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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il trasferimento dell'azione dai Sessanta ai Settanta cambia tutto e i Manetti giocano con quello che è il materiale cinematografico più vicino alle loro passioni: il lavoro sulle scenografie, la ricerca degli oggetti di scena, gli arredamenti, le auto e molti altri particolari testimoniano di una rivisitazione scrupolisissima che trionfa in colori e inquadrature straordinarie. Una vera gioia per gli occhi che supera il già ottimo lavoro che nei primi due film aveva fatto capire quanto l'impianto visivo, nella saga di Diabolik, venga prima di tutto.

Qui la storia, che pure è tratta da uno degli albi più noti delle sorelle Giussani, passa in secondo piano,...Leggi tutto debole com'è e meno ricca di snodi cruciali, con Diabolik (Gianniotti, confermato dopo la pur non memorabile performance del capitolo 2) per la gran parte del tempo bloccato con Ginko (Mastandrea) in una stanza ed Eva (Leone) in un ruolo meno centrale che in passato. Questo perché un certo spazio viene lasciato alla banda di giovani scapestrati che sembra uscita (come molte altre cose) da uno dei nostri celebrati noir dei Settanta. Soprattutto si guarda con bel gusto citazionista al grande Fernando Di Leo che, a cominciare da MILANO CALIBRO 9 (certi interni, il night con strip, la stessa presenza di Barbara Bouchet), offre molto dell'immaginario qui utilizzato. La stessa Clerville, magnificamente resa con scorci ricavati da più città e spesso immersa in luci notturne di grande effetto, sembra più la Milano di allora che la città "retrofuturistica" vista fin qui. Peccato purtroppo non ci si rifaccia a Di Leo anche per i dialoghi, qui anonimi e imparagonabili a quelli virtuosistici del maggior regista di noir italiani dei Settanta.

La prima vittima delle macchinazioni di Eva e Diabolik è la donna (Crescentini) chiamata ad accompagnare la contessa Wiendeimar (Bouchet) nel caveau della banca dove quest'ultima conserva preziose monete sulle quali il ladro in nero ha messo gli occhi. Eva si sostituisce all'impiegata per attuare il colpo progettato da Diabolik ma lo stesso ha fatto una banda di ragazzacci dal grilletto facile che, nello stesso momento, entra in banca e si appropria delle monete facendo fuori la nobile signora. Inseguimento di rito, un rapinatore beccato e grazie a quello sia Ginko che Diabolik arrivano alla casa di un avvocato che pare la mente del gruppo di giovani. Qui verranno colpiti e legati in una stanza dove Diabolik, alla fatidica domanda di Ginko che riprende il titolo, farà partire una serie di flashback di gioventù in bianco e nero che francamente lasciano il tempo che trovano, allungando il brodo e lasciando capire che la trama questa volta è facile facile e secondaria, rispetto al resto.

Con un'Altea (Bellucci) più presente che in passato, un Gianniotti maggiormente in confidenza con il personaggio e che supera gli impacci nella recitazione visti in GINKO ALL'ATTACCO! (e che qui coinvolgono invece alcuni dei rapinatori) sembrerebbe di dover premiare il film, che però fatica a rendersi interessante e si fa apprezzare quasi esclusivamente per il grande impatto visivo. Insieme alle belle musiche (dei calibro 35 con Alan Sorrenti) sarà ciò che manderà in sollucchero gli amanti del piombo Anni Settanta. Proprio in virtù di questo e della secondarietà di trama e dialoghi si può dire che i Manetti (si vedano alcuni giochi di luce straordinari) riprendano il Diabolik di Bava rielaborandone in qualche modo lo stesso concetto di cinema nel tentativo di richiamarne la genialità della messa in scena.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/12/23 DAL BENEMERITO 124C POI DAVINOTTATO IL GIORNO 23/05/24
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124c 6/12/23 20:00 - 2949 commenti

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Catturati da cinque delinquenti, Diabolik e Ginko si ritrovano faccia a faccia nella stessa cella e il primo racconta al secondo la sua storia. Al terzo film su Diabolik, i Manetti Bros. calano l'asso delle origini dell'anti eroe e, in un certo senso, vincono. Il film sembra in effetti un albo a fumetti in live action, mescolato agli sceneggiati Tv della anni' 70, da cui si prende spunto anche per i vestiti. Finalmente più scene per Monica Bellucci, che convince maggiormente come contessa Altea, mentre Miriam Leone resta una garanzia, come Eva. Non male, dopotutto.
MEMORABILE: Il flashback delle origini, centellinato in diverse parti; Il giovane Diabolik di Lorenzo Zurzo; Paolo Calabresi, un King in stile Christopher Lee.

Aco 7/12/23 16:43 - 236 commenti

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La trasposizione cinematografica di questo celebre albo, fedele all’opera delle sorelle milanesi, avviene con una serie di flashback, inseriti in un film raccontato dal punto di vista di Diabolik. I personaggi principali sono affiancati da validi coprotagonisti: a tutti loro va il merito di aver contribuito ad arricchire la trama sotto il profilo psicologico presentando personaggi credibili, a tutto tondo, che raccontano incarnando la società e le tensioni del periodo

Belfagor 17/12/23 23:02 - 2697 commenti

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Il terzo capitolo pare abbia finalmente ingranato la marcia, pescando a dovere dai film anni '60 e '70 per riproporne l'estetica sopra le righe. Se la forma è ben curata, continua a non convincere del tutto il ritmo, con alcuni squilibri disseminati lungo la storia e dei climax piuttosto scarsi in quelle che dovrebbero essere svolte importanti per la trama. I migliori si confermano il Ginko di Mastandrea (non male anche la sinergia con la Bellucci) e la Eva Kant di Leone, vera protagonista della trilogia.
MEMORABILE: Il gioco di appostamenti nel motel; Il King di Calabresi.

Caesars 12/03/24 11:20 - 3864 commenti

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La terza puntata che i Manetti Bros. dedicano a Diabolik risulta leggermente superiore alle due precedenti, grazie a una migliore sceneggiatura (in fondo deriva da uno degli albi più iconici, tra quelli dedicati al re del male). Purtroppo la recitazione è nel complesso terribile (si salva solo qualche personaggio secondario), ma se si riesce a sorvolare su questo "piccolo" particolare si potrà gustare abbastanza piacevolmente la storia narrata. Buona la regia, che ricorre spesso allo split-sceen per richiamare l'effetto fumetto.

Reeves 14/03/24 07:56 - 2556 commenti

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Alla terza prova, i fratelli Manetti ottengono il miglior risultato aiutati anche dal fatto che la storia in questione è molto interessante e ricca di sfaccettature, capace soprattutto di esaltare l'Altea interpretata benissimo da Monica Bellucci. L'estetica è tipicamente anni Settanta e i criminali contro i quali per una volta si uniscono Diabolik e Ginko sembrano proprio usciti dal cinema di quegli anni.

Nicola81 21/03/24 23:05 - 2929 commenti

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Nonostante le musiche troppo invadenti, per lunghi tratti è il migliore della trilogia: confezione ancora impeccabile, storia coinvolgente (ricavata da uno degli albi più iconici della saga), omaggi al poliziottesco, persino un approfondimento psicologico dei personaggi superiore al consueto. Nell'ultima parte però la sceneggiatura sbanda (perché Altea chiede l'aiuto di Eva anziché rivolgersi alla polizia? Che fine ha fatto la moglie del rapinatore?), tradendo lo spirito del fumetto e anche la verosimiglianza. Sempre bravi Leone e Mastandrea, in crescita Gianniotti e la Bellucci.
MEMORABILE: La rapina; La doppia sorveglianza; Lo spogliarello integrale (impensabile nel fumetto); Il flashback delle origini.

Luluke 26/04/24 05:28 - 348 commenti

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Arrivati al terzo episodio, la domanda è sempre la stessa: a cosa serve realizzare per il cinema prototipi di film TV, per giunta ormai seriali come le fiction di un tempo, tipo Maresciallo Rocca? Certo, quest'ultima confezione è migliore e più curata delle precedenti, al netto però di una recitazione sempre molto forzata e spesso insufficiente (discreti comunque Gianniotti e Mastandrea). Difficile capire se i Manetti stiano cercando di trasferire su schermo ritmo e figuratività del fumetto o se la loro intenzione è di farne vero cinema. Nel dubbio ci si annoia.

Capannelle 22/05/24 20:54 - 4479 commenti

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Conserva il fascino delle location vintage e un certo gusto che ha caratterizzato i due episodi precedenti ma, oltre a sacrificare sempre di più i singoli personaggi (e relativi attori), si porta dietro una lentezza di fondo che poco si concilia con le parti più action. Diabolik e Ginko, costretti in una situazione scomoda, sembrano andare avanti con il pilota automatico mentre Eva è quella che deve darsi da fare ma siamo convinti che potrebbe dare di più. Primo tempo discreto, secondo poco coinvolgente.

Nando 27/05/24 15:54 - 3853 commenti

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Uno degli album più noti del "Re del terrore" in una buona trasposizione cinematografica. Buone le musiche e la solita narrazione rarefatta che presenta abili ricostruzioni dell'epoca. Il cast è affiatato, nonostante la monoespressività del protagonista; stavolta la Bellucci partecipa in maniera più corposa. Certo i cosiddetti cattivi appaiono prima spietati e poi tremendamente fessi...

Raffa007 9/06/24 15:51 - 7 commenti

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Forse il migliore dei tre film dedicati al re del terrore, con una trama articolata e qualche buon colpo di scena: qui si vedono le origini di Diabolik, dal ritrovamento in una scialuppa di salvataggio fino alla crescita come criminale per la scoperta per la realizzazione delle maschere. Ottima la recitazione di Paolo Calabresi nella parte di King, il criminale che in qualche modo forma il carattere del nostro anti eroe. Purtroppo sul versante della recitazione c’è l’uso dei dialetti, che in una località immaginaria come Clerville…
MEMORABILE: Tutto il racconto di Diabolik a Ginko e la sua giovinezza.

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Schramm 15/06/24 22:38 - 3652 commenti

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Perserverare è Diabolik e monetizzare è divino, ergo i Manetti non tesorizzano il reprimendario delle volte precedenti, rincarando un già duplicemente saturato difettometro: radicalizzano il riadattare il cinema alla vizza staticità delle tavole del fumetto anziché quest'ultimo alla cinetronia, vincolano il miscast in gnaule da far rimpiangere insolazioni (l'Altea della Bellucci urla sordità). E alla terza allo spettatore non resta che bastonare. E insistere: se proprio lasciar riposare in pace le Giussani non è un'opzione, si resetti tutto con una serie affidata a tutt'altre mani.
MEMORABILE: Chi si rivede toh: Hal Yamanouchi!

Ira72 19/06/24 12:11 - 1342 commenti

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Dal punto di vista qualitativo è una via di mezzo tra il primo (forse il più riuscito) e il secondo (mediocre). Considerevoli le ricostruzioni dell'epoca e impattanti le ambientazioni. La sceneggiatura è potabile ma non eclatante. In merito alle interpretazioni, così posticce, viene da sperare che tanta finzione e poca credibilità, anche da parte di attori capaci come Leone e Mastandrea, siano volute. A rafforzare la chiave fumettistica da cui prende ispirazione la pellicola. Interpretazioni talmente monotono a cui anche la Bellucci si adegua...

Cotola 10/07/24 12:06 - 9271 commenti

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Terzo e ultimo, si spera, capitolo della saga moderna di Diabolik. Le scenografie e le ricostruzioni degli ambienti sono da applausi a scena aperta: una vera festa per gli occhi. Ma i meriti del film si fermano qui: un po' pochi, insomma. La storia è in gran parte tratta da un noto albo e quindi, pur con qualche ovvio cambiamento, non è il caso di aspettarsi colpi di scena, anche per il tipo di film. La durata poi è eccessiva: si poteva tagliare una buona mezz'ora senza lederne il senso. Tutt'altro. Cast quasi tutto mediocre. Colonna sonora impalpabile. Dimenticabile.
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  • Homevideo Caesars • 23/01/24 16:29
    Scrivano - 16862 interventi
    Il 14/3 usciranno sia bluray che dvd
    Diabolik - Chi sei?

    Ultima modifica: 23/01/24 16:30 da Caesars
  • Discussione Caesars • 11/03/24 23:24
    Scrivano - 16862 interventi
    Il titolo ( come da locandina e da titoli di testa e di coda del film) dovrebbe essere corretto in "Diabolik chi sei?" , quindi senza trattino tra Diabolik e chi.
  • Discussione Zender • 12/03/24 07:58
    Capo scrivano - 48336 interventi
    Sì ma il trattino spessissimo non è messo nelle locandine o nei titoli di testa, che possono spezzare titolo e sottotitolo con una differenza di font (come in questo caso), di grandezza di font (di nuovo come in questo caso) e artifici che in un titolo tutto uguale non possono essere divisi in altro modo che col trattino.
  • Discussione Caesars • 12/03/24 11:16
    Scrivano - 16862 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Sì ma il trattino spessissimo non è messo nelle locandine o nei titoli di testa, che possono spezzare titolo e sottotitolo con una differenza di font (come in questo caso), di grandezza di font (di nuovo come in questo caso) e artifici che in un titolo tutto uguale non possono essere divisi in altro modo che col trattino.
    OK. Mi pare corretto. Grazie

  • Discussione Caesars • 13/03/24 20:59
    Scrivano - 16862 interventi
    Scusa Zender se torno a "rompere", non me ne volere...
    Nelle schede dei 3 Diabolik i registri appaiono solo coi loro nomi e cognomi, mentre negli altri film compare sempre tra parentesi anche Manetti Bros. Visto che si firmano così, non sarebbe opportuno uniformare, in tal modo una ricerca con il loro pseudonimo potrebbe il risultato corretto. Grazie
    Ultima modifica: 13/03/24 21:00 da Caesars
  • Discussione Zender • 14/03/24 08:06
    Capo scrivano - 48336 interventi
    Ma no, quale rompere dai, non scherziamo... Hai ragione e hai fatto ovviamente bene a dirlo, solo che era sbagliato prima: non possiamo lasciare un nome tra parentesi legandolo poi solo a un nome, va tolto.