Niente più che la storia di un trasferimento d'una preziosa testimone da un carcere all'altro e dell'uomo incaricato di occuparsene; ma il viaggio si trasforma in una lunga odissea sulle strade dell'Arizona, con i due braccati da poliziotti al servizio di un superiore (Prince) il quale, coinvolto nel processo, deve semplicemente far fuori lui e lei per assicurarsi che la testimonianza chiave venga a mancare. Dopo aver scelto Shockley (Eastwood) per il suo presente fatto di alcool e sciatteria, il perfido capo della polizia credeva di non doversi troppo preoccupare della cosa e di poter eliminare la strana coppia senza problemi; ben presto invece si trova a dover fare i conti con un osso più duro del...Leggi tutto previsto; e nemmeno la donna (Locke) è così sprovveduta, anzi. Così l'alcolizzato e la prostituta, eroi per caso, diventano d'improvviso i pericoli numero uno per un corpo di polizia che alla prima occasione mostra subito di non amare le mezze misure: individuati nella casa di lei, i poveretti vengono bersagliati da centinaia di colpi sparati all'impazzata contro l'edificio, destinato addirittura a crollare in un delirio di pallottole che sibilano senza sosta. Ripresa in una diversa variante nel finale, è l'idea più caratterizzante del film; perché difficilmente si è vista al cinema una tale pioggia di piombo abbattersi così a lungo contro un unico bersaglio. Va rimarcata anche la validità di una sceneggiatura ricca di spunti ironici capace di rendere brillante la gran parte degli scambi tra i due protagonisti servendo ad Eastwood su un piatto d'argento materiale buono per sfruttare il suo simpatico volto di pietra. L'alchimia tra i due funziona proprio perché l'esagitata logorrea di lei rimbalza contro il muro di silenzi alzato da lui, da tradursi in parte con il desiderio di non sprecare il fiato ma anche con l'imbarazzo in cui la ragazza riesce a metterlo; perché Mally non è affatto una stupida e anzi, tra i due pare proprio lui il più intontito, nonostante la gran capacità di tirarsi fuori da guai. Non sempre tuttavia la formula funziona: sono stanchi e tirati inutilmente per le lunghe i dialoghi in auto col poliziotto beota, ad esempio, e per quanto suggestivo anche l'elicottero che insegue per minuti interi la moto con a bordo i due "fuggitivi" manca di misura. Lo stiracchiato finale solleva molti dubbi sulla credibilità dello stesso spingendo in direzione di una spettacolarità che vira quasi nel surreale o nel parodistico, ma possiede una sua indubbia efficacia. Qualche riempitivo evitabile riabilitato da una solidissima mano in regia che traccia il solco rispetto agli anonimi action che infestano con frequenza il cinema americano. C'è varietà, c'è il respiro ampio che danno le belle aperture paesaggistiche, c'è una recitazione di qualità e c'è Clint, sempre più cosciente delle proprie capacità davanti e dietro la macchina da presa.
Ben Shockley è un detective di Los Angeles destinato a fare da scorta ad una importante testimone di Las Vegas. Ma sarà dura tornare a Los Angeles. Tra i migliori polizieschi del
regista attore. Divertente, emozionante, con scene d'azione destinate a entrare nella memoria anche e sopratutto per la loro grottesca conclusione (vedasi la scena della casa rasa
al suolo o il pullman nel finale). Grande cast, capeggiato da un Eastwood mai domo, da una Locke in splendida forma e da un grande Pat Hingle. Da recuperare.
MEMORABILE: La casa rasa al suolo dalle pallottole; I motociclisti nel canyon e poi sul treno; la spettacolare sparatoria finale.
Senza preoccuparsi della verosimiglianza, Eastwood gira un action-comedy sparatutto, con tanto di casa abbattuta a fucilate, dove interpreta il suo ruolo di duro perdente che cerca contro ogni logica di portare a termine un'impresa disperata (assicurarsi che una testimone arrivi viva all'aula del processo). Divertente baracconata, montata senza pause e con ritmo Siegeliano, con un cast in gran forma e un finale semplicemente strepitoso. Se vi piace Clint, amerete il Detective Shockley.
Già nel 1977 Clint Eastwood era un regista completo. Il film in questione è infatti perfetto da tutti i punti di vista: sceneggiatura avvincente e originale con un disegno preciso dei personaggi, regia assai coinvolgente grazie anche anche ad un uso molto accorto della soggettiva e ad inquadrature insolite e ardite, bella ambientazione. Ma la cosa per cui questo film resta dentro è la critica a dir poco feroce alle istituzioni, perfettamente riuscita. Un capolavoro.
Un action movie di stampo ultraclassico diretto da un Clint Eastwood ancora lontano dal cinema d'autore degli ultimi anni ma regista serio e professionale che racconta una storia molto "tirata", senza pause, realizzando un'opera molto godibile e per molti versi sottovalutata. Non gli è da meno l'Eastwood attore, contornato in quetso caso da un cast all'altezza.
Realismo eastwoodiano feroce, di denuncia, realismo che diventa surrealismo durante le scene di fuoco. Il contrasto che esce tra queste due facce della stessa medaglia è veramente affascinante e Eastwood (e la brava Sondra Locke) da il meglio di se quando deve andare contro qualcuno. Molto bello.
E bravo Clint, alle prese con il road-movie farcito di piombo che diventerà una formula fondamentale del cinema action a venire e non solo (pensiamo anche a Lenzi e Fragasso). Marchio di fabbrica indiscusso del film sono le iperboliche sparatorie, mai così devastanti. Da sottolineare (e apprezzare) il fatto che non siamo di fronte a un proto-Callaghan poiché il protagonista è più ingenuo e sfortunato. È infatti la sua compagna di sventura a muovere i fili della vicenda. La Locke si rende credibile come prostituta con una performance grintosa e volitiva.
Clint Eastwood dirige il suo primo poliziesco inzuppandolo d'azione spettacolare (l'inseguimento dell'elicottero) e di ritmo forsennato. L'inverosimile è sempre dietro l'angolo, ma il finale è talmente assurdo (degno del migliore, o peggiore, film d'azione degli anni '80) da risultare vincente. Buona la prova della moglie del regista Sondra Locke, in un ruolo aggressivo. Iperrealistico.
I cultori dei moderni blockbuster gioiranno dinanzi a questo road-movie fracassone d’annata, che tra le lande desertiche dell’Arizona fa saltare in aria case, autoveicoli ed elicotteri e vede nascere una melensa storia d’amore tra due protagonisti inseguiti da una polizia in combutta con la mafia: Eastwood (qui in una delle sue prove registiche meno ispirate), sotto-Callaghan reazionario e un po’ fesso, e la Locke, prostituta riflessiva e lungimirante. Tra i bikers si riconosce Dan Vadis, eroe degli anni d’oro del nostro peplum.
MEMORABILE: L’abuso di potere sui bikers; L'elicottero che si disintegra sui fili dell’alta tensione; L'autobus crivellato di colpi.
Un Clint irrispettoso che ho visto volentieri da giovane ma che oggi mi pare alquanto datato e in parte grossolano. Lasciamo stare il doppiaggio italico, ma il racconto è povero di sfumature e poco credibile in questa coppia che sopravvive a ogni agguato e in quel finale così pacchiano dove un migliaio di agenti prima spara all'impazzata e poi sta a guardare l'epilogo senza dire bau. Tenera la figura della donna (la Locke) quando telefona alla mamma e descrive il rude Clint.
Buon poliziesco ben diretto e interpretato da un Clint Eastwood versione "senza cappello". La trama ricalca certi soliti cliché del genere: la corruzione della polizia, il solito malavitoso che manovra tutto quello che vuole, la forza del poliziotto corretto e onesto che fa superare qualunque ostacolo. Il tutto ottimamente reso da una regia pulita, a volte troppo indugiante su certe scene (l'elicottero che insegue la moto). Dialoghi un po' debolucci, ma di certo è un film più da vedere che da sentire. L'ho rivisto volentieri.
Altro centro del Clint Eatswood regista che firma questo "on the road" bello teso, con un ritmo azzeccato. Tutto sommato, seppur denoti una certa età, resta un prodotto godibile, complice anche un minutaggio canonico. Di certo, dopo altre esperienze registiche, Eastwood si dimostra artista a tutto tondo sia come regista che come attore. Bravissima la Locke, più volte al fianco di Eastwood, che evidenzia una volta di più una spiccata tendenza ai ruoli ombrosi.
Buon poliziesco interpretato e diretto da Clint Eastwood; asciutto, teso, violento, con una forte componente di denuncia del sistema corruttivo dominante. Scorre veloce e senza cadute di tono. Brava e con un ruolo importante Sondra Locke, testimone pericolosa e da eliminare a tutti i costi. Da vedere.
Difficile dargli una parvenza di credibilità; non solo per il numero esagerato di pallottole sparate, ma anche per la storia in sé, spesso al limite. Appare sproporzionato in tutto e un epilogo così sopra le righe lo testimonia appieno. Superato questo scoglio, l’intrattenimento è comunque garantito perché si tratta di un onesto poliziesco, molto semplice nel costrutto che sa come gridare a squarciagola il marcio di un sistema corrotto e poco lucido. Non male, anche se i capolavori sono altri.
Poliziesco on the road il cui punto di forza è l'azione (con qualche vaga esagerazione), ma che non si fa mancare neppure accenni di denuncia sulla corruzione nelle istituzioni. Sicura la regia di Clint Eastwood, ovviamente anche protagonista nei panni di un poliziotto che inizialmente sembra l'esatto opposto di Callaghan, ma che attraverso una missione inaspettatamente disperata, troverà il proprio riscatto; al suo fianco, una Sondra Locke persino più brava e perspicace di lui. Poco plausibile il comportamento dei poliziotti nel finale.
Scappa da tutti, "amici" e nemici, con tanto di patata bollente al seguito (una ragazza, che ha praticamente un mirino sulla schiena), il povero protagonista (Clint), che faticherà un po' a rendersi conto della situazione, dovrà faticare non poco per portare a casa la pellaccia. Pellicola di fuga e scontri, con due protagonisti decisamente diversi e in parte. Lei rischia di oscurare Eastwood, grazie al forte carattere e al fatto di essere più cerebrale di quanto lui pensi; cosa che, unita alla schiettezza, finisce per renderla quasi dominante, nel forzato rapporto che hanno. Buono.
MEMORABILE: Gli scambi verbali; Il "porco", sceriffo così definito da Clint, va al macello; "Questo è abuso di autorità". "E questa è una pistola che spara".
Ancora Clint che dirige se stesso nei panni di un poliziotto che per l'ennesima volta si scontra con la corruzione dei suoi simili mettendo a repentaglio la sua vita per salvare quella di una prostituta che sta per far saltare il banco. La storia è molto semplice nel suo svolgimento, quasi scarna se vogliamo, tanto che può essere divisa in tre sezioni (inizio, centro, fine), dominata maggiormente da un inseguimento on the road senza particolari deviazioni e che ha nelle inverosimili sparatorie il fulcro centrale. Pellicola nella media.
MEMORABILE: La casa distrutta dalla sparatoria; L'inseguimento con l'elicottero tra i canyon e il deserto; La scena alle grotte; La sparatoria contro il bus.
Spunto non certo originale (il complotto di potere che manda al macello uno dei suoi agenti, la fuga con un testimone che non si vuole far arrivare a destinazione) eppure a sua volta imitato (e ripreso da Eastwood stesso), per un road movie piacevole soprattutto grazie al consueto ridimensionamento dell'uomo reazionario, che si trova (con evidente autobiografismo) a fidarsi sempre di più della sua partner (anche nella vita). Peccato per alcune esagerazioni come la sparatoria finale davanti a schiere di agenti immobili, degna di Bollywood.
MEMORABILE: Il salvataggio della Locke dallo stupro sul treno.
Eastwood fa tutto in famiglia e combina il buddy movie (con prostituta) al bullet ballet catastrofico ottenendo risultati non esaltanti ma di buona lega. In fondo anche questo è un classico, dagli schemi psicologici risaputi quanto efficaci (l'amico, il traditore, l'eroe solitario contro tutti), il sapore inconfondibile dell'action-poliziesco yankee-settantiano e un paio di scene memorabili: l'autobus blindato crivellato di colpi e, soprattutto, la scena a tre con la coppia protagonista e McKinney, un autentico spasso.
Clint in quello che all'epoca gli riusciva meglio. Un poliziesco on the road pieno di ritmo e fracassone, con un paio di scene più che divertenti tanto sono smargiasse ed esagerate (in particolare il climax con l'autobus). La coppia con la Locke funziona più che in tutte le altre occasioni, con lei particolarmente grintosa nella sua parte e lui che aggiunge sfumature ironiche da "perdente" alla sua classica figura di poliziotto. Qualche lungaggine (i discorsi a vanvera del poliziotto di Las Vegas) ma molto gradevole.
Leggera variazione sul tema rispetto ai film di Callaghan per questa regia di Eastwood, impegnato in un action/thriller on the road che lo vede scortare la testimone di un processo attraverso un racket di corruzione e mafia che cerca di eliminarli in ogni modo; è la (buona) scusa per una serie di sparatorie e inseguimenti di grande efficacia, con un finale da manuale nonostante sia necessaria la sospensione dell'incredulità. Forse un pelo troppo lungo, ma anche le scene di raccordo hanno sempre dialoghi ficcanti e momenti meritevoli in questa epopea poliziesca tra Arizona e Nevada.
Godibilissimo e apprezzabile; scene di azione sempre magistralmente girate (alcune delle quali in location davvero suggestive), dialoghi divertenti tra i due protagonisti e un Eastwood che si conferma attore di razza. Questi elementi fanno di un action movie potenzialmente banale un film di tutto rispetto apprezzabile da qualsiasi tipo di pubblico. come sempre Clint Eastwood si conferma un cavallo di razza.
La traiettoria dei fuggitivi, le traiettorie dei proiettili che devono interromperne la corsa, devastando tutto il devastabile. Per Clint tutta l'America è un hitchcockiano gioco dell'oca, un tredicesimo distretto a cielo aperto su larghissima scala dai Cholo istituzionalizzati facenti fronda e scudo a grandi burattinai corrotti. In mezzo a un fuoco tutt'altro che amico e a prova di estintori, affiora l'Eastwood più Callaghan-esente, femminista, antiautoritario, romanticone e siegeliano. Di mezzo, i ruggiti del roadaction son musica per le orecchie di chi ama ballare il gun gun.
Un poliziotto viene inviato a Las Vegas per prelevare un insignificante testimone di un processo senza importanza. Ma ben presto i due diventano il bersaglio delle forze dell'ordine che cercano in tutti i modi di eliminarli. Poliziesco d'azione a tratti inverosimile ma godibile. Le sparatorie esagerate, per consumo di pallottole, sortiscono effetti quasi da pop-art (vedi il bus sforacchiato) e Shockley è la quintessenza dell'Eastwood anni 70, deluso e cinico, generoso con la prostituta ma inollerante verso i bikers. Peccato che la risoluzione finale sia affrettata e improbabile.
MEMORABILE: L'ingresso in scena di Shockley malconcio e ubriaco; La casa di Malley abbattuta a suon di pallottole; L'incontro con i Bikers; L'autobus corazzato.
Poliziotto losangelino deve prelevare una testimone a Los Angeles, un incarico in apparenza di poco conto che si rivelerà per entrambi una trappola infernale... Ok, Clint si doveva ancora fare le ossa registiche e inoltre l'action richiede sempre una certa sospensione dell'incredulità, ma qui si spara davvero troppo e questo risulta non solo inverosimile ma anche incongruo, rispetto alle motivazioni dei fetenti di turno che mirano all'insabbiamento. Apprezzabile invece l'auto-ironia con cui Clint si fa strapazzare dalla battona interpretata da Locke, tosta e più furba di lui.
MEMORABILE: In negativo: l'autobus ridotto a colino per il brodo ma ancora marciante circondato da qualche migliaio di poliziotti.
In un'epoca in cui era ancora molto distante dal cinema d'autore, Eastwood realizza un action dall'azione irrefrenabile e dalle ambientazioni suggestive. Volendo sorvolare sulla credibilità delle vicende, spesso verificabile in film di questo tipo, la coppia Eastwood-Locke è decisamente riuscita, con una coprotagonista che arriva a raggiungere e a superare il carisma e la crudezza del canonico personaggio di Eastwood. Dunque un action abbastanza genuino nella sua surrealtà e che, nella sua follia, può risultare godibile.
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CuriositàCangaceiro • 26/01/11 12:12 Call center Davinotti - 739 interventi
La Folliero presentando il film nella rubrica I Bellissimi ha detto che L'uomo nel mirino detiene il record di proiettili sparati in una pellicola, con circa 10mila pallottole esplose.
HomevideoRocchiola • 30/01/24 11:36 Call center Davinotti - 1318 interventi
Da noi reperibile solo come DVD. Vecchia edizione Warner da sempre in catalogo con video panoramico 2.40 (ma sul retro copertina viene erronemamente riportato come 1.85), di qualità mediocre. Definizione scarsa soprattutto nelle scene iniziali, immagini a tratti sgranate con varie spuntinature e graffi. Negli Usa è uscito anche un bluray che pare qualitativamente migliore ma non entusiasmante, e ovviamente senza la traccia audio italiana.