Storia di una notte - Film (2024)

Storia di una notte

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La nostra recensione di Storia di una notte

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Che bastasse una notte per raccontare una storia lo sappiamo dai tempi di Scorsese, ma qui l'arco temporale che Costella analizza si allarga, retrocedendo, fino a raggiungere una sera di due anni prima, quando la famiglia di Elisabetta (Foglietta) e Piero (Battiston) si ritrova felicemente sul divano del salotto a guardare un documentario su Leonard Cohen, passione soprattutto di mamma. I tre figli si stringono ai genitori in un momento di comunione apparentemente perfetto, senza sbavature né una nota fuori posto. Perché allora, quando si avanza di due anni, nella splendida cornice di Cortina d'Ampezzo, Elisabetta e Piero...Leggi tutto sembrano così distanti? Quasi non si parlano, mentre due dei tre figli sono con loro e chiedono a papà di accompagnarli per un'ultima sciata prima di tornare. Mamma accetta di malavoglia, ma in un clima pesante la prima cosa che ci si chiede è dove sia finito Flavio (Caiazzo), il fratello maggiore della cui presenza già qualcuno parla al condizionale, come se...

Si fa presto a capire cosa sia accaduto e cosa si nasconda dietro quel cambiamento radicale nell'atteggiamento di tutti. E difatti, quando il nastro si riavvolge ritornando a quella notte sul divano, capiremo: Flavio, chiamato per un appuntamento da un amico, esce di casa salutando genitori e fratelli. Poi solo un tonfo sordo, udito fin dentro casa, che spinge tutti a precipitarsi giù dalle scale. Non c'è bisogno di mostrare altro; o perlomeno così ha deciso Costella, che fa calare il sipario sul dramma e ci riporta al presente o comunque alla sera del titolo, quella in cui qualcos'altro è successo e qualcun altro è nei guai.

Quell'ultima discesa sugli sci prima di tornare ha originato un nuovo incidente; forse diverso, tutto da interpretare, ma che otterrà in qualche modo di riunire la famiglia, ferma nella snervante attesa di un verdetto, sospesa in un sentimento indecifrabile che fa riaffiorare la tragedia precedente sconvolgendo le menti di tutti. Ma qui sta il problema del film che, pure spezzato dagli ormai ineludibili salti temporali, nel primo tempo aveva saputo costruire un bel clima di tensione, celando alcuni intervalli della vicenda ma calandoci bene nell'atmosfera gelida rispecchiata dalle alte vette delle magnifiche Alpi bellunesi e da scorci di grande suggestione (davvero tanti, siamo ai confini della promozione turistica, pur se legittimata dallo stile scelto) che la colonna sonora commenta con bella sensibilità.

I temi dell'incertezza, della caducità, avvolgono un film che sa scegliere i momenti giusti per permettere agli attori di comunicare con gli sguardi: Battiston e la Foglietta sono una coppia di indubbio valore, magari parzialmente impacciata da una sceneggiatura un po' artificiosa ma capace di trasmettere una profondità non comune. E' il passaggio a una seconda parte improvvisamente scarica e priva di aggiunte importanti a penalizzare il risultato. Così, come se gli mancasse la terra sotto i piedi, il film si arena senza sapere come procedere, impaludandosi in una rappresentazione di maniera del dramma che presto stanca e che definitivamente s'incaglia nell'estenuante parentesi in cui si rievoca il ritrovamento, anni prima, di un cervo, momento in cui la famiglia si era riunita in un significativo, virtuale abbraccio.

A prevalere è l'angoscia, con l'introduzione di un'altra ragazza presente in ospedale (Vianello) a smorzare la tensione ma anche a disperderne le tracce, mentre si rarefanno gli interventi della famiglia di lei (la madre è Stefania Casini, il padre Luigi Diberti) che sembravano poter aggiungere un po' di sale alla storia. Ci si trascina quindi verso la fine descrivendo l'ordinario senza aiuti dai dialoghi e raggiungendo un epilogo banale. Brava Giulietta Rebeggiani nel ruolo della figlia, più in ombra Biagio Venditti in quello del fratello.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/05/25 DAL DAVINOTTI
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Markus 15/05/25 20:01 - 3773 commenti

I gusti di Markus

La messa in scena di drammi di varia natura in questo film di Costella, ambientato a Cortina d'Ampezzo, si distacca dagli stereotipi dei cinepanettoni. La trama segue una famiglia romana coinvolta in drammi fisici e psicologici. Le interpretazioni di Foglietta e Battiston sono indiscutibili, sebbene il ruolo di lei risulti un po' forzato. Tuttavia, la pellicola è permeata da un clima di mestizia poco attraente. Il vero dramma, però, è rappresentato dalle inquadrature che mettono in evidenza il dramma ecologico degli abeti delle Dolomiti uccisi dal "bosforo", un parassita.

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