Dopo un decennio trascorso a palleggiarsi i sequel della serie con sempre più svogliata ripetitività, Wong ed Ellis si fanno saggiamente da parte; il crollo in picchiata però procede inarrestabile. Meccanismo identico condito di prevedibile sadismo nella scomposizione della suspense, gratuita disonestà nella moltiplicazione dei possibili percorsi mortiferi e cattiveria di dubbio gusto ampiamente evitabile. A colmare gli intervalli tra uno schiattamento e l'altro, una fuffa di inquietudini lavorative e tira e molla sentimentali di nessun interesse. E con l'epilogo siam punto e daccapo...
MEMORABILE: Il catastrofico crollo iniziale del ponte.
Arrivata al quinto capitolo e al secondo film in 3D, la saga di Final destination piuttosto che stupirci con una nuova trama si ripete. Certo, alcune cose sono cambiate, ma sono dettagli. Alla fine il vero protagonista del film è il 3D, curato nelle scene splatter e non solo, perché attori come il protagonista, Nicholas D'Agosto, risultano anonimi quanto i loro nomi. Il regista ha lavorato con James Cameron, peccato che non riesca a esaltare niente che non sia un FX. Belle ragazze, specie quella con gli occhiali. Due, per gli effetti.
Steven Quale sceglie di privilegiare l'aspetto visivo rispetto a quello narrativo: infatti se da un lato l'uso del 3D è molto funzionale e spettacolare, dall'altro l'opera risente di una sceneggiatura scadente e ai limiti della tollerabilità. Rispetto ai film della coppia Wong-Ellis, questo capitolo è privo di thrilling e inquietudine. La terza dimensione esalta la spettacolarizzazione degli incidenti, regalando dei momenti molto intensi. Senza il 3D non ha alcun senso vederlo. Mediocre!
Ennesimo sequel di una serie che da un bel pezzo sembra aver esaurito ogni tipo di originalità. Ciò che si può notare (perché la storia è sempre quella, nemmeno cambiata di una virgola) è che gli incidenti mortali dei vari personaggi sono ancor maggiomente grotteschi dei precedenti film (sino a sfiorare in più di un'occasione il ridicolo), segno che il lavoro di regia e sceneggiatura è stato fatto lì, invece che sulla storia. Sarebbe ora di concludere la serie...
MEMORABILE: Il grottesco incidente della ginnasta.
Il Tetro Mietitore prende di mira i sopravvissuti al crollo di un ponte. Inevitabile sequenza di morti a conferma del fatto che, dopo i primi due buoni capitoli, lo spunto iniziale della saga è diventato un pretesto per del lugubre intrattenimento. Questa volta, però, le morti sono fin troppo macabre per essere divertenti e l'unico motivo d'interesse rimane la loro resa in 3D, molto efficace. Todd compare qui e là e incute timore solo con la sua presenza. Se avete seguito tutta la saga, vi piacerà la sorpresa finale.
Squadra che schiatta non si cambia, perché più morto non si può. Duplicando i predecessori senza manco provare a invertire l'ordine degli addendi, o a trasformarli in sottraendi, il risultato resta tanto strutturalmente invariato (dal One vision al Kill em all) quanto qualitativamente fetente, e consunto al punto che persino a Tony Todd decade l'emblematica - e spiritosa - portata metatransfilmica del capostipite (non fosse che in tedesco il suo cognome significa appunto morte). A infinocchiarci per la quinta volta, un calamitoso incipit da applauso. Poi la meccanica totentanz, quindi un simpatico moebius-ending con tanti saluti. Ma è poco, troppo poco.
La storiella del tristo e puntiglioso mietitore è stranota, e certo nessuno poteva aspettarsi originalità dal quinto episodio di una saga già sgonfia. La regia non è neppure da buttare, soprattutto quando inquadra in modo ansiogeno oggetti di uso comune facendoli apparire come una minaccia letale, o quando inscena le solite morti ingegnose e grottesche. Ma non basta: il risultato complessivo lascia spazio a troppi sbadigli, causa un meccanismo narrativo reiterato fino alla nausea.
Confesso: sono un fan sfegatato di questa saga horror e nonostante una sceneggiatura che procede ormai con il pilota automatico anche questo Final destination 5 mi ha fatto trascorrere novanta minuti di puro divertimento. Gli effetti speciali sono veramente ottimi e gli attori più che passabili. Il finale del tutto inatteso è una piacevolissima sorpresa. Nota di merito per i titoli di coda, che ripropongono gli incidenti dei precedenti capitoli. Godibile!
Arrivata stancamente al quinto episodio la serie Final destination cambia regista ma non sostanza. Sebbene ci siano piccole variazioni della trama, il quinto episodio non si discosta molto dai precedenti; si nota nel complesso una minor cura nella confezione con gli effetti speciali non curatissimi e una recitazione sotto il livello di guardia da parte di un cast non travolgente. Che sia arrivato il momento di mettere fine alla serie?
Mezzo voto in più per il finale che, in fondo, è la cosa migliore del film. Per il resto siamo alle solite: trama risibile che sfrutta l'idea del capostipite, caratterizzazioni superficiali ma anche una regia che è in grado di divertire, essere spettacolare dove serve (il ponte) e creare suspence con il "banale" (viti, bulloni, acqua sul pavimento, fili elettrici,...). La formula continua a piacermi anche se, a questo giro, il ritmo latita. Franchising finito? Vedremo. Tornasse Ellis un'altro lo vedo volentieri...
La serie inizia a mostrar stanchezza, soprattutto nelle dinamiche delle morti, dove anche se sbucano buone idee (l'agopuntura, il laser oculare) esse spesso vanno a risolversi, nei momenti clou, con stravisti spappolamenti corporei: teste che scoppiano, esplosioni... Però ottime scene ci restano: la tesissimissima prima morte "ginnica" (tra le migliori della saga), quella dall'oculista (poco gore ma sadica), l'incidente iniziale, i bei titoli di testa e l'originale finale che rimanda al I film. Molti clichè, molte banalità, ma la regìa c'è.
MEMORABILE: I frontcredits con gli oggetti che si schiantano stile Tempus II; La ragazza accecata dal laser che cade giù dal grattacielo; L'asfalto bollente.
Difficile valutare una serie di cinque film dove tutte le pellicole sono assolutamente identiche una all'altra. Questo capitolo non fa eccezione: dopo un bell'inizio con l'ottima scena sul ponte e dopo i primi due ingegnosi omicidi, tutto diventa una fotocopia con il toner in esaurimento, rialzandosi parzialmente in un finale che almeno riesce a sorprendere. Incredibile come l'ambientazione da fine anni 90 risulti già gustosamente vintage.
Arrivata al quinto capitolo, la serie riesce a recuperare lo smalto perduto, grazie a un finale ottimo per i fan della saga (e ai titoli di coda!) e ad alcune scene particolarmente riuscite (il laser per gli occhi su tutte). Ottimo il 3d, una volta tanto sfruttato in pieno.
Un pavimento scivoloso può creare per un casuale meccanismo a catena danni irreparabili e morti disgustose. Il solito canovaccio unto e bisunto con in più un cast di anonimi attoruncoli brufolosi (ma senza brufoli) e situazioni neanche poi tanto spettacolari. Si aggiunge un finale affrettato. Cos'altro aggiugere? Che si spera questo sia l'ultimo della serie.
Ultimo capitolo della serie (salvo ripensamenti). Chiaramente le idee, che già erano scomparse dal terzo episodio in poi, sono ridotte ai minimi storici; ma è ormai chiaro che i fan guardino i film del franchise più per vedere fino a che punto si spingano le "morti spettacolari" che altro. In questo senso anche stavolta c'è da spassarsela. Infatti, seppur non troppo inventivi, i vari decessi sono veramente brutali e gory; notevoli incipit e finale e buon lavoro fatto con audio e riprese che assicurano qualche salto sulla sedia. Non male.
MEMORABILE: La morte della ginnasta, ottimo esercizio di tensione cinematografica.
Il gioco reiterato non fa che annoiare lo spettatore che ha già visto i precedenti episodi (tra l'altro ricordati nei titoli di coda e attraverso una serie di citazioni di cui non si sentiva proprio la necessità). La storia è sempre la stessa e quindi le innovazioni non sarebbero riuscite compunque a salvare la pellicola, ma qui non ci si impegna proprio: si vedono solo morti prevedibili (scusate) e quindi non sconvolgenti, un cast poco abile, scene da serie tv e frasi fuori luogo. Insomma, quando arriverà la "final destination" anche per questa serie?
Dall'ultimo (si spera, visto l'andazzo) capitolo della saga era lecito aspettarsi qualcosa di più. Invece, dopo un incidente iniziale di soddisfacente impatto come da tradizione, siamo alle solite: la visione, il gruppo di sopravvissuti, la "lista" e l'ineluttabilità del destino. Nessuna idea nuova e un campionario di morti che parte bene (la ginnasta, sequenza ansiogena) e prosegue fiaccamente. Azzeccato però il finale "circolare" (forse intuibile ma che importa).
All'ultimo capitolo la saga riacquista un po' di fiato; in particolare giova l'introduzione di un humor molto più massiccio, attraverso personaggi che non sfigurerebbero in qualche pellicola demenziale. Gli incidenti al solito sono molto elaborati, con un paio di sequenze splatter/gore che non delulderanno gli appassionati. Bene i personaggi, con la gradita riapparizione del luciferino Todd. Finale riuscitissimo.
Buonissimo e sorprendente sequel che riesce a superare i due mediocri episodi precedenti tornando su livelli più che discreti. La zuppa è sempre la stessa, ci sono poche variazioni alla struttura basica, ma c'è un incremento generale di crudeltà sia dal punto di vista delle morti (più dolorose del solito) sia dal punto di vista "etico" (nuova regola per cui uccidendo qualcuno in pratica si vive più a lungo). Il finale riserva un ottimo colpo di scena difficilmente intuibile, anche se non del tutto logico. Ritorna anche Tony "Candyman" Todd.
MEMORABILE: L'operazione agli occhi; L'agopuntura; Il finale con un bel paio di sorprese beffarde.
Preferibilmente andrebbe visto in 3D e comunque almeno in blu-ray, perché tolta la parte visiva non è che resti granché. Certo, ci sono alcune sequenze in cui la tensione funziona (la ginnasta, l'agopuntura), ma il meccanismo è sempre il solito e si ripete a ogni morte e in ogni film della saga. Molto riuscita la lunga scena del ponte, recitazione accettabile, musiche da teen movie. Interessante invece l'epilogo, che chiude il cerchio ricollegandosi direttamente al primo capitolo, uscito nel 2000. Per appassionati completisti.
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Quella dei coltelli da cucina, sulla prof Lewton, è piuttosto argentiana.
Ma più che i coltellazzi, e una schegga dello schermo del pc che le si conficca nella gola a provocare uscite ematiche.
Sono curioso perchè Quale è stato "visual effects supervisor" di Avatar e "second unit director" di Avatar e Titanic.
Credo che una certa dimestichezza con il 3D potrebbe averla!
Ho capito a cosa ti riferivi con non è un sequel caro Gest!
Ho iniziato a capire alla morte del tipo nel centro massaggi cinese.
Se non si ha la passione per il vintage, è quasi impossibile possedere ancora lo StarTac della Motorola.
Fine Spoiler
Se avessi visto il film in due dimensioni, avrei fatto fatica a finirlo.
La sceneggiatura è proprio inesistente.
Concordo pienamente con il commento di 124c, il vero e unico protagonista del film è il 3D.
A meno di un ingente incasso planetario credo che possa davvero essere il capitolo finale!
HomevideoGestarsh99 • 5/01/12 20:39 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione 3D (Blu-Ray 3D + Blu-ray + Copia Digitale) dal 22/02/2011 per Warner Home Video:
DATI TECNICI
* Extra Scene di morte alternative
Visual Effects of Death: il crollo del ponte
Visual Effects of Death: l’incidente aereo
Ulteriori contenuti via BD-Live
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