Un Marco Giallini in perfetta forma e in grande crescita professionale affiancato da un cast di tutto rispetto mantiene alto il ritmo di una commediola abbastanza divertente dove non mancano spunti comici per una sana e divertente visione. Forse esagerato il battage pubblicitario passato sulle reti televisive, ma senza dubbio si nota il grande sforzo del regista per rendere apprezzabile il suo lavoro. Bella la location. Il confronto tra Giallini e Gassman rende alcuni momenti del film particolarmente piacevoli.
Deliziosa commedia a metà fra il serio e il faceto con un cast decisamente in forma e pieno di vitalità. Gli argomenti trattati sono attuali e interessanti. Ottimi Marco Giallini e Alessandro Gassmann che regalano momenti simpatici e freschi, ma anche il settore femminile non è da meno. Tenera e squisita la storia d'amore fra Vinicio Marchioni (credibile sordomuto) e una bella Vittoria Puccini. Anna Foglietta continua a rivelarsi un'attrice affabile e spiritosa.
Idee diverse fra loro, mescolate in un unico film che parte bene ma si autodistrugge nella seconda parte. Dal possibile e simpatico si arriva all'inverosimile, tra registri comici e drammatici che raramente arrivano a integrarsi, facendo procedere la pellicola tra alti e bassi. Giallini e Gassman son bravissimi, i loro momenti sono i più riusciti, ma anche le tre ragazze se la cavano. Inspiegabile il ruolo di Mattioli. Mediocre.
Commedia tutto sommato riuscita e che tratta molteplici argomenti. Un film ben diretto da Genovese, che però mostra qualche fase di stanca nella seconda parte (la prima è più frizzante e divertente), anche se guardabile per tutta la sua durata. Ottima resa del cast, da un vulcanico Marco Giallini ad Alessandro Gassman (divertenti i confronti tra lui e Giallini), Anche il cast femminile è in gran spolvero, in particolare Anna Foglietta.
Tolta qualche concessione alla sdolcinatezza di grana grossa ai fini puramente dello spettacolo e per assecondare un certo buonismo di maniera (la bella che potrebbe avere ai propri piedi chiunque [Vittoria Puccini] e che invece s’innamora di un sordomuto), la pellicola di Genovese risulta godibile per tutta la durata, scandita da un buon ritmo e soprattutto dalla riuscita interpretazione di tutti gli attori (tra i quali certamente spicca un sempre lodevole Giallini ma anche Gassman, con cui forma una sorta di spassoso incontro/scontro).
Unico prodotto italiano di genere che può vantarsi di essere riuscito come migliore soft-comedy americana. Prodotto originale proprio perché inaspettato. Tenero, leggero, mai noioso, neppure nei momenti prevedibili della trama. Gran cast in stato di grazia. Si sorride (assai), si ride (poco ma bene) e quel che è più incredibile, si tocca il personaggio come cosa viva, non come attore. Film così estraggono ancora oro da una miniera che pareva ormai svuotata da anni. Marco Giallini uber alles.
MEMORABILE: Il nome del cane della Gerini; Gli starnuti della Foglietta; I quattro stereotipi maschili spiegati alle figlie da Giallini; Il cameo di Tognazzi.
L'ha scelto la mia ragazza e... la ringrazio! Film divertente, ben recitato e con un bel ritmo, bell'intreccio di vite fin "troppo" legate. Ben delineato il carattere delle tre protagoniste, anzi quattro, certo ragazze al limite della crisi di nervi, ma... Almodovar non c'entra niente. Su tutti Giallini (padre inverosimile), Anna Foglietta (al top soprattutto nei passaggi "confusi"), Vinicio Marchioni (permaloso e poetico sordomuto). Bravi gli altri. Ma Mattioli? Ne consiglio la visione senza riserve!
MEMORABILE: Le rispettive dichiarazioni d'amore, fuori e dentro il teatro, tra Marta e Luca...
Sono rimasto deluso, forse per via del trailer montato ad arte che mi aveva dato l'impressione di un film improntato più sul comico che sulla commedia sdolcinata. C'è qualche buona scena ma nulla di più, nonostante Giallini sia in forma e la Gerini risulti sufficientemente brava. Troppo intricata la trama, concentrata in poco tempo.
Simpatico soggetto non banale, strutturato con una buon ritmo e ricco di battute molto spesso divertenti. I dialoghi mi hanno colpito per la loro semplicità e spontaneità, ricalcando un contesto molto vicino alla realtà. Interpreti azzeccatissimi, anche quelli che fanno una veloce comparsata ma lasciando il segno (Paolo Calabresi e Edoardo Leo in due camei squisiti). C'era da aspettarselo, ma purtroppo il finale è un eccessivo e improbabile happy ending. Tutto sommato non male, per essere un'onesta commedia all'italiana.
MEMORABILE: Sara, a cena con Roberto, da ubriaca si confonde sull'ex; Il regalo di Fabio sul palco; La cugina di Luca...
Pessimo lavoro di Genovese dopo l'ottimo Una famiglia perfetta. La storia è simpatica ma è rovinata da scelte completamente sballate sul cast, dove un grande Giallini e un'ottima Gerini non riescono a tenere a galla una barca purtroppo guidata dalle tre infelicissime interpretazioni femminili, tra le quali svetta in negativo quella della Foglietta. Battute banali, scimmiottamento della commedia sentimentale americana senza essere americani e una progressione narrativa che non decolla.
Troppe assistenze psicologiche finiscono per ingarbugliare un quadro che si dimostra più complesso del previsto. Partenza su livelli eccitati, poi il film si frammenta frapponendo pause e vuoti di sceneggiatura. Nelle situazioni, l'orientamento sessuale è forzato e col sordomuto ci si rifà a Figli di un Dio minore ma provocando una fastidiosa noia a causa di una forte inverosimiglianza. Positive le disamine di Giallini che si arrangia nello stare sotto le righe e confezione delle immagini molto curata.
Dopo Una famiglia perfetta, un'altra commedia corale per Paolo Genovese. Tutta colpa di Freud ha come figura centrale quella di uno psicanalista alla prese con tre figlie dalla spiccata personalità. Marco Giallini è sicuramente il volto giusto: un attore maturo e sempre più convincente per la commedia, in questo caso ben scritta e dai personaggi adeguatamente caratterizzati. Un po' scontata l'ambientazione romana, troppo "cartolinesca". Tra gli altri attori convincono soprattutto Claudia Gerini e Vinicio Marchioni. Non male Alessandro Gassman.
Non un filmone (né ce lo si aspettava), ma una gradevole commediola sdolcinata, capace di non dimenticare il sorriso, grazie a in particolare al lavoro di Giallini (in particolare nei duetti con Gassman) e Foglietta, a suo agio sopra le righe. Più fiabesco che credibile, il tutto scorre via in maniera piuttosto leggera ed è in grado di far passare la serata, pur senza scomodare interrogativi o visioni da grande cinema.
Genovese conferma di possedere un'attitudine che nessuno in Italia può vantare, ovvero rende vivibile e credibile la componente "teen". Laura Adriani, bravissima, ha un personaggio giovane e di spessore assente in opere della stessa tipologia. Affiatato e in parte pure il resto del cast, nel quale spicca un misurato-composto-inedito Marco Giallini. La sceneggiatura è vibrante, nonostante in certi frangenti sfoci troppo nel melenso e nel telefonato. Componente tecnica di livello e ritmo che si mantiene su sufficienti livelli nonostante la durata non indifferente (oltre due ore).
Uno psicanalista, da tempo separato, alle prese con le tre figlie, tutte belle ma anche "diversamente intelligenti"... Giallini è bravo e, a differenza delle tre grazie, pure simpatico, ma non può reggere il peso di questa commediola affossata da una sceneggiatura infarcita di banalità, una colonna sonora invadente e modaiola, personaggi fasulli come il sordomuto cleptomane/musicomane, la cugina di passaggio o la leggiadra pompiera. L'affondo finale lo dà un cast femminile in cui l'unica a salvarsi è la veterana Gerini. Fallito tentativo di emulare Love Actually et similia.
MEMORABILE: "Se tu sbagli io mi incazzo, se io sbaglio tu t'incazzi": proprio un pensierino da incartare insieme ad un bacio Perugina
Commedia corale di stampo tipicamente italico in cui si assiste a vicende abbastanza telefonate con un certo livello di inverosimiglianza. Tuttavia alcune interpretazioni appaiono appropriate: Giallini, Gassman e Gerini rendono la pellicola a tratti quasi piacevole. Inutili le tre figlie del protagonista e riduttivo mettere Mattioli come una bella statuina davanti a un portone.
Alla fine chi ci fa la figura migliore è Genovese, che riesce a mettere su una commedia che parte in modo frivolo e termina migliorando nel divenire, con una serie di finali non banali e soprattutto non scontati. Gli interpreti sono diversamente favoriti dall'intreccio a causa, o per colpa, del quale non è dato a tutti di poter esprimere qualità altrove dimostrate. Così ne guadagna la Foglietta, la Gerini un pochino ci rimette; quel che conta è l'aver realizzato un lavoro piacevole, con location e fotografia ricercate e tanta sana ironia.
Storie d'amore intrecciate che nascono e/o finiscono. Colpi di fulmine, sorprese, tradimenti. Sceneggiatura con guizzi esilaranti ma anche con qualche banalità, il tutto immerso in un soleggiato centro storico di Roma. Insomma, un cliché già visto e rivisto, eppure il film di Genovese non demerita. E' leggero ma non stupido e i personaggi sono molto ben assortiti. L'intreccio delle storie e dei protagonisti, che ruotano tutti attorno a un ottimo Giallini, chi perché suo paziente, chi perché sua figlia, funziona bene. Bravo anche Marchioni.
Commedia che parla di tre sorelle con storie diverse e di un padre rimasto ancora ragazzo che, anche non utilizzando il suo mestiere di psicoanalista, riesce a dare la sicurezza alle proprie figlie sulle difficoltà del rapporto con gli uomini. Buone le interpretazioni di Giallini e Gassman, anche se limitati nella loro comicità. Sottotono quella di Marchini, un personaggio non adatto a lui (la mimica non è il suo forte).
MEMORABILE: Giallini che non accetta che la figlia voglia tornare eterosessuale.
Il fulcro involontario di questa commedia iperborghese e modaiola avviene quando il Giallini/padre, sveglio ma mammo, si apre per la prima volta con una delle tre viziatissime figlie per confidargli un colpo di scena sul suo, di sogno amoroso, dopo infiniti consigli e ascolti regalati alle ragazze. Risultato: la figlia manco gli bada. Per il resto il film inizia bene ma dopo poco il virus pieraccioniano si fa strada rovinando un paio di personaggi e di scene azzeccate. Sorta di cinepanettone intellettuale. Barille e Mulini bianchi sovversivi.
MEMORABILE: Sento di poter dividere gli uomini in quattro categorie: gli insoddisfatti, i Peter Pan, i vorrei ma non posso, i buoni belli intelligenti ma con la mamma.
Detto che il modo di far commedia di Genovese mi garba parecchio, qui il film procede però a zig zag. Trovate brillanti e ben ritmate si alternano a momenti scontati e snodi poco credibili. Due ore sono un traguardo troppo ambizioso e non tutti i personaggi si sviluppano a dovere, dando origine a qualche sbadiglio. E Genovese esagera un po' con le cover musicali.
Commedia che vorrebbe far sorridere, o peggio ancora riflettere; tutte cose che potrebbero funzionare se ci fosse una sceneggiatura degna di tale nome poi supportata più o meno degnamente dalle interpreti femminili. Tutto questo manca e il film è una galleria di situazioni già viste ma soprattutto molto meglio descritte e sviluppate altrove. Peccato per la presenza di altri attori significativi, che a fronte di un filmetto da "tirare avanti" possono ben poco. Location studiate apposta per essere riconosciute.
Piacevole, ma non all'altezza della Famiglia perfetta e tanto meno di Perfetti sconosciuti. Il protagonista interpreta una sorta di Caruso Pascoski al contrario: anche lui psicanalista innamorato della stessa donna del suo paziente, ma che dolorosamente si mette da parte. I personaggi sono forse troppi e spesso stereotipati, ma nonostante i frequenti luoghi comuni si sorride abbastanza. Giallini che fa di corsa il giro del palazzo per simulare un incontro casuale con la Gerini e ci giunge senza fiato è un chiaro omaggio a Ricomincio da tre.
Film divertente solo a tratti (i primi duetti tra Giallini e Gassman, le disatrose cene della Foglietta con il papabile di turno), nello sviluppo degli eventi accumula troppi elementi e finisce per confondere prima e stancare poi lo spettatore; gli attori sono bravi, non si discute, ma il personaggio della Foglietta cosa mi rappresenta? E' quasi offensivo nei suoi dubbi puerili sulle "storie tra etero", la storia col sordomuto è tenera solo a tratti. Genovese rimandato, si rifarà in seguito. Mattioli portiere ma nessuna battuta: e allora perché?
Uno psicanalista alle prese con gli amori delle sue tre figlie e con la moglie dell'amante di una di queste di cui lui (lo psicanalista) è innamorato. La trama è zeppa di intrecci amorosi un po' ingarbugliati e a tratti pure "fantascientifici". Siamo davanti a una commedia romantica con molti alti e bassi; si alternano momenti divertenti e con ottime battute ad altri assolutamente noiosi e sdolcinati. Quelli migliori si hanno col duo Gassman/Giallini. Non male ma sicuramente non memorabile.
Tre sorelle alla spasmodica ricerca di una relazione sentimentale, tenute a bada a stento dal padre psicanalista, interpretato da un Giallini che si destreggia bene, affiancato da una buona Gerini. La sceneggiatura punta su una sequenza di scenette grottesche poco convincenti, con molti luoghi comuni e qualche rara trovata efficace. Deludente la prova complessiva delle tre ragazze, salverei soltanto la Puccini, più spontanea e credibile.
MEMORABILE: Le quattro tipologie del 95% degli uomini: insofferenti, peter pan, vorrei ma non posso, quelli che si credono Dio a causa della mamma.
Giallini è uno psicanalista con tre figlie le cui problematiche si intrecciano inevitabilmente con la sua vita e la sua professione. Film corale che sembrava potesse offrire di più e invece si riduce a un discreto lavoro che graffia poco e che alla fine accontenta tutti. Non brutto, intendiamoci, ma c'era molta carne a cuocere rimasta a media cottura.
Film divertente e ben assortito con dei mostri di bravura incontestabili. La storia è ben articolata e risulta piacevole e fruibile al pubblico. Gli intrecci sono interessanti e richiamano il senso della moralità e del buon vivere. Giallini, grande e completo, fa la differenza con il ruolo da psicologo coinvolto e paterno. Bravo Genovese.
Film che si guarda con piacere, dove la psicoanalisi del bravo papà Giallini solletica qua e là. Ci troviamo di fronte a una famiglia sui generis dove le ragazze di casa hanno relazioni sentimentali a loro modo difficili. Abbastanza noiosa la storia della Puccini mentre le altre due sono un po' più sapide. La Gerini è poco appariscente e Gassman abbastanza anonimo. Genovese comunque si dimostra sempre un regista attento nel non "addormentare" la storia che vuole raccontare.
Un psicoanalista con tre figlie deve barcamenarsi tra il lavoro e le loro paturnie amorose. Quattro sono le storie che s'intrecciano in un continuo tourbillon di situazioni più o meno credibili che mostrano al solito la difficoltà dell'essere umano nel riuscire a stare in relazione con l'altro. Forse è proprio partendo dalla famiglia, luogo di rifugio anche emotivo, che si può affrontare il mondo con il sorriso sulle labbra. La comicità qui lascia lo spazio alla riflessione.
Psicanalista e padre amico dispensa saggezza alle tre figlie problematiche: la più piccola invaghita di un uomo sposato, la libraia sensibile che si lega a un sordomuto, la lesbica risoluta che fallisce i tentativi di cambiare genere. Paradigma di un cinema insopportabilmente falso, autoreferenziale come i quartieri del centro in cui è girato e come i soliti amici di amici coinvolti, dal cast al cantautore Silvestri (che compone la brutta ma premiata canzone omonima). Peccato per alcuni attori che meriterebbero occasioni meno alimentari.
MEMORABILE: L'equivoco ingenerato da un cagnolino di nome "ti amo", trovata becera che forse nemmeno Moccia avrebbe osato.
Buona la scelta dei tre caratteri rappresentati dalle figlie dello psicologo, diversi tra loro ma accomunati dalla comune e difficile ricerca dell'amore. Il film lascia ampio spazio alla riflessione e le storie di ciascun personaggio coinvolgono e incuriosiscono. Il finale è in peggiorando: vuole concludere in fretta le vicende anche se prima o dopo ci si sarebbe comunque arrivati.
MEMORABILE: L'amore ha i denti, i denti mordono. Fanno male, lasciano cicatrici. E quelle cicatrici non svaniscono più...
Questa volta lo scontro è fra un troppo saggio papà e una banda di immaturi, a cominciare da Gassman per finire alle figlie. Se da una parte Giallini è ottimamente a suo agio nel ruolo, le figlie poco convincono, anche poco aiutate da una sceneggiatura troppo buonista e a tratti smielata. Convincono al contrario Marchioni figlio di un Dio minore e la splendida Gerini. Ciò premesso va comunque dato atto alla pellicola di scorrere bene e, nonostante i limiti di cui sopra, non gli si può negare una sua dignità.
Forse per certi versi magari un po' sopravvalutato, ma è certamente un bel film corale, molto ambizioso per un autore di assoluto livello. Le interpretazioni degli attori sono tutte positive, con un Giallini nella parte di un "buono" non scontroso, a dimostrazione dell'attore di vaglia che è. Le storie scorrono parallele e sono ben narrate (un po' più debole quella della figlia libraia e del sordomuto). Su tutto le dinamiche Giallini-Gassmann: dalla loro interazione nascono le parti migliori.
Buonissimo cast per una commedia romantica inverosimile e simpaticamente intricata, attenta a non pretendere più di quanto abbia effettivamente da offrire (a parte certi azzardi drammatici nella relazione fra Puccini e Marchioni, che avrebbe necessitato più spazio data la sua particolare natura) e a prendere le vie più comode (con tutti i pro e i contro) per non scontentare nessuno. Ne deriva una storia leggera e vivace, capace di far sorridere e a volte anche ridere, bella a guardarsi (forse sin troppo, con le sue insistite e incantevoli vedute di Roma) e onestamente disimpegnata.
MEMORABILE: Il primo incontro fra Gassman e Giallini; Scenata pubblica con Gerini e Adriani; Marchioni prova a parlare; Il bungee jumping; Il tentato suicidio.
Una commedia salvata solo dalla bravura e classe di Marco Giallini, uno psicanalista separato sempre pronto ad ascoltare le vicissitudini sentimentali delle tre figlie. Il film ha il pregio di scorrere senza problema, ma paga una sceneggiatura troppo poco credibile. Tra le ragazze la migliore è la Puccini, mentre la Foglietta ha senza dubbio vissuto giorni migliori. Guardabile, ma di valore inferiore alla fama.
Funzionare funziona, perché la storia è scritta bene, i personaggi rimangono impressi e i dialoghi sono divertenti e mai banali, e questo è il livello che compete a una buona commedia. In particolare si sente nei dialoghi la penna di Paola Mammini, che è la stessa di Perfetti sconosciuti. E tra gli attori mi sembra che Vinicio Marchioni sia una spanna sopra tutti gli altri.
Genovese persegue alla ricerca della incantata valle cinematografica della commedia corale pur con ambizioni meno altmanian-polanskiane di quanto avverrà in futuro, ferma restando la fastidiosa "surrogatezza" televisiva. Qui l'operazione, ordinata nello stile e nella struttura, è troppo altalenante nei risultati, con forzature e banalizzazioni di scrittura talora imperdonabili (il bungee jumping della Gerini, gran parte dei frammenti con la Foglietta), mentre la profondità del cast rischia spesso di adagiarsi sulla recitazione. Puccini/Marchioni episodio preferito, Giallini the best.
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In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DiscussioneZender • 2/08/15 16:29 Pianificazione e progetti - 46922 interventi
'sto film mi ha innervosito. Come quasi tutte le commedie italiane purtroppo. Ci potevano essere delle buone idee per farne qualcosa di gradevole anche assecondando la leggerezza. Una famiglia perfetta quasi ci riusciva. Altro che empatia, io le figlie le ho trovate insopportabili. Giallini invece sempre bravo anche se in 'sta cosa non poteva toccare le sue abituali vette, poi un pensier mi rapisce: ma le vette delle mascelle rifatte della Gerini?
Ciao ragazzi. Grazie per la vostra competenza e passione su questo sito. Da poco lo seguo.
DiscussioneZender • 17/08/15 08:18 Pianificazione e progetti - 46922 interventi
Ciao a te Scevola. Io l'ho trovato più o meno dello stesso livello della Famiglia perfetta, invece. Altro tipo di difetti quello (a parte il fatto che era rubacchiato da un altro film oltretutto già rifatto pure in America), ma qui Giallini sa essere divertente appunto e non ho trovato troppo inosopportabili le tre figlie; certo, un po' sopra le righe come non si dovrebbe ma s'è visto di peggio, nell'ambito.