaramente anche un pretesto per fare una riflessione sui temi razziali nell'America dell'epoca, risultando il vero fulcro della vicenda; in questo senso il film è riuscito e le prove del cast risultano tutte di livello, in particolare per l'invecchiato Ford, tuttavia rimane la sensazione che si dovesse e potesse fare di più nelle sequenze sportive, dato che in fondo si parla di una star del baseball. Ottima ricostruzione ambientale ma in generale manca un po' del brio che prodotti come il recente Green book possiedono.
Magerehein: Decisamente coraggiosa, sebbene non priva di errori rispetto ai veri fatti, questa rappresentazione dell'eccidio delle Fosse Ardeatine. Non si colpevolizzano infatti soltanto i tedeschi (l'ufficiale interpretato da Burton è anzi inizialmente preda del dubbio, salvo poi eseguire freddamente l'ordine per senso del dovere), ma ricadono corresponsabilità anche su partigiani (si mette in dubbio - lecitamente - l'effettiva utilità del loro attentato) e Vaticano (tacciato di passività); ovvio che al tempo abbia suscitato vivaci polemiche. Non annoia e soprattutto fa riflettere. Da vedere.
MEMORABILE: I minuti finali, fra esecuzioni a sangue freddo e boia a cui tremano le mani.
Werebadger: Poteva essere lo Scuola di mostri del 2000; l'idea del discendente di Van Helsing si poteva sfruttare meglio (una commedia horror anziché una parodia, con i villains interpretati dai loro storici volti, Englund, Bradley ecc.), invece abbiamo la solita porcheria che pretende di far ridere con volgarità fisiche e verbali, riferimenti al gossip americano, gente che viene investita o schiacciata, battute e situazioni che non fanno ridere (Freddy con gli spazzolini sul guanto) ecc. Da evitare.
Alexcinema: D'accordo che Hollywood per vendere meglio deve adattare qualunque mito ai gusti e agli immaginari del pubblico americano, ma qui si esagera. Siamo di fronte a un concentrato di spacconeria mascolina e guerrafondaia da 4 soldi, che più che una rivisitazione del leggendario guerriero greco sembra un episodio de I mercenari: è infatti immancabile la solita retorica del conflitto interiore del protagonista diviso tra lucroso opportunismo e intenti nobili. Il mezzo punto aggiuntivo è per la stereoscopia, qui davvero ben sviluppata. Per il resto è solo un gran giocattolone.
Furetto60: Tratta da una storia realmente accaduta, si tratta di un'altra pellicola dedicata a fatti di delinquenza in cui un ragazzo proveniente da una famiglia compromessa viene costretto a infiltrarsi e fare la spia. Si cerca di movimentare la scena alternando il percorso con alcuni flashback, ma il film non decolla restando avvinghiato a una serata "memorabile" soltanto per una scazzottata, celebrata come un patto di sangue. Gli attori ci mettono del loro lavorando per raggiungere la sufficenza. Si vede e si scorda sbito.
Siska80: Giovane orco distratto sprigiona il male facendo resuscitare i defunti, mentre Goku deve vedersela con un demone pericolosissimo. Episodio di media durata che può contare su un ritmo inarrestabile, su una trama interessante e protagonisti (buoni e cattivi) che sono la vera forza trainante della vicenda. Per essere un prodotto Anni Novanta non ci si può altresì lamentare né dell'animazione, né tantomeno del design dei personaggi, invero particolarmente curato. In definitiva buono nonostante il lieto fine ovvio, e diretto a un pubblico eterogeneo.
Metuant: Ruffini ci riprova e il risultato non si discosta molto dal primo film; l'unica differenza è che qui si spinge un po' di più sulla farsa e leggermente meno sulla volgarità, ma da qui a dire che il film è valido ce ne corre. Il cast ha poche variazioni e rende la pellicola simile a un prodotto fatto tra amici, con in più un'insopportabile Chiara Francini. Menzione di (dis)onore anche per Matano, che non è certo un attore. Un filo sopra il primo film del regista, ma davvero poco.
Galbo: Riuscita commedia francese che esplora le dinamiche interpersonali che subentrano in due coppie di amici quando una delle due donne ha un improvviso e inaspettato (dagli altri) successo letterario. Una sceneggiatura molto incisiva e raffinata analizza le psicologie dei personaggi, facendo emergere invidie e meschinità davanti alle quali la protagonista (la bravissima come il resto del cast Bejo) reagisce contrapponendo normalità e spontaneità, scambiate dagli altri per superbia. Un film che molto più di altri ci parla della società borghese di oggi. Da vedere.
Luckyboy65: Probabilmente fra 20 anni sarà considerato un capolavoro esistenzialista da tutti coloro che ora lo rigettano come spazzatura. Di sicuro, la scelta di un cast anonimo per questo film grottesco (non comico) è azzeccata per calare lo spettatore nei panni di questi personaggi sballottati da quell'insolito destino che si chiama vita. Bello il "corto" in lingua fiamminga (?) che apre il film e introduce alla cultura yiddish, spiazzante il finale. Per citare Lennon: "Life is what happens to you while you're busy making other plans".
Siska80: La trama è piuttosto machiavellica (due fratelli eroi racchiudono dentro di sé la metà di un un pericolosissimo mostro e c'è chi trama già alle loro spalle), eppure intrigante anche perché il corto ha l'intelligenza di mescolare in maniera bilanciata momenti carichi di tensione durante i quali avvengono violenti scontri ad altri umoristici a cui contribuisce la gestualità un po' esagerata dei personaggi principali. Design, animazione ed effetti speciali sono soddisfacenti e si passa volentieri sopra a un finale politicamente corretto che vede il bene trionfare ancora una volta.
Homesick: Ennesima storia di un serial killer psicopatico che prende di mira un poliziotto - guarda caso - stressato e insonne. Un film brutto, girato male, con personaggi scontati e resi da attori (come Reaves e Spader) che in altre occasioni hanno dimostrato di fare assai meglio. Inutile cercare la tensione, perchè non ve n'è traccia. Unico motivo di interesse è la bellezza semplice ed avvolgente del volto di Marisa Tomei, che risalta ancor più da metà film in poi.
Trivex: Fiori di ragazze, un po' troppe parolacce, location abbastanza ben fatte ed una storia tutto sommato simpatica. Alla fine qualche sorriso lo strappa, ma in particolare emerge lo spessore di molti partecipanti (Moschin e Carotenuto in primis), comunque coinvolti nelle vicende. Ci sono la mitica Aulin (bellissima) e una strana Agren (che ho visto meglio altrove), mentre la Muti sembra spaesata (ma è anche il personaggio, così sprovveduto); gli altri funzionano comunque. Mi sono piaciute in particolare la parte col barone e quella della "famiglia in quattro".
Enricottta: Il film si definisce con una dichiarazione della stessa attrice principale all'atto dell'uscita del film. La Parietti diceva che i suoi fan si erano lamentati dell'esiguità delle scene erotiche e lei aveva ribattuto che c'erano svariati minuti di copule durante "Il macellaio". Questo è tutto, avrebbe detto lo svogliato cronista... In realtà il personaggio che doveva nobilitare il film ne ha decretato l'insuccesso. E' vero, un film di rara pochezza, ma non per mancanza di sesso, per mancanza di idee!
Beffardo57: Riduzione cinematografica di un grande romanzo di John Le Carré (che compare anche per un attimo nel film, durante la festa di Natale), ne è la fedele trasposizione per lo schermo, servita da un stuolo di attori altamente professionali e da una confezione adeguata. Il dubbio è che si tratti di un'opera priva di autonomia dal modello letterario: chi ha apprezzato il libro ritrova vicenda e ambienti; senza di esso, resta solo una storia quasi incomprensibile, immersa in un malinconico grigiore.
Nando: Ispirata a una vicenda realmente accaduta, la pellicola tralascia volutamente l'azione per dedicarsi all'analisi introspettiva dei protagonisti, vivisezionando il loro ambiente d'azione e mostrando vari dialoghi. Il tutto appare discreto per la ricostruzione, mentre Hemsworth è poco credibile come immigrato greco; meglio sicuramente Angarano, mentre The Rock mostra il suo ghigno arcinoto.
Giacomovie: Terza puntata delle avventure della bella Angelica, più stanca delle altre nelle idee. I dialoghi sono diventati accademici, si è persa la vivacità del ritmo e si sono ridotti i continui cambi di registro nella trama. È rimasta immutata solo l’attenzione riservata alla parte scenografica. Nell'insieme però tiene bene il filo conduttore dell’intera vicenda e in questo senso è un episodio utile per la soluzione di certi nodi rimasti in sospeso. Michèle Mercier continua a essere un incanto. **!
Caesars: Vedibile più per la curiosa partecipazione di Raffaella Carrà nel ruolo della moglie italiana di Buzzanca, che per meriti cinematografici. La storiellina è vista e risaputa nonchè girata in modo assai anonimo, in aggiunta possiamo contare sulle dita di una mano le situazioni che ci regalano un timido sorriso (il che per una commedia umoristica non è che sia proprio il massimo). Rimane una parte finale leggermente migliore del resto e un Buzzanca che ci regala una discreta interpretazione. Un pallino e mezzo, non di più.
Reeves: Il produttore Galliano Iuso mette insieme qualche idea e poichi soldi per cercare la via della parodia dei grandi kolossal americani. qui abbiamo Jerry Calà che si lancia nella regia, con alcune scenette divertenti (come la madre che punisce il bambino che continua a pardere l'aereo....) e altre che purtroppo funzionano assai meno. Insomma: l'idea c'era, il risultato no.
Decimamusa: Film d'ambiente e di passioni, un po' sovraccarico nei suoi intrecci relazionali ma intenso e vibrante. Declinato soprattutto al femminile - i personaggi maschili hanno ruoli anche significativi e ben delineati ma un po' defilati - mette in scena una saga familiare fra amore delicato, sesso, difficoltà economiche e fasi altalenanti della compattezza familiare. A suo agio Winspeare nel suo Salento, bravi gli attori non professionisti, fra cui Celeste Casciaro, moglie del regista, nel ruolo della sanguigna e contraddittoria Adele.
Alex1988: Titolo fuorviante: fa pensare che sia il protagonista a fare giustizia dei cattivi di turno. Invece ci troviamo di fronte a una variazione "gialla" del western, non ancora denominato "spaghetti". Film realizzato in super-economia con una particolarità, che riprenderà Dario Argento nei suoi gialli: l'assassino che, in soggettiva, si preparare a uccidere le sue vittime. Curioso.