Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Il numero del canale si trova tra parentesi dopo il suo nome. Se non c'è, cercatelo qui: numero canale. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Rambo90: Proto musicarello dalla trama molto esile, pretesto un numero incredibile di numeri musicali, forse troppi visto che ne risentono ritmo e attenzione. Quando cantano Celentano e Mina un'occhiata la si riesce a dare, ma tra Sentieri, Brunetta e quant'altro si arriva presto alla saturazione. Se non altro c'è Carotenuto a strappare qualche sorriso, un bel pezzo di Baker e qualche gag demenziale a ricordare che in regia non c'è uno qualsiasi. Trascurabile.
B. Legnani: Inguaribilmente brutto (questo sì che era da fimare con lo pseudonimo!). Non fa mai ridere e, titolo a parte, le battute sono telefonate e/o volgarotte. Si può guardare solo perché ciascun attore ha un’aura di meritato mito, che la partecipazione a cotale filmettino non può certo oscurare. Bellissima la Fenech.
Didda23: Una coppia in crisi, su invito di amici, decide di trascorrere una settimana di terapia in un resort lontano dal caos cittadino. Thriller tv slavato nella forma e nel terribile montaggio, supportato da una storia che - seppur non brillando per originalità - ha la capacità di "farsi seguire" senza troppi fronzoli. Soluzioni dell'intreccio trite e ritrite con una parte finale che rischia seriamente di scadere nel ridicolo involontario. Quantomeno non ci si annoia e il cast capeggiato dalla Mitchell (famosa per il ruolo in Settimo cielo) non è così tremendo.
MEMORABILE: L'arrivo in elicottero nel resort; La scoperta sul dottore; La brevissima fuga in automobile.
Bubobubo: Frizzante, divertente, in più punti allusivo e, sul finale, venato da suggestioni piuttosto cupe (sfido qualsiasi bimbo a non essere tramortito dal giudice Norton e dal suo getto di salamoia bollente...). Zemeckis dirige, con mano sicura e buon ritmo, un film all'epoca quasi pionieristico. Difficile anche cercare di collocarlo nella griglia di genere: il diapason è amplissimo e oscilla tra l'hard boiled e l'animazione per piccoli. Pregiata la colonna sonora di Alan Silvestri, che rende omaggio al fiondante genio di Carl Stalling.
Faggi: All'inizio degli anni '80 la stagione eroica della commedia sexy all'italiana sta tirando le cuoia; vari film continuano a uscire nelle sale, purtoppo con esiti qualitativi spesso discutibili, come in questo prodotto zeppo di cliché ormai sfruttatissimi e di gag che lasciano il tempo che trovano. La Cassini è bellissima e Montagnani si da da fare, ma Bombolo e Cannavale non fanno ridere (non è colpa loro) e l'insieme si risolve in un ambaradan che ha il sapore della decadenza di un genere.
Gottardi: Due scalcagnati si improvvisano detective per indagare su bella dottoressa fidanzata con avvocato e sospettata di infedeltà dalle petulanti zie del nipote avvocato. Farsa degli equivoci parecchio esile che si ravviva un po' solamente quando è in scena Totò o la sfolgorante Abbe Lane. De Sica relegato a ripetere stancamente il ruolo del nobile seduttore anzianotto si salva in corner quando lo fanno uscire da questo loop: i suoi momenti migliori (e quelli del film) sono i gustosi duetti madre/figlio con Titina De Filippo e il comizio elettorale.
Puppigallo: Più che un film è un delirio, con un bigfoot alto minimo sei metri!, palesemente schizofrenico, che cammina bipede, ma poi decide di essere un gorilla e cambia postura. In più, ogni volta che calpesta il terreno, sembra che esplodano delle bombe a mano; e c’è chi vuole proteggerlo anche dopo che ha staccato una trentina di teste a morsi. Non ce n’è uno normale; sono tutti dementi riuniti in una sola cittadina (un record). Ridicolo, con dialoghi penosi e effetti pietosi (il mostro fa movimenti assurdi). Così mal concepito che un’occhiata, magari…P.S. Turbigfoot corre come un treno.
MEMORABILE: Alice Cooper calciato via dal palco dal bigfoot, dopo che gli ha urlato "Fatti sotto!"; Il finale sul monte Rushmore in "stile" King Kong...
Katullo: L'ottimo Douglas anni '90 è tormentato da guai d'ogni tipo, in cui spesso l'elemento femminile partecipa in chiave attiva alle sue disgrazie. E, da ostinato sex-symbol eterosessuale, questa volta deve vedersela con la Moore che, tacchi e tubino d'ordinanza, esercita il suo perfido bossing sulla "vittima" scelta dal bravo Levinson, regista esperto in fattacci americani. Malgrado un tal dispiegamento di forze, il film si ingarbuglia in un pasticcio tecno-aziendale con condimento erotico concentrato e fior di (contro) accuse al vetriolo; game-over da copione con buona dose di fortuna.
Samuel1979: Interessante tv-movie palesemente ispirato alla figura di Agnese Ciulla, interpretata egregiamente dall'attrice palermitana Isabella Ragonese, autentica protagonista di un film che conta continui riferimenti alla più stretta attualità. Trattasi di una storia di riscatto per molti disagiati, in cui Palermo, città storicamente multietnica, mostra il suo lato migliore vivendo da sempre in un clima di inconsueta tolleranza sociale.
Rocchiola: Cowboy solitario messosi nei guai nel tentativo di salvare un amico finito in prigione tenta una disperata fuga verso il Messico con il suo fido cavallo. Ritratto di uno spirito libero incapace di adattarsi alla civiltà moderna. Western d’ambientazione contemporanea che propone una bella sfida a distanza tra il fiero Douglas e lo sceriffo sornione Matthau anticipando la corrente crepuscolare dei 70. Luminosissimo il bianco-nero di Lathrop e memorabile il tema guida di Goldsmith. Commovente canto del cigno di un genere e un’epoca. Da rivalutare.
MEMORABILE: L'attraversamento stradale; "Il cowboy ha battuto l’aviazione"; La scazzottata con un braccio solo; L’impossibilità di abbandona il proprio cavallo.
Rigoletto: Uno degli ultimi Totò, stanco e affaticato, fa un tuffo nello spionaggio internazionale. Purtroppo non è certo uno dei film più riusciti del grande attore, ma è una macchina che, seppur lentamente, arriva a destinazione. La formula è solida e collaudatissima, una sorta di "ghe pensi mi" ante litteram, in cui Totò regge la baracca da solo, senza una vera e propria spalla, attraverso la sua arte mimica, fatta di gesti, espressioni e giochi di parole che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare. Niente di che. **
MEMORABILE: Totò che distrugge la macchina fotografica di un turista tedesco; Il bagno turco.
Didda23: Opera d'animazione transalpina che ha nella particolarià dell'animazione il suo punto di maggiore forza. E' l'utilizzo di stili diversi a rendere davvero gradevole l'animazione, perché la sceneggiatura percorre binari sicuri e non sprizza originalità nell'andamento narrativo. Una sorta di favola, con tanto di morale, adatta probabilmente più ai piccini che agli adulti (ma quest'ultimi sapranno apprezzare la forma). Fa tornare - per la breve durata - piccini, segno indelibile di una qualità complessiva più che discreta.
MEMORABILE: La scelta dei guardiani; I fili che legano la luna; L'animazione nel mondo dei sogni.
Il Dandi: Difficile pensarlo della Cavani, questo film che ha soprattutto il merito di abbracciare con decisione una via di genere riducendo al minimo i guizzi barocchi, ma alla fine risulta pure un po' anonimo e fiacco. Peccato: la storia è nota ma sempre piacevole, ad assicurare un quid in più c'è il glaciale Malkovich alle prese con un personaggio ormai mitico. Nient'altro però. Certe scene d'azione sono degne di una fiction carabinieresca e troppi elementi fastidiosi (fotografia patinata, cast complessivamente mediocre) deprezzano il risultato finale
MEMORABILE: Non preoccuparti di cose che non puoi controllare: è la prima regola del gioco!
Galbo: Film non particolarmente originale ma diretto da un regista di grande mestiere come Friedkin che riesce a realizzare un'opera tutto sommato discreta che fa leva sul sentimento militare patriottico, forse un po' reazionario ma di sicura presa su parte del pubblico. All'operazione contribuiscono due ottimi attori come SL Jackon e TL Jones. Il film presenta una sceneggiatura piuttosto solida e una regia efficace specie nelle riuscite scene d'azione.
Rambo90: Idea di partenza promettente, con una regia abbastanza buona e un avvio scoppiettante. Poi il film si perde in una serie di macchiette fini a se stesse, con situazioni apparentemente buttate in mezzo a caso (la Del Bufalo e il suo personaggio sono una grossa incognita, così come la terribile svolta musical) che finiscono per annoiare e mal disporre lo spettatore. Il cast riesce in parte a tenere in piedi la baracca, con un ottimo Abatantuono, la brava Guerritore, la coppia Caccamo-Esposito e qualche gag di Abbrescia. Mediocre, nell'insieme.
Nando: Tipico prodotto Disney con indirizzo favolistico in cui si osservano due sposi che non possono avere figli e un geniale ragazzino arrivato magicamente. Confezione totalmente buonista con discreta accortezza nell'analizzare il ruolo genitoriale nelle varie situazioni. Risultato sufficientemente piacevole, ma i due protagonisti adulti non lasciano il segno.
Redeyes: Doverosamente incentrato sulla presentazione dei due protagonisti. L'impostazione "on the road" riesce a conferire più dinamicità agli eventi soprattutto grazie all'imbranato e poco empatico Danno Wolfe che non potrebbe avere nome migliore, per noi italiani. La morale è chiaramente dietro l'angolo e si viene catapultati in un circo di avventure. Finale tenero con Kayla ricongiunta al Mago e Ted sugli allori.
Rambo90: Bugs Bunny e Daffy Duck devono vendere libri di favole: il primo finisce in un castello dove Yosemite Sam lo costringe a leggere per il figlio. La trama è il solito pretesto per rivedere i classici dei Looney Tunes, tutti scelti con cura e davvero imperdibili sia per gag che per animazione. Il ritmo è vivace, così come le musiche e forse questo è uno dei migliori lungometraggi dedicati al simpatico coniglio.
Caesars: La terza puntata che i Manetti Bros. dedicano a Diabolik risulta leggermente superiore alle due precedenti, grazie a una migliore sceneggiatura (in fondo deriva da uno degli albi più iconici, tra quelli dedicati al re del male). Purtroppo la recitazione è nel complesso terribile (si salva solo qualche personaggio secondario), ma se si riesce a sorvolare su questo "piccolo" particolare si potrà gustare abbastanza piacevolmente la storia narrata. Buona la regia, che ricorre spesso allo split-sceen per richiamare l'effetto fumetto.
Puppigallo: Remake del VanDammico picchiaduro, che non sfigura, nonostante un protagonista poco carismatico. Come sempre, la parte più ghiotta riguarda gli allenamenti, dove l'ironia è presente come nell'originale. Van Damme allenatore, con l'inseparabile cappello, riesce in parte a compensare la poca incisività dello sfidante. Mentre lo spietato campione fa quel che deve (mena e, all'occorrenza, uccide). Naturalmente non può mancare la bella (agente!), che rende più piacevoli le pause tra un allenamento (con cocchi, bici immersa da un bue, mazzate) e l'altro. Non male, dopotutto.
MEMORABILE: Intorpidire i nervi; L'ex allievo del cattivo a Van Damme "Come intende pagarmi?". E lui "Pagarti? Potrai tenerti tutti i denti".
Dusso: Un thriller sullo spionaggio industriale che nel complesso si lascia guardare ma che non fa mai quel piccolo salto di qualità in più. Impreziosito dalla presenza di Harrison Ford e di Gary Oldman, quest'ultimo più in parte di un Ford invece poco convinto; Amber Heard non incide per nulla con un personaggio alla lunga piuttosto insipido.
Daniela: Ritiratosi a vivere in campagna, Darwin attraversa una profonda crisi quando muore l'adorata figlioletta Annie. I timori circa le conseguenze della sua teoria lo portano a procrastinare la pubblicazione dell'opera cui sta lavorando da 20 anni, ma... Interessante film dal taglio intimistico, che si concentra soprattutto sulla definitiva perdita della fede da parte di Darwin e sul rapporto con la moglie, fervente cristiana. Bellissima fotografia e valido cast, con Bettany inaspettatamente credibile nel ruolo.
MEMORABILE: La storia del piccolo orango raccontata alla figlia morente
Il Dandi: Gran prova di maturità di Verdone, che lontano da Roma emerge finalmente come attore, pur portandosi dietro qualcosa di sé stesso (le collezioni di farmaci e di cimeli rock sembrano provenire da casa sua). Menzione per la Buy, che riesce gradevole nel ruolo di una donna disastrata e nevrotica (laddove ad esempio una Morante, avvezza a questi personaggi, sarebbe stata insopportabile). Il film è piuttosto lungo (forse troppo prolissa la trasferta inglese) ma si fa seguire con piacere a ogni visione.
MEMORABILE: "Hendrix! Lo psichiatra tedesco?" oppure: "Hendrix, il famoso pittore fiammingo!" -"Ma nooo, Hendrix, il chitarrista di colore...tu-tu-ta-FOXYLADY!"
Siska80: Genitore per caso, padre per scelta: al di là di una trama prevedibile da capo a piedi (love story compresa, immancabile giacché il punto di partenza è in effetti troppo gracile per sostenere il peso di una durata superiore alla media), il film si salva in calcio d'angolo - a sorpresa - grazie alla simpatia di un Bova perfetto per i ruoli da commedia: è esilarante vederlo girare per casa con gli shorts come un uomo qualsiasi, senza alcuna aria da divo e quel sorriso da buono che lo accompagna sempre. Se il personaggio di Giallini non è indispensabile, quello di Leo è persino inutile.
MEMORABILE: L'ottavo partecipante allo strip-poker.
Ale nkf: Un omicidio studiato nei dettagli è quello che deve risolvere il brillante avvocato Perry Mason in questo episodio. La trama è ben scritta, i personaggi secondari sono molti e ben caratterizzati e alle indagini viene dedicato un tempo più che sufficiente. Infine il cast è sempre memorabile, con in testa Burr (questo è il suo ultimo episodio) e la Hale, che sono riusciti a creare fra loro un'ottima affinità.
Dopo il successo inatteso di SHARKNADO era naturale che si moltiplicassero le veloci imitazioni. Un'idea tanto folle non era tuttavia facilmente replicabile e questo STONADOS (chissà perché alla spagnola), che sostituisce agli squali delle semplici rocce, ottiene risultati decisamente meno interessanti. C'era d'altra parte l'obbligo commerciale di battere il ferro finché caldo e, nel giro di poche settimane, questo si è riusciti a fare: trombe d'aria che, conseguentemente a una eruzione nella...Leggi tutto zona di Boston (il film è ambientato lì, come si può arguire dall'inconfondibile skyline), raccolgono in sé migliaia di massi di diverse dimensioni scaricandoli sui poveretti che si trovano nei pressi.
La prima vittima è un ragazzo che sta giocando a basket con un amico in un campetto: dal cielo gli cade d'improvviso un masso sulla testa e lo disintegra. Non ci vorrà molto per capire che la stessa fine la rischiano tutti i suoi concittadini, col vulcanologo di turno - tale Joe Randall (Johansson) - che per primo riesce esattamente a scoprire cosa stia succedendo. D'altra parte non è che i tornado cacciasassi ("stonado" è la "geniale" fusione tra tornado e stone - cioè masso - ideata dal metereologo che s'accompagna al protagonista) siano esattamente invisibili, e nonostante sembri sempre che spostandosi da un quartiere all'altro nessuno sappia cosa stia accadendo a duecento metri di distanza (gli spettatori accalcati allo stadio si aspettano di assistere tranquillamente alla partita mentre la loro città sta venendo distrutta) non ci vuol molto a notarli. L'effetto tra l'altro è sempre lo stesso, figlio della solita computergrafica povera dei tv-movie catastrofici americani da quattro soldi: un turbine improbabile che pare disegnato e che rotea scagliando in ogni direzione oggetti tondi simili a minidischi impazziti (a proposito, c'è Locuratolo tra i doppiatori, la voce di Alcor).
E così, mentre Joe e l'amico meteorologo (Spence) cercano di avvertire senza successo le autorità competenti, che giudicano il fenomeno descritto loro tutto sommato nella norma, i bostoniani corrono disperati per le strade, incessantemente, mentre i sassi dei tornado solcano il cielo come meteore. In aggiunta non poteva mancare la famiglia in pericolo; è naturalmente quella di Joe, che ha perso la moglie ma ha ancora due figli adolescenti pronti a cacciarsi nei guai appena si presenta l'occasione. Tocca cercarli insieme alla sorella poliziotto (Friggon) e recuperarli, come vuole la tradizione del genere.
Detto di un protagonista che la faccia da studioso proprio non ce l'ha, del meteorologo che gioca a fare il brillante per conquistare la sorella di Joe dai begli occhioni azzurri, non resta che registrare un bassissimo tasso di coinvolgimento, soprattutto a causa di effetti speciali che non solo sono di infimo livello ma son pure sempre gli stessi, con i sassi che fioccano dal cielo per cadere in terra mostrando un rivestimento tipo carta stagnola; ogni tanto cominciano a fremere ed esplodono. La soluzione sarà quella di sempre, che non anticipiamo per non rovinare il sorpresone e a cui segue un epilogo agghiacciante con la famigliola felice in salotto davanti alla tv pronta a sghignazzare allegramente dopo stragi che hanno appena decimato Boston e chissà quanti loro conoscenti.Chiudi
Galbo: Dopo Asterix il gallico, questo è il secondo lungometraggio dedicato alle avventure dei personaggi creati da René Goscinny e Albert Uderzo. Si tratta anche di una delle migliori trasposizioni cinematografiche di Asterix: il film è infatti caratterizzato da una sceneggiatura divertente e ricca di gag e personaggi ben delineati; il tratto grafico è semplice ma gradevole e il doppiaggio più che buono.
Mr.chicago: Nulla di nuovo in questo remake in salsa "puglio-lombarda", in cui la cosa più originale - e forse inaspettatamente riuscita - è Pappalardo in versione padre burbero e rancoroso. Scamarcio, con la sua faccia da schiaffi, riesce comunque a portare a casa il risultato, così come la Puccini, sempre precisa e professionale; per il resto, alcune gag simpatiche ma nulla più. La solita rivalsa del Sud, che non ha proprio bisogno di alcuna rivalsa e quindi non si capisce perché si debba ancora ricorrere a queste sceneggiature banali e obsolete. Insufficiente.
Pigro: Un asteroide rischia di provocare la fine della Terra, e l’unica soluzione è distruggerlo prima che arrivi. Dal filone catastrofista, generalmente una palestra di prova per spingere oltre ogni limite la retorica più spudorata, ecco un film che riesce a forzare quel limite e a giungere a livelli imbarazzanti: talmente imbarazzanti da risultare involontariamente kitsch. Solita tecnica cinematografica ineccepibile, ma a che pro? Da vedere in mezzo a ragazzini urlanti che mangiano gelati e popcorn: di più non vale.
Enzus79: Uno scrittore americano e sua moglie per superare la crisi di coppia si "isolano" su una baia francese di pescatori. Lentissimo. Poteva uscirne qualcosa di meglio: la storia si compone di dinamiche patetiche, oltre che prevedibili. Si cade nel torbido, forse per dare un'accelerazione al tutto, ma è solo il classico buco nell'acqua: la noia non scompare, anzi.
Modo: Vedere Fabio De Luigi che parla senza i due incisivi fa scompisciare dalle risate. Commedia familiare divertente con una trama leggera ma efficace che rispecchia certe realtà quotidiane. Finale dai buoni sentimenti che comunque non delude. Ottime le interpretazione dei giovani figli mentre Valentina Lodovini è principalmente una bella comparsata. Brava e pacata Diana Del Bufalo. Una piacevole sorpresa, merito anche di un comicità genuina mai volgare.
Puppigallo: Western un po' atipico dove oltre al malvagio di turno è presente un elemento scatenante differente, il petrolio, in grado di annerire l'anima di gente semplice, ma influenzabile dal miraggio della ricchezza. L'inizio è quasi comico, col trattamento riservato al protagonista. Ma poi l'argomento si fa più serio, vista la situazione. Non manca la bella di turno, che rende il tutto un po' troppo Hollywodiano e ripulito, almeno finchè il petrolio non decide di fare il protagonista assoluto. Nel complesso, comunque, non è male, pur senza particolari guizzi.
MEMORABILE: Il bagno nell'abbeveratoio; Il club dei pugni in faccia (uno dei due "tesserati" è Van Cleef); Il petrolioso finale.
Didda23: Una coppia in crisi, su invito di amici, decide di trascorrere una settimana di terapia in un resort lontano dal caos cittadino. Thriller tv slavato nella forma e nel terribile montaggio, supportato da una storia che - seppur non brillando per originalità - ha la capacità di "farsi seguire" senza troppi fronzoli. Soluzioni dell'intreccio trite e ritrite con una parte finale che rischia seriamente di scadere nel ridicolo involontario. Quantomeno non ci si annoia e il cast capeggiato dalla Mitchell (famosa per il ruolo in Settimo cielo) non è così tremendo.
MEMORABILE: L'arrivo in elicottero nel resort; La scoperta sul dottore; La brevissima fuga in automobile.
Cloack 77: Un thriller spionistico esige tensione mentre "The double" ha un andamento sonnolento sconfortante anche rispetto alla serie di colpi di scena che si susseguono; nulla scuote il procedere del film che addirittura nella sua imprevedibilità risulta telefonato, tanto il clima generale è di calma piatta. Richard Gere ci mette del suo poi per annientare il resto: il suo personaggio scopre le carte già all'inizio del film, dunque non gli è “richiesto” neppure di mantenere alto il livello di ambiguità, invece si tramuta in un fantasma.
Tempeste a buon mercato con effetti speciali digitali di resa agghiacciante, compresi di fulmini che a vederli li diresti provenire direttamente dagli Anni Ottanta, quando i poveri mezzi di allora li facevano apparire dei malriusciti disegni animati. La colpa di tutto stavolta è di Giove e delle sue macchie rosse, improvvisamente scomparse preoccupando gli studiosi, mai presenti in scena perché il focus – vista l’estrema scarsità di attori a disposizione – va su un paio di famiglie caratterizzate da genitori che non si rendono conto di avere come figli dei...Leggi tutto veri genietti della fisica. Soprattutto Will (Dier), il cui padre, Jason (Sutcliffe), lo ritiene semplicemente un mentitore senza speranze. Lui e Megan (d’Oliveira), invece, pure lei con un padre (Pileggi) che la sottovaluta, hanno messo a punto un sistema per catturare gli esposoni o farne qualcosa che si collega direttamente alle tempeste elettriche devastanti che stanno distruggendo la costa Est degli Stati Uniti (New York e Boston in fiamme, a quanto si capisce da trasmissioni disturbatissime su una mini tv portatile, tanto per non spender soldi per mostrarle a tutto schermo).
Di tanto in tanto compare un ciclone ingiallito sullo sfondo che spara scariche mentre in giro i lampioni sfrigolano e l’elettronica impazzisce. Niente polizia, agenti governativi, scienziati o quel che sarebbe logico aspettarsi in questi casi: tutto si riconduce alle due famiglie coi loro figli genietti e a qualche loro amico destinato a finire infilzato dai fulmini in scene davvero ridicole. Ci sarebbe anche una coppia di giovani studiosi a dire il vero: via internet scoprono un video di Will sugli esposoni e sconvolti decidono di partire su un piccolo aereo (lui ha il brevetto di volo) per raggiungere il ragazzo prodigio e farsi spiegare bene a che conclusioni sia arrivato.
La trama insomma, dal punto di vista delle spiegazioni tecniche, si fa ogni minuto più fumosa e scientificamente inattendibile, quindi conviene concentrarsi sulle avventure dei nostri in fuga dalle scariche elettriche mortali che arrivano quando meno te l’aspetti distruggendo auto in quantità, radendo al suolo interi caseggiati, accompagnate da nuvoloni rossi e cielo da tregenda. Papà Jason è il meno ferrato, scolasticamente parlando, e ne combina di grosse, mentre sua moglie Andrea (Cairns) sembra un minimo più assennata.
Intanto l’aereo della coppia di studiosi precipita, guarda caso, proprio dove passa Jason con l’auto, il quale raccoglie la donna (Cerra) e se la porta dietro a farle conoscere i sopravvissuti, che stanno mettendo a punto un razzo (nientemeno!) pronto a partire dalla fattoria di Gunter nel momento in cui di lì passerà il ciclone elettrico. Ci vorrà un po’ di fortuna, vista la vastità dei luoghi in cui la minaccia potrebbe virare, ma ai nostri la fortuna non manca e sta' a vedere che proprio in zona quello arriva… Condito dal solito corredo di urla e fughe, di salvataggi all’ultimo secondo, il film di Sheldon Wilson (uno che di catastrofici e B-movie per il piccolo schermo ne ha girati un bel po’) si inserisce nel filone senza aver molto da offrire. Personaggi antipatici, sceneggiatura insulsa, degli effetti s’è detto… Cosa resta? Francamente poco o niente.Chiudi
Homesick: Thriller d'azione computeristico a base di hackers, worms e crittografie, dove non mancano riferimenti al terrorismo. Comincia subito in medias res per poi ripercorrere la vicenda dall'inizio. Buon ritmo, coinvogenti scene d'azione, interpreti in forma: un Travolta illusionista e cinefilo (cita Quel pomeriggio di un giorno da cani e Sugarland Express), un Jackman riscattato e dinamico, una Berry ginnica, ambigua ed aggressiva. Very entertaining
Pinhead80: Diego è un uomo deciso a togliersi la vita. Dopo esserne uscito vivo "miracolosamente" troverà la forza e la voglia di ricominciare grazie alle "chiacchiere" di uno strano maestro e di un nuovo amico. Interessante commedia di Brizzi che sfrutta al meglio la bravura di Bisio per regalarci alcuni momenti di commedia introspettiva davvero riusciti. La prima parte è quella sicuramente più divertente, mentre la seconda lascia più spazio a sentimenti ed emozioni. Forse il film è tirato eccessivamente per le lunghe nella parte finale, ma i risvolti emotivi sono notevoli e ben approfonditi.
Almicione: Questo genere di film è stato talmente tante volte citato e parodiato in altre pellicole che anche la serietà dell'originale risulta in fin dei conti ridicola. Quella che viene considerata la miglior opera del genere kung fu presenta tratti spionaggistici e scontri – ricordati dalla colonna sonora – propri della saga di James Bond, che era salita alla ribalta nell'ultimo decennio. Il "personaggio da romanzo a fumetti" coi suoi scagnozzi non possono che rientrare nel sacrificio del lato artistico a favore di una spettacolarità che appaga solo in parte lo spettatore.
Deepred89: Discreto film di azione/spionaggio/denuncia. I tentativi di denuncia cadono un po' nel vuoto, dato che pur essendo, almeno negli intenti, antiamericanista, il film ha una narrazione che non si discosta più di tanto da quella degli action più filostatunitensi. Il film comunque intrettiene discretamente, anche grazie a due protagonisti (richard Gere e Richard Shepard) simpatici e carismatici. Colonna sonora appena passabile.
Siska80: Una simpatica scimmietta affronta mille pericoli in memoria del vecchio proprietario. Storia non originale ma a suo modo toccante, forse tirata troppo per le lunghe; un prodotto figlio dei tempi moderni, che eccede con gli inserti musicali (buono l'adattamento italiano, come del resto il doppiaggio), ed è forse questo aspetto che a tratti annoia. La grafica è colorata, c'è molta cura nella diversificazione somatica dei personaggi (non solo quelli di contorno); tuttavia è proprio il protagonista ad avere tratti, look e personalità che non riescono a spiccare. Ci s'aspettava di meglio.
MEMORABILE: Il testo dentro al cappello; La corsa dietro l'autobus; Il concerto.
Siska80: Un ragazzino, accompagnato da cane e pappagallo parlanti, si improvvisa detective contro un magnate cattivo. Fiabesca commedia da vedere in famiglia per respirare un po' dell'ingenuità che trasuda: ok, è una produzione a basso costo (tanto che gli animali in questione discutono a muso/becco chiuso), ma risulta sin da subito accattivante e non solo per merito del simpatico piccolo protagonista, visto che anche il resto del cast svolge un buon lavoro e pare divertirsi a dar vita a personaggi alquanto singolari. Il ritmo abbastanza regolare consente una visione "tutta d'un fiato".
Siska80: Ipocondriaca solitaria e guardia del corpo dal passato difficile si incontrano in maniera rocambolesca, e da cosa nasce cosa. Probabilmente il peggior episodio di un ciclo per altro non memorabile: l'intento è quello di essere originali (almeno all'inizio, visto che l'epilogo è scontato), ma al contrario si imbocca un vicolo cieco proponendo una storia senza capo né coda in cui nemmeno il cast riesce a mettersi in luce. Eppure i nomi validi non mancano, a partire dalla coppia Crescentini/Pesce; il più simpatico rimane comunque Assisi, il quale riesce a plasmarsi addosso ogni ruolo.
Rambo90: Come quasi tutti i tentativi di trasbordo da web a cinema il risultato è poco convincente. La sceneggiatura è povera e ricicla idee già viste senza aggiungere nulla di nuovo o particolarmente fresco. Non aiuta il fatto che il personaggio del milanese imbruttito sia poco simpatico per chi vive al di sotto della Padania. Qualche rara uscita comica si ha grazie ai comprimari, tra cui un divertito Calabresi e i locals sardi. Regia televisiva che appesantisce il ritmo.
Galbo: Dopo avere fatto coppia insieme in Come farsi lasciare in 10 giorni, Matthew McConaughey e Kate Hudson ritornano in questo film diretto da Andy Tennant, sospeso tra la commedia brillante (genere coppia in crisi ma in fondo sempre innamorata) e l'avventura rocambolesca. Purtroppo il film (pur regalando alcuni momenti tutto sommato piacevoli, specie la parte finale) non appare completamente riuscito a causa di una sceneggiatura che specie nella parte brillante non è del tutto sviluppata. Nel cast spicca Donald Sutherland.
Galbo: Se si è alla ricerca di un discreto film action, Sleepless è la scelta giusta. Foxx e la Monaghan sono sufficientemente "tosti" e credibili e la location in cui si concentra quasi tutta la vicenda è ben utilizzata, garantendo un ritmo elevato. Non manca qualche incongruenza nella trama e i personaggi non sfuggono agli stereotipi dei film del genere (il poliziotto corrotto, quello sotto copertura etc.). Al netto di queste limitazioni si tratta di un film godibile.
Giùan: Arrischiato nel suo venir dopo il giovane Karl, irrobustisce il recupero di quella passione sinistra, di quell'avventura memorabile che fu il socialismo dell'800. La Nicchiarelli, dal tignoso talento, entra con bisturi punk e afflato femminile nella carne e nel sangue (ma non nella mente) di un'anima vibrante, scissa in lucida compagna di lotta e assuefatta, inetta al limite del plagio, compagna di vita (il ritratto "parassitario" di Aveling è l'anello debole del film). Ne deriva un'opera di ambigua attualità, che sa di non poter svelare le leggi anti/economiche del capitale umano.
MEMORABILE: L'internationale reinterpretata dai Downtown boy; La performance della Garai.
Belfagor: Sui gangster il cinema ha già detto e fatto di tutto, quindi è inevitabile che un film come questo fatichi a trovare una propria cifra stilistica. Nel complesso la ricostruzione della carriera di Jimmy Bulger fila via liscia, senza scossoni ma anche senza particolari colpi di genio. Il film si fa comunque apprezzare per le buone interpretazioni, soprattutto quella di Depp che, con lo sguardo vitreo e un profilo veidtiano, riesce a svincolarsi dalle macchiette nelle quali era caduto negli ultimi anni.
Cotola: Action movie di ordinaria amministrazione che sa un pò di Guerra fredda e che non presenta guizzi particolari e per questo motivo non avvince e coinvolge più di tanto lo spettatore. Non un gran ritmo ed anche le scene d'azione non sono molto ben girate e spettacolari. Mediocre.
Ale nkf: Un'amica di Della Street è vittima di scherzi di pessimo gusto. Interviene Perry Mason ancor prima che la stessa venga accusata d'omicidio. Film tv nella media che riesce a mantenere una certa tensione (specie nella prima parte) grazie soprattutto ai buoni colpi di scena che contraddistinguono pochi episodi della serie. Ben interpretato in ruolo di capo da Regis Philbin. C'è tempo pure di vedere l'avvocato alle prese con delle battute di spirito che non si sentono molto spesso!
Galbo: Tratto da un bel libro di Irving, un film realizzato con professionalità da Lasse Hallstrom che ne ha tratto un'opera emozionante, con interpretazioni partecipate e sensibili, come quella del grande Michael Caine nella parte del medico burbero ma compessionevole che alleva un ragazzo destinato a prenderne il posto. La sceneggiatura ha eliminato (necessariamente) parecchie parti del libro ma è comunque molto valida e rende bene la storia. Oltre a Caine, molto bravo anche Maguire.
Giacomovie: Il film presenta un duplice coraggio: coraggiosa è la Campion nel voler scavare nei lati più intimi e oscuri dell’universo femminile; coraggiosa è la Ryan nel mettersi in discussione a 42 anni come donna e come attrice. Questo però non basta a dare pieno valore al film. È un thriller più denso di quanto all'apparenza possa sembrare, ma la ricerca dell’aria di mistero è superficiale e diventa aria di noia (anche in buona parte dei dialoghi), dando la chiara sensazione che si sia voluta privilegiare solo la parte erotica. **!
Katullo: Di pregevole confezione, forte di una regia dotta in quanto a fantasy e super-dintorni, non si può certo dire che la gigantesca favola non attiri curiosità e popcorn. Fagioli stregati che sarebbe meglio lasciarli asciutti, ragazzotto eroe (trattasi di Nicholas Hoult, già pupillo di Singer nonché Bestia alla corte di Charles Xavier) con acclusa cotta per la bella principessa puntualmente promessa sposa al cattivone di turno, cannibali formato maxi brutti quanto la peste ma con una certa cultura, compresa quella culinaria. Poderosa e classica giostra, che non merita più di un giro.
MEMORABILE: Il gigante-cuoco che prepara deliziosi manicaretti con ripieno di suini interi e un infarinato Ewan McGregor.
Anthonyvm: La terza trasposizione cinematografica della storia di Anna Leonowens, insegnante presso la corte del re del Siam, pur giovando delle considerevoli migliorie tecniche acquisite negli anni e di un adattamento più consono ai gusti del pubblico moderno, si uniforma agli standard dei polpettoni sentimentali hollywoodiani, storicamente inaccurati e melodrammaticamente tronfi. L'ossatura convenzionale dello script, dal pretestuoso subplot cospirazionista alle risapute tribolazioni romantiche, inficia le sequenze d'impatto e la buona accoppiata Foster/Yun-Fat. A tratti valido, ma banalotto.
MEMORABILE: L'avvelenamento di gruppo; La coreografia letale attorno ai condannati a morte, con lirici schizzi di sangue nel finale; La quasi-battaglia sul ponte.
Saintgifts: Per la verità dopo un tot di cloni si perde la bussola; chi è il clone, chi è quello vero? La differenza non c'è, i cloni sono perfetti. Nonostante tutto (anche i pet vengono clonati) c'è pure una bambola semiviva che riesce a rompere le scatole a tutti (solo il tassista sa come fermarla). C'è anche un tema etico (non può mancare in un campo simile), nel quale chi va per le spicce si trincera dietro il fatto che, se Dio ci ha dato tutta questa intelligenza e capacità, bisogna usarle senza porsi tanti limiti. Ce n'è abbastanza per divertirsi.
Nando: Pellicola adrenalinica realizzata come un lungo videoclip in cui si narrano le gesta di una ragazza che cerca di vendicare la morte del fratello avvenuta quindici anni prima. In una Parigi dei primi del '900 si assiste alle efferate gesta di una banda di balordi. Discrete le ricostruzioni scenografiche, abbastanza scontato lo sviluppo narrativo che culmina con un finale tendente all'inverosimile. Nel cast convincente Schneider.
Hackett: La cosa peggiore che si può dire del film è che si tratta di una palese copia dell'omonima pellicola francese, dalla quale non si discosta che per pochissimi dettagli. Archiviata la questione originalità e mancanza di idee, si può dire che in sé è una commedia che si guarda con leggerezza e può definirsi gradevole. Il cast è in parte, Abatantuono eccelle nel suo solito modo di fare e perfino Francesco Facchinetti ha un ruolo curioso e riuscito. Non male, dopotutto.
Kinodrop: Commedia agrodolce sulle complicanze di una coppia leggermente in crisi, nella quale il "terzo incomodo" (un folksinger americano lontano dal giro) pian piano si paleserà in modo singolare. Una brillante - anche se un po' improbabile - storia sulla mitologia che si crea in rete intorno a un personaggio troppo idealizzato che alla fine si rivela con tutte le sue fragilità. Nonostante l'esilità delle vicende, funziona bene senza cadere nei sentimentucoli, sostituiti spesso da un'ironia garbata e sorridente. Azzeccatissima la coppia Byrne/Hawke. Simpatico.
MEMORABILE: Il marito e la sua fissazione; La stanza dedicata; Lo scambio di email; Il figlioletto di Tucker; La bizzarra famiglia riunita in ospedale.
Ciavazzaro: Lo chauffer di un agente segreto scopre uno smoking molto speciale tra gli effetti personali della defunta spia, che si rivela essere un abito pieno di diavolerie per agenti speciali. Jackie Chan è un ottimo interprete e il film ha un gran ritmo; vi sono buone scene d'azione (ne ricordo una in un grattaccielo) e mille trasformazioni dello smoking. Godibile.
Undying: Argento dirige, con la solita perizia tecnica, un film dalla trama piuttosto affascinante, anche se nel complesso riportata sullo schermo debolmente a causa della rappresentazione degli attori (in particolare Asia, poco più che ventenne, non è affatto credibile nel ruolo di ispettrice) e per alcuni dialoghi al limite dell'ilarità involontaria. Unico film di Argento presente nel catalogo Troma di Lloyd Kaufman (come The Stendhal Syndrome), e questo non è un buon segnale. Cammei di Franco Diogene e Cinzia Monreale. Allucinato.
Galbo: Il prototipo del film d'azione secondo uno dei più grandi registi americani. Mann dirige l'action metropolitano per eccellenza ed utilizza collaboratori e cast di lusso. La fotografia (di Spinotti) è spettacolare, la colonna sonora ottima. Riguardo al cast, si instaura una continua gara di bravura tra i due protagonisti: De Niro con una recitazione più sommessa, Pacino con una prova maggiormente istrionica. Regia eccellente.
Taxius: Film biografico sulla figura del mitico James Brown che riporta vari eventi della vita dell'artista non in ordine cronologico ma sparso (la storia è infatti un susseguirsi di flashback). Come spesso capita nei biopic di cantanti e musicisti i momenti migliori sono quelli riservati alle canzoni, che in questo caso sono davvero notevoli. Boseman rende molto bene e assomiglia al vero Brown, ma a rendere bene è anche il resto del cast. Nel complesso è un buon film ma non ha quella forza e carisma che invece hanno altri biopic musicali.
Herrkinski: Biopic che si concentra sulla parte politica della vita dell'attrice Jean Seberg, sulle sue battaglie per sostenere i diritti dei neri nell'America di fine '60 e sulla persecuzione da parte dell'FBI; un film "alla Eastwood" nel raccontare una storia americana in cui il governo martirizza esponenti e sostenitori politici con ogni mezzo. Ben tratteggiata la protagonista (con anche alcuni riferimenti alla sua carriera d'attrice), buono tutto il cast, ben fatta la messinscena; un modo per riscoprire un personaggio che molti forse hanno dimenticato.
Lucius: Va annoverato tra i film incentrati sulla ricerca di tesori sommersi (vedi Abissi, Oro sommerso) con il valore aggiunto di mostrare reperti e statue sottratti al mare, di indubbio valore artistico. Per la Loren una prova attoriale di tutto rilievo ma anche un balletto prorompente che all'epoca potrebbe avere creato problemi al film. Location degne di nota e un tesoro (vedi titolo del film) da riportare alla luce dopo millenni. Svolgimento e dialoghi abbastanza semplici, ma se amate il genere, come me, non perdetevelo.
MEMORABILE: Il ballo prorompente della Loren che all'epoca non sarà certo passato inosservato.
Nando: Una pellicola fresca, poco originale, comunque dotata di una discreta leggerezza che strappa sovente il sorriso. Sviluppo narrativo abbastanza risibile con il finale che vede protagonisti i Modà totalmente incomprensibile. Simpatici e spontanei i due protagonisti, prima parte più frizzante della seconda.
Pumpkh75: Allocchi noi che ad una esca come il nome del regista abbocchiamo con tutte le scarpe: la storia è rafferma e impersonale, trasla dal romanticismo più melenso alle crudeltà dell’inquisizione rimanendo sempre passivo e svogliato, sembra avere fremiti solo quando indugia sui glutei della discussa Kirk o quando prova a confonderci con le grottesche apparizioni di un Satanasso gommoso di serie inferiore. Del Marshall che fu emergono solo nel finale fiotti liberatori, di storie simili si rimpiangono scombiccherati e precedenti tentativi. Peste e corna.
Pigro: Un paradigma del malcostume italiano, scandito dagli articoli della Costituzione: il lavoro, la politica, la famiglia, la sanità e tutto il peggio degli intrallazzi orditi dai potenti alle spalle della gente. Film ambizioso politicamente (troneggiano i volti garanti di Pertini, Togliatti, Berlinguer, Moro) e spettacolarmente, grazie alla costruzione vivace da commedia all’italiana d’antan che castigat ridendo mores: peccato scivoli spesso nella superficialità e nella propensione al volemose bene. Ma comunque godibile e a tratti divertente.
Digital: Un noto presentatore televisivo viene preso in ostaggio da una misteriosa donna la quale gli intima di rispondere positivamente alle domande che gli pone se vuol restare vivo. Thriller ambientato quasi esclusivamente in un'unica location (un ascensore), il che dona al film un notevole senso claustrofobico. Niente di particolarmente originale, ma il rapporto che si viene a creare tra vittima e carnefice è piuttosto gustoso e la Goodall (ben doppiata da Emanuela Rossi) è davvero brava come perfida psicopatica. Coglitore è regista da tener d'occhio!
B. Legnani: Le modifiche al romanzo, a partire dall'ingigantimento del ruolo della Raffo (una O'Neill - doppiata dalla Morriconi - che lascia il dubbio se sia più bravo o più bella), sono state fondamentali per rendere filmabile il libro. Sorprende, invece, il brusco cambiamento del finale, come se gli sceneggiatori avessero voluto "correggere" D'Annunzio. Regìa di Visconti come sempre raffinata (chi meglio di lui avrebbe potuto girare "L'innocente"?), Giannini ottimo, Antonelli in parte, costumi di Tosi da applauso. Non il capolavoro del regista, ma comunque un gran film.
Capannelle: Bella fotografia, a tratti fin troppo solare visto il disagio che dovrebbe trasmettere il film, ma nel complesso siamo vicini alla raffinata mattonata (e non mi sento di dire "d'autrice"). I temi dell'incomunicabilità, del trauma interiore, del voyeurismo vengono trattati senza particolare verve, si notano di più la lentezza e ripetitività della narrazione. Le figure di contorno che potrebbero dare interesse (Arestrup, la Laurent) vengono limitate dallo script e si salvano poche sequenze (tipo la partita a carte o sulla terrazza).
Pessoa: Laurenti rifà se stesso senza troppa convinzione riproponendo il decamerotico fuori tempo massimo. A pesare di più nel disastroso risultato finale sono una sceneggiatura imbarazzante e un cast modesto di estrazione televisiva che promuove al soglio cinematografico cabarettisti di secondo piano e starlette generosamente esposte che non sono in grado di fare il film. Apprezzabile l'impegno di Martufello che strappa qualche risata con il suo solito gergo burinesco ma le idee sono fritte e rifritte e la noia emerge spesso e volentieri. Assolutamente evitabile.
MEMORABILE: Il modello 740 come strumento di tortura.
Occhiandre: Non sempre i registi di oggi riescono a presentare la storia senza "mostrare la trama", ma questo è un film che tiene desto l'interesse, grazie al mix di fascino e discrezione che dà sostanza a una buona idea. Per gran parte della prima metà sembra quasi che si tratti di un film drammatico più che di un horror, ovvero di una storia triste, quasi di tutti i giorni, cui il regista voglia attribuire sfumature inquietanti ma col procedere della storia, pur permanendo dei dubbi, la sospensione narrativa contribuisce ad alimentare la curiosità. Solo nel finale si arriva a toni da horror.
MEMORABILE: L'inizio e la fine che richiamano le atmosfere di [f=1553]Suspiria[/f] e del suo discusso [f=43923]remake[/f]; L'attrice anziana simbolo decadente del jet set internazionale.
Nando: Una lunga saga familiare americana che annovera soprattutto eventi e vicende tragiche. Discreta la narrazione e molto evidente l'esaltazione del pathos emotivo che cerca di suscitare commozione nello spettatore. Cast di alto livello in cui Hopkins emerge in maniera decisa.
Magnetti: Davvero notevole! E' un piacere vedere film come questo, dove il cinema non si prende troppo sul serio, si privilegiano i personaggi e i dialoghi (molto brillanti e intelligenti) sulle scene spettacolari. Mette di buon umore pur trattando un argomento delicato come quello delle campagne anti fumo. E poi c'è la trovata geniale delle riunioni al bar dei "mercanti di morte", ovvero dei tre portavoci delle industrie dell'alcool, delle armi e del tabacco. Bravissimo Aaron Eckhart.
Alex1988: Poteva promettere di più, vista l'inedita coppia e il discreto ritmo, ma ne è uscito fuori un mezzo fiasco. I rimandi a L'anno del dragone sono fin troppo evidenti (guarda caso, il co-produttore esecutivo è colui che scrisse quest'ultimo film, Oliver Stone) e il voler imitare a tutti i costi gli stilemi del cinema di John Woo (usando lo stesso protagonista dei suoi film, Chow Yun Fat), è una pratica poco funzionale. Peccato.
Androv: Film leggendario, il primo e l'unico ad alto budget con Bruce Lee. Unisce spionaggio, azione e fantastici combattimenti, anche se il furore marziale di Bruce è meno violento. Ottimo cattivo in stile 007 e bella fotografia. Notevoli i lottatori (Lee, Wall, Yeung, Kelly e persino Saxon, che se la cava bene). Scene "hot" completamente fuori luogo. In generale un film godibile, anche se privo di quel fascino grezzo dei primi lavori cinesi di Bruce Lee. Adatto anche ai non appassionati di arti marziali. Qualche lentezza e pausa di troppo.
Enzus79: Mediocre. Da un regista come Peter Weir ci si aspetta sempre di più. Belle ambientazioni ma è il "contorno" che non mi ha convinto: troppe cose già viste, sembra un misto fra Sette anni in Tibet e Fuga per la vittoria (che in confronto sembrano dei capolavori). Ed Harris sottotono.
Michelino: Uno dei film più riusciti della coppia, meno scontato e con una ''banda criminale'' di tutto rispetto; il tocco del regista è ben evidente, e non è un caso se il precedente 00-2 agenti segretissimi avesse superato il miliardo di incasso al botteghino. La bravura del duo intreccia bene le scene comiche e la parte "scientifica" dello studio del colpo, con tutti gli imprevisti del caso. Geniale la caratterizzazione del personaggio di Fiorenzo Fiorentini, in antitesi con esso!
MEMORABILE: Romoletto il "genio del male"; Franco si oppone alla concomitanza della prima fase del piano, con Roma-Napoli: "Si rimanda la partita!".
La prima vittima è un ragazzo che sta giocando a basket con un amico in un campetto: dal cielo gli cade d'improvviso un masso sulla testa e lo disintegra. Non ci vorrà molto per capire che la stessa fine la rischiano tutti i suoi concittadini, col vulcanologo di turno - tale Joe Randall (Johansson) - che per primo riesce esattamente a scoprire cosa stia succedendo. D'altra parte non è che i tornado cacciasassi ("stonado" è la "geniale" fusione tra tornado e stone - cioè masso - ideata dal metereologo che s'accompagna al protagonista) siano esattamente invisibili, e nonostante sembri sempre che spostandosi da un quartiere all'altro nessuno sappia cosa stia accadendo a duecento metri di distanza (gli spettatori accalcati allo stadio si aspettano di assistere tranquillamente alla partita mentre la loro città sta venendo distrutta) non ci vuol molto a notarli. L'effetto tra l'altro è sempre lo stesso, figlio della solita computergrafica povera dei tv-movie catastrofici americani da quattro soldi: un turbine improbabile che pare disegnato e che rotea scagliando in ogni direzione oggetti tondi simili a minidischi impazziti (a proposito, c'è Locuratolo tra i doppiatori, la voce di Alcor).
E così, mentre Joe e l'amico meteorologo (Spence) cercano di avvertire senza successo le autorità competenti, che giudicano il fenomeno descritto loro tutto sommato nella norma, i bostoniani corrono disperati per le strade, incessantemente, mentre i sassi dei tornado solcano il cielo come meteore. In aggiunta non poteva mancare la famiglia in pericolo; è naturalmente quella di Joe, che ha perso la moglie ma ha ancora due figli adolescenti pronti a cacciarsi nei guai appena si presenta l'occasione. Tocca cercarli insieme alla sorella poliziotto (Friggon) e recuperarli, come vuole la tradizione del genere.
Detto di un protagonista che la faccia da studioso proprio non ce l'ha, del meteorologo che gioca a fare il brillante per conquistare la sorella di Joe dai begli occhioni azzurri, non resta che registrare un bassissimo tasso di coinvolgimento, soprattutto a causa di effetti speciali che non solo sono di infimo livello ma son pure sempre gli stessi, con i sassi che fioccano dal cielo per cadere in terra mostrando un rivestimento tipo carta stagnola; ogni tanto cominciano a fremere ed esplodono. La soluzione sarà quella di sempre, che non anticipiamo per non rovinare il sorpresone e a cui segue un epilogo agghiacciante con la famigliola felice in salotto davanti alla tv pronta a sghignazzare allegramente dopo stragi che hanno appena decimato Boston e chissà quanti loro conoscenti. Chiudi