Se hai Leo, Giallini, Gassmann e Tognazzi e decidi di farli tornare indietro nel tempo come Troisi e Benigni (al solito parandoti dalle accuse di plagio dichiarando l'omaggio fin dal titolo), come resistere alla tentazione di piazzarli nella Roma criminale della Banda della Magliana? Quale habitat naturale migliore poteva esserci per un gruppo così? E come rendere riconoscibile quel tempo degli Anni Ottanta se non fissando il ritorno proprio durante lo svolgimento degli storici Mondiali di calcio spagnoli? Un po' troppo facile? Assolutamente sì, ma la ricostruzione del 1982 riesce a percepirsi giusto per quello,...Leggi tutto perché altrimenti, tra riprese quasi sempre in interni, ovvie pubblicità d'epoca in tv (il pennello Cinghiale) e qualche Fiat, Alfa e Citroën a passare, si rischiava di non riuscire proprio a renderlo, lo stacco temporale. Anche perché certi look e soprattutto la fotografia rimandano invece all'estetica tipica dei Settanta, mostrandoci quanto l'espediente del viaggio nel tempo (con passaggio attraverso la porta nascosta d'un locale che richiama SOTTO IL RISTORANTE CINESE) sia sfruttato dozzinalmente, senza la giusta cura in sceneggiatura. Al di là di un paio d'idee buttate lì da Moreno/Giallini per sfruttare “alla Mario e Saverio” l'esperienza del futuro in chiave di business (i tablet, il Pulcino Pio...), al solito si finisce nel turbine delle scommesse sportive, fatte sfruttando la memoria del calciofilo del gruppo (Giuseppe/Tognazzi). Con caratteri che sconfinano quasi tutti nella macchietta (in particolar modo il Sebastiano di Gassmann, di fatto il fesso del gruppo), i tre amici "ritornanti" incontrano nella Roma del 1982 quel Renatino De Pedis capofila della Banda della Magliana - qui ha il volto di Edoardo Leo - che diventa presto il loro principale persecutore, più bonario di quanto ci si possa immaginare ma pur sempre criminale incallito dal grilletto facile. Il tempo di passare la notte al night dopo la vincita di 5 milioni e i tre viaggiatori si ritrovano subito in rosso, con un debito di 2 milioni da pagare a Renatino. Sotto minaccia costante, si metteranno alla disperata ricerca dei soldi incappando in una sexy prostituta coatta (ruolo classico per la Pastorelli, che ostenta il fisico esibendo seno e curve perfette), nei loro "doppi" da bambini e incappando in inconvenienti di rara banalità. Ed è proprio la mancanza di un briciolo di originalità e di ricerca nelle gag ad affossare un film che invece con quel cast avrebbe potuto centrare in pieno il bersaglio. Un paio di risate le strappano anche, ma considerato che l'obiettivo del film era prima di tutto quello di far sorridere (il crimine qui non ha certo il volto cattivo dei SUBURRA e dei ROMANZI CRIMINALI) c'era la necessità di inventare qualcosa di più che spingere i nostri al continuo agitarsi, figlio di certe farse senza capo né coda, per arrivare alla battuta. Gassmann fedele alla moglie nonostante le avance della Pastorelli non è proprio credibile, Tognazzi esagera coi toni vittimistici e le frignate; solo Giallini sembra calato correttamente nel ruolo, con Leo maschera ideale per il Renatino del 1982. Eppure, grazie al buon ritmo della regia di Bruno (anche attore nel ruolo dell'amico geniaccio sovrappeso), a una manciata di classici Eighties in sottofondo (la trascinante “I Was Made for Loving You” dei Kiss, ma pure “Body Talk” degli Imagination o cover di altri pezzi celebri come “Le Freak” degli Chic), a una confezione comunque di livello e alla simpatia degli attori, non ci si annoia troppo. Poi certo, a confrontare Gassmann che canta “Tre parole” della Rossi con il Troisi di “Yest-day” o “Fratelli d'Italia” viene un po' il magone...
Tre squattrinati amici trovano rocambolescamente un portale che li catapulta nella Roma del 1982. Ne seguiranno disavventure di ogni tipo… Gradevolissima commedia ibridata all'imperante moda del crime-movie, con battute foriere di sorrisi e una regia capace di imprimere un considerevole ritmo al girato. Il trio di protagonisti si dimostra abile, ma una menzione d’onore spetta a un Edoardo Leo spietato villain. Ben realizzata la ricostruzione ambientale anni Ottanta. Unico neo la solita, irritante, Pastorelli e un finale eccessivamente diluito.
Una buona commedia dettata da ritmi abbastanza veloci e gag tutto sommato simpatiche che a volte paiono poco originali. Il trio Giallini-Gassmann-Tognazzi è ben assortito e regala buone performance, Leo e la Pastorelli sottotono. Valida la ricostruzione del periodo relativo al 1982, mentre il finale è diluito con inutili lungaggini. Da vedere senza pensieri.
Un Non ci resta che piangere trasportato nella Roma anni '80, ma senza il gusto surreale della coppia Benigni-Troisi, anzi con un quasi ripescaggio della commediaccia sexy d'epoca. Ne esce un film dove ogni tanto si ride ma con personaggi di carta velina, appena riscattati dalle performance del ricco cast. Ritmo veloce ma situazioni ripetitive e che sembrano non terminare mai, un finale troppo allungato con presunti colpi di scena e twist. Buona la confezione, ma scontenta come commedia (si ride poco) e non funziona in altri modi.
Di buona fattura artigianale, il film si lascia vedere con simpatia. Il regista innesca, da subito, un meccanismo di progressione del ritmo caratterizzato da cadenze veloci e quasi affannate. I tre protagonisti sono vivacemente disegnati con la matita colorata della farsa ma ciascuno ha una sfumatura diversa: Gassmann è il sempliciotto, Tognazzi il saputello, Giallini il realista. Il brio della recitazione prevale sulle idee di una sceneggiatura senza picchi di originalità e con qualche caduta di gusto. Troppo grossolano il personaggio di Sabrina.
Probabilmente meno divertente del previsto forse per la mancanza di battute non troppo brillanti, mentre l'idea del viaggio nel tempo tornando ai tempi della banda della Magliana è gestito abbastanza bene. La Pastorelli ricorda una gustosa Fenech anni 70 e anche Edoardo Leo fa un ottimo Renatino De Pedis. Il migliore del trio è ovviamente Giallini, mentre Gassmann non ha grandi battute e Tognazzi è troppo ripetitivo, nel suo personaggio.
Oramai non si può più richiedere a un film l'assoluta originalità e per questo non vale la pena dire che il meccanismo del viaggio nel tempo è già stato sfruttato: si può però rilevare che riportare i protagonisti all'epoca della banda della Magliana una certa originalità ce l'ha. Ben realizzato, un buon ritmo, ma non di certo memorabile. Comunque si sorride per le situazioni e si riscatta nel finale. Bravi gli attori e romanesco per una volta "obbligato" e perciò giustificato. Pastorelli nella scia di Fenech e Cassini.
L'occasione era ghiotta perché di temi da trattare e di spunti narrativi se ne potevano trovare a bizzeffe. Non che non ce ne siano, ma l'intero film ha troppo il sapore di farsa. I personaggi troppo spesso prendono decisioni troppo scicche per essere credibili e l'intera banda della Magliana, oltre alla varie incongruenze e licenze poetiche, viene ridicolizzata e banalizzata in maniera troppo superficiale. Peccato perché un cast simile si meritava una sceneggiatura all'altezza e i presupposti c'erano tutti.
Giallini è un ottimo attore a cui di rado capitano in sorte buoni ruoli: questo non è uno di quei casi. Fin dalle prime battute, l'idea di riproporre il viaggio del tempo di Troisi/Benigni cambiando il Medioevo con la Roma anni '80 della banda della Magliana si rivela di fiato corto per la superficialità ed approssimazione nella ricostruzione ambientale, nonché la carenza di battute e gags. Tante mani nella sceneggiatura per un risultato che molto raramente fa sorridere, generando piuttosto sconforto per l'ennesimo spreco di talento attoriale (Giallini ma anche Gassman e Leo).
MEMORABILE: Giallini è un poveraccio che non riesce a pagare gli alimenti all'ex moglie ma tiene in tasca una banconota da 500.000 lire comprata su ebay: perché?
Giallini sfrutta la moda della Banda della Magliana per confezionare, guidato da Bruno, un film comico semplice, sì prevedibile ma molto divertente. Il romanesco è il vero protagonista della pellicola e i romani apprezzeranno forse molto più di altri il film proprio per via del linguaggio. Certo, lo spazio per l'approfondimento è decisamente minimo e si sceglie di seguire linee guida molto semplici, ma il risultato strappa diverse risate anche durante i momenti di pausa proprio per gli scambi verbali tra i personaggi.
MEMORABILE: Edoardo Leo sugli scudi con la sua interpretazione del De Pedis.
Sorta di "Non ci resta che piangere" in salsa amatriciana, la commedia di Massimiliano Bruno è originale nelle premesse e abbastanza divertente nella realizzazione. Certo, la ricostruzione ambientale é quella che è, e le caratterizzazione dei personaggi sono deboli. Il mestiere degli attori però supplisce (almeno in parte) alle carenze e il risultato è il tono generale inevitabilmente ilare e leggero che consente di assistere ad una commedia godibile.
Un divertente crossover tra Ritorno al futuro e Romanzo criminale. La proiezione negli anni 80 raccoglie in una capsula del tempo tutto il mainstream dell'epoca. L'ironia su una pagina di storia in cui si intrecciano criminalità comune, potere politico, chiesa, De Pedis sepolto insieme ai cardinali, è propedeutica alla smitizzazione di una figura criminale risalita alla ribalta. Kiss e Rockets uniti per una rapina rappresenta il momento più esilarante per gli over cinquanta. Giallini & soci ok.
Emuli odierni della banda della Magliana si ritroveranno nel 1982. Viaggio nel tempo (con breve preambolo) in cui ci si aspetta una commedia con equivoci temporali. Invece Bruno si prende parecchio sul serio e prova a ripercorrere i tempi che furono. Il risultato è che l’interpretazione di Leo offusca il trio protagonista, inevitabilmente in secondo piano; la Pastorelli la mette sul fisico. Scarsa sceneggiatura basata solo sui mondiali di calcio di Spagna e con l'unica preoccupazione di far sparire il malloppo.
MEMORABILE: Il gol di Diaz; La scissione; La rapina vestiti da Rockets e Kiss.
Un film che sfrutta nel modo più becero e banale l'idea del viaggio temporale con l'unica idea di generare soldi attraverso le scommesse su risultati sportivi. Registicamente Bruno è abile nell'amalgamare e nel raccordare le varie scene e nella direzione del parco attoriale. A deludere, quindi, è soprattutto la storia di questi amici catapultati nel periodo della banda della Magliana, perché gli interpreti offrono prestazioni di livello (nonostante la pochezza dei personaggi). Da segnalare la fisicità della Pastorelli che se fosse nata negli anni Settanta avrebbe spopolato come icona sexy.
MEMORABILE: La fedeltù di Gassman; Il Renatino di Leo; Il nascondiglio dei guadagni della banda.
Invece di Leonardo da Vinci (il titolo rievoca il viaggio nel tempo di Benigni e Troisi) incontrano Renatino De Pedis, ingenerando la più prevedibile riproposizione della mitologia di Romanzo criminale in versione comica. Bruno va così a ingrossare le fila dei (già troppi) film settati in un'altra epoca senza una reale necessità narrativa, ma solo come pretesto per mostrare automobili che avevano più fascino e stili di vita più liberi. Pur da vintagisti non possiamo approvare, specie se l'ambientazione è povera e gli attori mal sfruttati.
MEMORABILE: La gag della canzone "Dammi tre parole".
Simpatica (abbastanza) e innocua (del tutto) divagazione sul tema "viaggio nel tempo" di quattro amici che cercano di campare facendo i ciceroni nella Roma della mala anni 80 e ci finiscono per davvero. I quattro (più Leo) ci mettono del loro, ma mancano momenti veramente divertenti e i tentativi di inserire qualche passaggio serio sono sopraffatti dalla caciara. Ricostruzione d'epoca piuttosto carente (con menzione per l'orrendo corteo di festeggiamento per i mondiali, fatto veramente malissimo, con gente che guarda continuamente in macchina).
Giunti al termine non si può infangare questa pellicola ma sicuramente un po' di rabbia per il talento sprecato c'è. L'ex Martellone scende in campo coi suoi attori ma non graffia, più per colpa di una sceneggiatura scialba che per propri limiti. Funziona poco la ricostruzione storica, solo abbozzata e le gag sono molto meno di quanto potremmo pensare o sperare. Ciò premesso, si passa una serata sul divano moderatamente piacevole, anche grazie alle grazie della Pastorelli poco celate.
MEMORABILE: L'ultima esibizione del Sorcio in versione Valeria Rossi.
Evidente l'omaggio al film di Troisi/Benigni che non si ferma solo al titolo ma riguarda anche l'incipit e alcune gag. E fin qui ci poteva anche stare. Peccato che la pellicola manchi quasi totalmente di gag convincenti e/o originali. Oltretutto con un gran cast a disposizione di cui almeno quattro avevano già partecipato a Romanzo criminale (film e fiction). Come al solito è Giallini che svetta, questa volta a scapito di un Gassmann abbastanza fuori ruolo, mentre invece Tognazzi sorprende positivamente. Dato il finale ci si aspetta un seguito.
Bruno infila nel calderone tutto quello che riesce a racimolare negli scatoloni dei film sui viaggi nel tempo e spedisce il terzetto Giallini-Tognazzi-Gassmann nella Roma della Banda della Magliana. Nonostante qualche momento buttato un po' là e una ricostruzione ambientale da fiction "storica" di Rai Uno (cioé scadente) alla fin fine si (sor)ride soprattutto grazie al buon affiatamento dei protagonisti, personaggi sì scontati ma divertenti. Va riconosciuto che la noia, vero tallone d'Achille del genere commedia, non fa fortunatamente capolino. Onesto.
Tre carissimi amici si ritrovano negli anni 80 a competere con un boss della banda della Magliana e la sua fascinosa amante. L'idea poteva apparire brillante e godibile, anche per via del notevole cast; purtroppo il risultato non soddisfa le aspettative a causa di ambientazioni raccogliticce e uno sviluppo narrativo poco esaltante, se si esclude il brillante finale. Nel cast da segnalare Tognazzi, Leo e la conturbante Pastorelli.
Un gruppo di amici che non sa come sbarcare il lunario si ritroverà nella Roma della banda della Magliana e nel pieno dei campionati del mondo di calcio del 1982. Divertente commedia che ci fa assaporare i tempi che furono con una certa nostalgia (delinquenza a parte ovviamente). La ricostruzione del periodo storico è curata nei dettagli ed è un piacere vedere alla televisione vecchie pubblicità che ci hanno accompagnato per decenni. La sceneggiatura è intrigante e la caratterizzazione dei personaggi riuscita. Bella e simpatica Ilenia Pastorelli nei panni della sexy ballerina.
MEMORABILE: Tognazzi ossessionato dai mondiali di calcio, che conosce a memoria i risultati delle partite.
Discreta commedia in salsa vintage e romanesca. I protagonisti, tra cui spiccano Giallini, Gassmann e Leo, sono senza dubbio il punto di forza di un film che, altrimenti, complice uno spunto di partenza non molto originale (il viaggio nel passato e i suoi paradossi) e la mancanza di grasse risate non lascerebbe particolarmente il segno. Per il resto le ambientazioni sono ben ricostruite, le spalle più che buone e il ritmo sostenuto, il che rende godibile la pellicola. Azzeccate anche le musiche.
Un film che si ricollega al filone inaugurato da Smetto quando voglio (nerd e imbranati a contatto con la malavita) e che pur non avendo la stessa forza dell'opera di Sibilla regala comunque le sue soddisfazioni offrendoci un prodotto fresco, divertente e ben ritmato. Due sole pecche: un finale un po' strampalato (anche se si è visto di peggio) e la decisione di affidare la vis comica del film quasi esclusivamente alla coppia Leo-Tognazzi (a onor del vero il duo funziona bene, ma relegare un attore come Giallini al ruolo di semplice comprimario non sembra una scelta vincente!)
MEMORABILE: Tognazzi che ripensa entusiasticamente alla rapina in banca e fa il bilancio della sua vita.
Divertente commedia-pastiche con caratterizzazioni ben curate (Giallini come sempre una spanna sopra gli altri, ma anche Edoardo Leo se la cava benissimo) e una certa abilità drammaturgica nel mescolare tra loro scene decisamente paradossali con altre invece quasi serie (la banda della Magliana è raccontata come un gruppo di criminali un po' stupidi, senza nessuna mitologia). Piacevole.
Un'operazione commerciale nel peggior significato del termine. Si tratta di un omaggio evidente, sin dal titolo, a un grande cult del passato in quanto ne ricalca la trama con i protagonisti che si trovano involontariamente nel passato e che non potendo tornare indietro cercano di sbarcare il lunario. Ma manca di spessore, di profondità, di originalità. Triste che uno dei momenti di spicco sia la pubblicità del pennello Cinghiale. Si ride qua e là per qualche battuta, soprattutto di Giallini, ma nel complesso è un film piuttosto noioso e banale. Peccato.
Già sulla carta l'idea di aggiornare il collasso nel tempo del duo Benigni/Troisi all'agone del mundial spagnolo e della mala romana era, proprio per il suo piuttosto facile sollazzo, a rischio farsa. Il problema è che si cade poi nel tranello di accontentarsi della "trovata", ridotta così a un contesto totalmente posticcio senza che regia e sceneggiatori in primis ed attori per forza di cose (Tognazzi il migliore assieme alla genuina caratterizzazione della sorprendente Pastorelli) siano in grado di innervare la pellicola. Un'occasione sprecata per sciatta indolenza nostalgica.
Un film che tutto sommato sarebbe accettabile ma che purtroppo ha nella poca originalità della sua trama il suo vero punto debole; A parte i vari tentativi di plagio (che rimandano a celebri film del passato), la commedia alterna momenti comici ad altri un po' meno ispirati, ma tuttavia risulta apprezzabile grazie alla buona prova dei vari Giallini, Gassman e Tognazzi. Meno credibile invece Leo nei panni di Renatino De Pedis.
Una commedia non brutta, con tre buoni protagonisti ma una vicenda poco originale e non sviluppata a dovere. La ricostruzione della Roma estiva nel 1982 (con tanto di citazioni al mitico mondiale di calcio, ovviamente...) non è male, ma manca qualcosa per arrivare alla piena promozione. Nel cast Giallini è il migliore e più divertente, mentre era lecito aspettarsi qualcosa di più da Edoardo Leo-boss criminale. Non male le musiche. Guardabile, ma non resta impresso a lungo.
2018: vivono di espedienti, fanno fare il tour della malavita romana e un giorno, per errore, varcano un wormhole trovandosi in pieni anni '80 nelle grinfie della banda della Magliana. Ottimo soggetto e strano esperimento ibrido tra commedia amatriciana, poliziottesco e sci-fi alla Zemeckis. Interessanti la ricostruzione storica a base di cronaca nera (caricaturale) contestualizzata con la nota banda, le citazioni retrò, le gag che vengono a generarsi (visto il buon cast in cui Giallini e Leo spiccano). Sul finale bisognava lavorarci meglio, ma ci saranno sequel (già previsti).
I buoni valori di partenza - non solo a livello di script, ma anche in considerazione di un cast affiatato e collaudato - mostrano il fiato corto al momento dell'esecuzione. Tutto è anonimo, pallido, dalle gag il più delle volte scontate alla scarsa inventiva nelle meccaniche crononautiche, che si limitano a seguire cliché tipici del genere (l'anacronismo canoro in stile Zemeckis) e offrono spazi angusti alla definizione dei protagonisti. Non pesa tanto il film in sé, che anzi scorre con sin troppa immediatezza, quanto il buon prodotto che sarebbe diventato con maggiori attenzioni.
MEMORABILE: L'imbarazzo di Gassman al night club e nel camerino; I tre incontrano loro stessi nel passato; La chiamata inaspettata su cellulare; Il cliffhanger.
Qualcosina da salvare c'è... ma veramente pochissimo: Ilenia Pastorelli che interpreta con simpatia la donna del boss e un Gianmarco Tognazzi che è forse l'unico del cast tra i "big" ad avere un ruolo che gli si addice. Il resto in verità è gravemente insufficiente; scarsi Gasmann e Giallini, per non parlare degli altri, tutti riconvertibili a macchiette. Alquanto scontate la scelta dei brani e la sceneggiatura, con il solito varco temporale buttato lì per caso trito e ritrito.
Sceneggiatura poco convincente (Giallini dal 2019 si ritrova nel 1982 e guarda caso ha con sé mezzo milione di lire? Ma sul serio?) e un Gassman totalmente fuori parte - andrà meglio nel secondo capitolo - sono i grandi difetti di un film che la potenzialità e il cast per fare molto bene ce l'aveva. Giallini e Leo infatti sono impeccabili, Tognazzi se la cava, convincente la Pastorelli. Non tutte le gag sono irresistibili, non tutto s'incastra, ma il film si fa seguire e il finale aperto fa tanto Zemeckis de noartri. Buona la ricostruzione degli anni '80 (auto, TV, costumi).
Piacevole pellicola che sfrutta il viaggio indietro nel tempo in maniera leggera e ci fa capire che gli anni Ottanta non erano poi così male. Tra gli attori decisamente trascinatori Giallini e Leo in un cast ricco di nomi famosi, anche se gli altri non si dimostrano in gran forma. Gassmann è sdolcinato, Tognazzi saccente, la Pastorelli volgarotta. Buona la ricostruzione dell'epoca del Mondiale di calcio vinto dall'Italia, oltre alla scelta delle musiche.
MEMORABILE: I tre viaggiatori nel tempo costretti a partecipare a una rapina travestiti da Kiss.
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DiscussioneZender • 6/01/20 08:19 Capo scrivano - 48372 interventi
Sì, visto il primo al contrario magari il secondo è ottimo. Evitiamo poi commenti buttati là. Se vuoi dire qualcosa sul primo lo argomenti.
avevo iniziato a vederlo, poi per problemi personali ho dovuto interrompere la visione che spero di concludere entro 2 giorni. per quello che ho visto mi è sembrato, finora, raccogliticcio. Comunque lo commenterò al più presto.
DiscussionePiero68 • 22/01/20 11:25 Contratto a progetto - 245 interventi
Per rispondere a Daniela nei commenti:
Perchè Giallini che è uno spiantato ha in tasca una banconota da 500.000 lire?
Lo dice nel film stesso. Essendo la banconota da 500.000 mila lire una banconota fuori corso e non più convertibile in banca, l'ha comprata per pochi euro su e-bay.
Sul motivo del perchè gira portandosela appresso..... beh, è un film! :-)
Magari la usa a mò di talismano portafortuna.
DiscussioneDaniela • 22/01/20 12:13 Gran Burattinaio - 5941 interventi
x Piero
certo, il personaggio interpretato da Giallini lo dice chiaramente che l'ha comprata su ebay per pochi euro - ma prova a cercarla su ebay e vedi i prezzi che circolano per le banconote italiane di quella taglia, che erano decisamente rare: sono tutti superiori ai 100 euro, sono prezzi da collezionisti non da spiantati che vogliono portarsi in tasca un portafortuna.
L'obiezione che si tratta solo di un film a mio parere è troppo generica: sul Davinotti di film appunto si tratta e, se c'è una forzatura che mi ha dato fastidio, non vedo perché non sottolinearla, tanto più che è solo una tra le tante che costellano la pellicola.
DiscussionePiero68 • 22/01/20 12:37 Contratto a progetto - 245 interventi
Daniela ebbe a dire: x Piero
certo, il personaggio interpretato da Giallini lo dice chiaramente che l'ha comprata su ebay per pochi euro - ma prova a cercarla su ebay e vedi i prezzi che circolano per le banconote italiane di quella taglia, che erano decisamente rare: sono tutti superiori ai 100 euro, sono prezzi da collezionisti non da spiantati che vogliono portarsi in tasca un portafortuna.
L'obiezione che si tratta solo di un film a mio parere è troppo generica: sul Davinotti di film appunto si tratta e, se c'è una forzatura che mi ha dato fastidio, non vedo perché non sottolinearla, tanto più che è solo una tra le tante che costellano la pellicola.
Intanto non volevo aprire una polemica per quello che avevi scritto ma era semplicemente un post senza pretese. LA mia risposta "è un film"
voleva semplicemente intendere che essendo un prodotto di fantasia ci sono tante incongruenze. Così come in tantissimi altri film.
Detto questo credo che tu sappia molto meglio di me, dal momento che hai verificato, che il prezzo da collezionista di una banconota fuori corso varia moltissimo a seconda delle condizioni. E' vero che può arrivare a costare anche 200 euro in perfette condizioni (FDS) ma quella che mostrava Giallini (arrotolata con un elastico e smozzicata ai bordi) non credo possa costare più di 20-30 euro su e-bay.
Secondo me, l'unico vero appunto che si poteva fare, era che la banconota da 500.000 lire è entrata in circolazione solo nel 1997. Non poteva quindi essere usata come moneta corrente all'epoca in cui si svolgono i fatti (anni 80)
Un saluto
DiscussioneDaniela • 22/01/20 14:51 Gran Burattinaio - 5941 interventi
Grazie Piero dell'osservazione, non avevo proprio fatto caso alla discrepanza tra l'entrata in circolazione della banconota da 500.000 e l'epoca in cui si svolge il film, anzi non ricordavo neppure che fosse stata emessa solo pochi anni prima del passaggio all'euro - tenuta una volta volta nelle mani e non era neppure mia. Comunque, non credo che anche in condizioni sciupate si possa trovare su ebay al prezzo di 20 o 30 euro: troppi pochi pezzi rimasti.
Ma nel film dice (visto, ma non ricordo) che è originale o una riproduzione? Perché, nel secondo caso, con "pochi euro" ti porti a casa l'intera serie di banconote italiane (fonte e-bay). Mentre se vuoi l'originale, devi quasi dare lo stesso importo in euro.
DiscussioneDaniela • 22/01/20 23:02 Gran Burattinaio - 5941 interventi
Fedemelis ebbe a dire: Ma nel film dice (visto, ma non ricordo) che è originale o una riproduzione?
non può essere una riproduzione, non avrebbe fili di sicurezza o altre cose simili usate per evitare contraffazioni, quindi non potrebbe essere utilizzata senza incorrere nell'accusa di falso.
DiscussioneDaniela • 19/03/20 11:49 Gran Burattinaio - 5941 interventi
Il film ha avuto un sequel dal titolo Ritorno al crimine, con lo stesso regista e buona parte del cast originario con l'aggiunta di Carlo Buccirosso.
L'uscita al cinema, inizialmente prevista per il 12 marzo, è stata rinviata a data da destinarsi a causa della pandemia di COVID-19 e della conseguente chiusura di tutte le sale.
Come noto la partita è ambienta durante il mondiale di Calcio di Spagna 82, le partite dell'Italia al centro della trama del film. La partita trasmessa in televisione del bar sulla quale Renatino (Leo) scomette pesantemente grazie alle indicazioni di Giuseppe (Tognazzi) è Italia - Brasile 3-2 del 5/7/1982, secondo girone eliminatorio.
La partita trasmessa nel televisore del bar che distrae i componenti della Banda della Magliana e permette al trio di scappare è la finale tra Italia - Germania 3-1 del 11/07/1982.