E' ancora la notte a farla da protagonista, nel cinema di Michael Mann. La notte di Los Angeles filtrata dalle luci artificiali dei neon e dei lampioni, vissuta attraverso gli occhi di un tassista nero (Jamie Foxx) costretto a ospitare sul suo mezzo un sicario (nientemeno che Tom Cruise, in un ruolo inaspettatamente negativo) nel pieno della sua attività criminosa: deve uccidere cinque testimoni chiave d'un processo e ha tutta l'intenzione di raggiungerli nelle loro case via taxi. Tra i due s'instaura un rapporto strano che è poi la chiave di lettura del film (non troppo originale, per la verità). La superficialità del copione, al di là di dialoghi ben sceneggiati, è la stessa che aveva affossato...Leggi tutto in qualche modo HEAT e la regia di Mann al solito si dimostra più interessata all'estetica e alla forma (fotografia eccellente, musiche di James Newton Howard che calzano a pennello) piuttosto che ai contenuti. Quando però l'azione latita (cioè molto spesso) il film mette a nudo i propri limiti affidandosi soprattutto al mestiere di un Tom Cruise sempre più conscio dei propri mezzi e alle luci raffinate che tagliano le inquadrature. Inevitabilmente ripetitivo, privo di vere impennate, COLLATERAL resta pur sempre uno sfoggio di tecnica invidiabile che lo colloca al di sopra di tanto cinema mediocre prodotto a Hollywood. Mann come autore non lo scopriamo oggi, ma permane la sensazione che i risultati migliori li sortisca quando può contare su una solida base di partenza (come il romanzo di Harris per il capolavoro MANHUNTER).
Michael Mann è regista che sa girare molto bene e questo Collateral ne è una prova evidente; le atmosfere che riesce a creare nella prima parte, con Tom Criuse che costringe Jamie Foxx a collaborare con lui nello svolgimento delle sue azioni criminali, sono coinvolgenti. Purtroppo qualcosa non funziona del tutto e dopo un po' il film incomincia a girare a vuoto per poi scadere definitivamente in un finale abbastanza assurdo. Non male, ma le premesse erano sicuramente migliori.
Ben diretto, sceneggiato e interpretato, Collateral ha il solo difetto di non proporre niente di interessante o innovativo. Le situazioni risultano essere tutte scontate o prevedibili e sono veramente poche le scene che trasmettono vera tensione. Quindi il film scorre un po' piatto ed apatico, piace ma dice veramente molto poco. In compenso la Los Angeles notturna è fotografata ottimamente e Tom Cruise è ancora bravo. Insomma: piacevole da vedere, ma non cattura abbastanza, manca di qualcosa di importante. Un po' scontatuccio il finale.
Film dal soggetto intrigante e con una sceneggiatura piuttosto solida sebbene a tratti esagerata. Mann fa rendere benissimo il digitale ed è davvero abile nelle riprese notturne che sembra quasi predilire. Grazie anche ad attori molto ben calati nelle parti, il film risulta un blockbuster gradevole.
Bello il film di Mann, tutto in una notte digitale a L.A., con due protagonisti bravi e supporting cast di tutto rispetto. Piace Cruise nei panni del killer, piace la capacità del regista di tirare le redini del film fino al finale, forse scontato e un po' troppo sopra le righe ma certamente coerente con il resto del film. L'unico difetto probabilmente sta nello script, dove accadono troppi eventi poco credibili e sono farciti a volte da un'ironia che stona decisamente. A parte questo, Collateral si fa apprezzare senza ombra di dubbio.
Un buon regista di noir come Mann riesce a mettere in scena un film divertente e accattivante, ricco d'azione e dal ritmo serrato, sebbene cada spesso nell'inverosimile e nell'esagerazione, essendo una pellicola commerciale. Ottimo e versatile Jamie Foxx, vera colonna portante del film; ridicolo (e ancor più imbarazzante del solito) Cruise nei panni del cattivo.
Capolavoro assoluto di un ottimo regista, Collateral è un film in cui sono contemporaneamente curate sia la componente action (girata con tecnica sopraffina e un grande senso del ritmo, sottolineato dal montaggio frenetico ed efficace) che lo studio psicologico dei personaggi. Il killer e l'autista ottimamente intepretati da Cruise e da Foxx si contrappongono per tutto il film ma anche si completano, quasi come specchio uno dell'altro. Splendide riprese notturne e una buona colonna sonora completano il tutto. Grande classe.
Grande esempio di cinema: dalla magnifica fotografia di Los Angeles (in questo il regista Michael Mann è veramente unico) all'ottima prova dell'attore principale Tom Cruise tutto funziona bene. Insomma, un film assolutamente consigliato, di livello sopraffino non tanto per la trama quanto per come viene raccontata e svolta.
Thriller di Mann con idee. Troppe, però: se la parte tecnica è encomiabile, con punte di eccellenza (la sparatoria nel locale semibuio), il verboso personaggio di Cruise (la cui faccia non aiuta a dare spessore, malgrado il sale&pepe sulla capoccia) appare fuori misura, e il finale sbraca completamente. Peccato, perchè qua e là zampate d'ingegno non mancano. Brivido jazzofilo nella sequenza commentata dalle maestose note di "Spanish key" di Miles Davis.
Bel film di azione e tensione, si svolge tutto durante una lunghissima notte nella quale il killer professionista e il tassista che ha avuto la sfortuna di incontrarlo sulla propria strada si conoscono, si scontrano e si inseguono, entrambi sapendo benissimo di dover andare avanti fino alla fine per portare a termine il proprio compito, senza poter scampare al destino finale. Il film rende bene il senso dell'ineluttabilità della sorte e di una certa eroicità di altri tempi (sia pure negativa) di entrambi i personaggi. Ottimi Cruise e Foxx.
Avallo in pieno gli encomi all'impianto tecnico, all'ars sopraffina di Mann, ad una buona introspezione dei personaggi, ma non sono rimasto convinto del film in complexu. A mio giudizio viaggiando sul duplice canale e d'azione e di riflessione si è finito per non privilegiarne nessuno e quindi per non sviluppar bene il tema. Foxx molto bravo e lo stesso dicasi per Cruise. Il finale è decisamente banale, antiestetico e insulso. Rimandato!
Eccezionale Thriller di Mann, con un Tom Cruise finalmente "reale" e in un ruolo da cattivo, con tanto di capelli grigi e nessuna movenza da belloccio della situazione. Bravo anche Jamie Foxx nel ruolo del tassista nero, suo malgrado vittima di una situazione a dir poco complessa. Splendide riprese notturne di una Los Angeles dannata, scene d'azione ben fatte (stupendo il dualismo visivo/musicale nella scena della discoteca, grande esempio di cinema) e un clima di malinconia e ineluttabilità che dura fino all'appassionante finale. Ottimo.
Quasi discreto. Stavolta l'inetto Tom Cruise recita nella parte di un killer a pagamento che si fa scarozzare da un tassista (il bravo Jamie Foox l'unico degno protagonista della pellicola) per compiere i suoi delitti. La trama ha una parvenza di interesse, la regia è sicura; non fosse per Tom la pellicola sarebbe stata più che buona. Accettabile comunque.
Collateral è un impianto vetusto: l'indagine è diretta come una serie Tv poliesca. La musica, certe volte piatta come quella di una serie Tv poliziesca. Poca ricercatezza, nessuna disattesa, almeno che non si consideri innovativa una delle più melense ballate degli Audioslave. Comprimari scarsi. Poi è molto lento e per il genere non è neanche un limite: quanti gialli italiani dal ritmo blando amiamo? Le dinamiche del plot narrativo infine, non sono assolutamente credibili. Michael Mann è uno dei registi più sopravvalutati di sempre e Collateral è un filmaccio. Collat(t)e(r)alle ginocchia.
L’uso dei silenzi, reso come svuotamento del sonoro, è geniale e le sequenze d’azione sono immaginifiche; ma i personaggi di Michael Mann filosofeggiano sempre più del necessario, sono connotati con enfasi e sentimentalismo e le finezze psicologiche vanno di pari passo alla grossolanità del racconto. “Collateral” è la quintessenza del suo cinema perché riesce ad essere ludico ed incisivo limitando le ambizioni morali di sempre, per quanto il contenitore concettuale rimanga schematico, allegorico ed esplicito fino a rasentare la banalità. Non troppo credibile Cruise nel ruolo del killer.
Un Mann in pilota automatico, il che vuol dire almeno un buon film; piazza coltellate in punti strategici (da antologia la scena in discoteca, ma tutto il corso stesso degli omicidi ha una costruzione impeccabile), delinea sapientemente (e rapidamente) il ruolo di Los Angeles come terzo incomodo, ma il finale è svagato nella sua debolissima grandeur e anche i due attori, che partono bene, non sembrano seguirlo fino in fondo.
Forse può deludere a livello action ma mantiene una qualità visiva oltre la media: merito delle scelte di Mann sia come ambientazione (la notte di Los Angeles, fotografata in modo particolare) che come look del protagonista, un Tom Cruise brizzolato e più credibilmente "duro" del solito. Buon supporto dell'altro carattere, Jamie Foxx, protagonista di un efficace gioco di progressiva simbiosi col killer e dalle musiche.
Un thriller meritevole di un bel dieci in pagella. Una storia ambietata tutta nella stessa notte. Tom Cruise è un killer moderno, un sicario efferato e perverso e allo stesso tempo un bell'uomo elegante e schietto. È un racconto "violento" sulla "violenza", ma parla anche di amore e risentimento. Si vede la mano di Michael Mann, grande esperto del genere.
MEMORABILE: La scena con gli Audioslave in sottofondo.
Michael Mann è un grande regista che sa intrattenere e divertire come pochi, ma anche approfondire la psicologia dei personaggi. Questo film è molto bello e vive momenti di quiete che preludono a scoppi di violenza e scene d'azione girate con grande maestria. Se è vero che ad un certo punto la logica e l'integrità narrativa vanno a farsi benedire, è anche vero che da quel momento (quando il lupo taglia la strada al taxi) il film prende il volo e corre via spedito grazie a grandi scene e rallenta un pochino solo nel finale.
Noir di "nuova generazione", ma destinato a diventare presto un classico, tutto girato nel contesto cupo di una notte piena di violenza, con sequenze che si susseguono in modo incalzante, anche nei momenti in cui il ritmo, elevato nel complesso, si prende qualche pausa. La tensione, sempre latente, ha la sua impennata nel bel finale. Tom Cruise conferma la prestanza fisica de L'ultimo samurai, quì quasi con sembianze da "terminator umano", ben inserito in un contesto futurista ricostruito con bravura. ***1/2
La sapiente tecnica di Mann e la confezione luccicante non bastano da sole a salvare questo prodotto che ha grosse carenze di realismo, sia nello script che nei personaggi. E senza realismo, con un film del genere, non si va da nessuna parte. Menzione negativa per un Cruise che qui è troppo gigione e troppo poco credibile nel suo ruolo: durante la visione mi aspettavo che da un momento all'altro spiccasse il volo o si buttasse da un grattacielo senza farsi un livido, cose in stile fumetto che con questo tipo di film non c'entrano nulla!
La storia non è originalissima, l'epilogo forzato (anche se è bella la scena finale nella metropolitana), gli interpreti principali poco convincenti o poco convinti (Cruise è freddo è elegante, ma non riesce ad inquietare davvero, Fox parte bene ma poi è costretto ad improvvisarsi action man in difesa di donzella in pericolo) però il film è ugualmente splendido: pochi registi sanno riprendere la notte come Mann, un caleidoscopio di suoni, luci e colori di mirabile perfezione stilistica, una gioia per i sensi cinematografici.
MEMORABILE: La domanda sul jazz... e l'esito della risposta
Killer si serve di un taxista per compiere 5 delitti in una notte. Colpiscono anzitutto la splendida qualità visiva delle immagini, la notevole orchestrazione delle scene d'azione (bellissima quella in discoteca) e il sapiente avvicendamento del ritmo che ci porta dalle frenetiche sequenze dei delitti allo "scontro" fra i primi piani dei due protagonisti ben interpretati (anche se qui i dialoghi non brillano). Il tutto calato in una metropoli notturna quasi straniata, luogo di alienazione, di collegamenti insidiosi e di incontri stupefacenti.
Partendo dal classico rapporto tra killer e vittima/complice, Mann infiocchetta e decora la confezione in maniera impeccabile, nascondendo in tutti i modi il fatto che con Collateral... non ha alcun messaggio da comunicare. Ovviamente Foxx e Cruise son due bravi attori (perlomeno il secondo è capace di limitarsi) e insieme portano avanti la pellicola ottimamente e una bella colonna sonora aiuta a sorvolare su qualche momento di tedio. Certo, non è uno di quei film da vedere e rivedere, ma resta comunque più che apprezzabile.
Far sembrare Tom Cruise un attore vero è il miglior merito di Michael Mann, che compie il miracolo con questo Collateral, un film d'azione e adrenalina molto coinvolgente e senza dubbio originale. Gli scenari e i vari omicidi commessi dal Cruise-sicario sono ottimi, mentre Jamie Foxx non è malaccio nel ruolo del tassista-uomo medio...
Davvero un bel film, con picchi elevati cui fanno da contraltare alcune cadute. Dall'incontro dei due fino al terzo omicidio su commissione è ottimo cinema, dopo ci sono troppi momenti morti (la celebrata scena in disco è troppo diluita e caotica). Mann, oltre a dirigere con successo la vicenda action (è il suo pane) cerca l'introspezione dei personaggi riuscendo a caratterizzarli al meglio, anche se qua e là i nemici per caso si parlano un po' addosso. Stupende le inquadrature dall'alto di una L.A. in digitale. Cruise si dimostra attore completo e consumato
Una Los Angeles di notte fa da sfondo alla storia di un malcapitato tassista (un Jamie Foxx molto a suo agio) che si trova a bordo un sicario (un Tom Cruise non al massimo delle sue capacità). Dopo una prima parte troppo piatta e anonima che non riesce a catturare l'attenzione dello spettatore, la seconda è senza dubbio più avvincente, il ritmo sale e la tensione aumenta. Diretto discretamente da Mann che, anche se non arriva ai livelli di Manhunter, fa comunque la sua bella figura.
Piccolo grande capolavoro ingiustamente (a mio modestissimo parere) snobbato da critica e pubblico. È vero, il soggetto non sarà il massimo dell'originalità. Ma il cuore di Mann accoppiato ad una sceneggiatura ben curata ed una fotografia a tratti esplosiva fa veramente di questo film una piccola chicca. Anche la colonna sonora è di buon livello. Caratterizzazioni ben sviluppate e risvolti psicologici interessanti. Non è un film action. Le parti colloquiali sono almeno l'80%, ma quel 20% di action è talmente intenso da valere quasi il 100%.
Gran film. Lineare senza grossi colpi di scena, ma riesce a incollare lo spettatore. Grandissima la regia di Mann e notevoli le interpretazioni di Foxx e Cruise: il personaggio di quest'ultimo ha un fascino incredibile (Cruise brizzolato e cattivo è imperdibile). Gran gestione dei silenzi, delle musiche e delle immagini della notte. Film da vedere e rivedere.
A parer mio il miglior film di Mann dopo Manhunter. Non ho mai visto una Los Angeles così livida e spettrale, ma al contempo futuristica e "magica". Opera che sprizza Mann da tutti i pori, gelido, metallico, ipnotico, esteticamente meraviglioso. Stona lo script (piuttosto banale) mentre il film scade un po' nel finale convenzionale (dove si cita King of New York e finanche Un uomo da marciapiede), dove prima la tensione era a mille. Mann non rinuncia a omaggiare i sicari gelidi e calcolatori cari a Melville. Pura potenza visionaria manniana.
MEMORABILE: Il coyote sulla strada; L'incontro tra Foxx e Bardem; Cadavere sul tetto del taxi; Cruise spara in discoteca stile Terminator; La lista nella valigetta.
Preso atto della qualità tecnica che mi sembra ovvio esserci in questo tipo di produzioni, il film è mancante proprio a livello di originalità: quante volte abbiamo visto (e meglio) il confronto tra due personaggi, uno buono ed un cattivo non proprio cattivissimo, che si plasmano per tutto il film fino quasi a completarsi? Non sempre basta un "pezzo" di Miles Davis per distinguersi. Cruise è bravo ma è un mezzo busto, Foxx è bravo. Sono un "fan" di Heat, lo ammetto.
MEMORABILE: Tre perle: il recupero della valigietta presa dai balordi, i colori, le espressioni e il coyote nella scena relativa; infine la discoteca.
Al cinema, il plot twist mi aveva indispettito. Rivisto ora, è l'unica pecca di un grande film di genere. Mann sembra aver perso la voglia di rischiare e gira in sicurezza (come per Miami Vice) un film dalla struttura narrativa riconoscibile. Ma recupera l'idea visiva forte del noir anni 40: luci naturali usate per illuminare innaturalmente le scene, grazie a un uso strepitoso del digitale hd. Così, il viaggio nella notte angelena del killer Vincent, commesso viaggiatore della morte, ipnotizza e cattura. Fino al finale, che meriterebbe un director's cut.
MEMORABILE: C'è qualcuno che filma la notte urbana come Michael Mann?
Tralasciando l'ottima sequenza nella quale Foxx imita il modus operandi e l'ars retorica di Cruise nell'incontro con Bardem, Collateral è deludente in particolar modo nella regia "troppo" classica di Mann, che si limita al compitino senza osare. Sulla solidità della sceneggiatura non v'è dubbio, ma alcune scelte non appagano soprattutto il patetico e irreale finale. Foxx meglio di Cruise e Bardem meglio di Ruffalo.
Una grande regia per un film che, come ormai da molti assodato, perde colpi nella sceneggiatura. Più che altro infastidisce una certa spettacolarità cercata ad ogni costo e gli imprevedibili quanto improbabili cambiamenti caratteriali del personaggio interpretato da Foxx, perdendo un po' in coerenza e credibilità. Per il resto c'è poco da dire, l'atmosfera notturna di Los Angeles è meravigliosamente resa nelle scene più ad effetto che si alternano ad alcuni momenti di stanca che mantengono il film su livelli non eccelsi.
Bel film questo di Michael Mann, che sceglie due ottimi protagonisti (Foxx e Cruise), per incarnare due personaggi agli antipodi che, solo e unicamente all'interno di un taxi, possono amalgamarsi e scambiarsi i ruoli. Un viaggio notturno, un personaggio (quello di Foxx) indubbiamente memore di quello che fu di De Niro in Taxi driver, una perfetta resa della dialettica uomo/città attraverso i brillanti dialoghi ma anche soprattutto attraverso la soundtrack, fatta di silenzi, o possenti tracce dall'influenza elettronica. Belle anche le sequenze action.
MEMORABILE: Un uomo muore sulla metropolitana di Los Angeles...
Un lungo peregrinare per le vie di Los Angeles alla ricerca di condannati alla morte da parte di uno spietato killer. L'azione e i dialoghi sono validi e i due interpreti appaiono credibili. Cruise meglio del solito con un look accattivante e torbido mentre Foxx rimane una certezza. Buona colonna sonora e immagini notturne di buon livello.
Interessante miscuglio tra film d'azione e opera profonda. Mann gestisce il tutto con il solito gusto estetico e muove Cruise e Foxx (entrambi piuttosto affiatati), in una Los Angeles buia ma lineare. Lineare come la sceneggiatura, che non privilegia i colpi di scena e che purtroppo cede la guida all'azione nel finale facendo perdere l'emezione e il pathos accumulati fino a quel punto. Ciononostante il soggetto di per sé coinvolgente e l'ottimo comparto tecnico rendono la pellicola una delle migliori di Mann.
Thriller urbano di grandissimo impatto, non molto focalizzato sull'intreccio (poco si viene a sapere delle persone che Vincent elimina) ma sulla caratterizzazione dei due protagonisti, agli antipodi eppure in qualche modo connessi e bisognosi l'uno dell'altro. Bravissimo Foxx, che sa rendere molto bene la trasformazione del tassista Max da uomo mite a uomo d'azione, ma ancora più eccezionale è la fredda spietatezza del killer Cruise, alle prese con un ruolo per lui insolito. Splendida fotografia notturna, ottima regia. Da non perdere.
Un bel thriller, assai curato nell'impostazione, nella fotografia, nei dialoghi e nello scavo psicologico dei due protagonisti; peccato che le figure comprimarie siano poco sviluppate, ma in compenso alcune scene sono memorabili. Cruise e Fox riescono a integrarsi efficacemente.
MEMORABILE: La storia del morto in Metro ignorato per ore; La bellissima sequenza del “contratto” in discoteca.
Thriller molto elegante e visivamente ottimo firmato Michael Mann, vero esperto nel rappresentare al meglio luci e colori nel contesto notturno. La vicenda non è niente male, sebbene lo svolgimento sia parecchio intuibile sin dal principio, ma il film funziona, grazie a intensi dialoghi tra i due protagonisti, il tassista Foxx e il killer Cruise (per l'occasione brizzolato). Buoni gli scontri a fuoco per un risultato complessivamente notevole.
Los Angeles con le sue strade che sembrano srotolarsi all'infinito è il luogo dove si svolge questa tesissima vicenda. Uno spietato killer si serve di un tassista idealista e di sani principi per portare a termine il proprio compito. Bellissimo questo film di Mann, che scorre via a una velocità assurda. Molte le scene degne di nota e notevole il cambio di ritmo che avviene nel momento in cui il primo uomo assassinato esplode sul taxi. Ce ne fossero di film così.
Bel thriller e sicuramente uno dei migliori film di Tom Cruise, che in questo caso interpreta il killer. In giro con il taxi ad accoppare la gente: questo il succo del film, ma Mann riesce a costruirci una bella storia attorno in cui i protagonisti assoluti sono solo il killer e il tassista; i poliziotti che indagano sugli omicidi sono un po' finti e messi lì giusto per bellezza, perché a un certo punto spariscono nel nulla. Le scene d'azione sono molte e ben realizzata e soprattutto verso il finale il film cresce sempre di più.
Il film rappresenta lo stadio terminale del poliziesco americano che nel corso degli anni si è sviluppato sino ad assumere uno status autoriale ricco di valenze metaforiche come nel caso di questo splendido neo-noir. Da un regista esperto del genere una vicenda di improbabile verosimiglianza ma fortemente simbolica e quasi metafisica. Un Cruise che finalmente abbandona le sue pose da divo-fighetto per tracciare una figura di killer elegante, spietato e dolente. Splendido uso del paesaggio urbano e riprese digitali per una volta funzionale.
MEMORABILE: Il coyote che attraversa la strada sulle note degli Audioslave.
In una Los Angeles plumbea, cinerea, spicca il giallo del taxi di Foxx, uomo comune con sogni ordinari che stanno per essere stravolti in una sola delirante notte da un gelido e lucido Tom Cruise. Ottimo come sempre Ruffalo, qui detective e molto bello l'incontro Foxx/Bardem. Mann non sbaglia un'inquadratura, una battuta, una musica; è tutto perfetto e forse questo è l'unico limite del film, nel senso che non sorprende. Ciò detto è un ottimo film, dal gran ritmo, con dialoghi mai banali e azione ben dosata. Da vedere.
MEMORABILE: La visita alla madre di Foxx in ospedale.
La Los Angeles notturna è ripresa con impeccabile gusto estetico, ma rispetto ad altri suoi lavori (penso a Miami vice o a Nemico pubblico), stavolta Mann non si limita soltanto alla forma e riesce a costruire una storia magari non sempre credibile ma decisamente appassionante. Bella idea di partenza, tensione costante e due protagonisti in palla per un thriller d'azione che con un finale maggiormente strutturato, avrebbe potuto volare ancora più in alto. Buona anche la colonna sonora.
Un sicario deve compiere la sua missione uccidendo cinque scomodi testimoni. Per farlo prende in ostaggio un tassista che, per amore, si ribellerà. Mann dirige un film adrenalinico e senza compromessi, con qualche pausa densa di dialoghi a effetto e azioni serrate e violente. Molto buona la caratterizzazione dei personaggi che si scontrano prima psicologicamente e poi fisicamente in una tragica tenzone metropolitana. Ma se Foxx convince nei panni del mite tassista, Cruise ha una faccia troppo pulita per essere credibile come assassino.
L'elegante Cruise è un killer prezzolato nichilista come quelli di uno yakuza, ma filosofo come quelli di Tarantino: purtroppo il connubio incarna il peggio di entrambi gli stereotipi invece di trarne l'essenza migliore; meglio Foxx, che parte più misurato ma carpita la lezione lo imita fino a superarlo. Entartainment di qualità pregevole, che spalma almeno un paio di scene notevoli (su tutte la chiacchierata col jazzista, di matrice tarantiniana anch'essa); ma non basta rendere un personaggio logorroico per dargli spessore psicologico.
MEMORABILE: "A Los Angeles se un uomo muore in metropolitana la gente gli si siede accanto e nessuno nemmeno se ne accorge".
La struttura circolare del plot, già collaudata in molte occasioni, non rende originale il film di Mann, come pure il rapporto tra i due protagonisti: Cruise il solito freddo killer, anche tuttologo e Foxx (il più bravo di tutti) tassista con il sogno nel cassetto dove sembra dover restare per sempre. La messa in scena notturna entusiasma molti; personalmente preferisco la luce, ma devo ammettere che è la parte tecnica che riesce a superare tutto il resto. Non basta questo però a far gridare al capolavoro, nemmeno con l'aiuto del coyote.
Non originalissimo nel soggetto e prevedibile nel rapporto tra i protagonisti, di psicologie condizioni diverse. Il lato positivo sta nella tecnica del regista che, grazie a un eccellente uso del digitale, ambienta questo "tutto in una notte" nel livore e nelle luci losangeline. Ma è solo un piacevole action movie d'autore le cui introspezioni son più fumo che arrosto. E Cruise non è certo il Delon di Frank Costello.
Una notte come tante altre per il tassista Max (Jamie Foxx), fino a che sulla sua strada, o meglio sul suo taxi, incontrerà il gelido killer Vincent (Tom Cruise). Michael Mann racconta la vicenda senza cercare facili spettacolarismi, servendosi di una splendida fotografia che mette in risalto i colori notturni. Apprezzabili i due protagonisti, in particolare Tom Cruise in un ruolo per lui inedito.
Un bel noir degli Anni Duemila ambientato interamente in una Los Angeles notturna distante dall’immagine da cartolina. Gran parte del merito della riuscita, però, va attribuito a Tom Cruise e vale la pena spendere il proprio tempo per ammirarlo in un ruolo insolito per la sua fisiologia di attore. Si nota una certa cura nei dialoghi, anche se il film dà il meglio di sé nelle scene d’azione, facendo dimenticare la scarsa plausibilità di alcuni punti in cui si concede qualche licenza cinematografica. Il finale a salire di tono è la ciliegina sulla torta.
Una Los Angeles notturna, multiforme e indifferente (molto ben fotografata) fa da sfondo al confronto tra due personaggi opposti, portati dagli eventi a una simbiosi fatale. Il racconto di Mann è forte negli aspetti descrittivi e nei dialoghi tra i due protagonisti, ma crolla in un finale stantio che riassume tutti i peggiori difetti dei film d'azione più commerciali e grossolani. Attori adeguati ma non irresistibili, anche se Cruise mostra impegno in un ruolo da Terminator per lui inusuale.
MEMORABILE: Il racconto del morto nella metro; Felix e il tirapiedi di Babbo Natale; La domanda su Miles Davis; La visita in ospedale; La mattanza in discoteca.
Sorprendentemente bravo Tom Cruise nel ruolo del sicario senza alcuna pietà, buoni ritmo (nonostante la durata), scene d'azione, ambientazione (prettamente notturna, l'idea migliore del film) e cast (con plauso speciale a Foxx). Purtroppo, però, non si può dire che la trama brilli per originalità e sono assolutamente fuori luogo (potremmo definirle "classiche americanate") le prediche che il tassista fa al suo rapitore per spingerlo a fermarsi. Finale prevedibile ma comunque spettacolare.
Pregevole film che ha tutti gli elementi per poter esser definito un noir di livello: splendida fotografia, un'ambientazione notturna e affascinante, alcuni dialoghi ben riusciti e una buona dose di suspense. Se in più ci aggiungiamo un'ottima prova degli attori (su tutti un Tom Cruise in splendida forma), è possibile capire la caratura della pellicola. Da non perdere, anche per chi non è appassionato del genere.
Notte "un po' complicata" per il tassista (Jamie Foxx), di solito in grado di gestire i propri clienti. La pellicola scorre piuttosto fluidamente, grazie ai non pochi problemi, che i protagonisti si creano a vicenda e a alcuni scambi verbali. Poi però, nell'ultimo quarto, si inizia a esagerare (la metamorfosi del tassista da "Babbo Natale e Pedro" in poi e la coincidenza sono assai poco credibili, come anche il finale). Se solo non si fosse calcata troppo la mano, sarebbe stato un buon film. Comunque, nel complesso non è male e merita un'occhiata, anche per le belle riprese notturne.
MEMORABILE: "Il mio è un impiego temporaneo"; "Da quanto lo fai?. "Dodici anni"; "Il livello di stress (quasi tangibile) accumulato dal protagonista; Il jazzista.
Tassista nero si trova ostaggio di un sicario che lo obbliga a scorrazzarlo per cinque appuntamenti equivalenti a cinque missioni di morte. Genere “tutto in una notte”, risolve bene le incognite insite in un copione del genere, ossia la storia fluisce bene e congruamente. Non mantiene sempre originalità di trama e dialoghi, ma nel complesso avvince ad ogni “scadenza”. Mann gestisce bene il repertorio notturno come nido di incognite e ventre molle della malavita. Il ruolo di cattivo si addice a Cruise che mantiene una inespressività qui adeguata.
MEMORABILE: La sparatoria nella discoteca affollata.
Il seguito carrieristico di Heat non raggiunge il picco del capolavoro del '95 ma consacra la maestria di Mann; tra la notte egemone e il Cruise perfetto c'è Foxx, moderno buon samaritano con qualche frustrazione a carico. La coincidenza tra passeggeri con problemi in comune, da risolvere ognuno a modo proprio, indebolisce la storia quel tanto che non basta a banalizzarla; per quanto subentrino diversi personaggi si viaggia sempre in due, il bene e il male seduti in un taxi alla ricerca di limiti che si scopriranno essere vicinissimi. Confezione premium, che caratterizza il pregio.
MEMORABILE: Il depliant della Mercedes, sogno di Foxx.
Sicario si fa guidare da un tassista in una notte di lavoro. Noir che nella prima parte sa equilibrare la tensione criminale con l'introspezione dei personaggi, poi diviene iperbolico nell'ultimo salvataggio. Mann propone inquadrature notturne suggestive, una notevole scena in discoteca e non abusa con l'action. Il versante poliziesco, la parentesi con la madre e l'incontro sentimentale potevano essere ridotte o studiate meglio. Anche l'incontro con Bardem sembra fantascienza; almeno fa sorridere.
MEMORABILE: Il cadavere sul tettuccio; La borsa distrutta; L'accelerazione del taxi.
Un brumista che sogna una nuova vita e trasporta la signora con la falce (e martello: la fine del tempo è denaro). Lo scambio simbolico e/è la notte tutt'altro che tenera – ma anche sì - e suoi annessi rapporti tra viaggio e termine. Il retrovirale senso del nemesiaco, dell'altro da sé che si fa altro in sé. Una città da fotografare come se fosse una modella da calendario sexy. A Mann basta e avanza (nel senso del verbo venirci incontro) quel che a noi sembra poco per scatenare un iperclassico metropolithriller di enorme potenziale sciamanico e di inestinguibile energia rapinosa.
Michael Mann si conferma un buon regista di film d'azione. Il suo "Collateral" non è privo di difetti, ma inchioda alla sedia e genera anche una certa tensione. Il ritmo è molto alto, la tecnica elevata. Hanno gioco facile dunque i protagonisti a portare avanti la storia. Tom Cruise qui è autore di una buona performance, anche se il suo personaggio non convince appieno. Bravo Jamie Foxx. Il finale al sapor di love story non fa bene alla pellicola, si poteva fare meglio. Ma tra i thriller del periodo questo è sicuramente tra i più efficaci.
Foxx è un tassista ambizioso ma insicuro, Cruise un killer sociopatico che si servirà di lui per portare a termine il proprio lavoro; fra un assassinio e l'altro, lo sventurato autista troverà nel suo avversario anche un diabolico mentore. Appassionante noir metropolitano firmato da un regista che col genere ci sa decisamente fare. Anche senza tirare in ballo intrecci complessi o inediti rapporti psicologici fra i suoi protagonisti, l'autore gestisce alla perfezione le meccaniche della suspense e allestisce siparietti action ad altissimo apporto adrenalinico. E tanto basta. Notevole!
MEMORABILE: La spietata freddezza di Cruise; Foxx tira fuori gli attributi parlando col boss; Il lungo inseguimento conclusivo con gran finale in metropolitana.
Quando Michael Mann era uno dei migliori registi di Hollywood. Un film teso, con tanti colpi di scena, avvincente, una delle migliori interpretazioni nella carriera di Tom Cruise, una lotta senza quartiere per le strade di una metropoli. Sorprese continue, ritmo serrato e storia comunque credibile e godibile, personaggi minori tutti scolpiti e che rimangono nella memoria, soprattutto Mark Ruffalo.
Capolavoro del genere thriller-noir girato da uno dei massimi esponenti del genere. Pellicola dalla trama non troppo innovativa ma dalla confezione ineccepibile, dalla magistrale gestione della tensione alle perfette riprese di una Los Angeles notturna. Ottima l'interpretazione di Tom Cruise, che finalmente mostra la sua effettiva bravura questa volta (incredibilmente) nel ruolo di uno spietato sicario. Film straordinario più che nella sostanza nella confezione, davvero ineccepibile.
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Personalmente gli ultimi lavori di Mann mi spingono verso il sonno: forse non è una regia piatta perchè le qualità puramente tecniche si vedono ma è una regia molto, troppo, compassata che tende ad appesantire le sceneggiature, specie nella seconda parte della carriera (dal Moicano in poi)
Ali, Miami Vice, Collateral, Public enemy sono film che avanzano con difficoltà, in una sospensione un po' fine a se stessa. Per non parlare poi di Heat, ovvero come sprecare De Niro e Pacino infilandoli in un film che, diciamocelo, fa dormire.
Per dire, Yakuza prende una pista agli ultimi lavori di Mann pur condividendone l'impostazione generale.
Jandileida ebbe a dire: Personalmente gli ultimi lavori di Mann mi spingono verso il sonno: forse non è una regia piatta perchè le qualità puramente tecniche si vedono ma è una regia molto, troppo, compassata che tende ad appesantire le sceneggiature, specie nella seconda parte della carriera (dal Moicano in poi)
Ali, Miami Vice, Collateral, Public enemy sono film che avanzano con difficoltà, in una sospensione un po' fine a se stessa. Per non parlare poi di Heat, ovvero come sprecare De Niro e Pacino infilandoli in un film che, diciamocelo, fa dormire.
Per dire, Yakuza prende una pista agli ultimi lavori di Mann pur condividendone l'impostazione generale.
Concordo su ogni sillaba. Per me comuqnue c'erano già problemi di sceneggiatura e tenuta complessiva del racconto anche nei primi film, tipo La fortezza e Manhunter, anche se stemperati da uno stile di regia fiammeggiante e innovativo. Ora il sentore generale è che abbia ripiegato sulla maniera e l'enfasi, che voglia dire sempre più di quanto sta in effetti raccontando. Heat e Insider sono fuori misura, bei polpettoni che si reggono a fatica e a tratti, diciamolo, sono così ostentatamente tutti d'un pezzo da rischiare il ridicolo involontario. Almeno Collateral ha il dono della sintesi. Poi, sia chiaro, se parliamo di sequenze mirabolanti e tecnica di regia, allora ce n'è fin che si vuole in ogni singolo film.
DiscussioneBrainiac • 15/08/12 12:54 Call center Davinotti - 1464 interventi
Collateral, Public enemy sono film che avanzano con difficoltà, in una sospensione un po' fine a se stessa. Per non parlare poi di Heat, ovvero come sprecare De Niro e Pacino infilandoli in un film che, diciamocelo, fa dormire.
Il problema di Collateral e la sceneggiatura (non scritta da Mann), ma al di là di quella resta un gran film di regia, puramente manniano.
La fortezza e Manhunter sono per me due cult indissolubili (sperimentale il primo, seminale il secondo), così come e avanti coi tempi Strade violente rispetto all'anno in cui e stato realizzato (1981).
Ad esempio detesto profondamente L'ultimo dei mohicani, questo si convenzionale e adombrato da luci blockbusteriane (ma non mi sognerei mai di dire che ha una regia piatta e banale)totalmente estraneo alle corde e temi manniani.
Mi mancano Insider e Alì, nonchè Nemico pubblico, Miami vice e Heat (non verrebbe La corsa di Jerico, in quanto realizzato prettamente per la tv).
DiscussioneBrainiac • 15/08/12 13:07 Call center Davinotti - 1464 interventi
Buiomega71 ebbe a dire: Il problema di Collateral e la sceneggiatura (non scritta da Mann)
i problemi di Collateral sono tanti, troppi: a partire dalla pettinatura di Cruise.
La fortezza e Manhunter sono invece gajardissimi.
Cotola ebbe a dire: A mio parere è proprio la regia che fa ci Collateral un gran film (specie dal momento in cui il lupo attraversa la strada al taxi). La sceneggiatura, come detto da Buio, non è esente da difetti e critiche ma sulla capacità del regista di costruire le scene di tensione (vedi la scena al jazz club con tanto di chiacchere su Miles Davis - spero di ricordare bene poichè vado a memoria - ma anche quella della sparatoria in discoteca) nonchè sul talento visivo di Mann (specie nelle storie notturne: vedi ad esempio Strade violente), anche qui dispiegato a piene mani, beh gusti a parte
(legittimi, ovviamente) non ci dovrebbero essere dubbi.
straconcordo
MusicheMatalo! • 22/11/17 13:18 Call center Davinotti - 613 interventi
Giusto per sfogare la mia passione per il jazz il brano della jam session nel club in realtà è Spanish Key, tratto dal capolavoro di Miles Davis "Bitches Brew". https://youtu.be/ibanLlREjTk
DiscussioneAlex75 • 17/07/19 18:39 Call center Davinotti - 710 interventi
Didda23 ebbe a dire: Buiomega ebbe a dire nel momento da ricordare:
" L'incontro tra Foxx e Bardem"
Sono completamente d'accordo. Per me è l'unica sequenza che si salva in un pellicola che delude soprattutto in fase di regia. Che piattezza! Troppo classicismo senza un filo di personalità.
Se penso a quella perla immensa di Drive, mi viene la voglia di abbassare il mio due e mezzo.
Refn è di un'altra categoria...
Per me il momento citato da Buiomega è la sequenza migliore del film, che però non ho affatto trovato piatto e inoltre ho trovato molto personale lo sguardo di Mann sulla Los Angeles notturna: ero disposto a dargli 3 pallini e mezzo, ma dopo lo schianto del taxi l'ho trovato molto forzato dal punto di vista narrativo.