Visivamente sembra quasi un’estensione delle scene a Bangkok di AMERICAN GANGSTER. L’idea è quella di calarsi quanto più possibile (sempre a livello visivo, laddove cioè Ridley Scott sa di poter dare il meglio) in realtà esotiche poco battute dal cinema, dare attraverso un montaggio molto studiato (Pietro Scalia, non uno qualunque!) l’impressione di mondi trafficatissimi, popolosi, che pulsano di una vita diversa da quella cui siamo abituati, calandovi dentro un occidentale (lì Denzel Washington, qui DiCaprio) che rappresenti il nostro punto di vista. In questo NESSUNA VERITA’ funziona, colpisce, coinvolge. Dove meno riesce...Leggi tutto è nello scalfire realmente la superficie di quel mondo, risultando maldestro e banalmente hollywoodiano nello sviluppo della trama (per non parlare del finale). Attori bravi ma che talvolta appaiono forzati, con un Crowe sornione che si compiace nel calcare troppo la mano sul suo personaggio sfruttando dialoghi buoni ma troppo costruiti, che cozzano con il taglio realistico che si vorrebbe dare al film. Così come rozzo e eccessivamente dichiarato appare il contrasto dato dalle telefonate al fronte “di guerra” fatte mentre si bacia in fronte il figlio o lo si accompagna a scuola. Questa volta Ridley si avvicina più del previsto al cinema del fratello Tony (con citazioni quasi esplicite al suo NEMICO PUBBLICO nei pedinamenti satellitari) pur mantenendo una superiore capacità di orchestrare l’azione evitando le patinature smaccate. NESSUNA VERITA’ resta insomma un buon film, costruito bene e raccontato meglio della media dei prodotti analoghi (vedi SYRIANA), valorizzato oltretutto da una colonna sonora ottimamente integrata alle immagini e da una competenza tecnica invidiabile. Andava forse limato meglio (le oltre due ore si potevano agilmente evitare), si poteva inserire con più cura il break sentimentale senza che stonasse così col resto, ma i personaggi hanno una loro dimensione precisa e il tutto in definitiva funziona. Russell Crowe che dalla sede Cia negli Stati Uniti dirige le operazioni antiterrorismo e DiCaprio al suo servizio che trottola per il Medio Oriente (soprattutto Amman) sono una bella metafora della mente e il braccio, anche se quest’ultimo rivendica un ruolo di predominanza che gli spetterebbe tutto, da quanto si vede.
Scott centra l'obiettivo con questa pellicola, che ha nell'interpretazione di DiCaprio e Crowe i suoi punti di forza (uno in prima linea e l'altro al sicuro, a migliaia di chilometri, a muovere i fili. Ma a volte i fili si intrecciano). Come spesso capita gli americani fanno più danno che altro, mentre chi in Medio Oriente ci vive sa come muoversi, almeno limitando i danni. Detto ciò, in un film così, dove si salta da un posto all'altro, la regia capace era indispensabile e Scott non ha tradito, anche se il contenitore (riprese, esplosioni, azione) vale più del contenuto.
MEMORABILE: DiCaprio si ritrova frammenti di ossa altrui nel corpo. "La Giordania è affidabile come può esserlo una monarchia con l'asciugamano in testa".
Se non altro Scott, per buona parte del film, convince: buona caratterizzazione psicologica dei personaggi, regia sciolta al servizio di una sceneggiatura non propriamente lineare (ottime e abbondanti le inquadrature satellitari). Ciò che non mi convince è il grossolano taglio da "americanata" che caratterizza troppe scene e dialoghi, l'inutile colpo di scena finale. Per un soggetto del genere una matrice più "documentaristica" non avrebbe nuociuto. Di Caprio talentuoso come sempre, Crowe fin troppo ispirato.
Il sodalizio tra Scott e Crowe, cominciato male (Il gladiatore è uno dei film più brutti e sopravvalutati della storia del cinema, mentre su Un'ottima annata glissons), ha cominciato a dare ottimi frutti da American Gangster. Di cui questo Nessuna verità sembra essere un corollario quanto a strategia (due nomoni dello star system che sullo schermo non si incontrano quasi mai), mentre si conquista il suo posto nella filmografia sulla lotta al terrorismo internazionale di matrice araba (non certo ricchissima). Un Crowe mimetico ed un Di Caprio deniriano impreziosiscono il copione di Monahan.
Passo indietro rispetto ad American Gangsters ma in ogni caso una pellicola di buon livello che conferma le grandi doti tecniche di Scott. Peccato per una sceneggiatura un po' troppo caotica e, a tratti, grossolana. Un buon prodotto medio (come non se ne vedono molti) di puro intrattenimento che a tratti riesce anche a coinvolgere.
Dopo il bel American gangster, il regista Ridley Scott affronta il tema della gestione del terrorismo medio-orientale da parte della CIA.Il film è ben realizzato sebbene la sceneggiatura sia un pò ingarbugliata. Buone l'ambientazione e la regia nonchè la prova degli interpreti, specie quella di Leonardo Di Caprio. In sintesi un discreto film d'azione anche se inferiore a molte opere dello stesso regista.
Si fa fatica a seguire la storia, che appare a tratti anche prevedibile. Ridley Scott gioca allo spy movie con risultati altalenanti. A parte le spettacolari (e dispendiose) esplosioni e le riprese satellitari, a tratti ci si annoia e poi alcuni aspetti sono assai inverosimili: Crowe è dipinto come un pazzo che gioca a Risiko da casa sua, attorniato dai figlioletti. facendo bluff su bluff. Di Caprio è un ragazzotto imberbe che sarà pure il capo ma è quasi sempre da solo (hanno tagliato i fondi alla CIA?). Da Scott ci si attende di più. 2 e 1/2.
MEMORABILE: Il pacco di Crowe, il doppiopacco di Di Caprio ed il contropaccotto dei servizi giordani.
Uno Scott sempre brillante nella fotografia e nel montaggio, meno nella tensione che c'è ma è timida, prima di avvampare negli ultimi 25 minuti. Giusto rinunciare ai giocattoli tecnologici e puntare sul sapore del campo, ma sono i personaggi a convincere meno: debole quello di Crowe (Hammond), Di Caprio (Ferris) fa il suo ma è una fotocopia di Blood diamond; di particolare rimane solo Strong, il giordano Mr. Hani (nome peraltro ambiguo perché in americano suona simile a "honey", tesoro).
MEMORABILE: Il momento in cui Ferris è lasciato solo in mezzo al deserto.
Bello, ma fin troppo complicato. Molto ben girato, specie nel rendere il contrasto tra i due agenti: uno tranquillo con la sua famiglia, l'altro faccia a faccia col nemico ma entrambi in prima linea. Ha anche il pregio del realismo: finalmente vediamo arabi veri (anche terroristi) tutt'altro che stupidi o rozzi come gli action-movie ci avevano abituato; anzi, mettono nel sacco i tecnologici agenti americani con una certa semplicità. Molto buono.
MEMORABILE: Di Caprio che attende nel deserto e lo stratagemma usato dai terroristi per portarlo via.
Un'opera mozzafiato che lascia con l'amaro in bocca in più situazioni. Molto crudo e lineare sul modo sfacciato della diplomazia americana. Di Caprio forse meglio di Crowe anche se di poco. Se la cavano alla grande anche se il film in poche sequenze risulta sminuire la bravura del regista.
Uno spaccato delle cellule terroristiche mediorientali in cui opera un agente americano. Buon impatto visivo con alcune scene veramente ben concepite. Un buon cast con un Crowe palesemente imbolsito nel ruolo del burocrate, più aitante Di Caprio. Il finale, dopo tutte le vicende narrate, lascia perplessi.
Una delle migliori perfomances di Leonardo Di Caprio e una delle più complesse di Ridley Scott. Azione, dialoghi con doppi sensi, infine rimane solo come il tipico buon film di spionaggio, movimentato pur se spesso noioso. Politicamente "altalenante": la morale della favola è quella di non fidarsi di nessuno, insomma....
Insomma, un Ridley Scott abbastanza convincente per molti tratti del film, un po' barocco e macchinoso in altri, anche pr via di uno script non proprio lineare. Il duo Di Caprio-Crowe fa il suo dovere, con recitazioni misurate e in linea coi rispettivi personaggi. Alla fine, non resta la sensazione di aver visto qualcosa di memorabile, ma nella media non esaltante delle ultime produzioni del regista, è da considerare del tutto apprezzabile.
Senza se e senza ma, un gran bel film. Di Caprio mostra davvero di essere un attore poliedrico e meno attaccato al concetto di bello senz'anima in un contesto da guerra fredda con volti che mettono la pelle d'oca. Ritmo serrato, violenza (le povere mani...) e paesaggi che ben si confanno allo scopo. Scott non lo si scopre ora, Leo forse un pochino sì. Crowe è leggermente fuori forma fisica...
Mediocre. Ridley Scott dirige un film che oramai negli ultimi anni fanno quasi tutti i registi americani e non. Dialoghi stereotipati, così come lo sono i personaggi. Russell Crowe è bravo, ma non trasmette simpatia. Bravissimo invece Di Caprio. Bella la canzone finale dei Guns n'Roses.
Di Caprio, agente della CIA in Medio Oriente, guidato a distanza via satellite ed auricolare dal cinico burocrate Crowe, cerca di stanare uno sceicco a capo di un gruppo terroristico. Spunto buono, ambientazioni suggestive, fattura eccellente, insomma lo spettacolo ci sarebbe pure, quel che manca è una trama in grado di avvincere e convincere, uno sviluppo meno banale della storia (la relazione con l'infermiera e l'epilogo fanno cadere le braccia). Ed il personaggio della spia, colta da scrupoli ma ad intermittenza, suscita poca empatia. 2+
Un po' troppo lungo e confuso nella prima parte. Ciononostante Scott confeziona un buon film, che nella caccia al capo (che viene chiamato "Primula Rossa") nasconde un gioco di intrighi e di potere ben sviluppato. DiCaprio e Crowe sono in parte e vederli duettare è una meraviglia, così come ottimo è anche il montaggio serrato, che sveltisce una storia un po' troppo intricata. Buono.
Ormai Leo è sinonimo di qualità. In questa pellicola, studiata come una missione di guerra in terra straniera, non si riesce a prender fiato. Non è tanto l'action a colpirci quanto il valore estetico di ogni singola inquadratura, di ogni dialogo. Come contraltare di un quasi idealista Di Caprio, un perfetto MotherFucker e cioè Crowe. Le due ore volan via velocemente. Eccellente Scott. Non serve aggiungere altro se non un invito a vederselo!
Un buon film, ma nulla più. Scott mette su una solida baracca, incentrando ovviamente tutto sulla trama (complicatissima, da buon film di spionaggio) e sulle immancabili scene di azione e inseguimenti, ambientate tra le anguste vie delle semi distrutte città giordane. Il problema è che di film come questo ce ne sono a bizzeffe e neanche l'avvalersi del prode Crowe assieme al baldante Di Caprio (ottimi come al solito) riesce a salvare il film dalle spire della banalità: il finale ne è un esempio. Nel complesso permane il senso di deja vu.
Gita in medioriente per un Ridley Scott in vacanza, svogliato anche in fase di regia la quale non regala alcunché di virtuoso e si accontenta di enormi panoramiche e montaggi alternati tra Iraq-Giordania con l’insidiato DiCaprio e USA con lo statico Crowe. Succedono tante cose, troppe, così da non far mai calare l’attenzione, ma nel tirare le somme i temi sono di grana grossa, i personaggi irritanti (Crowe che a suo dire “salva la civiltà” mentre parla con figli e moglie). Per qualcun altro un film discreto, per Scott un film mediocre.
Film lungo ma non noioso, ha il pregio di spiegare con chiarezza gli intrigati “giochi” tipici del mondo dello spionaggio. Di Caprio conferma le sue ottime qualità mentre Crowe resta più in ombra, anche per il ruolo. La critica al nevrastenico mondo della CIA non è velato, anzi tende a essere sempre più evidente fino all’esplicito finale. Ho molto apprezzato il contrasto tra lo squallore dell’ambiente e la tracotante opulenza tecnologica (che non sempre la spunta…), qualche concessione di troppo allo spettacolo; ma è spettacolo, o no?
MEMORABILE: Rocce e polvere e il rosso del deserto e fiumi di persone che vanno e vengono.
Film esemplare, diretto da Scott, sulla guerra tra America e terrorismo medio-orientale. La sceneggiatura è intricata ma ben sviluppata, DiCaprio una certezza assoluta e Crowe adatto al personaggio che interpreta. Il concetto che emerge in maniera ottimale all'interno del film è che in una guerra di questo calibro non ci sono verità né bugie, ma fatti e avvenimenti da cercare di portare dalla propria parte. Ferris preferisce l'Oriente e lo si può capire fin dall'inizio (altro elemento di originalità all'interno del film).
Viene sagacemente sfruttato il tema della tensione fra Usa e Medio Oriente, ma i primi incassi al botteghino si sono poi rivelati scarsi. D'altronde gli intrecci della trama non coinvolgono quanto dovrebbero, mentre DiCaprio e Crowe risultano fortemente sottotono. Lode a Scott per non aver trattato in modo superficiale e parziale la complicata situazione in quei territori e per avere equilibrato le scene di azione con quelle di spionaggio. Purtroppo il risultato non è quello sperato e il film si palesa passabile, senza niente di memorabile.
Tirando le somme il prodotto non mi ha convinto. Non nego che sia capace di tenere desta l'attenzione (e non è poco) e che la confezione sia buona; è la vicenda così com'è sceneggiata a fare acqua, specie nella seconda parte. DiCaprio più che un agente della CIA sembra un immortale; il suo fare della dialettica (da rapito) è alquanto improbabile e didascalico; il personaggio femminile sembra un artefatto da esigenze di script.
Non lo so. Questo film mi ha lasciato un senso di incompiutezza; eppure la regia è ottima, le location affascinanti, gli attori molto bravi. Sarà forse che la sceneggiatura ci mette troppo a prendere ritmo, o forse che si mette troppa carne al fuoco senza approfondire nulla. Di certo la diplomazia americana ne esce con le gambe rotte e nella storia non c'è un vero eroe per cui tifare, il che è sicuramente aderente alla realtà ma forse penalizza il film. Merita la visione, ma era lecito attendersi di più.
MEMORABILE: Il polverone alzato nel deserto per impedire la ricognizione satellitare della CIA.
Il satellite che tutto vede, agenti svelti, intelligenti e senza paura; vien da chiedersi come mai non si riesca a sconfiggere i cattivi... La prima cosa che impressiona e che il film mette bene in evidenza è il dialogo a distanza degli agenti C.I.A.: parlare di morte e uccisioni mentre si accompagnano i figli a scuola, in una realtà completamente diversa, in stili di vita agli antipodi. Interessante anche il rapporto sentimentale, molto umano, che serve a distogliere un attimo dall'azione, nelle corde di Ridley Scott. Buone le interpretazioni.
Le premesse per far bene c’erano tutte eppure al termine della visione non resta molto. Probabilmente il difetto più grande sta nell’essere troppo impostato e stereotipato un po’ ovunque. Il personaggio di Di Caprio, poi, sembra uscito direttamente da The departed, anche se i contesti sono abbastanza diversi. Intrecci e doppiogiochismo volutamente fuorvianti sono il fulcro su cui si dipana il tutto e nel titolo è racchiuso il senso di una pellicola che apparentemente pone in contrasto due realtà, quando forse...
Bel film di Ridley Scott che costruisce una storia di spionaggio carica di tensione e intrighi con molte scene action potenti e adrenaliniche. Bravo DiCaprio nella parte di un agente CIA a caccia di terroristi, ma anche il personaggio di Russell Crowe, un oscuro burocrate che gestisce tutto da Washington, è ambiguo e cinico al punto giusto. Anche sul versante della violenza la pellicola non risparmia sangue e torture mediorientali: nel finale quella inflitta al protagonista è parecchio realistica, forte e disturbante.
Quarto film della coppia Scott/Crowe che non entusiasma particolarmente. Il regista è già da tempo l'ombra del visionario che fu con pellicole come Alien o Blade runner. Senza contare che terrorismo e Medio Oriente sono argomenti che ci sono stati già serviti in tutte le salse. Di Caprio, credibile a metà, non fa la differenza mentre il personaggio di Crowe sembra troppo posticcio. Qualche buona scena e nulla di più per un film che si fa dimenticare presto.
Come sempre nel cinema di Scott, dopo i folgoranti esordi, bisogna accontentarsi di uno spettacolo commerciale, girato con qualità ben superiore alla media, onesto nello svolgimento e una chiusa banalotta. Perfetto mainstream, insomma, con bravi attori, un'ambientazione curata e un punto di vista sulla questione mediorientale decisamente più sfaccettata di quanto ci si potrebbe attendere da un film di genere. Meno convincenti i personaggi, piuttosto scontati. Comunque buono.
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In realtà, nel film, la frase che ho inserito nel momento o frase memorabile, si conclude con "asciugamano in testa" e non "turbante", ma per motivi di spazio (non ce n'era più), ho dovuto accorciare, improvvisare, adattarmi e raggiungere lo scopo, come direbbe Eastwood in Gunny.
DiscussioneZender • 22/11/08 10:02 Capo scrivano - 48949 interventi
Zender ha rimediato. In effetti così sta molto meglio.
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc per Warner Home Video:
DATI TECNICI
* Formato video 2,40:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 5.1 Dolby Digital: Italiano Inglese Tedesco Spagnolo
Dolby TrueHD 5.1: Inglese
* Sottotitoli Inglese Italiano Tedesco Spagnolo Olandese Finlandese Danese Norvegese Svedese
* Extra Actionable intelligence: direttamente dal set del film. Esplorazione di sequenze chiave, riprese sul set, interviste a cast e tecnici
Commento del regista Ridley Scott, dello sceneggiatore William Monahan e dell'autore David Ignatius
Rapporto finale: il regista e le due star del film commentano argomenti affrontati nel film (HD)
Scene supplementari con introduzione e commento opzionale del regista (HD)