Anna (Pozzi) fa la pornostar a Roma, ma suo padre (Novelli) non lo sa. Ed è anche l'unico a non saperlo, al paesello in Toscana dove vive e dove tutti si guardano bene dal dirglielo, attenti a nascondere le riviste in cui la ragazza, sempre più lanciata verso l'Olimpo delle luci rosse, si mostra senza veli. Il barista (Monni), l'edicolante, gli amici e ovviamente i ragazzi del posto (tra i quali fanno breve comparsata anche Ceccherini & Paci, subito pronti a parlar di cassette porno) sanno che il buon Tullio prima o poi lo scoprirà, ma per il momento... zitti e mosca. Quando Anna torna in paese con macchina e telefonino (all'epoca un lusso) papà s'insospettisce e lei gli spiega che farà un film...Leggi tutto da protagonista. Incuriosito, l'uomo si recherà a Roma in gran segreto finendo per una serie di equivoci sul set di un film a luci rosse. Ma ancora non è il momento di bruciarsi il momento clou, quello cioè in cui inevitabilmente Tullio aprirà gli occhi sul fatto compiuto. Gli autori (il regista assieme a Giovanni Veronesi) sanno bene che sarà quella la scena chiave del film e la rimandano quanto più possibile, giocando sui qui pro quo ma senza mai sfruttare davvero il potenziale comico della vicenda. AMAMI infatti ha ambizioni diverse, vorrebbe affidare a un simpatico caratterista come Novelli un ruolo difficile, triste, senza valutare però che il cast a disposizione avrebbe invece molta più predisposizione per la commedia. Perché se Monni e gli altri toscani animano le scenette in paese, a Roma ci sono Nadia Rinaldi come improbabile collega di Anna, Flavio Bucci come conduttore televisivo di successo, Franca Scagnetti come sarta di scena, Carlo Buccirosso come aiuto sul set, Victor Cavallo come portiere in casa di Anna (occupato a tener lontani i fan che tentano di scalare le finestre per entrarle nell'appartamento)... Purtroppo, soprattutto a causa di una regia che sembra avere gli stessi tempi lentissimi di Novelli (nel suo caso dovuti all'età), manca al film la brillantezza minima necessaria. La storia poteva anche funzionare, i personaggi c'erano, ma la regia sgonfia tutto senza nemmeno dare alla Pozzi la possibilità di recitare con un po' di verve; e così si finisce quasi nel soft-erotico, con il corpo statuario della prorompente pornostar che offre le sue forme senza lesinare in scene di nudo (ovviamente) ma tenendo un profilo bassissimo, con lunghi silenzi che poco dicono e il rapporto col padre impostato in modo elementare, privo di confronti interessanti. Sui set a luci rosse si scherza coi nani e si ricorre a prevedibili stereotipi che già l'anno prima avevamo visto in VIETATO AI MINORI (senza sfruttare ad esempio un valdido attore come Buccirosso, decisamente in ombra), a teatro si dà l'impressione di mostrare un autentico show di Moana giusto per arricchire con un po' di contorno piccante. Così, indeciso tra la commedia blanda e il dramma, il film di Colella risulta mal gestito e goffo; basti vedere il momento chiave della rivelazione, in cui si azzarda maldestramente puntando al surreale. Eppure - nonostante i gravi difetti - la possibilità di vedere Novelli in un ruolo meno marginale del consueto (anzi, da co-protagonista) rende l'operazione simpatica e la vicenda, per quanto banalmente condotta, sa trovare qualche spunto genuino nelle sue parentesi toscane. Moana, fragile e triste, è a un anno dalla sua prematura scomparsa.
Uno soggetto che in potenza offriva moltissimo viene tradotto su celluloide non al meglio attingendo in alcuni frangenti alle solite gag facilone che si fanno sulla pornografia. La Pozzi è attorialmente discreta, ma è il grande Novelli a trasmettere compassione e dolcezza anche solo con lo sguardo. Il rapporto tra i due è reso abbastanza bene ed è soprattutto la reazione di Novelli allo squarcio del velo di Maya a essere ben gestita. Tutte le parti sui set hard e il lungo finale invece sono più abbozzati e meno convincenti.
MEMORABILE: Novelli entra nel cinema a luci rosse.
Fallimentare e misconosciuta opera prima di Colella, che per il suo esordio da regista di cinema sceglie la via della commedia degli equivoci. Un affettuoso papà non sa che la figliola fa... la pornostar. La pellicola, tipica di un certo cinema italiano pretenzioso/pretestuoso Anni '90 che non ha portato nulla di buono (a partire dagli scarsi incassi), ha se non altro due buoni motivi per essere vista: la bella Moana (con un ruolo a lei evidentemente congegnale) e Novello Novelli assurto a coprotagonista. Film discreto, ma non lascia il segno.
Un anno prima della sua dolorosa morte, Moana Pozzi ci lascia un documento che è un po' la storia della scelta dominante nella sua vita. Il sorriso talora enigmatico della pornostar italiana più famosa di sempre (ora luccicante, ora velato di malinconia) è l'emblema di una storia fuori dal comune. Anche dal comune senso del pudore. Concorrono a tale progetto ospiti eccezionali come Novello Novelli, Flavio Bucci, Nadia Rinaldi, Tony Esposito, Eugenio Bennato. Ingiustamente passato in sordina.
Chi per anni ha intravisto la vhs del film relegata agli angoli più proibiti delle compiante videoteche rimarrà sorpreso nello scoprire che il potenzialmente delirante incontro Novelli-Pozzi cela una commedia agrodolce tutt'altro che di cattivo gusto, lontana anni luce dai coevi pseudo-biopic dell'attrice e piena di volti noti dell'umorismo toscano. Poche concessioni al topless per una visione del cinema hard edulcorata e ottimista, mondo di personaggi miti e comprensivi al quale non è facile - ma sarebbe bello - credere. Bravissimo Novelli. Scontato, piacevole, ben girato.
Simpatica commedia di costume in cui Colelli propone la stana coppia Pozzi-Novelli (entrambi al loro primo vero ruolo da protagonisti nel cinema mainstream) che se la cava più che egregiamente. La storia, estremamente plausibile, è sceneggiata con intelligenza e alterna parti più drammatiche a divertenti intermezzi comici garantiti dalla qualità di valenti comprimari (Monni, Buccirosso, Rinaldi, Cavallo, Ceccherini). Buono l'insolito inserimento dei due musicisti napoletani Esposito e Bennato, cui non sarà sembrato vero di trovarsi davanti la Pozzi nuda. Non male, dopotutto!
MEMORABILE: L'inatteso feeling fra i due protagonisti, che rende più credibile l'intera vicenda; Il personaggio di Monni.
Meritato ruolo di protagonista offerto al bravo caratterista Novelli che tutto sommato non sfigura in una divertente commedia in cui la Pozzi interpreta se stessa con una discreta e quasi malinconica prova. Regia non esaltante ma sceneggiatura in cui si sente la mano di Giovanni Veronesi. Nel cast un Ceccherini quasi agli esordi e un plauso al solito impeccabile Carlo Monni.
Moana pornostar all'insaputa del padre Novello Novelli, tenerissimo e simpatico. Anche Moana dimostra un certo talento recitativo, mentre il film nel suo insieme risente di un po' di confusione e di attori che sono lasciati un po' da soli, quasi a inventarsi la parte. Però la recitazione con i numeri è davvero notevole e gli equivoci magari sono scontati ma comunque divertenti.
Moana Pozzi HA RECITATO ANCHE IN...
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DiscussionePanza • 28/02/18 20:54 Contratto a progetto - 5238 interventi
Se non ricordo male, Giusti nel suo Moana riferiva che parte del film fu diretto in realtà dal produttore Galliano Juso.
Il numero della rivista "L'Espresso" presente nella edicola in cui vi si reca Tullio Venturini (Novelli), è del 17 Maggio 1992:
CuriositàPanza • 13/11/19 20:29 Contratto a progetto - 5238 interventi
L'articolo di giornale dove Novelli apprende della presenza in un programma TV della figlia è stato palesemente ottenuto incollando sulla pagina di un giornale dei finti titoli. Infatti, il testo dell'articolo riguarda un concerto di Bruce Springsteen a Stoccolma!