Non uno dei migliori Hitchcock (specialmente nella prima parte), comunque pur sempre un notevole film d’azione a sfondo politico-spionistico. Paul Newman e Julie Andrews sembrano una coppia poco adatta a interpretare il cinema del Maestro e soprattutto Newman risulta assai poco credibile come fisico nucleare (nemmeno il regista fu soddisfatto della sua performance). Eppure le sequenze da ricordare sono tante e la famosa “suspense” è presente in dosi massicce: nella fuga in autobus, nelle snervanti attese che preludono agli inevitabili accerchiamenti dei protagonisti. La fuga del due da Lipsia fino alla Svezia è costellata di colpi di scena e pare non finire mai. Hitch ebbe da ridire sui fondali...Leggi tutto utilizzati per la fuga in autobus, si lamentò (e la fece sostituire con quella di John Addison) della colonna sonora di Bernard Herrmann e in definitiva non amò molto TORN CURTAIN, ma così come TOPAZ anche qui la cosa non traspare, perché l'intreccio (benché semplice) è interessante e l'azione coinvolgente. Il film dura due ore ma non pesa affatto: il ritmo tenuto serrato dal regista (pur con le inevitabili parentesi d'amore) permette di mantenerci svegli e attenti. In pratica il film è giocato su due binari: quello che dovrebbe portare il dottor Armstrong (Newman) a discutere col “collega” di Lipsia a conoscenza di importanti formule fisico-matematiche per carpirgliene i segreti e quello che invece dovrebbe riportarlo all’Ovest con l'aiuto dell’organizzazione segreta “Pi greco”. I binari si intrecciano, si scontrano fino all'incastro perfetto. Et voilà!
Non funziona più di tanto, perché troppo facile appare la missione conoscitiva di Newman e troppo fessi i nemici d'oltre cortina. Newman, in più, è fuori parte. Un Hitchcock minore, che si lascia guardare (ci mancherebbe altro!), ma che lascia un poco perplessi e fa rimpiangere, e non poco, altri lavori di Sir Alfred.
Con questo film Hitchcok tenta l'aggancio all'attualità e concepisce un film che è pregno dell'atmosfera della guerra fredda e la cui trama (spie e doppio gioco oltre cortina) è completamente allineata in questo senso. Benché il film mostri qualche pregevole scena di tensione, assolutamente degna del grande regista, il risultato globale non è all'altezza delle aspettative; la sceneggiatura è troppo macchinosa e il film nel complesso manca della fluidità delle opere migliori del maestro. I due protagonisti, inoltre (specie Newman), non convincono.
Un Hitchcock decisamente minore. Colpa sopratutto di una storia poco interessante e (cosa ancora più grave) prevedibile, con dialoghi banali e personaggi di scarso interesse. Il Maestro del brivido filma per contro una sola scena memorabile: quella dell'omicidio della spia, che avviene in una casa isolata, in cui alla malcapitata vittima accade di tutto. Altra cosa decisamente grave è il cast, uno dei peggiori con cui abbia lavorato Hitchcock. Newman non è per niente credibile nel ruolo dell'eroe e cosi la Andrews. A tratti, entrambi insopportabili.
Newman e la Andrews in un buon film spionistico che si rivela essere ricco di azione e di tensione, con un ottimo cast. Ci sono pure Wolfgang Kieling e Lila Kedrova. Bella l'ambientazione europea, ottima la confezione (musica, scenografia, fotografia).
Discreto film del maestro. La storia non è assolutamente nulla di che, banale, scontata e poco emozionante, ma il film possiede comunque vari elementi degni di nota. La regia di Hitchcock è sempre notevole: sa dare risalto alle ambientazioni e confeziona alcune sequenze da antologia (la scena dell'omicidio nella casa è stupenda). I due protagonisti hanno dato di meglio, ma bene o male se la cavano. Notevolissima colonna sonora.
Scienziato americano finge di passare al blocco filosovietico per riuscire a carpire le ultime scoperte del nemico (pessima traduzione italiana del titolo, che invece sarebbe “La cortina spezzata”, intesa come la cortina di ferro tra Est e Ovest). Il film è avvincente, con un ritmo mozzafiato, anche se non tra i capolavori del regista (ci aveva abituato troppo bene). Alcune scene sono memorabili, come l’interminabile omicidio dell’agente tedesco nella fattoria e l’infinita fuga rocambolesca finale. Newman non ha il fisico adatto, ma si impegna.
Premesso che questo film si può definire modesto solo all'interno di una filmografia che conta tante altre opere straordinarie, qui Hitchcock pare non abbia un pieno controllo della materia. L'intrigo spionistico - che tanto bene gli era riuscito ne L'uomo che sapeva troppo - appare affrontato con faciloneria, oltretutto Newman, già poco plausibile come scienziato, appare troppo squadrato, senza le ambiguità e l'ironia che erano in grado di esprimere Grant o Stewart. Da ricordare però la bellissima scena dell'omicidio nella fattoria, una zampata degna del maestro del brivido.
MEMORABILE: Scena davvero memorabile: l'omicidio dell'agente sovietico nella fattoria, in cui si vede quanto può essere fisicamente faticoso uccidere un uomo.
Trasferta tedesca per il Maestro che non è all'altezza dei suoi capolavori anche se resta film di altissimo livello. La glacialità di alcune scene (e del blasonato ma non certo eccelso protagonista) toglie molto ad un film, che a tratti sembra una propaganda anticomunista e forse chi (?) l'ha commissionato aveva questa intenzione (?).
Un "buco nero" nella produzione di Hitchcock. Un film senza mordente, dove l'intrigo, la suspence e la tensione si avvertono solo in sottofondo. La trama è poco originale ed è sviluppata in modo veloce ma con troppa leggerezza. A ciò va aggiunta la dichiarata incompatibilità tra Hitchcock e Newman, che si nota nella poco brillante prova di quest'ultimo. **
Un film ricco di suspense e di colpi di scena. Ben descritto l'ambiente oltrecortina (a proposito, titolo italiano che più sbagliato non si può), unico errore l'eccessiva "stupidità" dello scienziato russo. Altro punto debole la troppo repentina reazione al grido di allarme di Newman in teatro. Per il resto l'ho trovato coinvolgente e con buone idee, vedi il fermo immagine della ballerina che scorge Newman in sala. La stessa ballerina che inizia e finisce il film, rendendosi odiosa. Bravi anche i coprotagonisti, bellissimo cameo di Lila Kedrova.
MEMORABILE: La sequenza all'interno del museo, quasi metafisica.
Ancora legato ad un tipo di film che non pone l'ironia come cardine attorno a cui costruire una vicenda (comme avverrà in Frenzy e Complotto di famiglia), Hitchcock dirige con meticolosità un thriller di spionaggio interessante e riuscito, livido ed inquietante grazie all'indovinata ambientazione europea. Non uno dei suoi capolavori, ma indubbiamente degno di nota. Newman e la Andrews, pur impegnandosi, risultano alquanto spaesati. Di gran classe l'interpretazione di Lila Kedrova, doppiata magistralmente dalla grande Lydia Simoneschi.
Spy story dalla stoffa robusta e condotta con mano solida da Hitchcock. Poca risulta però la tensione di sottofondo, così come scarso il ricorso a componenti da commedia brillante, forse per il delicato tema da guerra fredda, al di là della cosiddetta "cortina di ferro". Inoltre, Paul Newman e Julie Andrews davvero non molto "hitchcockiani" come interpreti principali. La grandezza di un regista si nota anche dalle opere meno riuscite...
Un film di routine per Hitchcock ma sempre diretto con maestria. Dopo molti anni il regista torna ad occuparsi esplicitamente di politica ma con il pericolo comunista che si sostituisce a quello nazista. Il fisico Armstrong insieme alla sua fidanzata fugge da Copenaghen in Germania Orientale ma... Due scene si impongono con decisione: la lentissima, faticosa uccisione di Gromek nella fattoria da parte di Armstrong e la fuga della coppia in autobus dalla Germania Orientale, due momenti che hanno una tensione quasi insopportabile. Attori non convincenti.
MEMORABILE: Bellissima la fotografia: si è raggiunto l'obiettivo di filmare quasi con la luce naturale!
Non all'altezza del cinema hitchcockiano, il film si perde per strada tra una lunga (e noiosa) parte introduttiva e una convulsa (e affrettata) conclusione finale. Questa incursione del grande regista nella politica oltre cortina regala però una scena memorabile: quella col poliziotto nella casa di campagna. Cast e regista un po' sprecati.
Grande storia di spie ambientata nella Germania Est. Si, ci sono parecchie situazioni inverosimili e momenti ironici forse fuori luogo, ma Hitch riesce a tenere sempre alta la tensione. Geniale la rappresentazione della DDR fredda e deserta, grande la scena nel museo di Berlino tra De Chirico e Escher e naturalmente la sequenza dell'uccisione di Gromek, lunga e atroce.
Mi sbaglierò ma ho sempre pensato che la necessità da parte di un genio visionario come Hitchcock di mettersi a competere con un genere da lui detestato e considerato infantile come lo spionaggio, denunciasse una sua intima insicurezza. Qui l'esito è superiore all'Uomo che sapeva troppo e Intrigo internazionale, ma sconta la voglia di sputtanare i successi di James Bond nel nome di una verosimiglianza che secondo il Maestro avrebbe dovuto rendere il genere "adulto", ma resta ancora lontana. Un buon film, ma il vero Hitchcock è altrove.
MEMORABILE: L'omicidio dell'agente russo nella fattoria: lungo, difficile, infinito, così reale e lontano da quello veloce e stilizzato della doccia di Psycho.
Ambientato in piena guerra fredda e strutturato come da norma con una rigida divisione tra buoni e cattivi. Ispirato alla fuga di Donald Duart Maclean e Guy Francis De Moncy Burgess, spie inglesi passate in URSS, il film, il cui manifesto può trarre in inganno, possiede un buon livello di tesnione soprattutto dalla seconda metà in poi e apprezzabili trovate di scena non sempre verosimili. Ottime prove le danno i "comprimari", meno Newman e la Andrews. Pregevole.
Film a due velocità: lenta e poco convincente la prima parte, in cui lascia soprattutto perplessi la semplicistica ricostruzione della Germania d'oltre-cortina (praticamente indistinguibile da quella occidentale, non sembra per nulla un paese dell'orbita sovietica); nettamente meglio la seconda, ricca di ritmo e suspance e con almeno un paio di scene degne della fama del Maestro (la fuga dal teatro e l'inseguimento in autobus). Comunque rimane un film minore, seppur ovviamente guardabile.
MEMORABILE: La tattica con cui Newman "estorce" le formule al professore.
Pellicola di spionaggio che concede momenti interessanti e carichi di tensione come l’inseguimento in autobus o quello al museo, ma che nel complesso non è pienamente convincente. La mancata riuscita è imputabile anche alle star di turno: ai limiti della sopportazione Julie Andrews, mentre Paul Newman è semplicemente un pesce fuor d’acqua e non sembra adatto alla parte che gli è stata affidata. Privo comunque di cadute di stile o vuoti narrativi.
Hitchcock abbandona il giallo per dedicarsi a una interessante storia di spionaggio. Il film è collocato in piena guerra fredda e tutta la parte "comunista" è oggettivamente abbastanza caricaturiale, soprattutto il "professor Lindt", tuttavia risulta anche molto divertente. Julie Andrews è ottima, Paul Newman se la cava di mestiere ma a sorprendere è il cast di contorno, da Kieling (che verrà barbaramente massacrato) alla gelida Tumanova (che praticamente interpreta se stessa). Non certo il miglior Hitchcock ma da vedere.
Giallo spionistico che alterna momenti avvincenti ad altri un po' fiacchi. Siamo in piena guerra fredda e si respira un'aria grigia, dismessa per gran parte della storia. Nella lenta prima metà ci si dilunga a tirare le fila per un finale più scoppiettante. Newman abbastanza monolitico, non entusiasma come la sua compagna. Meglio gli attori secondari. Alcune sequenze sono di gran classe, come la fuga in autubus e quella del museo. Abbastanza improbabile la scena dell'urlo "al fuoco", ma coi tempi che corrono potrebbe essere riabilitata!
Pellicola che vive della contraddizione tra l'innegabile bravura registica di Hitchcock e la sua scarsa sintonia con lo spionaggio da guerra fredda. A sequenze notevoli (il pedinamento nel museo, l'omicidio nella fattoria, la fuga in autobus) se ne alternano altre assai poco felici (fiacchi gli espedienti che permettono di ottenere la formula e di fuggire dal teatro), anche se l'insieme è comunque più compatto rispetto al successivo Topaz. Newman fuori parte, la Andrews appena un po' meglio, più convincente il cast di contorno.
Non fra i migliori film del maestro, ma comunque vedibile. L'intreccio (a sfondo spionistico) non funziona particolarmente, ma si salva la (indubbia) bravura del regista a costruire una sceneggiatura credibile. Non molto calato nella parte Paul Newman, che ci mette un po' a ingranare. Davvero riuscita la scena sul bus.
Questa volta il maestro inglese delude. Troppe inverosimiglianze (anche se Hitchcock non dava troppo peso a queste cose) nella sceneggiatura rendono difficile credere a ciò che si vede sullo schermo. Forse anche l'impiego di due celebrità come Newman e Andrews non aiuta. Certo alcune sequenze sono valide ancor oggi (quella al museo è da manuale) ma soprattutto nella seconda parte si assiste a scene che lasciano sconcertati (la fuga dal teatro, o quella con l'autobus).
Il Maestro si vede nelle sequenze, nelle inquadrature, come nella sperimentazione (il fermo immagine, con un perchè, durante la rotazione della ballerina). Ma non è certo uno dei suoi migliori prodotti filmici. Newnan e la Andrews non sembrano particolarmente ispirati; e alla fine, i personaggi che colpiscono, sono quelli più vicini alla caricatura (lo scienziato e la donna, che vuole andarsene a tutti i costi e che, per aiutare i due, ripeterà "Bitte" una ventina di volte). Nel complesso, non è male, con qualche momento di tensione (l'autobus; a teatro). Ma non è invecchiato molto bene.
MEMORABILE: Giù per le scale, a pelle di leone; Scienziato e protagonista scrivono e correggono le formule alla lavagna, finchè...; L'ispirazione dal fuoco finto.
Uno scienziato americano in missione per il proprio paese cercherà di carpire alcuni segreti nucleari oltre la cortina di ferro. Non dovrà fare i conti solo con il "nemico" ma anche con la tenacia della propria fidanzata. Sicuramente non uno dei migliori film di Alfred Hitchcock in quanto la sceneggiatura è piuttosto debole e gli antagonisti sembrano troppo morbidi. Nonostante questo alcune scene sono riuscite e hanno il pregio di suscitare una discreta suspense (quella della fattoria e quella sull'autobus su tutte). Il risultato nell'insieme è più che sufficiente.
MEMORABILE: La finta corsa in autobus e tutti gli intoppi del tragitto.
Scienziato USA (con fidanzata al seguito) diserta oltrecortina, per la gioia della propaganda tedesca-orientale. Ovviamente c'è dell'altro. Film mal riuscito, a cominciare dalla scarsa vena di Newman, fuori parte, e della Andrews, il cui ruolo è arduo a comprendersi. Ma tutta la storia è implausibile, così come la facilità con cui il celeberrimo sistema di sicurezza DDR viene irriso da un dilettante dello spionaggio. La storia dice che durante la lavorazione erano tutti scontenti di come le cose stavano andando. A film finito, si capisce il perché. Men che mediocre.
Il film meno riuscito di Alfred Hitchcock. Spionaggio di mediocre livello (trama già vista e scontata), seppur la suspense non manchi. C'è poco o niente da rimarcare o di indimenticabile (eccetto l'omicidio del poliziotto tedesco) rispetto aelle altre pellicole dirette dal regista inglese. La coppia Andrews/Newman sembra tutt'altro che ben assortita. Discreta la colonna sonora.
Scienziato americano va a Berlino Est per carpire informazioni. Film di spionaggio senza un gran ritmo narrativo che fa apparire gli americani come portatori di pace. Newman è ingessato in un ruolo che vive sulle sfumature, e solo con la Andrews (poco profonda) dà sostanza. Hitchcock si fa notare nelle fasi più thriller e lascia perplessi in diverse scene in studio, dichiaratamente di finzione. Qualche lungaggine è presente (l’autobus, in posta). Conclusione nello stile del regista, sul filo dell’ironia.
MEMORABILE: L'omicidio di Gromek; La fuga dal museo; La ballerina che riconosce Newman mentre balla.
Verso la fine della carriera, Hitchcock era ancora in grado di sfornare piccole perle come questa. Si tratta di un film a base spionistica con tanta azione e diversi momenti di tensione, caratterizzato da una sceneggiatura scritta perfettamente che non lascia un momento di respiro, come da copione nei film di Sir Alfred. Si trovano anche i consueti momenti ironici, ma sono in netta minoranza perché è ben più presente la componente thriller. Ottimi i due protagonisti, anche se il personaggio di Julie Andrews non sempre sembra funzionale al film. Da vedere.
Nonostante un plot poco convincente, il tocco di Hitch in cabina di regia rende il film comunque scorrevole e con molte sequenze tesissime. Newman e la Andrews sono funzionali nel rendere la loro avventura oltre cortina serrata, nonostante a tratti manchino di affiatamento come coppia. La seconda parte è costellata di momenti magistralmente diretti, con il bizzarro omicidio in campagna a fare da spartiacque tra un avvio lento e ciò che verrà dopo. Da vedere.
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