Primo film e primo successo (soprattutto a Napoli) per Vincenzo Salemme, che con la sua compagnia teatrale porta al cinema un'idea per nulla originale ma che offre al gruppo di affiatati attori più di un'occasione per imporre uno stile proprio, che si rifà direttamente a Totò e Peppino (Carlo Buccirosso è un vero e proprio replicante di quest'ultimo) ma rivisto in ottica vagamente più moderna e spregiudicata. Nel film, di chiara impostazione teatrale, si alternano dialoghi a volte eccellenti (anche dal punto di vista comico) ad altri di uno squallore disarmante. Il merito dei primi va sicuramente ascritto alla coppia Salemme/Buccirosso, capace in più occasioni di botta e risposta esilaranti interrotti...Leggi tutto con garbo dal terzo incomodo Maurizio Casagrande (il parroco), il demerito dei secondi è invece colpa di una sceneggiatura incostante che non riesce a trovare nei caratteristi in secondo piano (il poco simpatico uomo-merlo Nando Paone, il tassista naïf Biagio Izzo...) comprimari all’altezza. La presenza di Eva Herzigova (si doppia da sola col risultato di apparire “forzata” nella recitazione) è più che altro coreografica, perché nei dialoghi interviene poco e senza mai incidere. Poco furbo l'uso delle musiche, troppo spesso invadente nel coprire il parlato. Il tentativo di Salemme (anche autore di soggetto e sceneggiatura) era quello di sposare una commedia non banale nei sentimenti con una comicità fisica erede della tradizione partenopea. Ci è riuscito solo in parte, ma si nota una certa cura nella confezione, la volontà di affrancarsi dal pecoreccio tipico della cosiddetta serie B per avvicinarsi, con impronta più teatrale, ai vari Troisi, Nuti o Verdone.
Esordio cinematografico per il regista ed attore Vincenzo Salemme, L'amico del cuore risente piuttosto pesantemente dell'origine teatrale del testo (scritto dallo stesso Salemme). Il film è divertente ma troppo statico; la sceneggiatura a volte appare francamente ridondante, introducendo personaggi che non sempre appaiono funzionali alla vicenda. Valido ed affiatato è il cast, rodato da numerose esperienze teatrali comuni.
Mi ricordo che nel sottobosco napoletano questo film, alla sua uscita, era considerato una sorta di rivincita del teatro napoletano che per anni era stato relegato al solo territorio campano. Questo film diverte, seppur troppo cosparso da momenti al limite del melodrammatico. Il cast è fantastico e alcuni personaggi riuscitissimi, uno su tutti il tassista interpretato da Biagio Izzo: perfetta rappresentazione di uno stereotipo napoletano realmente esistente.
Notevole esordio di Salemme alla regia, con una trasposizione di una sua commedia teatrale di successo. Innegabile la bravura nel costruire dialoghi divertenti e velocissimi, in cui traspare l'affiatamento dell'ottimo cast capitanato dallo stesso Salemme. C'è qualche momento di stanca nella parte centrale e la Herzigova non è proprio un'attrice ma, anche grazie ad un finale più serio e amaro del previsto, l'attore-regista riesce nell'intento di confezionare un bel film. Da notare Buccirosso e Casagrande.
Primo film di Vincenzo Salemme, trasposizione del'omonimo suo lavoro teatrale. La trama trae spunto dalle pochade teatrali di Scarpettiana memoria e la trovo abbastanza divertente e nient'affatto volgare; tantomeno il film andava inteso come tentativo di rivincita del teatro napoletano che non mi risulta ne abbia avuto mai bisogno. Gli attori sono tutti all'altezza e putroppo c'è da dire che Salemme, nei film successivi, non si ripeterà più su questi livelli perdendo sopratutto in spontaneità e in originalità.
Come tutte le prime di certi artisti comici italiani di successo è sicuramente un film riuscito. Le gag incalzano, il ritmo è buono e il cast è un bel miscuglio di caratteri diversi che, in un modo o nell'altro, lasciano il segno. Anche la sceneggiatura è efficace nonostante la sua semplicità. Inutile dire che molte macchiette e/o molte caratterizzazioni riportano al teatro di De Filippo e attori come Salemme, Casagrande, Buccirosso e Izzo danno una degna continuità. Peccato che come tutti i film simili col tempo perde in credibilità.
È positivo l'esordio di Salemme; la commedia si dipana abbastanza bene anche se l'impostazione, evidente anche nelle frequenti fissità della mdp, risente del pregresso teatrale, con lunghi dialoghi. Buona anche la prova degli interpreti con la sola eccezione della Herzigova (peraltro non particolarmente affascinante), alla quale comunque si chiedeva altro.
Sufficiente commedia dell'assurdo e delle iperboli, diretta in modo troppo teatrale per essere cinematografica ma dotata di buon ritmo e di interpretazioni a modo: Salemme non raggiungerà più, su grande schermo, un livello discreto come questo, differentemente dal palcoscenico teatrale dove la storia sarà invece ben diversa. Buccirosso, come sempre, svetta, insieme a Paone.
Buon esordio alla regia di Vincenzo Salemme, che mette in scena un film ricco di battute spassose e che fila via senza un attimo di pausa. Il suo merito è quello di contornarsi degli attori con cui lavora anche in teatro e con i quali il feeling è perfetto. Buccirosso, Casagrande e Paone hanno dei tempi comici eccezionali; aggiungiamoci la simpatia del grande Biagio Izzo e la sensualità della conturbante Herzigova (un po' pleonastica la sua recitazione però) e il mix è completo.
MEMORABILE: La passeggiata per le vie della Herzigova; La scena del cagnolino Cocco Bill.
Il fatto che poi la nascita del "bambinello" arrivi a essere perfettamente sincronizzata con la recita di Natale, è forse il cuore di questa commedia che verte sull'assurdo dell'ultimo desiderio e sulla esagerata, quanto innaturale profondità di un'amicizia. Salemme è l'autore, oltre che interprete e direttore e il suo personaggio riflette probabilmente il carattere dell'artista, carattere che tende a trasparire anche nei futuri suoi lavori. Simpatici personaggi di contorno arricchiscono bene il tema centrale e il tono della commedia.
Veramente divertente questo adattamento cinematografico di uno dei maggiori successi teatrali di Salemme, che qui esordisce come regista. Ironia nell'interpretazione della Herzigova, bravissimo Buccirosso (i suoi dialoghi con Salemme a volte sono da urlo), ottime anche le caratterizzazioni minori. Salemme presenta di fatto i suoi partner abituali (Buccirosso, Paone, Casagrande), scherza con i luoghi comuni italioti, costruisce ottimamente le battute. Non sempre in seguito saprà mantenere questa intensità e questo ritmo.
MEMORABILE: "C'è chi dice che ha dieci possibilità su cento di salvarsi!": Buccirosso cerca di convincere la moglie che non è detto che Salemme debba morire.
L’ultimo desiderio del morituro è andare a letto con la moglie dell’amico. Una proposta indecente non per soldi ma per sottile ricatto morale, in una storiella divertente, che ha nel suo dna la tradizione napoletana dei De Filippo (Eduardo per certi passaggi, Peppino per certa interpretazione), modernizzata con intelligenza. Buona opera prima quando rimane nei ranghi più teatrali e dialogici, dove l’arguzia si scatena. Con cadute quando si butta in caciara (l’insopportabile ragazzo-merlo). Ma si ride davvero, ed è già tanto.
L'ottimo spunto teatrale offre a Salemme la possibilità, nella trasposizione cinematografica, di articolare la vicenda dandole un epilogo divertente che esalta il talento comico dei protagonisti. Come al solito nei lavori dell'artista di Bacoli si registra una scrittura di buon livello, vicina alla grande tradizione napoletana, che non si fa imbrigliare dagli stereotipi. Molto buona la prova del cast storico, in cui si distinguono, oltre al protagonista, anche Buccirosso e Paone. Un film divertente, a tratti irresistibile, che merita sicuramente il prezzo del biglietto.
MEMORABILE: La prova di Nando Paone, in un ruolo non semplice che gli permette di estrinsecare tutto il suo talento.
Non male l'esordio di Vincenzo Salemme alla regia, che si rifà chiaramente al teatro dei conterranei De Filippo. Qui sta il problema. La classe di Eduardo & fratelli qui non c'è, nonostante la discreta prova dei protagonisti, e la base teatrale si vede eccessivamente nella grande staticità del plot e della regia. Vi sono comunque parti divertenti e buone trovate surreali, come Nando Paone che si crede merlo, anche se la gag è tirata un po' per le lunghe e rovinata da un lato drammatico forse evitabile. Nel complesso si può vedere, nonostante alcuni difetti non di poco conto.
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DiscussioneColumbo • 10/06/11 11:54 Pulizia ai piani - 1097 interventi
"L'italiano che sbava per le svedesi"...complimenti Salemme, grandi idee come al solito.