Polanski trovava la
sceneggiatura di Robert Towne prolissa e troppo complessa, tanto che i due si ritirarono in una villetta (procuratagli dal produttore Robert Evans) riscrivendo il tutto per ben otto ore al giorno.
Polanski voleva il massimo del realismo per la Los Angeles degli anni 40 che aveva in mente, si affidò così al direttore della fotografia Stanley Cortez, che Polanski ammirava per
L'orgoglio degli Amberson. Ma il vecchio mago della luce, che non lavorava più da parecchio tempo, era lentissimo per ricercare i tagli di luce nelle inquadrature e venne sostituito da John Alonzo (il produttore Robert Evans avrebbe voluto Gordon Willis, volendo dare al film un taglio alla
Padrino, con assoluto rifiuto di Polanski).
Sul set, e durante la lavorazione,
Polanski e Faye Dunaway ebbero feroci litigate, soprattutto per i capricci dell'attrice (Evans avrebbe voluto Jane Fonda, Polanski insistette per la Dunaway). L'attrice (dotata di certo temperamento e da una facile propensione agli scatti d'ira con contorno di scurrilità) si imbestialiva con Polanski quando quest'ultimo le faceva rifare determinare scene.
Con
Jack Nicholson andò quasi tutto liscio e nella sequenza del canale invaso dall'acqua l' attore, su consiglio azzardato di Polanski, non usò la controfigura.
I dirigenti della Paramount giudicarono
troppo violenta e grandguignolesca la sequenza in cui lo scagnozzo impersonato da Polanski stesso taglia la narice a Jack Nicholson con un coltello a serramanico, consigliando al regista di eliminarla dal montaggio. Polanski si oppose fermamente, giudicandola una delle sue preferite del film.
Polanski riuscì a rispettare anche i tempi di lavorazione previsti e il film si rivelò il suo secondo successo commerciale dopo
Rosemary's baby.
Polanski rimase ferito dalle dichiarazioni di
Robert Evans (che oltre a produttore era anche suo amico) che si prese, in gran parte, tutti i meriti per la riuscita del film.
Amareggiato, Polanski lascia di nuovo Hollywood (dove era tornato malvolentieri, ma attratto dalla possibilità di realizzare un noir, genere che amava moltissimo, rispolverandolo alla luce degli anni 70), ritornando nella vecchia Europa.
Da Roman by Polanski, autobiografia di Roman Polanski, Bompiani (1984).