La vicenda del rapimento in Iraq di Giuliana Sgrena nell'inferno dell'Iraq dopo la guerra e dell'impegno del generale Calipari per liberarla. Un film notevole che rispetta la ricostruzione autentica di quella drammatica vicenda e al tempo stesso sa essere avvincente sia nelle scene d'azione sia nel riproporre i vari protagonisti della vicenda. Impegno civile e azione, come nella grande tradizione del nostro cinema.
Film di denuncia su un fatto di cronaca avvenuto in Iraq ai danni dell'alto dirigente del Sismi Nicola Calipari ucciso mentre portava in salvo la giornalista Giuliana Sgrena appena liberata da un rapimento. Ottimo Santamaria che ben si cala nei panni di Calipari dando spessore e intensità, mentre la Bergamasco appare più sottotono, nonostante la consueta professionalità. Il film ha momenti coinvolgenti ma a tratti la storia è fin troppo diluita e il ritmo ne risente. Resta comunque l'amaro in bocca, ovviamente, per come finì il tutto.
Buon film, tra i migliori che la nostra cinematografia abbia prodotto in tempi recenti. La storia è nota: riguarda il funzionario del Sismi Nicola Calipari e il suo ruolo nella liberazione della giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena, rapita da un gruppo appartenente alla Jihad islamica. L'abilità del regista (e della sceneggiatura) consiste nel riuscire a creare una costante tensione anche se, purtroppo, sappiamo già come si concluderà la vicenda. Buone le interpretazioni, non solo quella di Santamaria che ben s'immedesima nei panni del protagonista.
La storia di Calipari meritava miglior trattamento, da un punto di vista cinematografico. E invece il prodotto è girato come una dozzinale fiction Rai. Con una regia sciatta, interpretazioni scarse da parte di qualcuno e una sceneggiatura tirata giù alla meno peggio. Il cinema italiano è ancora indietro, in questo genere di prodotti, rispetto al resto d'Europa. Da salvare solo Santamaria, che almeno ci mette esperienza e professionalità.
Un film su un clamoroso caso di cronaca italiana che ha coinvolto i servizi segreti e la giornalista italiana Giuliana Sgrena. Il film è complessivamente ben realizzato, sebbene si percepisca sullo sfondo un “sentore televisivo“ quasi da docufiction d’inchiesta. Le ambientazioni riproducono abbastanza fedelmente quelle originali e il ritmo è buono, anche se la parte familiare del protagonista non era indispensabile ai fini della narrazione. Satamaria è bravo e aderente al personaggio. Nel complesso non male.
E' confezionato con professionalità e vive per larga parte sulla prova di Sanatamaria. Purtroppo il resto del cast, se si fa eeccezione per Rossi, Taheri e Zavatteri, non pare sulla stessa lunghezza d'onda, anche perché i dialoghi che sono costretti a recitare non offrono grandi spunti e scivolano spesso nel didascalico. Buono come ambientazioni e sguardo d'insieme, ma più volte sembra mancare un quid e certi episodi chiave potevano essere drammatizzati meglio.
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