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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Argento visivamente al suo massimo: più oltre non è possibile spingersi. Assimilata definitivamente la lezione di Mario Bava (peraltro presente come consulente non ben specificato, con il figlio Lamberto a fare l'aiuto regista), il massimo esponente dell'horror di casa nostra affolla il set con scenografie di una ricchezza sconvolgente, illuminate da una fotografia (di Romano Albani) che inventa cromatismi capaci persino di superare le magnificenze di SUSPIRIA. E’ come se Argento avesse dilatato il finale del suo capolavoro precedente facendo muovere i suoi molteplici...Leggi tutto protagonisti tra i corridoi e le stanze di case in cui l'arredamento, la disposizione di finestre, sedie, specchi e ogni sorta di barocchismi concorre alla creazione di autentici quadri. La maestria nelle riprese, l’attenzione massima al sonoro e la scelta di una colonna sonora (di Keith Emerson) inusuale ma efficacissima (con un tema cantato da brividi) vanno a sostenere un cast prodigiosamente calato in una dimensione quasi onirica. Non c'è più una logica precisa, un'indagine da seguire. In INFERNO c'è l'orrore puro. Un film con qualche sbavatura (negli omicidi, stranamente), un ritmo lento (ma si tratta del più autoriale, del più ambizioso tra i lavori di Argento), magari imperfetto ma talmente spettacolare nelle atmosfere e nelle immagini da far apparire gran parte degli horror girati fino ad allora (soprattutto in America) come roba per ragazzi. Potrà irritare, indisporre per mille motivi, ma di fronte a un film di genere girato con virtuosismi simili, una scheggia impazzita in un panorama solitamente troppo stereotipato, non c'è che da assistere in silenzio, godendosi l'unicità del capolavoro.

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B. Legnani 21/03/07 01:48 - 5519 commenti

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Noto, celebrato, imperfetto, con un protagonista che riesce nell’impresa di essere presto scordato. Lo si può adorare "in toto", ma mi pare logico ritenerlo un film dotato di momenti vigorosissimi (fantastico, pure in senso etimologico, il finale) alternati a momenti un po’ così, con il pur minimo barlume di logica che ricopre il ruolo del grande assente. Grande l’uso di note e di voci verdiane, ottime pure nella creazione di Keith Emerson, che qualcuno ha paragonato ai tonanti "Carmina Burana".
MEMORABILE: Il protagonista scende nel piano nascosto. E parte "Mater Tenebrarum" di Emerson.

Caesars 21/03/07 09:28 - 3773 commenti

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Personalmente, dopo lo stupendo Suspiria, giudico questo film l'inizio della fine di Dario Argento. Di positivo rimane una fotografia splendida con colori superbi e la buona orchestrazione delle singole scene, manca però la coesione del tutto e la trama è praticamente inesistente. Alla fine rimane un po' di amaro in bocca per quella che sembrava un'occasione sprecata ma che poi si rivelerà come il primo passo verso prodotti sempre meno pregiati.

Undying 21/03/07 22:31 - 3807 commenti

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Dario Argento manifesta il suo estro creativo nella composizione di immagini/suoni ascrivibili al mondo onirico. Le sue opere migliori sono quelle che abbandonano il terreno razionale e logico in favore delle emozioni e dell'irrazionale. Profondo Rosso è il primo film del regista che si inerpica lungo il sentiero della "magia" filmica, seguito da Suspiria e da Inferno (ideale e confuso seguito sulle Tre Madri). Del percorso "fantastico" - intrapreso da Argento - Inferno rimane il titolo più "inafferrabile" e sfuggente...

Il Gobbo 17/07/07 12:56 - 3015 commenti

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Se Suspiria è il Biancaneve di Argento, Inferno è Fantasia: ormai siamo al gratuito, allo svolazzo, in pieno rococò. Se non fosse fuori tempo si potrebbe parlare di film lisergico. L'arbitrarietà del tutto neutralizza potenziali ammazza-film (Mastelloni... ) e, in fondo, giustifica il protagonista sbiadito: così lo spettatore non è distratto dal caleidoscopio, dato che del giovanotto non può fregare meno. Mastro Bava, in articulo mortis, con uno dei suoi trucchetti, risolse un problema e diede la benedizione: giustamente, perchè è il film più baviano di Argento.

Puppigallo 15/10/07 21:28 - 5250 commenti

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In questo grande horror gli attori passano quasi in secondo piano, rispetto alle scenografie, alle fantastiche riprese e all’utilizzo delle luci. Sono queste le tre forze dirompenti del film. Visivamente, è tutto da gustare (colori pazzeschi: predominano il rosso e il blu). Dà l’idea di un sontuoso esercizio di stile (c’è un certo compiacimento nel colpire lo spettattore con bellezza e efferata violenza: la coltellata al collo). Unici nei: una sceneggiatura un po’ confusionaria e un finale piuttosto grossolano, non all’altezza di una simile pellicola.
MEMORABILE: La scena dove la ragazza deve recuperare una chiave sott'acqua, attraverso un buco nel pavimento (me la ricorderò finchè campo). Perfetta!

Lercio 17/10/07 01:28 - 232 commenti

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Ottima prova anche questa, per Argento. L'uso delle luci è simile a quello di Suspiria ed è il secondo capitolo di una trilogia che si va a chiudere con "La Terza Madre". Le musiche di Keith Emerson sono perfette e la sequenza con l'antiquario, i topi e il macellaio è un'opera d'arte. Sebbene il film parta in maniera confusa e sia un po' lento in alcuni punti, si riscatta e diventa grande cinema grazie ad alcune sequenze magistrali.

G.Godardi 28/11/07 16:43 - 950 commenti

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Seconda parte della trilogia (più ideale che reale) sulle tre madri, è il film più visivamente splendido e immaginifico di Argento, dove la trama è solo un mero pretesto per le esibizioni di una magnifica scenografia barocca e gotica (che deve molto ai film espressionisti e alla pittura surrealista), alla quale si dice abbia partecipato il grande Bava stesso. I dialoghi sono ormai un orpello inutile (potrebbe funzionare benissimo come film muto accompagnato da sole musiche) come lo è la sceneggiatura e gli attori, semplici marionette da manovrare.
MEMORABILE: Tutta la splendida scenografia del film. Comprese le luci, la fotografia e il montaggio.

Spectra 20/12/07 07:55 - 84 commenti

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Con "Inferno" Dario Argento forse inizia la sua fase calante. Il film non convince molto, alcune scene sono state fatte in modo superficiale; i gatti che assalgono Daria Nicolodi sono palesemente gettati "dentro" la scena... si poteva fare di meglio. Buona la fotografia e l'uso delle luci che creano atmosfere molto particolari. Sceneggiatura un po' caotica e finale che lascia perplessi.

Enrikoses 30/03/08 19:46 - 39 commenti

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Horror barocco claustrofobico nella sua ricchezza di elementi cromatici e visivi; siamo di fronte ad un valzer di colori, un tripudio di elementi che creano suspence sin dal primo istante. Magia di luci rosse e blu contornate da un pugno di personaggi privi di importanza così come l'insulsa trama. Ma quello che importa di un horror è spaventarsi e in questo Argento e la sue scelte musicali eccelgono.

Ira72 15/02/17 10:38 - 1305 commenti

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Evidentemente si sprecano gli horror dalle sequenze memorabili, visto quanto è stato bistrattato questo film. Scene come il duplice, brutale assassinio sul "Va pensiero" di Verdi, a luci intermittenti, o come la discesa agli inferi, d'acqua sommersi, residenza di Mater Tenebrarum a cui piace convivere con cadaveri in decomposizione. E potrei andare avanti a lungo, ovviamente in modo ironico, tanto ho apprezzato questo ennesimo capolavoro di Argento ricco di scene forti e cariche di tensione. Capacità rara saper coniugare colori, luci, musiche e omicidi all'unisono.

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Ciavazzaro 14/05/08 16:39 - 4768 commenti

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Un buon horror (secondo capitolo della trilogia cominciata con Suspiria), che però non raggiunge la bellezza del primo capitolo. Certo, nel cast vi sono bravi attori (anche se quasi tutti fanno brevi partecipazioni): Alida Valli, Daria Nicolodi, la Giorgi, Michele Soavi (!) e un discreto McCloskey. Belli i giochi di luce e le scenografie; inquadratura finale evitabile. Buono, ma non un capolavoro.
MEMORABILE: La scena subacquea nel sotterraneo.

Markus 26/05/08 15:49 - 3680 commenti

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Opera numero due della trilogia “argentiana” delle Tre Madri, Inferno è un chiaro seguito del precedente - e per me migliore - Suspiria, con cui spartisce atmosfere horror/gotiche, studio delle luci, arte psichedelica e liberty che il regista romano ha saputo unire e tradurre in film magistrali ed epocali come questo. Qualche concessione discutibile nel cast, “piegato” da glamour/mode del periodo con la scelta di Leigh McCloskey (con baffi che lo invecchiano) e della Giorgi (nel suo momento d'oro) come attori principali.

Herrkinski 15/06/08 17:02 - 8052 commenti

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Secondo episodio della trilogia sulle "Tre Madri". Rispetto a Suspiria Argento fa sicuramente un grosso passo indietro, se non altro dal punto di vista della sceneggiatura (il film è difficile da seguire e pieno di parti apparentemente senza senso o inspiegabili) e della tensione, che in questo film è quasi assente. Insomma, "Inferno" non riesce a terrorizzare come il suo predecessore, tuttavia a livello estetico ci si avvicina molto, con scenografie curatissime e barocche, grande uso di luci blu e rosse e ottime atmosfere. Brutto il finale.
MEMORABILE: La morte dell'antiquario, che mentre cerca di annegare dei gatti in un canale viene preso a mannaiate da un macellaio e poi divorato dai topi.

Cotola 15/06/08 23:20 - 8998 commenti

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Una delle vette barocche di Dario Argento che costruisce un poema visivo di rara bellezza, che deve la sua riuscita oltre alla maestria del regista romano, allo splendido contributo di magnifiche scenografie e di una fotografia sontuosa che omaggia palesemente Bava rendendo il film un unicum nel suo genere. Certo, la trama a volte procede senza una stringente concatenazione dei fatti, ma trattandosi di un horror, è comprensibile. Dalla colonna sonora di Emerson era forse lecito ottenere di più. Un grande esempio di cinema.

Matalo! 11/07/08 16:50 - 1378 commenti

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Mediocrissimo horror il cui scopo iniziale e finale sono le scene... madri. Se Bava trascura la trama, Argento se ne frega, ma il castello non regge mai. Attori ridicoli (tra cui la allora "raccomandatissima" Ania Pieroni), musiche insopportabili del gigionesco Emerson. Troppo poco per reggere come film, troppo frastornante per essere visto tutto (io lo vidi al cinema...). Argento si conferma come semplice ottimo tecnico, ma non è un regista.

Ercardo85 23/12/08 00:00 - 81 commenti

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Horror onirico che fa completamente a meno della logica narrativa ed anticipa di un anno L'aldilà di Fulci. Argento pone l'accento sulla dimensione fantastica e questo gli permette di fare totalmente a meno della logica narrativa; molto belli i colori (mutuati da Bava senior che collaborò alla realizzazione degli effetti speciali) e almeno un paio di scene memorabili, ma nel complesso il film è mediocre. Finale ridicolo e musiche tremende di un pacchianissimo Keith Emerson: **.

Rickblaine 30/12/08 14:14 - 635 commenti

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Horror buono anche per alcune scene che denotano la presenza di un regista preparato con molte idee tecniche e pratiche. La storia è discreta però non mi sembra approfondire ciò che di reale si nasconde dietro la storia delle tre madri; sembra svilupparsi velocemente tutto nel finale lento e a tratti troppo fermo su alcune scene inutili per il film. Comunque bravo Argento a tenere alto il suo nome con un opera che comunque non può deludere i suoi seguaci.
MEMORABILE: Il "Va pensiero" di Verdi.

Enzus79 30/12/08 17:26 - 2864 commenti

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Continuo di Suspiria, che racconta delle tre madri, in giro per il mondo. Dario Argento convince per la sua originalità e nelle scene girate negli interni si nota la sua pignoleria nel dettaglio e ciò che lo circonda. Pur essendo lento, il film si lascia guardare e trascinare nella suspense. Forse non è il migliore film di Argento, ma se pensiamo agli altri prodotti horror fatti in Italia, lo si può ritenere un capolavoro.

Daidae 29/03/09 19:56 - 3163 commenti

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Il buon Argento dei tempi andati (oggi è un po' opaco). Uno stupendo cast per un film eccezionale: se si tolgono alcuni discutibili effetti speciali (il gommoso scheletro) non c'è niente da dire. Un buon film che mischia situazioni di orrore a elementi fantastici; bellissima la colonna sonora.

Bruce 30/03/09 09:59 - 1007 commenti

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Dopo Suspiria era impossibile ripetersi o fare di meglio: Dario Argento riparte da dove era arrivato ma esagera e per la prima volta perde il controllo del soggetto. Dopo un buon avvio, con forti suggestioni visive e di suspence, incominciano le tante incongruenze e la sceneggiatura zoppica vistosamente. L’invadente colonna sonora di Keith Emerson non aggiunge nulla, anzi. Un film però eccellente dal profilo meramente visivo, con scenografie, luci e fotografia straordinarie. Barocco.

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Goblin 6/05/09 11:22 - 11 commenti

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Capolavoro! Insieme a Profondo rosso e Suspiria rappresenta la trilogia perfetta del maestro romano. Rimane il mio preferito tra i tre, quello che meglio rappresenta il cinema di Argento, sicuramente meno lineare ma visivamente stupendo, tutto incentrato sulla "discesa", affrescato da colori irreali, inquietanti e la bellissima musica di Emerson (tra cui "Mater Tenebrarum" é da antologia). Da studiare per chiunque voglia capire cosa vuol dire girare un film horror. Irripetibile!

Magnetti 3/06/09 23:18 - 1103 commenti

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Argento ancora in gran forma per la Mater tenebrarum. Un inizio da applausi (la scena nell'interrato sott'acqua è memorabile) e uno sviluppo che vira verso un film buono, ma non straordinario. Il finale l'ho sempre trovato inadeguato, quasi posticcio. Preciso che si tratta di peccato veniale per un film comunque eccezionale, con una messa in scena pari a un capolavoro, ma nel complesso un gradino sotto a Suspiria. Avendo visto la trilogia delle Tre Nadri in un sol colpo, direi che ci si può fermare qui.

Ale56 9/06/09 18:31 - 225 commenti

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Dario Argento nel film che è la sua punta di diamante insieme a Profondo Rosso e Suspiria. In questo horror il grande regista romano abbandona la sceneggiatura basata sulla verità e sale sul gradino del sovrannaturale. Ottime scenografie e musiche del grande Keith Emerson. Una fotografia perfetta ad opera di Romano Albani pressochè uguale a quella di Suspiria. Una trilogia fantastica che non si sarebbe potuta chiudere in modo più dignitoso. Il film migliore (insieme a Suspiria) della filmografia del regista romano.
MEMORABILE: La nuotata nello scantinato di New York, ripresa da Lamberto Bava per il suo film-tv La casa dell'orco.

Fidelio 6/07/09 11:49 - 11 commenti

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Il secondo capitolo horror di Argento, visivamente inferiore a Suspiria e dalla trama ancor più scombinata del modello, lo supera a mio parere per un maggiore senso del mistero che si respira durante la visione del film. Gli omicidi, seppure splendidi e disturbanti, non eguagliano quelli di Suspiria, mentre il finale appare alquanto tirato via. Però le musiche, che per la prima volta abbinano a scene di violenza l'opera lirica, sono notevoli. Comunque, lo trovo più visionario del modello: sfuggente.
MEMORABILE: La morte dell'antiquario.

Lucius 2/08/09 22:31 - 3015 commenti

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Il secondo capitolo dedicato alla trilogia delle tre madri è un capolavoro "imperfetto" disseminato di indovinelli agghiaccianti, all'interno di un itinerario diabolico pregno di esoterismo: un labirinto iniziatico, la cui unica uscita è piantonata dalla morte in persona. Cromato e funzionale nella messa in scena, ricco di fascino, non solo visivo e dotato di una colonna sonora superlativa. Attenti o voi che entrate...

Trivex 21/08/09 18:12 - 1738 commenti

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Pretesa autoriale riuscita per il Dario nazionale, che estende le visioni del capolavoro Suspiria a questo eccellente seguito. Ancora una volta il blu e il rosso emergono dal nero della morte per portare il dolore e la distruzione. Rispetto al precedente vi è più disordine nella sceneggiatura, ma è un fatto voluto con rischio e sapienza. Lo splatter è relativizzato, quasi una concessione al genere, in quanto le protagoniste sono altrove: la casa, le streghe e la morte. La triade si unifica e l'orrore si compone con le proprie fiamme non purificatrici.
MEMORABILE: La morte dell'uccisore dei gatti, sbranato e terminato!

ShangaiJoe 19/11/09 20:00 - 32 commenti

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Probabilmente il più grande esempio cinematografico di cinema cosiddetto "dell'orrore". E sappiamo bene quanto questo termine sia spesso usato a sproposito. Qualsiasi soluzione tecnica, dall'uso delle luci alle scenografie passando per le musiche, è focalizzata verso un scopo ben preciso: il terrore dell'ignoto. In questo modo tutto diventa caos e anche il particolare più insignificante e "familiare" ci appare ostile e raccapricciante. Un tributo al mondo dei morti e una grande lezione di cinema. Perfetto.
MEMORABILE: La sequenza di immersione nei sotteranei inondati.

Noir 30/10/09 16:33 - 24 commenti

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Capolavoro di colori e fantasia. Già dalle prime immagini si percepisce subito l'atmosfera irreale che percorre tutto il film. La mano di Bava c'è e si vede, forse solo Argento non sarebbe stato capace di tanto. Alcuni effetti speciali oggi possono far sorridere ma onestamente, averne ancora adesso di film italiani simili. Pur con alcuni difetti, resta uno dei migliori ricordi dell'Argento che fu.

Funesto 3/11/09 21:11 - 525 commenti

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Affascinante film di grande impatto visivo in cui l'ottima fotografia si sposa con le incalzanti musiche di pianoforte di Emerson creando momenti di purissima arte. Considerato dal regista come il suo miglior film, "Inferno" alterna con grandissimo stile buone scene di sangue ad altre di vera paura, supportando il tutto con l'ottima regia di un Argento in forma smagliante. Troppo spesso, però, la coerenza va a farsi benedire e il film rivela la sua vera natura, ossia l'essere "solo" un (grande) esercizio di stile. Pessimi gli attori protagonisti.
MEMORABILE: "E tutti quanti quei ricchi BASTARDI!" dice la Valli sfoderando un memorabile sorriso famelico. Memorabile anche la scena in taxi, plagio a Suspiria.

Metuant 2/01/10 09:55 - 456 commenti

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Questo bizzarro e sanguinosissimo film è la summa del cinema che Argento vorrebbe fare ogni volta: visioni su visioni, sempre di carattere gotico-barocco, ambientazioni da incubo traboccanti di figure spaventose e inondazioni di colore che martellano il nervo ottico. La sceneggiatura non sempre fila a causa di alcune incongruenze tipiche del suo cinema, ma il tutto fila a meraviglia grazie a quell'atmosfera irreale che si respira fin dall'inizio e all'ambientazione, mai così suggestiva.
MEMORABILE: Sara (Eleonora Giorgi) che entra per sbaglio nel laboratorio nascosto nella biblioteca.

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Galbo 9/01/10 12:06 - 12372 commenti

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Tra i vertici della filmografia di Dario Argento, Inferno va visto come un magnifico esercizio di stile. Il regista tralascia ogni pretesa di verosimiglianza e la sceneggiatura risulta in realtà piuttosto ingarbugliata (e a tratti francamente incoerente). Colpisce invece il sapiente gioco di luci e colori e l'efficacia di sequenze iperviolente che si sposano bene con le belle musiche di Emerson.

Mtine 8/01/10 15:12 - 224 commenti

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Seconda prova di Dario Argento nel genere horror. La sua vena onirica e "orrorifica" qui è al massimo. Il che è più un difetto che un pregio. Con una storia inesistente e un finale deludente, Argento pensa di aver fatto un film horror, inserendo peraltro "vecchie trovate": streghe che fanno bollire pozioni magiche, gatti assassini e ratti. Uniche due note positive sono la stupenda musica di Keith Emerson e la luce rossa onnipresente, che sottolinea la componente "infernale" del film. Bello a suo modo, ma incompleto di elementi neccessari.
MEMORABILE: L'omicidio di Kazanian: uno dei migliori della filmografia argentiana.

Jorge 24/01/10 11:32 - 164 commenti

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Degno successore di Suspiria; ma mentre in Suspiria soggetto, sceneggiatura e dialoghi erano curati in maniera superiore alla norma, in Inferno lo spettatore si perde, sia per l'involuzione dei tre succitati elementi, sia a causa del cast (alcuni attori troppo teatrali, altri troppo da telefilm americano con qualche eccezione come la Valli, la Miracle e Chaplin). Tuttavia, i cromatismi sono eccezionali, le scenografie bellissime; la cura formale la fa da padrona, ed il finale (curato da Bava) è fenomenale: un gioiello involuto, comunque un gioiello.
MEMORABILE: La musica di Emerson, il finale Baviano.

Il koreano 4/03/10 22:03 - 44 commenti

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L'intreccio diventa contesto e Argento ne approfitta per inscenare uno "zibaldone" di violenti omicidi (alcuni di questi inopportuni, come quello della Valli e di Mastellone) accompagnati dalla pessima colonna sonora di Keith Emerson, stavolta in vena di virtuosismi (atroce la versone progressive del "Và, pensiero"). Le poche scene d'umorismo erano già state collaudate anni prima, ed è proprio dagli attori che percepiamo l'inefficace direzione artistica, più interessata alle scenografie Liberty che allo spessore dei personaggi in campo.
MEMORABILE: Eleonora Giorgi: "Hai mai sentito parlare delle tre sorelle...?" Gabriele Lavia: "Vuoi dire quelle cantanti di colore?"

Siregon 14/03/10 16:00 - 352 commenti

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Davvero affascinante questa pellicola. Un luna park illogico, fotografato in maniera eccellente (anche se inferiore a Suspiria ne riprende le tonalità) e musicato da Emerson con assoluta precisione in relazione alle immagini. La sceneggiatura è inesistente, gli attori completano le scene invece di esserne protagonisti e l'ombra del manierismo è sempre presente. Tuttavia il mondo creato dal regista è palpabile, si respira e si ascolta. Meno teso di altri lavori di Argento ma unico nel suo genere.

Il Dandi 8/04/10 21:40 - 1917 commenti

I gusti di Il Dandi

Perché mai tanti mistery vengono definiti "finto horror" e se ne dice che non hanno "il coraggio" dello scarto soprannaturale nel finale? Argento invece produce un altro (dopo Suspiria) finto thriller che segue dinamiche da giallo ma nel finale rinuncia a una spiegazione logica. È questa la definizione di genere "horror"? Non sono d'accordo. E anche come provocazione cinematografica, era riusicta meglio a Bava in 5 bambole e Reazione a catena. L'ho comunque apprezzato più di Suspiria per una suspence dal ritmo più snello.
MEMORABILE: La corsa in taxi della Giorgi, sulle note di un Va pensiero di Verdi riarrangiato da Emerson in chiave minore anziché maggiore.

Vanadio 27/04/10 21:20 - 105 commenti

I gusti di Vanadio

Dario Argento crea "Inferno" con molto travaglio; il risultato è un'opera criptica che ha il sapore di un delirio febbrile. L'atmosfera, ancor più che in Suspiria, è l'elemento principale; la trama non ha senso (e non pretende di averne), tutto avviene senza ragione apparente portando all'orrore più funesto. Si può dire che è un film intrinsecamente ambiguo, per questo lo si adora oppure lo si detesta; c'è poco da fare. Un film del genere non può essere capito: va provato come un'emozione.
MEMORABILE: Le sequenze con il "Va pensiero"; Eleonora Giorgi; la morte di Kazanian.

John trent 1/07/10 20:28 - 326 commenti

I gusti di John trent

Il miglior horror argentiano: un'autentica gioia per gli occhi, per le orecchie e per la mente. Molte, troppe sequenze sono girate con un'eleganza spaventosa (a partire dai titoli di testa con la voce fuori campo) e la fotografia di Romano Albani non ha nulla da invidiare al giustamente osannato Tovoli di Suspiria. Argento scatena il suo genio visionario e il risultato è un film originalissimo e personale, una discesa nel puro terrore senza alcun raziocinio. Inutile dire che le musiche di Keith Emerson avrebbero meritato un Oscar. Unico.
MEMORABILE: Il prologo che introduce le 3 chiavi che nascondono il mistero; la discesa di Irene Miracle nella stanza sommersa; i delitti a ritmo di "Nabucco".

Deepred89 18/06/10 20:51 - 3701 commenti

I gusti di Deepred89

Capolavoro visionario, più radicale e irrazionale del precedente Suspiria. Lontano dagli stereotipi dell'horror, un'insieme di sensazioni visive e sonore, potente e fascinoso, dove trama e recitazione passano volutamente in secondo piano. Regia, fotografia e musiche spesso al limite del sublime. Peccato per qualche evitabile difetttuccio (l'effetto speciale del teschio ad esempio) ma il livello rimane altissimo. Imprescindibile.

Myvincent 7/07/10 23:14 - 3722 commenti

I gusti di Myvincent

New York e Roma, le sedi ideali di questo film di Dario Argento che è una gioia per gli occhi (e la mente) per la visione di luci, oggetti, ambienti, arredi neo-gotici e nitida fotografia; il tutto accompagnato da una colonna sonora d'eccezione. Si segue un esile filo conduttore e, poco a poco, si scoprono orrori d'ogni genere, in cui grande parte hanno anche gli animali. Tutto termina dove è iniziato: la morte, classicamente rappresentata da un'orrido scheletro, mentre un inferno di fuoco sopravanza...

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Greymouser 8/07/10 00:43 - 1458 commenti

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Capolavoro immortale dell'horror visionario di tutti i tempi, l'"Inferno" di Argento rinuncia lucidamente a una linea narrativa razionale, e naviga tra sequenze allucinate e spaventose, componendo quadri da incubo con pennellate cromatiche febbrili ed ipnotiche. In un crescendo sabbatico di orrori e misteri vagamente e minacciosamente suggeriti e mormorati, il regista ci conduce alla rivelazione dell'essenza radicale dei terrori "della nostra umanità". Esperienza totale: o non lo si comprende, o lo si ama senza condizioni.

Fauno 13/07/10 11:12 - 2206 commenti

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Un po' pesantino, anche perché se per una volta la morte è quasi annunciata, chi la sostituisce non emerge e non morde proprio. Qua e là ci sono personaggi e omicidi interessanti. Varelli e la Mater si fanno rispettare, ma l'impatto, le sorprese e la continuità emotiva del film precedente, anche a livello subliminale, le possiamo proprio scordare.
MEMORABILE: La scena del canale di scolo delle acque putride con un antiquario attaccato.

Capannelle 14/09/10 12:04 - 4394 commenti

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Bellissimo l'inizio con la sequenza di Rose in acqua. Poi si plana su un mix di omicidi (e anche qui il pezzo meglio è ancora Rose) e trama affastellata, dove la componente visionaria (a tratti depalmiana) e alcune inquadrature (le serrature, il venditore ambulante e l'ambiente circostante) fanno da contraltare a varie banalità come la Giorgi tra i paioli, le (dolenti) note di Emerson o le gattare. Più suggestione che effettiva paura e attori come al solito deboli (tanto che pure Mastelloni non sfigura).
MEMORABILE: Tutta la sequenza sottacqua.

Disorder 24/09/10 14:09 - 1416 commenti

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Fa il paio, in tutto e per tutto, con Suspiria, di cui però non riesce assolutamente a ripetere la magia. Tecnicamente è anche meglio, la trama è più articolata (ma non più solida), eppure non ha lo stesso fascino del precedente; complice forse anche una location non così affascinante e la soprannaturalità dichiarata fin da subito (in Suspiria ci si accorgeva gradualmente che qualcosa non andava...). Resta un horror di buon livello, ma non imprescindibile come il precedente (anche le musiche non sono incisive come al solito).
MEMORABILE: L'introduzione che ci spiega la natura delle tre "Mater".

Von Leppe 25/10/10 14:07 - 1256 commenti

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Film visivamente monumentale: la parte iniziale tra Roma e New York è la migliore, poi diventa un po' lento ma ciò viene messo in secondo piano dalla fotografia e le scenografie del palazzo newyorchese, con i sotterranei, i segreti, le storie sulle tre madri e l'architetto Varelli. I colori sono meno freddi che nel precedente Suspiria e più vari: c'è lo zampino di Mario Bava: dopo la sua morte l'horror in Italia subirà un cambiamento. Credo che Inferno sia l'ultimo capolavoro gotico italiano. Musiche di Keith Emerson ottime.
MEMORABILE: La terza chiave è sotto la suola delle tue scarpe.

Silenzio 14/12/10 01:34 - 59 commenti

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Siamo al cospetto dell'Argento più allucinato, malsano, visionario, barocco di sempre. I primi cinquanta minuti di Inferno rappresentano forse la vetta del suo cinema; lo spettatore è travolto da sequenze di soverchiante carica immaginifica, allibito dai miracoli della regia, della policromatica fotografia (Albani) e delle pittoriche e monumentali scenografie (Bassan). Più che maniera è iconodulìa. Parlare della mediocrità degli interpreti, dei buchi della sceneggiatura et cetera di fronte a tale trionfo, oltre che superfluo sarebbe oltraggioso.

Hackett 25/11/10 07:58 - 1865 commenti

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Anche se visivamente meno potente del primo capitolo, questo secondo film sulle madri presenta una trama stimolante, dei cambi di ambientazione intriganti e non pochi spunti creativi. La trama, forse non approfondita a dovere, cerca di strutturare e definire quanto lasciato in sospeso in Suspiria ed alcuni momenti del film sono veri gioielli di stile argentiano. Efficaci le musiche.
MEMORABILE: L'omicidio di Lavia. La scoperta del sottofondo nel pavimento. L'omicidio dell'antiquario.

Xabaras 15/12/10 15:23 - 210 commenti

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Suspiria è passato e al buon Argento non resta che tentare di riproporne le fantasmagoriche glorie con esiti piuttosto altalenanti. Da un punto di vista formale Inferno si attesta a livelli veramente altissimi, ma a differenza di quello che era successo tre anni prima, il barocchismo visivo rimane stucchevolmente anonimo, non concorrendo alla creazione dell'aere oniricamente surreale che aveva reso Suspiria un caso più unico che raro nel panorama orrorifico mondiale. Il ritmo è blando e il reiterato sadismo negli omicidi lascia il tempo che trova.

Bergelmir 16/04/11 22:51 - 160 commenti

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Argento prosegue la ricerca nell'orrore visionario mantiene la potenza e la sontuosità estetica del precedente Suspiria, ma si spinge qui molto oltre, esasperando la tensione e mostrando di saper davvero parlare all'inconscio. Inferno è un lungo incubo, una serie di visioni terrificanti per lo spettatore, che è costretto a vivere un'esperienza onirica affascinante quanto angosciante. Da non tutti compreso, è un punto di riferimento per il cinema horror internazionale. Memorabile inoltre per scenografie, fotografia e musica.
MEMORABILE: La sequenza subacquea nei sotterranei del palazzo.

Buiomega71 22/05/11 17:36 - 2899 commenti

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Non un semplice film, ma un'assoluta sinfonia dell'orrore, la massima espressione artistica del sommo Argento. Un incredibile quadro gotico orrorifico, assoluta anarchia visiva, sonora e creativa. Dalla fotografia di Romano Albani sino alle musiche di Keith Emerson tutto è perfetto, nonchè delirio visivo assoluto. Tra le cose più straordinarie del cinema argentiano, l'eclissi di luna sui palazzi di New York, un massacro sul Va' pensiero di Verdi e un finale tra i più terrifici mai girati. Un tableaux vivant pieno di allucinazioni. Capolavoro.
MEMORABILE: Pitoeff decapitato tra i ratti e l'eclissi lunare; il massacro di Lavia e della Giorgi; la lastra di vetro nella gola della Miracle

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Ryo 4/07/11 16:18 - 2169 commenti

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Per un amante dello splatter come me, questo film è un capolavoro. Argento in quest'opera abbandona il thriller e il giallo e confeziona un prodotto con risvolti sovrannaturali e scene molto sanguinolente e grottesche. Ottima la scelta dei colori e l'immancabile rosso acceso che contraddistingue quasi ogni suo film. Belle anche le scenografie. Peccato per i gatti maltrattati.
MEMORABILE: Lo zoppo che cade in uno scarico fognario e non potendo muovere le gambe viene morso dai topi. Accorre un uomo per aiutarlo... (?)

Luchi78 20/07/11 18:04 - 1521 commenti

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Sicuramente un'ottima realizzazione da parte di Argento, ma non un capolavoro a causa di una trama fondamentalmente troppo scarna, essenziale. Molto lenta tutta la prima parte fino all'arrivo di Mark a New York, poi un continuo crescendo fino al finale spiazzante. La maestria nell'utilizzo delle luci è solo da ammirare, come altrettanto lo sono le ambientazioni in cui si muovono i protagonisti, dei quali però non rimarrà il ricordo di un'interpretazione memorabile. Ottime le musiche.

Didda23 21/08/11 01:35 - 2424 commenti

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L'impianto visivo dell'opera è fulminante e splendido e la regia ci conduce per mano in un racconto delirante e terrificante. Argento, incredibilmente, supera nettamente il risultato conseguito con Suspiria. Ogni dettaglio è studiato e non lasciato al caso e le sontuose scenografie esaltano l'opera. L'atomsfera è quanto di più terrificante e spaventoso si possa ricreare. Da vedere in alta definizione, fidatevi... Capolavoro.

Mutaforme 21/08/11 15:47 - 415 commenti

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L'inizio del film rasenta la perfezione: atmosfere mistiche, il brivido scorre già prima che qualcosa accada e persino "Va pensiero" fa paura. La scena sott'acqua mette angoscia e cattura lo spettatore incollandolo alla sedia. Peccato che al primo omicidio esca fuori un po' di banalità (la scena del pugnale a mezza testa è da B-movie) e da lì in poi si prosegua senza un vero filo logico. L'impressione è che questo film potesse essere un capolavoro e invece è un'accozzaglia di scene, di fotografie perfette ma prive di una logica conduttrice.

Coyote 22/08/11 22:34 - 185 commenti

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Personalmente sono più attratto dal classico Argento giallo dei primi anni, prima della svolta horror. Tuttavia Inferno esercita un notevole fascino visivo anche nei confronti di chi, come il sottoscritto, non è un grande fan dei film “de paura”. La trama è minima, il film punta tutto sulle scenografie e sulle luci, portando lo spettatore a sospendere l'incredulità e a lasciarsi trasportare in un incubo claustrofobico.
MEMORABILE: La strega con il gatto in università sulle note di Va' pensiero.

Rebis 23/08/11 00:51 - 2331 commenti

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Miasmi diaboloci, gatti psicopompi, piccole lacerazioni presaghe di morte, manoscritti nelle intercapedini. Argento sparge indizi a piene mani - omicide e senza nulla di umano - infesta le stanze con forme elementali: luci fantastiche, vento nelle condutture, acque abissali, giardini sommersi. Le analogie cospirano, le voci bisbigliano, lo smarrimento concettuale impazza. Formiche sul palmo di una mano e un'eclissi di luna: nel pozzo surrealista l'ordito cede all'insensatezza e la paura si dissipa, la forma impera, abbagliante e farsesca. Un grande rammarico: lo avessero musicato i Goblin...

Ale nkf 23/08/11 14:09 - 802 commenti

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Sono riuscito a stento a finirlo. La suspance manca completamente nella prima parte e resuscita leggermente nel finale, ma il film è caratterizzato da un'ecatombe di protagonisti senza alcun motivo apparente né celato e da una terribile colonna sonora di Emerson (se si tiene conto di quelle meravigliose dei Goblin). Lo sviluppo della trama è completamente disordinato, anche se innovativo, ma comunque poco entusiasmante.
MEMORABILE: L'amico di Sara col coltello infilzato nel collo che gli trapassa la gola.

Homesick 16/03/12 17:44 - 5737 commenti

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Lento e pomposo. Il Suspiria parte seconda dorme sugli allori del predecessore, abiurando ad ogni logica e tensione drammaturgica in favore di un’apoteosi estatica della Morte – i vari falsi protagonisti sono semplici pedine di un compiaciuto gioco di sangue – e di un barocchismo scenografico che, proiettato dalle evoluzioni registiche di Argento, spalanca finestre su squisite visionarietà: imprescindibili a tal scopo gli apporti delle luci oniriche di Romano Albani, continuatore dei rutilanti cromatismi di Mario Bava, e delle musiche di Keith Emerson. Exitus sbrigativo e carente.
MEMORABILE: La stanza sommersa; i sotterranei della biblioteca; la trasformazione in Morte della Mater Tenebrarum (Mario Bava fecit).

Chimera70 18/05/12 21:04 - 34 commenti

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Visto per la prima volta con Tv in bianco e nero da ragazzino, mi aveva lasciato un po' d'amaro in bocca. Rivisto negli anni successivi, il giudizio è cresciuto fino a farmelo considerare un capolavoro. "Inferno" è un film/trip che si svolge libero, liquido e notturno lungo misteriosi labirinti rosso-bluastri. Cast improbabile, ma non importa. Non troppo cruento, ma la paura c'è; esalata più dalle atmosfere che dalle letali apparizioni della Mater Tenebrarum.

Rambo90 8/05/13 21:01 - 7661 commenti

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Mi ha emozionato più dell'Argento precedente: i toni fiabeschi cedono il passo a un vero e proprio orrore crescente, la storia delle tre madri è finalmente approfondita e ci sono sequenze di grande tensione con ottimi effetti speciali. Cast notevole: ho apprezzato molto la Giorgi in versione diversa dal solito, così come la Valli e Pitoeff. Splendida la colonna sonora.

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Nicola81 17/08/13 12:05 - 2831 commenti

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Il sospetto che avevo maturato dopo aver visto Suspiria ha trovato piena conferma: gli horror di Argento non fanno per me. Questo, malgrado un incipit promettente e un finale meno raffazzonato, l'ho trovato molto più noioso del precedente, una sequela di morti senza senso apparente, neppure girate con quella maestria tipica del regista. McCloskey a dir poco insignificante, la Giorgi esce di scena troppo presto, la Nicolodi pare catapultata direttamente da Ritratto di donna velata (e non è un complimento). Non inguardabile, ma evitabilissimo.
MEMORABILE: La nuotata della Miracle; La colonna sonora di Emerson.

Zender 1/11/13 16:29 - 315 commenti

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Stanze come scatole cinesi s'aprono l'una nell'altra, stupefacenti labirinti a sprofondarci nel rosso. Le madri delle lacrime e delle tenebre sbiancano la sorella dei sospiri e la lasciano a Friburgo con le sue scolarette. Le rubano i colori, moltiplicano il fascino scenografico, si fanno aiutare da un Keith Emerson in gran vena. Argento sposa Bava più di sempre e ci addiziona il suo sublime senso registico per intagliare una gemma imperfetta ma unica, viaggio iniziatico alla scoperta di un talento horror che travalica ogni argine esondando.
MEMORABILE: Rose's descent into the cellar; I labirintici interni, trionfo cromatico di un Albani in stato di grazia.

Giùan 26/12/13 07:17 - 4528 commenti

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Dopo Suspiria Dario persegue, portandolo alle estreme conseguenze, il processo di costruzione ellittica del racconto, il cui tratto fondante è ancorato ormai solo al cordone ombelicale della propria istintiva visionarietà, senza più attinenza financo con un barlume di logicità sintattica. La sintesi cinematografica che ne deriva conosce dei momenti altissimi (la “partenza” del coro del Nabucco, la morte per ratti del “gattaro” Kazanian) ma anche debolezze derivative (l’incipit “acquatico”). Comunque straripante e di raffinata suggestione sulfurea.

Bizzu 8/01/14 01:22 - 217 commenti

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Qui c'è poco di Suspiria: manca la morsa di tensione che ti imbriglia dai primi minuti, mancano attori che ci sappiano fare, mancano le belle musiche che contribuiscono all'atmosfera (in questo caso la colonna sonora non è sopravvissuta per niente agli anni e ora risulta veramente pacchiana). Anche le scenografie, i colori, che in Suspiria la facevano da padroni, qui vengono riproposti ma è come se mancasse quel guizzo di fondo... quel guizzo che negli anni scomparirà totalmente dai film di Argento.
MEMORABILE: Il "va pensiero".

Vito 8/03/14 01:33 - 695 commenti

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Dopo la Madre dei Sospiri a Friburgo Dario Argento ci conduce dalla Madre delle Tenebre che governa le forze del male dalla sua dimora di New York. Il regista romano abbandona la logica narrativa e crea un vortice di orrore e incubi difficile da dimenticare. Tra immersioni in sotterranei zeppi di cadaveri, topi che sbranano e omicidi senza senso vengono distrutte le regole della ragione, dello spazio e del tempo e ciò che rimane è un immenso teatro terrificante dove l'unica cosa che conta è la paura. Capolavoro assoluto.
MEMORABILE: Madri, matrigne che non partoriscono la vita, sorelle, signore degli orrori della nostra umanità!

Mickes2 15/08/14 15:26 - 1670 commenti

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Onirica e fiammeggiante cascata d’immagini e visioni dove l’aura di occulto e i simboli di presagio sono solo elementi riempitivi per imprimere su celluloide un vortice infernale di devianza e follia. Straniante, narrativamente farraginoso e diseguale ma di assoluto fascino e suggestione; monta sotto pelle nei corridoi del palazzo come nelle vene di Varelli, ed esplode, infuocato, in un pandemonio "baviano", lussureggiante e barocco che rimanda a una visione fascinosa, estatica e macabra della morte. Senza dubbio fra i migliori di Darione.

Maik271 25/11/14 08:15 - 436 commenti

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Dopo il successo di Suspiria Argento ci riprova con questo secondo episodio visivamente molto somigliante, meno a livello di pathos. La tensione comunque si tocca con mano e la scelta del palazzo con arredi déco è riuscita come anche alcune interpretazioni (la Nicolodi e la Valli le mie preferite). Anche le musiche di Emerson non sono male, anche se non raggiungono il livello di quelle dei Goblin. Comunque valido.

Tarchetti 19/12/14 21:28 - 34 commenti

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Capolavoro di Dario Argento che assimila alla grande la lezione del maestro Mario Bava (luci, sfondi, ambienti gotici) per deliziarci con un'atmosfera surreale, misteriosa, giocata molto sulle inquadrature che accentuano i particolari, mentre la macchina da presa riesce a infilarsi nei cunicoli, nei tubi più nascosti, negli scantinati più bui, per raccontarci una favola nera, macabra, agghiacciante e paurosa. Uno tra i punti più alti dal maestro del brivido e un film entrato nell'olimpo dei migliori horror all'italiana di sempre. Cultissimo.
MEMORABILE: Nella casa Leigh McCloskey togliendo alcune assi del pavimento scopre un passaggio segreto mentre in sottofondo parte la musica di Keith Emerson.

Ultimo 27/12/14 22:25 - 1652 commenti

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Dario Argento mostra qui chiaramente di aver appreso appieno la ricetta per realizzare un horror con tutti i crismi: la trama risulta infatti confusa e poco incisiva (così come poco incisivi sono gli attori); ciò che rende il lungometraggio un grande esempio di film dell'orrore è la perfezione registica ed estetica: un palazzo con un'infinità di stanze, un insieme di colori e di luci, dosi di violenza estreme. Finale poco realistico ma spettacolare.

Tomastich 12/02/15 13:44 - 1255 commenti

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Inferno meriterebbe 10 pallini! Il lavoro più completo di Dario Argento si presenta come un affresco rosa-blu sopra il quale si stagliano le entità mortifere che comandano il mondo. Non c'è spazio per l'intreccio giallo, neanche per quello prettamente psicologico. C'è solo voglia di mostrare l'immostrabile. Fulci mostrò l'inferno negli occhi, Argento mostrò l'inferno nei colori.

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Daniela 9/05/15 11:23 - 12606 commenti

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Più Purgatorio che Inferno qusto episodio di mezzo della trilogia delle tre madri, mediano in tutti i sensi: inferiore al primo capitolo ma migliore di quel che seguirà molti anni dopo. Come spesso nei film del regista, la trama, traballante e lacunosa, è un pretesto per legare l'una con l'altra le varie sequenze orrifiche, talvolta di notevole impatto visionario, sottolineato dalla colonna sonora. Belle anche le ambientazioni barocche, mentre altro punto dolente è il cast: salvo qualche faccia, assai mediocre, con McCloskey espressivo quanto un ciocco. Moscio l'epilogo che fa calare i pallini

Jdelarge 16/05/15 11:30 - 1000 commenti

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Visionario e visivamente sublime, il secondo horror di Dario Argento proietta lo spettatore in un "mondo altro". I punti di forza della pellicola sono riscontrabili nelle inquadrature studiate nel minimo dettaglio, nelle scenografie e nel magistrale utilizzo di luci e colori. I difetti ci sono: il finale è eccessivamente sbrigativo e la trama, a tratti, sembra assumere inutili venature thriller; ma nel complesso si tratta di un film fantastico e quasi privo di protagonista, a indicare che al centro di tutto vi è essenzialmente il male.

Alex75 24/08/15 09:37 - 876 commenti

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Primo segnale dell’involuzione di Dario Argento: la trama appare un pretesto per mostrare una sequela interminabile e illogica di scene raccapriccianti, condite dalle tronfie musiche di Emerson, con poca suspense e dialoghi insulsi, fino al ridicolo epilogo; le qualità delle migliori opere argentiane si vedono solo nei pochi momenti in cui l’horror soprannaturale lascia il posto al thriller. Il cast è scialbo e male assortito; il suo maggior pregio è che quasi tutti gli attori si vedono poco.
MEMORABILE: Il black-out e il “Va’ pensiero”; L’antiquario zoppo e il suo tentativo poco intelligente di annegare dei gatti nelle fogne di New York.

Samdalmas 4/08/15 12:11 - 302 commenti

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Nel secondo capitolo delle Madri Argento trascura la trama e si abbandona a un delirio visivo affascinate se preso per singole scene (la stanza sommersa) ma nel complesso inferiore a Suspiria. Girato tra New York e Roma, si avvale delle belle luci di Albani. Nota dolente il cast, con McCloskey da soap opera e Anja Pieroni come strega (tornera in Tenebre). Meglio il libraio di Pitoeff, che finisce sbranato dai topi. Keith Emerson sostituisce i disciolti Goblin.
MEMORABILE: La Giorgi nel taxi, sulle note di "Va Pensiero" prog, si fa portare a Via dei Bagni (cioè Piazza Mincio).

Minitina80 19/08/15 05:25 - 2976 commenti

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Argento realizza un’opera straordinaria che incarna l’essenza del cinema come pura arte visiva e di intrattenimento. È riconoscibile l’eredità artistica di Mario Bava, parte integrante ed essenziale della riuscita di Inferno, anche se sono tante le componenti che hanno funzionato a dovere; le musiche di Emerson, con incedere sinistro e venature progressive, si fondono bene con la vivida fotografia e le affascinanti scenografie contribuendo a un capolavoro forse troppo sottovalutato.

Fulcanelli 26/08/15 14:07 - 135 commenti

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Con Inferno Argento tocca l'apice del suo estro. Mi piacerebbe molto potergli dare 5 pallini ma a differenza di Profondo rosso e Suspiria le incongruenze e le scene senza senso cominciano a essere davvero troppe e troppo evidenti per far finta di niente. Malgrado i difetti di sceneggiatura risaputi e il finale fiacco tutto il resto è un'incredibile tavolozza di tenebre, orrori e segreti di grande impatto. Gli attori funzionano (McCloskey compreso) come anche le musiche (piuttosto peculiari nel finale...). Quasi capolavoro.

Paulaster 29/10/15 16:13 - 4375 commenti

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Un contenitore di forme e colori che trasportano fuori dalla realtà e fino al termine resta accattivante, con una fotografia eccellente. La trama zoppica perché scollegata tra i vari eventi e si conclude in modo deludente, girato male e senza colpire. McCloskey e la Giorgi son più adatti a un fotoromanzo che a incutere pathos e il migliore appare Mastelloni. Musiche di Emerson imparagonabili - come resa - a quelle dei Goblin.
MEMORABILE: Gli omicidi con il “Va pensiero” e la corrente interrotta; Il sottosuolo pieno d’acqua; L’immagine dell’esterno dell’albergo.

Anthonyvm 24/03/18 23:53 - 5615 commenti

I gusti di Anthonyvm

Forse il miglior Argento da un punto di vista prettamente stilistico: ogni inquadratura è un capolavoro visuale, una specie di monade cromatica che si distacca in modo violento dalla realtà, abbracciando un mondo onirico e fantastico, ma anche feroce e sanguinario, come Argento ci ha sempre abituati. Le musiche di Emerson sono sublimi, barocche, perfettamente in linea con la bizzarria delle immagini. Script, dialoghi e recitazione sono secondari: ci si deve immergere in questo strano universo, nella sua acqua cristallina dove nuotano cadaveri.
MEMORABILE: La nuotata macabra; La morte di Lavia sulle noti del Nabucco; La scena dell'antiquario divorato dai topi; Il finale.

Namib 5/07/16 21:44 - 7 commenti

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Troppe luci rosse, blu, verdi! Salvo alcune scene (segnatamente quella con Gabriele Lavia, Eleonora Giorgi e Giuseppe Verdi), sembra di assistere più a una galleria di videoarte che a un film. Forse era "troppo avanti", o forse aveva raggiunto il colmo della sua coppa, come Bob Dylan con "Blonde in Blonde".

Rufus68 2/09/16 00:20 - 3819 commenti

I gusti di Rufus68

Le suggestioni visive di Suspiria traspaiono dalla pellicola come su di un palinsesto cancellato in fretta e furia. Il che è un bene poiché Suspiria fu l'apice artistico del Nostro; purtroppo l'unità d'ispirazione stavolta viene a mancare frantumandosi il film in una serie di scene d'effetto mal raccordate (non a caso l'interesse si ridesta in prossimità degli ingegnosi ammazzamenti). Finale scialbo, nonostante uno scatenato Emerson. L'impressione è che questo sia il primo vero passo di Argento verso la maniera (disastrosa dai Novanta in poi).

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Rigoletto 18/11/16 18:13 - 1785 commenti

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Ogni volta che lo vedo mi lascia senza parole. Di una visionarietà unica, riesce a mantenersi in un miracoloso equibrio calibrando perfettamente horror e fantastico. Argento è qui portentoso, trovando colpi di genio perfetti (il prologo misterioso, scene di violenza assolutà con sottofondo verdiano, il gran finale); incorniciato dalla colonna sonora di Keith Emerson e offerto al pubblico tramite volti azzecatissimi (soprattutto Pitoeff e Chaliapin), è imperdibile per chi ama il genere.

124c 31/03/17 02:00 - 2911 commenti

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Con la scusa del secondo capitolo della trilogia delle "tre madri" (perfettamente vedibile a sé e con un protagonista, Leigh McCloskey, non certo bravo quanto il David Hemmings di Profondo rosso ma comunque adeguato), Dario Argento gira una pellicola horror-splatter in piena regola, visto che le atmosfere e i luoghi giusti ci sono. Notevoli Daria Nicolodi dilaniata dai gatti, Eleonora Giorgi pugnalata e il sorprendente maggiordomo di Leopoldo Mastelloni con gli occhi strappati. Buone le musiche di Keith Emerson con tanto di cori latini.

Viccrowley 14/08/17 22:19 - 814 commenti

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Dopo Suspiria Argento continua il discorso sulle Tre Madri e sfodera un'opera allucinata, straniante e spaventosa. La storia è poca cosa, tutto è affidato alla potenza immaginifica e allo stile di un autore qui al suo apice assoluto. Cromatismi violenti, montaggio strabiliante e alcuni degli omicidi più magistrali che il genere ci abbia dato in dote. L'inferno argentiano è pura ricercatezza asservita alla narrazione per immagini, un caleidoscopio di luci, colori e oscurità che ammalia e lascia senza fiato. Finale da brivido: anche la morte può morire?
MEMORABILE: Il duplice omicidio nell'appartamento; Il taxi nella notte di pioggia, un Caronte che traghetta la vittima designata come in Suspiria.

Magi94 30/08/17 14:56 - 944 commenti

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A malincuore posso concedere a Argento di rinunciare alla trama e portarci in un incubo visivo (anche se tirarlo per un'ora e quaranta mi sembra impresa difficile per qualsiasi regista). Eppure anche il risultato dell'incubo è mediocre: se la mano di Argento è fenomenale (la scena del Nabucco è un piccolo capolavoro) e fotografia e scenografia sono superlative (superando Bava), bisogna altresì dire che si sente il budget non hollywoodiano: recitazione scadente, trucchi bruttini con omicidi non all'altezza del regista, musiche così così.
MEMORABILE: La comparsa della Pieroni sulle note del Nabucco; Mater Tenebrarum nello specchio.

Fedeerra 26/01/18 05:40 - 770 commenti

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Dalle finestre socchiuse di un antico palazzo si scorge in lontananza lo scheletro di una lugubre ma sempre maestosa New York. Un vento tiepido trascina sporcizia e porta con sé odore di biscotti, luci blu e rosse si appicciano ai volti dei personaggi come anime inquiete e poi c'è il culto delle cose passate, degli oggetti vissuti. Inferno è il degno sequel di Suspiria, forse meno visionario ma senza dubbio più cupo e misterioso. Un film perfetto, un lavoro sulla paura, su sguardi, colori e movenze che non tralascia alcun dettaglio. Immenso.

Jena 23/07/18 21:08 - 1547 commenti

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Nel secondo capitolo sulle Tre Madri il Darione nazionale si abbandona a una visionarietà assoluta. La trama conta poco, a differenza delle splendide scene oniriche che si susseguono tra colori rossi sgargianti o blu notte profonda. Un gusto dell'immagine che allora aveva pochi eguali. Indimenticabili la Giorgi nell'antro sotto la biblioteca (la scena sembra tratta da una favola crudele), Sacha Pitoëff (incredibile ceffo versione Boris Karloff) divorato dai topi al chiaro di luna o ancora Chaliapin strangolato. Finale un po' tirato via.

Nancy 22/05/18 11:42 - 774 commenti

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Il secondo capitolo della trilogia delle madri è, come il primo Suspiria, anzitutto un’esperienza visiva affascinante. Nella prima parte, narrativamente piuttosto lenta, le luci artificiali fanno entrare lo spettatore in un mondo/incubo neogotico dal retrogusto liberty: un’estetica, quella di Argento, che trova qui la sua massima espressione. Nella seconda parte il ritmo narrativo accelera insieme alla follia della trama e all’incubo che, con la luce che si fa meno artificiosa, rende il massimo dell’inquietudine e giunge a un buon finale.
MEMORABILE: La scena dell’attacco dei gatti; La scena dei topi.

Alexpi94 7/08/18 02:44 - 186 commenti

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Buon horror diretto da Argento, che risulta legger(issima)mente inferiore alla sua precedente opera. Ottimo il livello estetico della pellicola (regia e fotografia come sempre eccellenti) e ancora una volta ritroviamo le belle tonalità vibranti negli interni (davvero affascinanti). Eccellenti le interpretazioni e la OST inquietante (composta da Keith Emerson) risulta particolarmente azzeccata. Un po' lento, ma davvero squisito.

Bubobubo 1/10/18 01:33 - 1847 commenti

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Di gran lunga l'horror più astratto e non consequenziale della filmografia argentiana. Più che la traduzione grafica di una storia, sembra spesso un'esposizione di coloratissime scenografie barocche: si parte da un punto e ci si ritrova da tutt'altra parte senza nemmeno rendersene conto (come nela scena del sotterraneo). Funzionali al disegno complessivo sono, pertanto, anche gli omicidi, comunque non particolarmente rilevanti. La risoluzione del mistero è una non risoluzione, perché non c'è nulla da risolvere. Non proprio bello, ma intrigante.

Fromell 20/01/19 12:16 - 77 commenti

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Tre anni sono passati da quello che è considerato il vertice della carriera argentiana: l'iconico Suspiria. Riallacciandosi alle tematiche stregonesche delle Tre Madri, Argento opta per una fotografia meno psichedelica e crea un film maestoso dai toni pastello più caldi, ma con l'accrescersi dei virtuosismi tecnici aumentano le ingenuità di sceneggiatura. Quarant'anni fa certe pecche venivano perdonate, adesso condannerebbero un film alla ghigliottina.

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Piero68 12/04/19 11:02 - 2955 commenti

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Come già accaduto con Suspiria e come accadrà anche in seguito, Argento cerca di nascondere la nullità della sceneggiatura rifugiandosi dietro semplici esercizi di stile fatti giocando con i colori e le luci. La stella del regista si è spenta dopo Profondo rosso e cioè quando i suoi film si sono trasformati da thriller in pseudo-horror. Discreti gli interni (ma ricordano troppo Suspiria) e fotografia decente. Ma a parte questo il resto sono tutti punti negativi: i dialoghi, la narrazione e le prove attoriali in genere.
MEMORABILE: La Giorgi a Lavia: "Ma lei conosce le tre sorelle?", "Chi, le cantanti di colore?!"

Pinhead80 15/04/19 17:53 - 4715 commenti

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Da Friburgo a New York Dario Argento ci propone la seconda delle tre Madri (Tenebrarum). Anche questa volta a fare la differenza è la grande ambientazione e la scelta del colore rosso che sembra investire ogni particella della pellicola. Che sia una discesa in un pozzo o quella in stagno putrido non cambia nulla, l'adrenalina scorre a fiumi in attesa della clamorosa rivelazione finale. Un vero e proprio girone dell'Inferno.

Gio1979 13/06/19 10:53 - 8 commenti

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Argento con questo thriller concede libero sfogo alla sua arte visionaria e perfeziona la sua arte raggiungendo vette non toccate con Suspiria. Il regista, come un moderno Caronte, trasporta lo spettatore tra barbari omicidi e scoperte fantastiche fino alle origini del male. A completare l’opera c’e’ una bellissima e suggestiva colonna sonora curata da Keith Emerson.
MEMORABILE: Kazanian tra gatti, topi e macellai.

Ronax 27/06/19 16:04 - 1244 commenti

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L'incipit, con la vfc che legge il testo di Varelli sui titoli di testa, promette molto. Il resto prende due strade diverse: narrativamente si affloscia in una sceneggiatura squinternata, con personaggi spesso assurdi e insulsi e con un finale tirato via giusto per concludere. Dal punto di vista visivo invece è un vero incubo a occhi aperti dove fantasie barocche e funerei cromatismi si fondono con un raffinato utilizzo di architetture e di spazi tanto fasulli quanto ipnotici. Recitazione pessima ma nell'economia di un film così conta poco.
MEMORABILE: La biblioteca esoterica in cui si avventura la Giorgi con gli scaffali colmi di antichi libri fino all'altissimo soffitto.

Noodles 18/01/20 20:20 - 2196 commenti

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Il peggior film della prima parte della carriera di Dario Argento. Soggetto incomprensibile, sceneggiatura disordinata, regia caotica, colonna sonora pretenziosa, il tutto condito da tanti errori. Sono decine le sequenze totalmente prive di senso e riempitive. Imbarazzante il finale. E tutto questo senza uno straccio di tensione. Si salvano la fotografia, la recitazione e le scene degli omicidi, sempre valide in Argento. Il resto è terribile.

Siska80 29/02/20 16:32 - 3714 commenti

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Probabilmente l'opera più elegante di Argento (nonostante la presenza di dettagli cruenti) con un  ottimo cast, scenografie tetre e musiche disturbanti (comprese quelle operistiche). Tuttavia la gravosa atmosfera d'ineluttabilità che regna sovrana smorza la tensione in generale, seppur non manchino sequenze inquietanti (come quella, citazionista, della tenda strappata). Non convince l'idea (comunque originale) di un film sulla morte: finale coerente però mal realizzato. Superfluo, dopotutto.
MEMORABILE: La meritatissima sorte di Kazanian (un grande Sacha Pitoeff).

Bullseye2 10/05/20 01:53 - 393 commenti

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Alice nel paese degli orrori: un film meravigliosamente alchemico ed esoterico che procede come un sogno imbevuto di acido lisergico, dove convivono felicemente Fellini, Buñuel, Visconti, Disney e lo stesso Argento, il tutto gestito dalla longa manus di Mario Bava. Non tanto un film quanto un'esperienza da vivere con tutti i sensi, notturna e sotterranea, negli abissi più profondi del soprannaturale tanto quanto del subconscio. Lynch ha sicuramente preso nota. Meno celebrato ma assolutamente superiore a Suspiria.
MEMORABILE: La discesa subacquea di Irene Miracle, la casa maledetta a New York; Una Roma notturna e magica che non esiste più.

Lupus73 28/05/20 14:41 - 1485 commenti

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Ancora un monumento horror (assassini e paranormale). Dopo Mater Suspiriorum è la volta della Mater Tenebrarum. Argento affina e perfeziona il suo stile e punta tutto su fotografia (sempre con luci kitsch rosso/blu), sinistre scenografie barocche e montaggio per creare l'effetto scenico a tutti i costi, inanellando incubi grazie ai crudi SFX (visivi di Bava), a discapito però della nebulosa sceneggiatura (ridotta a uno scarno filo logico) con lacune e chiare forzature.
MEMORABILE: La stanza sommersa; L'albergo e i suoi passaggi nascosti; L'antiquario tra i topi e il panettiere; La fotografia, le scenografie; Il sotto-biblioteca.

Claudius 15/09/20 17:43 - 541 commenti

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Tuffo nell'irrazionale puro da parte di Argento. Dal punto di vista cromatico e delle invenzioni visive è, senza dubbio, il miglior film di Dario (basti pensare alla scena nell'appartamento e al finale infuocato, pura iconologia che rende onore al film); il lato negativo risiede nella sceneggiatura quasi inesistente e nella direzione degli attori (discreti McCloskey e la Giorgi mentre la Valli e Mastelloni si salvano grazie al mestiere). Da vedere ma non il miglior film del regista romano.
MEMORABILE: L'appartamento subacqueo.

Dzekobsc16 7/07/20 11:30 - 46 commenti

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Pellicola estremamente difficile da valutare. Se da un lato sceneggiatura e performance degli attori lasciano alquanto perplessi (per non dire che si rivelano pessime), non si può certo ignorare l'aspetto visivo della pellicola, un trionfo di colori sgargianti e ambientazioni pop, la massima espressione del barocco di Argento, con inquadrature che mettono davvero ansia allo spettatore. Se la verità sta nel mezzo, 3 pallini siano.
MEMORABILE: La scena sott'acqua con Irene Miracle; Le uccisioni di Lavia e della Giorgi.

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Kikoz 23/11/20 18:40 - 23 commenti

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Ultima opera di Argento che merita un posto speciale nella storia del cinema - sì, farà altre cose interessanti poi, ma roba del genere ce la sogniamo -, impossibile omaggio a Mario Bava perpetrato con la complicità di Bava stesso, Inferno è l'emblema del cinema d'autore in senso più stretto: la coerenza interna ottenuta solo con la forza delle immagini e del ritmo a discapito di qualsiasi altro elemento. Come Suspiria, ma ancora più delirante, istintivo e illogico. Argento ne esce fisicamente stremato. Nel 1980 muoiono Bava, Hitchcock e il cinema di genere italiano.

Nick franc 17/03/22 18:56 - 507 commenti

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Il primo mezzo passo falso argentiano è un horror visivamente interessante (anche se paga pesante dazio a Suspiria) costellato di omicidi efferati che purtroppo sono messi in scena senza un briciolo di tensione e con un micidiale abuso delle musiche di Emerson (talvolta piazzate a tutto volume in punti dove sono totalmente fuori contesto). Il cast è sostanzialmente mal diretto (con un protagonista privo di carisma che si dimentica appena finita la visione), e il finale costituisce un incredibile anticlimax. Qualche momento memorabile c'è, ma in mezzo a un mare di zavorra.
MEMORABILE: L'immersione della Miracle; Il sotterraneo della biblioteca; L'assurda morte di Pitoëff.

Leandrino 21/02/22 15:00 - 506 commenti

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Le atmosfere collaudate nell'esordio stregonesco tornano in questo sequel di poco inferiore, in cui viene svelato qualcosa dell'intrigo internazionale ai danni dell'uomo da parte delle "tre madri", in uno scenario dagli echi quasi polanskiani sia per ambienti che per temi. La ricchezza costruttiva dell'universo interno paga il prezzo di una chiarezza drammaturgica a tratti altalenante, che incide sull'attenzione; lo snodo finale è però sorprendente - anche grazie al magnetismo della Lazar -, e riscatta l'epilogo pirotecnico già visto nel predecessore.

Occhiandre 23/03/22 11:18 - 153 commenti

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Un'opera rock in salsa horror, unica nel suo genere. La colonna sonora di Keith Emerson, ancora in grado di far rivoltare nella tomba ogni ortodosso compositore, ci accompagna precipitosamente verso la fine di un'epoca nella produzione argentiana e nel mondo occidentale. Varie sequenze grandguignolesche si susseguono senza tregua, quasi a lasciare senza fiato lo spettatore. La trama è come un labirinto senza sbocchi che converge verso un finale spiazzante e privo di appigli in un susseguirsi di immagini di una bellezza inaffondabile. Uno splendido tuffo nell'ineffabile.
MEMORABILE: Le acque sotterranee; Eleonora Giorgi sotto una pioggia di note colorate; Sara e Carlo nell'appartamento al buio: "Carlo? Dove sei?".

Metakosmos 12/05/22 23:31 - 300 commenti

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Degno prosecutore di Suspiria, da cui spesso viene ingiustamente oscurato, "Inferno" è un oscuro caleidoscopio visivo che trasferisce l'azione nel Nuovo Mondo riuscendo comunque a creare una favola nera dall'immagine europea senza sminuirne il fascino o apparendo forzata. Un delirio assurdo in cui è del tutto assente ogni tipo di logica (cosa non nuova per Argento ma qui portata quasi agli estremi più surreali) e allo stesso tempo si crea un'atmosfera solida, totalizzante e accattivante che inquieta e cattura fino all'ultimo fotogramma. Uno degli apici assoluti del regista.

Magerehein 21/05/22 00:26 - 977 commenti

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La trama è rabberciata (serve solo a collegare gli omicidi senza curarsi troppo del resto) e lascia domande irrisolte, il finale è opinabile e il protagonista ingessato... ma dall'altro lato l'opera sprigiona con forza tutto il miglior estro visivo di Argento, capace di sfruttare inquadrature, suoni, luci e colori come pochissimi altri per esaltare l'orrore puro con potenza almeno uguale al suo opus magnum. Raffinati interni barocchi, atmosfere angoscianti, omicidi brutali e splendide fotografia e colonna sonora soverchiano decisamente i difetti di cui sopra. Un piacere per i sensi.
MEMORABILE: Sott'acqua; Chi è l'uomo ai fornelli?; Va pensiero; La fotografia rossa e blu; La fine della Miracle; Meritato karma istantaneo per l'antiquario.

Teddy 17/07/22 05:26 - 808 commenti

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La maestosa fatiscenza delle scenografie, il vigore del colore che si fa tagliente e profondo nell’intensità stilistica del chiaroscuro, la sottile osservazione psicologica della paura. Con “Inferno” Argento entra a capofitto nella leggenda del gotico italiano, invasato in un fervore estetico di inesorabile e tragica fatalità, privilegiando le atmosfere allucinatorie alle soluzioni logiche. Immenso.

Keyser3 16/08/23 22:46 - 444 commenti

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Esaurita l'onda lunga dello spaghetti-thriller, Argento continua a battere strade alternative, già intraprese con Suspiria. L'impressione però è che sia sempre più proiettato a fare film per sé stesso, piuttosto che per gli altri: belle scenografie, uso sapiente di luci e ombre, ma a farne le spese sono recitazione degli attori, poco più che mediocre (con Lavia e la Nicolodi che si vedono appena) e il senso logico, che va spesso a farsi benedire. Ritmo lento, con pochi picchi che corrispondono agli omicidi e finale scarso. Deludente.

Sonoalcine 5/10/23 19:26 - 184 commenti

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Dopo il successo ricevuto dal precedente, discreto Suspiria, Argento abbandona completamente il genere thriller per un po' cimentandosi in virtuosismi tecnici, labirintiche ambientazioni tra Roma e New York e sequenze surreali. In tutto ciò, però, viene a mancare l'elemento più importante, ovvero la sceneggiatura. La trama infatti sembra non esistere, in questo intricato labirinto di fumo e specchi, e spesso si finisce per non raccappezzarcisi più. Ulteriore prova che Argento era decisamente più portato per il thriller che l'horror.
MEMORABILE: La morte di Sacha Pitoëff; L'accoltellamento di Gabriele Lavia; L'antiquariato assalito dai topi; Il finale.
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  • Discussione Zender • 6/03/20 14:45
    Capo scrivano - 47698 interventi
    13 marzo 1986 Italia 1 l'ha fatto alle 20.30, in effetti. Chiedo a Buio se ha qualche informazione specifica che veniva da novembre 1985 come scritto nel flanetto, perché non lo trovo in quel periodo.
    Ultima modifica: 6/03/20 14:56 da Zender
  • Discussione Buiomega71 • 6/03/20 15:08
    Consigliere - 25892 interventi
    Zender ebbe a dire:
    13 marzo 1986 Italia 1 l'ha fatto alle 20.30, in effetti. Chiedo a Buio se ha qualche informazione specifica che veniva da novembre 1985 come scritto nel flanetto, perché non lo trovo in quel periodo.

    All"epoca che misi il flanetto non consultavo ancora l archivio della Stampa e andavo, erroneamente, a memoria
  • Discussione Zender • 6/03/20 18:18
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Ok sistemate tutte le date dei flanetti di tuttoargento.
  • Curiosità Siska80 • 13/03/20 17:03
    Comunicazione esterna - 668 interventi
    Quando Daria Nicolodi viene sommersa dai gatti in una stanza semibuia (minuto 1:07:34) appare in bella mostra la mano di un operatore che lancia le bestiole, in realtà più spaventate che inferocite:

  • Discussione Zender • 18/03/22 07:38
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Scusa Nick Franc, come fa "Inferno" a pagare pesante dazio a un film che uscirà l'anno dopo come L'Aldilà? Un occhio alle date almeno...
  • Discussione Nick franc • 18/03/22 07:40
    Servizio caffè - 177 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Scusa Nick Franc, come fa "Inferno" a pagare pesante dazio a un film che uscirà l'anno dopo come L'Aldilà? Un occhio alle date almeno...

    Mi sono espresso male... Volevo dire nel confronto ci perde in quanto il film di Fulci a mio avviso è nettamente più riuscito. Ho fatto questo confronto in quanto durante le riprese Lucio diceva che voleva fare un film nettamente superiore a quello di Argento. In effetti sarebbe stato più corretto avessi scritto "paga nel confronto".
    Ultima modifica: 18/03/22 07:54 da Nick franc
  • Discussione Zender • 18/03/22 08:05
    Capo scrivano - 47698 interventi
    OK, ma avevi scritto "paga pesante dazio" a Suspiria e L'Aldilà. Ora li stai differenziando. A Suspiria paga dazio e invece con L'Aldilà perde il confronto? O vuoi dire che perde il confronto con entrambi?
  • Discussione Nick franc • 18/03/22 08:11
    Servizio caffè - 177 interventi
    Zender ebbe a dire:
    OK, ma avevi scritto "paga pesante dazio" a Suspiria e L'Aldilà. Ora li stai differenziando. A Suspiria paga dazio e invece con L'Aldilà perde il confronto? O vuoi dire che perde il confronto con entrambi?

    Voglio dire che perde il confronto con entrambi. Lo scritto tra parentesi corretto sarebbe " anche se perde (o paga) nel confronto con Suspiria e L'aldilà".  

    Poi va bene anche se rimane solo il discorso di Suspiria com'è adesso.
    Ultima modifica: 18/03/22 08:17 da Nick franc
  • Curiosità Lucius • 12/10/22 20:58
    Scrivano - 9063 interventi
    Direttamente dall'Archivio Argentiano Lucius, il biglietto originale giapponese, dell'epoca di uscita del film:

    [img size=250]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images62/infio.jpg[/img]
  • Discussione Schramm • 14/11/23 20:04
    Scrivano - 7693 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Schramm ebbe a dire
    non appena posso vedo di andare in emeroteca e fotocopiarli da giornali d'epoca

    Sarebbe una bella botta Schramm! Confermerebbe quello che ho sempre sostenuto (e cioè il divieto ai 18 di Inferno in varie regioni-compreso il cinemino di Edolo ormai jurassico, e il divieto sul cineracconto di Tv Sorrisi e Canzoni)

    Attendo con pazienza eventuali sviluppi...

    devo purtroppo darti un brutto colpo al cuore e tagliare per sempre la testa taurina: cercando in emeroteca tutt'altri flani mi son capitate sottomano le mesate marzo aprile dell'80 del corriere della sera. e almeno per quel che riguarda il milanese tutte e dicasi tutte le giornate dalla prima in avanti riportano un v.m.14

    eventuali v.m.18 apparsi sporadicamente in altre testate sono da considerarsi arbitrari tentativi di attrarre il pubblico o dei semplici refusi dovuti magari alla dettatura della programmazione, che allora avveniva telegraficamente o telefonicamente. in tutto ciò devo ammettere che anch'io ricordo il flano ritagliato dall'unione sarda come v.m.18 ma fatte salve alcune cantonate avvenute per lo più nell'hard in termini di titoli o cast, fa fede il visto ministeriale su i.t.
    Ultima modifica: 14/11/23 20:06 da Schramm