Finalmente uno Shyamalan che centra il bersaglio, e che convince appieno (almeno, nel lato oscuro e terrifico della vecchiaia)
Ci voleva un piccolo budget e un idea non molto dissimile da quella di
Quella strana casa e del racconto kinghiano
La nonna perchè "l'indiano" sfornasse , finalmente, il suo mini-gioiellino
Per chi scrive
Signs è tremendo,
Unbreakble non di meno,
Il sesto senso una sonora delusione (ma che aveva momenti davvero spaventosi-la bambina avvelenata dalla madre della sindrome di Munchausen per procura, che mi e tornata in mente nelle vomitate notturne della nonna-), vabbè
Lady in the Water (che amo) è una fiabetta con spuntinature horror/fantastiche, di un Shyamalan che vuole cambiare rotta e avvicinarsi al suo mentore Spielberg (riuscendoci alla grande)
The visit ha tutti i crismi del cinema shyamalaniano (l'ambientazione bucolica, l'atmosfera cupa, la fattoria e lo scantinato di
Signs, l'impiccata di
E venne il giorno, il racconto fiabesco/fantascientifico della nonna stile
Lady in the Water, l'isolamento di
The village, i germi e le malattie di
Unbreakble, i momenti agghiaccianti del
Sesto senso),e riesce a incutere vera inquietudine, la paura e l'ansia che striscia sottopelle.
Tralasciando l'odioso bambinetto, l'inutile intervista alla madre in coda e le "rappate" (la chiusa finale è si atroce, ma non inficia più di tanto sul risultato finale), questo incubotico viaggio nella senilità inchioda allo schermo e regala ottimi momenti da brividi sulla schiena
Su tutti la nonna, vera quintessenza della follia e cariatide quasi inumana , tra rantoli animaleschi e ferinità quasi stregonesca/demoniaca da far impallidire buona parte dei "possession movie" (le vomitate per casa, a gattonare come un animale, correndo istericamente e innaturalmente, avanti e indietro per la stanza, nuda a graffiare le pareti della casa, a giocare a nascondino sotto la casa che le fà assumere tratti anormali e spaventosi, ridendo sulla sedia a dondolo rivolta verso la parete, le posizioni inquietanti, il forno da pulire, i racconti folli di alieni nel pozzo, telecamera sgamata e coltello da cucina in mano, verso la camera dei nipotini, con inquadratura sghemba come nel miglior "geriatric movie") e il nonno che si deve vestire per andare al ballo in maschera, si mette la canna del fucile in bocca, vede omini bianchi con gli occhi gialli, aggredisce i passanti, colleziona i pannoloni sporchi di escrementi (sequenza di raro disgusto, più di ogni amputazione o squartamento).
L'abilità di Shyamalan a mischiare le carte e confondere (a metà credi di avere capito dove si voglia andare a parare, ma poi pensi che la follia sia una tara familiare-il ragazzino e la fobia per i germi, la ragazza che non si specchia mai-, diversamente si hanno barlumi di qualche invasione stile Ultracorpi-il racconto della nonna, il pozzo, la nonna "seducente" seduta al tavolo che fuma una sigaretta, accogliendo qualcuno che noi non vediamo con un
Tesoro), per poi svelare il tutto in quel prefinale che sfocia nell'horror puro (la ragazza impiccata all'albero, il gioco dei dadi, lo scantinato che rivela l'orribile verità, Becca nella stanza in balia della nonna, il pannolone zeppo di merda sbattutto in faccia-altra sequenza di raro disgusto), così puramente anni '80, così inaspettatamente feroce
ATTENZIONE MEGASPOILER
E nel finale si realizzerà del perchè la nonna, "inavvertitamente", ha macchiato la webcam del PC, tentando di pulirla-rovinandola-col detergente per forno
FINE MEGASPOILER
Ottima anche la scelta di non mostrare le solite riprese amatoriali da mal di testa (la ragazzina/regista-o Cecil B.Demille come l'apostrofa la nonna-è l'alter ego di Shyamalan), bellissima la fotografia e la fattoria immersa nella neve, sovrastata da cieli plumbei o minacciosamente brumosi
Cinema sulla follia, sulla demenza senile, sulle fobie, sulla decadenza della lucidità mentale, sul vero orrore che si nasconde dietro il viale del tramonto. Sorta di fiaba nerissima che conquista piano piano, tra dolorose confessioni davanti alla telecamera e momenti di puro terrore
La casa nella prateria shyamalaniana mette davvero paura e mostra i lati più oscuri e raccapriccianti della vecchiaia
Non mi sei mai piaciuto.
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