Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Ciavazzaro: Migliore della media dei film interpretati da attori diventati famosi in televisione. Infatti ovviamente il film ha le sue carenze dal punto di vista della trama etc., ma la Littizzetto riesce a essere una brava interprete molto divertente. Senza troppe pretese da vedere.
Faggi: Il melodramma avvolgente - pittorico e caldo, concettualmente cristallino nella geometria della figurazione - secondo il mago Douglas Sirk, con la complicità di un altro mago, ovvero il direttore della fotografia Russel Metty e dei due magnetici protagonisti (vere star e non burattini). La temperatura emozionale si dipana similmente a un incendio che avvampa, si quieta e poi ancora avvampa con l'impressione dell'imprevedibilità: notevole, dunque, il finale, risolto con sottigliezza di codice tenendo salda la sospensione dubitativa.
Tutto comincia con un ritrovo tra vecchi compagni di classe a Baton Rouge, Louisiana. Due amiche, Jessica (Oristano) e Cynthia (Jackson), rincontrano lì Karen (Honoré), che nel frattempo si è sposata con Paul (Furst), al tempo pure lui a scuola con loro. Jessica, fissata con i social, a festa finita rimane in contatto con Karen e, quando dopo qualche tempo scopre che questa scrive di essere alle Hawaii in viaggio da sola (proprio lei che odiava l'aereo), si insospettisce e comincia a spiare Paul, il quale effettivamente pare farsela con un'altra (Bowen). Jessica tenta di chiamare più volte...Leggi tutto al telefono l'amica ma quella non risponde. E se fosse in realtà morta? Una sorta di Finestra sul cortile in cui la finestra diventa quella di Windows, che restituisce immagini presumibilmente fasulle dalle Hawaii firmate da una Karen che forse non è lei. Jessica, soprattutto con l'amica di sempre Cynthia (Jackson), ci fa la parte della James Stewart di turno, unica convinta che i messaggi siano appunto sospetti nonché scritti da qualcun altro. L'unico disposto a darle una mano nelle sue indagini amatoriali è Josh (Colletti), altro ex compagno di quella che è una storia in cui tutti o quasi appartenevano alla stessa scuola. L'intreccio, a dire il vero, sarebbe anche intricato e non peregrino; peccato venga spiegato nei suoi risvolti più interessanti solo nel finale, perdipiù attraverso flashback esplicativi decisamente malfatti e tirati via. Il tutto funziona infatti meglio quando si può appoggiare al cast, quando cioè gioca sui sospetti intorno alla figura del marito che non si sa quanto siano giustificati e a cosa possano condurre. Furst, obiettivo fin da subito dichiarato di ogni dubbio, è sufficientemente ambiguo, ma al centro della storia sta comunque la Oristano (di un'espressiità vivace e autentica che non dispiace), con la Jackson che prova appena può a distrarla dalla sua ossessione social ("E vivi un po' nella realtà", il chiaro consiglio). Si prova a inserire forzatamente qualche elemento thriller (un tentato investimento, ad esempio), si utilizza una musica ossessiva invadente ma si precipita spesso in incongruenze piuttosto gravi che tendono a minare a più riprese la credibilità dell'azione. Purtroppo però, come quasi sempre capita in questi mystery di matrice televisiva, è la regia a mancare di incisività, con la conseguenza di appiattire il tutto facendolo rientrare a pieno titolo nel ricco filone dei gialli nati con l'unica ambizione di intrattenere un pubblico che, seduto sul divano, da prodotti simili si aspetta poco o niente. Peccato, perché con una cura maggiore nella sceneggiatura il tutto poteva funzionare molto meglio.Chiudi
Gugly: Seguito delle Comiche a tratti più divertente del primo; ovviamente la qualità delle gag non è sempre di primissimo livello, Villaggio fa Villaggio, Pozzetto è più spalla e meno perfido rispetto alla prova precedente, ma molte scene si ricordano con piacere (in special modo l'odissea dell'avvocato, che proprio grazie a loro troverà la sua vera strada)...
MEMORABILE: la sequenza natalizia nella villa, lasamba finale in ospedale
Mascherato: Dopo la visione di The Mask 2 ho deciso di rivolgermi al GAAC (Gruppo Autoaiuto Cinefagi Compulsivi). Ho capito che quella dell'esaustività del sito era solo un alibi per giustificare la mia malattia. E'necessario che io vada a vedere un film che su IMDB ha raccolto un voto pari a 1,8 (su 10)? Vabbè direte voi, ma il regista è quello di Come cani e gatti e poi c'è Bob Hoskins. Sì, Bob Hoskins che fa Odino! A me non interessa se Bob ha problemi economici tali da indurlo a farsi coinvolgere in simili abomini. Da oggi voglio cambiare. Non so se ci riuscirò.
Daniela: Scapolone impenitente e sciupafemmine si trova a dover condividere il lussuoso appartamento con una splendida donna che però ha un grosso handicap, anzi due, ossia un maschietto di otto anni e una femminuccia di cinque. Indovinate come va a finire... Commediola banale che inanella una serie di gag stantie o discutibili per arrivare a un epilogo scontatissimo. Per risollevarne le sorti ci sarebbe voluto un attore di spirito ma Ducret non è Dujardin o Lellouche e le sue disavventure non divertono ma urticano.
Belfagor: Seguito di Stuart Little che vede il topolino protagonista incontrare un uccellino di nome Margalo, minacciata da un falcone. Questo sequel ha gli stessi pregi e difetti del capostipite, sebbene la storia sia più movimentata e gli effetti speciali siano migliorati. Adorabile Geena Davis nei panni della signora Little, divertente il pavido e sardonico gatto Fiocco Di Neve che stempera gli eccessi di zucchero. Ben realizzate le sequenze aeree.
Rigoletto: Altro centro del Clint Eatswood regista che firma questo "on the road" bello teso, con un ritmo azzeccato. Tutto sommato, seppur denoti una certa età, resta un prodotto godibile, complice anche un minutaggio canonico. Di certo, dopo altre esperienze registiche, Eastwood si dimostra artista a tutto tondo sia come regista che come attore. Bravissima la Locke, più volte al fianco di Eastwood, che evidenzia una volta di più una spiccata tendenza ai ruoli ombrosi.
Daniela: Un procuratore, incerto sulla reale colpevolezza di un uomo che a seguito delle sue indagini è stato condannare a morte per omicidio, chiede a Poirot di riesaminare il caso.... Giallo di stampo classico, con la solita rosa di sospetti che il baffuto investigatore esamina con puntiglio, prima di riunirli tutti in una stanza per il gran finale. Niente di particolare da segnalare, compresa la rivelazione del colpevole che non è del tutto imprevedibile, se non la perfetta interpretazione di Suchet, insuperabile nel ruolo.
Vito: Bel film di Scott sulla Battaglia di Mogadiscio, durante la guerra civile somala iniziata nel 91 e purtroppo ancora in corso. Grande senso del ritmo, tensione sempre altissima, regia incredibile, ottime scene di battaglia, bravissimi tutti gli attori!
Daniela: Sceriffo che da anni non porta la pistola deve rivedere le proprie abitudini quando in città arriva una banda di motociclisti violenti... Non si può neppure definire brutto, perché significherebbe attribuirgli un certo carattere, invece questo action simil western è indefinibile per quanto amorfo, se si esclude l'epilogo forcaiolo: derivativo nei contenuti, sciatto nella messa in scena, interpretato in maniera mediocre da un cast anonimo, a parte Pearce che dispiace ritrovare impelagato in una produzione di serie C come questa.
MEMORABILE: La barista: un fisico da top-model e una faccia che somiglia a quella di Steven Seagal quando è ingrugnato (tanto Seagal lo è sempre).
Undying: Comicità di grana grossa, imbastita su un soggetto davvero puerile: il cittadino medio alle prese con una "scuola di sopravvivenza". Però sia Montesano, sia Pozzetto, si rivelano davvero in parte (forse una delle migliori coppie comiche nelle quali presenzia Renato), mentre la regia di Ponzi è frenetica e non cede mai il passo alla noia, grazie anche ai dialoghi di sceneggiatura, tutt'altro che banali. Nel reparto femminile la Russinova si mangia Mussolini uso ridere (sia per doti artistiche che fisiche).
Anthonyvm: Troupe di filmmaker viene invitata in una sorta di comune New Age per girare un documentario, ma l'aria si fa presto tesa e misteriosa. Quello che potrebbe inizialmente sembrare un sottoclone di The sacrament (a partire dall'espediente del found-footage), apre a un tratto le porte all'horror lovecraftiano, svelando un concept dal buon potenziale, ma inficiato dall'uso maldestro del format prescelto. Durante la prima metà non accade nulla e il crescendo di inquietudine non si fa avvertire; al momento dei "big reveal" la noia ha già avuto la meglio e il realismo non è di casa. Peccato.
MEMORABILE: La OST elettronica; Il teschio di tirannosauro che emette uno strano ronzio; Il malessere generale; Il sogno comune; L'ultimo filmato della grotta.
Capannelle: La regia è ordinata, ma quello che vediamo nelle due ore di proiezione è del tutto prevedibile. Regge la classica fase preparatoria dove vengono introdotti i caratteri protagonisti, ma quando gli eventi prendono una piega drammatica si scelgono strade con poco senso, con pochi sprazzi spettacolari e dialoghi sempre più banali. Soprattutto quanto accade a terra sfiora il ridicolo ed emoziona poco, in primis per i protagonisti e per quanto sono chiamati a fare. Non che la missione nello spazio sia più credibile, ma almeno in quel caso ci si sforza di sorprendere.
Mcfly87: Spionaggio british in piena guerra fredda più curato nelle atmosfere che nella trama, soporifera per lunghi tratti. Il veterano dimesso dall'incarico ricerca la talpa tra i colleghi con cui ha lavorato per anni, indizi infarciti di dialoghi vaporosi, esecuzioni cruente e sanguinarie che mal si sposano con l'eleganza dimostrata poco prima, spie omosessuali messe lì ad alimentare il calderone. Cast di lusso ma sembra mancare l'alchimia, il finale si snocciola in poche sequenze; quando ci si risveglia dal torpore è tardi, arrivano i titoli di coda...
Nando: La parobola americanessima di un procuratore sportivo. Film steroetipato al massimo con tutti i luoghi comuni che può contenere; commozione, rivincita, reazione di fronte alle avversità e via dicendo. Tuttavia la visione non è pessima come potrebbe sembrare ma l'offerta è scontata.
Alexcinema: Quando i tedeschi giocano a fare Disney e Dreamworks. Riuscendoci abbastanza bene nel comparto grafica (profondità 3D ben curata e audio ambientale coinvolgente) ma mostrando molte lacune nello sviluppo dei personaggi e nell'originalità dell'intero prodotto (decisamente troppi i richiami ad altri film più celebri), come anche l'eccessiva insistenza sul messaggio ambientalista di fondo. Gradiranno sicuramente più i ragazzini che gli adulti.
Undying: Sceneggiato dallo stesso Corbucci - in collaborazione con Mario Cecchi Gori, Mario Amendola ed Enrico Oldoini - La casa stregata è una gradevole commedia adatta all'intera famiglia. Molto simile, per affinità e contenuto, a Bollenti spiriti è tutto avvicendato sulle tragicomiche peripezie di una giovane coppia fresca di matrimonio (Pozzetto e la Guida) costretta, per ristrettezze economiche, ad affittare una "casa dove ci si sente". Elegante e scorrevole, sviluppato a parodia del genere horror, si ricorda per la presenza delle ex-ragazzina ormai matura ed in tenuta rigorosamente rassicurante.
MEMORABILE: La curiosa citazione a Hulk/Lou Ferrigno; Giorgio (Renato Pozzetto) dopo essersi trasformato commenta: "Sono diventato verde dalla rabbia!".
Piero68: Nonostante il titolo pomposo e fuorviante resta il fatto che il prodotto è buono e che ancora una volta i francesi dimostrano di essere bravi nel confezionare noir polizieschi sporchi e cattivi. Anche se alcune scene non sono esplicite, come succede per il sesso il vedo/non vedo è anche più efficace nel trasmettere quel senso di orrore e violenza gratuita. Come l'uccisione del cagnolino o come il "pasto" dei cani di Rabou. Cast funzionale, anche se vedere Kad Merad (comico e mattatore di Giù al nord) nei panni di Zacchia è un pugno in pancia.
Jurgen77: Film a tratti "visionario" e neorealista che narra le tragiche vicende di un gruppo di sfollati nell'Italia martoriata dalla guerra civile e non durante gli ultimi epiloghi dell'ultimo conflitto mondiale, in quel della Toscana rurale. Momenti tragi-comici e romantici si affiancano ad altri drammatici e spietati. Ambientazioni eccelse e cast perlopiù non professionista. Da antologia la sequenza della lotta in chiave "greca" tra partigiani e fascisti con l'uccisione del fascista trafitto dalle lance.
Furetto60: Forse la confezione del film potrà far storcere il naso: la figura dei genitori separati in cui lei non appare molto acuta nello scegliersi il nuovo compagno, lui che rimane il miglior padre del mondo... figure che appaiono forzate ma che nelle mani sapienti degli interpreti, sia Travolta che Vaughn, trovano una valida collocazione riuscendo a rimanere positivamente impresse nello spettatore.
Ryo: Film animato ispirato all'albo "Asterix e i Britanni", da cui taglia alcune gag memorabili (come quella dei Beatles, forse per questione di diritti). Il film è gradevole, fa ridere, ma il ritmo è piuttosto lento e anche le animazioni dei personaggi a volte danno l'impressione di farli muovere al ralenti. Belli i colori, apprezzabile il doppiaggio italiano.
Didda23: L'età avanza ma Clint Eastwood non perde la capacità si saper narrare storie alquanto interessanti con uno stile "classico", fatto di una regia solida che non si perde in inutili abbellimenti, valorizzando un cast in forma strepitosa (il protagonista recita nel ruolo della vita). La sceneggiatura ripercorre gli elementi salienti della vicenda, con particolare attenzione alla rotondità dei personaggi: in tal senso Jewell è caratterizzato sottolineando vizi e virtù, rendendolo un eroe poco convenzionale. Il tema del capro espiatorio è fondante e induce a più di una riflessione.
MEMORABILE: I meravigliosi ritratti sulle pareti di casa; Gli agenti alla ricerca della confessione ad ogni costo; La nascita del rapporto fra Jewell e Rockwell.
Ciavazzaro: Sufficiente. Meglio di altre produzioni vanziniane recenti, ma i limiti rimangono e anche ben marcati. Ci sono Carol Alt (e questo rende gradevole per certi versi la visione), l'insopportabile Matteo dei Cesaroni e la Stella che fa la Pravo (dimostrandosi però un'orrenda brutta copia). Non tutto fa pena, ma il livello è medio-basso.
Tutto comincia con un ritrovo tra vecchi compagni di classe a Baton Rouge, Louisiana. Due amiche, Jessica (Oristano) e Cynthia (Jackson), rincontrano lì Karen (Honoré), che nel frattempo si è sposata con Paul (Furst), al tempo pure lui a scuola con loro. Jessica, fissata con i social, a festa finita rimane in contatto con Karen e, quando dopo qualche tempo scopre che questa scrive di essere alle Hawaii in viaggio da sola (proprio lei che odiava l'aereo), si insospettisce e comincia a spiare Paul, il quale effettivamente pare farsela con un'altra (Bowen). Jessica tenta di chiamare più volte...Leggi tutto al telefono l'amica ma quella non risponde. E se fosse in realtà morta? Una sorta di Finestra sul cortile in cui la finestra diventa quella di Windows, che restituisce immagini presumibilmente fasulle dalle Hawaii firmate da una Karen che forse non è lei. Jessica, soprattutto con l'amica di sempre Cynthia (Jackson), ci fa la parte della James Stewart di turno, unica convinta che i messaggi siano appunto sospetti nonché scritti da qualcun altro. L'unico disposto a darle una mano nelle sue indagini amatoriali è Josh (Colletti), altro ex compagno di quella che è una storia in cui tutti o quasi appartenevano alla stessa scuola. L'intreccio, a dire il vero, sarebbe anche intricato e non peregrino; peccato venga spiegato nei suoi risvolti più interessanti solo nel finale, perdipiù attraverso flashback esplicativi decisamente malfatti e tirati via. Il tutto funziona infatti meglio quando si può appoggiare al cast, quando cioè gioca sui sospetti intorno alla figura del marito che non si sa quanto siano giustificati e a cosa possano condurre. Furst, obiettivo fin da subito dichiarato di ogni dubbio, è sufficientemente ambiguo, ma al centro della storia sta comunque la Oristano (di un'espressiità vivace e autentica che non dispiace), con la Jackson che prova appena può a distrarla dalla sua ossessione social ("E vivi un po' nella realtà", il chiaro consiglio). Si prova a inserire forzatamente qualche elemento thriller (un tentato investimento, ad esempio), si utilizza una musica ossessiva invadente ma si precipita spesso in incongruenze piuttosto gravi che tendono a minare a più riprese la credibilità dell'azione. Purtroppo però, come quasi sempre capita in questi mystery di matrice televisiva, è la regia a mancare di incisività, con la conseguenza di appiattire il tutto facendolo rientrare a pieno titolo nel ricco filone dei gialli nati con l'unica ambizione di intrattenere un pubblico che, seduto sul divano, da prodotti simili si aspetta poco o niente. Peccato, perché con una cura maggiore nella sceneggiatura il tutto poteva funzionare molto meglio.Chiudi
Xamini: Dopotutto non è male, questa rivisitazione moderna del classico western, o meglio, di un duello moltiplicato per l'intera durata del film. Non ci si muove quasi dal paesello, per seguire un'idea piuttosto telefonata che punta all'esaltazione dei personaggi ma gioca al risparmio su tutto il resto. È la regia (occasionalmente le cosce della Stone) a sollevarne le sorti, rendendolo formalmente gradevole.
124c: Film animato dei Teen Titans go in cui i cinque supereroi fanno più gli spettatori che i protagonisti, perché le vere eroine sono le DC Super Hero Girls (Wonder Woman, Batgirl, Supergirl e altre), che ci trascinano in un'avventura divertente contro la Legion of Doom di Lex Luthor (per l'occasione alleata con una fantasma kryptoniana che vuole tornare in vita). Un non team up fra supergruppi DC animati che incredibilmente funziona, tanto basta la Supergirl metallara e forzuta come eroina esagerata e confusionaria. Puerile, ma colorato e ricco di guest star eroiche.
Gabrius79: La partenza del film è un po' fiacca, salvo poi prendere la giusta direzione dopo una ventina di minuti; da quel momento c’è lo spazio per una buona dose di divertimento con incastonate alcune gag simpatiche che funzionano grazie alle doti di De Luigi e a un Andrea Pisani in forma. La Ramazzotti riesce a dare la sua impronta e porta a casa il risultato, così come la piccola Sbaraglia. Godibile cameo di Shapiro. Sceneggiatura non troppo eccezionale (che all’inizio non imprime molto ritmo al film) e finale prevedibile.
Ryo: Un normalissimo e semplicissimo blockbuster confezionato a tavolino. Il sempre carismatico Morgan Freeman coadiuvato dal bello e ribelle Keanu Reeves conducono la trama dove si sa che dovrà arrivare. Né di più né di meno: nessuna aspettativa, nessuna pretesa, poche emozioni. Film freddo, come la fusione dell'idrogeno stessa.
Ryo: L'occasione era ghiotta perché di temi da trattare e di spunti narrativi se ne potevano trovare a bizzeffe. Non che non ce ne siano, ma l'intero film ha troppo il sapore di farsa. I personaggi troppo spesso prendono decisioni troppo scicche per essere credibili e l'intera banda della Magliana, oltre alla varie incongruenze e licenze poetiche, viene ridicolizzata e banalizzata in maniera troppo superficiale. Peccato perché un cast simile si meritava una sceneggiatura all'altezza e i presupposti c'erano tutti.
Sbiriguda: Dopo la morte della moglie, Max torna alla casa sulle coste irlandesi dove, da bambino, trascorreva l'estate. La visita scatena una serie di ricordi, alcuni romantici e altri più traumatici e disturbanti, di un'estate segnata dalla scoperta della sessualità e da un'inattesa tragedia. Girato con tatto e delicatezza e ottimamente fotografato, il film si muove tra passato e presente anche se la durata contenuta può talvolta andare a scapito della piena comprensibilità dei vari risvolti della trama. Notevoli le ambientazioni irlandesi, ottima prova di tutto il cast.
Pessoa: Coproduzione italo-francese che ha meritatamente fatto incetta di premi nei maggiori festival internazionali. Il film racconta la storia di Iqbal, un bambino che finisce nelle mani di un losco individuo che sfrutta il lavoro minorile e riesce a liberarsi denunciandolo. Il tema è affrontato senza sconti, ma comunque con un linguaggio semplice ed efficace, e si avvale di un disegno originale, non particolarmente ricercato ma di grande impatto visivo. Un piccolo capolavoro per ragazzi, che tratta con coraggio un tema difficile con una storia avvincente. Da proiettare nelle scuole!
MEMORABILE: Le parentesi oniriche; Il rapporto con l'inseparabile capretta Raja; Il poliziotto che finge di accettare il denaro per accusare Guzman di corruzione.
Hackett: Gradevole commedia in cui Verdone abbandona la mania di protagonismo e divide la scena con un'ottimo Montesano. La trama non è trascendentale ma il film funziona, i personaggi sono ben delineati e gli attori principali formano una buona coppia cinematografica, che non eccede nella comicità evitando di scadere nell'effetto macchietta.
Luchi78: Non dispiace questo action-Travolta, sicuramente sopra le righe ma abbastanza credibile. Buono anche il ritmo del film e alcune scene tirate al punto giusto (inseguimenti, sparatorie e così via...). Per contro la sceneggiatura non propone niente di sensazionale e il finale è sciocco quanto basta per rovinare il tutto. La Smutniak si doppia da sola e il risultato è pessimo. Da vedere senza pretese.
Markus: De Blasi riassembla il cast de La famiglia mostruosa (escluso Lillo, che viene sostituito da Greg) per un seguito che poggia le basi sull'ottima forma del comparto attoriale. Bisogna persino dire che la non felicissima scrittura del film viene se non altro compensata da alcuni buoni siparietti comico/demenziali che strappano almeno qualche ghigno qua e là. Certa romanità funziona sempre, perfino quando un film è alla base stantio ma, incredibile a dirsi, pare che questo secondo capitolo sia a conti fatti migliore del primo.
Pessoa: Partendo da una storia veramente accaduta McDonald ricostruisce le vicende con un occhio attento alla sensibilità dei bambini (di tutte le età). Giovano all'uopo la linearità narrativa e la buona gestione del regista sia del cast umano (Jacobson su tutti) sia di quello animale con un bravissimo maremmano che è il vero protagonista del film. Un bel film capace di dare positività a chi lo guarda senza retorica, che è riuscito per una volta a mettere d'accordo critica e botteghino. Ritmo elevato e splendidi panorami australiani completano una visione assolutamente raccomandabile.
MEMORABILE: Il salvataggio da parte di Giotto dell'uovo di pinguino, fondamentale per il mantenimento della colonia.
Deepred89: Deludentissimo melodrammone neorealista (o meglio, neoverista) che fino a tre quarti regge discretamente per poi impantanarsi in scontate scene di massa e forzatissime svolte lacrimose. Il mestiere di Lattuada si vede nella buona scelta delle inquadrature, ma mancano l'intensità e il coinvolgimento, soprattutto quando le rivoluzioni e drammi personali prendono il sopravvento sui piacevoli bozzetti d'epoca (notevole la donna "satanica" al comizio). Attori un po' impostati, ma efficaci. Decisamente nulla di che.
Anthonyvm: B-movie onesto che dà tutto ciò che i fan cercano in un horror low-budget di fine anni '80: giovani attori destinati a farsi ammazzare, tanto sangue (morti violente e dinamiche, in stile Il presagio ma al servizio del gore), un po' di nudità, un (bel) po' di trash (il treno sostituito nelle scene estreme da un modellino, il serafico sverginamento "sacro"), qualche atmosfera azzeccata, una trama lineare e un soggetto memorabile (un treno maledetto in grado di deragliare spontaneamente). Riuscita la decadente ambientazione jugoslava. Divertente.
MEMORABILE: L'orribile strega con sorriso sdentato; Stritolamento su rotaie; La faccia strappata; Il ragazzo tranciato a metà à la [f=4094]Ghost ship[/f]; Il finale satanico.
Daniela: Giovane medico rampante comincia a porsi delle domande dopo la morte di un homeless ma è tosta cercare risposte se chi dovrebbe fornirle è un primario importante e molto stimato... Thriller ospedaliero il cui tema - fino a che punto può spingersi la ricerca scientifica? - ricorda il più riuscito Coma profondo: buono l'inizio ma qualche incertezza nello svolgimento. Grant se la cava in un ruolo allora per lui inusuale ma non può battersi alla pari con una vecchia volpe come Hackman a cui basta alzare un sopracciglio per rendere inquietante l'apparente bonomia del suo personaggio.
B. Legnani: Buona partenza, netto calo a partire dalla mezzora e poi giù, sempre più giù, fino al rovinoso finale. Gere è chiaramente bellissimo, ma non è che abbia molte espressioni (quando Helizondo è in scena, Gere scompare). Film di bellissima patina, sotto la quale, esclusa la divertente descrizione professionale nel primo quarto di film, si trova pochissimo. Il Maestro, che a tutt’oggi non l’ha visto, può tranquillamente astenersi.
Galbo: Il mondo immaginifico di JK Rowling ha trovato in David Yates il suo definitivo “cantore”. Lo conferma questo film davvero spettacolare visivamente e in grado di restituire in modo ottimale l’universo letterario della scrittrice. Se la trama non fa gridare al miracolo, il design delle creature è affascinante, ma l’autore non dimentica i personaggi umani che interagiscono al meglio con quelli di fantasia in quanto ben caratterizzati e interpretati a partire dai due protagonisti maschili. Dan Fogler è il più convincente. Un buon film.
Ciavazzaro: A parte la meravigliosa Paola Senatore, che si offre generosamente agli occhi dello spettatore, non c'è altro da vedere. Tentare di aggiungere elementi soprannaturali non aiuta certo il film. Davvero evitabile a mio avviso. C'è anche Maurice Poli, futura conoscenza fulciana.
Galbo: Collaboratore di Clint Eastwood, che ha anche diretto, Robert Lorenz realizza un film di stampo classico a metà tra azione e pellicola "on the road", ambientato in parte alla frontiera tra USA e Messico e la cui vicenda riguarda l'immigrazione clandestina tra i due stati. La trama non è originale ma il film è ben realizzato e cura sia l' azione, con una buona e non troppo spettacolare parte finale, sia la caratterizzazione del personaggio principale, un uomo in crisi che trova una redenzione finale, ottimamente interpretato da Neeson. Buona la prova del giovane coprotagonista.
Domino86: La pellicola racconta la vera storia di Megan Leavey, una marines degli Stati Uniti d’America arruolata come parte dell’unità artificieri. Il film può essere suddiviso in due parti: le missioni in Iraq e ciò che accade dopo le missioni stesse. È sicuramente la prima parte che coinvolge lo spettatore e rende avvincente lo svolgimento, perché nella secondasi va un po’ a perdere l’interesse sfociando molto nel sentimentalismo.
Anthonyvm: Revenge-movie dalla struttura convenzionale (niente che uno Stupro o un Giustiziere della notte non abbiano già affrontato), ma atipico (o meglio, bislacco) nel tratteggio dei personaggi. Cage (che purtroppo rinuncia al gigionismo che gli è consono) è un ombroso vigilante dalle motivazioni poco chiare. Di lui si sa poco: relegato a un ruolo secondario (le vere protagoniste sono la Hutchison e la giovane Bateman), si muove come un fantasma sparando ai cattivi (ovviamente cattivissimi alla Kiefer Sutherland) con irreale semplicità. Film così superficiale e svelto da essere divertente.
MEMORABILE: Lo stupro di gruppo; Don Johnson in tribunale; Il gatto impiccato à la Cane di paglia; La prima rapidissima esecuzione di Cage; Trappola alle cascate.
Vanessa: A sorpresa mi è piaciuto molto: sarà perché quando l'ho visto non lo conoscevo per niente e mi aspettavo la solita storia d'amore tra ragazzi che va a finire più o meno bene. Chi mi ha sorpreso veramente è Mandy Moore, a cui non davo una cicca e invece... La prima parte rimane un po' banale e già vista per cui il voto non è più alto.
Stefania: Mi spiace per la crisi di mezza età della protagonista (l'altrove brava Diane Lane), però dico: proprio qui da noi doveva venire per superarla? Col suo sorriso plasticoso, le sue arie condiscendenti da americana altezzosa? Se voleva un clima soleggiato, un rudere da ristrutturare e un giovanotto per farselo c'erano altri posti... Mi spiace anche vedere la Gerini prestarsi a una caricatura della donna italiana tutta trucco, tacchi e spacchi. Non capisco il senso dell'intera operazione, comunque è un film brutto e insulso.
Giapo: Classico film fracassone ideale per sfruttare grande schermo e impianto. La storia è ridotta all'osso, senza il minimo approfondimento, ma tutto sommato è abbastanza godibile. Da non conoscitore del fumetto comunque non posso giudicarla. Belle le ricorrenti immagini composite, che ricordano le pagine di un fumetto. Spettacolare.
Siska80: Biopic modesto sulla vita di un grande artista che fin da bambino ha dato prova delle proprie notevoli doti musicali: Torrini esegue il compito con una certa linearità, faticando a far trapelare empatia dal protagonista e dai personaggi che gli ruotano attorno. Per chi vuole approcciarsi a Di Capri per la prima volta potrebbe anche andare bene, ma il senso di incompletezza serpeggia già nel primo tempo: che Del Gaudio somigli poco all'originale non è il problema maggiore; discorso diverso per la recitazione statica e la discutibile interpretazione canora.
Daniela: A cinque anni di distanza dal fortunato The outlaws, nuove avventure del poliziotto di Seul interpretato da Ma Dong-seok che con il suo fisico massiccio e l'irruenza inarrestabile ricorda il nostro Bud Spencer, questa volta impegnato contro una spietata gang di sud-coreani che agiscono in Vietnam ai danni di loro connazionali. Siamo sempre nell'ambito della routine ma di buon livello: le scene d'azione sono ben realizzate mentre nei confronti diretti l'allergia all'uso delle pistole si traduce in scontri all'arma bianca sanguinosissimi ma sempre alleggeriti da una certa vena ironica.
MEMORABILE: Il combattimento dentro l'appartamento; La scazzottata finale dentro il bus.
Pumpkh75: La sceneggiatura non è certo un trattato di logica e la durata tende a spompare l’azione. Quel in cui però Whannel è bravo è il riuscire a far sembrare il tutto qualcosa di nuovo e fresco, spingendo con forza sulla variante stalker e evitando di abusare di effetti speciali a tutti i costi. Capeggiano le atmosfere minacciose e le performance notevoli delle Moss, rinculano il carisma sommesso dell’uomo invisibile e l’incapacità diffusa di essere totalmente avvolgente. Due pallini li prende, del terzo ne afferra otto decimi.
Puppigallo: Commedia piacevolmente leggera, dove una protagonista iperattiva avrà a che fare con un network traballante e colleghi e giornalisti a dir poco coloriti, su tutti un burbero, supponente Ford, che darà alla pellicola la sufficiente quantità di ossigeno pet reggere fino all'epilogo, non particolarmente originale nell'esito, ma comunque passabile. Simpatica anche la Keaton, sull'orlo di una crisi di nervi a causa di Ford. Mentre Goldblum si limita a fare il capo perennemente serio e pessimista. Un'occhiata gliela si può dare.
MEMORABILE: Ford: "La metà dei telespettatori vi guarda perchè non trova il telecomando e l altra metà perchè aspetta la badante che venga a girarli"; "Fuffosa".
Ciavazzaro: Montesano protagonista di una discreta commedia poliziesca non farebbe decollare il film, che però funziona soprattutto grazie all'ottimo Manfredi. Simpatica la Laurito. In definitiva la contaminazione tra i due generi funziona in maniera soddisfacente e va citata la buona scena finale nell'aereoporto inglese.
Paulaster: Un serial killer lancia una sfida allla polizia a suon di enigmi. Fincher ha il merito di asciugare il thriller da componenti roboanti e di concentrarsi sui dettagli. L'investigazione tiene in piedi l'attenzione, ma quando Gyllenhaal inizia a procurarsi informazioni da solo diventa poco plausibile. Anche l'eccessiva frammentazione temporale alla lunga è inutile, dato che qualche buco si palesa comunque. Regia con buone intuizioni visive e ambientazioni retrò in linea.
MEMORABILE: La madre che si butta fuori dall'auto con la figlioletta; L'orologio; Nello scantinato.
Rambo90: Smith prova a cimentarsi con la commedia demenziale di ambientazione poliziesca. Il risultato è disastroso: la storia è poco originale e spesso noiosa, le scene action poche e mal girate e la coppia protagonista male assortita: Willis appare stanco e annoiato mentre Morgan è quasi insopportabile per quanto sbraita e si agita. Tanta volgarità fine a sè stessa e un cast imbarazzante (tranne il simpatico Scott) per il film peggiore della carriera di Willis (e forse anche di Kevin Smith).
Bubobubo: Seppur massacrato dalla critica e snobbato dal pubblico, non è un cattivo remake. Paga lo scotto di mettere al servizio di una storia ambiziosa un trittico di protagonisti non all'altezza della situazione (Douglas compreso) e di giungere al finale a sorpresa troppo bruscamente, secondo una logica induttiva piena di falle e punti deboli. Il versante action è sufficiente, la tensione bene orchestrata. Per chi avesse una serata libera, può ben valere un recupero.
Pinhead80: Brett Ratner dirige il più classico dei buddy movie con la coppia formata da Jackie Chan e Chris Tucker alle prese con il rapimento della figlia di un console di Hong Kong. La trama è molto basilare, ma la forza di questo genere di film sta nell'assortimento della coppia di protagonisti che qui funziona bene. Alle doti atletiche di Jackie Chan si contrappone la parlantina logorroica di Tucker che in parte assomiglia a quella del mitico Eddie Murphy. Le scene d'azione sono molto buone e sono concentrate nella seconda parte del film. Da vedere anche i simpatici titoli di coda.
Hackett: Non all'altezza del cinema hitchcockiano, il film si perde per strada tra una lunga (e noiosa) parte introduttiva e una convulsa (e affrettata) conclusione finale. Questa incursione del grande regista nella politica oltre cortina regala però una scena memorabile: quella col poliziotto nella casa di campagna. Cast e regista un po' sprecati.
Balbi: Un film che pare realizzato da un'intelligenza artificiale. Le scene di combattimento con le armi sono sintetizzate dai videogiochi sparatutto. La logica con cui si muove il protagonista è andare avanti sparando, senza neanche considerare di avere un piano o di improvvisarlo. Gli antagonisti ugualmente avanzano a ondate senza nessuna precauzione. I corpo a corpo a loro volta sono sintetizzati sui combattimenti di wrestling, per essere spettacolari e non funzionali a vincere. La storia ha una sua intelligenza (artificiale), ma prevale la sensazione di una totale mancanza di umanità.
Didda23: Un film molto leighiano nella sostanza che si focalizza sull'incedere lento e inesorabile del vivere quotidiano, senza troppi sussulti e ambizioni, trovando nell'arte l'unica soluzione per trovare il senso della vita. Jarmusch è più che bravo a trasformare in lirismo scene semplici, ma dal forte impatto emotivo. Registicamente alcune soluzioni adottate sono notevoli, ma sono le piccole cose nella sceneggiatura a far volare il film in alto. Corrette le prove attoriali, con un Driver malinconico che lascia il segno. Un film non per tutti.
MEMORABILE: Il tortino Paterson e le facce che fa Driver nell'assaggiarlo; Le scene al bar; Il racconto in autobus sull'anarchico Gaetano Bresci.
Ronax: Anche se nella commedia erotica italiana si è visto di tutto, è difficile trovare un film così insopportabile come questa pellicoletta firmata da Mauro Ivaldi e da lui scritta con la complicità di Guido Leoni. Pensato per un pubblico di minorati, condito da dialoghi che più idioti è impossibile, infestato dalla presenza di un personaggio di rara antipatia come Roberto Cenci, il filmaccio umilia indegnamente in ruoli demenziali e che soprattutto nulla hanno di erotico, le povere Carmen e Nadia.
MEMORABILE: Ogni volta che Cenci apre bocca c'è da temere il peggio, che infatti arriva puntualmente.
Schramm: L'ascesa criminale si presta a ogni spettacolarizzabile retorica narrativa, ma non è in sé ontologicamente eroica epica o fumettistica. Vive di atti brutali, sentimenti miseri, milieu meschini, personaggi beige. Diametralmente opposto a un cinema che l'ha fin troppo tarantineggiata e raffinata, Sentsov la sottrae (pianosequenziale incipit vertiginoso a parte) a ogni adulazione estetica andandoci giù brusco e inclemente, tagliando grezzo anche davanti a romantiche tentazioni espiative in zona Ferrara, ma al contempo camminando circospetto sulle uova, portando a quota zero il pathos.
MEMORABILE: Chiodo; Esazione con bebè; Sul sedile di dietro.
Deepred89: Passione, follia e tocchi vagamente pirandelliani per un film che ha tutte le carte in tavola per la rivalutazione e la tardiva elezione a cult movie: ambientazioni stupende, regia di ampio respiro, belle musiche, passaggi per l'epoca molto arditi (nudi integrali maschili e femminili, il tema dell'incesto trattato senza reticenze) e una splendida Mimsy Farmer alla prese con una sua tipica interpretazione all'insegna del "cute but psycho". La struttura a flashback e il disvelamento del volto del doppelgänger non convincono, ma il film resta potente e a suo modo unico.
Saintgifts: Dallo specialista Juan Pablo Buscarini un film per famiglie in una colorata fotografia che ricorda le scenografie dei lavori d'animazione. Dietro la storia di Ivan (David Mazouz) e della sua famiglia c'è tutta una metafora (come spesso succede in questo genere di film-racconti) che riguarda i diversi modi di operare nella vita e le diverse spinte ad agire. L'invito ai giovanissimi è quello di dare sfogo alle proprie fantasie, di non demordere mai e di essere anche coraggiosi. Sceneggiato bene da Buscarini, con giovani interpreti all'altezza.
Homesick: Il proseguo di Amore mio non farmi male, commedia leggera e gradevole sulla sessualità degli adolescenti, è una spossante fiera del pecoreccio su flussi e riflussi ormonali delle coppie over-40, in cui i quattro signori attori coinvolti – gli sbercianti Chiari e Cortese e i più controllati Salce e Méril – fanno vivere momenti di tremendo imbarazzo. Davvero triste. Non salgono sul patibolo i commenti sornioni di Robutti e i titoli di testa con l’intera troupe nei panni degli invitati al matrimonio Chevalier-Fani, ma la sentenza capitale è ormai inappellabile.
MEMORABILE: Chiari e Salce che, impasticcati di Viagra ante-litteram, vanno maldestramente a caccia di giovani straniere e puttane da strada: inguardabili.
Pigro: Evaso si traveste da prete con inevitabili conseguenti equivoci quando arriva nel villaggio che appunto sta aspettando un nuovo pastore. Gustosissimo cortometraggio in cui Chaplin mette a punto situazioni e gag davvero argute e divertenti. Già soltanto la scelta degli attori per descrivere con ironia la comunità religiosa è di per sé notevole: insieme all'enorme grassone, Chaplin forma una coppia visivamente folgorante. Ma sono molte le sottigliezze comiche e il finale a ridosso del confine messicano è una vera chicca.
Markus: Sulle danzerecce note di "Disco Quando", ecco La febbre del sabato sera all'amatriciana. Il nostro John Travolta è Marc Boyce (un australiano chissà come mai in Italia) e la vicenda, per sommi capi, ne è di molto simile. Girato nella soleggiata estate romana del 1978, con un certa aria di "riflusso" che di lì a poco prenderà il sopravvento, il film di Amasi Damiani è artisticamente pari allo zero e con dialoghi di rara miseria. A ritroso, restano le suggestive immagini romane fine Anni '70 che in parte risollevano lo spettatore da una visione tanto puerile.
Myvincent: Uno scrittore di horror alla ricerca d'ispirazione e soprattutto di sè stesso (a causa di tristi disavventure personali), troverà in un villaggio qualunque il bandolo della matassa di una storia misteriosa. Il mix fra fantasy, horror e dramma non riesce bene a coagulare, assegnando la gran parte del suo valore alle belle interpretazioni di Val Kilmer e Bruce Dern, a cui il tempo ha "regalato" notevoli cambiamenti fisici.
Il Gobbo: Film di arti marziali di discreta fattura, si segnala per essere uno dei primi in cui il grandissimo (e grosso) Sammo Hung è action coreographer; non a caso, bello crudo. Pensate che il protagonista meni? Beh, occhio alla mamma...
Stefania: I problemi di questo filmetto, insoddisfacente anche come semplice evasione, non sono soltanto la regia scolastica e la sceneggiatura telefonata. Ciò che veramente disturba è il fatto che la Littizzetto, come protagonista, è troppo passiva e trascinata dagli eventi per quasi tutto il film: più sconsolata che indiavolata, si sacrifica e ci sacrifica (e chi scrive non è comunque una sua fan...). Meglio i comprimari, ma resta una commedia sbagliata, con un retrogusto sgradevole di moralismo spicciolo. Trascurabilissimo.
Pinhead80: In tre episodi vengono raccontati tre diversi tipi di umanità, tutti interpretati dalla coppia Loren/Mastroianni. Si passa dal quartiere popolare di Forcella a Napoli fino ad arrivare a Milano e a Roma. Sofia Loren è bellissima e affascinante qualsiasi ruolo interpreti, dalla contrabbandiera alla prostituta e Mastroianni non può che esserne sedotto e ammaliato in ogni occasione. Le storie sono vere e simpatiche anche se, soprattutto nel secondo episodio, c'è spazio anche per l'amarezza.
MEMORABILE: Lo spogliarello della Loren con un Mastroianni ululante.