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MMJ Davinotti jr
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L'IMPRESSIONE DI MMJ
THE WATCHER fa parte di quei thriller in cui l'assassino si diverte a prendere di mira l'investigatore che si occupa del suo caso giocando con lui al gatto col topo. Poliziotto ossessionato da fortissime emicranie (James Spader) e serial killer (Keanu Reeves, ingrassato e ben poco credibile nella parte) si divertono con la seguente sfida: il secondo invia al primo la fotografia della vittima prescelta (giovani donne, tanto per cambiare) e gli dà una giornata di tempo per rintracciarla e quindi salvarle la vita. Se arriva tardi, lui l'avrà fatta fuori. Un soggetto di rara banalità, che con tutta evidenza serve al regista Joe Charbanic esclusivamente per farci vedere cosa ha imparato a scuola di cinema...Leggi tutto contemporaneo: via quindi agli effetti visivi ultra-trendy, ai ralenti e a tutte le diavolerie tecniche di cui si abusa solitamente nei videoclip. Un thriller di superficialità disarmante, confezionato nel modo più patinato possibile e deprivato di ogni sostanza. Peccato per James Spader, la cui aria singolarmente stranita conferisce sempre (o quasi) valore aggiunto ai suoi personaggi, ma Keanu Reeves serial killer guardone (da cui il titolo, ma anche qui ci sarebbe da discutere) costretto dagli autori a sogghignare con fare superiore mentre si atteggia a gran figo del quartiere fa ridere i polli. Qualche dialogo non disprezzabile c'è, musica e immagini vanno discretamente in sintonia e la regia non è del tutto fallimentare (con un finale se non altro sbrigativo senza inutili epiloghi), però non si capisce come possa interessare un film tanto vacuo e derivativo. E infatti le stroncature sono state per una volta unanimi. Fin esagerate.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Marcel MJ Davinotti jr., Homesick, Redeyes, Galbo, Daniela, Piero68, Ira72 - Gravemente insufficiente!:
Mascherato
Ennesima storia di un serial killer psicopatico che prende di mira un poliziotto - guarda caso - stressato e insonne. Un film brutto, girato male, con personaggi scontati e resi da attori (come Reaves e Spader) che in altre occasioni hanno dimostrato di fare assai meglio. Inutile cercare la tensione, perchè non ve n'è traccia. Unico motivo di interesse è la bellezza semplice ed avvolgente del volto di Marisa Tomei, che risalta ancor più da metà film in poi.
Film che, pur sfruttando i clichè del genere, non cattura assolutamente. La regia è decisamente piatta, così come una sceneggiatura a tratti decisamente farraginosa. Il cast vede uno Spader, che pur non brillando, direi buono come depresso-stressato, meno come poliziotto, vince su Reeves che nel ruolo di cattivo non convince, tutto sommato era stato più efficace in The Gift, allora. C'è la Tomei, ma carineria a parte, non lascia il segno.
Decisamente poco riuscito questo thriller sul solito scontatissimo thriller psicopatico che prende di mira un poliziotto. I due protagonisti se la cavano dignitosamente (meglio comunque Spader di Reeves) ma la storia è troppo infarcita dei luoghi comuni del genere (compreso un passato non proprio tranquillo del protagonista) per essere minimamente interessante. Anche la regia appare piuttosto banale e scontata.
Incredibile! Un thriller, che dovrebbe essere ad alta tensione, in grado di abbassarla fino alla narcosi totale. Quanto ad originalità, poi, manco a parlarne: la solita sfida del serial killer di turno alla polizia (e, soprattutto, al detective che ha un conto in sospeso con lui), solo che qui il serial killer è Keanu Reeves. Sarà stato pure coraggioso (anche se ci è voluto più coraggio a fare Sweet November!), ma poteva scegliersi meglio il film in cui interpretare un eroe negativo.
Duello a distanza fra poliziotto con trauma e psicopatico assassino seriale... Per ricavare qualcosa di buono da uno spunto tanto abusato bisogna essere un "buon" regista, per ricavarne qualcosa di bello e/o originale bisogna essere un "grande" regista. Charbanic invece rischia di rimanere un signor nessuno dopo questo film patchwork che assembla a casaccio suggestioni ed idee prese da altre opere. Reeves poco credibile, Spader appena più convincente, ritmo lasco, suspence assente, noia strisciante. Da salvare solo la fotografia, sprecata.
Thriller girato in stile anni 80 con cadute videoclippare ed effetti davvero risibili. Solita storia di serial killer che cerca di coinvolgere il suo alter ego sbirresco con Spader parecchie spanne più su di Reeves. Seven di Fincher però è lontano anni luce da questo filmetto di un regista che nemmeno con la buona volontà riesce ad arrivare al modello. Meno male che almeno è musicato da Marco Beltrami: unica nota positiva, insieme alla prestazione di Spader. La Tomei completamente avulsa dal contesto. Sconsigliato.
Magari si limitasse a essere banale e scontato! Purtroppo il film è anche brutto e soporifero. Pare più anni Novanta, tanto si è riusciti a racchiudere il peggio dei film del periodo. Pregno di certe scelte registiche - che vorrebbero essere vezzi, ricercatezze, finezze - di ultima scelta. Dato il cast, ci si sarebbe aspettati qualcosa di più potabile. Invece non è credibile nemmeno la zazzera dello stuntman, tre toni più scura di quella di Reeves. E che dire dei ralenti che ambirebbero a rendere certe scene più incisive? Da salvare solo lo sguardo burroso della Tomei.
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