Simpatica pellicola horror ad episodi, tutti ambientati durante la festa di Halloween. Qui la qualità è abbastanza omogenea: non ce n'è uno che svetta particolarmente sugli altri, ma non c'è nemmeno la ciofeca inguardabile.
Qualche trovata non manca, così come la ghignata cattivella. Niente di che, sia chiaro: ma ben confezionato e fruibile per chi vuole divertirsi un po' passando novanta minuti senza pretese.
"Trick'r'treat" è strutturato narrativamente come l'intreccio di quattro macabre storie connesse tra di loro. Una sorta di Pulp fiction ambientato durante la notte delle streghe in cui non marcano visita licantropi, serial killer ed il patetico (nell'accezione emozionale del termine) mostriciattolo Jack-o-lantern, che "forse già conoscerete" per l'omonima graphic novel. Lo stile è comico -barra- surreale, ma il ritmo latita fino al finale risolutore che riaccende l'interesse per un film inverosimile. Begli effetti stile patinato-andante, ma le viscere sono rilassate come dopo una bella tisana
Se l'horror a episodi deve davvero ripartire da qui stiamo davvero ibernati. Che farsene in un horror di una techné ineccepibile e di una forma da capogiro quando questa fa le scarpe di cemento alla sostanza e non riesci a coniugarla ai meccanismi più elementari e grezzi della paura e sia spasso che brividini latitano? Se il carattere è anodino, la tensione metri e metri sotto i livelli marini e la pochezza di idee sovrastante, meglio una sana inettitudine e una beata sporcizia. Il buon vecchio Creepshow, purtroppo, non ha fatto scuola, e a dispetto dei suoi 25 anni, per cattiveria e portata sperimentale - visiva come contenutistica - sta sopra di cieli e cieli a specchietti per le allodole simili.
Delizioso tentativo di riesumare l'antico concetto di teenage-horror, ovvero quei film da vedere con gli amici, tra una battuta e l'altra, per passare un paio d'ore in allegria. Eppure qui tutto è di ottima fattura, dalla fotografia a certi colpi di scena veramente notevoli. Se cercate titoli d'autore, inquietanti e comunicativi, è meglio che vi orientiate altrove: Trick'r Treat è qui per ricordarci che Halloween è innanzi tutto una festa, al di là delle celeberrime gesta di Michael Myers e come tale va celebrato, persino al cinema. Riuscito!
Tentativo ambizioso di riportare in auge l'horror ad episodi in formato halloweeniano. Gli anni '80 a cui si dovrebbero teoricamente rifare questi episodi sono lontani anni luce, però qualcosina da salvare c'è: ad esempio alcune scelte "poetiche" che però vanno in senso opposto al genere che imperava negli anni '80. Comunque guardabile.
Dougherty è riuscito a mettere su un film a episodi davvero solido, condito da buoni effetti speciali, storie non proprio banali (vedere i bambini con lo scuolabus) e un cast solido. A differenza degli ignobili seguiti, se così possiamo chiamarli, di Creepshow, Trick'r'Treat è a pieno titolo un film horror: spaventa, a tratti inorridisce ma diverte sempre e comunque. È certo lungi dall'essere un titolo perfetto, alcune storie non girano granchè (le mannare? uhm...), ma comunque nel desolante panorama horror moderno è oro.
Horror a episodi, con le varie storie che si intrecciano in un gioco di incastri piacevolmente rappresentato. Tra serial killer, lupi mannari e mostriciattoli pare di essere tornati indietro nel tempo, alle cupe e seriose arie degli orroretti anni ottanta. Sicuramente un bel film, anche se non il capolavoro come molti lo hanno descritto.
Michael Dougherty è attento più alla forma che alla sostanza, confezionando un prodotto leccato, senza sbavature degne di nota, ma a conti fatti privo di qualunque tensione ed emozione (fatta eccezione forse per il buon incipit). Tra figone mannare, mostriciattoli di zucca e fantasmi ritardati e ritardatari il film non va oltre l'intrattenimento per ragazzini ricordandoci che Halloween, in fondo, è una festa... Ben fatto ma innocuo.
Varie storie horror ad incastro sul tema di Halloween, per un film confezionato con cura, ben fotografato e sceneggiato, scorrevole, ma inerte sul piano della tensione e del ritmo, anche perchè l'impianto complessivo è troppo indeciso fra il tentativo di spaventare sul serio e quello di far sorridere con situazioni da comedy. Anche simpatico, insomma, ma non lascia il minimo segno sui nervi e sull'immaginario dello spettatore.
Cinque storie che si intrecciano nella notte di Halloween: coppietta che sta per essere s-coppiata, preside serial killer ma anche babbo premuroso, cappuccetto rosso ben deciso a perdere la verginità, fantasmi di bimbi morti, vecchio che detesta le zucche e ne è a sua volta perseguitato. Confezione molto elegante, raccordi stilosi per un film che cerca di rinnovare i fasti di Creepshow nell'unire horror ed ironia. La seconda non manca, mentre di orrifico c'è ben poco. Molta forma e poca sostanza? Forse sì, comunque spettacolo gradevole.
MEMORABILE: Molto carino Jack-o-lantern che, nonostante l'aspetto non proprio rassicurante sotto il sacco, riesce a suscitare tenerezza.
Mi ha ricordato certi film alla Creepshow o I racconti della cripta. Horror puro, con contaminazioni ironiche, perfetto appunto per la Notte di Halloween, d'intrattenimento leggero. Qui tensione e paura non sono a livelli particolarmente apprezzabili (tranne nell'episodio del bimbo-zucca) e l'episodio delle licantrope poteva benissimo essere evitato, ma l'atmosfera da fumetto dell'orrore e una certa cura nei dettagli rendono il risultato finale tutt'altro che disprezzabile. Azzeccata la storia dello scuolabus, scontata ma tetra al punto giusto.
Cinque storie s'intrecciano nella notte di Halloween, legate dalla presenza di un piccolo vendicatore mascherato. Narrativamente ben costruito e pulito dal punto di vista formale, è un buon tentativo di rivitalizzare l'horror a episodi, ormai caduto nel dimenticatoio. Il film non offre troppi spaventi e non tutte le storie coinvolgono allo stesso modo (la festa delle ragazze è fin troppo dispersiva), ma nel complesso è la pellicola ideale per la notte delle streghe, visto che permette di esorcizzare la paura e divertirsi.
MEMORABILE: Il flashback dell'autobus; Il piccolo Jack-O'-Lantern, carino e mostruoso allo stesso tempo; "Non dimenticare di aiutarmi con gli occhi".
Siamo a Ognissanti e quindi è d’obbligo un’apertura iniziale alla Michael Myers, ma poi lo scrigno si apre e mostra il suo tesoro: una serie di episodi incastrati tra loro, auto-citazionisti, girati con gusto non indifferente ma specialmente genuinamente divertenti. Il frammento con il bus nella scarpata è il migliore (il piccolo demone incappucciato, munito di lecca-lecca omicida, è diventato un mio idolo). Dopo essere cresciuto a pane e Creepshow, finalmente un emulo convincente nei toni e nella sostanza, anche se non paritario.
MEMORABILE: Lo "spogliarello" durante la festa nel bosco.
Episodi intrecciati e su diverso piano temporale, ma questo horror da vedere esclusivamente ad Halloween risulta inconsistente, con una sceneggiatura che ne indovina ben poche finendo per scontentare tutti con episodi scadenti e male amalgamati. Meglio lasciar perdere.
Sull'onda della narrazione à la Tarantino si muove un prodotto molto ben confezionato ma totalmente privo di spessore a causa di storie mal sceneggiate con prevalenza narrativa black humor che non si capisce bene a chi sarebbe indirizzata: fuori tono, completamente, il reparto splatter con impostazione di pellicola evidentemente per teenagers. Ok, l'episodio con il mostriciattolo alieno travestito da Jack-o-lantern vale la visione, ma tutto il resto è sperpero di capitale, in grado di generare noia. Sopravvalutato a suo tempo, oggi dimenticato.
Il modello sarebbe Creepshow, ma non mi ha convinto del tutto. Il punto è che Dougherty sembra più interessato allo splendido impianto scenografico che non alla forza delle singole storie. Così abbiamo un profluvio un po' alla Tim Burton di zucche nelle più più svariate forme e tipologie, maschere, case decrepite, nebbioline, location orrorifiche e via dicendo, ma le storielle lasciano il tempo che trovano. Alla fine l'operazione sembra un po' freddina e fa rimpiangere il calore caciarone dei Creepshow. Bene Dylan Baker e Brian Cox.
MEMORABILE: La trasformazione licantropica delle donzelle; I bambini zombi nel lago.
Divertente horror dalla sceneggiatura molto elaborata, presenta varie storie apparentemente indipendenti che in modo imprevedibile finiscono per intrecciarsi. L'atmosfera che la regia dà è notevole, aiutata da una bella fotografia, mentre il tono decisamente grottesco se da un lato impedisce di spaventarsi riesce comunque a generare un senso di inquietudine in chi guarda. La parte migliore è il segmento finale con Brian Cox, che recupera stilemi dello slasher anni ottanta. Buono.
Fumettistico come potrebbe essere un Creepshow, questo portmanteau presenta diverse storie che si sviluppano parallelamente per infine intrecciarsi. Fil rouge degli episodi è il piccolo Sam, moderna icona horror decisamente inquietante. Il tono da commedia non inficia comunque la componente horror che, pur scanzonata, ha i suoi momenti forti. L'ambientazione halloweeniana è invasiva, eccessiva, fra decorazioni, leggende, mostri, dolcetti e chi più ne ha più ne metta. Per entrare nello spirito di Halloween è praticamente perfetto. Da provare.
MEMORABILE: Il bambino avvelenato dai dolcetti; Il flashback del massacro dello scuolabus; Il piccolo Sam e la sua maschera da spaventapasseri.
Tante piccole storie crudeli s'intrecciano nella mitica notte di Halloween. L'orrore è dietro l'angolo sia che si vada in giro per la strada sia che si rimanga rintanati tra le confortevoli mure domestiche. In quest'opera ci sono ovviamente più scherzetti che dolcetti ma d'altronde non poteva essere altrimenti. Le storie s'incrociano molto bene tra passato e presente e pace se alcuni "colpi di scena" risultano telefonati. Tra i prodotti che circolano sulla notte del 31 Ottobre questo si difende bene.
Film con storie dal sapore fumettistico (sottolineato dai titoli di testa) ambientate a Halloween che si intrecciano e intersecano, spesso senza ordine cronologico (con sceneggiatura e montaggio ben costruiti a struttura circolare) e legate dal tema di "non infrangere le regole della festività". Fa più atmosfera che paura e la confezione è molto curata (all'americana); probabilmente le migliori storie sono quella finale e quella della licantropia. Prodotto da consumo ma migliore dei concorrenti (Tales of Halloween, Holidays...). Da rivedere ogni Halloween.
MEMORABILE: L'allaccio della storia dell'autobus alla storia finale.
Poco si può dire sulla qualità tecnica e sullo scritto. Le cinque storielle si intrecciano tra loro ottimamente, anche se si tratta di semplici raccordi, poco funzionali nella visione d’insieme. Dougherty non la tira per le lunghe e gira con sveltezza e precisione, avvalendosi dei colori vividi, tra i quali spicca un arancione acceso. La sostanza, però, non è molta e l’odore di anonimato si percepisce sin dall’inizio. Non riesce ad avere nessun guizzo particolare, finendo per trasformarsi in uno dei tanti tributi cinematografici che si perdono nella mischia.
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DiscussioneDaniela • 4/05/11 07:30 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Caro Zender, è richiesto il tuo intervento...
Il cast della scheda davinottiana riporta i primi nomi che compaiono sulla corrispondente scheda in imdb ma, in questa come in altre occasioni, sul database i nomi non sono stati messi in ordine di importanza. Così mancano Anna Paquin e Brian Cox, protagonisti di due dei cinque episodi, e, insieme a Dylan Baker, gli attori più famosi che compaiono nel film.
DiscussioneZender • 4/05/11 08:40 Capo scrivano - 47726 interventi
Grazie Daniela, integrata la scheda e precisato che si tratta di 5 episodi.
Carissimo Zender, in occasione di Halloween Mediaset Italia 2 trasmetterà questa pellicola con il titolo La vendetta di Halloween.
Si dovrà sostituire Trick' r Treat con il titolo italiano, giusto?
DiscussioneZender • 26/10/11 11:03 Capo scrivano - 47726 interventi