Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Herrkinski: Commedia tutto sommato originale ambientata all'epoca del fascismo sul Lago Maggiore, location notevole che fa da suggestivo contorno a una storia di paese "amarcord" scandita dal dialetto locale, vera marcia in più per valorizzare i dialoghi sagaci e ben scritti, non privi di qualche genialata. Il cast è di quelli delle grandi occasioni, riunendo alcuni tra i migliori caratteristi in circolazione guidati da un Maccione ancor più bravo del solito; la ricostruzione storica è adeguata e non appesantisce una commedia agrodolce che ha il sapore familiare di un cinema d'altri tempi.
Daniela: Divenuto paraplegico in seguito a un incidente stradale, un consulente bancario con pochi scrupoli deve recuperare il contenuto della sua cassetta di sicurezza in una banca svizzera per evitarne il sequestro... Commediola tedesca rientrante nel sottogenere "non tutte le disgrazie vengono per nuocere", considerata la prevedibilissima redenzione del protagonista dal punto di vista umano anche se non fiscale, declinato secondo una visione della disabilità in chiave buffonesca. Poche le idee simpatiche (la sorte del pesce rosso, la cammello-terapia) a fronte delle troppe banalità.
Piero68: Ispirato a un fatto vero (?), il film è stato quasi interamente curato da Giulio Base, che si è occupato di regia, soggetto e sceneggiatura. E i risultati si vedono, visto che vorrebbe passare come un forte dramma psicologico mentre in realtà risulta soltanto una fiction di breve durata dai contenuti altamente ingenui. Nonostante la bella fotografia e nonostante quella di Amendola sia forse l'interpretazione più matura del suo periodo di attore anni 80-90, il film risulterà alla fine noioso e scontato. Bella la colonna sonora.
Daniela: Ragazza texana afflitta da una grave forma di ipertrofia mammaria vince un viaggio premio in Italia, riesce a conquistare un principe squattrinato e persino a... Risibile commedia pensata a fini turistici (in effetti le sequenze del Palio, con molti dei veri protagonisti in azione, sono efficaci), con una coppia romantica proprio male assortita: Diana Dors sembra una bambola gonfiabile mentre Gassman (doppiato) quando interpretava allora ruoli "seri" aveva l'aria da mascalzone.
124c: Primo lungometraggio animato di Tom & Jerry, star di diversi corti tv dove si vedono il gatto e il topo rincorrersi fra loro e, la maggior parte delle volte, vincere il topo. Il bello, insomma, è la faida fra i due, anche se questa rivalità, purtroppo, viene messa da parte in questo film per una storia dai contenuti e dalle canzoni assai disneyani (Bianca & Bernie docet). Un po' troppo zuccherosa la storia della piccola orfana (di madre) Robyn, che passa da un guaio all'altro a causa di una "zia" cattiva, ma mon un disastro come molti dicono.
MEMORABILE: Tom e Jerry, per la prima e unica volta in un cartone, parlano dall'inizio alla fine del film.
Daniela: Dopo un film onesto anche se poco esaltante come Sully, Eastwood firma la sua regia più anonima: davvero arduo rinvenire la mano dei capolavori del passato in questo semi-documentario su un evento di cronaca in cui l'aver ingaggiato come attori i veri protagonisti della vicenda non riesce a rendere più appassionante una storia penalizzata da una messa in scena sciatta, a tratti persino dilettantesca: banale il prologo sugli anni dell'infanzia, zeppo di stereotipi e dialoghi insulsi il tour turistico, troppo sbrigativo e carente di pathos il momento clou. Da dimenticare.
Siska80: Sarà per la candida bellezza della giovane protagonista (che nasconde i lunghi capelli color grano in un cappellino bianco), o forse per gli incantevoli paesaggi, oppure per l'aria da brave persone del cast che suscita empatia e ti fa sentire in famiglia; qualunque sia la ragione, il film risulta comunque gradevole, nonostante la trama sia esile, non particolarmente originale e proceda senza rilevanti scossoni (al centro della vicenda troviamo la solita contadinotta ingenua che rischia di farsi irretire dall'uomo sbagliato, ma il pubblico scaltro immagina già come sarà l'epilogo).
Alex1988: L'operazione sembrava piuttosto interessante: un reporter vuol scoprire cosa c'è dietro la morte del figlio, infiltrandosi tra gli spacciatori per le strade di Milano. Nello stesso tempo deve fare i conti con la propria tormentata vita privata con la moglie incinta. In conclusione, però, ne è uscito un finto (volutamente) documentario piuttosto confuso, per certi aspetti, che difficilmente si riesce ad apprezzare. Si poteva fare di meglio.
Lucius: Fa il paio con Io sono Anna Magnani. Finalmente un documentario omaggio degno di nota per una delle attrici internazionali più amate al mondo. Dopo l'opaca prova de La guerra dei vulcani, un eccezionale documento che si può definire con un unico aggettivo: prezioso. Corredato di immagini e filmati inediti, supportato dai diari personali di Ingrid, restituisce al mondo la controversa vita di una personalità sopra le righe e per questo spesso oggetto di attacchi dalla stampa internazionale. Una vita privata e professionale con alle spalle il dilagarsi del nazismo. Grandissimo lavoro.
Gestarsh99: Formula vincente non si cambia, avranno pensato gli autori di un record d'incassi come Totò, Peppino e la... malafemmina, ed infatti qui troviamo ancora una volta l'allegra coppia di eterni comici, nuovamente alle prese con una biondissima Dorian Gray ed uno smielato Teddy Reno, tra fugaci giornate da nababbi improvvisati e scatenati gozzovigliamenti in night-club di lusso. Titina De Filippo, austera matrona spilorcia e carceriera dell'economia famigliare, tiene testa in modo deciso alle irrefrenabili smanie mimiche di un Totò alla disperata ricerca della sua costosissima ora d'aria...
MEMORABILE: Totò a Titina: "Lasciami parlare! Se non ti sbrighi, un giorno di questi ti vedi arrivare a casa un orecchio! Quell'orecchio sono io, in persona!"
Rocchiola: Pur ammirando Mann (almeno fino a Collateral), questo film proprio non mi è piaciuto, soprattutto se confrontato con il Dillinger di Milius. Depp e Bale recitano senza grinta non assomigliando neanche fisicamente ai reali Dillinger e Purvis e perdendo in questo il confronto con due ottimi caratteristi come Oates e Johnson. Poi c'è la scelta sbagliata e spocchiosa di girare in digitale un film d'epoca abusando tra l'altro della camera a mano. Risultato: un film incolore e poco coinvolgente che fa rimpiangere i vecchi gangster-movie.
MEMORABILE: L'arresto a Tucson; L'evasione di Dillinger; L'imboscata presso il rifugio nei boschi; L'agguato finale all'uscita dal cinema.
Markus: Un agente pubblicitario in crisi di idee e di soldi troverà nuova linfa vitale grazie a Spugna, un eccentrico cane che fortuitamente dovrà adottare. Il simpatico Giorgio Tirabassi alla mercé di un tv-movie per famiglie dal fiato assai corto; tutto gira attorno a prevedibili situazioni da pochade di bassa lega solamente salvate dal fatto che in definitiva si tratta di un film rilassante. Dickinson diceva che "I cani sono migliori degli esseri umani perché sanno ma non dicono": è in definitiva questo il bonario messaggio del film di Giulio Base.
Cotola: In definitiva abbastanza fiacco e poco divertente. Non fa ridere e non pare funzionare nemmeno come satira politica o di costume. Tutto già visto, scontato e troppo (gratuitamente) sopra le righe. Pochissimi (e difficili da ricordare) i momenti riusciti e che riescono a strappare almeno una risata. Imbarazzante e senza un perché la partecipazione di Paolo Villaggio.
Rambo90: Simpatica commedia Disney, una spanna sopra le altre grazie a un istrionico David Niven (che si traveste dando vita a vari personaggi), a una giovane ma già carismatica Foster e all'adorabile Helen Hayes. La storia è abbastanza vivace, tra cacce al tesoro, scambi di persona e indizi da seguire, così che il ritmo non si allenta mai. Finale molto divertente, con uno spassoso duello tra Niven e McKern.
Magnetti: Film per bambini sull'orsetto famoso più in Inghilterra che da noi. Notevole l'uso della grafica che assicura a Paddington credibilità come personaggio affettuoso e pasticcione. Insomma non si può non afferzionarcisi. Bene anche l'ambientazione londinese. La storia è sufficiente per intrattenere i più piccoli ma forse si poteva fare di meglio soprattutto per il personaggio (immancabile) del cattivo, qui in versione femminile e impersonato dalla glaciale Kidman senza guizzi di originalità. Molto adatto e consigliato alle famiglie.
MEMORABILE: Paddington sulle scale mobili della metropolitana: legge "stand on the right" e si mette su una zampa sola, la destra appunto.
Markus: Prima e a oggi unica regia per il cinema di Enrico Brignano; verrebbe quasi da dire che non ci ha proprio più provato, visto il risultato tutt'altro che confortante sia in termini artistici che di riscontro al botteghino. Si assiste a una "pochade" con le tipiche diatribe amorose tra moglie, amante, desideri di maternità ed equivoci che generano talvolta un sorriso. Chiaramente la pellicola poggia interamente sulla figura del comico romano, che dal canto suo appare in forma e sciorina un po' tutti i suoi cavalli di battaglia.
Redeyes: Premettendo che trovo impossibile rendere la complessità e la bellezza del libro in un film, dico che non ho trovato affatto male questa trasposizione. Mi è piaciuto molto il cast senza eccezione alcuna; il film ha, poi, un buon ritmo e tutto sommato riesce a mettere in evidenza gli aspetti cari a Ellroy. La durata non pesa affatto ed anzi si arriva alla fine senza accorgersene. Buon film, ma più ella pellicola consiglio l'eccellente libro. Godibile.
Ultimo: Una buona pellicola in cui il migliore è senza dubbio Anthony Hopkins, imputato in un processo per tentato omicidio, a cui fa da contraltare il giovane Ryan Gosling, l'avvocato dell'accusa. Hopkins recita a modo suo (e si sa che quando fa il killer sforna sempre ottime intepretazioni) e rende da solo il film avvincente. Sottotono invece Rosamund Pike. Imperdibile per chi, come me, si occupa di materie legali.
Siska80: Uomo d'affari quarantenne perde la testa per una giovane dallo spirito libero. E' risaputo che i poli opposti si attraggano, ma purtroppo questa non è l'unica cosa prevedibile all'interno del film (bensì l'intero susseguirsi degli eventi, ivi compreso il loro ordine): dopo l'incontro casuale abbiamo qualche momento vagamente erotico (galeotta fu la pioggia) e gli inevitabili ripensamenti; poi, proprio quando la storia sembra destinata a rimanere solo un bel sogno... In sostanza mediocre nel senso letterale del termine, ma con una coppia di protagonisti affiatata e piena di fascino.
Rambo90: Seagal è incaricato di ritirare un pacchetto dal contenuto misterioso e consegnarlo a un uomo ancora più misterioso. Una trama confusa, tra doppi e tripli giochi, con dialoghi che spesso non vanno da nessuna parte e un incredibile assenza di ritmo. I combattimenti sono ridotti all'osso, le sparatorie noiose e rovinate da inutili ralenti, i cattivi davvero ridicoli. Per non parlare poi delle modestissime location... A salvarsi sono giusto un paio di esplosioni in grande stile e un Seagal ancora non sovrappeso.
Galbo: La celebre storia della guerra tra le regine Maria ed Elisabetta in un film tecnicamente curato, che eccelle nella ricostruzione degli ambienti, nell'apparato scenografico e nei costumi ma che rimane piuttosto in superficie narrativamente e nella caratterizzazione dei personaggi. Vanesse Redgrave è decisamente più aderente al proprio personaggio rispetto a Glenda Jackson ma nel complesso il film non supera mai la mediocrità.
Rambo90: Stessa formula del primo film: buddy movie con scene action e tono fracassone. Ci si diverte un po' meno, perché le situazioni sono le stesse del predecessore con la sola aggiunta di qualche spalla come complemento ai due protagonisti (e in questo senso Jeong funziona). Qua e là si sorride, soprattutto nella prima parte, ma la trama è molto banale e quindi unico motivo della visione rimane la simpatica contrapposizione tra Hart e il duro Cube. Passabili le scene action.
Cotola: Classico film sentimentale in cui si capisce come procederanno le cose e come finirà il tutto, nonostante la sceneggiatura si sforzi di far credere il contrario, dopo appena una quindicina di minuti. Nulla di male certo, poiché non è un thriller. Peccato non ci sia nulla di davvero positivo da elogiare nemmeno da un punto di vista tecnico: trattasi di pellicola strettamente televisiva e più che piatta. E non può bastare nemmeno qualche fugace scorcio degli splendidi paesaggi hawaiani.
Pinhead80: La coppia Salvi/Battista inscena una commedia carceraria ricca di buone intenzioni ma scarsa sotto il profilo del risultato artistico. Le idee scarseggiano e si vede soprattutto verso la metà, quando il film comincia a girare intorno a se stesso. Le battute della coppia rimangono la cosa migliore, ma anche quelle alla lunga si ripetono diminuendone inevitabilmente l'efficacia. Mi aspettavo qualcosa in più. Un'occasione persa.
Galbo: Il next level del titolo altro non è che una riproposizione del primo capitolo per soddisfare un pubblico "affamato" di sequel. Certo si deve avere l'illusione che cambi qualcosa, per cui Kasdan introduce qualche nuovo personaggio (si rivedono con piacere DeVito e Glover) e nuove location ma nel complesso il film (i cui effetti speciali sono spettacolari, va detto) è all'insegna dell'"usato sicuro", il che produce nello spettatore la fastidiosa sensazione del deja vu, che al cinema quasi sempre non è un bene.
Ciavazzaro: Insomma. Le ambientazioni in cui vengono uccise le vittime non creano molta tensione e tra rimandi hitckockiani (Bruce Willis bloccato a un letto ricorda il protagonista de La finestra sul cortile) il film si trascina senza veri e propri guizzi. Sceneggiatura banalotta. C'e di meglio sul versante thriller.
Luras: Banale ed ennesima storia a sfondo catastrofista, in cui davvero tutto è già stato stravisto innumerevoli volte: gli asteroidi che piovono dal cielo e che prima di essere fermati distruggono mezzo pianeta, lo scienziato bistrattato dai colleghi e malvisto da moglie e figlio con cui però si riappacificherà nel finale e un abbozzo di storia romantica con la consueta bella giornalista. Tra l'altro non si capisce perché per la versione italiana si sia deciso di anglicizzare il titolo originale.
Siska80: Donna raffigurata in un famoso dipinto improvvisamente prende vita e fugge in cerca della sorella che non vede da tempo. Seppur non originale nella trama e dal finale ovvio, è impossibile non trovare simpatico questo film in cui la protagonista (una travolgente Bannier) se ne va in giro per tutto il tempo con addosso abiti di molti secoli fa, rimanendo coinvolta in una serie di grottesche (anche se prevedibili) situazioni allorché si trova a stretto contatto con la tecnologia. Ritmo e cast non sbagliano un colpo e non mancano i momenti teneri; ideale per una serata in famiglia.
Pigro: Un fedelissimo camerata deve scortare un prigioniero politico a Roma: ma siamo nel ’44 e la guerra è ormai persa. Un bel film che riesce a raccontare con gusto e partecipata ironia la grande tragedia di un uomo ridicolo che crede pervicacemente ai propri ideali fino in fondo e contro ogni logica e interesse. In un grottesco road movie dalle tappe sempre più catastrofiche Salce ci fa attraversare paesaggi geografici e micro-universi umani. Memorabile Tognazzi nell’interpretazione dell’ingenuo fascista.
Piero68: L'unica cosa che si nota è l'assoluta mancanza di una gag (che sia una) che faccia ridere davvero. Sceneggiatura che presenta il solito polpettone nord contro sud con personaggi improbabili e buttati dentro davvero a casaccio (vedi Salvi o Cirilli). Sullo sfondo una volgarissima mania del novello sposo il cui unico fine, complice anche una Trotta versione ninfa, è sggiungere sempre nuovi posti dove consumare amplessi... finanche sui lampadari! Persino Barra sfigura completamente nei panni di un prete cieco.
MEMORABILE: La partecipazione di Don Antonio, ormai famoso "Boss delle cerimonie" e del suo "castello".
Redeyes: Pellicola che si ricorda più per il fascino dei due protagonisti che per la storia in sé, al contrario piuttosto banalotta. Ciò premesso una sua dignità e anche un ritmo soddisfacente il film lo ha. La coppia funziona bene, vuoi per l'avvenenza della Zeta-Jones, che comunque trasmette la giusta malizia, vuoi per il mestiere di Connery. A posteriori una storia d'amore molto più plausibile di molte altre per un action passabile.
Kekkomereq: Un B-movie abbastanza interessante, con effetti speciali in CGI realizzati in maniera dignitosa e una trama originale. Nel film sono presenti i soliti (stupidi) antagonisti militari e anche qualche militare innocente che muore innavvertitamente. Finale prevedibile.
Puppigallo: Discreto colpo grosso movie che punta soprattutto sull'interpretazione dei due protagonisti (entrambi convincenti), con l'aggiunta dell'investigatore. Pervaso dalla classica pacatezza e eleganza britannica (manca un po' di mordente), procede senza particolari sussulti, se si escludono il colpo di scena e il risultato. Di un certo impatto, più che il colpo, il valore che viene giustamente attribuito ai diamanti, rispetto a un qualcosa di assai meno materiale. Evitabile la chiusa, ma nel complesso non è male.
MEMORABILE: "Non capisco perchè insista così tanto". "Solo perchè odio gli inverni inglesi"; Nel caveau; Il viaggio dei preziosi diamanti.
124c: Grazioso film animato fatto con i mattoni della Lego, simile a quello di Batman di qualche tempo fa. Il regista Brandon Vietti rispetta le icone della Lega della Giustizia come Batman, Superman, Wonder Woman e Flash e le riesce a parodiare in maniera divertente; forse perché l'antagonista è Bizzarro, il clone di Superman/mostro di Frankenstein volante che è tenero e bisognoso di compagnia. Grande Batman che gira con un pacco di kryptonite appresso perché non si fida di Superman. Bella l'idea di sdoppiare i Superamici anche in versione bizzarra.
MEMORABILE: La comparsa del tetro Darkseid, che attacca con le sue astronavi Mondo Bizzarro.
Ultimo: A metà tra action movie e giallo a sfondo giornalistico, il film di Kevin Macdonald si segnala per una buona vicenda (la morte dell'amante di un deputato...) di partenza ma non sfruttata a dovere causa eccessivo protrarsi della trama. Anche il cast non è in grande forma, a eccezione della McAdams: Crowe e Affleck hanno vissuto momenti migliori. Si può guardare, ma non rimane impresso a lungo.
Rambo90: Uno dei migliori action con Steven Seagal. La trama da thriller è buona e i suoi duetti con il comico Keenen Ivory Wayans ben orchestrati. Ovviamente spadroneggiano le scene d'azione, alcune delle quali sicuramente da ricordare (la rissa in cui Steven usa una carta di credito come coltello e lo scontro nel ristorante). Lo spettacolo e il divertimento erano assicurati quando il maestro dell'aikido recitava in produzioni di serie A.
Pessoa: Tipico prodotto vanziniano che si limita a riprendere e sceneggiare in salsa nazionalpopolare canovacci rodati. Anche in questo caso si nota grande professionalità nel realizzare un prodotto decente senza la presunzione di competere con capolavori come La stangata et similia. Il cast di buon livello, con un superbo Buccirosso, completa il quadro di un tipico film per famiglie, divertente, rassicurante, sostanzialmente innocuo. Forse non abbastanza per il palato di un cinefilo, ma del resto il film non è stato pensato per entrare nella storia del cinema alto. In quel senso, funziona.
Pessoa: Le ragioni del botteghino spingono Margheriti a questo sequel che, come spesso accade, risulta decisamente inferiore all'originale. Il film, oltre che della presenza scenica di Quinn, manca soprattutto di una cura nella confezione che questa volta lascia troppi particolari al caso. La storia ripete quella del film precedente ma Hagler, per quanto volenteroso, non è attore da reggere un film da protagonista. Le scene d'azione rimangono comunque di buon livello e sono forse la ragione principale per guardare il film. Per cultori del genere.
MEMORABILE: Le scritte in spagnolo invece che in portoghese (siamo in Brasile); Le scazzottate di Hagler, che quando tira pugni fa sempre il suo effetto.
Ale nkf: Le avventure di Asterix e Obelix mi hanno da sempre appassionato e anche se questo lungometraggio animato non sarà da annoverare tra gli episodi migliori, è comunque più che godibile grazie ad un'animazione ricca di colori vivaci e buona nel complesso, ad alcune gag (soprattutto quelle che riguardano il popolo dei Britanni) davvero simpatiche e ad un doppiaggio più che discreto. Insomma, un'occhiata gliela si può indubbiamente dare.
Renato: Ottima commedia, divertente e con una buona sceneggiatura. È soprattutto l'ambientazione a convincere e l'attenzione riservata ai piccoli dettagli delle varie truffe messe in atto dal giovane Abagnale rende il film particolarmente interessante. Tom Hanks spettacolare, come quasi sempre del resto... ma vogliamo parlare del cameo di una meravigliosa Jennifer Garner?
Nick franc: Terribile film comico che ha ben poco da offrire. La sceneggiatura non ha un'idea originale che sia una e il cast è veramente ai minimi termini: Boldi è in caduta libera, il resto è sottotono (Izzo e Barbera: più sconsolante che sconsolata) o sprecato (Ceccherini e Minaccioni). Funziona un minimo quando pigia sull'acceleratore della volgarità in maniera insensata ma siamo di fronte alla solita minestra riscaldata: confezione televisiva per la solita Parigi dove tutti parlano italiano.
MEMORABILE: In negativo: la fellatio canina; Le battute di Ceccherini sulla sbarra di Siffredi; Boldi che si siede sul naso di Pinocchio; Izzo travestito.
Furetto60: Si ripropone la coppia Marcorè/Morelli che già si era esibita con esiti positivi nella serie. La vena ironica del duo li fa emergere rispetto agli altri interpreti, anche se la Lojodice regge bene il confronto. La trama, che vira più sul rosa che sul dramma, ben si amalgama con alcuni inserti inerenti diffusi e notori malcostumi nazionali e con la sottotrama del tango, quest’ultima inserita come felice scelta di colore.
MEMORABILE: La lezione di ballo di notte viene interrotta dall’arrivo dei Carabinieri.
Puppigallo: Quando si è convinti che l'esercizio di stile, la forma, la ripresa studiata e la propria arte filmica possano permettere allo spettatore di sorbirsi quattro ore di pellicola senza battere ciglio, ecco che nascono i chilometrici mostro movie come questo. Che il regista disponga di talento visivo è fuori dubbio, ma qui sembra bearsene e specchiarsi in un tempo che pare infinito, dove i super eroi, Flash a parte, il più essere umano, paiono modelli dai visi lisci sul grigio pallido, pronti a inondare il pubblico di dialoghi e dissertazioni. L'azione c'è, ma anche i rallenty purtroppo.
MEMORABILE: Flash salva la ragazza in auto; I faccia a faccia tra cornutone e portavoce del capo (tipo [f=1277]Fantozzi[/f] e Megadirettore di turno); "Fanculo il mondo".
Markus: Bella e giovane studentessa s'imbatte in un ragazzo, figlio di un milionario senza scrupoli (col quale ha un conflitto), senza che lei sappia della sua ricchezza. Siamo dalle parti della trecentesima versione di Cenerentola, che Michael Scott senza mezzi termini rinnova in una formula da sentimentale per la televisione. Si segue grazie a un certo piglio narrativo; tolte quindi le riserve sulla mancata originalità e sul fatto che si capisce sin da subito dove si andrà a parare, resta un filmetto scacciapensieri di ordinaria amministrazione.
Muttl19741: Il film ci mostra, con toni leggeri e mai patetici, quanto i cambiamenti possano essere traumatici per bambini, adolescenti e anche per i collaudati adulti. Tutto sta nel saperli affrontare con coraggio, supportati dall'affetto di chi ci vuole bene davvero. Il resto andrà da sé, prima o poi, nonostante le sempre presenti difficoltà. Ottima prova degli attori, di una divina Julia Roberts su tutti, seguita da una intensa "sorellona" Izabela Vidovic. Film adatto (e da far vedere) a bambini e adolescenti.
Pigro: Ragazzina egoista di famiglia latifondista del sud attraversa gli alti e bassi della vita, la guerra di secessione e l’amore. Su un grande classico del cinema di tutti i tempi e “madre di tutte le saghe americane” c’è poco da dire: ottima sceneggiatura, ottima regia, recitazione adatta (bravissima Vivien Leigh), tutto contribuisce al meglio per realizzare un buon prodotto. Memorabili le scene dell’assedio di Atlanta. Stucchevole la raffigurazione dei neri (e insopportabile il doppiaggio italiano “zì badrone”).
Rebis: La levità della commedia monicelliana è il viatico per un quadro amaro e disincantato della nascente (e tardiva) lotta di classe in seno al movimento operaio piemontese. Toni farseschi, umanitarismo e ricostruzione storiografica, informano un cinema schietto, popolare, schierato, del quale La grande guerra resta forse il miglior esempio - per iperbole grottesca e compattezza. Qui, il nitore della messa in scena, la dedizione per il dettaglio ambientale, la ricchezza dei caratteri e l'alienata veemenza di Mastroianni, lasciano il segno. Séguito ideale e obbligato: La classe operaia va in paradiso.
Capannelle: Bravo Hallstrom nella confezione di un film che prende senza approfittarsi dello spettatore. A tratti sembra sedersi, sembra mancare di qualcosa ma meglio questo stile "vellutato" che svolte melodrammatiche già viste. E l'attenzione verso temi sociali (aborto, adozione, filantropia) non manca. Tra gli attori bravi, Michael Caine e Delroy Lindo, discreto Maguire (ogni tanto il suo sguardo sembra andare in standby).
Viccrowley: Spogliato dell'immagine tamarra e volgarotta di miss Jolie, Tomb Raider torna in un reboot che pesca a piene mani dal reboot videoludico del 2013 in un cortocircuito meta temporale che andrebbe esaminato da vicino. Il cinema e il videogame moderni a braccetto nel non riuscire a spiccare il volo verso nuovi orizzonti, sempre troppo intenti a rimasticare sè stessi. Non male la Vikander nel ruolo della giovane Lara, mediocre e sopra le righe il resto del cast, impegnato in uno script che non va al di là del videoludo nemmeno per un istante.
Enzus79: Tratto da un romanzo di Susanna Moore (qui anche sceneggatrice). Insegnante di New York ha un rapporto alquanto torbido con un detective, che sta indagando su alcuni efferati omicidi. Thriller che sfiora la piattezza e con una trama che convince davvero poco: troppi gli stereotipi e i cliché. I momenti cosiddetti caldi risultano "vuoti". Meg Ryan come non la si è mai vista.
Pinhead80: Uno spietato cecchino uccide a sangue freddo alcune persone e viene catturato dalla polizia. Per salvarsi chiederà aiuto a un certo Jack Reacher. Sempre grande Tom Cruise quando deve interpretare questi personaggi capaci di fare praticamente qualsiasi cosa mimetizzandosi tranquillamente all'interno della società. Se ci aggiungiamo che dietro c'è anche una bella sceneggiatura ricca di colpi di scena allora i conti tornano. Purtroppo è poco approfondito il personaggio di Zac interpretato dal grande Werner Herzog.
MEMORABILE: Zac e la storia della mutilazione delle sue dita della mano.
Rambo90: Un Neeson piuttosto spento, soprattutto a causa di una sceneggiatura senza vere impennate che mette insieme un blando complotto governativo di cui dopo poco già si capisce tutto. Non aiuta la generale lentezza dei dialoghi, mentre almeno si possono segnalare un paio di scene action riuscite nelle quali il protagonista fa ancora la sua parte. Cattivo azzeccato, ma comprimari poco in parte. Regia di routine.
Siska80: L'intento probabilmente era di satireggiare su chi detesta le anomalie fisiche attraverso la deprecabile figura di un presidente, il cui obiettivo è togliere di mezzo quelli che lui definisce "brutti" (e il finale edulcorato parrebbe confermarlo); ne vien fuori invece un film claustrofobico, inquietante perché figlio di un'epoca nella quale il bullismo imperversa e tante sono le vittime che si tolgono la vita in quanto schiacciati dall'umiliazione. Bravo il cast giovanile, buono il ritmo, lodevole l'ambizione di scuotere le coscienze da una parte incitando a reagire dall' altra.
MEMORABILE: Le interviste; Il salvataggio; La manifestazione.
Gabrius79: Una commedia gradevole che tutto sommato cerca di dare a modo suo un segnale tra il serio e il faceto in merito agli amori gay. La coppia Esposito-Caccamo svolge il compitino assegnato; fortunatamente le note migliori arrivano dal resto del cast, con un Abatantuono in forma ma a freno, un Abbrescia debordante, una Del Bufalo simpatica e una Guerritore professionale. Buona l'ambientazione. Finale un po' buttato lì. Osare di più non sarebbe costato nulla.
Ale nkf: La versione del 1978 era certamente molto meglio. Il cast è accettabile, ma la puntata non decolla mai. Il colpevole è abbastanza evidente, infatti l'indagine è più lenta e quasi lassciata sullo sfondo, in secondo piano. Una storia che non appassiona.
Galbo: Fa parte dei western più pensosi e cupi questo di Scott Cooper, che come è accaduto per Jeff Bridges in Crazy Heart valorizza al massimo il suo protagonista, un Christian Bale di rara efficacia. Con i ritmi di un racconto lento, dalla tensione crescente e con i momenti più efferati collocati all’inizio e poco prima del finale. Il contesto paesaggistico in cui si dipana la storia è di bellezza aspra ed è splendidamente fotografato. Convincente anche la scelta dei coprotagonisti, i bravi Wes Studi e Rosamund Pike e dei caratteristi. Ottimo.
Tarabas: Con le figurine non si fanno le squadre, dice l'adagio calcistico. Qui i produttori hanno finito l'album, ma non sono riusciti a fare un film. Buttati in un calderone di rara pochezza, con una sceneggiatura di un'ovvietà quasi commovente per la pena che ispira, i vari Bisio, Solfrizzi, Litizzetto, Cederna fanno la fine che, almeno in questo contesto, meritano. Gramo il segmento con la mia amata Cortellesi, talento sprecato se ce n'è uno in giro. Ma il peggio è la vicenda di corna di De Luigi, con tanto di scena madre messa a capocchia, vero simbolo del film.
MEMORABILE: La confessione della giocatrice alla moglie di De Luigi, con contorno di aborti e tragedie, è il vero simbolo di un film scritto senza senso né gusto.
Undying: Ispirato al già poco esaltante Skeleton Key (per l'ambientazione in Louisiana e per l'approccio alla tematica hodo e/o voodoo), "Oscure presenze" è pellicola mediocre, priva di ritmo e facilmente dimenticabile (di fatto dal pubblico già dimenticata). Non basta un valido cast, né l'accuratezza della messa in scena quando ogni fotogramma sprigiona senso di déjà-vu (e meglio realizzato in altri contesti) nonché noia. Talvolta rasenta il ridicolo involontario, come nella scena in tinozza che dovrebbe incutere timore anziché insofferenza. Televisivo...
Rambo90: Divertentissimo. Nella sua semplicità il film riesce a fare un bel mix di horror e situazioni grottesche grazie a una sceneggiatura che evita momenti morti e regala varie situazioni gustose per i fan del genere e a una regia che si destreggia molto bene tra i registri. La protagonista inoltre è dotata di un'ottima mimica facciale, che sottolinea i momenti più assurdi (soprattutto nella seconda parte). Molto buono anche l'uso piuttosto macabro di alcune canzoncine altrimenti innocue. Un piccolo gioiello.
Galbo: Ennesimo personaggio “action” per Liam Neeson, questa volta nei panni di un ladro redento per amore. Rispetto ad altre occasioni, qui il ritmo è più rarefatto per colpa di una prima parte in cui il protagonista più che onesto sembra ingenuo. L’azione si manifesta soprattutto nella seconda parte, più godibile anche se non priva di qualche ingenuità. Nel complesso vedibile, soprattutto se si è estimatori del genere e dell’attore.
Cotola: Il solito, classico biopic, su una delle figure storico-politiche più controverse del secolo scorso, con tutti gli annessi e connessi: scene madri e frasi a effetto (ma non troppe), alti e bassi e pochi buoni momenti. Ma un pizzico di bizzarria c’è: la presenza di un fantasma (ma a che pro?). C’è poi un problema: se lo guardate per saperne di più sulla figura della Tatcher, non funziona. Certi accadimenti bisogna già conoscerli per capirli. Molto brava la Streep. Per il resto tutto molto professionale ma anche molto consuetudinario e freddino.
Xamini: Winnie the Pooh sconvolse il mondo a modo suo, ma ebbe la stessa portata anche sulla vita del figlio del suo ideatore, ossia colui a cui si ispirò per ideare il personaggio di Christopher Robin; un risvolto forse poco conosciuto agli appassionati dei romanzi originali, che Curtis decide di raccontare. Ne esce un lavoro che ammicca molto all'universo di riferimento, a partire dai colori e dall'ambientazione, per costruire un dramma abbastanza patinato ma con qualche punto di interesse, se non altro nel punto di vista. Un risultato discreto ma non travolgente.
Ilcassiere: Film diviso in due fasi: la prima, in Russia, non molto brillante ed abbastanza prevedibile. La seconda, in Francia, decisamente più coinvolgente, quando la storia del presente (l'orchestra che si spaccia per quella che non è per suonare a Parigi) si mescola con quella del passato (l'antisemitismo e la cacciata dei musicisti ebrei). Buone le interpretazioni degli attori e davvero toccante il "concerto" per violino.
Tarabas: Fasti e miserie del cabaret romano, ascesa di un autista dalle feste rionali alla prima serata tv. Verdone si ritaglia il ruolo del mentore cialtrone ma onesto di un autista/arrivista che si scopre star comica (con surplus di volgarità). Concordo con chi considera sottovalutato questo film, che fa una critica meno scontata di quel che sembra al mondo dello spettacolo e in cui Verdone forse non è al massimo, ma è sempre bravo a dirigere gli attori. Fiorello jr dimostrerà altrove di essere bravo, qui era una sorpresa.
Capannelle: Un film gradevole ma che rimane nella media perché se da un lato le due protagoniste dimostrano una discreta chimica e la Cruz sa tenere bene le redini del discorso, dall'altra la storia si rivela non particolarmente vigorosa e con più di una risoluzione superficiale, soprattutto per quanto attiene alla storia delle due neonate. La sottotrama storica, poi, compare solo a inizio e chiusura del narrato e sembra essere inserita a forza. Mdp che si muove con abilità ma anche molti interni, come da tradizione della casa.
Enzus79: Tratto dall'omonimo romanzo di Meg Wolitzer. Storia abbastanza interessante, pur mancando di originalità. La figura della moglie che si sente "opprimere" da quella del marito è ben raccontata. Il finale tutto sommato risulta accettabile. Ottime le interpretazioni di Jonathan Pryce e (soprattutto) di Glenn Close (candidata all'Oscar). Così così la colonna sonora.
Jena: I danesi si riappropriano della loro mitologia (anche se il regista è iracheno), discostandosi dalla fumetizzazione delle recenti americanate Marvel. Il risultato è un'opera fresca, fiabesca, realistica che ripercorre alcuni miti norreni (Thor e Loki, Fenrir, la lotta coi Giganti) con tono non serioso ma neanche parodistico. Molto bene il Thor di Moller e il Loki di Jabouri. Effetti speciali non americani ma più che dignitosi. Odino forse assomiglia un po' troppo a Gandalf e il finale a certe jacksoniate in piccolo (ma è Tolkien che ha preso da qui non viceversa). Anche per ragazzi.
MEMORABILE: La prima apparizione di Thor; L'incantesimo dei caproni; Il racconto su Fenrir; Il Bifrost; Il corno del mare; La danza con la Morte; Fenrir buono.
Stefania: Ennesimo thriller con protagonista traumatizzata nell'infanzia (ma si è scordata tutto: e sì che mica era un trauma da poco...), dall' andamento piuttosto prevedibile. E' buona l'idea di giocare sul travestimento e sullo scambio di persona, e di ambientare quasi tutta la seconda parte in uno spazio ristretto, per fuggire dal quale la ragazza dovrà aguzzare l'ingegno. Non originale, ma senza cadute di gusto, e Sharon Stone, giovane e "naturale", è abbastanza brava.
Buiomega71: Uno dei migliori polizieschi degli anni 90, al di là che ci sia Seagal oppure no. Si vede che dietro c'è un regista tosto, che ha diretto Rolling thunder e Best seller. Tracce di cinema scorsesiano e ferrariano fanno capolino e non si lesina in violenza e ferocia: colpi in arrivo devastanti, sparatorie che rasentano lo splatter, il pestaggio in una macelleria con mannaie volanti, Forsythe completamente schizzato e spietato come non mai. Sexyssima poi Gina Gherson, mentre la Champa è penalizzata da un doppiaggio infame. Tostissimo ed esplosivo.
Ruber: Misconosciuto film di produzione italo/brasiliana con una Grimaldi allora giovane e molto in auge che intepreta il ruolo da protagonista di figlia che morto il ricco padre ne rivive il suo tormentato rapporto di amore/odio nel grande appartamento che eredita. Il film vive solo di flashback con un buon Gazzara che appare e scompare, mentre la Grimaldi spiccica brevi frasi e qualche nudo. Regia molto debole cosi come la sceneggiatura, condita di troppi e inutili dialoghi. La parte gialla non decolla e quella drammatica è poca cosa. Bene solo Gazzara.
Reeves: Stranissima operazione, con Carlo Lizzani che dirige Dario Fo nel suo unico film da protagonista e l'attore che si plasma direttamente su Jacques Tati, che allora era sulla cresta dell'onda. Se si aggiunge che il film è prodotto da Leo Wachter, che organizzerà dieci anni dopo il concerto dei Beatles in Italia, si capisce come si tratti di un'operazione eccentrica, comunque divertente anche se imperfetta. Peccato, perché Fo avrebbe potuto dare molto al cinema.
Paulaster: Durante il Ventennio un gruppo di amici passa il tempo a giocare a carte. Commedia in cui il fascismo è più presente che opprimente e il clima amicale è goliardico. Le presenze femminili mostrano qualche nudità, anche se non si scade nel becero. Maccione è adatto per questi ruoli al limite dello sporcaccione e si fanno notare i comprimari come la Ferréol e Blier; la Belli ha una bellezza pulita e mostra il posteriore ai gerarchi fascisti.
MEMORABILE: La vergine che non è vergine; Nascosto nel camino; La punizione per il pederasta.
Noir: Dopo un buon inizio, il film purtroppo scivola in una romanzata storia d'amore a sfondo bellico. Perfetto nella parte Ed Harris mentre il protagonista Jude Law l'ho trovato piuttosto inespressivo. Insopportabile la Weisz. Alcune scene d'azione purtroppo rimandano ad eccessi tipici di un certo cinema americano. Musiche inadeguate.
Bubobubo: Quando i fratelli Louise (Ireland) e Michael (Abbott Jr.) raggiungono la spettrale fattoria di famiglia per stare vicini al padre agonizzante devono scontrarsi, inaspettatamente, con l'erratica ostilità della madre (Oliver-Touchstone). È la spia di un'immane tragedia incombente... Radicale, assoluto, ateleologico: il Male dipinto da Bertino atterrisce per la sua irredimibile incomprensibilità, amplificata dai brutali contrappunti che le esplosioni di violenza oppongono ai vischiosi silenzi dei personaggi e delle location in cui si muovono. Astrattamente tetro, a tratti statico.
MEMORABILE: La madre e il tagliere; La figura del prete; Il finale.
Homesick: Impegolato e vacuo. Regia anonima per quello che vorrebbe essere uno spaccato pseudo-neorealista sulla crisi della famiglia attuale: dalle ristrettezze economiche ai genitori separati, dall'immancabile suocera molesta e all'assistente sociale ficcanaso. La sgradevolezza della messa in scena è accentuata dalle melense sviolinate della colonna sonora, che tentano di evocare una drammaticità inesistente. Svogliatissimi sia Accorsi che la Cervi.
124c: Quattro pazienti di un ospedale psichiatrico si recano, assieme al loro dottore, a vedere una partita di baseball, ma sono coinvolti in un intrigo giallo, che risolvono brillantemente. Il Micheal Keaton pre-Batman è protagonista di questa commedia ricca di personaggi stravaganti, fra cui il "dottore" Christopher Lloyd e il "Cristo" di Peter Boyle. La follia del personaggio di Keaton è degna dei suoi personaggi sucessivi, specie quando corteggia la bella Lorraine Bracco. Commedia un po' troppo americana, ma abbastanza divertente. Tre.
MEMORABILE: Llyod che gioca a fare il vero dottore, Boyle che, in un ospedale, come Gesù, dice ad un paziente sul lettino: "Alzati e cammina"!
Rocchiola: Esordio alla regia dello sceneggiatore Paul Schrader con un dramma d'impegno sociale che assume nella seconda parte movenze da thriller. Film sul proletariato operaio non affetto da facili populismi e ancora attuale in quanto denuncia un sistema corrotto dominato dal denaro sullo sfondo di una Detroit squallida e grigia. Qualche scena erotica non convenzionale e un bel finale aperto. Kotto sembra anticipare il personaggio di Alien anche se in un contesto attuale e realistico, anziché fantascientifico.
MEMORABILE: "Ci mettono uno contro l'altro"; La morte di Kotto; Memmoli che sfascia il distributore automatico che gli frega sempre i soldi.
Cotola: Classico film sentimentale in cui si capisce come procederanno le cose e come finirà il tutto, nonostante la sceneggiatura si sforzi di far credere il contrario, dopo appena una quindicina di minuti. Nulla di male certo, poiché non è un thriller. Peccato non ci sia nulla di davvero positivo da elogiare nemmeno da un punto di vista tecnico: trattasi di pellicola strettamente televisiva e più che piatta. E non può bastare nemmeno qualche fugace scorcio degli splendidi paesaggi hawaiani.
Pessoa: Uno dei primi musicarelli moderni, reso quasi obbligatorio dal successo planetario della title track. La parte musicale, seppur molto presente, non si interseca con la storia, forse un po' banale ma non insulsa, che brilla di luce propria e trova anche qualche momento da incorniciare. Cast interessante con De Sica che stende tutti azzeccando tutti i mezzi toni dal comico al drammatico in un personaggio a lui congeniale. La regia di Tellini è corretta ma non memorabile, in linea con la pellicola che tutto sommato è ampiamente guardabile, soprattutto se siete appassionati del genere.
MEMORABILE: Il bambino che non aveva mai visto il mare; L'elicottero in città in una strada nemmeno tanto grande.
Paulaster: Ritratto di una Milano suburbana di fine anni 90, con i locali fumosi e le discoteche come unico luogo di svago. La recitazione approssimativa alleggerisce ancora di più i toni da semi-commedia, sfiorando temi difficili come droga, furtarelli e crisi familiari. Il tappeto musicale è adatto alla scena e al gergo popolare, come le discrete riprese notturne. Sceneggiatura che salta da una vicenda all’altra restando sempre in un limbo tra verità e adattamento.
Markus: Fallimentare e misconosciuta opera prima di Colella, che per il suo esordio da regista di cinema sceglie la via della commedia degli equivoci. Un affettuoso papà non sa che la figliola fa... la pornostar. La pellicola, tipica di un certo cinema italiano pretenzioso/pretestuoso Anni '90 che non ha portato nulla di buono (a partire dagli scarsi incassi), ha se non altro due buoni motivi per essere vista: la bella Moana (con un ruolo a lei evidentemente congegnale) e Novello Novelli assurto a coprotagonista. Film discreto, ma non lascia il segno.
Gordon: Un western insolito che si basa su una solida regia di Hill, una buona sceneggiatura e sulla verve dei due straordinari attori protagonisti, Newman e Redford, che in un film del genere riescono a infilare ottimi intermezzi di comicità senza far cadere il film nel ridicolo. La fotografia e le musiche sono ottime; dispiace solamente per una scarsa ricostruzione storica, il che è un peccato visto che il film si basa su una storia vera. Buono il personaggio femminile e anche l'epilogo non delude.
MEMORABILE: La rapina con i foglietti nella tasca; Newman che gironzola allegramente in bicicletta con la Ross; Il testardo Mr. Woodcook e il finale.