Superpolpettone melodrammatico che ha il torto di confrontarsi con la realtà della storia, quando gli italiani stanziati in Grecia nel 1943 furono massacrati dai soldati nazisti. Nicholas Cage appare del tutto fuori luogo e i nostri soldati sono rappresentati nel modo più stereotipato possibile. La realizzazione è professionale, ma si poteva ottenere decisamente qualcosa di meglio. Evitabile tranquillamente.
Raramente si è assistito al cinema ad una così banale raccolta di ovvietà e luoghi comuni come in questo brutto film di John Madden. Da un fatto storico serissimo e tragico, regista e sceneggiatori ricavano un film assolutamente ridicolo, sia per le forzature narrative, sia per la banalità della storia in sè e per ridurre i personaggi a delle semplici macchiette (l'unico che si salva è il partigiano greco interpretato da Bale). Ovviamente atroce il ritratto dei poveri italiani in guerra.
Sono arrivato provato alla fine e mi dspiace che due attori bravini come Cage e la Cruz siano stati impiegati in un film melenso come pochi. Qualche inquadratura suggestiva, ma era il minimo. Dialoghi banali e situazioni poco approfondite, ancorchè spunti ce ne sarebbero stati. Rappresentazioni tipiche degli italiani, romanticoni e tutti Pavarotti in erba, ad uso e consumo della massa beota. E dire che Cage aveva interpretato un bel personaggio italoamericano in Stregata dalla luna.
Storia d’amore tra un ufficiale italiano e una greca sullo sfondo dell’eccidio di Cefalonia. Il film è piuttosto piatto e banale, nonostante qualche piccola idea carina. Il problema è che vuole raccontare troppo e non approfondisce nulla: della vicenda storica si capisce poco, la storia d’amore è casuale e superficiale, la vita del villaggio rimane in secondo piano (ma dobbiamo sorbirci 10 minuti all’inizio e 10 alla fine insopportabili). Cage fa del suo meglio e stavolta l’Oscar del pesce lesso va a Penelope Cruz, totalmente inespressiva.
Brutto film-da-Oscar, diretto in maniera accademica ma piatta dal sopravvalutato John Madden, giustamente rifiutato dal pubblico alla sua uscita in sala. Nicolas Cage e Penelope Cruz (che tutti si ostinano a definire sex-symbol quando è evidentemente bruttina, ma tant'è) fanno il loro mestiere con professionalità, aiutati dai bravi Irene Papas e John Hurt, mentre fuori parte risulta Batman-Christian Bale. La caratterizzazione degli italiani mandolinisti e allegroni è, a dir poco, avvilente.
Incommentabile. Un film davvero senza spessore, con un Nicolas Cage inutile, la Cruz bella ma angosciante. Banalità e dialoghi terrificanti, a partire dal titolo italiano. Che immagine degradante del nostro popolo... Da evitare accuratamente senza ombra di dubbio. Un pochino più del pallino solo perché c'e Irene Papas.
È incredibile che nel XXI secolo ci sia ancora qualcuno che giri film in cui gli italiani vengono identificati con i soliti luoghi comuni (che sanno un po' di razzismo oltre che di vecchio): pizza, mandolino e amore. È incredibile che qualcuno li produca e che ci siano attori pronti ad accettare parti come quella del capitano Corelli. È incredibile eppure è successo. Per fortuna però non se n'è accorto quasi nessuno e le sale sono state disertate. Speriamo serva di insegnamento per non fare più porcate del genere.
Il peggio che ci si possa aspettare da un film storico: personaggi al limite della macchietta, ovvietà su ovvietà e stereotipi da far strappare i capelli. Per di più si sta parlando di un episodio tragico della II Guerra Mondiale. Cage aggiunge un'altra risibile interpretazione al proprio curriculum, mentre attori del calibro di Hurt e della Cruz diventano oltremodo insipidi nonostante i loro sforzi. Ha giustamente floppato al botteghino.
La materializzazione dei miei cinemincubi: un'americanata ipercostosa, platinata, lecchina, d'agghiacciante superficialità nel trattare la guerra e le scene belliche, con belle facce che non c'entrano un cavolo coi ruoli e la Grecia e recitano tanto per avere l'onorario, dialoghi d'impressionante scontatezza da recita scolastica, moralismi da minorati, assurdi aforismi stile messaggio personale di MSN e stereotipi a gogo: gli italiani paiono quelli de "La società dei magnaccioni", i greci una massa d'ubriaconi da bar rozzi ed isolati dal mondo...
MEMORABILE: Hurt, stile vecchio saggio orientale, filosofa sull'amore: da linciaggio. Tante belle parole musicali, già, peccato che non abbiano alcun senso...
Film inconsistente, sentimentalista ed incentrato sui soliti banali luoghi comuni, tipicamente statunitensi, di una certa macchiettistica "italianità", nel quale i tragici eventi che, in Grecia, travolsero gli sventurati - eroici - militari dell'allora Regio Esercito Italiano fanno da sfondo (!!!) alla patinata love story tra una melensa Penelope Cruz (Pelagia) e il pur sempre bravo Nicolas Cage (Cap. Antonio Corelli). Inaccettabile. In caso di visione, è consigliato l'uso di un buon farmaco antiemetico.
L'unica cosa da salvare in questo film è lo splendido scenario dell'isola di Cefalonia con il cristallino mare della baia di Antisamos. La storia del film si divide tra fatti realmente accaduti come ovviamente la guerra, il terremoto di Cefalonia del '47 e la storia della bella Penelope Cruz con "l'italiano" Nicolas Cage. Quello che mi ha spiazzato è stata la scelta di dipingere i soldati italiani come persone che pensano solo alla bella vita, a cantare, mangiare, conoscere donne... E' questa l'impressione che diamo al resto del mondo?
Tratto dall'omonimo romanzo di Louis de Bernières, fa riferimento a un preciso momento e luogo della Seconda Guerra Mondiale. Italiani, greci e tedeschi sono i protagonisti, diretti da un regista britannico e interpretati da attori che (a parte un paio di eccezioni) nulla hanno a che vedere con le suddette nazionalità. Forse sono questi i motivi per cui il film risulta così stereotipato, specie nella descrizione dei soldati italiani, dove la presenza del mandolino certo non aiuta. E se l'avesse diretto il Salvatores di mediterranea memoria?
MEMORABILE: Meglio Heil Puccini che Heil Hitler, comunque.
Un Madden terrificante, anche perché da chi i numeri ce li ha ci si attenderebbe almeno la decenza; invece qui lo spettatore deve sorbirsi oltre due ore di dialoghi risibili e interpretazioni incolori, per non dire degli irricevibili stereotipi sull'Italia ma anche sulla Grecia. Si tenta pure la strada del citazionismo (la partita a calcio alla Mediterraneo) con risultati irritanti. Bale (l'amante) è sprecatissimo, la Cruz pare anestetizzata, su Cage inutile infierire. Si salva Irene Papas.
Il tragico episodio dell'eccidio di Cefalonia banalizzato e svilito da una semplice e inaccettabile storia d'amore fra un capitano italiano e una ragazza locale. Un film piatto e per lunghi tratti piuttosto noioso in cui il nostro esercito (e l'Italia intera) viene incasellato in tutti i suoi possibili stereotipi. Discrete le prove dei protagonisti, in particolare quella di Cage, ma di certo non basta per salvare il film.
Nei primi venti minuti sembra anche un film discreto, ma ecco che poi arrivano gli italiani pizza, sole e mandolino e da quel momento il tutto prende una piega pessima. Un tema importante trattato con estrema superficialità, palate di luoghi comuni e un miele quasi insopportabile. Nicolas Cage monoespressivo, Penelope Cruz deludente. Dei numerosi personaggi presenti nel film nessuno supera la mediocrità. E a poco servono gli scenari bellissimi. Il merito non è certo della produzione. Nel buio generale c'è un'unica luce: la sempre straordinaria Irene Papas.
Poveri noi, se un film che dovrebbe rappresentare l'eccidio di Cefalonia viene viziato da tutti i più banali stereotipi sugli italiani (non che i greci vengano rappresentati tanto meglio)... Mancavano solo la pizza e gli spaghetti e ci sarebbe stato proprio tutto; per fortuna che almeno di eroici soldati a stelle e strisce non c'è traccia. La storia, quella vera, è soltanto abbozzata e oscurata da una stucchevole storia d'amore fra due attori che qui si esprimono mediocremente (la Cruz fa sempre la stessa faccia per tutto il film). Si salva solo Hurt. Peccaminoso (e meritato flop).
Tremendo film diretto da John Madden zeppo di luoghi comuni quando invece l'argomento (le rappresaglie naziste sui soldati italiani dopo l'armistizio) induceva, anche solo per rispetto, a una maggiore attenzione. Un cast importante (Cage, Cruz, Hurt, Bale, Papas...) completamente sprecato da una regia piatta e senza nerbo e confermato da un insuccesso commerciale.
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Aspetta solo che mi riconnetta dal pc (ora sto con il cell, non troppo comodo) e vedi come te lo stronco... Hai ragione, na palla basta, non può il budget da solo salvare un film per la blanda aria di professionalità che gli conferisce...
Qui stranamente gli spettatori son tutti incazzati come delle bestie...Ci sono registi straosannati che per una vita intera hanno messo in evidenza, per non dire alla gogna i nostri difetti, e tutti li continuano ad adorare come patrimonio dell'umanità, ma questo a quanto pare ha toccato qualche corda di troppo...Peccato che non abbia tempo di vedere questo film, ma prima o poi...
Fauno ebbe a dire: Qui stranamente gli spettatori son tutti incazzati come delle bestie...Ci sono registi straosannati che per una vita intera hanno messo in evidenza, per non dire alla gogna i nostri difetti, e tutti li continuano ad adorare come patrimonio dell'umanità, ma questo a quanto pare ha toccato qualche corda di troppo...Peccato che non abbia tempo di vedere questo film, ma prima o poi...
Credo che tu non abbia capito il senso delle critiche al film, qui non si tratta di mettere alla berlina i difetti degli italiani (ben venga!) ma di rappresentarli in modo banale, da macchietta di quart'ordine. Credo che una visione del film (se non hai nulla di meglio da fare) sarebbe illuminante....
Infatti, voglio vederlo e fare i dovuti paragoni, tenendo però presente che il numero d'ordine della macchietta è molto soggettivo...Se un politico e imprenditore famoso dava tanto contro a Damiani per via de La Piovra, io in altri interventi fatti negli anni lungo il sito ne ho un altro di registi considerato da tutti un Dio vivente che non mi è mai andato giù, e a tal proposito volevo vedere se si poteva fare un paragone nella disapprovazione. Sono però anche consapevole di essere uno dei pochi a detestare Fellini, e non ho certo la presunzione di trovare dei seguaci...Comunque prima o poi lo vedrò. Ciao Galbo;-)
Fauno, il problema di questo film non è che derida gli italiani, sarebbe fesso monopallinare un film solo perché ci si sente chiamati in causa ed offesi come popolo. Non è la derisione il problema, derisione che probabilmente non era nemmeno nella testa del regista, ma che a causa dello stereotipo ci sia un delineare delle psicologie dei personaggi semplicistico oltre ogni dire, e la superficialità dei personaggi in un film d'amore è il peggior errore che si possa fare. Si tratta dunque di un discorso più complesso, dai risvolti più ampi. Se è per questo anche i greci vengono tratteggiati in modo nauseante, quindi la mia, parlo per me, non è stata una critica alla caratterizzazione degli italiani, ma a tutte le categorie di personaggi in sé. Un film high budget, ambizioso e pretenzioso che poi si permette queste semplificazioni, merita solo lo scarico del water, per quanto mi riguarda.
Poi, un conto è la satira di costume, un conto è il servirsi di uno stereotipo solo per chiuderla lì con le caratterizzazioni. Si tratta di un film superficiale in tutto vestito da opera "alta". Ed è per questo che fa pena, attori pesci lessi e dialoghi squallidi a parte.
Sì, finchè uno lo fa in un film mi va bene, ma quando lo comincia a fare per definizione non è più tanto fesso incazzarsi come delle iene. Comunque rimanendo su Corelli se i motivi sono questi darò atto pure io che è una ciofeca, ma prima devo vederlo.
Sì infatti il problema è il ricorso a tanti stupidi stereotipi e senza offrire alcuna qualità che possa bilanciarli.
Per carità, nel linguaggio cinematografico, specie americano, lo stereotipo ci sta: i messicani sporchi e sempre pronti a fregarti; i tedeschi freddi e razionali; Parigi la meta dei sognatori; la donna latina sexy e ammiccante.
C'è tutto un filone di gangster e mafia movies dove impera il mafioso violento, mammone, ignorante, vestito elegante e ingioiellato, tenero in famiglia e scopatore fuori.
Ma se oltre lo stereotipo riesci a dare altri contenuti e raffigurarli con qualità lo spettatore ci passa sopra.
Nel mandolino del CC, a iniziare dal titolo, è tutto massificato e superficiale.
A volte poi, il problema prende anche il regista nostrano tipo Guadagnino che con "A bigger splash" ha disegnato alcuni quadretti melensi e un commissario italiano così fesso e indolente che sembrava commissionato dall'avvocato di Amanda Knox.
DiscussioneDaniela • 6/05/18 23:59 Gran Burattinaio - 5944 interventi
Capannelle ebbe a dire: Nel mandolino del CC, a iniziare dal titolo, è tutto massificato e superficiale.
Lungi da me dal difendere un film indifendibile: visto ormai molti anni fa, ne conservo un ricordo mucillaginoso che non ho voglia di "rinfrescare".
Però sul titolo c'è poco da obiettare: è pari pari quello del romanzo da cui è tratto il soggetto: Captain Corelli's Mandolin, scritto dal britannico Louis de Bernières e pubblicato nel 1993 con grandissimo successo.
In italiano in un primo tempo è stato editato col titolo "Una vita in debito", successivamente è stato ristampato con il titolo tradotto fedelmente.
Daniela ebbe a dire: Capannelle ebbe a dire: Nel mandolino del CC, a iniziare dal titolo, è tutto massificato e superficiale.
Lungi da me dal difendere un film indifendibile: visto ormai molti anni fa, ne conservo un ricordo mucillaginoso che non ho voglia di "rinfrescare".
Però sul titolo c'è poco da obiettare: è pari pari quello del romanzo da cui è tratto il soggetto: Captain Corelli's Mandolin, scritto dal britannico Louis de Bernières e pubblicato nel 1993 con grandissimo successo.
In italiano in un primo tempo è stato editato col titolo "Una vita in debito", successivamente è stato ristampato con il titolo tradotto fedelmente.
Tra l'altro pare che sia abbastanza/molto ispirato a "bandiera bianca a Cefalonia" di Marcello Venturi.