Un tremendo pasticcio, questa riduzione cinematografica del fumetto Marvel (già portato su schermo in una serie di onesti telefilm che nella parte del gigante verde vedevano il culturista Lou Ferrigno, qui presente in un cameo vestito da poliziotto). Il voler dare un'anima completamente digitale a Hulk ha portato a effetti risibili, con un mostro goffo più apparentato coi cartoni animati che non con la realtà. La scena della lotta coi cani mutanti è il simbolo dell’assurdità di un progetto nato male (anche per colpa del regista Ang Lee, salito troppo presto agli onori delle cronache con LA TIGRE E IL DRAGONE...Leggi tutto) e cresciuto peggio. A partire dal casting (Jennifer Connelly a parte): Eric Bana, altrove buon attore, è un Bruce Banner imbalsamato, espressivamente piatto, mentre Nick Nolte (suo padre nel film) sale sciaguratamente sopra le righe: conciato un barbone spara scempiaggini dall'inizio alla fine mentre dall'altra parte il solito generale presuntuoso pretende di decidere da solo per il bene della figlia (la Connelly), dell'Esercito e del mondo intero dirigendo le operazioni come se avesse a che fare con King Kong (e viste le implicazioni sentimentali e molto altro il paragone non è peregrino). Dei film tratti da fumetto Hulk non ha nemmeno il ritmo, il senso dell'azione, perché si perde dietro a risvolti melodrammatici del tutto fuori luogo, cercando di colpire con una quantità infinita di differenti split-screen e uno stucchevole montaggio “creativo”. Ci si comincia a divertire dopo un’ora e mezza, quando finalmente Hulk salta, spacca, vola e scappa tra paesaggi desertici di grande suggestione. Ma è troppo tardi e il film è già affondato.
Progetto decisamente mal realizzato. L'unica particolarità che rimane impressa è il ricorso a strani e originali effetti visivi come lo schermo che si divide in vignette proprio come se si trattasse di un fumetto. Ma trovo decisamente irritante dare, a una storia d'altri tempi, dei nuovi e azzardati risvolti drammatici che affievoliscono i ritmi. Una ricerca scientifica (che tenta di giustificare la fantasia di base) decisamente fuori luogo. Decisamente pessimo lo scontro con i cani giganti.
Filmaccio. Noioso e con pochissime pretese se non quelle di portare al cinema un'ondata di adolescenti e nostalgici del grande Hulk. Una mera operazione commerciale sulla scia dei vari X-Men & Co. Non ha sentimento e non appassiona: mille volte meglio il buon telefilm con Ferrigno. Pessimo il personaggio di Nolte (completamente sbiellato!). Salverei unicamente quella splendida sensazione di vuoto e leggerezza che ti pervade nelle scene dei balzi in cielo del bestione verde (divertente!).
Brutta trasposizione cinematografica. Per i miei gusti la peggiore nell'ondata fumettistica degli ultimi anni. La resa digitale di Hulk non funziona, Bana solo a tratti, Nolte è inutile e overacting, la Connelly sprecata. Ang Lee sa fare il suo mestiere, qui però fa cilecca e in effetti (seppur sia facile dirlo con gli occhi del poi) non sembra essere un film che si abbini alle sue qualità. Purtroppo non diverte, annoia e solo qualche soluzione visiva qua e là risolleva il piattume generale.
L'unica ragione per vedere questo film risiede nella presenza di Jennifer Connelly, sempre splendida; per il resto è operazione veramente da dimenticare. Gli effetti digitali sono veramente brutti e non si integrano minimamente con il resto del girato, gli altri attori sono decisamente mal utilizzati e la storia è di una noia mortale. Forse l'unica altra cosa che non è da buttar via è la scelta stilistica del regista di usare gli split-sceeen per comporre immagini che ricordano le tavole dei fumetti. Brutto.
Questa trasposizione cinematografica del fumetto dell'Incredibile Hulk non coglie nel segno. Il telefilm con Lou Ferrigno (meglio lui del mostro verde digitale di Ang Lee) aveva un'aura di malinconia legata alla maledizione del personaggio condannato ad errare per tenere nascosto il suo "segreto" che in questo film si perde completamente. Insomma, il mostro sembra un pupazzone di gomma piuma piuttosto che... un mostro. Un film costato moltissimo ma povero di idee e di appeal cinematografico. Piatto e freddo (Connelly esclusa).
Classico film fracassone ideale per sfruttare grande schermo e impianto. La storia è ridotta all'osso, senza il minimo approfondimento, ma tutto sommato è abbastanza godibile. Da non conoscitore del fumetto comunque non posso giudicarla. Belle le ricorrenti immagini composite, che ricordano le pagine di un fumetto. Spettacolare.
Una delle migliori trasposizioni cinematografiche di un fumetto insieme allo Spiderman di Raimi. Ang Lee (da vero artista) rielabora con una personalissima sensibilità il carattere del personaggio e ne fa più che un mostro arrabbiato (quello della serie tv per intenderci) un uomo solo e diverso la cui rabbia è un grido di disperazione. Purtroppo questo percorso artistico non è stato adeguatamente compreso dalla critica, ma c'è da scommettere che Hulk (a differenza di molti altri film del genere) rimarrà nel tempo.
Un ibrido fumetto-film assai poco sopportabile, mostruosamente e inutilmente lungo, con un protagonista poco convincente (quando inizia ad arrabbiarsi sembra che stia per farsela addosso) e un cast in generale da quattro soldi. Effetti di un finto mai visto (il protagonista sembra di gomma, come quelle paperette che se le schiacci fischiano). Quando salta è l'apoteosi della baracconata (viriamo quasi sul cartone animato). Non parliamo poi del voler dare un'impronta drammatica (diventa impossibile con un simile pupazzone). Molto meglio la serie TV. Da perdere.
A suo tempo ammiravo la Marvel e le sue testate di fumetti e mai avrei creduto, una volta adulto, di vedere i personaggi del celebre Stan Lee assorbiti -senza ritegno- dalla pellicola cinematografica. Anzi meglio: elaborati da potenti processori per essere poi stampati su pellicola, con abuso di Computer Grafica da fare rimpiangere i disegni di Jack Kirby. Il regista orientale ha, perlomeno, il pregio di saper infondere ritmo ad un rifacimento, pedissequo, delle origini del "mostro" verde e radioattivo. Poteva andare anche peggio. Però...
Deludente trasposizione cinematografica di un mito dei fumetti e soprattutto del serial tv, che rimane inimitabile. Colpa di una durata francamente eccessiva, di un copione che rimescola troppe cose insieme, di un cattivo mai così poco credibile e di una regia del tutto priva di idee. Per tacere del cast. Bana non vale neanche la metà del mai troppo compianto Bill Bixby, nè di Ferrigno, che compare in un rapido cameo. Insopportabile la Connelly e pessimo Nolte. Rapido cameo di Mike Erwin, l'indimenticato Colin Hart di Everwood.
Passata l’epoca dei muscoli di Ferrigno, il gigante verde della Marvel viene costruito interamente in digitale, cosicché è proprio la spettacolarità degli effetti visivi a prendere il sopravvento. Gli attori infatti sono spesso fuori parte e non convincono e il plot ricicla antichi amori (la bella e il mostro), conflitti psicologici (padri e figli a confronto) e presenti preoccupazioni (i pericoli della genetica). Un film meccanico e superfluo, illuminato ad intermittenza solo dalla delicata bellezza della Connelly.
Pellicola molto deludente per chi ha amato il personaggio di Hulk, soprattutto nella sua versione televisiva. C'eravamo forse dimenticati che fosse realmente così enorme nei fumetti e ci aspettavamo di trovare Eric Bana con i vestiti a brandelli o di vederlo andarsene per strada con il suo fagotto come ad ogni fine di episodio: non è così. Ang Lee preme troppo sulla psicologia e sull'antimilitarismo e rende il tutto di una noia mortale. Noi, verdi di rabbia, torniamo con la memoria al mitico telefilm, a quella strada, a quel fagotto.
Hulk è un film riuscito proprio male. Un vero peccato rovinare al cinema un personaggio così glorioso. Credo che il vero problema stia nella scelta di realizzare il personaggio di Hulk interamente al computer. È totalmente piatto, inespressivo, non dice nulla (mugola), limitandosi ad agitare ed agitarsi. Non era meglio un attore in carne ed ossa? Ahi, quanto rimpiango il bravissimo (e muscolosissimo) Lou Ferrigno della serie TV, qui presente in un piccolo cameo all'inizio del film. Penoso. Introdurrei per l'occasione i pallini negativi.
MEMORABILE: Il cameo di Lou Ferrigno (l'unico vero Hulk).
Era molto più simpatica la serie televisiva prodotta negli anni '70. Ang Lee dirige un film che può contare solamente su alcune scenette girate al computer e Eric Bana nei panni di Hulk non lo considero adatto. Carina la Connelly. Per il resto meglio la serie tv, ribadisco. Neanche il colossale Hulk fatto al computer mi garba.
Dite quel che volete, ma a me questa rilettura d'autore di Hulk piace. Certo, Eric Bane è più adatto a fare Clark Kent in "Superman" che il dottor Bruce Banner e Sam Elliott è troppo "dottor Procton" per essere un credibile generale Ross. Invece, Jennifer Connelly è adorabile come dottoressa Betty Ross e Nick Nolte, nel ruolo del padre di Bruce, David (riferimento alla serie tv anni '70 del gigante verde) è bravissimo. Il film di Ang Lee è lungo, ma quando in scena compare Hulk è uno spasso!
MEMORABILE: Bruce Banner: "Talbott... Mi stai facendo arrabbiare... Arrgh!"
Il proposito di Ang Lee è anche lodevole e interessante: prendere Hulk e cercare di dare alla sua vicenda una profondità "autoriale". Il risultato però è pessimo, oltretutto di una noia mortale. Forse è anche un problema di aspettavie, ma il film è un pastrocchio logorroico e melodrammatico, peraltro con attori fuori parte (Bana e Nolte) e un digitale non del tutto convicente. Da salvare giusto qualche bella intuizione visiva. Farà meglio Luis Laterrier, con un film forse più banale ma in cui "Hulk spacca!".
Piatto, per nulla coinvolgente e addirittura noioso, una delle peggiori trasposizioni di un fumetto sullo schermo negli ultimi anni. Eric Bana sembra impagliato, mentre Nolte, nel suo tentativo di fare il pazzo à la Walken/Dafoe, risulta semplicemente ridicolo. Aggiungiamo il danno alla beffa: psicologia edipica inconcludente, effetti speciali da due soldi e una profondità tanto ostentata quanto rozza ed irritante. Non è un film freddo (i film freddi hanno il loro fascino), è una minestra riscaldata e sciapa.
La sceneggiatura dispersiva e irrisolta, la scarsa qualità degli effetti speciali, e la trovata incomprensibile di rappresentare Hulk come un colosso alto due piani, rendono questo film in parte deludente. Considerata la lunghezza, diciamo che il regista ha avuto almeno il merito di non annoiare. Però, con un personaggio così "forte" e complesso, c'erano infinite possibilità filmiche, e Ang Lee non ha scelto proprio la migliore.
Godibile con riserva: troppo psicologicamente denso per essere un fumettone, troppo baraccone per essere un film serio. Ang Lee ci prova, ma il risultato rimane a metà del guado. È quantomeno lodevole la ricerca di profondità nell'analisi dei personaggio e nella costruzione dell'intreccio. Funzionano meno Bana, l'abuso di split-screen come mimesi del fumetto e l'Hulk digitale che sembra uno Shrek volante da quanto è rotondo. Fanno invece il loro dovere la delicata Connelly e un Nolte sopra le righe costretto a fare il verso a Jeff Bridges.
A ridosso della grande abbuffata di Spidey-pizza, Lee prova a bissarne esito (e in cuor suo enorme successo) con l'uomo-vidal, non dimentica che eroe significa anzitutto solitudine, esclusione e incomprensione ma si tiene anche in pari con la vena necessariamente lunaparkara del caso. A gonfiare i muscoli non c'è più Ferrigno (condannato a diventar verde anche sul Davinotti), ma una CG non proprio sopraffina che fa spesso sorridere di perplessità, e avrebbe giovato un rassodamento del tono interpretativo, ma all in all la godibilità si salva in corner e resta ottimo per 2 ore spensierate.
Hulk non rientra tra i prodotti meglio riusciti dell’era movie della Marvel: l’ho trovato, scusate il terribile termine, eccessivamente dicotomico tra la parte umana e quella del mostro verde, come fossero due film diversi. Decisamente più apprezzabile la versione che ne ha dato Avengers. D’altra parte Hulk è sempre stato un personaggio difficile da gestire, profondamente antipatico ed eccessivamente forte fisicamente e questo film non poteva non risentirne.
MEMORABILE: Le rare scene di azione con Hulk che compie balzi giganteschi, come volasse.
Affascinante descrizione di una storia d'amore e di un altrettanto coraggioso tentativo di salvezza. Ben sceneggiato e con efficaci effetti speciali. La piccola "phenomena" colpisce per la recitazione intensa ed espressiva. Il fantastico equilibrio delle dimensioni fa apprezzare ancora di più la storia e la nostra ricchezza interiore. Buona la regia.
Discreta trasposizione cinematografica di Hulk a cui Lee dà una veste quasi insolita, per un personaggio dei fumetti. È vero che non mancano i frangenti in cui è libero di esprimere tutta la sua rabbia, distruggendo carri armati ed elicotteri come fossero burro, ma l’impronta nel complesso è differente dal solito e pende verso il drammatico. Lee, infatti, focalizza l’attenzione sulla vicenda personale di Bruce Banner, per quanto il genere permetta di scendere in profondità. Viene fuori qualcosa di diverso da non scartare a priori.
Il debutto in computer grafica del Vendicatore verde sul grande schermo, anche al netto degli ultimi risultati della Marvel Cinecomic (lo sconfortante Spider-Man No way home su tutti), è un sottovalutato remix del mito a raggi gamma, con Bana nel fortunato solco di Maguire. L'attore sembra stampato per "l'aka" umano del titano smeraldino, la Connelly/Betty incanta; bene l'irremovibilità di Elliott/Ross, più combattuta che combattente. "L'incredibile" è percorso nella sua drammaticità, evitando che una scialba ironia si impadronisca dei super-problemi, linfa vitale dei super-poteri.
MEMORABILE: La lotta con le fiere mutanti; I flashback del piccolo Bruce; I cameo di Lou Ferrigno e (naturalmente) di Stan Lee.
Genesi del gigante verdone. Una vera delusione: il film è di una prolissità snervante, a base di lunghissimi dialoghi senza importanza sparati da primissimi piani che sanno più di svogliatezza registica che altro. Ma quel che è peggio, il nostro eroe è reso e animato digitalmente a livelli che rasentano il ridicolo, e nelle scene che dovrebbero essere clou si ha la sensazione (nel terzo millennio!) di assistere a un videogame dell’era SuperNintendo. La trovata registica di affiancare le sequenze in quadri di stampo fumettistico non risolleva la media deficitaria.
Per quanto questo film possa essere stato considerato dai più, dalla sua uscita in poi, uno dei peggiori adattamenti di un comic di sempre, rimane il fatto che Ang Lee ha voluto dare la sua versione del personaggio Marvel sotto un punto di vista sicuramente particolare e atipico, mettendosi contro sia la critica che il pubblico ma portando comunque a casa un risultato piuttosto notevole. E al di là degli effetti sperimentali e di qualche sbavatura di scenografia, la storia regge dall'inizio alla fine e gli attori sono tutti in parte. Guardando i cinecomic moderni questo film è oro.
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A me questo film di Ang Lee piace, anche se capisco che sia pensato per spettatori adulti e non per famiglie. Ha scene di dialogo lunghe e sussurrate, ma quando Eric Bana si trasforma in Hulk, il mostro si diverte a distruggere tutto ciò che lo minaccia, carri armati ed aerei supersonici compresi. Sam Elliott è troppo bello e troppo "dottor Procton" di Goldrake per essere un credibile generale Ross, mentre Eric Bana, allora attore emergente, mi sembra più adatto per essere un degno erede di Christopher Reeve in "Superman". Jennifer Connelly la adoro, la sua Betty Ross mi piace, ha un fascino incredibile, anche in jeans e scarpe da tennis. Nick Nolte nella parte del padre/Uomo Assorbente è bravissimo, anche se qualcuno avrebbe voluto vedere al suo posto un attore che interpreta Samuel Sterns, il terribile Capo, il vero nemico n° 1 di Hulk. Josh Lucas è un maggiore Glenn Talbott biondo senza baffi e divisa, ma altrettanto cattivo. Il film cerca di soddisfare sia i fumettari che i fan del telefilm, invece, siccome è particolare e d'autore, può scontetare più di uno spettatore. Eppure quelle scene di Hulk contro l'esercito sono stupende, un pò meno quelle con i cani gamma.