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In attesa di comparire nel box Ultimi commenti: Teddy (19/03/24 23:59)
TITOLO INSERITO IL GIORNO 21/09/20 DAL BENEMERITO HERRKINSKI
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Herrkinski 21/09/20 15:05 - 8052 commenti

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Un instant-movie figlio delle agitazioni socio-razziali americane fortemente riaccese negli ultimi anni, è un thriller/dramma che vive fondamentalmente su un twist attorno ai 40 minuti che dividerà l'audience; oltre a essere già visto (citare i riferimenti vorrebbe dire svelare troppo) toglie forse in parte il senso d'un film di denuncia che comunque già andava a versare benzina sul fuoco in maniera un po' gratuita. Buoni comunque la fotografia e il cast mentre il ritmo scarseggia, con alcuni momenti verso la metà assolutamente superflui; si poteva snellire anche a livello di durata.

Pinhead80 27/12/20 18:42 - 4715 commenti

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Passato e presente si accavallano in modo da confondere totalmente lo spettatore in questo film di denuncia sociale che può essere duro anche per coloro che vengono chiamati in causa come parte lesa. L'inizio è scioccante e di una crudeltà inaudita, poi i registi sono bravi a farlo credere un incubo e poi nuovamente la realtà. Quando si riesce a comprendere quanto sta accadendo si rimane affascinati da come sia stata strutturata l'opera. Il messaggio è feroce e allo stesso tempo inquietante perché non risparmia niente e nessuno. Un thriller che ti entra dentro marchiandoti a fuoco.
MEMORABILE: Il bestiale incipit con in sottofondo l'incalzante opening musicale.

Daniela 20/12/20 02:43 - 12606 commenti

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"Il passato non muore mai. Non è nemmeno passato": citazione faulkeriana che lega gli orrori della schiavitù al presente in cui il razzismo continua a colpire in maniera più subdola e fantasiosa. Thriller di buona fattura che gioca la carta migliore a metà partita grazie allo squillo imprevisto di un cellulare, ma è inficiato sia dall'epilogo affrettato che da alcuni passaggi poco significativi come il lungo intermezzo al ristorante condito dalla spocchia irritante delle amiche della protagonista, peraltro anche lei poco simpatica nei panni snob della scrittrice di successo.

Hackett 21/12/20 12:21 - 1865 commenti

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Se dal trailer o dalla locandina ci si poteva aspettare quasi un horror, la delusione prende dopo la prima mezz'ora di film. Ben fatto dal punto di vista tecnico, grazie anche a piani sequenza ben riusciti e un buon apporto del cast, il fim rimane comunque una via di mezzo, una pellicola di denuncia che si trasforma in un thriller e poi cerca di stupire il pubblico con una rivelazione prevedibile già a metà racconto. Delusione.

Tomastich 22/12/20 18:36 - 1255 commenti

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Se vuoi fare un thriller violento dall'impronta politica con un intreccio non proprio lineare, ecco che ti mangi metà del pubblico. C'è anche da dire che il "politico" a tutti i costi è giocoforza una forzatura. Ecco, Antebellum cammina imperterrito tra un The village dei poveri e i film alla Jordan Peele; nonostante ciò si guarda con interesse (sempre che non siate membri del KKK).

Bubobubo 1/01/21 12:20 - 1847 commenti

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I primi 35', sebbene non dicano nulla di nuovo, sono costruiti molto bene e permettono di apprezzare il talento attoriale della brava Monàe. Arriva poi un twist inaspettato, che riassesta le coordinate narrative dell'intera vicenda e guida il film verso traiettorie para-shyamalaniane più tese e striscianti, ma anche infinitamente meno interessanti. Assolutamente adamantino il messaggio politico, quasi una variazione iperbolica su tema di Get out: peccato solo per un finale che sembra incollato con lo scotch e che mette a nudo grosse falle logiche (è tutta una cospirazione?).
MEMORABILE: La chiamata Skype con l'inquietante Elizabeth (Malone).

Jdelarge 23/01/21 11:17 - 1000 commenti

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Tecnicamente interessante grazie a una fotografia che, in particolar modo nelle scene rurali, riesce a immortalare in maniera convincente i suoi personaggi. A convincere poco, invece, è una sceneggiatura un po' banale che si rivela incapace di valorizzare una bella idea di partenza, soffermandosi troppo a lungo su situazioni non indispensabili e tralasciando, invece, aspetti di primaria importanza.

Kinodrop 31/01/21 19:44 - 2908 commenti

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Il perpetuarsi dei fantasmi e degli orrori del passato ("che non è passato") costituisce lo spunto per questo ingegnoso thriller che riesce a depistare e a sorprendere attraverso un "meccanismo" spazio-temporale che rende coerente e plausibile la narrazione e accettabili le diverse lungaggini non necessarie. Notevole la ricostruzione d'epoca volutamente stereotipata e "teatrale" di cose e di persone, giustapposta a una realtà contemporanea che con la stessa noncuranza ricorda e oblia. Anche se un po' troppo spettacolare, il messaggio politico (sempre valido) emerge con chiarezza.
MEMORABILE: La piantagione di cotone; Il tentativo di fuga "saggiando" il pavimento di legno; L'inseguimento a cavallo.

Gestarsh99 5/02/21 15:39 - 1395 commenti

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Nostalgia negriera e schiavista, che rievoca i bui vecchi tempi pre-Secessione, riscoprendo Radici che si scoprono nervi ancora scoperti della civiltà americana. L'horror psicologico preso, sbattuto e marchiato nella capanna dello zio Truman, una "comune hillbilly" in cui il sogno diventa flashback e il flashback è in continuum strettissimo con la realtà effettiva. Usando il comburente razziale della "blaxploration" peeliana, Bush appicca un incendio controllato sul braciere formalistico ari(aster)ano: il suo fuoco infatua, arde con l'inganno ma senza la forza di incenerire la croce.
MEMORABILE: L'estetizzante piano sequenza iniziale; I richiami alla Germania hitleriana ("sangue e terra", il forno crematorio) apparentemente anacronistici ma...

Anthonyvm 8/04/21 02:01 - 5612 commenti

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Thriller apparentemente contorto, di cui è difficile dissertare senza cadere in sconvenienti spoiler, anche se, una volta messo ordine tra gli sfasamenti temporali e appurata la natura degli avvenimenti, la visione del tutto pare piuttosto derivativa (echi shyamalaniani e curiosamente zobeliani, ma in salsa “liberal”). Il messaggio antirazzista di fondo manca della sottigliezza e delle intuizioni di un Jordan Peele, anche se viene portato all'atto con una certa grinta (il climax conclusivo pare la trasposizione survival-horror di uno slogan da Black Power). Visivamente molto valido.
MEMORABILE: Il notevole piano sequenza iniziale; La sorpresa al quarantesimo minuto; La carnefice con un cappio al collo trascinata dal cavallo durante la fuga.

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Myvincent 11/04/21 09:40 - 3721 commenti

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Non è facile inventarsi qualcosa di nuovo nel genere thriller/horror e mischiare il tutto col tema del razzismo in America pare singolare e qui azzardato. Una donna di colore, bella e famosa, paladina dei diritti dei neri, viene rapita e riportata indietro col tempo per rivivere i fantasmi del razzismo "storico" più bieco. Il risultato è interessante, ma più da un punto di vista tecnico che altro. Molti luoghi comuni sparsi qua e là che suonano fessi.
MEMORABILE: La cena a tre fra le amiche di sempre, del tutto inutile e non funzionale alla storia.

Galbo 8/05/21 19:27 - 12372 commenti

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Sospeso tra distopia, thriller e horror, un film di cui è difficile parlare senza rivelare dettagli della trama e nel complesso la commistione dei generi è uno dei meriti del film. La storia è piuttosto originale e la costruzione della sceneggiatura efficace, ma non mancano momenti di pausa, legati più alla parte "moderna" della storia mentre quella d'epoca mantiene più efficacemente la tensione. Buona la prova complessiva del cast, anche se Janelle Monáe è decisamente una spanna sopra gli altri. 

Il ferrini 14/05/21 10:05 - 2337 commenti

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Parte Django e diventa The village, il che non è affatto male, se non fosse - appunto - che esistono già. La protagonista è intensa, la regia a tratti sorprendente (molto bello il lungo piano sequenza iniziale) e la ricostruzione della società schiavista perfetta e dolorosa. A tratti può rammentare Get out, o comunque lo stile di Peele, e il messaggio di fondo è senz'altro apprezzabile. In generale un film ben confezionato, che riesce a farsi perdonare qualche forzatura di troppo in fase di scrittura.

Giùan 7/09/21 10:03 - 4528 commenti

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Classico "buon film che avrebbe potuto essere migliore". Pur collocandosi su un terreno piuttosto inflazionato quale quello dell'"horror razzista" (peraltro come immaginare orrore più contemporaneo e invasivo nonostante tutto), Bush & Renz (binomio onomastico anch'esso terrificante, a suo modo) dispiegano con bello stile e notevole sagacia la loro duplice linea narrativa, menando per il naso per buona parte il fiuto cinematografico di ognuno. Purtroppo, in entrambe le sezioni "temporali", troppi eccessi, caricature, stereotipi mentre il finale tira le fila compiaciuto e senza pathos.
MEMORABILE: Il carisma luminoso della Monàe; La stazza irrefrenabile di Gabourey Sibide.

Pumpkh75 20/09/21 14:01 - 1735 commenti

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Dopo troppi finali intuiti e ai titoli di coda puntualmente confermati, i tre pallini li merita solo per quel twist, a due terzi del film, che con intimo giubilo lascia la entusiastica e contraddittoria sensazione di non aver compreso nulla di ciò che si era visto prima. Di lì in poi il cavallo galoppa scosso, ma in generale ai due giovani registi vanno ascritti gusto, eleganza e notevole capacità di costruzione (si vedano, a posteriori, i vari indizi sparsi) e vien loro perdonata l’inflazione odierna del messaggio di fondo. Davvero ottima la Monáe. Bellum, ma nel senso di bello.

Lupus73 23/10/21 13:04 - 1483 commenti

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Siamo nel mezzo del periodo della Guerra di secessione americana tra sudisti che maltrattano schiavi di colore in piantagioni di cotone e quant'altro; poi un cellulare squilla e c'è un salto temporale, con la lotta per i diritti razziali e sessuali ai nostri tempi. Ma qualcosa non quadra e sarà dal successivo squillo di cellulare che la regia inizierà a svelarci "lentamente" di cosa stiamo parlando. La confezione è davvero ottima e tirata a lucido, il soggetto (di cui solo nel finale avremo un quadro generale) è interessante, anche se surreale. Sulle corde di Get out ma inferiore.

Deepred89 19/01/22 01:19 - 3701 commenti

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L'idea di base, a posteriori, sarebbe pure notevole, ma probabilmente non possedeva abbastanza fiato per reggere 100 minuti di durata. Così se la prima parte alla 12 anni schiavo , sapientemente diluita, funziona pure bene, ciò che segue si perde tra lentezze assortite con tanto di pistolotti su razzismo e patriarcato. Poi, dopo un colpo di scena pure azzeccato per quanto già visto, le idee sono terminate e il film vive di rendita fino a un finale decisamente non appagante. Di buon livello confezione e interpretazioni, ma mancano sostanza e incisività.

Minitina80 20/02/22 18:34 - 2976 commenti

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Nato da uno spunto di sicura presa, riesce a centrare l’obiettivo di ricordare al mondo l’abominio del razzismo e la piaga della schiavitù. Molto ben girato sul piano puramente tecnico, dimostra di saper costruire sequenze in grado di colpire l’occhio ancor prima della mente. Poteva essere qualcosa di ancora meglio, se solo gli autori fossero riusciti a costruire una struttura solida che andasse oltre l’impatto intrinseco delle scene più forti, mentre alcune sfumature si limitano a fornire degli spunti di riflessione.

Buiomega71 9/03/24 01:08 - 2899 commenti

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I primi 25 minuti tirano in ballo Sankofa, le vie di Mandingo e un quarto di secolo di pellicole schiaviste (realizzato magistralmente). Poi non si sa bene dove il film voglia andare a parare (Jena Malone versione depalmiana) aumenta l'interesse e arriva la terza trance che è un colpo di genio assoluto tra echi crichtoniani, pasoliniani (col senno di poi) e finiscono in territori di caccia/femminea. Finale epico e stordente tra ralenti e spari di cannone dove salta fuori, inaspettatamente, il senso della parola Antebellum. Le tesi politiche lasciano il posto a barlumi di gran cinema.
MEMORABILE: Veronica si allontana, trionfante, dal forno crematorio in fiamme; Il rossetto; Il mazzo di fiori di cotone; La bambina "baviana"; La marchiatura.

Teddy Ieri 05:16 - 808 commenti

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Guerra tra razze e lotte tra sessi. L’accumulo d’intenti è chiaro fin da subito, con twist che rafforzano il plot e iperbole sceniche. La sceneggiatura è un grumo di furbe ingegnosità, di mero sensazionalismo e di sfrontata vanità, riscattata però da un cast meravigliosamente infuocato (di strisciante perfidia la Malone) e da un apparato visivo da cartolina. Difettoso ma senza lasciare indifferenti.

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  • Discussione Gestarsh99 • 7/02/21 20:42
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Auto-tirata d'orecchie per non aver inquadrato sin dalle prime fasi la natura reale della storia rappresentata.

    SPOILER SPOILER SPOILER 

    Sarà che durante la visione le mie sinapsi carburavano a fatica (forse è una mia condizione abituale, eheh), ma a ripensarci bene, il giochino di prestigio messo in atto da regia e sceneggiatura era indovinabile ben prima del ribaltone chiarificatore a metà film.
    I pesanti riferimenti alla Germania nazionalsocialista (la milizia marciante all'inno di "sangue e terra"; la presenza del forno per le cremazioni dei prigionieri; il comportamento violento del soldato con la schiava sessuale) non erano vezzi autoriali inseriti anacronisticamente solo per creare un ficcante parallelismo fra la politica di sterminio del Terzo Reich e la politica schiavista degli Stati Confederati (interpretazione istintiva data da me per scontata), ma erano input striscianti lanciati allo spettatore proprio per l'individuazione delle giuste coordinate temporali in cui inscrivere gli eventi visualizzati.

    Probabilmente il non aver afferrato o decriptato sin dall'inizio questi suggerimenti ha però reso il successivo svelamento delle carte assai più intrigante.

    SPOILER SPOILER SPOILER 
    Ultima modifica: 7/02/21 21:39 da Gestarsh99
  • Discussione Buiomega71 • 9/03/24 10:01
    Consigliere - 25892 interventi
    Difficile parlare del film e non incorrere in rischio spoiler maledetto (attenzione, anche solo una foto di scena, che potrebbe svelare particolari "anacronistici", rischia enormemente di mandare tutto in vacca e far crollare l'inaspettato colpo di scena).

    Anche solo citando apertamente qualche titolo di altri film (come nei commenti) guasterebbe il gusto della terribile sorpresa che si vela nella terza trance della pellicola.

    I primi 25 minuti prendono di petto mezzo secolo di cinema schiavista (che va da Mandingo fino a Sankofa), realizzato in maniera magistrale (il piano sequenza iniziale mozza il fiato, supportato dal potentissimo score di Nate Wonder), con sottofondo di cannonate come nell'Inganno, in piena guerra di secessione nella Louisiana al tempo degli schiavi e delle piantagioni di cotone.

    Barlumi di gran cinema, in acri sapori alla Radici 2.0, dove il talentuoso duo registico dissemina segnali che, si sveleranno, solo quando il meccanismo si rileva in tutto il suo orrore.

    Poi qualcosa di strano e destabilizzante succede a metà film e non si sa più dove Bush e il suo compare vogliano andare a parare (aumentando l'interesse e la curiosità), ma attenzione alla maleducazione della receptionist dell'hotel.

    Così come la parte centrale alla Waiting to Exhale pare confondere le acque, diventando un'altro film, stentando a capire cosa c'entri lo schiavismo con la festa dell'8 marzo.

    Fai un paio di congetture ma si rivelano un buco nell'acqua, e te ne stai li a rimurginare su cosa stai vedendo.

    Da quì in poi sarebbe saggio non scrivere più nulla, perchè Antebellum è il classico film da vedere al buio, senza leggere in giro nulla e , soprattutto, evitando di sbirciare foto o immagini.

    Per non rovinare nulla citerò alcuni titoli, ma solamente linkandoli, per lasciare la scelta se svelarli oppure no.

    Perchè Antebellum è opera intensa, emozionante, stordente e a suo modo geniale, come quel finale evocativo e epico, che si dipana al ralenti, in mezzo agli spari di cannone e alle battaglie, dove, finalmente e con amarissima sorpresa, verrà svelato il significato della parola Antebellum.

    Jena Malone che si aggira depalmianamente (tacchi alti, rossetto, occhiali e guanti neri) per la stanza di un lussuoso motel, un'inquietante bambina baviana incontrata in ascensore (occhio alle scarpette da ginnastica che indossa, sono un indizio fondamentale, come il tatuaggio della farfalla e la copertina del libro, nonchè il mazzo di fiori di cotone recapitato in omaggio), cosa può significare tutto ciò?

    Stupri, marchiature a fuoco, forni crematori (una sequenza emotivamente potentissima riguarderà proprio il forno crematorio in fiamme), pestaggi di donne incinte, la cieca e furiosa supremazia bianca ai tempi di Addio zio Tom, poi arrivano gli echi crichtoniani e, col senno di poi, pasoliniani, e finendo in territori di caccia/femminea 

    Di più è meglio non svelare, e la netta presa di parte del duo registico (democraticamente politicamente corretta, contro patriarcato e razzismo, ruolo della donna nera nella società americana dell'era Trump) lascia il posto a barlumi di grandissimo cinema.

    Menzione per la straordinaria Janelle Monae e per una luciferina e diabolica Jena Malone (perchè, in fondo, è visceralmente un cinema di donne).

    Un vero peccato che non sia approdato in sala (causa post pandemia), anche per il grandioso e arioso formato panoramico scelto dai due registi.

    Per il sottoscritto (che paradossalmente non condivide certe idee politiche) uno dei film più poderosi, coinvolgenti, spiazzanti e geniali degli ultimi anni.
    Ultima modifica: 9/03/24 13:24 da Buiomega71