Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/07/07 DAL BENEMERITO B. LEGNANI
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B. Legnani 12/07/07 00:26 - 5519 commenti

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Formidabile pellicola di Fritz Lang, la cui visione andrebbe resa obbligatoria per legge nelle scuole, come lezione di civiltà. Grande storia, potente. Possente regìa. Ottime interpretazioni in ogni ordine del cast. Lascia un ricordo (o un “souvenir”, se preferite) indimenticabile.
MEMORABILE: La lettura delle sentenze.

Capannelle 18/12/07 13:50 - 4394 commenti

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Lang riprende diversi temi scottanti di M mostro di Dusseldorf: l'amministrazione della giustizia, l'irrazionalità della folla, l'ipocrisia di persone e istituzioni. Se la denuncia sociale di Lang non concede sconti (vedi discorso finale di Tracy), come film sembra meno particolare del precedente. Trama semplice, a volte slegata. Le cose più interessanti sono le relazioni tra i "giustizieri": la catena del pettegolezzo, il montare della furia, le autoassoluzioni. E il dramma interiore di Tracy. La scena finale poteva essere strutturata meglio.

Cotola 12/07/08 00:31 - 8998 commenti

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Straordinario film in cui Lang ancora una volta si sofferma sui suoi temi preferiti come quello della colpa e della giustizia dimostrando, come lui credeva, che ogni uomo è un potenziale criminale (o assassino). Il tutto grazie ad uno stile inimitabile, una splendida sceneggiatura e uno Spencer Tracy semplicemente magnifico. Il ritratto della provincia americana, che ne esce con le ossa rotte, è molto duro. Peccato per il finale posticcio che però fu imposto dall'allora produttore e futuro regista Mankiewicz.

Mascherato 30/07/08 12:43 - 583 commenti

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E' il primo lavoro americano di Lang, dopo il rifiuto opposto a Goebbels e la conseguente fuga Oltreoceano. "L'amico Fritz" conferma la sua weltanschauung, nel disegnare (con consistente ricorso a fatti di cronaca) l'abbrutimento di un uomo accusato ingiustamente. Nessuno è completamente colpevole (il mostro di Dusseldorf) o del tutto innocente (Joe Wilson). Peccato che il produttore (un Joseph L. Mankiewicz inopinatamente ottuso) abbia imposto dei tagli ed un happy end posticcio.
MEMORABILE: "Furia è un documentario...mi piace pensare che tutti i miei crime pictures siano dei documentari." - Lang intervistato da Peter Bogdanovich

Maineng 31/07/08 14:16 - 100 commenti

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Un film sull'ingiustizia con uno Spencer Tracy davvero "arrabbiato" per la piega che prende la vicenda. Certo la storia fa riflettere sulle complicazioni che arrivano a sorpresa e del tutto ingiustificate. Il titolo è riferito sia alla furia del protagonista sia, e soprattutto, a quella della gente, pronta a scagliarsi contro un innocente per scaricare la propria rabbia, usandolo come capro espiatorio. L'importanza delle prove in un'accusa è il messaggio forte di Fritz Lang, sempre pronto a dirigere pellicole con implicazioni sociali. Sylvia Sidney carina!
MEMORABILE: La folla che mette fuoco alla prigione dove si trova rinchiuso il protagonista.

Pigro 10/02/09 09:17 - 9624 commenti

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La furia è quella del linciaggio (di un innocente creduto colpevole) e della trasformazione delle persone in gregge. Transfuga dal nazismo, Lang conosce bene questa realtà e mette in guardia l'America dal pericolo della manipolazione della coscienza collettiva, strisciante anche nelle democrazie. Geniale Lang e straordinariamente elegante quest'opera, non a caso la prima da lui girata negli USA. Lieto fine posticcio imposto dalla produzione: il pessimismo di Lang avrebbe squarciato le coscienze ogni oltre limite. Imperdibile.

Galbo 11/02/09 15:02 - 12372 commenti

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Bellissimo film di Fritz Lang nonché prima opera realizzata in America dal grande regista tedesco. Si tratta di un grande affresco che prende forma di un imponente dramma sociale, ma anche di un'amara e cupa riflessione sulla società americana. Permeato dai sentimenti di odio e vendetta, il protagonista è magnificamente interpretato dal grande Spencer Tracy. Da non perdere.

Saintgifts 7/12/09 22:15 - 4098 commenti

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Un bellissimo film che nel raccontare quello che apparentemente sembra "solo" un fatto di cronaca, scopre invece come possano esplodere i più bassi istinti umani, se istigati a dovere, aiutati dalle "innocenti" chiacchere e come la giustizia dell'uomo (le sue leggi) si possa trovare in difficoltà anche nelle democrazie più vere. Grande regia di Lang (appena arrivato negli Usa) e interpreti super, che emozionano lo spettatore in balia a sentimenti forti e spontanei, ma anche costretti a riflettere, perché al corrente di tutto. Finale imposto.
MEMORABILE: La prova filmata e proiettata in aula, dove i colpevoli si rivedono, loro stessi, in preda alla "furia" che li rende altre persone.

Buck ii 7/05/10 10:05 - 55 commenti

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Il male vero, il male che si impossessa dell'essere umano e trasforma la mente, la carne che diventa sempre più forte e più spietata. Lang mette a nudo l'essere umano e lo presenta nella sua realtà più cruda ovvero nella sua natura animale che si manifesta con rabbia incontrollabile. C'è una forza inconscia che rende dannatamente spietati, che si perde nella notte dei tempi. Dire capolavoro è cosa scontata.
MEMORABILE: L'assalto alla prigione, il cinegiornale in tribunale, la regia maestosa di Fritz Lang.

Homesick 1/04/12 18:11 - 5737 commenti

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Il linciaggio, accennato nel segmento conclusivo di M, introduce ad una più ampia riflessione sull’ingiustizia e gli istinti belluini dell’uomo, facili a scatenarsi con il pungolo del pregiudizio, del pettegolezzo, dell’ipocrisia e dello spirito del “branco”. Da ammirare la poliedrica regia di Lang, che con la violenza dell’assalto alla prigione e la perfetta orchestrazione della parte processuale firma due sequenze degne, rispettivamente, del western più teso e del thriller giudiziario più appassionante. Ottimo Tracy nel trasformarsi da romantico promesso sposo a furioso vendicatore.
MEMORABILE: Il barbiere preso dalla voglia di tagliare il pomo d’Adamo dei clienti; l’assalto alla prigione; Tracy che cova vendetta.

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Jdelarge 13/10/13 23:44 - 1000 commenti

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Capolavoro assoluto diretto dall'immenso Fritz Lang, maestro della cinepresa che grazie a un innato talento riesce a creare scene fantastiche che si imprimono nella mente dello spettatore. La sceneggiatura, poi, non fa una piega e col passare dei minuti la tensione sale fino all'epilogo. I temi trattati sono molteplici e di eterna attualità, ma l'aspetto più rilevante è da riscontrare nella bontà d'animo del protagonista: bontà che, all'interno della società, può solo finire con l'essere annientata. Cast perfetto, film immortale.
MEMORABILE: "Souvenor" sulla lettera.

Daniela 19/01/14 12:57 - 12606 commenti

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Mentre è di passaggio in una piccola città di provincia, un uomo è arrestato perché sospettato del rapimento di una bimba. La folla inferocita dà fuoco alla prigione... Insieme a Il grande caldo, uno dei capolavori del periodo americano di Lang: lucidissima analisi dei meccanismi che possono portare persone ordinarie e tranquille a trasformarsi in mostri irragionevoli che si fomentano l'un l'altro La produzione impose tagli e un finale conciliatorio che sa di posticcio, senza però intaccare la forza del film, una visione pessimistica della natura umana purtroppo sempre attuale. Grande Tracy.

Harrys 12/11/14 10:34 - 687 commenti

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Giunto in America, Lang si concesse un anno sabbatico di peregrinazione per comprendere le dinamiche di una società all'epoca così scollata dalla cultura europea. Da fine osservatore, il risultato di questi "studi" è un'opera che ne rappresenta magistralmente l'essenza. Spencer Tracy, che mantiene il suo esser probo cittadino standosene volutamente in disparte, finisce per esser risucchiato nel vortice del tessuto sociale tramutandosi in una Furia bipolare. Paradossi di una società perbenista, civettuola, cieca e alla bisogna forcaiola, secolarizzati dalle ingerenze del produttore Mankiewicz in seno all'epilogo.

Faggi 12/09/16 22:32 - 1548 commenti

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Lucida rappresentazione dell'irrazionalità umana, che è nell'individuo, può insinuarsi nelle istituzioni e si amplifica nelle masse; proprio in quest'ultime può trovare la sua espressione più cieca e sconcertante, arrivando a inusitati e deliranti parossismi. Siamo nel 1936 e Lang, in fuga dal nazismo, aveva potuto approfondire "sul campo" certo suo pessimismo pregresso. Il film funziona con potenza di immagini e solidità d'insieme, il finale conciliante sembra imposto ma i risultati sono comunque da storia del cinema.
MEMORABILE: Sylvia Sidney a Spencer Tracy: "...la folla non pensa".

Von Leppe 12/12/16 22:46 - 1256 commenti

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Fritz Lang riprende le tematiche sulla giustizia sommaria già affrontate in M il mostro di Dusseldorf abbandonando in questo film americano le suggestioni espressioniste (malgrado si sia ancora nel 1935) a favore di immagini più realiste e un linguaggio più semplice per lo spettatore, affrontando direttamente il tema del linciaggio e la sua brutalità (che non risparmia un innocente, questa volta).

Rufus68 26/03/17 20:29 - 3819 commenti

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Altro film di Lang in cui la tensione democratica (la giustizia sommaria e l'iniquità che genera ferocia anche nei miti) viene trasposta in un fluire piuttosto prosaico e scontato. Le parti processuali sono fiacche, il finale non in linea con le premesse e, a parte Tracy, gli attori non sembrano all'altezza di un dramma sul bene e sul male; solo alcune sequenze resuscitano la profondità figurativa del Lang pristino (i volti dei carnefici illuminati dal rogo).

Rambo90 9/06/17 02:10 - 7661 commenti

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Bellissimo film di Lang: potente apologo sull'idiozia della massa che si lascia trascinare e sulle lacune dei sistemi di giustizia. Ritmo elevato, grande senso della messa in scena e della drammaticità (ma senza patetismi eccessivi) e un cast in stato di grazia con un Tracy di grande spessore. Visto oggi mantiene intatto il coinvolgimento, con la parte del processo particolarmente moderna per l'epoca visto l'inserimento di prove filmate. Da non perdere.

Giufox 7/01/22 00:02 - 324 commenti

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Lang trasporta i suoi temi prediletti oltreoceano e colpisce forte con "un'autopsia" delle pulsioni umane. Giustizia e vendetta si mischiano in un saggio socio-antropologico che mira a destabilizzare la fiducia nelle masse democratiche, potenzialmente isteriche e distruttive quanto quelle di regime. I giusti sono le prime vittime e il loro perdono diventa solo un compromesso. La partizione perfetta - se non fosse per quelle virgolette rosa finali - di quelle con le quali ogni cinefilo deve darsi appuntamento una volta nella vita.
MEMORABILE: L'assalto alla prigione; "22, 23...25"; In Wilson perso tra le strade notturne riecheggia M.

Giùan 3/12/22 14:05 - 4528 commenti

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L'esordio americano di Lang è un film in cui colpisce soprattutto la continuità tra i temi peculiari della sua filmografia (l'avvelenamento umano della presunta "Dea" Giustizia, l'ipocrita virginalità della folla, la solitudine del "colpevole") e il loro inserimento e declinazione all'interno della società americana e del sistema hollywoodiano assieme. La mancata cesura è affidata dall'ineffabile Fritz alla propria straordinaria aderenza nella messa in scena (lustra gli occhi il b/n di Ruttenberg). Magnetico Tracy e meravigliosa la Sidney a infondere credibilità al romantico incipit.
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  • Curiosità Ciavazzaro • 23/12/09 10:33
    Scrivano - 5591 interventi
    Il regista voleva che il personaggio interpretato da Tracy fosse un avvocato.

    Fonte:Imdb