Bisogna capirli, gli americani e il loro cinema: ci vedono allo stesso modo da sempre, e quando si tratta di film di facile consumo come in questo caso non è logico pretendere che rinuncino a stereotipi cui sono affezionati e che dipingono gli italiani a metà tra la simpatica presa in giro e il folklore. Per un film quasi per intero ambientato nella solare cornice di Capri (ripresa in modo eccellente e ci mancherebbe, considerato il budget investito), con maestranze e qualche attore di casa nostra, non ci si aspetti quindi che si affronti la descrizione dei personaggi rinunciando a luoghi comuni, che d'altra parte vengono aggravati dall'uso del dialetto napoletano per doppiare...Leggi tutto tutti gli italiani presenti in scena o quasi (come fare altrimenti però, per differenziare gli americani - che parlano in perfetto italiano - dai capresi senza ricorrere a sottotitoli?).
Per questo sequel il regista Paul Feig cambia insomma completamente l'ambientazione, che era profondamente statunitense, per trasferire le due protagoniste a Capri, dove Emily (Lively), liberata di prigione da avvocati evidentemente molto in gamba, dovrà sposare il prestante e ricchissimo Dante Versano (Morrone). E con sprezzante sfacciataggine chi pensate che avrà il coraggio di invitare alla cerimonia? Proprio Stephanie (Kendrick), la donna che l'aveva spedita in carcere e che, raccontando in un libro la loro storia, ha guadagnato gloria e denaro. Naturale che Stephanie non accetti, ma il ricatto di Emily (hai sfruttato la mia immagine senza il mio permesso, ti denuncio) la costringe a partire.
Attenzione però: nel lussuoso albergo dove alloggiano gli ospiti, tra i quali pure Sean (Golding), l'ex marito di Emily che condivide con lei un figlio, avverrà un delitto in doccia, immediatamente derubricato dagli investigatori a incidente domestico... Stephanie comincia a capire che il rischio di finire in una trappola ordita da chi non può che logicamente pensare di vendicarsi è alto, e di certo non l'aiuta a sentirsi tranquilla un'agente dell'FBI decisamente pasticciona.
Perché è chiaro che tracce di commedia sono sparse un po' ovunque e che un film del genere non può e non va preso troppo sul serio. Gioca coi generi, li sfrutta piegando la complessa trama gialla (che nell'ultima parte si fa anche non facilissima da seguire) allo strano rapporto che lega le due donne e che già era all'origine del successo del primo capitolo: la Kendrick e la Lively hanno caratteri diversissimi e non si capisce mai chi delle due sia la più furba o chi prende in giro chi. Nonostante l'ovvio sentimento di avversione reciproca dovuto al finale del primo film, le due protagoniste ridono insieme, scherzano, stabiliscono una complicità che - almeno per chi conosce quanto avvenuto in precedenza - non può che apparire folle, irreale, ancor meno credibile del carrozzone che le due guidano tra macchiette improbabili e figure di dubbio gusto (si veda Elena Sofia Ricci nel ruolo della madre dello sposo).
Il clima scanzonato indica gli strampalati contorni del progetto, da prendersi per quel che è senza rammaricarsi degli evidenti difetti, godendosi le sempre buone performance delle due protagoniste e cercando, nel caos generale, di seguire l'intreccio giallo con nuovi colpi di scena garantiti da una soluzione assai contorta. Tra un faraglione e una piazzetta, nel frattempo, ci s'infila pure la fontana di Trevi, tanto per gradire. Le canzoni di Noemi in apertura e di Angelina Mango in chiusura confermano le alte quote di partecipazione italiane presenti.
Tremendo sequel mal impostato e peggio ancora eseguito. Feig sbilancia troppo la sceneggiatura sul versante comico e il doppiaggio italiano che esaspera napoletano e volgarità non aiuta affatto, creando un macchiettismo che non regala mai tensione. Riguardo l'intreccio giallo è fin troppo zeppo di plot twist, che non convincono per assurdità e per come sono presentati. Funzionano solo la Kendrick e la Lively nei loro personaggi, mentre la Ricci è fin troppo caricaturale e sfigura. Lungo e più noioso che avvincente.
Emily si sposa, a Capri e obbliga Stephanie (per vendicarsi?) a farle da testimone di nozze. Ovviamente ci saranno un omicidio e altre complicazioni. Imbarazzante guazzabuglio che cerca di mescolare, come nel prototipo, thriller e commedia ma che non riesce né a divertire né a coinvolgere granché. Avvilenti certi luoghi comuni: lo sposo è un camorrista e sull'isola tutti parlano napoletano, anche la Ricci, con effetti ridicoli. Ma al di là di tutto è la storia a non funzionare: poco coinvolgente e nell'ultima parte anche inutilmente contorta. E dura pure troppo. Pessimo.
Questo tardivo sequel di Un piccolo favore si sposta in Italia e può contare su una buonissima confezione (d'altronde la location lo permette), anche se un po' artificiosa. C'è anche qui un mix di black comedy e humor con alcuni omicidi e un colpo di scena finale. Nel cast sorprende Elena Sofia Ricci, mentre alcuni personaggi secondari sono troppo poco abbozzati. Ovviamente non manca la mafia...
Mal riuscito tentativo di serializzare il binomio Kendrick/Lively sul tema nemiche/amiche che non arriva neppure a sfiorare il piacevole risultato del precedente episodio. Colpa di una storia che esaurisce presto i suoi elementi di interesse, nonostante il tentativo di accentuarne il lato glam, spostandola a Capri, così da potervi inserire anche un connotato giallo mafia. Peraltro grossolano, visto che siamo in terra di camorra. Il film appare in realtà più una successione di sit-com, con soluzioni narrative raffazzonate e schema finale ripetitivo. Si guarda, ma a tempo perso.
Una donna si ritrova giocoforza invischiata in un intrigo misterioso in quel di Capri... Difficile seguire una trama tanto strampalata quanto noiosa che si stenta a seguire sino all'ultimo (e, a dire il vero, si giunge al termine solo per il sadico piacere di vedere sino a che punto di non ritorno si spinge la sceneggiatura). Altra nota dolente è il cast, la cui recitazione sopra le righe risulta oltremodo fastidiosa (sebbene essa sia l'inevitabile conseguenza del dover interpretare personaggi palesemente finti). Chi ha visto il primo capitolo potrebbe anche darci un'occhiata...
Seguito un po' più sbiadito del predecessore ma che comunque, nonostante tutto, si lascia guardare grazie ad alcuni momenti simpatici mescolati ad altri da commedia nera. Il cast recita alla buona senza che qualcuno spicchi in modo particolare, forse la Ricci è la migliore ma il doppiaggio è tremendo. La storia talvolta crea confusione coi suoi intrecci e la durata che sfiora le due ore non aiuta. Bella la fotografia, aiutata da una location mozzafiato.
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I curatori del doppiaggio italiano hanno scelto di far parlare i personaggi capresi in napoletano. Al di là dell'opportunità della scelta segnalo che invece nella versione in lingua originale gli stessi personaggi o parlano in inglese oppure in italiano. Insomma, per una volta gli americani ci hanno trattato in modo meno macchiettistico di quanto abbiamo fatto noi stessi.
DiscussioneDusso • 2/05/25 20:48 Archivista in seconda - 1948 interventi
L'Andrea De Rosa che compare in volti almeno secondo imdb dovrebbe essere un omonimo e non lo stesso che in questo film suona musica in una band.
DiscussioneZender • 3/05/25 07:38 Capo scrivano - 49102 interventi