Ancora a confronto la razionalità di Spock e l'istintualità di Kirk, interpretati rispettivamente dal buffo Zachary Quinto e dal labbruto Chris Pine, che fanno rimpiangere i loro alter ego della stellare serie TV. Ancora un grandioso dispiegamento di tecnologia in funzione di una trama avventurosa che diventa spettacolare dal secondo tempo in poi. Non dissimile dalle solite roboanti produzioni super-spendaccione di questi ultimi anni. Sfibrante...
La prima metà non ha mordente, è piuttosto banale e si sviluppa senza sufficienti colpi di scena che possano dare la giusta linfa vitale alla pellicola. Poi, per fortuna, dall'attacco durante la curvatura in poi, tutto si rianima, piovono le citazioni per i fan ("Khaaan!") e i protagonisti almeno si guadagnano la pagnotta, grazie a un cattivo noto a molti (non serve essere grandi conoscitori) e che, come in passato (che sarà il futuro), darà nuovamente filo da torcere (meglio non svegliare il Khan che dorme...anche lui lo sottolinea). Buoni, dosati effetti. Nel complesso, non male.
MEMORABILE: Kirk a Spock, dopo aver parlato con Uhura: "Le fischiano le orecchie?"; Kirk a McCoy: "Basta con le metafore, è un ordine!"; Contaminato (citazione).
La rilettura "trekkiana" di J.J. Abrams convince anche al secondo episodio. Il regista dà al film un bel ritmo e indovina l'antagonista, un grande Benedict Cumberbatch che conferisce a Khan le giuste sfaccettature. Ottimi gli effetti speciali, esaltati da un buon 3D (specie nella prima parte), e per i cultori della serie classica una breve partecipazione di Leonard Nimoy. Un buon film per fan vecchi e nuovi della saga.
Secondo episodio del reboot di J. J. Abrams della saga spaziale nata, nel 1966, da Gene Roddenberry, dove il regista non solo scomoda un vecchio nemico, il super-potenziato Khan, ma fa riferimenti alla tragedia dell'11 settembre 2001. A dispetto del titolo il film è vispo, ricco di trovate e di personaggi con la battuta pronta. Certo, gli eroi principali sono il capitano Kirk e il signor Spock, ma c'è spazio un po' per tutti i membri dell'equipaggio dell'Enterprise, sopratutto per Zoe Saldana e Simon Pegg. Un bel giocattolone moderno.
Prologo bondiano (ossia, non c'entra niente con il film, serve solo a fare un po' di casino), svolgimento fantapolitico (terrorismo, complotti, golpe nella Federazione), finale coi botti. La storia prometteva bene, ma il film la annega in una durata eccessiva, con spreco di combattimenti ed effettoni da popcorn movie. La cosa più interessante è l'ambiguo deuteragonista Khan, noto ai Trekkies, che apprezzeranno i molti riferimenti alla saga. Il resto del mondo non penso sia molto interessato. Fantabaracconata senza guizzi.
Into darness si riposizione stabilmente, senza "curvature", nella serie "nulla di scandaloso", perché il film "corre" benissimo, due ore volano, alcune scene sono anche notevoli (l'Enterprise fra le nuvole, o la distruzione sulla Terra), i battibecchi da sitcom funzionano e alleggeriscono, Cumberbatch è il Signore del racconto; ma il fresco entusiasmo del primo film è già svanito, vittima del "rispetto" che si deve alla serie e forse ai fan.
Seconda puntata, che, tanto per andare sul sicuro, rispolvera Khan e la sua ira funesta, ossia uno dei pochi cattivi irrimediabili della TOS già antagonista nel film del 1982. Azzeccata la scelta del felino Cumberbatch nel ruolo, per il resto conferma dell'equipaggio e stessa chiave di lettura in chiave spettacolare, lasciando da parte implicazioni morali e filosofiche. Il film fila via liscio, soprattutto una volta superati gli impacci iniziali, ma, ancora una volta, pur risultando spettacolare, lascia con un retrogusto un poco stantio.
MEMORABILE: A ruoli invertiti, la riproposizione dell'addio fra Kirk e Spock, che qui però non evita del tutto il rischio del patetico ridicolo
L'uomo giusto al posto giusto: cioè quello che è successo quando Abrams si è messo alla guida di una saga che sembrava non avere più nulla da dire. Ma se il primo stravinceva in virtù di una ritrovata tridimensionalità, qui abbiamo a che a fare con una specie di fan-fiction. Ben scritta e recitata, ma pur sempre una fan-fiction. Azione come la grandine e una contrapposizione bene/male di marca disneyana sono dunque gli elementi principali di un meccanismo con ritmi e tempi perfetti, che tuttavia molto sacrifica in nome della ragion di kolossal.
MEMORABILE: L'attentato di Khan contro la sede della flotta interstellare (un riferimento al 9/11?); L'assalto durante la riunione degli ufficiali.
Pregi e difetti son gli stessi di Star Trek - Il futuro ha inizio; qui però si può contare anche su un cattivo molto ben caratterizzato (anche se non c'è bisogno di dirlo, il Khan originale era un'altra cosa) e su scene ancora più spettacolari e adrenaliniche. Molto buono, ma viene da domandarsi se anche l'universo di Star Trek non stia iniziando a svendersi un po' troppo alle mode odierne tutte esplosioni e americanate e nient'altro.
Discreto nella prima parte, caotico e baraccone nella seconda. Telefonatissime le citazioni, pessime le caratterizzazioni che tradiscono la fantastica serie originale (su tutte Spock che piange!). Interpreti così così, soliti effetti speciali diretti a stupire, ma manca uno script solido e il film tracolla nella solita accozzaglia di clichet di tutti i blockbuster. Delusione as usual.
Effettoni speciali e qualche scena iper adrenalinica il succo di questo capitolo, che segue i solchi lasciati dal precedente. Peccato che non ci si sforzi molto per la sceneggiatura, visto non solo la sua linearità ma anche i continui riferimenti e scopiazzature dal Futuro ha inizio e dalla serie. Cast secondo me scelto male in quanto Pine, Quinto e compagnia non è che siano il massimo, nel panorama attuale. Abrams è un ottimo regista, peccato che a volte si prenda troppo sul serio.
MEMORABILE: L'attacco alla sede interstellare e la nave spaziale che frana nel bel mezzo della città schiantando grattacieli: un riferimento futuristico al 9/11?
Secondo episodio dell'era J.J. riuscito nell'intento di essere sicuramente spettacolare e non privo di interessi. Riemerge una vecchia conoscenza della serie classica e del secondo lungometraggio, Khan. Gli intrecci per gli appassionati ci sono e non stonano. Si sente la nostalgia delle serie tv. Questo "episodio" riprende sì la serie classica, ma è spurio non avendo gli stessi personaggi in entrambe le versioni cinema e intrattenimento tv. Magari, inversamente, dal film trarranno nuove stagioni. Si sente la mancanza... non è Star Trek senza episodi!
Senza scendere eccessivamente in profondità, J.J. Abrams porta il suo amore per il lens flare anche in questo Into darkness (si scuserà con i fan della saga), costruendo un giocattolone intriso di un ottimo ritmo e disseminato di immagini di una certa potenza (l'uscita dall'acqua, le nuvole, l'ammiccamento all'11/9). I personaggi che si vanno a scontrare con i miti del passato (c'è anche un confronto diretto con il buon Nimoy) sono tutto sommato ben caratterizzati e funzionanti e la qualità estetica complessiva è decisamente sopra la media. Assai soddisfacente.
Torna sullo schermo la nuova saga di Star Trek e anche questa volta il prodotto è di qualità, anche se leggermente meno entusiasmante del primo film. Tecnicamente ben fatto, Into Darkness mostra il suo lato migliore nelle parti che richiamano L'ira di Khan. In particolare la scena della contaminazione nucleare è di grande effetto per chi conosce la serie, per gli altri magari può non rappresentare nulla. Piccolo cameo per Nimoy, ovviamente gradito.
Al secondo capitolo Abrams riprende il discorso da dove si era interrotto riproponendo il mix di sci-fi d'azione e dramma con spruzzate di ironia e momenti leggeri, ma al contrario rispetto al primo film la trama è narrativamente meno bilanciata ed eccessivamente contorta in alcuni passaggi. Viene aggiornata la figura del cattivo trekkiano Khann, riletto in chiave terroristica contrapposto a un ambigua federazione. Effetti speciali e scene d'azione intrattengono, ma la sceneggiatura non sempre all'altezza genera momenti di stanca. Comunque godibile.
Il secondo reboot di Abrams convince alla grande come d'altronde aveva fatto il primo. Le avventure del giovane equipaggio dell'Enterprise sono appassionanti, c'è poco da dire: l'introspezione della serie e di alcuni dei primi film ha inevitabilmente lasciato spazio all'azione che risulta però ben fatta anche a livello di effetti speciali. Stavolta c'è anche il giovane Khan e l'operazione nostalgia funziona ancora di più, anche perché i caratteri dei protagonisti sono quelli a cui gli amanti della serie sono affezionati. Per i fan uno spasso.
Non mi ha convinto del tutto e lo considero un passo indietro rispetto al precedente Star Trek di Abrams. A parte palesi assurdità (i tipi ibernati nei missili...), non convince molto la trama (importa poco sapere perché Khan era così arrabbiato nell'episodio del 1982, inoltre era perfino meglio Montalban) e JJ appare svogliato alla regia, forse perché pensava già a Star Wars. Alla lunga inoltre la coppia Quinto/Pine non regge il confronto con quella mitica Nimoy/Shatner (soprattutto il nuovo Spock, molto imbalsamato). Perfino noioso!
Terminate le presentazioni dei personaggi nel capitolo iniziale, questo secondo può partire subito in quarta e regalare una storia fatta d'azione, tradimento e una buona dose di ottimi effetti speciali. Memorabile anche l'ambiguo personaggio di Cumberbatch, a richiamo dei grandi antagonisti della serie originaria.
Ancora una bella avventura movimentata da Abrams, priva della filosofia concettuale a cui la saga aveva abituato in passato, ma con tanta azione e un ritmo frenetico. Il ritorno di Khan ci restituisce un villain davvero interessante (ma il Marcus di Weller non è da meno) nonostante una trama davvero molto semplice. Ironia molto presente e spesso riuscita, con un cast in stato di grazia in cui tutti hanno modo di farsi notare. Una baracconata ma ben fatta.
Strano vedere l’equipaggio dell’Enterprise così giovane e soprattutto osservare quanto le comunicazioni tra i componenti del medesimo siano caratterizzate da una, non sempre giustificata, ironia. Per chi è fan della storica serie, può essere una “mazzata” se non si riesce a caratterizzare il prodotto senza paragoni o rimandi. Ma siamo comunque di fronte a un buon film, con grandi effetti speciali e una discreta tensione, in particolare nella parte finale. E poi ci sarà da comprendere le vere intenzioni dell’uomo geneticamente modificato, così intelligente e “guerriero”.
MEMORABILE: Il combattimento con i Klingon; L'inseguimento in "curvatura"; Il trascendentale finale.
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